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Lady Morgana
14-05-2011, 13.35.53
Fissai Lady Talia e Icarius, che era appena comparso sulla porta. Non sapevo cosa dire, come comportarmi. Poi guardai fuori dalla finestra e vidi Rubira comparire nel cielo in tutta la sua splendezza. Aspettai con pazienza l'arrivo di Luna. Amica mia, mi trovo in una locanda assieme al duca e a sua moglie... cosa devo fare?
Essere me stessa da bambina, questo mi disse Luna, lasciando la mia mente.
Ma... io sono stata addestrata fin da bambina a maneggiare qualsiasi tipo di arma, io sono Verdammt, la maledetta. Non sono mai stata come tutte le altre bambine!

Poi mi venne in mente Luna, che da piccola giocava nei prati a rincorrersi con gli altri bambini, a rotolare giù per i pendii.

"Lei è il duca di Capomazda, vero? Tra poco avverrà la sua incoronazione e io le ho solo fatto perdere tempo, mi dispiace molto..."
Dallo spiffero della finestra entrò un soffio d'aria gelida, che mi costrinse a riavvolgermi nelle coperte.

Talia
16-05-2011, 00.21.50
“Talia!” Chiamò salendo sopra. “Talia, sono qui!”
Tirai un sospiro di sollievo quando lo vidi ricomparire.
Gli sorrisi e quell'angoscia, che mi aveva colta nell'udire quel grido e poi, ancora, al ricordo di quel sogno, si allentò, lasciando che il mio cuore tornasse a battere regolarmente.
E solo quando lui fu di nuovo con me tornai a voltarmi verso la stanza... fu allora che vidi che la bimba si era svegliata.
Lentamente mi accostai al letto e presi tra le mani la tisana che la locandiera aveva portato per lei... era ancora calda.
"Non aver paura!" le dissi, sorridendole dolcemente "Siamo tuoi amici... ti abbiamo portata qui dopo che sei svenuta! Questa..." soggiunsi, porgendole il piccolo contenitore di terracotta "L'ha preparata la locandiera per te. Bevila, sono certa ti farà bene!"
Parlavo lentamente e con la voce più calma che avessi... dopo tutto era solo una bambina e temevo si spaventasse.
E invece, gardando i suoi occhi mentre parlavo, ne rimasi sorpresa: non c'era nessuna paura o nessun timore in essi, ma vi si poteva invece leggere una sorta di curiosa determinazione... tutt'altro che consueto questo in una bambina!
Le sue successive parole ad Icarius, poi, mi sorpresero ancora di più!

"Lei è il duca di Capomazda, vero? Tra poco avverrà la sua incoronazione e io le ho solo fatto perdere tempo, mi dispiace molto..."
La fissai un momento, stupita... ero senza parole: come poteva una bambina averlo riconosciuto quando neanche i due locandieri, chiaramente, lo avevano fatto?
Poi mi voltai verso Icarius e, nell'incrociare il suo sguardo, notai in lui la stessa mia sorpresa. Mi strinsi nelle spalle.

Melisendra
16-05-2011, 00.54.07
Mi alzai, confusa e arruffata, forse anche un po' in pena, poiché la mia coscienza non era del tutto a posto.
"Non puoi dire sul serio..." mi coprii con un lembo del lenzuolo e rimasi lì, con i capelli in disordine, seduta tra i cuscini. "Uriel non ha nessuna colpa... è nato da due... bè, sappiamo esattamente cosa siamo... meno starà vicino a noi e più sarà probabile che non segua le nostre orme e che il suo retaggio di sangue lo lasci libero..."
Gli afferrai la mano e lo guardai negli occhi, cercando di mostrargli tutta la mia sincerità, che in quel momento era reale.
"Non ti tradirò, non intendo fare nessun doppio gioco... l'unica cosa che volevo era scongiurare questa guerra. Non voglio altre anime sulla coscienza. Non ne ho bisogno, poiché ho solo una vita da prendere. Nemmeno tu ne hai bisogno. Ma non posso dirti come agire, almeno nello stesso modo in cui tu non puoi dirlo a me."
Strinsi un attimo nervosamente le labbra.
"Non ti tradirò. Lo giuro sulla mia vita." Abbassai gli occhi. "Ma ti scongiuro... lascia fuori Uriel."

Guisgard
16-05-2011, 01.00.43
Icarius fissò prima la giovane Sayla e poi Talia.
Restò sorpreso e turbato da come la ragazza l’avesse riconosciuto.
“Il duca? Forse sei ancora confusa…” disse sorridendo Icarius “… beh, ammetto che mi piacerebbe esserlo, ma non lo sono…” la fissò per qualche istante “… ora però dovresti riposare, in modo da recuperare le forze. Noi resteremo qui.”
Si avvicinò poi a sua moglie.
“Anche tu dovresti riposare…” le disse “… va a stenderti nella nostra stanza, resterò io qui con lei… tanto comunque non riuscirei a chiudere occhio stanotte…”
E si voltò a fissare la finestra che dava sulla brughiera.

Talia
16-05-2011, 01.48.14
Rimasi per un istante senza parole...
“Io?” mormorai “Di... di là?”
Improvvisamente il terrore per quel grido mi investì di nuovo e l’idea di chiudermi in una stanza da sola mi fece tremare, tanto che un brivido inconsulto mi scosse tutta dalla testa ai piedi...
Mi sforzai di reprimere quel sentimento, tuttavia: non volevo spaventare la bimba né preoccupare ulteriormente Icarius...
“Va bene!” mormorai “Allora... allora vado!”
Sorrisi, poi, alla bimba...
“Riposati!” le dissi “Devi recuperare le forze... poi domani mattina ti riporteremo a casa, dai tuoi genitori!”
Lentamente uscii dalla stanza, quindi, ed entrai in quella adiacente.
Mi muovevo con calma e con pacatezza ma, non appena ebbi richiuso la porta alle mie spalle, di nuovo quella paura mi invase. Mi gettai sul letto e chiusi gli occhi, sperando solo che arrivasse presto il giorno.

Guisgard
16-05-2011, 01.50.02
Gouf ascoltò le parole di Melisendra senza rispondere nulla.
Poi si alzò dal letto e si rivestì.
“Vedremo…” disse senza voltarsi.
Un attimo dopo uscì dalla stanza.
Raggiunse l’armeria e cominciò a scegliere alcune delle sue armi.
“Mio signore…” entrando Aytli.
Lui la fissò.
“Attendevo i tuoi ordini per la missione a Capomazda.” Continuò lei.
“Non ci sarà alcuna missione…” fece lui “… è troppo rischioso.”
“Per me o per lei, mio signore?”
“Per entrambe.”
“Ti fidi al tuo punto di lei…”
“Ora basta, Aytli!” La zittì lui. “Questi sono i miei ordini!”
“I tuoi ordini…” mormorò lei “… mi avevi promesso…”
“Siamo in guerra, Aytli! E non tollererò più discussioni simili!”
“Mio signore, ti chiedo di premiare la mia fedeltà…” replicò lei “… lei resterà qui, al sicuro… ma io ti chiedo di poter andare comunque a Capomazda per indagare.”
“E’ troppo pericoloso.”
“Sono il tuo miglior cavaliere… ti chiedo di essere inviata a Capomazda… non negarmi questa richiesta, mio signore… me lo devi e tu lo sai…”
La fissò.
“Voglio andare a Capomazda, mio signore…” aggiunse lei “… fidati di me, non mi accadrà nulla… sai bene che quelle informazioni per noi sono troppo importanti… da esse dipendono il nostro attacco decisivo e l’esito della guerra…”
Gouf si voltò verso le sue armi.
“Dammi la tua fiducia ancora una volta, mio signore…”
“Aytli…” esitò “… hai sette giorni di tempo, poi dovrai far ritorno al castello… qualsiasi sia l’esito delle tue indagini.”
“Si, mio signore. Grazie” Ed uscì dalla stanza.
In quel momento una strana ed indecifrabile sensazione sorse nell’animo del Cavaliere del Gufo.
http://www.zuguide.com/image/Joaquin-Phoenix-Gladiator.3.jpg

Guisgard
16-05-2011, 02.18.23
Talia si girava e rigirava nel letto.
Quella situazione l’aveva scossa, turbata e spaventata.
Il ricordo del sogno si mischiava, con le sue sensazioni ed inquietudini, a ciò che era accaduto poco prima.
Ad un tratto udì dei rumori ed un attimo dopo la porta si aprì lentamente.
Qualcuno si avvicinò a letto.
“Sei ancora sveglia? Ho sentito dei rumori e ho pensato che neanche tu riuscissi a dormire…” disse Icarius poggiando sul letto due tazze di tisana calda “… queste sono un pensiero della moglie del locandiere… le ha portate poco fa… credo comprenda il nostro stato d’animo… ed è ovvio che suo marito stia mentendo… ora è rimasta lei con la ragazzina…” la fissò accennando un lieve sorriso “… ti sei spaventa per prima, vero? Mi spiace averti portata quaggiù… non temere, non accadrà nulla… te lo prometto…” e le prese la mano.

Melisendra
16-05-2011, 02.40.36
Rimasi sorpresa da quell'improvvisa freddezza e per un attimo mi lasciai crollare tra le coperte, dopo che lui uscì dalla stanza.
Vedremo? Cosa vedremo?
Mi riscossi.
Mi alzai di scatto e cercai un vestito nei bauli. Mi ricomposi rapidamente e uscii dalla mia camera, dirigendomi verso le scuderie.
Avanzai rapidamente nel cortile, cercando di non dare troppo nell'occhio.
Non sarei mai riuscita ad avvicinarmi abbastanza da sellare un cavallo e passare del tutto inosservata, ma potevo almeno vedere cosa si stava preparando.
Mi augurai che non si trattasse di una nuova incursione.
La giornata si prospettava ventosa, potevo sentire il vento ululare tra le torri di guardia.

Talia
16-05-2011, 02.44.03
Quando udii la porta aprirsi balzai su sul letto... ero tesa, agitata.
Poi vidi Icarius entrare e mi rasserenai.

“Sei ancora sveglia? Ho sentito dei rumori e ho pensato che neanche tu riuscissi a dormire…” disse Icarius poggiando sul letto due tazze di tisana calda “… queste sono un pensiero della moglie del locandiere… le ha portate poco fa… credo comprenda il nostro stato d’animo… ed è ovvio che suo marito stia mentendo… ora è rimasta lei con la ragazzina…” la fissò accennando un lieve sorriso “… ti sei spaventa per prima, vero? Mi spiace averti portata quaggiù… non temere, non accadrà nulla… te lo prometto…” e le prese la mano.

Strinsi la sua mano e sorrisi...
“Non dirlo neanche!” mormorai, scuotendo appena la testa “Non è stata colpa tua... siamo usciti insieme a cavallo e dunque, se c’è una responsabilità, è di tutti e due. Egualmente!”
Lo osservavo... una parte di me moriva dalla voglia, dal bisogno di raccontare quel sogno, mentre l’altra parte continuava a ripetermi di lasciarlo tranquillo almeno fino al giorno dopo... Icarius aveva tanti pensieri già così...
Presi quindi una delle due tazze e ne sorseggiai appena il contenuto, era dolce e leggermente fruttato, era buono.
“Tu che cosa credi che sia stato, comunque?” chiesi dopo un momento, preoccupata ma tentando disperatamente di apparire tranquilla e quasi noncurante.

Guisgard
16-05-2011, 03.05.13
Melisendra, poco distante dalle scuderie, udì dei rumori seguiti poi da alcune voci.
Due uomini preparavano un cavallo.
“Lady Aytli partirà per una missione pare…” disse uno di loro “… forse già all’alba…”
“Si, pare sia diretta a Capomazda…” fece l’altro “… e sembra ci andrà da sola…”
“Per me è una missione suicida!”
“Sir Gouf le ha dato il permesso. E poi dimentichi che orma sono giorni che non giungono notizie da Capomazda… cosi rischia di saltare il grande attacco.”
“Credi che abbiano scoperto la nostra spia?”
“Non lo so…” scuotendo il capo l’uomo “… vedremo cosa riuscirà a sapere lady Aytli su questa storia…”

Guisgard
16-05-2011, 03.18.13
A nord dell’antico e ridente ducato di Capomazda nella vecchia e felice Afragogna, nel distretto racchiuso dal passo detto Stretta di Saggesia e la grande Foresta Verde, cuore dei miti e delle leggende più antiche del regno, si estendeva il grande potere dei de Ceraw, nobili baroni di San Marco di Saggesia.
Signore di questa nobile stirpe guerriera era sir Gwinet de Ceraw, vassallo dei Taddei, del quale i lettori ricorderanno l’apparizione agli inizi di questa nostra avventura.
“Anche il tempo sembra flagellare queste terre!” Disse Gwinet, mentre passeggiava nervosamente nell’ampia sala. “La pioggia si abbatte su questo castello come fosse un castigo divino, mentre un lamento lontano sembra angosciare e maledire questa sera!” Aggiunse.
Era un uomo di robusta e forte costituzione, col volto arso dal Sole e reso ruvido dalle intense passioni che lo animavano continuamente.
La sua rozza e marcata figura, tipica immagine di quell’aristocrazia guerriera e fondiaria che rappresentava l’anima più antica ed indomita del regno di Afragogna, ben ritraeva anche lo spirito di questo nobile e bellicoso patrizio, che con il lupo, simbolo della sua stirpe, condivideva più di una caratteristica.
“Forse è solo un segno, mio signore…” mormorò ridacchiando Bief, cugino del barone.
Questi lo fissò turbato.
“Segni e sogni sono materia per profeti, veggenti e poeti!” Replicò con disprezzo. “Io invece mi occupo solo di cose concrete, reali e che siano capaci di dare frutto!”
“Giustissimo, milord!”
“Ora basta temporeggiare, parliamo di cose importanti…” con insofferenza Gwinet “… è dunque vero ciò che mi ha rivelato?”
“Verissimo, mio signore!” Rispose con un ghigno Bief. “Orami a Capomazda ne parlano tutti, dopo l’episodio che lo ha visto protagonista con quel contadino a cui il duca aveva sedotto la moglie proprio la prima notte di nozze!”
“Cosa dicono laggiù?” Domandò Gwinet.
“Che il duca è pazzo, folle!” Rispose Bief. “Dopo l’incidente avvenuto al Gorgo del Lagno pare non si sia più ripreso!”
“Sai che se ciò si rivelasse una menzogna io ti farò mettere ai ferri, vero?”
“Mio signore, tutti ne parlano a Capomazda!” Esclamò il cugino del barone. “Nell’ultima assemblea, in cui erano presenti alcuni dei baroni, lord Icarius si è limitato ad assistere senza pronunciare neanche una parola! Izar ha parlato per lui… segno che il nipote di lord Rauger è ormai incapace di governare!”
Gwinet restò in silenzio a riflettere.
“Cosa vedi, madre?” Domandò poi alla donna che si trovava in fondo alla sala, intenta a bruciare alcune erbe.
“Fumo… nebbia… incertezze…” mormorò la donna, mentre i fumi delle erbe cominciavano a fluttuare nella sala “… amore, rabbia, odio, vendetta, sangue e fuoco…”
Sgranò poi gli occhi, come se improvvisamente avesse visto qualcosa.
Sputò allora su quelle erbe e vi versò sopra alcune gocce di un’ampolla.
“C’è qualcosa…” continuò mentre una vampata si accese da quell’intruglio “… qualcosa di oscuro, primordiale… qualcosa che sta errando nella notte, tra paure, tentazioni e peccato… un predatore… un predatore che cerca la sua preda…”
Ad un trattò urlò per la paura, gettando tutto ciò che aveva davanti per terra.
“Cosa hai visto, madre?” Domandò Gwinet.
“Prendi… prendi il posto del duca…” ansimò la donna “… fallo ora… prima che di Capomazda non resterà più nulla…”
“E come?” Chiese il barone.
“Fa che venga deposto…” con tono delirante la donna “… e poi legittima il tuo ruolo…”
“In che modo, madre?”
“Prenderai in moglie la sposa del duca!” Sentenziò la megera.
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Guisgard
16-05-2011, 03.30.11
Icarius sorseggiò anche lui un po’ di quella tisana.
“Non lo so…” disse quasi sospirando “… forse qualche animale feroce della brughiera… ci sono molte fiere ostili e poco conosciute…”
Per un attimo la visione che aveva visto davanti alla porta chiusa della locanda gli attraversò la mente.
“Vedrai che di questo si sarà trattato…” destandosi da quel ricordo “…magari un lupo, o forse qualche rapace notturno.” Sorridendo e cercando di apparire tranquillo. “Comunque, di qualsiasi animale si sia trattato, qui saremo al sicuro… ora stenditi e prova a dormire… io resterò qui fino a quando non ti sarai addormentata… ho chiesto alla moglie del locandiere di vegliare sulla ragazzina fino al mio ritorno…”

Morrigan
16-05-2011, 03.40.43
La curiosità uccise il gatto... ma qualche volta, no!
Morrigan sorrise tra sè.... la faccenda si era fatta di colpo interessate, e lei non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Da quando era giunta a Capomazda si era sempre sentita irrequieta, confusa. Era combattuta tra la tentazione di restare e quella di vivere un altro viaggio... ma tutto quel mistero l'affascinava oltremodo!
Non aveva forse detto, Guisgard, di essere uno straniero in quel luogo e di non conoscervi nessuno? Allora cosa faceva in quel luogo, dove sembrava essere conosciuto e forse persino atteso?
Aspettò quindi che il cavaliere fosse entrato e la porta si fosse richiusa alle sue spalle. Quindi si nascose nell'ombra, sul fianco della casa. Seguì il richiamo della luce per comprendere in quale stanza si trovassero.
L'aria era dolce, perchè era una splendida sera di Maggio, e le imposte della casupola erano state lasciate aperte. Era l'occasione perfetta. Morrigan si celò tra i cespugli che circondavano quell'abitazione e quando scorse la sagoma di Guisgard muoversi nella stanza tutti i suoi sensi si tesero a scoprire cosa stesse accadendo.

Melisendra
16-05-2011, 04.03.43
Decisi di andare in cerca di Aytli.
La vidi che stava uscendo dalla sala delle armi.
Le corsi incontro. Con una mano trattenni il velo sul mio capo.
"Lady Aytli, la mia presenza non è più necessaria alla vostra missione?"
Sospettosamente aggiunsi: "Perché?"
La scrutai attentamente.
Quanto sapeva di me? Quanto le aveva rivelato Gouf?
Se fosse partita da sola avrei avvisato Lady Talia. Ero nel pieno delle forze, raggiungerla con una visione non sarebbe stato troppo faticoso. Ma cosa le sarebbe successo? Forse l'avrebbero catturata, semplicemente. Forse invece l'avrebbero giustiziata. Chiaramente non avevo motivo di preoccuparmi della vita di Aytli, ma una parte di me si domandava se sarebbe stato opportuno infischiarmene così tranquillamente.
Anche se a guardarla bene le sarebbe piaciuto tanto potermi torcere il collo. Si vedeva chiaramente dall'espressione di sufficienza che le si dipingeva sul volto ogni volta che la incrociavo.
Assunsi un'espressione neutra, in attesa della sua risposta.

Talia
16-05-2011, 04.14.46
Ero stanca... troppi eventi, troppe emozioni, troppi pensieri.
Appoggiai la testa sul guanciale soffice e immediatamente mi sentii scivolare via, lentamente verso quell'oblio e quella pace dei sensi che è il sonno della stanchezza.
Le parole di Icarius rimbalzavano nella mia mente...
...magari un lupo, o forse qualche rapace notturno...
...forse qualche animale feroce della brughiera...
...comunque qui saremo al sicuro...
"Siamo al sicuro..." ripetei, in un sussurro.
Rimbalzavano qua e là quelle frasi e si confondavano con le immagini di quel sogno che, al solo ricordo, ancora mi spaventava. E, nel dormiveglia ormai incipiente, si fece forte il bisogno di raccontarglielo.
"Ma..." tentai, sentendomi scivolare sempre più in quel sonno incontrastabile "Ma se non lo fosse... se... fosse stato... quel sogno... era così... vero..."
Ma altro non riuscii a dire.
Finalmente mi addormentai, di quel sonno cupo e senza sogni tipico delle ore più difficili...
"Non andare via!" sussurrai tuttavia in quell'ultimo lampo tra la coscienza e l'incoscienza e tanto lievemente che quasi non mi si sentiva... e, nel dirlo, strinsi appena la sua mano nella mia.

Guisgard
16-05-2011, 04.37.15
Aytli fissò Melisendra.
“Non verrete con me…” disse “… andrò io sola… perchè, mi chiedete? Forse dovreste domandarlo a sir Gouf…”
Per qualche istante restò in silenzio.
“Sta per cominciare la battaglia decisiva…” mormorò “… e sono felice di combatterla altrove… perché se dovessimo perdere, non sarò costretta ad assistere alla sconfitta dell’uomo che io amo…”
Per un attimo, breve ed indefinito, il suo sguardo fiero e glaciale sembrò attraversato da un’ombra, che assunse poi l’immagine di una profonda ed inconsolabile solitudine.
Un lieve vento si alzò dalla brughiera.
Aytli restò a fissare Melisendra per qualche altro istante.
Poi scosse il capo ed andò via.

Guisgard
16-05-2011, 04.44.10
La stanza era piccola e stracolma di oggetti di varia natura.
Ovunque vi erano croci in lamina di stagno, rame e qualcuna anche in argento.
Pelli di animali erano sparse qua e là ed un odore di incenso era diffuso in quell’ambiente.
“Oh, ben tornato, mio signore!” Disse un vecchio spuntato dietro una moltitudine di libri. “Vi attendevo.”
“Non sono il signore di nessuno.” Replicò Guisgard quasi infastidito. E non voglio più ripetertelo. “Sono stato alla locanda di quell’uomo…”
“Ebbene?”
“Alla fine ha vuotato il sacco…” rispose Guisgard.
“Quindi lady Rasyel è giunta a quel monastero?” Domandò il vecchio.
“Si…”
“Lord Ardross non poteva saperlo…” mormorò il vecchio “… altrimenti sarebbe andato a riprenderla.”
“Non mi interessa niente di lui…” con disprezzo Guisgard.
“Sbagliate a giudicarlo, mio signore… voi e lui…”
“Basta!” Lo zittì Guisgard. “Non ho niente in comune con lui! Chiaro? E bada di non dire più una cosa simile!”
“Avete visto sua signoria?” Chiese il vecchio. “E lui ha visto voi?”
“Si, di sfuggita…”
“I vostri occhi…”
“Ora basta! Basta con queste storie! I miei occhi sono come quelli di mia madre!”
Il vecchio non disse nulla.
“Diacono, vecchio mio…” calmandosi Guisgard “… parlami di lei e dei suoi occhi…”
“I suoi occhi erano meravigliosi…” sorridendo Diacono “… verdi come quelli di un lago a primavera… luminosi e vispi, profondi ed incantati… bastava guardarli per innamorarsi follemente di lei… un giorno lord Ardross disse che gli occhi di lei erano simili a quelli della regina Ginevra…”
Guisgard saltò su e fissò quasi con rabbia il vecchio Diacono.
“Perdonatemi, mio signore…”
“Io non sono il signore di nessuno…”
Diacono chinò il capo.
“Cos’hai per me ora?” Domandò Guisgard.
“Cercate il vecchio Lho…” rispose Diacono “… lui sa molte cose…”
“Bene… tornerò quando avrò altre notizie…”
E, salutato il vecchio Diacono, Guisgard uscì da quella casa.

Guisgard
16-05-2011, 05.05.30
“Si, devo essere presente alla cerimonia anche io.” Disse Pasuan. “E mi piacerebbe che tu mi accompagnassi come… come mia dama…”
“Vedremo come si sentirà Dafne il giorno dell’incoronazione.” Intervenne la madre di Pasuan. “Ricordati che non può fare molti sforzi.”
“Si, la mamma ha ragione, Dafne.” Sorridendo Pasuan. “Ora tu ed il bambino dovete riposare… domani sono certo che ti sentirai già meglio.”
E appena rimasero soli si avvicinò a lei e la baciò delicatamente sulla bocca.
La notte trascorse serena ed il mattino fu illuminato da un mite Sole.
L’odore del latte caldo e del pane fresco svegliarono Dafne.
Il piccolo Hubert era accanto a lei, ancora addormentato.
La porta si aprì lentamente e Pasua entrò, cercando di non fare molto rumore.
“Buongiorno, principessa…” sorridendo lui “… dormito bene? Come ti senti oggi? La mattinata sembra adatta per passeggiare all’aria aperta. Ti va? Potremmo lasciare alla mamma e a Mian il piccolo Hubert dopo la poppata… voglio mostrati il mio villaggio, se ti senti di uscire…”

Guisgard
16-05-2011, 05.39.50
"Andiamo, laggiù c'è una locanda." Disse Finiwell a Cavaliere25. "Chiederemo lì a qualcuno di Pasuan. Il villaggio è piccolo e lo conosceranno di certo."
I due raggiunsero la locanda e domandarono della casa del loro amico.
"E' laggiù, in fondo a quella stradina." Indicò loro un uomo nella locanda.

Guisgard
16-05-2011, 05.40.07
“Non andare via!”
Aveva detto lei quasi sussurrato.
Icarius la fissò e sorrise teneramente.
Poi ripensò alle parole dette da Talia un attimo prima.
“Un sogno…” disse fra sé Icarius “… parlava di un sogno… cosa darei per attraversare i tuoi sogni… anche solo per una notte… in fondo, quando si ama, non vi è differenza fra una sola notte e l’eternità… mi è bastato un attimo per innamorarmi di te, ricordi? Al mio ritorno dal Lagno… tu mi attendevi sulla soglia del palazzo… un attimo… un solo, singolo, infinitesimale attimo… non avevo nulla… né un passato, né un presente e forse nemmeno un futuro… ma ti è bastato un attimo per riempire il grande vuoto della mia vita…”
Le accarezzò dolcemente il volto e adagiò meglio la coperta su di lei.
Poi si chinò a baciarla.
“Torno presto, non temere…” le sussurrò.
Icarius raggiunse poi l’altra stanza, dove trovò la locandiera accanto al letto di Sayla.
“Come sta?” Chiese l’ultimo dei Taddei.
“Sta meglio. Ora riposa.” Rispose la donna. “E vostra moglie si è rasserenata?”
“Si, sta dormendo. Era molto stanca.”
La donna allora ritornò da suo marito ed Icarius restò a fissare la ragazzina che dormiva stretta fra le coperte.
“Chi sarà?” Si domandava. “E cosa ci faceva da sola nel bosco? Come può avermi riconosciuto?”

La Luna si affacciava lungo le nubi argentate di quella notte.
L’aria era limpida ed il cielo stellato.
In lontananza si udivano canti e musica.
“Forse c’è una festa.” Disse fra sé Talia.
Cominciò a seguire quei suoni, fino a giungere in un viale che tagliava il folto bosco.
“Segui la strada ed evita la brughiera.” Mormorò qualcuno.
Ad un tratto, in fondo al viale, apparve la pieve.
I canti e la musica non erano più allegri, ma tristi ed austeri.
Un lungo corteo funebre seguiva una bara portata in spalla da alcuni monaci.
“Era così dolce e bella…” piangendo alcune vecchie che seguivano il corteo.
“Chissà il duca che dolore...”
“Si, questo lutto l’ha reso folle...”
La bara fu portata nella pieve.
Talia si avvicinò alla testa del corteo e cercò di scorgere il corpo portato nella bara.
E quando fu vicina, si accorse che il corpo era quello di una donna.
Una donna che aveva il suo volto.
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Si svegliò bruscamente da quel sogno e per un attimo restò confusa.
“Buongiorno.” La salutò Icarius.
Il duca stava accanto ad una finestra, dalla quale la luce del mattino ed il canto degli uccelli annunciavano il nuovo giorno.
“Dormito bene?” Chiese poi. “La giornata sembra buona. Andiamo a vedere come si sente quella ragazzina nell’altra stanza? Così da poter far poi colazione tutt’insieme?”

cavaliere25
16-05-2011, 10.52.40
guardai Finiwell e dissi che velocità non dobbiamo neanche andare molto lontano e sorrisi e aspettai di avviarmi verso la casa di Pasual

Talia
16-05-2011, 11.50.41
Mi svegliai di soprassalto e per un attimo non riconobbi il posto dove mi trovavo, per un attimo mi mancò l’aria...
Avevo assistito ad un funerale...
No, mi corressi mentalmente, avevo assistito al mio funerale!
Rabbrividii.
Ma perché quel sogno? Perché di nuovo quella pieve nei miei sogni? E perché, mi domandai, avevo la sgradevole sensazione che quei sogni avessero tutti un nesso tra loro?
Le pieve di Gyaia...
Gyaia, la principessa venuta da Sygma...
Sospirai... avrei dato qualsiasi cosa per sapere qualcosa in più su di lei. Qualsiasi cosa!

“Buongiorno.” La salutò Icarius.
Il duca stava accanto ad una finestra, dalla quale la luce del mattino ed il canto degli uccelli annunciavano il nuovo giorno.
“Dormito bene?” Chiese poi. “La giornata sembra buona. Andiamo a vedere come si sente quella ragazzina nell’altra stanza? Così da poter far poi colazione tutt’insieme?”

Sollevai gli occhi di scatto.
Tutta persa com’ero da quel sogno non lo avevo visto subito. Ma la sua presenza, la sua voce tranquilla e quell’aria tersa che si percepiva dalla finestra alle sue spalle contribuirono a scacciare i miei cupi pensieri... Gli sorrisi e mi alzai.
“Si!” dissi, accostandomi a lui e allungandomi appena per dargli un piccolo bacio “Dovremmo proprio andare... sono curiosa di sapere chi sia quella bimba, che cosa ci faceva nel bosco e, soprattutto, com’è possibile che ti abbia riconosciuto! E poi...” soggiunsi, senza riuscire a reprimere un mezzo sorriso vagamente divertito “Poi dovremo anche tornare in fretta a Capomazda: Izar non sarà affatto contento di noi! Saremo fortunati se non si sarà sentito male per la sparizione del suo sconsiderato duca!”
Tornammo così nell’altra stanza e qui trovammo la ragazza che pareva essersi appena svegliata...
“Buongiorno!” le dissi gentilmente “Hai dormito bene? Immagino che avrai fame adesso... vieni, scendiamo di sotto. Vuoi?”

Lady Morgana
16-05-2011, 18.36.47
Mi svegliai poco prima che Icarius e Lady Talia entrassero nella stanza.
Lady Talia mi chiese se avevo dormito bene e se volevo scendere con loro a mangiare.
"Pensavo ai miei genitori...e a mia sorella... aveva solo 3 anni. Mia madre era in chiesa a pregare, io invece stavo giocando con gli altri bambini a rincorrersi, mio padre era a cacciare... ma poi sono arrivati, dal bosco. Come può esistere tanta crudeltà?"
Fissai Icarius, in piedi sulla soglia.
"No, mylady." continuai spostando il mio sguardo su di lei, "proprio non mi va di mangiare!"
Mi tirai fin sopra la testa le morbide coperte e singhiozzai. Quella storia non era finta, era successo veramente. Ma quel pianto, quelle lacrime... quelle si, che erano finte!

Guisgard
16-05-2011, 19.28.19
Icarius fissò Talia dopo aver udito le parole della giovane Sayla.
“Sai…” disse Icarius scostando delicatamente le coperte dal volto della ragazza “… ho sentito dire che la locandiera fa una marmellata alle fragole davvero ottima. E dal profumo che si sente in giro sembra che suo marito abbia appena sfornato del pane bianco. E dopo aver fatto colazione, se vorrai, ti mostreremo la nostra bellissima cavalla dal manto color cielo. Secondo me tu e lei diventerete grandi amiche!”
Le sorrise teneramente ed aggiunse:
“Mi spiace per ciò che è accaduto alla tua famiglia, ma ora sei al sicuro e nessuno potrà farti più del male… però devi mangiare qualcosa, altrimenti non riprenderai mai le forze…”
Si avvicinò poi nuovamente a Talia.
“Guardala, è poco più che una bambina…” disse sottovoce a sua moglie “… credo che abbia attraversato l’Inferno…” scosse lievemente il capo “… noi però dobbiamo tornare subito a Capomazda, altrimenti davvero saranno in pena laggiù… scendo dal locandiere e faccio preparare i nostri cavalli…”

Melisendra
16-05-2011, 19.45.18
Avrei dovuto prevederlo. Tornare a Capomazda avrebbe anche potuto rivelarsi una buona idea. Ma mi trovavo bloccata lì.
Guardai Aytli andarsene e pensai che forse non l'avrei più rivista. Stranamente non quel pensiero non mi fece l'effetto che credevo.
Mi diressi verso la sala principale e mi sedetti.
Una cameriera mi portò una tisana di erbe rilassanti, ma la tensione continuava a essere alta e irriducibile.
Se avessi dovuto andarmene, Gouf me lo avrebbe permesso? Appurato che non sarei riuscita a prendere un cavallo, sarei riuscita a uscire dal castello senza farmi notare? Forse mi sarei persa in quella landa desolata.
Ero assorta tra i miei pensieri e tamburellavo nervosamente le dita sul tavolo.

Guisgard
16-05-2011, 19.53.29
Mentre Melisendra era assorta nei suoi pensieri, qualcuno le si avvicinò alle spalle.
“Poche cose sono affascinanti come la brughiera all’imbrunire…” disse Nyclos sfiorandole i lunghi capelli “… posso invitarmi per una cavalcata nel crepuscolo, milady?”
Si sedette poi accanto a lei e continuò:
“La guerra spesso fa perdere l’esatta concezione del tempo e della vita agli uomini… la proposta di lady Aytli era insensata come le sue scelte di vita…” sorrise “… francamente trovo incomprensibile come una bella donna possa rinnegare la sua natura per seguire l’ideale della lotta… fortuna, invece, che voi non siete tanto sciocca, milady… mi concedete dunque il privilegio della vostra compagnia, mentre l’incanto della sera abbraccia la brughiera?”

Talia
16-05-2011, 19.57.16
Osservai mio marito per un momento, poi gli sorrisi... era riuscito a sorprendermi, dopotutto!
"Portiamola con noi!" mormorai, trattenendolo prima che scendesse "Non ha più nessuno, e non può certo restare da sola! Se la porteremo a Capomazda sarà al sicuro!"
Mi accostai quandi al letto e le carezzai piano i capelli...
"Non temere..." le dissi dolcemente "Andrà tutto bene, adesso! Dimmi, ti piacerebbe venire con noi? Capomazda è una bella città... vedrai!"

Melisendra
16-05-2011, 20.07.30
Mi riscossi subito.
"Mio signore... accetto volentieri, con piacere!" Sorrisi. "Vediamoci alle scuderie tra un'ora..." Gli lanciai un'occhiata fulminante e mi ritirai.
Andai in cerca di Gouf. Avevo bisogno di parlargli.
Scesi dove si allenavano i suoi mercenari e chiesi di lui.

Guisgard
16-05-2011, 20.17.45
“Milady, sir Gouf è uscito poco fa col suo cavallo.” Disse uno dei mercenari a Melisendra.
“Ha detto che voleva cavalcare nella brughiera.” Aggiunse un altro.
La brughiera infatti era splendida.
Il cielo ancora grigio sembrava finalmente aprirsi e bagliori di rosso vivo si riflettevano sulle grandi nuvole che per buona parte del giorno avevano coperto quel luogo.
Le colline ed i monti in lontananza vedevano i loro pendii tinti di un manto purpureo, mentre, pian piano, ancestrali ombre si allungavano tra le scoscese lande di quel selvaggio scenario.
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Melisendra
16-05-2011, 20.33.01
Mi precipitai in camera e indossai qualcosa di adatto a una passeggiata serale.
Il vento continuava a soffiare, il cielo iniziava a rosseggiare all'orizzonte.
Quando scesi nelle scuderie i cavalli erano già lì ad attenderci.
Montai sul mio cavallo e lo spronai.
"Andiamo, milord! Seguitemi!"
Cercai di apparire allegra e spensierata, ma ero preoccupata.
Spronai nuovamente il cavallo verso la brughiera.

Guisgard
16-05-2011, 20.39.07
Icarius fissò Talia.
“Portarla con noi…” disse fra sé “… non sappiamo quasi nulla di lei… mentre invece quella ragazzina sembra conoscerci bene… chissà se sono riuscito a convincerla quando ho negato di essere Icarius…”
Poi, sorrise a sua moglie.
“Ti sentiresti più tranquilla se venisse con noi, vero?” Chiese. “ Va bene, verrà noi.”
Si voltò a guardare Sayla.
“Voi preparatevi per la partenza.” Voltandosi di nuovo verso Talia. “Io intanto scenderò per far preparare i cavalli.”
Un attimo dopo Icarius era già con il locandiere.
“I vostri cavalli saranno pronti tra un momento, signore.” Disse con indifferenza questi.
“Ditemi quanto vi devo per le due stanze.”
“Niente…” rispose l’uomo “… ma fatemi la cortesia di non ritornare più nella mia locanda.”
Icarius lo guardò stupito.
“C’è qualcosa qui…” mormorò “… qualcosa che cercate di tenere nascosto…”
“Via dalla mia locanda!” Urlò all’improvviso l’uomo.
“Si, con immenso piacere…” cercando di restare calmo Icarius “… appena mia moglie e la ragazzina saranno scese ce ne andremo, statene certo…”
L’uomo allora chiuse i registri e si diresse verso la cucina, seguito da sua moglie che lanciò un enigmatico sguardo verso il duca, prima di chiudere la porta dietro di sé.

Guisgard
16-05-2011, 20.49.17
Melisendra e Nyclos uscirono dal castello, in sella ai loro cavalli.
Il crepuscolo era ormai prossimo e la brughiera cominciava a vestirsi con le mistiche ombre che annunciano la sera.
I due galoppavano con andatura regolare ed il giovane barone sembrava totalmente rapito dal fascino della bellissima incantatrice.
“Ditemi, milady…” disse “… come vi trovate con noi? E’ di vostro gradimento la vita qui al castello?”
Ma proprio in quel momento, lungo il profilo scosceso che precedeva il sentiero intrapreso dai due, apparve in lontananza una sagoma scura a cavallo.
Stava immobile a fissare lo sterminato ed inquieto orizzonte della brughiera.
Era nera ed il suo lungo mantello sembrava danzare sotto il soffio del vento.
A chiunque, nel vederla, quella figura sarebbe apparsa come un fantasma, una visione spettrale.
Ma non a Melisendra.
Ella, tre le ultime luci del giorno morente e le inquiete ombre del crepuscolo, riconobbe in quella figura il volto di Gouf.

Lady Morgana
16-05-2011, 20.57.57
Lady Talia era davvero una donna molto dolce, come si era sentito dire. Quasi mi dispiaque prenderla in giro in questo modo, ma dopotutto, è a fin di bene!

Mylady, quando potrò dirvi tutto, mi farò perdonare!

Finalmente sarei giunta a Capomazda insieme al duca e alla moglie.
"Mylady, voi siete una donna davvero gentile e generosa. Mi piacerebbe moltissimo poter venire a Capomazda con voi. Il duca è un uomo molto fortunato ad avervi come sposa, Lady Talia!"
Sorrisi, un sorriso innocente, da bambina. Un sorriso che non si era mai trovato sulle mie labbra, tranne quando ero in compagnia di Luna.
Poi, grazie al mio udito finissimo, riuscì a comprendere una frase del duca alla moglie: chissà se sono riuscito a convincerla quando ho negato di essere Icarius…

No, nobile Taddei...

Lady Dafne
16-05-2011, 21.17.50
“Buongiorno, principessa…” sorridendo lui “… dormito bene? Come ti senti oggi? La mattinata sembra adatta per passeggiare all’aria aperta. Ti va? Potremmo lasciare alla mamma e a Mian il piccolo Hubert dopo la poppata… voglio mostrati il mio villaggio, se ti senti di uscire…”

"Buongiorno a te! Che bella dormita! Questa notte ho riposato anche meglio dell'altra e finalmente senza mal di schiena dopo tanti, tantissimi mesi!" sorrisi e mi protesi in avanti come per chiedere un bacio di buongiorno. Poco dopo Hubert si mise a piangere, lo presi in braccio e lo cullai canticchiando piano una vecchia ninna nanna.
"oh, oh, senti anche tu, Papà, un certo profumino? Dai forza, prova a cambiarlo tu..." e allungai il bambino, le face e le spille a Pasuan ridendo di gusto "e ricorda che devi anche lavarlo..."
"Comunque mi sento bene e mi farebbe proprio piacere fare un giretto con te. Voglio vedere il paese nel quale sei cresciuto. Sono convinta che troveremo anche il tuo primo amore, che ti ha rifiutato ovviamente, e magari mi porti a vedere il luogo dove ti appartavi con qualche altra giovincella di ripiego..." e risi ancora più forte.

Melisendra
16-05-2011, 21.47.49
Fermai il cavallo e mi avvicinai a Lord Nyclos.
"La vostra ospitalità è eccellente, milord", feci una pausa. "Non amo la vita chiusa tra quattro mura... vorrei essere una docile dama come ce ne sono tante, sarebbe indubbiamente più semplice, ma credo di invidiare la libertà e la forza di dame come lady Aytli." Aggiunsi, pensierosa.
"Temo, mio signore, che voi mi confondiate...", sussurrai. "Lasciatemi dire che non dovreste essere tanto gentile con me... soprattutto perchè non posso darvi ciò che desiderate."
Osservai la figura di Gouf, in lontananza, sembrava curvo sotto un pesante fardello.
Smontai da cavallo e accarezzai il dorso dell'animale, osservando il tramonto farsi sempre più rosso. Rosso sangue.
Brividi mi corsero lungo la schiena.

Talia
16-05-2011, 21.59.55
Poi, sorrise a sua moglie.
“Ti sentiresti più tranquilla se venisse con noi, vero?” Chiese. “ Va bene, verrà noi.”

Gli sorrisi... poi, articolando un muto 'grazie', lasciai andare il suo braccio.
I miei occhi lo seguirono mentre usciva dalla porta e prendeva la scala che conduceva al piano terreno della piccola locanda.
Una volta rimaste sole, tornai a guardare la bimba...
"Allora..." le dissi "Dobbiamo affrettarci, suppungo! Dovremo essere pronte velocemente, non abbiamo molto tempo..."
Ma ciò che disse dopo mi turbò e la mia voce si spense...

"Mylady, voi siete una donna davvero gentile e generosa. Mi piacerebbe moltissimo poter venire a Capomazda con voi. Il duca è un uomo molto fortunato ad avervi come sposa, Lady Talia!"

Sorrideva...
Lo osservai senza parole per un istante, poi sorrisi a mia volta per dissimulare quelle sensazioni...
"Lady Talia?" le chiesi, inginocchiandomi di fronte a lei in modo che i nostri occhi fossero alla stessa altezza e potessi osservarla bene "Come mai sei tanto sicura che questo sia il mio nome? E come mai credi che mio marito sia il duca?"
Feci una piccola pausa, poi soggiunsi: "Io credo che tu ci stia confondendo con qualcun altro, sai?"

Lady Morgana
16-05-2011, 22.16.39
Guardai Lady Talia negli occhi.

Perchè vuole nascondermi di essere la moglie? Se mi portano con loro a Capomazda lo scprirei subito! Non capisco perchè tutto questo mistero...

"Mylady, io non sbaglio, non sono una sciocca. Dopo che vedo una faccia non la scordo più e io ho visto il duca e conosco il suo nome! Avete forse già dimenticato di quando vostro marito è caduto da cavallo? Lo avete chiamato per nome e io ero lì di fianco a voi. Icarius e Lady Talia. Mylady, io sono certa che siete voi. Per questo vi chiedo aiuto."
Fissai Lady Talia con uno sguardo intenso "Non ho una casa dove tornare... prendetemi con voi, mylady!"
Attesi un poco, incerta sul da farsi. Poi mi alzai in piedi e presi i miei vestiti, mi cambiai e mi diressi verso le scale per riconsegnare alla locandiera il vestito pulito che mi aveva fatto indossare.

Talia
16-05-2011, 22.28.44
Rimasi immobile per un istante, poi le sorrisi... era la bambina più curiosa che avessi mai conosciuto e non si poteva certo dire che fosse sprovveduta o che non fosse determinata!
Provai un'impulsiva simpatia per lei...
"E va bene..." mormorai, vagamente divertita "Supponiamo per un istante che la verità sia quella che tu credi, mia giovane amica!"
Mi alzai, quindi, e mi apprestai con lei a scendere al piano di sotto...
"Sai che non mi hai ancora detto come ti chiami?" le dissi, mentre scendevamo le scale.

Lady Morgana
16-05-2011, 22.53.46
Lady Talia ammise di essere Lady Talia, anche se non in modo esplicito; però è un passo in avanti. Forse inizia a provare anche simpatia per me, cioè per questa bambina...
Poi arrivò la domanda che speravo non arrivasse mai, ma sapevo che prima o poi mi avrebbe fatto.
"Sai che non mi hai ancora detto come ti chiami?"
"Già..."

E ora che le dico? Forse è meglio se le dico il mio vero nome, tanto non lo conosce nessuno. Quasi, nessuno...

"Il mio nome è Sayla, mylady."
Ero seria, forse fin troppo. Ma non riuscivo a stare tranquilla, ero davvero molto preoccupata.

E se ho sbagliato a dirle il mio vero nome? Forse non dovevo dirle il mio vero nome... Chissà quali saranno le conseguenze, io spero nessuna...

Morrigan
17-05-2011, 00.57.12
La schiena appoggiata contro la parete esterna, umida della rugiada della sera, Morrigan si lasciò scivolare silenziosamente lungo quella superficie, fino a quando non si adagiò per terra. Pregò che nessuno potesse vederla e che le frasche fossero sufficienti a nasconderla.
Levò gli occhi verso il cielo, come chiedendo ausilio, ma la luna brillante dominava con un chiarore quasi eccessivo quella volta priva di nubi e di stelle. Respirava con agitazione. Si allentò rapidamente il primo laccio che le stringeva il giustacuore, cercando di trattenere il respiro e di calmare il cuore, mentre il suo cervello in subbuglio passava da un pensiero all'altro in pochi secondi, senza riuscire a concentrarsi su nulla...
... che significava quel dialogo che aveva udito?
Il cuore le batteva all'impazzata. Per senza aver potuto comprendere il reale nocciolo della discussione, Morrigan aveva tuttavia compreso di aver appena assistito a qualcosa che non avrebbe mai dovuto vedere, e aveva udito ciò che avrebbe fatto meglio a non sapere... così Guisgard non era l'avventuriero che aveva finto di essere fino a quel momento!
Il suo istinto, ancora una volta, aveva avuto ragione... mio signore... signore di chi, signore di cosa? E perchè era tanto infastidito da quell'appellativo? Lord Ardross... aveva già udito quel nome, anche non riusciva a rammentare il giusto momento... Lord Ardross... non era forse uno dei duchi, uno dei tanti ritratti nel palazzo dei Taddei? E quale legame poteva avere, allora, con quel misterioso cavaliere, che aveva sempre affermato di avere umili natali? E quale importanza poteva avere il fatto che Icarius lo avesse visto... i suoi occhi... occhi in cui una risata si mescolava con un'ombra scura... occhi come l'acqua del mare in tempesta... quale segreto custodivano? Misteri, misteri... ancora misteri! Tutti mentono in questo luogo, e ciascuno sembra avere un buon motivo per farlo!
E mentre elaborava quel pensiero dovette ammettere a se stessa di non essere diversa dagli altri. Aveva forse rivelato ad alcuno le sue nobili origini, la storia del suo casato e la folle vendetta che l'aveva spinta fino a quel luogo? Come poteva dunque biasimare Guisgard, quando lei non era stata di molto più sincera. Forse anche lui perseguiva una vendetta... forse anche Guisgard voleva trovare qualcosa... qualcosa che, al contrario, non doveva trovare lui!

In quel momento udì i passi del cavaliere e il rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle.
Guisgard prese la strada che passava proprio davanti al suo nascondiglio. Sentendolo venire, Morrigan si fece ancor più piccola, schiacciandosi contro la parete della casupola, e trattenne il respiro. Levò un rapido sguardo al cielo, e la luna continuava a splendere, illuminando drammaticamente ogni cosa, senza darle scampo. Allora non le rimase che sperare che Guisgard le passasse davanti in fretta e senza notarla. Se si fosse accorto di lei, forse stavolta l'avrebbe davvero infilzata con la spada, e senza troppi convenevoli. Ad ogni modo avrebbe dovuto fornire valide spiegazioni alla sua ira, e in quel momento, del tutto francamente, non avrebbe saputo trovarne alcuna.
Così attese, pregando che egli fosse troppo preso dai suoi pensieri per notare alcunchè.

Guisgard
17-05-2011, 01.34.31
Pasuan sorrise a quelle parole di Dafne.
“In effetti” disse ridendo “di posti romantici ne abbiamo in quantità da queste parti! Alcuni davvero mozzafiato!”
E dopo, non senza qualche pasticcio e sotto gli sfottò di Mian, aver cambiato il piccolo Hubert, Pasuan e Dafne lasciarono il bambino alle cure della madre ed uscirono per una passeggiata.
Pasuan cavalcava tenendo ben stretta Dafne davanti a sé, tra le sue braccia e le redini.
Dopo un pò giunsero presso un lago, dominato dai resti di una vecchia rocca sopra ad una verde collinetta.
“Questo posto, secondo molti è magico…” fece Pasuan “… quella è conosciuta come la Rocca del Duca…”
Scese da cavallo ed aiutò Dafne a fare altrimenti.
“Si narra” continuò Pasuan “che qui si incontravano segretamente due amanti per sfuggire da occhi ed orecchi indiscreti… i due amanti non erano persone qualunque… lui era il duca Ardross, erede di lord Rauger e lei era la moglie di uno dei baroni, la bellissima lady Rasyel… qualcuno dice che nelle giornate limpide come queste il vento porti con sé l’eco dei sospiri e dei sogni dei due sfortunati amanti… ascolta il vento, Dafne… ascoltalo e chiudi gli occhi…”

Il suono dell’ocarina sembrava cullarsi nel tepore e nell’incanto di quella mattinata di Sole.
Ardross era seduto all’ombra di un albero e suonava quasi guidato da pensieri e sensazioni lontane.
Un rumore di passi lo destò all’improvviso.
“Uh... chi c’è lì?”
“Il futuro arciduca non dovrebbe oziare tutto il giorno all’ombra di un albero!” Esclamò una voce nascosta.
“Ehi, oggi deve essere il mio giorno fortunato!”
“Credete? Non datevi troppe arie… non sono qui per la vostra compagnia…”
“Davvero? E dire che un po’ ci avevo sperato...”
“Siete insopportabile ed insolente!”
“Beh, date queste circostanze…” sorridendo lui “… potrei sapere il motivo di questa vostra visita, milady?”
“Visita?” Ripeté lei. “Non mi pare che questo sia il vostro palazzo… quindi posso venirci a passeggiare quando voglio!”
Ardross rise di gusto.
“E, comunque, il motivo per cui sono venuta è perché lord Rauger mi ha chiesto di portarvi questo biglietto...”
Ardross prese il biglietto e cominciò a leggere.
E quando finì di leggere la sua espressione cambiò.
“Siete... siete preoccupato, milord?”
“Mio zio…” mormorò lui “… crede che il sangue sia un vincolo simile ad una catena… mi ordina di ritornare al palazzo oggi stesso…”
Lei lo fissava in silenzio.
“Immagino…” con un sorriso quasi beffardo lui “… che tra voi nobili le voci circolino in fretta…”
“Io… non saprei, milord…”
“Vi scongiuro... non chiamatevi anche voi così… non oggi, vi prego… non qui...”
Rasyel non disse nulla.
“Sono il futuro signore di queste terre!” continuò lui. “Il figlio del vento, il campione di tutto ciò che di più nobile e giusto ci sia al mondo! E posso esaudire i desideri di tutti! Vi occorre ricchezza? Potere? Anche la felicità potrei donare, sapete? Ed è buffo, non trovate? Io posso donare ciò che non ho, che non conosco neppure e che forse non conoscerò mai! Già, la felicità...”
“Ho… ho una richiesta, mio signore...”
Ardross la guardò.
“Suonereste di nuovo la vostra ocarina? Per me…”
Il duca riprese a suonare.
“Suonate ancora, vi prego...” sussurrava in lacrime lei su quelle note “… suonate come se fosse l’ultimo giorno… e suonate come se questo giorno non dovesse finire mai... anche io, come voi, sono infelice…” aggiunse.
Ardross allora smise di suonare e si voltò verso di lei.
I suoi meravigliosi occhi di un verde pallido ed indefinito erano intrisi di calde lacrime.
Lui allora le si avvicinò ed un tenero bacio unì i due giovani amanti.

Un vento leggero e gradevole soffiava su quella radura, increspando lievemente le calme acque del lago.
Pasuan condusse Dafne nella vecchia rocca, tra ciò che restava di quell'antico splendore.
“Vengo spesso qui, quando sono in licenza…” disse “… credo che ci siano posti particolari, speciali, che hanno una loro storia e non attendono altro che trovare qualcuno disposto ad ascoltarla… dimmi, sei felice, Dafne?” Le chiese poi accarezzandole i suoi splendidi capelli bruni.
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Guisgard
17-05-2011, 02.21.23
Icarius era presso la porta della locanda, quando vide scendere Talia e la giovane Sayla.
Le accolse con un sorriso e le condusse verso i loro cavalli.
Attraversarono così il bosco fino a giungere nella verdeggiante e fertile campagna che circondava Capomazda ed il suo secolare palazzo.
La monumentale porta d’ingresso si aprì ed il duca con sua moglie furono fatti entrare.
Nella cittadella fortificata c’era agitazione.
La prolungata assenza del duca e di sua moglie aveva generato preoccupazione un pò in tutti.
“Bontà Divina!” Disse sorpreso ma sollevato August nel vederli arrivare. “Ho appena mandato alcuni cavalieri a setacciare la campagna per cercarvi…”
“Tranquillo, amico mio…” lo interruppe Icarius “… va tutto bene.”
“Ma cosa è accaduto? Dove siete stati? Qui eravamo tutti allarmati!”
“Nulla di che, un piccolo contrattempo…” minimizzò Icarius “… mi spiace vi siate allarmati…”
“Non dovreste allontanarvi senza avvertire nessuno…”
“Hai ragione, amico mio… ti prometto che sarò più accorto in futuro. Ora ci daremo una bella rinfrescata…” rivolgendosi a Talia e a Sayla “… il duca è un mio buon amico e ci darà ospitalità.” Con tono scherzoso e facendo l’occhiolino alla giovane Sayla.
I tre raggiunsero così il palazzo, dove trovarono Izar ad attenderli.
“Mio signore…” tentò di dire il filosofo.
“Avete ragione, avete ragione…” anticipando la sua possibile ramanzina Icarius “… ma non è accaduto nulla, quindi non datevi pensiero, mio buon consigliere. Piuttosto, affidate alle cure dei nostri servitori questa nostra giovane ospite.” Indicando Sayla. “Ora scusatemi, ma mi occorre un bagno…”
Izar allora affidò ad alcuni servitori la giovane Sayla e poi chiese a lady Talia di poterle parlare.
“Milady…” cominciò a dire il filosofo “… ciò che è accaduto è molto grave. Siamo nel bel mezzo di una guerra e sua signoria sappiamo bene che in questo momento non è in grado di poter badare completamente a se stesso… è da voi quindi che mi attendo prudenza e buon senso…” la fissò per qualche istante “… io posso comprendere che questa nuova situazione vi diverta, che possiate trovarla eccitante e romantica… capisco che per voi tutto questo è un gioco, un passatempo, milady… siamo sinceri tra noi, mia signora, in modo da non dover ripetere in pubblico queste cose… sua signoria è il presente ed il futuro di queste terre. Da lui dipende il popolo di Capomazda e buona parte della forza dell’intero regno. La sua amnesia è momentanea, lo dicono i medici e presto ritornerà in sé. E noi sappiamo bene cosa provava per voi sua signoria, milady…” accennò un sorriso di circostanza “… voi siete straniera qui e vi sentite estranea a Capomazda… vi consiglio di vivere con la giusta prudenza e cautela questa situazione grottesca e momentanea, milady… non durerà ancora per molto… fatevi furba, mia signora…”
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Guisgard
17-05-2011, 03.19.57
Nyclos restò stupito dalle parole di Melisendra.
“Siete certa di non potermi dare ciò che desidero? Allora, forse devo credere che vi è qualcun altro, milady…” disse “… dunque, è così? Vi è qualcun altro nella vostra vita, milady?” Chiese avvicinandosi ed afferrando le redini del cavallo di lei.
Poco distante da loro, continuava a restare immobile quell’inquieta figura.
Sembrava osservare lo scorrere infinito del tempo che attraversava la brughiera.
Il suo sguardo pareva perdersi nelle ansie e nei tormenti di quel mondo selvaggio e primordiale.
Mentre il vento soffiava su quell’immenso dramma, portando con sé lamenti antichi di eterni peccati.
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Talia
17-05-2011, 03.30.38
Ero più che certa che a Capomazda non era passata inosservata la nostra fuga... ma ciò che trovammo fu più di quel che mi ero attesa. Dopotutto eravamo stati via soltanto per una notte, pensai...
Ascoltai in silenzio Icarius parlare con August, smontando lentamente da cavallo, e sorrisi a Sayla mentre si allontanava con un’anziana servitrice...
Poi, sulla soglia del palazzo, incontrammo Izar...
Icarius non gli dette il tempo per parlare, allontanandosi in fretta, e così lui fermò me...
Annuii di malavoglia alla sua richiesta, soffermandomi per ascoltare ciò che aveva da dire...

“Milady…” cominciò a dire il filosofo “… ciò che è accaduto è molto grave. Siamo nel bel mezzo di una guerra e sua signoria sappiamo bene che in questo momento non è in grado di poter badare completamente a se stesso… è da voi quindi che mi attendo prudenza e buon senso…” la fissò per qualche istante “… io posso comprendere che questa nuova situazione vi diverta, che possiate trovarla eccitante e romantica… capisco che per voi tutto questo è un gioco, un passatempo, milady… siamo sinceri tra noi, mia signora, in modo da non dover ripetere in pubblico queste cose… sua signoria è il presente ed il futuro di queste terre. Da lui dipende il popolo di Capomazda e buona parte della forza dell’intero regno. La sua amnesia è momentanea, lo dicono i medici e presto ritornerà in sé. E noi sappiamo bene cosa provava per voi sua signoria, milady…” accennò un sorriso di circostanza “… voi siete straniera qui e vi sentite estranea a Capomazda… vi consiglio di vivere con la giusta prudenza e cautela questa situazione grottesca e momentanea, milady… non durerà ancora per molto… fatevi furba, mia signora…”

Rimasi immobile ancora per un istante quando ebbe finito di parlare, con gli occhi gelidi fissi nei suoi, le mani in mano e la fronte alta...
Gli regalai un intero minuto di glaciale silenzio, poi mi avvicinai appena a lui e iniziai a parlare...
“Capisco bene, Izar, che il vostro ruolo consiste nel dispensare consigli...” iniziai con voce pericolosamente calma e misurata “Tuttavia vi invito a farlo entro e non oltre i confini delle vostre competenze! Quelli che sono i miei rapporti privati con mio marito, sappiate che esulano da tali competenze e dunque vi chiedo di non occuparvene più, da questo momento in avanti!”
Feci una breve pausa, poi ripresi...
“Avete ragione, io non sono originaria di qui...” concessi, poi la mia voce si fece glaciale ed inesorabile “Ma non vi permetto di insinuare ciò che avete appena detto! Non dimenticate chi sono, Izar... l’amnesia di mio marito è stata forse un piccolo inconveniente per la nostra situazione, ma siete voi ad essere in errore se lo ritenete debole e incapace di ricoprire il suo ruolo! Egli non lo è affatto! Ho anzi potuto appurare personalmente che è ben forte, il suo temperamento è saldo ed è più che mai pronto ad affrontare gli eventi! Che recuperi o meno la memoria, egli è il legittimo duca di Capomazda!” i miei occhi erano lampeggianti, abbassai appena la voce e mi accostai ancora un po’, fissandolo gelidamente “Quanto a me, Izar... non siate tanto sciocco da sottovalutarmi! Io conosco il mio ruolo e la mia condizione, e vi invito caldamente a recuperare e a rispettare la vostra... Ma su una cosa avete ragione: dobbiamo esser sinceri tra noi in modo da non dover ripetere queste cose in pubblico... Sappiate, dunque, che il bene di Icarius e di Capomazda vengono sopra ogni cosa per me, indipendentemente dai pettegolezzi e dalle chiacchiere da taverna... non osate mai più affermare il contrario, Izar, non osate mai più pensarlo... mai più, o non sarò tanto pacata e clemente la prossima volta!”
Le mie ultime parole si dissolsero nell’aria. Attesi che anche la loro ultima eco si spegnesse, poi mi voltai e mi allontanai senza aggiungere altro.

Melisendra
17-05-2011, 03.46.16
Mi accigliai.
"Non farebbe differenza... se anche vi dicessi che c'è un altro cosa cambierebbe?"
Posai la mano sulle briglie. Il cavallo, diede segni di impazienza.
"E ora, vi prego, controllatevi, milord."
E non fate nulla di sciocco, pensai.
Lo scrutai, preoccupata. Non volevo usare i miei poteri.
Avrei risolto il problema senza fare ricorso ad essi.
Le ombre si allungarono sul terreno, fino a confondersi tra loro.

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Guisgard
17-05-2011, 03.46.31
Icarius raggiunse la sala dove i servi avevano preparato il tutto per il suo bagno.
L’acqua era limpida e profumata.
Il duca allora si immerse tra l’aroma e l’essenza di quei Sali profumati.
Un attimo dopo, all’improvviso, entrarono nella sala tre bellissime ancelle.
Avevano indosso abiti leggerissimi e recavano con loro ceste di fiori ed aromi profumati.
Si avvicinarono alla vasca ridendo con tono malizioso.
“Ragazze…” disse stupito Icarius “… cosa ci fate qui?”
“Ma, mio signore, facciamo il nostro dovere!” Rispose una di loro.
“L’acqua è abbastanza calda?” Chiese un’altra mettendo la mano nella vasca.
“Ehi!” Esclamò Icarius quasi alzandosi dall’acqua, per poi fermarsi appena ricordatosi di essere nudo.
Le ragazze risero fra loro.
“Non temete, milord…” disse una di loro facendo scivolare a terra il suo vestito e restando nuda davanti a lui “… sappiamo bene cosa fare…”
“Si, fidatevi di noi…” aggiunse un’altra nell’atto di imitare l’altra ancella appena spogliatasi.
“Oh, accidenti…” sospirò Icarius tentando di volgere altrove lo sguardo “… ehm… ascoltatemi ragazze…”
“Fateci posto, milord…” sorridendo l’ancella e cominciando ad entrare in acqua “… ci mancano tanto i vostri giochini…”
“Si, l’ultima volta” avvicinandosi anche l’altra alla vasca “voi eravate il faraone e noi le schiave, ricordate?”
“No, per carità, ferme!” Le zittì lui.
Le ancelle restarono sorprese.
“Non siamo più di vostro gradimento, mio signore?”
“No, siete bellissime, ovvio…” sorridendo imbarazzato Icarius “… è che… ecco… si, forse è meglio che usciate, ragazze…”
“Ma, mio signore…”
“Ragazze, vi prego…” respirando profondamente lui “… su, fate le brave…”
Le ancelle allora, quasi indispettite, ripresero i leggeri abiti che avevano ed uscirono.
Icarius si immerse totalmente in acqua, quasi a volersi riprendere e poi chiamò uno dei servitori.
“Avete chiamato, milord?” Chiese un ragazzino dalla pelle nera.
“Si, Erun… fammi preparare una tinozza d’acqua fredda.”
“Fredda, milord?” Domandò stupito il ragazzino. “Ne siete certo?”
“Si, hai ragione… meglio ghiacciata. Va, fai alla svelta!”
“Si, milord!”
http://magazine.foxtv.it/wp-content/uploads/2008/08/decameron-pie.jpg

Guisgard
17-05-2011, 03.59.57
“Oh, ne farebbe invece!” Disse Nyclos visibilmente contrariato. “Non permetto a nessuno di giungere nelle mie terre e sottrarmi ciò che mi spetta di diritto!”
Tentò allora di baciarla con la forza e poi di farla scendere da cavallo.
“Una donna che accetta di uscire a cavallo di sera sola con un uomo” continuò Nyclos ormai totalmente fuori di sé “sa a cosa va incontro!”
La tirò giù con forza da cavallo, spingendola contro uno spuntone di roccia.
“Ora comprenderete che chiunque giunga in queste terre è a noi Cimarow che deve sottostare…”

Melisendra
17-05-2011, 04.11.52
"No, milord, non lo comprendo!" Lo spinsi via.
"Siate ragionevole! Siete un uomo migliore di così!"
Cercai di allontanarlo. La luce di bramosia nei suoi occhi mi inquietò, ma tenni le mie paure sotto controllo.
"Avete molte donne che sarebbero più che liete delle vostre attenzioni, non intestarditevi con l'unica che non può assecondarvi. Non sarebbe opportuno... e ora lasciatemi!"
Rimasi glacialmente fredda, continuando a puntare i piedi per allontanarmi dall'anfratto in cui mi aveva sospinta.

Guisgard
17-05-2011, 04.31.35
“Cosa vuoi saperne tu di che tipo d’uomo io sia!” Disse Nyclos. “Sei solo una donna… una bellissima donna che stanotte mi farà compagnia e mi darà il giusto piacere che richiede un signore ad una sua serva!”
La prese di nuovo con forza, scuotendola e spingendola nuovamente contro le nude pietre che li circondavano.
Ma in quel momento qualcuno lo aggredì alle spalle, tirandolo via e spingendolo contro la parete rocciosa li vicino.
Nyclos scosse il capo, come a riprendersi da quel pesante urto e a fatica si rialzò.
“Tu, maledetto cane bastardo…” mormorò fissando Gouf.
Estrasse allora un pugnale dalla giubba e si lanciò sul cavaliere.
Questi però lo bloccò, afferrando la mano con cui teneva il pugnale e piegandola verso il suo petto.
Nyclos tentò di resistere, ma fu tutto vano.
Un attimo dopo giaceva a terra con il pugnale nel petto ed il cuore spaccato, trafitto per sua stessa mano.
“Un inetto…” ansimando Gouf “… neanche degno di fare da scudiero all’ultimo dei miei cavalieri… tu come stai?” Chiese poi a Melisendra. “Ti ha fatto qualcosa questo verme?”

Melisendra
17-05-2011, 04.51.37
Mi chinai sul corpo e dalla pupilla immobile che mi guardava capii che non avrei potuto fare più nulla per lo sfortunato Lord Nyclos.
Mi rialzai.
"Sto bene", sussurrai con un filo di voce. "Avrei potuto ucciderlo in qualunque momento... mi sarei difesa..." mi voltai verso di lui.
"Cosa faremo adesso, Gouf? Dobbiamo nasconderlo!"
L'apprensione mi fece tremare la voce, forse ero ancora scossa dall'accaduto.
Nyclos sarebbe morto comunque, se si fosse avvicinato oltre.
Mi chinai nuovamente e gli chiusi gli occhi. La macchia di sangue si allargava sempre più.
"Oh Gouf... finirà mai questa maledetta scia di sangue?" Mi lasciai andare tra le sue braccia, piena di sconforto.

Guisgard
17-05-2011, 05.24.36
Finiwell e Cavaliere25 giunsero così alla casa di Pasuan, dove trovarono solo la madre e la sorella con il bambino.
“Buongiorno a voi.” Disse Finiwell entrando. “Siamo compagni di Pasuan, potete dirci dove possiamo trovarlo?”
“Siete cavalieri di Capomazda?” Chiese la madre.
“Sono sir Finiwell e questi” indicando Cavaliere25 “è il cadetto Cavaliere25. Pasuan è atteso dal capitano Monteguard a Capomazda, signora.”
“E’ uscito con una sua amica…” disse la madre “… vi conviene attenderlo qui… non credo tarderanno molto.”

Guisgard
17-05-2011, 05.33.05
Gouf fissò il corpo senza vita di Nyclos.
“Se non ci fossi tu mi importerebbe ben poco di questo cane…” disse stringendo Melisendra fra le sue braccia “… al castello però tutti sanno che sei uscita a cavallo con lui…” restò a riflettere per qualche istante “… forse è meglio evitare per ora un tuo ritorno al castello… dobbiamo trovare un posto sicuro, dove tu possa trovare rifugio… almeno fino a quando non avrò sistemato questa faccenda…”

Guisgard
17-05-2011, 05.34.18
Sayla fu condotta dalla vecchia servitrice in una stanza.
Qui ricevette abiti nuovi e poté riposarsi.
Ora era nel palazzo dei Taddei, condotta lì dal duca in persona.
Cosa nasconde veramente questa giovane ragazza?
Qual è il vero motivo che l’ha condotta a Capomazda?
E quali forze agiscono attorno a lei?
E’ una nuova minaccia per Capomazda?

Guisgard
17-05-2011, 05.43.50
Morrigan vide passare Guisgard dopo il suo incontro con il misterioso Diacono.
Il cavaliere appariva teso e pensieroso.
Avanza nervosamente tra le prime luci che cominciavano ad illuminare Capomazda.
Ed il suo sguardo era attraversato da profonde inquietudini.
Inquietudine che prendevano l’immagine di antichi e mai sopiti fantasmi.

Guisgard
17-05-2011, 05.49.04
Icarius, ripresosi dalle forti emozioni vissute durante il suo bagno, raggiunse la Sala Grande, dove trovò Izar visibilmente accigliato.
“Su, non siate arrabbiato, mio buon consigliere!” Disse il duca sorridendogli. “Vi prometto che da oggi sarò più prudente e responsabile. Almeno tenterò!” E rise di gusto.
“Milord…” mormorò il filosofo “… non voglio che vi affezioniate troppo a queste genere di vita…”
Icarius lo fissò.
“Comprendo che qualcuno vi stia facendo credere che tutto questo sia bello e che possa durare…” continuò il consigliere del duca “… ma la realtà è un’altra…”
“Cosa volete dire? Spiegatevi!”
“Milord, è a voi che penso… cerco solo di difendervi… non voglio che qualcuno vi illuda e vi faccia soffrire, in questo momento voi siete per molti aspetti indifeso e…”
“Izar, il vostro compito è preoccuparvi per il ducato, non per me!” Lo interruppe Icarius. “Io sto benissimo e so badare a me stesso. E non tollererò altre discussioni simili, intesi?”
“Come desiderate, milord.”
“Bene.”
“Ah, mio signore…”
“Cosa?”
“Tutto è pronto… l’incoronazione avverrà fra due giorni.”
“Due giorni? Così presto? Perché nessuno mi ha avvertito?”
“Milord, eravate in giro con lady Talia persi per boschi e foreste… sono già stati avvertiti tutti i baroni ed i grandi del regno… tra poco sarete Arciduca, mio signore.”
“E sia…” vagamente turbato Icarius “… ora sarà meglio che informi di questo anche Talia.” Ed uscì dalla sala.
Nel frattempo Talia, che era nella biblioteca, fu raggiunta da Matthias.
“Certo che avete messo in subbuglio l’intero ducato, tu ed il tuo maritino.” Disse questi. “Qui erano tutti in allarme.” Ed accennò una risata sarcastica. “Forse non dovrei immischiarmi, ma credo che tu sia stata un tantino avventata…” facendosi di colpo serio “… c’è una guerra in atto e probabilmente tuo marito non è nemmeno in grado di difendere se stesso… non mi va che tu corra pericoli così inutilmente…”
Le si avvicinò fissandola negli occhi.
“Non voglio che ti accada nulla, Talia…” sussurrò sfiorandole il viso.
In quel momento entrò Icarius nella biblioteca.

cavaliere25
17-05-2011, 07.35.33
mi guardai inorno e dissi bella casa avete signora poi dissi non è che avreste un po d'acqua ho una sete incredibile il viaggio mi a seccato la gola e rimasi fermo as aspettare una risposta

Talia
17-05-2011, 12.58.24
Non sapevo con esattezza come mai fossi finita in biblioteca, forse semplicemente perché stare lì mi rilassava e le insinuazioni di Izar mi avevano messa di cattivo umore.
Stavo guardando fuori da una delle alte finestre, rimuginando mio malgrado le parole del filosofo, quando entrò Matthias.

“Certo che avete messo in subbuglio l’intero ducato, tu ed il tuo maritino.” Disse questi. “Qui erano tutti in allarme.” Ed accennò una risata sarcastica. “Forse non dovrei immischiarmi, ma credo che tu sia stata un tantino avventata…” facendosi di colpo serio “… c’è una guerra in atto e probabilmente tuo marito non è nemmeno in grado di difendere se stesso… non mi va che tu corra pericoli così inutilmente…”

Udii quelle parole e immediatamente gli fui grata, perché quelle poche parole dette con quel tono erano bastate a cacciare Izar e i suoi discorsi via dalla mia mente. Sorrisi, quindi, vagamente divertita...
“Ti prego...” mormorai in tono scherzoso “Ti prego, non farmi la predica anche tu. Non ne sopporterei un’altra! E poi... dai, non siamo stati in pericolo, non è successo niente di grave e siamo tornati in città al più presto! Va tutto bene! Quanto ad Icarius, poi...”
Sospirai, osservando fuori ancora per un istante, poi mi voltai verso di lui...
“Oh, Matthias...” dissi, poggiandogli appena una mano sull’avambraccio “Matthias, sono così... felice! E’ assurdo, lo so! E’ pazzesco! Izar crede che io sia una sciocca... o forse, non so, mi ritiene solo un’opportunista... ma sai una cosa? Non me ne importa niente! Niente di lui, niente di quello che crede o crede di sapere... Sai, questa notte ho... ho persino dimenticato la guerra, il ducato e tutto il resto! Non c’era nessun obbligo, nessun dovere... E...”
Ma lui mi interruppe...

Le si avvicinò fissandola negli occhi.
“Non voglio che ti accada nulla, Talia…” sussurrò sfiorandole il viso.
In quel momento entrò Icarius nella biblioteca.

Gli sorrisi di nuovo, ma non gli potei rispondere perché in quell’istante la porta si aprì ed entrò mio marito.
“Icarius!” dissi, voltandomi verso la porta e sentendomi scioccamente felice.
In fretta lo raggiunsi e presi le sue mani tra le mie, tirandolo poi delicatamente verso il centro della sala...
“Vieni!” dissi “Voglio presentarti qualcuno...”
Non occorreva molta fantasia per comprendere che quei due non si erano istintivamente piaciuti affatto, fin dal primo momento... tuttavia io ero testarda e non ero disposta ad arrendermi a quell’idea...
“Non credo che siate mai stati presentati come si deve...” dissi in tono leggero quando furono uno di fronte all’altro, sorridendo e spostando lo sguardo alternativamente tra loro “Vero?”

Lady Dafne
17-05-2011, 16.11.48
Mi era dispiaciuto parecchio lasciare Hubert, pensavo di non essere poi una buona madre se già pochi giorni dopo la sua nascita lo affidava alle cure di qualcun'altro.
Prima di salire a cavallo mi avvicinai a Pasuan
"Ma avremo fatto bene a lasciare Hubert, lo so che è per poche ore però, se avesse bisogno di qualcosa? Se avesse fame?"
Lasciai correre i pensieri e alla fine fu lui a parlare quando già eravamo dentro la rocca
dimmi, sei felice, Dafne?”
Mi voltai a guardarlo e appoggiai la testa sul suo petto cingendogli la vita con le braccia, forse in modo un po' troppo audace. Poi parlai

"A dire il vero avevo bisogno di stare un po' sola con te, tua madre e tua sorella sono deliziose ma io sentivo la necessità di ritrovare un po' di intimità. Davanti a loro ti comporti bene e quasi mai ti lasci andare in gesti affettuosi. E' giusto così, però, io ho bisogno di sapere che, anche dopo l'arrivo di Hubert, il nostro rapporto non è cambiato. Presto sarà il momento di battezzarlo, avrai pensato al fatto che, anche se tu hai accettato di allevarlo come un figlio, dovrò dire -com'è giusto- che è Friederich suo padre. Questo, Pasuan, ti dispiace?"

Tornai a guardarlo, gli serrai le labbra con due dita impedendigli di rispondere

"E poi io non so ancora che cosa sono per te..."

Melisendra
17-05-2011, 19.43.58
Il buio stava calando.
Avevo le mani ghiacciate. Ero sempre più preoccupata e ansiosa.
Iniziai ad agitarmi e a camminare pensosamente intorno al cadavere.
Non potevo più fare nulla per Lord Nyclos che, in fondo, pensavo si fosse cercato quel triste destino.
Non volevo lasciare Gouf da solo, specialmente adesso, che si era appena macchiato di un delitto per prendere le mie difese. Mi sentivo responsabile.
Istintivamente risposi: "No! Non me ne vado... non voglio lasciarti!"
Mi aggrappai a lui.
"Ti ho già lasciato una volta... non voglio farlo ancora!"
Chinai il capo.
"E' stata tutta colpa mia... ed è giusto che sia io a sistemare le cose..."
E questo avrebbe richiesto tempo ed energie... e non solo. Forse valeva la pena evocare quelle forze...
"Lascia fare a me... e io e Nyclos torneremo al castello questa notte!" sospirai "Ma prima... aiutatemi a spogliarlo e a seppellirlo!"
Evocare quelle energie mi avrebbe indebolito, ma una notte sdraiata nel letto preda dei deliri non sarebbe stata poi così terribile.
La determinazione affiorò nei miei occhi e scacciò ogni timore.

Guisgard
17-05-2011, 19.47.53
Pasuan ascoltò Dafne e poi fissò il cielo che avvolgeva col suo malinconico grigio ogni cosa intorno a loro.
Dafne…” disse mentre un’ombra sembrava attraversare il suo sguardo “… io… sono innamorato di te… innamorato come non lo sono mai stato… da quando ti ho incontrata tutta la mia vita sembra aver acquisito un senso, un significato… prima di te, ho ormai capito, non ho mai amato veramente nessuna…” fissò le acque del lago che quel cielo aveva reso argentate ed incantate “… per te io darei la mia stessa vita… poiché senza di te vivere per me sarebbe impossibile…” sospirò come se facesse fatica ad aprire completamente il suo cuore “… Dafne… io ti voglio solo per me… non voglio dividerti con nessun altro… con nessuno, capisci? Nemmeno con i fantasmi del tuo passato…”
Le prese la mano e la strinse forte.
“Sei bella…” le sussurrò “… tanto bella che anche questo luogo incantato sembra oscurato da te…” e con l’altra mano le accarezzò le braccia nude e vellutate.
http://www.the-reel-mccoy.com/movies/2002/images/EpisodeII_Padme.jpg

Lady Morgana
17-05-2011, 19.54.42
Una vecchia servitrice mi condusse alle mie stanze, ove potetti rifocillarmi e riposarmi. La donna rimase lì con me tutto il tempo, il duca si era infatti raccomandato di non perdermi di vista un solo momento. Mi vestii e nascosi tra le pieghe del bellissimo vestito che indossavo il prezioso medaglione. Poi mi sedetti sul letto e guardai la vecchia.
"Mi scusi, signora, potreste dirmi cosa sta succedendo qui, a Capomazda? C'è in atto una guerra contro il nostro Signore, il nobile Taddei? Siamo forse, in pericolo?"
Così dicendo mi protesi verso la donna e presi le sue mani tra le mie, facendola sedere sul letto. Poi le lasciai andare le mani e sospirai.
"Vi prego... parlatemi, ditemi cosa sta accadendo..."

Guisgard
17-05-2011, 20.03.47
“Cos’hai in mente? Non voglio che tu corra altri rischi.” Disse Gouf avvicinandosi a Melisendra.
Fissò poi il cadavere di Nyclos.
“Non è colpa tua…” mormorò “… questo verme sarebbe morto presto comunque, magari sotto le mura di Capomazda… o forse sarei stato io stesso ad ucciderlo, per il modo in cui ti guardava…”
Si chinò poi sul morto e, come gli aveva detto Melisendra, cominciò a spogliarlo.

Melisendra
17-05-2011, 20.28.00
Mi accinsi ad aiutare Gouf e slacciai la cintura a cui era appesa la spada di Nyclos.
A lui non serviva più, ma sarebbe servita a me.
Afferrai il pugnale, che ancora aveva per fodero le carni del povero lord, e liberai la lama.
La luna era quasi sorta. Calante. Perfetta.
"Prenderai le sue sembianze."
Questo avrebbe richiesto sangue. Mi apprestai a graffiarmi il palmo della mano.
Mi accinsi a disegnare un cerchio intorno a Gouf e al corpo.
Le gocce cadevano sul terreno e subito ne venivano assorbite, come se la terra stessa abbisognasse di quel sacrificio.
Strinsi il pugnale e aprii il palmo del corpo senza vita.
Presi la mano di Gouf e scalfii anche la sua mano.
Il vento iniziò a soffiare con forza.
Feci segno a Gouf di spogliarsi.
Iniziai a cantare.
Non era una lingua. Erano lamenti che attraevano gli spiriti.
Li sentii agitarsi nell'oscurità e bramare il sangue. E la mia energia.
In cambio mi avrebbero aiutata.
Non avrei mai dovuto conoscere certi segreti, ma li conoscevo. Ci ero cresciuta in mezzo.
Congiusi le mani di Nyclos e Gouf.
Gridai, mentre il mio corpo diventava campo di battaglia di quelle forze.
Il vento minacciava di spazzarci via.
Disegnai un simbolo di illusione sul torace di un uomo e poi dell'altro.
Il fumo, una densa nebbia ci avvolse.
Cinsi la vita di Gouf con la cintura. "Questa non la dovrai togliere fino a quando non vorrai dissolvere l'incanto."Poi soffiai sul suo volto.
Gli spiriti ghignarono e si agitarono nella mia mente.
Tutto divenne scuro e io caddi a terra, svenuta.
Ma prima di sentirmi scivolare nell'oscurità, seppi con certezza che aveva funzionato.
Gli spiriti erano soddisfatti.

Guisgard
17-05-2011, 20.32.47
La vecchia servitrice rimase colpita dalla dolcezza e dal candore della giovane Sayla.
“Devi venire davvero da molto lontano, piccola mia, se ignori quel che sta accadendo qui…” disse la vecchia “… su Capomazda non c’è più pace… i nostri signori, i nobili Taddei, governano queste terre da tante generazioni ormai… la leggenda narra che quando il regno di Afragogna fu insanguinato dalla ribellione contro la corona, i Taddei si schierarono con il re, riuscendo alla fine a sconfiggere gli insorti. E grato di ciò, il re ripagò i suoi fedeli cavalieri concedendo loro il feudo di Capomazda. E come unico tributo richiese l’animale più diffuso in queste terre… ogni anno i Taddei avrebbero donando al re una civetta. E il primo anno, come segno della loro lealtà, portarono al re una bellissima civetta di giada, sulla quale erano incastonate pietre dall’inestimabile valore, frutto delle conquiste fatte in Oriente durante la partecipazione dei Taddei alle Sante Crociate.”
Un attimo di commozione sembrò quasi destare la vecchia dal suo racconto.
Ma poi riprese:
“E da allora pace e prosperità dominarono fra la gente di queste terre… fino a quando, morto improvvisamente lord Rauger, il ducato cadde nel caos… uno dei suoi baroni, sir Cimarow, approfittando di questa tragedia, si ribellò e dichiarò guerra a Capomazda. E questa guerra che sembra interminabile sta insanguinando le nostre terre.” Esitò un istante. “E poi c’è quella terribile maledizione…”
Improvvisamente si ammutolì, accortasi di aver parlato senza rendersene conto.
“Ora riposa, piccola mia…” tentando di cambiare discorso la vecchia “… domani sarà un giorno importante per il ducato… lord Icarius, a Dio piacendo, sarà incoronato Arciduca di Capomazda.
Ed uscì dalla stanza.

Guisgard
17-05-2011, 20.43.21
Icarius li fissò per alcuni istanti nei quali il tempo sembrò essersi fermato.
L’azzurro dei suoi occhi, così intenso, vivo, caldo e luminoso durante i momenti trascorsi nel bosco, appariva ora freddo, spento e distante.
Tirò via, con gesto improvviso, le sue mani da quelle di Talia.
Il suo primo istinto sarebbe stato di colpire quell’uomo.
“Perché poi…” disse fra sé un attimo dopo “… lei si faceva accarezzare… e sembrava essere contenta di questo…”
“Chiedo scusa se vi ho interrotto…” mettendo fine a quei pensieri e fissando lei e Matthias che stavano davanti a lui “… volevo solo dirti che Izar mi ha comunicato il giorno dell’incoronazione, milady…” e quell’ultima parola suonò fredda, vuota, quassi beffarda “… sarà domani, se Dio vorrà…” fissò Talia per qualche altro istante senza aggiungere altro.
La fissò con uno sguardo quasi indifferente.
“Questo è quanto…” concluse “… buona giornata.”
Ed uscì.
Attraversò il lungo corridoio dei ritratti per uscire poi nel cortile.
Sentiva che aveva bisogno d’aria, altrimenti sarebbe impazzito.
Si diresse verso la Porta dei Leoni.
Ad un tratto sentì dei passi alle sue spalle.
“Cosa cercate vuoi due?” Chiese insofferente ai due cavalieri che avevano cominciato a seguirlo.
“Sir August, milord…” rispose uno di loro “... ha dato ordine di non perdervi mai di vista… è per la vostra incolumità, mio signore.”
“Fate come vi pare, ma non statemi troppo addosso!” E riprese a camminare.
Attraversò le strade del borgo, fino a giungere presso un ponticello che dava verso la campagna, mentre i due cavalieri lo seguivano a debita distanza come lui aveva loro ordinato.
Si sedette su un muretto di mattoni e cominciò a fissare la campagna avvolta da un grigio ed austero cielo.
“Io sono il duca Icariuis e voi siete il mio cavaliere!” Disse uno dei tre bambini che giocavano lì vicino.
“Si, milord!”
“Io invece sono lady Talia!” Esclamò l’unica bambina dei tre. “Vi piace il mio vestito? Sono la più bella del ducato, non è vero?”
Icarius li osservava in silenzio.
“Si, tu sei mia moglie!” Disse il bambino che giocava ad essere il duca.
“Ma io non sono innamorata di te!” Scuotendo il capo la bambina.
“Ma cosa dici, pettegola? Io sono il duca Icarius e tu sei mia moglie!”
“Si, ma lady Talia non ama il duca!” Ribadì la bambina.” Me l’ha detto mia mamma!”
“Chi è quello?” Chiese l’altro bambino indicando Icarius sul muretto.
I tre lo fissarono incuriositi.
“Siete un cavaliere?” Chiese quello che faceva il duca.
Icarius accennò un lieve sorriso.
“Chiedigli se ha una bella…” mormorò l’altro bambino al suo amichetto “… ogni cavaliere ha una dama.”
“Avete una dama?”
“Se siete solo, sarò io la vostra dama, cavaliere.” Fece la bambina sorridendogli.
“Sei gentile, ti ringrazio.”
“Come vi chiamate, cavaliere?” Chiese la bambina.
“Tristano…” mormorò malinconicamente Icarius dopo un attimo di esitazione.
Un vivissimo ed acceso Sole purpureo stava tramontando lungo l’orizzonte, squarciando le nuvole che per tutto il giorno avevano coperto le terre del ducato.
Un alone vermiglio si diramava da Occidente su quelli che sembravano essere i confini di un mondo incantato.
“Rosso di sera, bel tempo si spera!” Escalmò la bambina. “Così dice sempre la mia mamma!"
http://labolladisapone.files.wordpress.com/2010/04/tramonto.jpg

Melisendra
17-05-2011, 21.26.16
"Se te ne andrai... ti troverò..."
"Non puoi aspettarti la mia fedeltà, quando mi tieni in cattività! Mi hai distrutto la vita... mi hai mostrato tutto il peggio e ti sei assicurato che non mi stancassi mai di apprendere!"
"Come osi?" Si girò di scatto. "Mi sono preso cura di te... grazie a me sei forte e sei ancora in vita... se te ne andassi, quanto pensi ci vorrebbe prima che qualcuno ti catturi... o magari preferisci una lenta morte sul rogo. E poi che ne sarebbe di tuo figlio?"
Mi agitai, cercando di slegarmi.
"Non osare parlare di lui!!" Ringhiai.
"Ho visto cose meravigliose... Uriel... è così che intendi chiamarlo, giusto?" sogghignò. "Ebbene, Uriel... diventerà come te... potrà distruggere gli uomini rivoltandogli contro i loro stessi desideri. Grazie a me, invece, diventerà un guerriero più forte di suo padre. Non temere... non saprà mai che lo hai ucciso. Lo tratterò come un figlio..."
Gridai, disperatamente.

Aprii gli occhi, dolorosamente.
Mi trovavo nel mio letto. Al castello.
Una luce mattutina filtrava dai tendaggi.

Lady Dafne
17-05-2011, 21.49.46
Mi ritrassi immediatamente appena Pasuan mi toccò. Ero ferita nel più profondo del cuore, delusa e arrabbiata

"Che cosa stai dicendo, Pasuan? Friederich non è un fantasma! Lui vive ancora in Hubert. Anche se non è più qui è lui il suo vero padre, questo non puoi dimenticarlo mai! Hubert verrà battezzato come erede della sua stirpe come è giusto che sia! E' il frutto di un amore grande che è morto troppo presto. Un amore che rimarrà sempre parte di me anche se ora amo anche te, in una maniera diversa e più matura rispetto a quanto amavo Friederich. Lui è stato il mio primo amore, il mio primo uomo, rimarrà sempre nel mio cuore"

Mi allontanai alcuni passi da Pasuan

"E poi pensa, cosa vorresti? Che lo battezzassi come figlio tuo? Lo sai che in quel caso sarebbe un figlio illegittimo, vero? e per di più, basta fare due calcoli e Hubert diventerebbe il figlio di un tradimento all'interno di un sacro vincolo matrimoniale. Ma lui non è questo! E non voglio che la sua vita sia segnata da questa menzogna!"

Raggiunsi il cavallo

"Portami a casa da mio figlio. Voglio ritornare a Capomazda! Questa storia non può avere seguito."

Talia
18-05-2011, 00.35.51
Quello sguardo gelido, quelle poche frasi concise e quel tono distante mi lasciarono per un attimo senza parole... quel gesto, soprattutto, mi sorprese: tiro le sue mani via dalle mie con una tale violenta stizza da farmi sussultare.
Lo ascoltai parlare ma quasi non sentii ciò che diceva... sentivo soltanto quella distanza che di nuovo aveva posto tra noi, una distanza che non c’era stata la sera precedente e che avevo davvero creduto abbattuta per sempre.
“Icarius!” lo richiamai quando mi voltò le spalle per andarsene “Icarius, ti prego, aspetta un momento!”
Ma lui non badò a me e un istante dopo era scomparso.
Mi mancò l’aria per diversi minuti.
Infine mi voltai di nuovo verso Matthias e mi strinsi nelle spalle...
“Ma che cosa gli è preso?” domandai avvilita.

Guisgard
18-05-2011, 01.01.39
Melisendra si risvegliò al castello dei Cimarow.
Era debole e una strana inquietudine sembrava essersi destata con lei.
Dal cortile provenivano le voci dei cavalieri che si allenavano e quelle dei vari servitori che riprendevano le loro mansioni.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta di Melisendra.
“L’hai fatto di nuovo…” disse la vecchia servitrice entrando nella stanza “… ed ora ne paghi le conseguenze...” si avvicinò al letto e la fissò “… non puoi abusare dei tuoi poteri, finiranno per consumarti… proprio come quella passione sacrilega nella quale sei finita…”
Aprì le finestre.
“Lui ti sta cercando…” mormorò “… c’è la fai a raggiungerlo? E cerca di essere prudente… l’odore del sangue è insopportabile…”

Morrigan
18-05-2011, 01.21.36
Ecco... è quasi fatta...
Morrigan strinse le palpebre e serrò le labbra per non fare uscire nemmeno un sospiro.
Guisgard le era passato così vicino... sarebbe bastato un sussulto, e poi... cosa sarebbe accaduto, poi? Quali parole avrebbe mai potuto usare? Ammesso che lui gliene avesse lasciato il tempo...
Doveva solo aspettare che lui si allontanasse di qualche passo... uno... due... tre...
Ma mentre contava lentamente nella sua testa, un raggio di quella luna piena che brillava nel cielo terso di quella notte, incurante della segretezza che Morrigan aveva invocato, di colpo fece brillare Samsagra, rimbalzando lungo la lama affilata e riflettendosi come un lampo sulla stradina deserta ed oscura del borgo...

Guisgard
18-05-2011, 01.22.10
Matthias fissò Talia e poi la porta dalla quale Icarius era uscito.
“Sono strani gli uomini di queste terre…” disse Matthias “… sono animati da forti passioni che segnano ogni loro comportamento… per loro il mondo o bianco, o nero… mi chiedo se lui sia davvero in grado di reggere tutto questo… questi grandi valori aristocratici e cavallereschi, questa incrollabile Fede nella missione che sentono di aver intrapreso per una sorta di Grazia Divina…” si avvicinò di nuovo a Talia “… io credo che lui crollerà alla fine, se non dovesse tornare quello di prima… ma tu? Tu davvero senti di voler vivere in un mondo come questo?”

Melisendra
18-05-2011, 01.30.37
Mi tirai su a sedere, ma ero talmente debole che perfino scostare le coperte mi costò fatica.
Bevvi dell'acqua e poi rimisi insieme i frammenti di ciò che era accaduto.
"Poteri? Non ricordo... devo essere certamente caduta da cavallo", sospirai quando l'aria fresca mi aiutò a respirare. Aria fresca del mattino.
"Ad ogni modo, grazie del vostro interessamento... cercherò di non consumarmi più di quanto non sarà necessario. Purtroppo ogni tanto sono richiesti alcuni sacrifici."
Provai a scendere dal letto, ma dovetti sorreggermi a una colonna del baldacchino per non crollare. A quanto pare c'erano volute pi energie del previsto.
La luce ferì i miei occhi.
"Potete dirgli che sono sveglia?"
Osservai il taglio sulla mia mano.
"Avete ragione... l'odore del sangue è davvero insopportabile." Abbassai la mano.
Il mio corpo reclamava energie. Sentii quella fame crescere e mi dovetti arrendere all'evidenza che, quella parte selvaggia e terribile della mia natura, sarebbe sempre stata fuori dal mio controllo, eppure era l'unica che poteva garantirmi di sopravvivere.
Mi trascinai fino a una poltrona e mi spazzolai i capelli, come per calmarmi.

Guisgard
18-05-2011, 02.00.24
“Il mio colore preferito è il rosa!” Disse la bambina mentre Icarius la portava sulle spalle. “Sono una bambina ed il rosa è il colore delle femminucce! Ed il tuo?”
“Il mio? Il verde!” Rispose Icarius.
“Come quello dei prati?”
“Tutti i tipi di verde…” sorridendo Icarius “… quello dei prati, delle acque dei laghi, degli alberi secolari della nostra campagna, della speranza…”
“Ecco, quella è la mia casa!” Indicò la ragazzina.
“La mamma sarà preoccupata, dici?”
“No, lo sa che stavo giocando con gli altri bambini.” Rispose la bambina. “Tristano, da grande ci sposeremo!”
Icarius rise.
“Ecco…” mettendola giù “… ora è meglio che torni dalla mamma, altrimenti finirà con l’arrabbiarsi per davvero!”
La bambina sorrise e si avviò verso casa sua.
Ma, all’improvviso, si fermò e tornò indietro.
“Ciao, Tristano.” Dandogli un bacetto sulla guancia.
Poi corse verso casa.
Icarius restò a fissarla fino a quando la bambina non entrò dentro.
“Siete dei pessimi segugi, amici miei!” Disse all’improvviso. “Avete fatto più rumore voi che quei bambini durante i loro giochi!”
I due cavalieri uscirono da uno stretto passaggio tra due case.
“Suvvia, sono certo che in battaglia sarà tutta un’altra storia!” E rise. “Andiamo!”
Poco dopo i tre ritornarono al palazzo.
E Icarius restò nel giardino a fissare la meravigliosa Luna che illuminava il cielo di Capomazda.
http://scienceblogs.com/startswithabang/upload/2009/12/blue_moons_fact_or_fiction/full-moon-briars.jpg

Guisgard
18-05-2011, 02.03.50
La vecchia si avvicinò a Melisendra e le tolse la spazzola dalle mani.
“Nessuno può imporci nulla…” disse spazzolandole i lunghi capelli “… neanche la nostra natura… sei molto bella… forse troppo e questo è un male per una come te… anche io lo ero quando avevo la tua età… e quella mia bellezza è stata la mia tragedia…”
Uscì poi dalla stanza.
Poco dopo qualcun altro bussò alla porta.
Era Nyclos.

Guisgard
18-05-2011, 02.10.14
Guisgard si voltò di scatto in direzione di quel riflesso.
“Chi è la? Uscite fuori!” Disse estraendo con rapidità la sua spada.
La Luna illuminava quell’angolo del borgo avvolto nell’assoluto silenzio di quella limpida notte di Maggio.
“Chi si nasconde lì dietro? Avanzate ed annunciatevi, o vengo lì ad infilzarvi!” Minacciò il cavaliere.

Morrigan
18-05-2011, 02.13.33
"Sembra proprio che stanotte voi dobbiate a tutti i costi infilzarmi e io debba continuare a chiedervi perdono..."

Mentre diceva queste parole con tono pacato, Morrigan uscì fuori dal suo nascondiglio e gli andò incontro con l'aria più tranquilla e innocente che riuscì a trovare in quel momento.

"... deve essere la luna!" sospirò.

Melisendra
18-05-2011, 02.20.03
Mi strinsi nella vestaglia, scossa da un brivido.
L'illusione era perfetta.
Mi schiarii la voce.
"Credevo...", mi morsi un labbro, meditabonda. "Cosa contate di fare adesso?"
Cercai di alzarmi in piedi.
"Forse dovreste avvertire Lord Cimarow e partire..." sussurrai. "Solo così potrà tornare Gouf."
Mi appoggiai al tavolino e allungai una mano verso di lui.
Mi sembrava incredibile. Irreale. E lo era.
"A meno che non abbiate in mente qualcosa di diverso..."
Un'idea prese forma nella mia mente. Ma non ero sicura che Gouf mi avrebbe mai dato ascolto. Quindi tacqui.

Guisgard
18-05-2011, 02.32.31
“Che mi prenda un colpo…” disse Guisgard “… perché ve ne state nascosta nell’ombra? Ah, immagino attendevate il vostro innamorato! Già, che sciocco sono a fare domande così scontate!” E sorrise. “Ma vi consiglio di mettere da parte la spada quando vi recate a questo genere di appuntamenti…” rimettendo a posto la sua di spada “… altrimenti correrete il duplice rischio di farvi infilzare da qualcuno e di spaventare a morte il povero spasimante di turno! La Luna, come si sa, aiuta chi sospira, non chi porta armi! Beh, forse ora è meglio che vi lasci da sola ad attendere il fortunato innamorato, altrimenti, giungendo e trovandomi qui, sarò io a correre il rischio di essere infilzato da lui!” E rise di gusto.

Guisgard
18-05-2011, 02.35.43
Melisendra avanzò verso di lui, ma poi, per la troppa debolezza, fu sul punto di cadere.
“Forse ho trovato il modo di volgere il tutto a nostro favore…” disse prendendola e sostenendola “… ho nascosto in un luogo asciutto il cadavere di quel verme… si conserverà per un po’… a seppellirlo ci penseranno quelli di Capomazda…” ed un ghigno apparve sul suo volto. “Se il mio piano riuscirà, prenderemo due piccioni con una fava…” aggiunse prendendo Melisendra in braccio e riportandola a letto.

Talia
18-05-2011, 02.37.50
Gli sorrisi...
“Questo è il mio posto, Matthias!” dissi tranquillamente “Non ne sono mai stata tanto sicura come adesso! Quanto a lui... non sottovalutarlo, ti prego! E’ forte e il suo cuore è saldo... e sono più che certa che potrebbe affrontare qualsiasi cosa, se solo lo volesse davvero!”
Lui non commentò le mie parole e io non glielo feci notare, e così uno vicino all’altra restammo ad osservare dalla finestra il paesaggio imbrunirsi.
Finché Matthias, come destandosi dai suoi cupi pensieri, si congedò da me e uscì dalla stanza.
Restare sola, infine, ruppe l’argine della mia mente... le parole di Izar tornarono quindi a galla, poi il comportamento di Icarius, il suo sorriso della sera precedente e la freddezza riservatami poi... Tutto in un unico, confuso insieme di sensazioni!
Sospirai e appoggiai la fronte contro il vetro freddo, osservando la meravigliosa luna che illuminava il Cielo di Capomazda.

Melisendra
18-05-2011, 02.46.42
Le tempie mi dolevano. Ogni singola parte del mio corpo era dolorante.
Mi lasciai sprofondare tra le coperte.
A malapena mi solleva sui gomiti per scrutare gli occhi di quello che pareva Nyclos.
"Cosa intendete?"
Gli feci cenno di avvicinarsi.
"Per un attimo ho pensato che forse avreste voluto deporre Lord CImarow e prendervi il suo feudo..." Suggerii vagamente.
Mi consolai pensando che presto mi sarei sentita meglio.
Tuttavia la curiosità parve rianimarmi. Riuscii perfino a sorridere.

Morrigan
18-05-2011, 02.49.31
Lei non rise, ma lo guardò serissima.
Se lui continuava a prendersi gioco di lei, non avrebbe mai potuto far nulla di diverso. Ma gli avrebbe dato un'ultima occasione, perchè, per quanto non sapesse molto di lui, sentiva che qualcosa, anche solo idealmente, avrebbe potuto legarli... un'ultima occasione...

"Io non aspetto nessuno," rispose con tono calmo "e l'amore non mi interessa. E voi, voi fareste meglio a brandire meno la spada e soprattutto la lingua... i giro di parole non mi hanno mai incantata!"

Così dicendo si avvicinò a lui, e, poggiandogli una mano sul braccio, lo fissò dritto negli occhi, obbligandolo al suo sguardo diretto e intenso.
Di rischiare non le importava... in verità, fin da quando era bambina, erano ben poche le cose che le importavano davvero, e tutte quante, in un modo o nell'altro, erano ben lontane da quel luogo!

"E adesso andiamo insieme a trovare Lho, mio signore!" concluse, sottolineando quelle ultime parole e senza mai lasciare i suoi occhi.

Guisgard
18-05-2011, 03.29.56
“Questo castello sperduto nella brughiera e maledetto dai lamenti dei morti caduti in questa guerra? No, non mi interessa!” Disse Gouf a Melisendra. “Non sogno terre e domini. E meno ancora se sono appartenuti a gente come i Cimarow.”
Si avvicinò, al cenno di lei e si sedette accanto al letto.
“Aytli è in partenza verso Capomazda, come ben sai…” continuò “… e presentarsi con il cadavere di uno dei nemici giurati dei Taddei come biglietto da visita, sarebbe un modo sicuro per guadagnarsi la loro fiducia… ora l’unico nostro problema è come giustificare l’assenza di Nyclos dal castello… ed io, dopotutto, non posso continuare ad assumere le sue sembianze, visto che già alcuni dei miei si stanno domandando dove io sia finito…”

Guisgard
18-05-2011, 03.58.20
La Luna.
Il suo alone d’argento, pallido e sognante, si rifletteva nel giardino e sembrava animare le statue che abbellivano i vialetti che tagliavano il lussureggiante verziere.
Mille pensieri, sensazioni ed emozioni si rincorrevano nel cuore di Icarius.
Ad un tratto alzò lo sguardo nuovamente verso l’alto, cercando l’eterea Luna di quella notte.
Ma un raggio, un riflesso, o forse un bagliore guidò altrove i suoi occhi.
Da una delle finestre del palazzo risplendeva forse l’unica stella che la Luna non era riuscita ad oscurare con il suo alone incantato.
Nel vederla Icarius sentì una stretta al cuore, che cominciò a battergli forte.
Chinò il capo, mentre mille inquietudini sorsero in lui.
Era combattuto.
Sperava, in cuor suo, che lei lo vedesse, lo riconoscesse grazie alla splendida Luna piena di quella notte.
Ma lei sembrava assorta da altrettanti pensieri ed inquietudini.

Un giorno Parzival, appena giunto a corte, chiese ad alcuni cavalieri cosa bisognava fare per diventare un degno cavaliere.
“Curare il corpo e lo spirito!” Disse sir Galeotto.
“Conoscere non solo l’arte della guerra, ma anche tutte le più nobili discipline!” Affermò Sir Galvano.
“Seguire sempre il proprio cuore…” sussurrò un cavaliere sconosciuto che riposava all’ombra di un albero.
Parzival restò colpito da quelle parole e da colui che le aveva così candidamente pronunciate.
Quel cavaliere era naturalmente sir Lancillotto.

Il ricordo di una delle tante letture a cui si era sottoposto per la sua preparazione a diventare Arciduca gli balenò alla mente proprio in quel momento.
Talia fissava la malinconica immensità di quella notte, mentre giocava con gli aloni che il suo respiro lasciava sul vetro della finestra.
Ad un tratto le foglie dei rampicanti che salivano dal verziere cominciarono a scuotersi.
La cosa stupì Talia, vista l’assenza del vento quella notte.
La ragazza allora si affacciò alla finestra.
“Dovresti rientrare ed andare a letto, milady…” disse all’improvviso Icarius sbucando quasi per magia in mezzo a quei rami “… visto che la Luna sta reclamando il firmamento tutto per sé stanotte… a meno che, invece, tu non decida di gareggiare con lei e venire con me giù nel giardino…” sorrise e le fece l’occhiolino.
http://www.virtual-history.com/movie/photo/b00/large/00510.jpg

Guisgard
18-05-2011, 04.26.51
Pasuan fece salire Dafne in sella al suo cavallo per ritornare poi a casa.
Ma il cavaliere non riusciva a non pensare a quelle parole dette poco fa dalla ragazza.
Ad un tratto spronò il cavallo, facendo aumentare di colpo la sua andatura.
Il destriero, sotto la pressione degli speroni di Pasuan, galoppava sempre più velocemente nel fitto bosco, spaventando non poco Dafne.
“Hai paura? E di cosa? Non dovresti!” Disse con rabbia Pasuan. “Una caduta, una tagliola messa da qualche bracconiere, o il cavallo azzoppatosi all’improvviso e rivedresti all’istante il tuo Friederich!” Urlò in quella folle corsa. “Non sei contenta? Potresti così vivere per sempre nel tuo passato, tra le tue illusioni!”
E più gridava, più i suoi speroni penetravano nelle carni del cavallo, spingendolo a correre senza meta tra gli alberi ed i rovi.
“Alza lo sguardo, Dafne!” Con rabbia Pasuan, mentre lei si stringeva impaurita al petto del cavaliere. “Guarda davanti a te! Non vedi? Non senti? Sono i tuoi fantasmi che gridano nel vento! Ti stanno chiamando, di cosa hai paura? Di cosa? Di morire? E perché mai? Chi vive nel passato è comunque morto! Morto, capisci? Morto!”
Giunsero dall’altra parte del lago e Pasuan arrestò quella folle corsa proprio a pochi passi da quelle acque.
Il cavallo chinò la testa per bere, mentre Dafne restava stretta a Pasuan, ancora sconvolta per lo spavento.
Il cavaliere invece fissava con rabbia le limpide e calme acque del lago, mentre il Sole cominciava a diffondere su di esse meravigliosi riflessi dorati.

Guisgard
18-05-2011, 04.43.03
A quelle parole di Morrigan, Guisgard la fissò turbato.
“Avete pronunciato un nome…” disse facendosi di colpo serio “… perché proprio quel nome? Chi siete e cosa cercate da me?”
La fissò per alcuni istanti.
“Mi state forse seguendo?” Chiese. “O magari spiando? Beh, dovreste essere più accorta, milady… inseguire la gente di notte non è molto salutare… non basta legarsi una spada alla cintura per essere un cavaliere. Se siete in cerca d’avventura avete sbagliato uomo… lasciatemi in pace e non seccatemi più, altrimenti, donna o non donna, assaggerete la mia spada…” un lampo d’impeto ed orgoglio lampeggiò nei suoi occhi azzurri “… io non sono come i valorosi cavalieri di queste terre, né posso vantare nobili origini… non ho onore e non seguo nessuna regola cavalleresca e di cortesia… l’unica cosa che mi interessa è me stesso… io, io ed io soltanto! Chiaro? Seguirmi quindi non vi porterà nessun tipo di vantaggio! Anzi, vi eviterà un bel po’ di guai!”

Guisgard
18-05-2011, 04.51.53
La madre di Pasuan offrì dell’acqua fresca e dei biscotti a Finiwell e Cavaliere25.
“E’ accaduto qualcosa, cavaliere? Pensavo Pasuan avesse preso una licenza.” Disse la donna.
“Purtroppo, signora, siamo in guerra e tutti noi cavalieri dobbiamo essere pronti per ogni evenienza.”
“Dite, siamo forse sotto attacco?” Domandò preoccupata Mian.
“Non temete, damigella, i nostri nemici sanno bene che un attacco diretto a Capomazda sarebbe per loro un’impresa titanica.”
Le due donne si allontanarono un momento, lasciando i due a gustarsi quei fragranti biscotti.
“Ehi, ragazzo, mica male la sorellina di Pasuan, vero? Dico che potrebbe essere il tuo tipo. E secondo me tu le piaci non poco.” Fece Finiwell a Cavaliere25.

Melisendra
18-05-2011, 12.13.48
Chiusi gli occhi.
"Allora intendete dire ad Aytli del mio segreto?" Li riaprii. "Non mi sembra una buona idea. Non mi fido di lei... ogni volta che mi guarda riesco a leggerle cosa le passa per la mente... e non sono pensieri gradevoli."
Mi acquietai.
"C'è un'altra cosa: temo che ciò che ho fatto possa aver dato nell'occhio... il mio signore potrebbe aver sentito l'eco della battaglia che ho combattuto ieri notte. E' una remota possibilità, ma potrebbe anche essere così."
Ammutolii e mi voltai verso di lui.
"Ho una domanda... perchè siete tanto determinato a veder cadere Capomazda?"

Talia
18-05-2011, 12.27.52
Quella figura sbucò come dal nulla tra i rami che salivano fin lì e, al vederlo comparire così all’improvviso nel buio della notte, sussultai e mi ritrassi appena...
Ma subito lo riconobbi e un’espressione vagamente sorpresa si dipinse sul mio volto.
“Milord!” esclamai, piuttosto indecisa sul tono da tenere.

“Dovresti rientrare ed andare a letto, milady…” disse all’improvviso Icarius sbucando quasi per magia in mezzo a quei rami “… visto che la Luna sta reclamando il firmamento tutto per sé stanotte… a meno che, invece, tu non decida di gareggiare con lei e venire con me giù nel giardino…” sorrise e le fece l’occhiolino.

Lo osservai stupita... sembrava allegro, sorridente, rilassato... e io non potei che pensare, con rassegnazione, che quei suoi sbalzi d’umore avrebbero prima o poi finito per farmi perdere la ragione.
“Beh... non lo so...” mormorai alle sue parole, lanciando al contempo un’occhiata scettica in basso, al giardino... la finestra alla quale mi trovavo era piuttosto in alto e quelle piante rampicanti che salivano attorcigliandosi alle escrescenze del muro mi parevano niente affatto sicure.
Poi però sollevai gli occhi sul suo volto e quel suo sguardo di nuovo luminoso e trasparente vinse in un istante ogni mia remora... sorrisi quindi e scossi appena la testa, divertita.
“E sia!” dissi, tendendogli la mano “Verrò, se sarai tu a tenermi fin laggiù!”

Lady Dafne
18-05-2011, 14.31.45
"Tu sei un pazzo" dissi con tanta di quella rabbia, mista a paura, che mi sembrò quasi che le parole uscissero dalla mia bocca come frecce incandescenti e andassero a conficcarsi dritte dritte nel petto di Pasuan.
"Non sto rincorrendo nessun fantasma. Voglio solo che mio figlio sappia chi è suo padre, e comunque complimenti per questa sceneggiata. Avrebbe potuto avere conseguenze serie e un neonato sarebbe rimasto orfano di entrambi i genitori. Bravo!" gli mollai un ceffone così forte che mi feci male pure io. Lo strattonai e, non so come, riuscii a farlo cadere da cavallo. Prima che potesse rialzarsi avevo già preso le redini e correvo via veloce verso il borgo senza voltarmi indietro. Non ci misi molto ad arrivare nella casa dove avevo partorito. Ero furibonda, non so se dissi qualcosa o se vidi qualcuno, non ebbi il tempo di rendermene conto. Presi il mio bambino dalla culla e risalii a cavallo stringendolo forte al mio petto. E corsi via veloce verso la mia vera casa nel borgo.

Appena arrivata in città lasciai il cavallo ad un fabbro ferraio dicendogli di averlo trovato in mezzo ad un bosco e, dopo aver acquistato qualcosa da mangiare, mi diressi verso casa. Entrai e mi barricai dentro chiusendo porte e finestre. Intanto Hubert strillava forte per la fame, la stanchezza e lo spavento. Le mie lacrime si unirono alle sue...

Guisgard
18-05-2011, 19.33.46
“E’ il nostro segreto…” disse Gouf, come a volerla tranquillizzare “… e poi non sei stata tu ad uccidere quel vigliacco…” si voltò verso di lei “… tu non corri alcun pericolo, Aytli è il mio cavaliere più fedele e devoto…” per un attimo sembrò riflettere su ciò che Melisendra gli aveva chiesto “… ho combattuto sempre e solo per denaro… non ho mai considerato nessuna battaglia o guerra come mia… ma ora è diverso… odio Capomazda e tutto ciò che essa rappresenta… i suoi valori, il suo Credo… da sempre i Taddei sono il braccio della Chiesa e si legittimano a vicenda… il popolo li crede invincibili quasi per concessione divina… ma io dimostrerò che sono solo degli uomini, non diversi da tutti gli altri… uomini mortali, destinati ad essere sconfitti perché nessuno scenderà dai Cieli a difenderli… nessuno!”
Si avvicinò alla finestra e fissò le lunghe ombre che, sotto il Sole morente, si proiettavano sulla brughiera.
“Lui non ti troverà…” mormorò “… nessuno conosce l’ubicazione di questo castello… quaggiù, nel ventre più oscuro e dimenticato della brughiera, nessuno verrà a tormentarti… ora riposati e cerca di recuperare le forze… io intanto sistemerò definitivamente la questione della scomparsa di Nyclos…”

cavaliere25
18-05-2011, 20.26.57
dici davvero amico mio dissi rivolgendomi a Finiwell non è male come ragazza continuai a dire anche i biscottini sono ottimi e risi sorridendo

Guisgard
18-05-2011, 20.28.16
Era successo tutto così in fretta.
Troppa fretta.
La madre di Pasuan, Mian, Finiwell e Cavaliere25 rimasero stupiti e meravigliati da quella scena.
Dafne era arrivata come un fulmine, rossa per la rabbia e aveva preso il bambino portandoselo poi via.
“Che mi prenda un colpo!” Disse Finiwell. “Quella ragazza è…”
Mian annuì.
“Beh, il nostro Pasuan non si annoia di certo, a quanto vedo!” Aggiunse sarcastico il cavaliere.
Poco dopo arrivò anche Pasuan.
Era ancora più furioso di quanto non fosse apparsa Dafne.
“Del tutto preso dalle tue avventure, vero?”
“Dacci un taglio, Finiwell!” Lo zittì Pasuan.
“Cos’è successo, Pasuan?” Chiese preoccupata sua madre. “Perché Dafne è scappata via così? Non dovrebbe agitarsi tanto, è ancora convalescente.
“Tranquilla, mamma…” replicò Pasuan “… ti assicuro che ha recuperato in pieno le forze!” Massaggiandosi la guancia. “Avevi ragione tu, amico mio…” rivolgendosi a Finiwell “… innamorarsi è solo una perdita di tempo!”
“Veramente non ricordo di aver mai detto una cosa simile…”
“Beh, chiunque sia stato era senza dubbio un saggio!” Esclamò Pasuan. “Ma perché siete qui? E’ accaduto qualcosa?”
“Si, devi tornare con noi a Capomazda.” Rispose Finiwell. “Ordini del capitano.”
Pasuan allora, salutate la madre e Mian, seguì Finiwell e Cavaliere25 a Capomazda.

cavaliere25
18-05-2011, 20.35.50
Guardai Pasuan e dissi come stai amico mio è tanto che non ti vedevo sentivo la tua mancanza che mi racconti di nuovo chiesi sorridendo

Lady Morgana
18-05-2011, 23.21.01
ascoltai con attenzione tutto ciò che mi disse la vecchia servitrice, riguardo a Capomazda: com'era e com'è. Quasi tutte quelle cose le sapevo già, grazie a Luna, che tutte le sere mi aggiornava su ciò che accadeva, ma poi la donna disse qualcosa che, molto probabilmente non avrebbe dovuto dire.
"Una maledizione?" chiesi infilandomi sotto le coperte e si stemandomi il cuscino. "Ve ne prego, io devo sapere! Che cos'è questa maledizione?" la fissai per un lungo istante, poi ebbi una folgorazione.

Si, è molto probabile...

"Signora, state forse parlando della Gioia dei Taddei? Però non ricordo... colpisce gli innamorati soltanto, giusto?"
Attesi una risposta, ma poi finalmente capì. La maledizione si sarebbe compiuta solo se Icarius e Lady Talia fossero davvero innamorati, e grazie alla prepotenza del duce finora non era mai successo. Ma tutto era cambiato.

Ora si amano!

Mi tolsi le coperte di dosso e mi alzai. Chiesi alla vecchia dove si trovava la stanza del duca, ma ella non mi rispose; guardai fuori dalla finestra e vidi una scena che, nel contesto, era a dir poco terribile...

Oh no...

Guisgard
19-05-2011, 00.45.07
Icarius guardò giù fingendo di impressionarsi.
“Oh, devo dire che vista da qui, fa un pò impressione in effetti…” disse come a voler barcollare “… e comincio ad avere qualche capogiro…” rise e si voltò di nuovo verso di lei “… non è l’altezza, ma sei tu a farmi girare la testa, milady!” Facendole l’occhiolino. “Dai, aggrappati a me e tieniti ben stretta. Non c’è nulla da temere, fidati. Non sai che i balconi e le finestre sono gli scenari preferiti di noi innamorati? Praticamente gioco in casa!”
Talia allora si strinse forte a Icarius e questi cominciò a calarsi da quei rami.
Lui la fissava sorridendo, quasi senza badare al percorso che li avrebbe riportati giù.
Lei stava stretta a lui, col volto all’altezza del suo collo.
Ne sentiva il dolce respiro sulla pelle, mentre i suoi lunghi capelli scendevano sul suo petto.
Giunti all’ultimo ramo, Icarius saltò giù.
“L’incanto della Luna, la magia della notte, un lussureggiante giardino e tu…” sussurrò Icarius “… questo è tutto il mio mondo… benvenuta, milady…”
http://www.starstills.com/product_images/l/442/ss2330991_-_photograph_of_olivia_de_havilland_as_maid_marian_ errol_flynn_as_robin_hood_from_the_adventures_of_r obin_hood_available_in_4_sizes_framed_or_unframed_ buy_now_at_starstills__37798_zoom.jpg

Guisgard
19-05-2011, 01.22.09
La vecchia servitrice si voltò di scatto verso la giovane Sayla.
“Cosa hai detto? Come, come conosci…” disse per poi zittirsi “… maledizione? Sei giovane e rischi di farti impressionare da queste credenze e superstizioni!” Esclamò sforzandosi di apparire indifferente. “Spesso la gente ignorante da vita a racconti e favole per spiegare le grandi tragedie che avvengono. Ora non pensare più a queste sciocchezze e riposati… domani è infatti un grande giorno per tutti noi… ci sarà l’incoronazione di sua signoria.” E voltandosi, per non farsi vedere, si segnò tre volte.
Ma Sayla era accanto a lei, davanti ad una finestra, dalla quale si poteva vedere la strada che dalla campagna giungeva fin sotto le mura della cittadella.
La Luna illuminava il tutto e non fu difficile per la ragazzina assistere ad una scena dai tratti inquietanti.
Un corteo di cavalieri a cavallo si avvicinava alle mura con passo austero e malinconico.
Avevano indosso armature ricoperte da tuniche nere come la notte e dello stesso colore erano i loro cavalli.
Si battevano il petto in segno di penitenza e sembravano lamentarsi.
Ma ciò che turbò la giovane Sayla fu il piccolo carro che chiudeva quel corteo.
Su di esso vi era una tomba vuota.
http://s1.wdstatic.com/images/it/ll/a/aa/Il_Signore_degli_Anelli_149.jpg

Talia
19-05-2011, 01.38.28
I miei piedi toccarono terra ma io non mossi un muscolo, restando esattamente dov’ero...

“L’incanto della Luna, la magia della notte, un lussureggiante giardino e tu…” sussurrò Icarius “… questo è tutto il mio mondo… benvenuta, milady…”

Sorrisi.
C’era un’aria speciale in quel giardino quella sera: quel silenzio ovattato, quella luce dorata e quasi brillante, il profumo dei fiori... tutto sembrava promettere felicità e pace, tutto sembrava promettere una gioia serena che raramente avevo osato anche solo sognare, una gioia che aveva il colore degli occhi di mio maito e il suono della sua voce.
Niente in quel luogo sembrava parlare di guerra, niente parlava di duchi e di decisioni da prendere, niente lasciava presagire che di lì a qualche ora ogni cosa sarebbe stata diversa... non sapevo ancora se in bene o in male, ma certamente diversa.
Per questo amavo i giardini, pensai, e quel giardino in particolare: essi sapevano sempre infondermi, anche nei momenti di maggiore incertezza, un vago senso di pace... accentuato e reso ancora più speciale ora dal sorriso tranquillo e rassicurante di Icarius.
Poi, improvvisamente e solo per un istante, l’aria cambiò...
Un inatteso e gelido alito di vento ci raggiunse, non avrei saputo dire da dove, fece volere i miei capelli e il mio abito, ci girò quasi intorno e mosse le fronde dei rampicanti che avevamo appena disceso... un brivido mi colse allora, mi corse giù per tutta la schiena e mi fece tremare violentemente.
Mi strinsi, dunque, ancora di più a mio marito e poggiai la testa contro il suo petto...
“Abbracciami!” mormorai “Abbracciami, Icarius, ti prego... ho freddo! Ho... paura!”

Guisgard
19-05-2011, 02.43.15
Quell’alito di vento.
Freddo, pungente, sfuggente.
Attraversò per un attimo il giardino ed i loro cuori.
I capelli ed il vestito di Talia si gonfiarono a quel vento ed i suoi occhi divennero luminosi e profondi, tanto che Icarius avrebbe potuto vedere fin nell’anima di lei.
“Cos’hai, gioia? Cosa ti fa paura? Ci sono io con te…” disse lui stringendola a se e racchiudendola nel suo abbraccio caldo e protettivo.
Sorrise per tranquillizzarla e le baciò dolcemente la fronte.
“Cosa ti spaventa, dimmi? Qui sei al sicuro…” continuò “… non devi temere nulla, questa notte, la Luna che la illumina, le stelle che ne scandiscono il passaggio con il loro eterno scintillio… tutto è per noi… per noi soltanto… e se lo vorrai durerà per sempre l’incanto di questa notte…” le accarezzò i capelli e poi il viso “… sentirai molte cose su di me… molti ti diranno che io dovrò ripartire… che dovrò intraprendere un viaggio che mi porterà lontano… lontano attraverso il tempo… un tempo perduto… sai…” sfiorandole la fronte con le labbra “… nelle Mille e una Notte, prima di partire per uno dei suoi favolosi viaggi, Sinbad prometta alla sua amata principessa che sarebbe tornato e che lei avrebbe dovuto attenderlo ogni giorno… Talia, qualcuno un giorno potrebbe dirti <<Icarius è partito, partito per sempre!>> Ti diranno <<Non attenderlo, egli non ritornerà mai più!>> Tu però non devi credere a nulla di tutto ciò! Dovrai credere solo alle mie parole, alle mie promesse… ed io tornerò, Talia. Tornerò, qualsiasi sia il viaggio che avrò intrapreso. Se tu ci sarai ad attendermi io tornerò… tornerò sempre da te… non dimenticarlo mai, Talia… mai…”
Ed un lamento, simile ad un gemito, quasi impercettibile, sembrò echeggiare nel soffio di quel vento, per poi confondersi e svanire nel malinconico ed ancestrale silenzio della notte.
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Talia
19-05-2011, 03.59.45
“Partire?” mormorai, prendendo il suo volto tra le mani “Che cosa significa? Io non voglio che tu... Io...”
La voce mi tremò forte, appoggiai lentamente la fronte sul suo petto, un momento... poi tornai a guardarlo e mi sforzai di sorridere.
“Lo sai che sarò qui ad aspettarti!” dissi “Sempre!”
Quel vento freddo se n’era andato tanto rapidamente com’era giunto e, sebbene avesse lasciato dietro di sé una sorta di malinconica scia, l’aria era ora tornata calma e argentea, sotto l’alone lunare.
Mossi lentamente lo sguardo intorno, restando aggrappata con entrambe le mai alla camicia di Icarius...
“Domani...” mormorai, con un leggerissimo sospiro “Domani sera sarà tutto diverso! E’ così strano a pensarci! Solo poche ore e verrai incoronato... solo poche ore e sarai al culmine del tuo potere... e temo che allora niente impedirà più ai nostri nemici di attaccarci!”
Le mie mani si strinsero convulsamente, attirandolo ancora più vicino a me...
“Promettimi solo che non ti succederà niente!” sussurrai “Promettimi che sarai prudente, qualsiasi cosa accada! Promettimelo! Se dovesse succederti qualcosa, io... io non sopravvivrei!”

Guisgard
19-05-2011, 05.04.32
“Ehi, sembra di ascoltare il capitano Monteguard!” Disse sorridendo Icarius a Talia. “Da quando sei diventata un’esperta di strategie militari riguardo ai nostri nemici!”
Le sfiorò con una carezza le labbra.
“Domani non cambierà niente.” Sussurrò. “Niente… non sarò né più potente, né più ricco di quanto non lo sia già in questo momento… e non mi accadrà nulla… quali rischi dovrei correre?” Sorridendole. “Non sai che il punto debole di un uomo è il suo cuore? A quello mirano i suoi nemici. Il mio però è al sicuro, perché l’ho donato a te…”
La fissò ed un bagliore illuminò i suoi occhi.
“Sei bellissima…” le sussurrò.
Avvicinò poi la sua bocca a quella di lei e la baciò.
Quel bacio li unì nell’incanto di quella notte, dove solo i sogni avevano accesso.
Talia dopo quel bacio lo fissò.
“Si, lo so…” sorridendo Icarius “… forse dovremmo andare… domani sarà una lunga giornata… vai… io aspetterò qualche altro istante… voglio che sia tu ad andare per prima…”
Restò a fissarla fino a quando lei non svanì oltre la soglia del palazzo.
Icarius allora sospirò forte e si abbandonò ad un urlo di contentezza.
Corse saltellando come un bambino fino ad aggrapparsi ad un ramo di uno degli alberi del giardino.
Si dondolava con le braccia e fissava sorridendo quel magnifico cielo chiaro di stelle.
Saltò giù e di nuovo corse per il giardino.
“Per l’amor del Cielo!” Esclamò una vecchia servitrice da una finestra. “Chi è che grida nel cuore della notte?”
“Di chi è questa soave voce?” Scherzò Icarius. “Oh, gettatemi una corda e salirò questa torre fino a giungere da voi, mia adorata!”
“Mio signore, siete voi? Cosa succede? Vi sentite forse male?”
Icarius scoppiò a ridere.
“Eh, siete bella!” Esclamò. “Tutte le donne sono belle!” Mostrò un vistoso inchino e canticchiando una canzoncina rientrò nel palazzo.
Il giorno successivo Talia fu svegliata presto dalla servitù, per prepararsi al meglio per la cerimonia d’incoronazione.
Tutto era ormai pronto.
Compreso il meraviglioso abito che avrebbe indossato per l’occasione.

Guisgard
19-05-2011, 05.08.17
Dafne era stesa sul suo letto ed il suo pianto si confondeva con quello del piccolo Hubert.
Una profonda malinconia, mista ad un’insopportabile solitudine, si erano impossessate di lei, gettandola in un profondo sconforto.
Ad un tratto udì delle persone che parlavano animatamente e cantavano allegramente.
Tutti gli abitanti del borgo stavano andando verso il palazzo.
Oggi infatti era il gran giorno dell’incoronazione di Icarius ad Arciduca di Capomazda.
Una grande festa era stata preparata in ogni angolo del ducato e le campane di tutte le chiese avevano salutato quel giorno con il loro gioioso suono.



Nel frattempo Finiwell, Pasuan e Cavaliere25 stavano facendo ritorno a Capomazda.
“Nulla di bello da raccontarti, amico mio…” disse Pasuan a Cavaliere25 “… proprio niente di bello…
Poco dopo giunsero a destinazione e si presentarono subito da Monteguard.
“Oggi è il giorno dell’incoronazione e tutta la nostra attenzione sarà rivolta a questo evento.” Fece il capitano. “Ci sarà una giostra che aprirà la celebrazione e tutti i cavalieri possono partecipare. Da domani riprenderemo le nostre indagini. Comunque occhi aperti, mi raccomando. Ricordate che ci sono delle spie tra di noi. E’ tutto, potete andare.”

Guisgard
19-05-2011, 05.22.15
Il giorno tanto atteso si levò nel primaverile splendore di quel mattino di Maggio e prima che il Sole spuntasse definitivamente oltre le grandi torri merlate poste a Oriente del cortile, già la gente, giunta da ogni angolo del ducato, aveva gremito gli spalti nella cittadella e i prati tutt’intorno le mura.
I marescialli di campo, verso le dieci, comparvero nel cortile, dove si sarebbe giostrato, per conoscere il numero dei cavalieri che avrebbero partecipato ai giochi d’apertura alla cerimonia.
Molti nobili cavalieri infatti avevano scritto i loro nomi nelle liste stilate dai marescialli di campo.
Si era deciso, per volere del capitano Monteguard, grande conoscitore di uomini e armi, che al posto delle sfide singole si sarebbe svolto un torneo collettivo.
Tra i partecipanti sfilavano i migliori del ducato, come sir August, sir Gervan, sir Finiwell e sir Pasuan.
Ai marescialli di campo aveva dato il proprio nome anche un cavaliere straniero, che nessuno apparentemente aveva riconosciuto.
Era di robusta costituzione e completamente bardato da una corazza cromata da riflessi purpurei.
“Sono il Cavaliere Custode.” Disse ai marescialli di campo.
“Che nome singolare, cavaliere!” Fece uno di questi.
“Ho giurato che avrei custodito i valori e gli ideali di queste terre.” Spiegò il misterioso partecipante. Contro tutti e tutto. Di qui il mio nome.”
I cavalieri, all’ora decisa per l’inizio della giostra, scesero in campo già impugnando le lunghe e scintillanti lance.
Un attimo dopo cessò tra la gente ogni brusio e tutti fissarono il balcone del palazzo ducale.
Tutti i cavalieri abbassarono prima le loro lance per poi rialzarle in segno di saluto al loro signore ed a sua moglie.
I marescialli di campo passarono in rassegna gli schieramenti per controllare che tutto fosse in regola.
Poi prese la parola il capitano Monteguard che diede inizio ai giochi.
A quel segnale le trombe squillarono e subito i cavalieri affondarono gli speroni nei fianchi dei loro cavalli, lanciandosi gli uni contro gli altri.
Si scontrarono così in mezzo al grande cortile, sollevando un polverone che rese, per alcuni lunghi momenti, quasi impossibile alla folla comprendere gli esiti dello scontro.
Si udiva un forte clangore di armi ed un poderoso rumore di zoccoli di cavallo, mentre la polvere saliva sempre più in alto.
Alla fine furono quattro i cavalieri ancora in sella ai loro destrieri: August, Finiwell, Pasuan ed il misterioso Cavaliere Custode.
I quattro campioni, per acclamazione generale, furono riconosciuti vincitori della giostra.

Morrigan
19-05-2011, 08.31.07
Morrigan lo guardava ancora con la stessa intensità.
Adesso ne aveva avuto abbastanza di quella farsa, e finalmente era riuscita ad alterare Guisgard al punto che qualcosa era scivolata fuori dalla sua abituale maschera.

"Donna o non donna," ripetè, e adesso che era così vicina gli strinse con forza entrambe le braccia "ognuno ha le sue ragioni, ed anche io ho le mie! Non vi ho scelto perchè siete cortese o cavalleresco, ma perchè mi servite, e io servo a voi! L'onore e la cortesie sono inutili in certe faccende!"

Disse quelle parole con veemenza, quasi con rabbia, che si adattava bene al tono che lui aveva usato, ma a quel punto la sua volce si placò appena, diventando più suadente.

"So che non avete motivo di credermi, ma io vi dico... datemi una possibilità, Guisgard, e vi dimostrerò che sono la persona giusta. Sono quello che vi occorre, come voi lo sarete per me, il giorno in cui sarò io a chiedervi di fare una cosa..."

Si interruppe di colpo, si allontanò da lui.
Per un istante parve indecisa, come se stesse riflettendo su qualcosa che le oscurava i pensieri. Poi si risolse e sollevò nuovamente lo sguardo su di lui.

"Io so su di voi più di quanto voi non aveste desiderato... Lord Ardross, Lord Icarius... Lord Guisgard... occorre che continui? E so che qualcuno, in città, lavora per Lord Cimarow e i suoi. Se i sospetti dovessero cadere su di voi, nessuno dubiterebbe delle colpe di uno straniero... Guisgard, dovete fidarvi! Dovete fidarvi di me, non c'è altra strada... e siccome io so qualcosa di voi che nessun altro conosce, vi offrirò di sapere qualcosa di me altrettanto segreta... qualcosa di così celato alla vista che potrebbe esservi utile!"

Così dicendo, Morrigan prese la mano di Guisgard e la incise rapidamente con un sottile coltello che portava alla cintura. Un taglio sottile e superficiale, ma sufficiente a far cadere qualche goccia di sangue su uno strano medaglione che Morrigan aveva sfilato dal collo un attimo prima, mentre parlava.
La ragazza osservò il sangue di Guisgard che scivolava sulla superficie di madreperla, macchiando il chiarore di quella strano ciondolo. Vi passò sopra le dita e le sue labbra si mossero a disegnare un lieve bisbiglio.

"Guardate adesso..." disse, mostrandogli il ciondolo, quasi obbligandolo a fissare quella superficie...

... e su quella superficie il viso di un bambino, dagli occhi troppo chiari e dai capelli troppo scuri, che correva a stringere una donna... quella visione prendeva sempre più i contorni della realtà. Non era più soltanto riflessa nel ciondolo di Morrigan. Cresceva intorno a loro, e loro diventavano parte di essa, come inghiottiti da un sogno... e la donna strinse il bambino a sè come fosse la cosa più preziosa del mondo, e le sue labbra si mossero, piegandosi in un sorriso... “Sei la mia gioia, Guisgard… la mia unica e sola gioia, ma sufficiente per rendermi la donna più fortunata del mondo”... e quella parola, gioia, riecheggiò per un istante ancora prima che la visione sparisse in un lampo di luce, e loro si ritrovassero come qualche istante prima, l'uno di fronte all'altra, con il ciondolo tra di loro che restava sospeso, sostenuto soltanto dalle dita di Morrigan.
Lei non disse nulla, si limitò a studiare l'espressione che aveva assunto il suo viso. Per qualche minuto tra loro regnò solo un profondo silenzio, prima che la ragazza riprendesse piano:

"Adesso sapete ciò che solo un'altra persona al mondo conosce... che non so usare solo la spada! E adesso ascoltatemi bene... domani, al sorgere del sole, inizieranno i festeggiamenti per l'incoronazione di Lord Icarius. Sarà una giornata molto importante, un giorno in cui potrebbero accadere molte cose, o non accaderne affatto... ma se accadessero, molte risposte saranno date, ad entrambi! Io sarò là fin dal mattino. Cercatemi e parleremo ancora, e fino a quel momento tenete questo con voi, perchè so già che vi servirà..."

Dicendo quelle parole gli passò attorno al collo la catena che sosteneva il medaglione, che in quel momento, inspiegabilmente, era tornato ad essere lucido, brillante e innoquo. Nel fare quel gesto, Morrigan si sollevò appena sulla punta dei piedi, si sporse verso di lui e inavvertitamente gli sfiorò il viso. Si fermò di colpo, come se un pensiero l'avesse bloccata, e lo guardò con uno sguardo strano.

"Dovete fidarvi..." sussurrò, guardandolo adesso da quella distanza minima che separava i loro occhi.

cavaliere25
19-05-2011, 11.56.22
guardai i miei compagni e dissi ora che facciamo dove andiamo chiesi gentilmente e aspettai una loro risposta mentre mi avviai alla porta per uscire

Lady Morgana
19-05-2011, 15.02.27
Non sapevo cosa fare, quella visione inquietante... resistetti a stento dall'urlare. Chiamai allora la vecchia servitrice e le dissi di guardare fuori, ma lei non mi degnò di uno sguardo. Mi augurò una buona notte e se ne andò.

Ora che faccio?

Guardai di nuovo il cielo e vidi Rubira splendere in tutta la sua bellezza. In momenti come questi c'era sempre stata Luna ad aiutarmi, con i suoi preziosi consigli. Mi sdraia quindi sul letto, abbassai tutte le mie difese mentali e attesi il suo arrivo.

Forza Luna! Dove sei?

Ma Luna non arrivò. Un ansia terrificante si impossessò di me e decisi che avrei dovuto comunque dire a qualcuno ciò che avevo visto, non potevo rischiare. Corsi fuori dalle mie stanze e mi feci indicare da delle guardie che erano state messe al corrente del mio arrivo, dove si trovassero le stanze del duca. Arrivata davanti alla porta della sua stanza bussai, ma non ricevetti risposta alcuna. Decisi quindi di entrare ed aspettare che tornasse.

Icarius... sbrigati!

Melisendra
19-05-2011, 15.55.24
"Troverei più rassicurante se Nyclos scomparisse durante una cavalcata e trovassero il suo corpo in un fosso..." sospirai "Fai come vuoi, qualunque cosa io dica non ti farà desistere dai tuoi piani..."
Mi sollevai nuovamente sui gomiti.
"Capomazda è realmente una luce per queste terre e la sua gente... per quanto io e te possiamo non condividere il loro Credo e lo strapotere del clero, non possiamo pensare di stravolgere questo equilibrio... e soprattutto non facendone pagare il prezzo a persone innocenti. Non sarà in questo modo che vendicherai..." mi morsi la lingua e cercai di far morire le parole in gola.
Durante la trasfigurazione mi era apparsa qualche visione della vita di Gouf... mi era sembrato di vedere sua madre. E la sua tragica fine.
Con un enorme sforzo di volontà scostai le coperte e mi sedetti.
"Devo recuperare le forze... temo che dovrò nutrimi..." mi avvicinai a un bacile e mi sciacquai il volto. Nello specchio mi vidi debole come mai prima d'allora e guardai subito altrove.
"Starò bene, non ti preoccupare. Vai e torna te stesso!"
Lo abbracciai e, in punta di piedi, gli posai un bacio leggero sulle labbra.
Mi sedetti su una sedia e attesi che tornasse l'anziana serva.

Guisgard
19-05-2011, 19.31.46
Guisgard ascoltò le parole di Morrigan senza battere ciglio.
La fissava con uno sguardo enigmatico e sfuggente, come se nessuna emozione attraversasse in quel momento il suo animo.

Rasyel fissava pensierosa da una verde collina la campagna che sembrava ai suoi occhi sterminata, come i sogni che si fanno da piccoli e che poi restano per sempre racchiusi nel nostro cuore.
Ad un tratto qualcuno le cinse i fianchi, stringendola a sé.
“Allora non sei più in collera con me…” disse Ardross soffiando dolcemente tra i suoi capelli.
“Lasciami, non ti ho perdonato e non lo farò mai!” Indispettita lei.
“Oggi sei più bella del solito…”
“Lasciami!”
“Oggi c’è il torneo…” sussurrò lui “… ho bisogno di una dama che mi accetti per campione…”
“L’altro giorno sembravi molto interessato a lady Govia, mi pare! Prova a chiederle di essere il suo campione!”
“Non conosco nessuna lady Govia... mi vuoi come campione,
Rasyel?”
“No!”
“Ieri notte andasti via senza neanche salutarmi… senza neanche un bacio…”
“Mio marito rientrò prima ed io dovetti rincasare all’improvviso...” mormorò lei “... e poi non sono stata bene…”
“Cosa hai avuto?” Chiese preoccupato lui.
“Un lieve capogiro ed un pò di nausea... ma non è nulla di preoccupante… il medico mi ha già vista…”
“Ebbene?”
“Sono incinta…”
Lui restò meravigliato.
“Credi che…”
“Ti odio!” Voltandosi di scatto lei. “Sarai anche il futuro Arciduca, ma come uomo sei un egoista ed un insensibile! Sai bene che sono mesi ormai che non permetto più a mio marito di toccarmi! Ma non temere, nessuno saprà mai la verità!”
“Sciocca…” posando un dito sulla sua bocca “… non potrei essere più felice… non mi importa nulla della stirpe, del ducato e di quello che si dirà...”
“Somiglierà a te in tutto, lo so…” commuovendosi lei “… avrà i tuoi occhi, i tuoi capelli ed il tuo volto… ed anche il tuo carattere impossibile...”
“Un piccolo Lancillotto!” Sorridendo lui.
Lei lo fissò in lacrime.
“Ti amo tanto...” sospirò “... ed ho tanta paura…”
“Lui la baciò, abbracciandola forte.

Il ricordo di un racconto udito da piccolo affiorò nel suo cuore.
Prese fra le mani il medaglione datogli da Morrigan e lo fissò.
Si lasciò poi cadere ai piedi di un albero, cominciando a suonare la sua ocarina.

“Mamma, mamma…” chiamava il piccolo Guisgard “… com’era il mio papà?”
“Era un bellissimo cavaliere...” rispose lei “… assomigliava a Lancillotto, il più forte di tutti...”
“Com’era Lancillotto, mamma?”
“Somigliava a te, piccolo mio…” sorridendole lei “… aveva i tuoi occhi, i tuoi capelli ed il tuo volto...”

E quel ricordo sembrò volare via sulle note malinconiche della sua ocarina.

Lady Dafne
19-05-2011, 19.36.24
Il vociare della gente mi aveva distratta e mi aveva in un certo senso motivata. Ebbi in quel momento una forza d'animo incredibile e la tristezza si tramutò in rabbia e in sicurezza. Mi alzai dal letto e, finchè Hubert dormiva, mi lavai, mi profumai e misi uno dei miei migliori vestiti che non mettevo da moltissimo tempo causa la gravidanza. Mi cadeva a pennello e le due taglie in più di seno, dovute all'allattamento, rendevano la scollatura a dir poco mozzafiato.

"Perfetto" pensai "ora, caro Pasuan, ti renderai conto di ciò che hai perso!" mi raccolsi i capelli fermandoli con i fermagli finemente lavorati che avevo usato per il mio matrimonio e poi mi velai il viso. Speravo di non essere immediatamente riconoscibile.

Poi preparai Hubert, lo cambiai e lo profumai. Era anche lui tutto in tiro. Lo baciai forte e lo strinsi al petto
"Sei la mia gioia piccolo, la mia grande e unica gioia"

Uscii di casa tenendo il piccolo in braccio, udii dalla gente che stava per iniziare un torneo. Era moltissimo che non non assistevo ad una giostra
"Mi siederò in un punto strategico, non voglio passare inosservata, voglio che Pasuan veda ciò che sono e che la gelosia e il rammarico per avermi perduta gli brucino dentro. Dovrà cadere ai miei piedi!"

La mia anima era in quel momento stranamente percorsa sia dalla tenerezza e dall'amore per il mio bambino che dal rancore e dalla rabbia verso Pasuan.

Guisgard
19-05-2011, 20.03.39
Gouf si voltò di scatto e fissò Melisendra.
“La luce di queste terre? Lo credi davvero? Io invece ci vedo solo tenebre!” Disse lui con rabbia. “Mia madre non vide nessuna luce, nessuna misericordia! E quanto a ciò che ho nel cuore, tu stanne fuori con i tuoi incanti!”
Respirava forte ed un lampo di odio profondo illuminò i suoi occhi.
“Ora riposati…” mormorò dopo un attimo di silenzio “… devi rimetterti in forze… ti manderò una servitrice… non preoccuparti più per la sorte del corpo di quel cane…”
La fissò di nuovo, poi, senza dire altro, scosse il capo ed uscì.
Poco dopo giunse la vecchia servitrice.
“Prendi questa…” porgendole una ciotola “... ti aiuterà a riprenderti…”
Restò poi a fissarla.
“Sangue chiama sangue…” aggiunse “… e morte chiama morte…”

Guisgard
19-05-2011, 20.28.02
Il torneo era da poco conclusosi e tutti gridavano i nomi dei quattro campioni vincitori.
Sguardi innamorati di giovani fanciulle si cullavano in dolci sogni nel vedere i bei volti di August, Finiwell e Pasuan.
“Udite udite!” Disse l’araldo prendendo la parola sull’esultanza generale. “Com’è tradizione, i vincitori possono scegliere a quale, fra le dame presenti, offrire i propri servigi da campione! Scegliete, eroici cavalieri! Scegliete ed omaggiate la bellezza delle nostre dame!”
“Questa è la parte che preferisco!” Esclamò Finiwell ad August, Pasuan e Cavaliere25. “Ora darò un’occhiata in giro e sceglierò la fortunata!”
“Non perdi mai un’occasione, vero?” Scherzò August.
“Ehi, guardate laggiù!” Indicò Finiwell. “Sembra che quella dama attiri le attenzioni di molti!”
“Forse manchi solo tu, amico mio.” Rise Pasuan.
“In effetti non è niente male vista da qui…” fece Finiwell.
Pasuan sorrise di nuovo, ma poi, fissandola meglio, si accorse di chi fosse in realtà quella dama.
“C’è già un tipo che la sta corteggiando, a quanto pare…” indicò Finiwell.
Pasuan si lanciò subito in direzione della ragazza.
“Siete bellissima,damigella!” Diceva un giovane cavaliere a Dafne. “Posso avere l’onore di avervi come dama per tutto il tempo dei festeggiamenti? Sono sir Lyowel, damigella… ed il vostro nome?”
“Dovresti essere a casa a riposare!” Arrivando all’improvviso Pasuan. “Ora sei una mamma e non puoi andare in giro a fare gli occhi dolci! Avanti, ti riporto a casa!” Prendendo Dafne per un braccio.
“Cavaliere, è scortese il vostro comportamento!” Lo riprese Lyowel.
“Potrete discutere il mio comportamento quando vorrete, messere!” Rispose Pasuan. “Ora non sto parlando con voi!”
“Ma parlo io a voi!” Replicò Lyowell.
“Tagliate la corda, o vi taglio la gola!” Minacciò Pasuan.
“Quando vorrete, dietro al Convento della Divina Misericordia!”
“Anche ora, messere!” Fissandolo Pasuan.

Morrigan
19-05-2011, 20.36.33
Un uomo, una donna, un bacio perfetto...
“Ti amo tanto... ed ho tanta paura”...
Poi di nuovo l'immagine sfuggente di un bambino, e nell'aria si perse l'eco lontano di una voce che Morrigan aveva già udito...
"...i tuoi occhi, i tuoi capelli ed il tuo volto"...

Ma la visione era sfocata, sfuggente, imperfetta. Il medaglione era tra le mani di Guisgard, e a lei non restava altro che la scia lontana di quell'incantesimo che si stava spegnendo, una scia flebile e incostante come l'ultimo cerchio d'onda di un sasso che è affondato nell'acqua....i tuoi occhi, i tuoi capelli ed il tuo volto...

Anche il vecchio, nella casupola, aveva parlato dei suoi occhi... Morrigan fissò allora gli occhi chiari di Guisgard con ancora più interesse... i suoi occhi... cos'hanno quegli occhi?

Lo guardò mentre si staccava da lei, si sedeva ai piedi di un albero e riprendeva a suonare quella musica, sempre la stessa, morbida e dolente.
La ragazza rimase ad ascoltare per un po', inseguendo anche lei vecchi ricordi e al contempo guardando quell'uomo così bizzarro che mai si sarebbe immaginata di incontrare... quell'uomo che in quella notte le si stava rivelando come diversa natura, affascinante, insondata e oscura... come tutte le cose che Morrigana aveva sempre amato.

"Allora a domattina" disse piano, ad un tratto, con un sorriso "Ci vedremo al torneo... non dimenticare, Guisgard..."

Guisgard
19-05-2011, 20.40.48
Un servitore passò accanto alla porta della stanza di Icarius e notò la giovane Sayla.
“Cosa fate qui, damigella? Il duca stanotte non è rientrato nei suoi alloggi.” Disse. “Credo non abbia riposato molto, visto che ha trascorso la notte tra il giardino e i corridoi del palazzo. Immagino sia stato a causa dell’emozione per oggi. Ora si trova nella Sala delle Vestizioni, dove si sta preparando per l’incoronazione. Potrete incontrare sua signoria dopo.”
All’improvviso arrivò qualcuno.
“La nostra giovane fanciulla forse si sentirà un pò persa in un palazzo così grande.” Sorridendole Lho. “Venite, vi farò assistere alla cerimonia da un posto privilegiato e non troppo lontano da sua signoria.”
Poco dopo i due giunsero in una grande sala.
“Ecco, da qui potrete assistere ai vari giochi.” Spiegò Lho. “Sua signoria e lady Talia si affacceranno dal balcone della stanza accanto a questa. Poi andremo tutti nella Cappella della Vergine per la cerimonia d’incoronazione. Dopo potrete parlare con lord Icarius tranquillamente.” Annuì lievemente e le sorrise di nuovo.

cavaliere25
19-05-2011, 20.43.33
No dissi sentendo e vedendo la scena non si farà nessun duello dissi abbiamo altri compiti per la testa dissi fissando Pasual il capitano a dato degli ordini precisi e noi dobbbiamo portarli a termine non vorrai tornare in gattabuia dissi fissando pasual

Lady Dafne
19-05-2011, 20.46.43
"Lasciami immediatamente! Non ho intenzione di seguirti proprio in nessun posto e tantomeno a casa!! Sto benissimo qui e Hubert è tranquillo, la giornata è soleggiata e non è freddo. Non capisco perchè ti metti in mezzo tu a fare la vecchia cornacchia del malaugurio!" intervenni rivolgendomi a Pasuan con una buona dose di acidità.
"Giovane cavaliere, Sir Lyonel, non state ad ascoltare quel che dice quest'uomo. Lasciatelo perdere, la polvere alzata dagli zoccoli dei cavalli deve avergli annebbiato il cervello" e presi al volo l'occasione per sbattere ancora un po' le ciglia in direzione di Sir Lyonel stando bene attenta che Pasuan mi vedesse.
"E ora, messer Pasuan, se volete lasciarmi ne sarei grata dato che mi state stritolando il braccio.... Vi ringrazio!" e tornai a sedermi al mio posto voltando la testa nella direzione opposta a quella di Pasuan muovendo appena la mano per salutare di un manipoli di scudieri che mi stavano fissando già da un po'.

L'odore della gelosia era nell'aria...

Talia
19-05-2011, 22.28.47
Guardavo la mia immagine nello specchio che avevo di fronte e sorridevo, ma non per ciò che i miei occhi vedevano quanto piuttosto per ciò che la mia mente ancora stava accarezzando: una sera dall’aria mite e dolce, un giardino, Icarius, quel bacio...
Sospirai... desideravo rivederlo, lo desideravo ardentemente.
Le ancelle stavano blaterando qualcosa a proposito dei miei capelli e di quell’abito che indossavo... lo accarezzai appena... avevano ragione: era bellissimo... di una stoffa lucida e morbida del colore del cielo di primavera, mi avvolgeva e mi cingeva come una carezza... lo osservai appena per un attimo, considerai per un momento le loro parole, poi tornai ad ignorarle e a cullarmi nei miei pensieri.
Poi, all’improvviso e in modo del tutto inatteso, il sogno che avevo fatto quella notte tornò ad attraversarmi la mente... quel sogno che avevo tentato con ogni mezzo di reprimere o di razionalizzare...
Non ricordavo bene com’era iniziato, veramente... probabilmente era nato sull’onda delle emozioni di quella sera, perché c’era Icarius in quel sogno ed io ero felice, serena, tranquilla...
Poi, ad un tratto, tutto era cambiato.

Camminavo per quella stretta stradina di campagna... i miei piedi erano nudi, i capelli sciolti e non indossavo altro che la mia leggera camicia da notte. Mio marito era scomparso ed io ero da sola ora, però non me ne turbai: sapevo che ero lì per una ragione ed ero certa che prima l’avessi sbrigata e prima sarei potuta tornare da lui.
Camminavo lentamente, tuttavia, quasi controvoglia.
Infine la sagoma di quella vecchia pieve si stagliò di fronte a me ad una curva, mi soffermai e rimasi a guardarla, in tempo per vedere un corteo funebre uscire da essa e venirmi incontro...
“Amo i funerali!” disse in quel momento una voce alle mie spalle “Sono così pieni di buoni pensieri... chiunque è pronto a dir bene di te, dopo che sei morta. Persino coloro che più ti hanno fatta soffrire quando eri in vita!”
Mi voltai di scatto e vidi quella giovane donna avanzare verso di me e fermarsi al mio fianco, senza smettere di osservare la processione che ci veniva incontro.
“Chi sei?” le chiesi, sorpresa.
Lei si voltò e mi guardò quasi con stupore... poi sorrise: “Tu sai chi sono!” disse.
“Gyaia!” mormorai io, dopo un attimo di silenzio.
Lei annuì.
“Di chi è questo funerale?” domandai quindi, avvertendo intanto una strana sensazione farsi strada in me.
Lei si strinse nelle spalle...
“Ha qualche importanza?” domandò “Potrebbe essere il mio, come il tuo! O potrebbe essere quello di tuo marito!”
“No!” gridai a quell’affermazione.
Lei mi sorrise di nuovo, dolcemente.
Il corteo ci aveva ormai raggiunte e ci stava sfilando davanti... spaventata tentai di guardare il corpo, portato da quattro uomini, ma le persone continuavano a passarmi davanti, a venirmi addosso, a spingermi... qualcuno mi spintonò con forza, mandandomi a urtare contro una roccia vicina... e così non riuscii a vedere.
“Dimmelo, ti prego!” dissi allora a Gyaia, incurante del sottile taglio che quella roccia mi aveva aperto su una mano e del sangue che ne usciva “Dimmi per chi era quel funerale!”
Lei sorrise di nuovo, poi si voltò e prese a camminare verso la chiesa: “Ti ho già detto che questo non è affatto rilevante! Ciò che conta sapere, al contrario, è che presto lui verrà a prendervi!”
“Lui?” domandai, seguendola “Lui chi?”
Gyaia si soffermò un momento e mi fissò, quasi mi trovasse molesta con tutte quelle domande...
“Il cavaliere nero con la tunica rossa!” disse poi, quasi fosse cosa ovvia, entrando intanto in chiesa “L’hai veduto, non è così? L’hai visto da quella finestra, hai visto che ti stava aspettando al varco! E poi lo hai udito gridare nella brughiera... tu sapevi che era lui, vero?”
“L’ho visto!” confermai lentamente “Ma perché dovrebbe volermi?”
Lei sorrise...
“Perché sapeva!” mormorò.
“Che cosa?” la incalzai io, con lo stesso tono.
Gyaia fece qualche passo nella navata, poi si voltò a guardarmi con uno sguardo che mi parve quasi arrabbiato...
“Oh, sei stata una tale delusione tu per me!” disse “Eri così forte quando sei giunta a Capomazda... eri fiera, sicura di te, orgogliosa... e io ho davvero creduto che non ti avrebbe presa. Ho creduto che non saresti mai caduta nella rete, che saresti stata salva... e invece... invece poi...” scosse il capo con rassegnazione e di nuovo mi voltò le spalle.
“Ma che cosa ho fatto?” domandai, confusa.
Lei rimase in silenzio per qualche istante poi, con il tono di chi sta pronunciando il peggiore insulto conosciuto al genere umano, disse: “Ti sei innamorata! Ti sei innamorata di uno dei Taddei!”
Il silenzio si fece opprimente nella piccola pieve, le ginocchia mi tremavano forte ormai e ignorarle si stava rivelando complicato...
“E... e con questo?” mormorai, con quel po’ di fermezza che riuscii a racimolare.
“Morirete!” rispose lei, tornando a guardarmi “Morirete entrambi! E’ la sua maledizione... la vostra! Quella di tutti noi! ...Nessuno dei Taddei conoscerà l’amore o la morte giungerà a portarlo via, insieme alla sua amata! E’ così che è. E’ così che deve essere!”
Il mio pensiero corse ad Icarius, allora... all’ingiustizia di quella sentenza e i miei occhi si bagnarono un poco.
“Io non lo permetterò!” dissi... e la mia voce suonò salda.
“Ci sarà un modo per combattere quel cavaliere dalla tunica rossa...” dissi “Deve esserci!”
Gyaia mi guardò con una strana espressione...
Poi, lentamente, tutto iniziò a farsi sbiadito e a dissolversi come nebbia al sole...

Mi ero svegliata così.
Un’anziana ancella mi stava chiamando, stava dicendo che era tardi e che dovevo alzarmi perché avevo da prepararmi per l’incoronazione di Sua Signoria...
E io avevo tirato un sospiro di sollievo...
Un sogno! mi ero detta E’ stato solo uno stupidissimo sogno!
Avevo fatto quindi per alzarmi, quando una leggera fitta alla mano mi aveva fatta sussultare... l’avevo rigirata e, con mia somma sorpresa, avevo visto un sottile taglio rosso aperto proprio là dove ero andata a sbattere contro quella roccia... con il cuore che accelerava vertiginosamente, l’avevo riabbassata in fretta, sorpresa, e il sangue ancora fresco aveva macchiato il lenzuolo.

Guisgard
20-05-2011, 01.41.32
Pasuan restò a fissare Dafne rosso per la rabbia.
“Si, hai ragione…” disse contenendo a stento l’ira “… hai ragione… in fondo non devi dar conto a me di ciò che fai… sono sciocco io ad interessarmi di cose che non mi riguardano… non più… si, dici bene, amico mio…” rivolgendosi poi a Cavaliere25 “… andiamo… ho già fatto abbastanza sciocchezze ultimamente…”
Ma prima di andare si voltò verso Lyowel.
“Oggi è il giorno dell’incoronazione, risolveremo domattina all’alba, se Dio vorrà, la nostra questione, cavaliere… vi aspetto, come deciso, dietro al convento della Divina Misericordia…”
“Non temete, ci sarò.” Rispose con tono di sfida Lyowel.
Pasuan annuì e si allontanò insieme a Finiwell e a Cavaliere25.
“Finalmente soli, damigella…” disse Lyowel sedendosi accanto a Dafne “… siete la più graziosa ed elegante della festa… peccato che stamani ho il braccio che mi duole e non ho potuto partecipare alla giostra, altrimenti mi sarei proposto senz’altro come vostro campione.”
E le baciò la mano.

Guisgard
20-05-2011, 01.55.08
Morrigan, come aveva detto, era andata ad assistitere alla giostra.
Aveva visto tutti quei cavalieri battersi e poi i quattro campioni dimostrarsi superiori a tutti gli altri.
E come tutti era in attesa di veder comparire il duca e sua moglie dal grande balcone nord del palazzo.
Ad un tratto avvertì una strana sensazione.
Si voltò e vide Guisgard alle sue spalle.
“Quanto clamore per quei quattro cavalieri…” disse con il suo solito tono guascone ormai ritrovato “… mica poi sono tutto questo granchè!” Sorrise. “Ma la gente, si sa, si esalta per poco! Ma sono certo che anche tu avresti potuto far bella figura in quella giostra, sbaglio?”

Guisgard
20-05-2011, 02.50.22
Icarius fu aiutato dai suoi servi e dalle ancelle a prepararsi.
Era vestito con una lunga giubba color bosco, stretta in vita da una larga cintura di un marrone più chiaro.
Le maniche si aprivano mostrando una raffinata fodera scarlatta ed un mantelletto gli scendeva fino alle ginocchia.
Sotto la giubba sbottonata indossava un’attillata camicia scarlatta e pantaloni dello stesso colore della giubba, racchiusi, all’altezza del ginocchio, da raffinati stivali di cuoio.
“Siete perfetto, milord!” Disse entusiasta una delle ancelle.
“Dite che sarà pronta lady Talia?” Chiese lui mentre si specchiava.
“Beh, le dame amano sempre far aspettare i propri cavalieri, milord.” Fece un’anziana servitrice.
“Lord Rauger, che Iddio l’abbia in Gloria, soleva sempre dire che un uomo deve scegliersi una donna per la quale valga sempre la pena aspettare.” Disse il sarto di corte, mentre dava gli ultimi accorgimenti all’abito del suo signore.
“Va bene cosi!” Esclamò Icarius impaziente. “Voglio vederla!”
Il sarto sorrise guardando l’anziana servitrice.
Uscì allora dalla sala, diretto verso la stanza di Talia.
Bussò ed attese.
“Avanti.” Disse una serva dall’interno.
Icarius entrò e subito davanti ai suoi occhi apparve ciò che cercava.
Talia, di delicate proporzioni, stava in piedi al centro della stanza accanto ad uno specchio.
La sua carnagione era squisitamente chiara, gli occhi scuri e luminosi, meravigliosamente adagiati sotto sopracciglia delicatamente accennate, che conferivano a quello sguardo vispo una vivace espressione di arguzia e perspicacia.
Sulla bocca era impresso un solare sorriso, segno questo della decisa attitudine che avevano quelli del suo popolo di vivere gai e spensierati.
Un sorriso però che non trasmetteva quella sensazione di leggerezza e superficialità, come in molte di quelle dame che usavano frequentare le varie corti del regno, o quell’insipida sfrontatezza delle donne che amavano mostrarsi troppo sicure di sé.
Il suo sorriso era invece gioviale, soave e sembrava capace di raggiungere il cuore di chiunque si fosse fermato a contemplarne la luminosità.
I lunghi e lisci capelli, di una sublime tonalità mista tra un intenso castano ed un delicato biondo, erano accomodati con naturalezza da un prezioso diadema e scendevano leggeri, intrecciati alle estremità da fili di perle, lungo le graziose spalle della principessa di Sygma.
Nessun artificio avrebbe potuto rendere più bello ciò che la natura aveva fatto su quella creatura.
Al collo portava una catenina d’oro che terminava con un medaglione nel quale, come i lettori ben sanno, era racchiusa l’immagine del suo fortunato sposo.
Indossava una veste di pregiata seta del colore del cielo di Primavera, attraversata da leggeri disegni di un bianco purissimo, dalla quale scendevano con grazia ed armonia lunghe maniche di esotico gusto.
Riflessi di un intenso nero bordavano le estremità di quelle maniche, nelle quali erano ricamati foglie e fiori stilizzati.
Anche la parte posteriore della veste era di quel deciso nero, che conferiva al suo portamento un contegno orgoglioso ed altero, ma solo appena accennato, tanto da non richiamare eccessiva attenzione per questa sua caratteristica.
Il davanti del vestito era invece di un azzurro più pallido e tenero, che donava ancora più splendore alla sua carnagione di stilnovistico candore.
“Sei bellissima…” sussurrò Icarius a quella visione “… vieni, ti prego…” porgendole la mano “… voglio mostrare al mio popolo il più prezioso tesoro di queste terre…”
E seguiti da un lungo corteo i due sposi raggiunsero il grande balcone che dava sul cortile ormai gremito in ogni angolo.
E nel vederli il popolo esultò di gioia.

Talia
20-05-2011, 03.34.09
La mia mano era nella sua mentre lentamente percorrevamo il corridoio, seguiti a breve distanza da quel corteo di servitori e cortigiani.
Sorrisi e impercettibilmente mossi la testa di lato, in modo da potergli lanciare un'occhiata obliqua...
"Desideravo vederti!" sussurrai, in modo che solo lui sentisse "Morivo dal desiderio di averrti di nuovo con me!"
Raggiungemmo il balcone e qui, affacciandoci, fummo raggiunti da grida e applausi di gioia...
"Guarda..." accennando alla folla sottostante "Ti acclamano, ti attendono, hanno bisogno di te... e ti amano a tal punto..."
Gli strinsi appena la mano e soggiunsi: "Eppure a volte penso che sarebbe tutto così semplice se tu non fossi duca... potremmo essere così felici..."
Sospirai, come a scacciare quell'idea, e tornai a sorridergli...
"Salutali!" suggerii "Non attendono che un tuo cenno!"

Guisgard
20-05-2011, 04.30.28
“Ci acclamano e ci amano.” Disse Icarius a Talia. “Io sono il duca e tu la Granduchessa… questa è la nostra gente, il nostro popolo.” E le sorrise, mentre la folla li acclamava a gran voce.
Alzò allora la mano per rispondere al saluto della gente e in quel momento si accorse del sangue lasciatogli dalla mano di Talia.
Ma non ebbe il tempo per dirle niente.
Izar fece loro segno di scendere nella Cappella della Vergine per la cerimonia d’incoronazione.
Il corteo così raggiunse la chiesa, dove ad attenderlo vi era l’abate Ravus.
La cerimonia cominciò tra canti solenni e la recita della litania di tutti i santi.
Ravus invocò poi sulla coppia ducale la Solenne Benedizione.
Allora fu portata la Corona di Giada, simbolo del potere dei Taddei.
Icarius e Talia mangiarono il Corpo di Nostro Signore e bevvero il Suo Sangue.
Ravus, poi, prese fra le mani la Corona di Giada.
“Per Grazia ricevuta dal ministero della Santa Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo e del riconoscimento di Sua maestà il Re, reggente per conto di Dio delle sorti di questo regno, io proclamo Icarius de Taddei Arciduca di Capomazda.” Disse Ravus ponendogli sul capo la corona di Giada. “Ciò che è legato sulla Terra lo sarà anche nei Cieli.”
Icarius allora impugnò la spada che gli fu portata davanti e cominciò a giurare:
“Giuro solennemente davanti a Dio Onnipotente ed al mio popolo che onorerò questo titolo fino alla morte. Ricercherò la verità, difenderò la libertà e proteggerò i deboli, le vedove e gli orfani. E farò sempre rispettare le leggi contro ogni ingiustizia. Tutto questo io giuro sull’elsa di questa sacra spada.”
Quasi come un Segno Divino, a quelle parole, la sacra Parusia, la spada dei Taddei, emanò un intenso bagliore.
Tutti i baroni allora salutarono ed applaudirono il nuovo Arciduca e la sua Granduchessa.
La coppia ducale raggiunse poi di nuovo il balcone del palazzo per il bagno di folla dopo l’incoronazione.
“Talia…” le sussurrò Icarius in modo che nessun altro potesse sentirlo “… perché la tua mano sanguina? Sei ferita?” Prendendo la mano di lei fra le sue.

Lady Morgana
20-05-2011, 08.47.49
Attesi impaziente nelle stanze del duca, che però non arrivò. Un servo passò e mi vide, entrò quindi nella stanza dicendomi che il duca non era rientrato nei suoi alloggi. Me ne stavo per andare quando arrivò un uomo che mi accompagnò in una grande sala dove tra poche ora si sarebbero svolti i giochi e poi l'incoronazione di Icarius.
"Vi ringrazio per la vostra gentilezza, messere. Ora, se volete scusarmi, devo andare nelle mie stanze per potermi prepare per l'inconorazione del nobile Taddei." Feci un breve inchino in direzione dell'uomo, poi mi diressi a passo svelto alle mie stanze e mi ci chiusi dentro.
Sul letto notai un pacco, con un biglietto appoggiato sopra.
Spero che questo regalo vi piaccia...
Il biglietto era anonimo, ma non mi importava chi mi avesse inviato quel regalo. Aprì comunque con una certa eccitazione il pacco e rimasi a bocca aperta. Presi il regalo tra le mani e lo ammirai.
Era un bellissimo abito color lavanda, lungo,che copriva le braccia lasciandò però nude le spalle; mi svestì e lo indossai immediatamente. Lo strinsi poi alla vita con un nastro color oro e mi guardai allo specchio incantata. Era davvero un'abito bellissimo. Aprì piano la porta della stanza e feci segno alla vecchia servitrice di entrare, poi richiusi immediatamente la porta.
"Ditemi, vi prego, solo la verità. Come sto con questo abito?"
La donna mi fissò senza dire una parola, ed io sconsolata mi accascia sulla sedia, presi un pettine ed iniziai a spazzolarmi i capelli...

Non poteva semplicemente dirmi che stavo bene? Anche se era una bugia, mi sarei sentita meglio...

Un'altra serva entrò nella stanza e annunciò che i giochi stavano per avere inizio. Finì quindi di prepararmi, poi la seguì fino alla grande sala dove si tennero i giochi. Ma le sfide tra i cavalieri non mi interessavano molto; poi finalemnte i giochi finissero e Icarius e Lady Talia fecero il loro ingresso acclamati dal popolo.
Andammo poi fino alla cappella dove si svolse l'incoronazione. Fissai Lady Talia: era davvero bellissima! Ma notai poi un particolare spiacevole...

Lady Talia... le sta forse sanguinando la mano? Sembra essersene accorto anche Icarius. Speriamo non sia successo niente di grave!

La cerimonia finì e tutti uscirono dalla cappella. Io mi misi in un angolo e aspettai che la maggior parte della gente se ne andasse, per poi avvicinarmi all'ormai Arciduca e alla sua splendida moglie.
"Mio Signore, Mylady, finalmente è avvenuta la tanto attesa incoronazione! Sono molto felice..."

Talia
20-05-2011, 16.09.07
Gli rimasi accanto durante tutta la funzione, tenevo gli occhi fissi di fronte a me e appena un po’ bassi, come si conveniva al mio ruolo, ma di tanto in tanto non resistevo alla tentazione di spostarli su mio marito... e, quando incrociavo i suoi, gli sorridevo incoraggiante.
Poi tornammo al balcone.

“Talia…” le sussurrò Icarius in modo che nessun altro potesse sentirlo “… perché la tua mano sanguina? Sei ferita?” Prendendo la mano di lei fra le sue.

Spostai gli occhi sulla mia mano, stretta tra le sue...
Il sangue ormai non usciva più, tuttavia quel sottile taglio irregolare spiccava in modo vistoso sulla mia pelle chiara.
“Già...” mormorai, annuendo appena “Ho... beh, ho sbattuto contro una roccia!”
Il ricordo di quel sogno mi investì di nuovo e di nuovo mi turbò, tuttavia tentai di sorridere alla sua aria evidentemente sorpresa...
“Ti racconterò tutto più tardi!” soggiunsi, sempre parlando piano in modo che solo lui sentisse “Ci sono cose a riguardo che ho assolutamente bisogno di dirti... cose che devi sapere!”
Avevo appena finito di parlare e lo stavo ancora guardando, cercando di non apparirgli troppo tesa o preoccupata, quando una voce ci raggiunse...

"Mio Signore, Mylady, finalmente è avvenuta la tanto attesa incoronazione! Sono molto felice..."

Mi voltai di scatto e vidi la giovane farsi avanti tra la folla...
“Sayla!” la salutai, quando ci ebbe raggiunto “Mi fa piacere che tu sia qui e di vedere che stai meglio!” le sorrisi e poi soggiunsi gentilmente “Sei molto graziosa con quest’abito, mia cara!”

Lady Dafne
20-05-2011, 16.37.40
"Oh Sir Lyonel, lasciate stare, sono una donna complicata e in più ho pure un figlio. Vi garantisco che porto solo grane. Anche il duello con Sir Pasuan, non fatelo, non c'andate. Anche perchè se vi duole il braccio non è il caso di sforzarlo per queste stupidate. Ora scusatemi, il piccolo deve mangiare. Arrivederci" Mi alzai ed accennai un inchino. Non mi importava granchè di Lyonel e potevo ritirarmi dato che avevo raggiunto il mio obiettivo: Pasuan era furente di gelosia!
Arrivai a casa senza fretta, appena entrati Hubert pianse un po', lo allattai coccolandolo e stringendolo forte mentre canticchiavo canzoncine. Ero tranquilla. Cambiai il piccolo che poco dopo si addormentò così ebbi il tempo per scrivere un biglietto per Pasuan:

"Non c'è motivo che tu combatta contro Sir Lyonel, non essere incoscente. Domani mattina all'alba poi sei già impegnato: c'è il battesimo di Hubert e tu sei appena stato nominato suo padrino.
Ovviamente tra me e te non ci sarà nessuna tenerezza questo sappilo con certezza.
A domani alla chiesetta della Vergine! Portati qualche altro scavezzacollo di cavaliere che mi serve un altro padrino e non so a chi altro chiedere (si era offerto il fornaio ma ho ovviamente declinato)...
Dafne
p.s. se non vieni e preferisci fare il bullo in un duello poi me la paghi".

Appena Hubert si svegliò uscii di casa e mi diressi verso le scuderie, riuscii ad entrare fingendo di voler far vedere al piccolo i cavalli. Trovai in un baleno la cavalcatura di Pasuan, legai il biglietto alla sella con uno dei miei fazzoletti ricamati che già quella volta alla prigione Pasuan aveva avuto modo di vedere. Ero sicura che l'avrebbe riconosciuto!

Lady Morgana
20-05-2011, 16.39.46
Sorrisi imbarazzata al complimento di Lady Talia, ma tuttavia sono stata sempre piuttosto vanitosa!
"Grazie mille Lady Talia! Sapessi solo chi mi ha fatto questo splendido regalo... l'ho trovato stamani sopra il mio letto. Comunque, tornando a parlare di cose serie, appena la festa sarà finita vorrei discutere con voi di una cosa importante... ma solo quando torneremo a palazzo, non voglio di certo rovinare la festa! Ci vediamo..."

Ma ora io che faccio... Sono una bambina, che devo fare? Forse è meglio se ritorno a palazzo...

M'incamminai verso palazzo, quando vidi un cavaliere fissare il duca e sua moglie, che non avevo notato il giorno prima.. anzi, si l'avevo visto!
Era uno dei cavalieri che avevo visto galoppare a cavallo e che si portavano appresso una tomba. Il terrore m'invase, non sapevo cosa fare.
Tornai di corsa da Icarius e Lady Talia.
"Nobile Taddei, Mylady, speravo di avere più tempo, ma... mi sbagliavo dovete venire con me per poter parlare in un luogo sicuro! Mi prenderete per pazza, ma vi prego è importante!"

Theenar, fa che Icarius e Lady Talia mi credano e che mi seguano senza fare troppe domande! E speriamo che quei uomini siano solo dei cavalieri e non degli assassini travestiti da nobili cavalieri!

Melisendra
20-05-2011, 17.32.36
Guardai, imbronciata, Gouf uscire dalla stanza.
Quando l'anziana donna entrò, non opposi resistenza e presi tra le mani ciò che mi offriva. Annusai il contenuto e subito appoggiai la ciotola sul tavolo.
Nausea.
Avevo sempre più bisogno di nutrimento, ma non sarebbe stata una zuppa a farmi star meglio.
La guardai come un animale in gabbia, mentre pronunciava uno dei suoi soliti moniti.
"Perchè vuoi tormentarmi?" le domandai, sbattendo la mano sul bracciolo della sedia. "Sai benissimo che non mi piace fare quello che faccio... se davvero siamo simili, saprai anche tu quanto è difficile resistere!"
Spinsi la ciotola lontano e cercai di alzarmi.
"Non è questo ciò di cui ho bisogno."
Trovai l'equilibrio e accennai a prendere i vestiti. Dovevo vestirmi e uscire di lì.
"Dimmi come arrivare nelle segrete. Ho bisogno del tuo aiuto. Se non mi nutro subito ci vorranno giorni... e io non li ho! Devo ritornare in pieno possesso di me stessa!" feci una pausa. "Se almeno ucciderò qualcuno... sarà un condannato di cui nessuno sentirà o noterà la mancanza. E' notte... sarò veloce e nessuno noterà nulla. Aiutami."
Allacciai i lacci della veste e litigai con i nastri delle maniche.
In realtà ero molto preoccupata. Anche se ogni passo che compivo mi faceva dolere il corpo come se fossi stata trapassata da innumerevoli spilli, non avrei ceduto. Se non fossi tornata in possesso dei miei poteri non sarei riuscita a controllare gli eventi.
Chiaramente Gouf era del tutto fuori controllo.
La sua crociata personale mi spaventava.
Poi riflettei un attimo e pensai: "Cosa succederebbe se uccidessi Lord Cimarow? Avevo giurato a me stessa di non farlo, ma se lui cadesse, la congiura contro i Taddei ne sarebbe indebolita... rimerrebbero solo i baroni, con i loro eserciti e le loro scaramucce. Senza Cimarow a tenerli uniti la rivolta sarebbe facilmente sedabile." Mi mordicchiai il labbro. "In fondo... inutile lottare... sono e resterò questo: un'assassina. Tutto quello che accade intorno a me, qualunque scelta io compia, non fa altro che confermarlo."
Lisciai il vestito e osservai il mio pallore nello specchio.
Evitavo sempre di guardare nei miei occhi. Li guardavo di sfuggita, come se avessi paura di trovarci dentro quella malinconia che se ne stava annidata in fondo al mio cuore. Guardai dritta nei miei occhi e la vidi lì. Mi osservai meglio... nel volto pallido gli occhi spiccavano come zaffiri.
Alzi il mento e mi voltai verso l'anziana servitrice.
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Morrigan
21-05-2011, 17.17.37
Lei si voltò, per nulla sorpresa. Aveva sentito la sua presenza alle proprie spalle, e quella vicinanza le era parsa allora del tutto normale, quasi attesa.
Sorrise.

"Ma non certo in queste vesti!", esclamò divertita, allargando con un gesto ostentato e civettuolo la gonna del proprio vestito.

Per quella giornata, infatti, in cui l'intera Capomazda era vestita a festa, Morrigan aveva pensato che di certo avrebbe dato meno nell'occhio se avesse rinunciato ai suoi consueti abiti maschili. Così indossava una sopravveste bianca, semplice ed elegante, adornata da lunghe maniche che le scendevano sui fianchi e impreziosita nei bordi da un sottile ricamo dorato, che lasciava intravedere una veste scura come la notte.
Mentre faceva quel gesto, un boato si levò dalla folla. Morrigan si girò di nuovo, dandogli le spalle, e i suoi occhi seguirono gli sguardi della gente che accoglieva festante l'apparicione della coppia ducale.
In quel momento, assecondando il movimento della folla, si strinse più a lui. Gli prese la mano e la strinse con forza.

"Guarda, Guisgard..." gli disse, accennando alla coppia sul balcone "Guarda, e dimmi cosa vedi lassù!"

Ma non attese la sua risposta. Continuò a fissare Icarius e Talia, con uno sguardo che lentamente si andava smarrendo nei suoi pensieri.

"Le stelle si perderanno un giro intero
senza che tu possa lasciare il tuo destriero,
e quando chi era morto tornerà in vita
l'aquila s'involerà nell'ultima salita..." recitò in un mormorio meccanico, ma sufficientemente forte perchè Guisgard, al suo fianco potesse udirla.

A quel punto si girò a guardarlo negli occhi.

"Adesso sai come usare quel medaglione. Ti basta una goccia di sangue sulla madreperla... per uno spadaccino come te non dovrebbe essere troppo difficile procurarsela... una goccia di sangue, ed io potrò leggere i pensieri nascosti di chiunque tu voglia. Ma usalo con prudenza... non sempre la magia porta ai risultati che spera il nostro cuore!" lo ammonì con tono serio.

Guisgard
23-05-2011, 00.30.57
Icarius sorrise divertito e stupito a quelle parole di Sayla.
“Sai che sei davvero carina con quell’abito? Vedo che le servitrici hanno avuto ottimo gusto nello scegliere!” Disse Iarius. “Ma perché sei cosi agitata? E’ accaduto forse qualcosa? Di cosa vuoi parlarci?” Chiese poi accorgendosi dello stato in cui era la ragazza.
“Questa ragazzina perché è qui?” Domandò meravigliato e preoccupato Izar nel vedere Sayla accanto alla coppia ducale. “Come è arrivata? Sapete che nessun estraneo può avvicinarsi a sua signoria e alla Granduchessa!”
“Va tutto bene, Izar.” Cercando di calmarlo Icarius. “L’ho invitata io ad assistere all’incoronazione. Anzi, posso dire che io, Talia e lei siamo buoni amici.” Sorridendo.
“Si, ma non può stare qui!” Fece Izar. “Qualcuno conduca via questa ragazzina!”
“Izar, io e mia moglie vogliamo che Sayla assista a tutta la celebrazione e…”
“Si, milord, ma non può restare qui.” Replicò Izar. “Tra non molto raggiungeremo la Sala Ducale per i festeggiamenti. Lì potrete ritrovare la vostra giovane amica. Ora voi e lady Talia dovete raggiungere l’abate Ravus e con lui recarvi nella Sala Ducale, come vuole la tradizione.”
E così, la giovane Sayla fu condotta via insieme a tutti gli altri.
“Mi è sembrata stranamente agitata Sayla…” disse turbato Icarius, rimasto ormai solo con Talia “… mi chiedo cosa le sia preso… ma tu?” Fissando poi sua moglie. “Prima sul balcone dicevi di dovermi raccontare qualcosa di importante…”

Guisgard
23-05-2011, 01.00.28
La vecchia fissò Melisendra con uno strano ghigno.
“Gli occhi sono lo specchio dell’anima…” disse gracchiando “… i tuoi sono meravigliosi, ma la tua anima è altrettanto bella?”
Fece una smorfia e poi scosse il capo.
“Andiamo in cerca di qualche miserabile…” facendo segno di seguirla.
Aiutò Melisendra a camminare ed insieme giunsero nelle segrete del castello.
Qui entrarono in una cella stretta ed umida, dove trovarono un uomo incatenato alle pareti.
“E’ qui da non so più quanto tempo…” mormorò la vecchia “… nessuno se ne accorgerà…”
L’uomo alle catene alzò il capo e fissò le due donne appena giunte.

“Punizione o purificazione?
Espiazione oppure dannazione?
Esso sarà un angelo o un demone?
E arriva per Arcita, o per Palemone?
Fuggite, o voi stolti che siete in tempo!
Presto giungerà e il duca non avrà scampo!”

Recitò per poi abbandonarsi ad una delirante risata.
“E’ anche pazzo!” Esclamò la vecchia. “Avanti…” esortando Melisendra “… fa ciò che devi e liberalo dai suoi tormenti terreni!”
http://i.fanpix.net/images/orig/j/l/jl49w400v7yj04v4.jpg

Talia
23-05-2011, 01.01.52
L’insistenza di Izar mi aveva infastidita... forse c’era una tradizione da rispettare, ma c’era davvero bisogno di esser tanto inflessibili?
Stavo appunto riflettendo su questo, osservando la sagoma della giovane Sayla scomparire tra la folla, quando le parole di Icarius mi riscossero...

“Mi è sembrata stranamente agitata Sayla…” disse turbato Icarius, rimasto ormai solo con Talia “… mi chiedo cosa le sia preso…

“Già...” mormorai in risposta, ancora sovrappensiero “Il suo comportamento è oltremodo curioso... è davvero la bambina più insolita che abbia mai conosciuto!”

ma tu?” Fissando poi sua moglie. “Prima sul balcone dicevi di dovermi raccontare qualcosa di importante…”

Mi voltai di scatto e lo fissai per un istante...
“Si!” dissi, mentre di nuovo quel sogno mi tornava alla mente.
Per un attimo la preoccupazione di nuovo mi invase e, distrattamente, mi sfiorai la mano ferita... tuttavia mi sforzai di sorridere...
“Non preoccupartene ora!” lo rassicurai poi, sollevando una mano a carezzargli il viso “Te ne parlerò più tardi... quando saremo soli!”

Guisgard
23-05-2011, 01.32.14
Beh, qui non c’è nessun altro, oltre noi due…” disse Icarius prendendo la mano di Talia fra le sue “… come ti sei ferita a questa mano?” Chiese. “E poi hai detto di volermi parlare di una certa cosa…”
Si voltò allora all’improvviso verso una delle finestre.
“Sai cosa?” Fissando di nuovo sua moglie e sorridendole con complicità. “Io non sopporto più quest’atmosfera! E’ troppo solenne ed ufficiale per i miei gusti… già immagino le lunghe ed ammuffite facce che ci attendono a tavola! Guarda nella campagna in lontananza invece…” indicandole il luogo dove sorgeva il borgo vecchio “… laggiù si staranno divertendo! La festa lì sarà semplice, genuina e la gente trarrà gioia e felicità dalle piccole cose che ricorrono in momenti come questi…”
Le prese le mani.
“Ti va di fuggire fin laggiù con me? Quando eravamo sul balcone mi hai sussurrato che se io non fossi duca, tutto sarebbe più semplice, no? Ecco, lasciamo qui le corone e tutto il resto… c’è tanta magia stanotte da poterci trasformare in ciò che più desideriamo… vuoi venire con me nell’incanto di questa notte, milady?”

Talia
23-05-2011, 02.04.22
Lo osservai per qualche lungo istante, con gli occhi spalancati...
“E’ una follia!” mormorai, mentre il mio sguardo si spostava dal suo volto al punto lontano, oltre la finestra, che mi aveva indicato...
Fissai quel punto per un momento, sentendo il mio cuore accelerare sempre di più... era una pazzia, una cosa che non potevamo sperare passasse inosservata e che, ne ero certa, non mi sarebbe stata perdonata tanto facilmente...
“Izar mi farà rinchiudere in cima ad una torre questa volta...” mormorai, più a me stessa che non a lui...
Poi i miei occhi si spostarono di nuovo, tornando ad incrociare i suoi, brillanti come quelli di un bambino...
“Andiamo!” dissi, decidendo istantaneamente, mentre un vivo sorriso misto di gioia, ribellione e felicità mi si allargava sulle labbra “Verrei ovunque, mio signore... ovunque tu voglia condurmi!”

Guisgard
23-05-2011, 02.52.27
Il palazzo era in festa ed illuminato a giorno.
I baroni con le loro mogli erano giunti e tutti i cavalieri del ducato erano presenti.
Ma qualcuno, approfittando di tutto ciò, scese nelle scuderie e sellò rapidamente Matys.
“Tieniti forte, mia cara.” Disse Icarius facendo sedere Talia davanti a lui. “Sai bene che Matys non si fida troppo di me!”
Un attimo dopo i due erano lanciati in una corsa per la campagna.
“Se si arrabbia di nuovo” ridendo Icarius ed indicando la cavalla “le sussurrerai tu qualcosa nel vostro idioma per calmarla?”
Galopparono nella notte, lungo il sentiero che tagliava la campagna e conduceva al borgo vecchio, fino a quando cominciarono ad udire musica e canti.
Il borgo era infatti in festa per l’incoronazione del duca, perchè anche quaggiù, nonostante la distanza dal palazzo ducale, la gente aveva voglia di divertirsi.
Icarius e Talia arrivarono all’inizio del borgo e lasciarono Matys in una piccola stalla custodita da un ragazzino.
Poi si diressero verso il centro dell’abitato, dove vi era la festa vera e propria.
Musici, saltimbanco improvvisati e giocolieri animavano lo spiazzo del borgo, mentre ovunque c’erano bambini che giocavano e numerosi sguardi di ragazze innamorate.
Luci, canti, vino e cibo erano in buona quantità e bastava questo per rendere felice tutta quella gente.
Icarius si avvicinò ad uno dei tanti banchi.
“Cosa si vince? Se faccio centro, intendo…” disse all’uomo dietro il banco.
“Una delle bambole esposte, ragazzo…” rispose l’uomo “… hai tre palline per fare centro.”
“Comincia a scegliere quella che più ti piace, Talia…” disse Icarius prendendo le tre palline che gli porgeva l’uomo.

Talia
23-05-2011, 03.45.02
Cavalcavamo, in sella a Matys, a folle velocità verso il borgo.
Io, seduta di davanti con entrambe le gambe da un lato, mi tenevo stretta a mio marito. Ero agitata, vagamente ansiosa... ma infinitamente felice.
Giungemmo al borgo e lasciammo il cavallo, addentrandoci tra le stradine strette e tortuose fino alla piccola piazza centrale, completamente invasa di gente, banchi, giocolieri...

Icarius si avvicinò ad uno dei tanti banchi.
“Cosa si vince? Se faccio centro, intendo…” disse all’uomo dietro il banco.
“Una delle bambole esposte, ragazzo…” rispose l’uomo “… hai tre palline per fare centro.”
“Comincia a scegliere quella che più ti piace, Talia…” disse Icarius prendendo le tre palline che gli porgeva l’uomo.
Sorrisi divertita.
“L’ho già scelta!” dissi ridendo e socchiudendo appena gli occhi mentre lanciava “Vorrei quella con l’abito rosso!”
“E voi non siate così scettico!” soggiunsi con orgoglio, rivolta all'uomo che ci guardava scuotendo appena la testa “Mio marito è imbattibile!”

Guisgard
23-05-2011, 04.57.48
“Si, come no!” Disse l’uomo del banco a quelle parole di Talia.
“Va bene…” mormorò Icarius prendendo la mira “… va bene…”
Lanciò allora la pallina, colpendo il centro del bersaglio disegnato su una lastra di stagno.
“Ehi, ho fatto centro!”
“Si, due su tre, ragazzo…”
“Ma non l’avevate detto prima!”
“Era ovvio, no?”
“Non lo era per niente, invece!”
“Cerchi guai stasera?”
“Siete un…”
“Cosa?” Lo interruppe l’uomo con aria di sfida.
“Nulla…” fece Icarius “… ora non seccatemi e lasciatemi tirare…”
Tirò la seconda pallina, ma mancò di poco il bersaglio.
L’uomo rise.
Icarius cercò di mandare giù la rabbia e di concentrarsi.
Fece allora l’ultimo tirò, colpendo per la seconda volta il centro del bersaglio.
“Centro!” Esclamò entusiasta. “Ora dovete darci la bambola! Quella col vestito rosso!”
“Quella è il pezzo migliore” replicò l’uomo “e la vince chi fa tre centri su tre!”
“Siete un imbroglione!”
“Bada a ciò che dici, ragazzo! O ti pesterò a sangue!”
“Voglio quella bambola…”
“Hai sbagliato un colpo, niente da fare.”
Icarius lo fissò con rabbia.
Per un momento sentì il bisogno di saltargli addosso.
“Datemi altre tre palline…” disse posando un’altra moneta sul banco.
Cercò di concentrarsi di nuovo.
Tirò poi i suoi tre colpi, riuscendo stavolta a fare sempre centro.
“Voglio la bambola per mia moglie…”
“Eccoti la tua bambola!” Fece contrariato l’uomo.
“Tieni, Talia…” disse soddisfatto Icarius porgendo il sospirato premio a sua moglie.
“Accorrete al gran ballo in maschera!” Gridò all’improvviso un uomo.
Tutti allora si fiondarono verso la casa davanti alla quale l’uomo aveva chiamato la gente della festa.
“Vieni, Talia…” fece Icarius prendendola per mano “… ti va di ballare?”
“Mi spiace, ma solo abiti con maschere sono ammesse!” Li fermò l’uomo davanti alla casa del ballo. “Procuratevi gli abiti e vi faremo entrare.”
“Non siamo di queste parti…” disse Icarius “… e non sappiamo neanche dove poter trovare gli abiti…”
“Laggiù, in quella stradina…” indicò l’uomo “… c’è un vecchio che ripara marionette e rifornisce solitamente qualche attore itinerante che capita da queste parti… potete provare da lui, se volete…”
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Guisgard
23-05-2011, 05.32.36
Intanto, a Capomazda, tutti attendevano la coppia ducale.
La grande sala era gremita di invitati e mancavano ormai solo Icarius e Talia.
Izar cominciava a mostrare segni di insofferenza e alla fine, vinto dalla preoccupazione, mandò dei servi a cercare l’Arciduca e sua moglie.
Poco dopo Ravus giunse nella Sala Ducale.
“Sua signoria non è arrivato…” disse “… l’ho atteso fino ad ora, ma non si è visto… e nemmeno lady Talia…”
“E’ naturale!” Replicò Izar. “Erano insieme!”
“Mando degli uomini a cercali?” Chiese August.
“No, li cercheranno i servi…” fece Izar “… forse sono in qualche stanza del palazzo, o presso le torri… tenete comunque pronti i vostri uomini…”
“Si, signore.”
Dall’altra parte della stanza invece, la giovane Sayla fu avvicinata da qualcuno.
“Tra poco l’Arciduca sarà qui…” mormorò Lho “… e tu potrai raccontargli ciò che avevi solo cominciato a dirgli poco fa…” la fissò con uno sguardo indagatore “… a meno che non sia di vitale importanza per la sua incolumità e quella di sua moglie… cosa sai, piccola?” Chiese Lho, quasi percependo qualcosa in lei.

Guisgard
23-05-2011, 05.34.14
Guisgard fissò Icarius e Talia sul balcone, per poi prendere fra le mani il medaglione di Morrigan.
“Non invidiateli…” disse un mendicate fra la folla a pochi passi da loro “… lui è come suo padre… non sono destinati alla felicità… come chi l’ha preceduto, neanche lui riuscirà a vincere il dramma della sua stirpe…”
“Andiamo…” disse quasi con insofferenza Guisgard a Morrigan “… qui ormai c’è poco altro da vedere… ho bisogno di bere… mi accompagni?”
Si voltò poi a fissarla per qualche istante.
“Non sopporto tutta questa mondanità e tutte queste mogli dei baroni abbigliate come mausolei…” mormorò “… mi danno ai nervi… e comunque…” riprendendo a camminare “… con quel vestito bianco sei molto più bella di tutte loro… che fai, mi fai compagnia alla locanda?”

Guisgard
23-05-2011, 05.43.46
L’alba giunse velata ed incerta su Capomazda.
L’aria non era limpida ed il cielo sembrava inquieto come lo stato d’animo di Pasuan.
Il cavaliere giunse con le prime luci alle scuderie.
Preparò il suo cavallo e lo condusse fuori.
Qui si accorse del bigliettino di Dafne.
Lo lesse tutto d’un fiato, per poi metterlo in tasca.
In quel momento lo raggiunsero Finiwell e Cavaliere25.
“Cosa leggevi? Un biglietto d’amore immagino!” Disse Finiwell.
Pasuan non rispose nulla e fece un’occhiataccia all’amico.
“Sei davvero deciso a batterti con quell’idiota?” Chiese Finiwell.
“Si.”
“Ho chiesto un pò in giro…” fece Finiwell “… quel Lyowel è un cavaliere arruolatosi poco prima della guerra qui… è il classico imbecille che diventa cavaliere sognando grandi imprese e dandosi arie a non finire… sembra abbia una passione per i duelli, dove può far aumentare la sua fama… tipi del genere sono di solito i primi a cadere in battaglia… non vale la pena sfidarlo per una contesa d’amore.”
“Sei qui per farmi da secondo, o per annoiarmi con le tue chiacchiere?”
“Cerca di stare calmo, pasuan…”
“Io vado al luogo del duello… se volete seguirmi bene, altrimenti ognun per se e Dio per tutti!”
E, montato in sella al suo cavallo, si diresse verso il Convento della Divina Misericordia.
“Vieni, ragazzo…” fece Finiwell a Cavaliere25 “… raggiungiamolo…”
Poco dopo i tre raggiunsero il convento, dove trovarono ad attenderli Lyowel ed un suo compagno.

Melisendra
23-05-2011, 11.24.42
Nessuno aveva fatto caso a noi e avevamo continuato a scendere attraverso scale e cunicoli.
Mi appoggiai alle pareti della cella in cui mi aveva condotta e osservai quell'uomo delirante.
"Anche tu sei pazza... ricordi? Nyclos lo diceva sempre."
Mi avvicinai al vecchio, i cui occhi chiari erano chiaramente quelli di un alienato. Gli accarezzai il volto rugoso.
Parve acquietarsi.
"Perdonami...", gli dissi. Qualche lacrima minacciò di annebbiarmi la vista.
Posai le mie labbra su quelle rugose del condannato e sentii il sottile flusso vitale iniziare a incanalarsi verso di me. Non c'era scampo.
Il suo respiro si fece sempre più sottile, fino ad assomigliare al sussurro di un grillo. Infine cessò.
Non c'era voluto molto tempo.
L'uomo cadde a terra, davanti a me.
La sua espressione mi parve quasi serena. Mi abbassai verso di lui e gli chiusi gli occhi.
Al prezzo di una vita io ero tornata forte. Potevo sentire quel nuovo vigore corrermi lungo tutto il corpo. Non mi doleva più nulla. Anche la mente finalmente era chiara e limpida.
Feci un cenno alla serva e uscimmo dalla cella.
"Anima? Per tanto tempo ho creduto di non possederne una. E ora che so di averla... ciò che ho fatto e che mi appresto a fare saranno le ragioni per cui la perderò."
Raggiunto il cortile, mi riparai sotto un porticato e lanciai qualche occhiata a ciò che ci circondava. Il solito trambusto da caserma, il rumore di armi, che tanta gioia dava a Gouf.
Rientrammo nella mia camera e mi cambiai.
Prima che Gouf scopra ciò che intendo fare...
Nello specchio ciò che vidi mi piacque e insieme mi inquietò. Ero di nuovo nel pieno dei miei poteri e della mia determinazione. Eppure... mi sembrò di vedervi riflessa una Melisendra di qualche anno prima. Temetti di vedere cancellati tutti i progressi degli ultimi anni, la scoperta della pietà, del perdono, le grida della coscienza. C'era qualcosa di crudele e vorace nella mia immagine riflessa. E sullo sfondo, negli occhi, la stessa malinconia di sempre, animata da un fuoco di sfida.
Mi voltai un paio di volte di fronte allo specchio, per accertarmi di essere in ordine. La luce iniziava a scarseggiare e vidi l'anziana servitrice armeggiare con le candele.
"Sai dirmi qual è il modo migliore per incontrare Lord Cimarow?"
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Lady Morgana
23-05-2011, 17.57.57
Venni portata via, lontana da Icarius e Talia.

NO! Non possono portarmi via, devo parlare assolutamente con loro!

Mi nascosi dietro la porta dove si sarebbe tenuta una cerimonia tradizionale, ove non ero ammessa.
Spiavo i lord che parlavano tra loro, riusì anche a sentire che erano spariti dopo l'incoronazione.

Se ne sono andati? Oh no, potrebbero essere in pericolo! Quei cavalieri erano così... terrificanti! Ho visto di tutto nella mia vita, ma...

I miei pensieri furono interrotti. Sentii qualcuno arrivare verso di me, stetti ferma, continuando a spiare all'interno della sala.
Un uomo mi chiamò, quando mi girai vidi che era lo stesso uomo che la sera prima mi aveva mostrato il posto ove si sarebbero tenuti i giochi.
“Tra poco l’Arciduca sarà qui…” mormorò l'uomo “… e tu potrai raccontargli ciò che avevi solo cominciato a dirgli poco fa…” mi fissò con uno sguardo indagatore “… a meno che non sia di vitale importanza per la sua incolumità e quella di sua moglie… cosa sai, piccola?”
"Io, io non so nulla. C'è qualcosa che dovrei sapere? Comunque io volevo solo parlare un poco con l'Arciduca e sua moglie, Lady Talia."
Scelsi le parole adatte, non potevo fidarmi di un estraneo.
"Quando tornerrano passerò un po' di tempo con loro, cos' parleremo... Non si preoccupi, signore."
Non so molto sui bambini, però so che sono molto curiosi!
"Ma scusi, Signore, lei chi è? E' forse un amico di sua signoria o un lord?"
Lo fissai in cerca di una risposta nei suoi occhi. Fin da piccola, tra le tante altre cose, mi è stato insegnato a riconoscere quando una persona mente, dai suoi occhi.

Talia
23-05-2011, 19.20.59
“...e la vince chi fa tre centri su tre!”
“Siete un imbroglione!”
“Bada a ciò che dici, ragazzo! O ti pesterò a sangue!”
“Voglio quella bambola…”

...o ti pesterò a sangue...
A quelle parole, intimorita, afferrai il braccio di Icarius con entrambe le mani e lo tirai impercettibilmente verso di me...
"Ti prego..." mormorai pianissimo "Non vale la pena litigare con questo manigoldo!"
Lui mi parve combattuto per un istante, i suoi occhi lampeggiavano, ma si controllò. Tuttavia era testardo... lo era sempre stato!
E chiese altre tre palline...

Tirò poi i suoi tre colpi, riuscendo stavolta a fare sempre centro.
“Voglio la bambola per mia moglie…”
“Eccoti la tua bambola!” Fece contrariato l’uomo.
“Tieni, Talia…” disse soddisfatto Icarius porgendo il sospirato premio a sua moglie.

Presi allora la bambola tra le mani, sorridendo...
Avevo ricevuto molti e molto ricchi regali a suo nome da ben prima che ci sposassimo, sebbene avevo sempre sospettato che fosse stato lord Rauger ad averli scelti tutti... oggetti bellissimi, opulenti e fastosi... nessuno di essi aveva, tuttavia, neanche lontanamente il valore che assunse per me in quel momento quella semplice bambola di pezza.
I miei occhi brillarono mentre la stringevo...
“Grazie!” mormorai... non dissi altro, ma i nostri sguardi si incrociarono intensamente e di altre parole non ci fu bisogno.
Poi udimmo quella voce annunciare un ballo...
“Un ballo in maschera!” ripetei, con la voce che tremava per l’eccitazione, dopo aver sentito le parole tra mio marito e quell’uomo “Oh si, ti prego, vorrei tanto andarci...” lo pregai, prendendo la sua mano tra le mie.

cavaliere25
23-05-2011, 19.42.11
ora che si fa chiesi guardando i miei due compagni io e te rivolgendomi a Finiwell non centriamo nulla e neanche l'amico di quel tipo se fanno il duello scorretto interveniamo pure noi dissi fissando i due

Guisgard
23-05-2011, 20.13.06
La vecchia serva fissava la bella Melisendra che si specchiava.
“Il lupo si ritrae e si nasconde nella sua tana…” disse la vecchia mentre sistemava alcune candele “… ma quando è ferito ed ha paura allora diventa ancora più temibile… tanto da non temere nemmeno la furia del leone, o quella della leonessa…” posò le candele sul tavolo ed il suo sguardo divenne insolitamente severo “… l’amore ha regole diverse da quelle dell’odio… chi ama divide sempre il proprio destino con chi si è scelto di seguire…”
Si avvicinò alla porta e senza voltarsi aggiunse:
“Lord Cimarow starà già piangendo il suo degno fratello…”
E poco dopo che la vecchia aveva lasciato la stanza, Melisendra fu attirata da alcune grida provenienti dal cortile.
Il ponte levatoio fu chiuso ed il gruppo di cavalieri appena giunto mostrò a Gouf ciò che restava di un corpo mutilato e senza vita.
Quasi nello stesso istante, Cimarow raggiunse i suoi nel cortile ed alla vista di quel cadavere lanciò un urlò di rabbia.
“Come è…” mormorò “… come è accaduto?”
“E’ lui, milord?” Chiese Gouf. “Ne siete certo?”
“Si…” annuì Cimarow “… sono i suoi abiti…”
“Il volto è impossibile da riconoscere ormai.”
“Come è accaduto?” Domandò di nuovo Cimarow.
“Vostro fratello era uscito per una cavalcata…” rispose Gouf facendo cenno ai suoi di portare via il cadavere di Nyclos “… e sembra sia stato aggredito da qualcuno… forse cacciatori di taglie… ci sono giunte voci che a Capomazda ne hanno assoldato diverse bande per trovare questo castello… probabilmente vostro fratello per sviarli ha cercato di seminarli nella brughiera, ma tra queste lande non è facile aggirarsi… deve aver perso il cavallo in qualche palude, dopodichè è stato un gioco da ragazzi per i suoi inseguitori raggiungerlo ed ucciderlo.”
“Se erano davvero cacciatori di taglie” replicò Cimarow “perché non hanno portato il cadavere a Capomazda? Solo così avrebbero potuto intascare la taglia.”
“Alcuni dei miei uomini usciti in perlustrazione devono averli allarmati, visto che hanno abbandonato il cadavere tra le rocce…” rispose Gouf “… quando l’hanno trovato, l’odore del sangue aveva già attirato dei lupi… ecco perché è sfigurato.”
“Mandatemi Pellissien il becchino…” disse Cimarow, quasi senza tradire emozioni “… per qualsiasi novità io sono nella Sala Nord, sir Gouf.”
“Si, milord.”
Ed il barone si allontanò dai suoi uomini, mentre sulla brughiera scendeva uno spettrale lamento giunto da chissà dove.

Guisgard
23-05-2011, 20.47.24
Lho fissò la giovane Sayla e sorrise.
“Io chi sono? Ah, beh, sono un vecchio amico della famiglia ducale!” Disse. “Uno di quegli amici a cui si confida tutto, perché troppo vecchi per aver voglia di raccontare in giro i segreti uditi! Non mi credi? Beh, posso rivelarti segreti che nessuno conosce qui… io, per esempio, conosco il colore preferito di sua signoria, il suo fiore preferito, la musica che ascolta più spesso e ciò che adora mangiare!” E rise di gusto.
“E tu invece?” Domandò Lho a Sayla. “Tu come ti chiami? Sei sola qui? Ho saputo che giungesti al palazzo insieme a sua signoria e alla Granduchessa. Immagino che siate amici, vero?”
E mentre Sayla ascoltava le parole di Lho, il suo sguardo finì sui ritratti che animavano la grande sala.
Come quello di un giovane uomo dallo sguardo fiero e inquieto.

La pioggia cadeva forte, battendo sulle vetrate del grande salone.
“Tua moglie ti attende nella sua stanza…” disse lord Rauger “… va da lei, sbrigati!”
Ardross restò in silenzio davanti alla vetrata.
“Hai sentito cosa ti ho detto? Va da tua moglie!”
“Credete di poter comandare tutto e tutti, vero?”
“Io sono il tuo signore e padrone!” Tuonò Rauger. “Tutto qui mi appartiene! Anche tu e la tua felicità!”
“La mia felicità…” mormorò Ardross con un sorriso beffardo “... allora regnate sul nulla, perché essa non esiste... non qui in questo palazzo…”
“Non vedrai più quella donna!” Disse Rauger. “Ho allontanato suo marito... gli ho affidato le terre oltre il fiume Vultus!”
“Non potete fate questo!”
“Io posso tutto!” Replicò Rauger. “Io sono la legge, il giudice, la giuria ed il boia!”
“Vorrei che quella maledizione fosse vera!” Gridò Ardross. “Vorrei che fosse vera e che venisse a prendersi la mia vita oggi stesso!”
“Stupido!” Colpendolo Rauger.
Ardoss lo fissò con rabbia.
Un attimo corse via, uscendo poi da quella stanza, nonostante l’ordine di tornare indietro di suo zio.

Quella visione attraversò lo sguardo di Sayla per poi svanire senza lasciare traccia.

Melisendra
23-05-2011, 20.53.39
"Dividere il proprio destino con chi si ama non significa accettare tacitamente qualsiasi destino... non gli permetterò di portare tutti alla rovina." Risposi mentre scendevamo le scale.
"Non sono nemmeno certa che la Bestia sia ammansita... potrei andare incontro a morte certa e non saperlo neppure."
Sollevai un velo sul capo, mentre uscivamo verso il cortile maggiore.
Le grida mi allarmarono.
Trattenni il fiato alla vista del corpo sfigurato e ripensai con un po' di rimorso al giovane sorridente che avevo conosciuto... prima che la bramosia ne storpiasse il bel volto.
Mi affacciai nel cortile. Non avevo bisogno di fingere turbamento per ciò che stava accadendo. Mi strinsi nel velo.
Lanciai un'occhiata a Gouf. Il suo sangue freddo sorprendeva persino me.
Non lo avevo mai visto pronunciare tante menzogne con tanta aperta disinvoltura. Avrebbe mentito perfino di fronte al demonio in persona.
E non ero neppure certa che quello, prima o poi, non sarebbe accaduto veramente.
Avevo sentito voci, attraversando frequentemente le scuderie e l'armeria, sul fatto che la guerra ormai si stava diffondendo, come una putrida infezione, nelle terre circostanti. Iniziavo a temere per la sorte di Poggio del Sole, dove avevo nascosto Uriel. Si trovava abbastanza a nord da non farmi eccedere in preoccupazioni, ma le voci si facevano sempre più insistenti.
Feci cenno a Gouf che ci saremmo incontrati dentro.
Salii le scale nuovamente, in compagnia della mia disapprovante nemesi e le parlai: "Vi sono molto grata per l'aiuto che mi state dando... ma non mi avete ancora detto come posso chiamarvi. Qual è il vostro nome?"
Mi soffermai sulla soglia degli appartamenti di Gouf e attesi la risposta dell'anziana donna, prima di addentrarmici.
Avrei fatto servire una cena nei suoi appartamenti. E vino. Molto vino.
E se non fossi riuscita a farmi spiegare tutti i suoi piani, non mi sarei più ritenuta degna del titolo di incantatrice.

Guisgard
23-05-2011, 21.00.41
Dove la ridente campagna capomazdese aveva ormai ceduto il posto al rigoglioso e selvatico bosco, all’ombra di collinette che anticipavano i monti del nord, era sparso il borgo vecchio.
Questo stretto ed isolato lembo di terra, tra il bosco e le pendici dei monti, fu un tempo abitato da un gruppo di fuggiaschi longobardi che giungevano forse da est, forse da ovest e parlavano una lingua infarcita di germanismi e cadenze latine.
Secondo qualcuno erano in fuga dai normanni, secondo altri si erano rifugiati qui per erigere un gastaldato e controllare l’entroterra da possibili attacchi ad opera dei greci d’oriente.
Molto probabilmente, visto lo stato e le strutture delle murature più antiche, la seconda ipotesi è forse quella più vicina alla realtà.
Questo villaggio, costruito con uno stile tipicamente militaresco, almeno in origine, oggi appariva pittoresco e suggestivo, con il suo aspetto essenziale e spoglio di stravaganze e pomposità, come lo erano invece gli edifici più importanti di Capomazda.
Gli abitanti, dopo questi secoli, erano ormai rimasti fedeli alla staticità di questa terra, sulla quale erano giunti come un gregge di pecore spinto dal freddo verso pascoli più miti.
I lettori, per il loro piacere, si lasceranno guidare da chi ha visto questo angolo del ducato e ne conosce l’incanto, pastorale ed idilliaco, per entrare nella festività che ora scuote il borgo vecchio.
La nostra attenzione è verso una casa non troppo grande, bizzarra e consumata dal tempo, a cui il Sole di queste terre ha donato quel tenero e riposante colore che acquista la terra brulla durante le calde estati.
“Questa è la casa che ci ha indicato quell’uomo…” disse Icarius a Talia.
Su una vecchia panca che scricchiolava ad ogni minimo sussulto c’era un omino anziano e dai tratti grotteschi, intento a cucire un vecchio straccio, a cui la sua maestria avrebbe donato lo status di costume.
“Buonasera, buon uomo…” salutò Icarius.
L'uomo smise per un attimo di cucire e sorrise ai due sposi.

Lady Morgana
23-05-2011, 21.02.04
"Io sono solo una bambina, il mio nome è Sayla. Ho conosciuto il nobile Taddei e sua moglie nel bosco. Stavo male e così mi hanno soccorsa. Sono stati molto gentili!" Guardai l'uomo poi il mio sguardo si perse nella sala e osservai dei ritratti appesi alle pareti. Ma uno in particolare catturò la mia attenzione.
Era ritratto un giovane uomo dallo sguardo fiero, ma contemporaneamente inquieto, preoccupato.
In un lampo la sua storia mi apparve davanti agli occhi, come se fossi stata sempre lì con lui e mi sembrò di conoscerlo da sempre.
Quasi sicuramente era stato anche lui arciduca.
Mi rigirai verso l'uomo che continuava a farmi una raffica di domande.
"Sapete dirmi chi era quell'uomo?" indicai il ritratto del giovane uomo, "Era l'arciduca, vero? Come è morto?"
Avrei voluto porgere al signore di fianco a me moltissime domande che cercavano diperatamente una risposta, ma, finora, senza trovarla.

Fu di sicuro Arciduca ai suoi tempi. Ha menzionato la maledizione, la Gioia dei Taddei. Probabilmente è morto così... Voglio delle risposte e se quest'uomo non può soddisfare la mia voglia di sapere... Non mi dirà niente. Mi considera solo una bambina, ma è meglio così, vuol dire che il mio "travestimento" funziona!

Lady Dafne
23-05-2011, 22.15.12
La mattina dopo il torneo mi svegliai serena. Mi vestii e poi allattai e preparai Hubert

"Oggi piccolino è un grande giorno per te, sarai battezzato, sai?" il bambino spalancava gli occhi e mi guardava. Non sorrideva ma ad un tratto sbadigliò e si rimise a dormire "Oh Oh, non puoi dormire ora, amore della mamma. Vieni forza che andiamo in chiesa".
Uscii di casa e mi diressi verso la Chiesa. Arrivai sul sagrato, non c'era nessuno. Avevo chiesto al prete di celebrare all'alba per non dare troppo nell'occhio, volevo che il padrino fosse Pasuan ma non avevo intenzione di creare mormorii tra la gente. Stetti ferma a guardare verso la piazza aspettando di vedere quel cavaliere arrivare; era una testa dura e mi aveva pure fatto prendere un bello spavento quel giorno in riva al lago, tuttavia non riuscivo a staccarmi completamente da lui. Un po' per gratitudine, un po' perchè probabilmente ne ero ancora innamorata, continuavo a fare in modo che lui non potesse evitare di pensarmi.

Aspettai, nessuno veniva, aspettai ancora, ancora nessuno. Hubert iniziava a piagnucolare e dalla chiesa proveniva un'odore di incenso molto forte.

Talia
24-05-2011, 00.16.14
Entrammo in quella casa dopo aver picchiettato appena sullo stipite e i miei occhi vagarono subito per l’angusto spazio, tutto invaso di stoffe, ceste, vecchie stampelle che avevano forse una volta assolto il compito di manichini, sedie consunte...
Un uomo era intento a cucire seduto su quella vecchia panca sgangherata... sembrava molto vecchio, tuttavia furono due occhi vivaci e indagatori, seppur gentili, che alzò su di noi per osservarci quando entrammo.
“Buon uomo...” dissi gentilmente, sorridendogli mentre mi facevo avanti di qualche passo “Io e mio marito stiamo cercando due costumi per poter partecipare al ballo in maschera di questa sera... Voi forse potete aiutarci?”

Guisgard
24-05-2011, 00.40.13
La vecchia fissò Melisendra e si lasciò scappare la sua solita grottesca risata.
“Il mio nome? Oh, è passato tanto di quel tempo dall’ultima volta che qualcuno l’ha pronunciato…” disse “… Freia… questo era il mio nome quando avevo ancora la giovinezza ad illudermi sul mio futuro…”
Ad un tratto udì dei passi e si scostò verso la parete, come se stesse per arrivare un appestato, o un lebbroso..
Un attimo dopo Gouf apparve nel corridoio.
Fissò Melisendra per qualche istante.
Aprì la porta della sua stanza e mormorò qualcosa alla ragazza:
“Entra…”
Si rivolse poi alla vecchia:
“Portaci del vino. E fai in fretta!”

Guisgard
24-05-2011, 01.10.09
Tutta la stanza era parata con stoffa nolana, di un colore simile ad un giallo pallido e intessuta di varie tonalità di porpora.
Ovunque vi erano rotoli di stoffa dei più svariati colori e tendaggi variegati da tonalità accese e vivaci.
Un grosso scaffale era inchiodato alla parete, dal quale pendevano marionette e maschere dalle tinte risplendenti e dalla pregevole lavorazione.
Sul tavolo fermo nel bel mezzo di quell’ambiente ardeva una lampada di Fiandra e dal soffitto oscillavano abiti che sembravano provenire dai quattro angoli del mondo.
Tutte le tecniche e gli stili conosciuti, da Oriente ad Occidente, attraverso la via della seta e quella dello stagno, parevano aver ispirato quei fantasiosi costumi.
“Oh, sono dolente…” disse l’omino alzandosi in piedi “… ma temo di non potervi aiutare…”
“Come sarebbe? Ci hanno indicato questo posto per procurarci dei costumi per il ballo!” Fece Icarius.
“Mi spiace, ma ho venduto o affittato tutti i miei costumi per stasera…”
“Non è rimasto qualche altro costume?” Chiese Icarius. “Anche di seconda scelta, anche difettoso! Quel ballo è importante per noi!”
“Mi spiace, ma non posso aiutarvi…”
In quel momento entrò una donna anziana con dei cestini fra le mani.
“Cosa accade, Ramon?” Chiese a suo marito.
“Questi giovani cercavano dei costumi per il ballo in maschera, ma non ne ho più…”
“Che peccato…” mormorò la donna “… sono così carini… è un peccato che non possano andarci…”
“Si, è proprio così…”
“Insomma, non c’è proprio nulla da fare allora?” Domandò Icarius.
L’uomo scosse la testa.

Morrigan
24-05-2011, 01.13.24
“Non invidiateli…” disse un mendicate fra la folla a pochi passi da loro “… lui è come suo padre… non sono destinati alla felicità… come chi l’ha preceduto, neanche lui riuscirà a vincere il dramma della sua stirpe…”

Morrigan quasi sussultò a quella voce e lasciò andare la mano di Guisgard.
Si girò a fissare lo strano mendicante.

"Non si possono invidiare i nobili e i potenti" commentò con voce triste, quasi accorata "Più grandi sono le altezze, più grandi sono le miserie..."

“Andiamo…” disse quasi con insofferenza Guisgard a Morrigan.

Lei sentì quell'ombra nella sua voce che la riscosse.
Annuì e lo seguì in silenzio verso la locanda.

"E comunque…” riprese lui dopo qualche minuto “… con quel vestito bianco sei molto più bella di tutte loro…”

Morrigan sorrise a quelle parole, ma nascose il suo sorriso dietro i lunghi capelli.

"Grazie..." mormorò, lievemente imbarazzata da un complimento cui non era più abituata "ma non farci l'abitudine!"

Così giunsero alla locanda e presero posto in uno dei tavoli.
In quel momento c'erano pochi avventori, perchè la gente era ancora per le strade a festeggiare, così Morrigan potè scegliere un tavolo in fondo, piuttosto riservato.
Attese che Guisgard ordinasse da bere per entrambi, quindi si fermò a guardarlo negli occhi chiari.

"Prima, mentre guardavamo la cerimonia, non mi hai risposto... che cosa hai visto? E che cosa stai cercando?"

Esitò un istante, poi sospirò e gli cercò la mano, forse per fargli sentire il suo calore o forse per trasmettergli la sua sincerità.

"Adesso è tardi per tirarsi indietro. Io non voglio sapere nulla del tuo passato, nulla che tu non mi vorrai dire... ma devi fidarti! E avrai il mio aiuto, come promesso, perchè tu non sei capitato in questo luogo per caso, così come non vi sono capitata io... lo so, l'ho visto!"

Talia
24-05-2011, 01.54.41
"Oh..." mormorai tristemente.
Mi voltai per un istante a guardare Icarius, in piedi pochi passi dietro di me, poi i miei occhi si spostarono sulla donna che era appena entrata e infine tornarono a fissare quell'uomo...
"Vi prego..." dissi, prendendo una sua mano "Vi prego... è così impostante per noi... Vedete... io e mio marito siamo sposati da poco tempo e così..."
Sospirai. Ero davvero triste e quello che avevo detto, riflettei, non era una vera bugia, dopotutto...
"Vi prego... vi sarà pure rimasto qualcosa! Due vestiti qualunque! Per favore!"

Melisendra
24-05-2011, 01.55.36
Lo scatto repentino di Freia mi aveva permesso di intuire la presenza di Gouf ancor prima di trovarmelo fisicamente di fronte.
Porsi il mio velo alla donna e le feci un cenno di ringraziamento.
Mi inchinai lievemente, quasi con ironia, e mormorai "Mio signore...", prima di addentrarmi nelle stanze di Gouf.
Feci cenno a un valletto di sgombrare la tavola e servire la cena.
Scostai i tendaggi e osservai il cielo scuro, in cui brillava già qualche timida stella. Avevo tante cose per la testa. Avrei dovuto dare una priorità e iniziare ad affrontarle. Una strana tranquillità, come una specie di abitudine ad agire in situazioni come quella, mi pervase. Iniziai a temere che presto mi sarei persa nelle abitudini del passato. Usare i miei poteri poteva farmi dimenticare ciò che avevo appreso sulla natura umana e su me stessa? Mi sarei dimenticata di ciò che amavo? Non lo sapevo. Ma ormai era troppo tardi per domandarmelo.
"Mio signore, pensate che vi farebbe piacere cenare insieme?" Domandai, assicurandomi che le coppe fossero riempite di vino speziato.
"Sto molto meglio ora..." sospirai. "Ero preoccupata per il vostro ritorno... ma adesso... adesso che siete di nuovo voi stesso..."
Mi avvicinai a lui e gli accarezzai il viso, porgendogli una coppa.
"A noi, Gouf!", brindai. Gli lanciai un'occhiata eloquente e assaporai la dolcezza del vino.

Guisgard
24-05-2011, 01.59.40
“Non ho visto nulla…” disse Guisgard sorseggiando dalla sua coppa “… nulla, oltre il trionfo dell’aristocrazia e dei suoi valori… valori che sbandierano tutti da queste parti, ma che probabilmente neanche conoscono…”
Restò un attimo avvolto in chissà quali pensieri e ricordi.
“Il destino…” mormorò “… si è sempre fatto beffe di me…”

Il cavallo galoppava rapido sul promontorio in quella bellissima giornata di un Maggio ormai perduto nel più lontano passato…
Il Sole era alto e con i suoi raggi vermigli accarezzavano le spumose onde di un mare dai tratti dorati...
Ad un tratto il cavallo arrestò la sua corsa e la donna indicò qualcosa al bambino che aveva con sé.
“Guarda il tuo papà, amore mio!”
Una piccola nave attraversò in quel momento il mare e sulla prua vi era qualcuno che li fissava.

“E poi…” continuò Guisgard “… non ho mai avuto bisogno dell’aiuto di nessuno… neanche del destino…”

Guisgard
24-05-2011, 02.20.34
L’uomo fissò Talia e sorrise come a volerla consolare.
Icarius allora si avvicinò, prendendolo da parte.
“Vedete, buonuomo…” disse a bassa voce “… quel che dice mia moglie è vero… siamo sposati da poco tempo e la maggior parte di questo l’abbiamo trascorso separati…”
“Posso comprendere, ma non…”
“Vedete quella bellissima ragazza?” Lo interruppe Icarius. “Ecco, mi ha stregato e non posso fare a meno di esaudire ogni suo desiderio… aiutatemi, vi prego, buonuomo…”
L’uomo sorrise.
“Un momento, Ramon!” Esclamò di colpo la donna. “Ci sarebbero gli abiti per il moro! Non è ancora passato a ritirarli, vero?”
“No, quelli no!” Scuotendo il capo il vecchio. “Non posso rischiare che si sciupino!”
“Allora è rimasto qualche altro abito!” Esclamò Icarius. “Vi prego, vendetemeli!”
“Impossibile, sono già stati pagati!”
“Ve li pagherò il doppio!”
“No, ho preso un impegno!”
“Allora li voglio affittare!”
“No, potrebbero rovinarsi!”
“Vi do la mia parola d’onore che non accadrà!”
“Un incidente è sempre un incidente!” Fece il vecchio.
“Vi lasceremo in pegno i nostri abiti!” Disse Icarius. “Sono molto preziosi, guardate!”
Il vecchio lo fissò titubante.
“Facciamo così… compro tutta la vostra bottega!”
“Cosa? Siete forse impazzito?”
“Oh, si, lo sono!” Sorridendo Icarius. “E mai un pazzo lo è stato più di quanto non lo sia io ora!”
“Ramon, ti prego…” fece la vecchia al marito.
“Me li riporterete per l’alba?” Domandò il vecchio.
“Avete la mia parola!”
“Parola di pazzo furioso?” Ridendo il vecchio.
Icarius annuì e scoppiò a ridere.
Il vecchio allora mostrò loro un piccolo vestibolo, dentro il quale si trovavano i due costumi.

Guisgard
24-05-2011, 02.39.13
Gouf prese la coppa dalle mani di Melisendra e la fissò negli occhi.
“Vedo che hai ripreso presto le tue forze…” disse “… e come mai sei così accomodante? Togliti quella maschera dal viso… ti conosco bene ormai… dimmi, a chi hai strappato la vita per riprendere la tua? Perché non l’hai mai fatto con me? Magari proprio stanotte… mi avresti fatto un gran favore…”
Scolò la coppa e la lasciò cadere sul letto.
“Forse dovresti lasciare questo castello…” mormorò fissando le tenebre che avvolgevano la brughiera “… andare via, lontano… anche la notte sembra maledirci in ques’ora…”

Talia
24-05-2011, 02.58.53
Ero felice, immensamente...
Ringraziai piano i due anziani coniugi, poi sorrisi raggiante ad Icarius...
Sfiorai uno degli abiti con la punta delle dita... era di una stoffa leggera e liscia...
Entrai quandi nel piccolo vestibolo e chiusi la porta... qui mi sfilai il mio abito e lo appoggiai su di un basso tavolino, poi mi infilai in quel costume, che mi calzava quasi a pennello, come fosse stato fatto per me.
Tentai di aggiustarlo alla meglio, lisciando la stoffa con la mano, ma non avevo una specchio per controllarne l'effetto... così, afferrandolo con attenzione per sollevarne appena il bordo, poiché quell'abito era appena un po' lungo per la mia statura, uscii dalla stanzetta e mi rivolsi, incerta, a mio marito, che era lì in attesa di indossare il suo...
"Allora... che ne dici?" mormorai.

Melisendra
24-05-2011, 03.10.27
Mi accigliai.
"Perchè continui a pensare che non ci tenga veramente a te?"
Appoggiai la coppa e mi diressi verso di lui.
"Non venirmi a fare la predica sullo strappare o meno la vita... non mi pare che tu vada per il sottile quando si tratta di toglierla." Ero risentita. "E se proprio ci tieni... quanto a prendere la tua... posso sempre rimediare..." Conclusi stizzita.
"In fondo non fai altro che tenermi a distanza da te, dai tuoi pensieri, dai tuoi piani... continui a scacciarmi perchè non ti importa niente di me o perchè temi che possa importartene troppo?"
Mi avvicinai ulteriormente.
"Credi ancora che ti farei del male?" Lo scrutai di sottecchi. "Me ne andrò, se vorrai."
Feci una pausa e lo guardai dritto negli occhi, non stavo usando nemmeno un briciolo dei miei poteri. A che scopo? Farmi dire quello che avrei voluto sentire invece della verità? No, conoscevo troppo bene le illusioni per acconsentire a tessermene una da sola.
"Se vorrai me ne andrò e non tornerò mai più... ti chiedo solo di dirmi se è vero che la guerra sta dilagando verso i villaggi più a nord... Poggio del Sole, per esempio." Ero vicinissima a lui. Avrei potuto prendermi il suo respiro e lui non avrebbe neppure fatto in tempo a tentare una flebile resistenza.
"Avanti... scacciami di nuovo!", ero tremendamente seria. Una parte di me era decisamente indignata.

Guisgard
24-05-2011, 04.07.31
“Questa guerra non risparmierà niente e nessuno…” disse Gouf “… giungerà ovunque… se ancora non l’ha fatto…”
Restò in silenzio per qualche istante.
“A Nord? Poggio del Sole?” Si voltò a fissarla.
La fissava come se leggesse ogni suo più intimo pensiero.
“No, laggiù non giungerà nessuno… tranquilla...” mormorò tornando a fissare l’enigmatico silenzio di quell’inquieta notte.
“Com’è?” Chiese all’improvviso. “Mi somiglia? Ha mai chiesto di…” esitò “… ha mai chiesto di suo padre?”
Sorrise quasi con un ghigno.
“Ma forse non conosce neanche te…” mormorò malinconico “… si, è giusto… in un mondo ingiusto ed oscuro come questo, quelli come noi non possono pretendere nulla…”
Si voltò di scatto e la prese con vigore, stringendola a sé.
“Potrei farti sfigurare, sai? Si, deturpare per sempre il tuo bellissimo volto…” disse, mentre la sua mano le accarezzava i capelli ed il viso “… e con un ferro incandescente spegnere per sempre i tuoi meravigliosi occhi che risplendono come giada in questa notte senza Luna…” la fissò per un attimo che sembrò infinito “… così che la tua bellezza non giunga più a turbarmi… ma forse non servirebbe a niente… forse non mi strapperai mai la vita… come io non potrò mai avere il tuo cuore…” e la baciò con vigore e passione.

Guisgard
24-05-2011, 04.31.37
Dafne fissava la strada, senza però scorgere nessuno.
Poco distanti, dietro al Convento della Divina Misericordia, un gruppo di uomini aveva salutato il nuovo giorno con una fatale attesa.
“Non possiamo immischiarci, ragazzo…” disse Finiwell a Cavaliere25 “… ma solo osservare ed attendere…”
Pasuan cominciò a scaldarsi, menando rapidi fendenti a destra e a sinistra.
Lo stesso faceva Lyowel.
“Cerchiamo di fare in fretta…” mormorò Finiwell al suo compagno “… i duelli tra i cavalieri del ducato sono vietati e potrebbe giungere una ronda e beccarci tutti con le mani nel sacco.”
“Passerà solo un minuto e tutto sarà finito!” Esclamò Lyowel che aveva udito le parole di Finiwell.
“A meno che non siate voi a passare a miglior vita!” Gli rispose Pasuan.
“Le regole, cavalieri?” Domandò il secondo di Lyowell.
“Al primo sangue.” Rispose Pasuan.
“Al primo sangue.” Annuì il suo sfidante.
Il segnale allora fu dato ed i due contendenti si lanciarono l’uno contro l’altro.
I primi istanti furono di attesa e studio, poi di colpo cominciarono a battagliare senza più tatticismi.
Pasuan era rapido e fermo nelle stoccate, mentre Lyowel preferiva colpi più forti e decisi, anche a discapito della velocità.
Alla fine, con un colpo veloce e preciso, Pasuan riuscì a ferire ad un braccio il suo avversario.
“Ottimo, amico mio!” Esclamò Finiwell. “Duello concluso! Hai vinto!”
“Pasuan si asciugò il sudore che gli rigava la fronte e fissò con un sorriso soddisfatto i suoi due amici, mentre Lyowel, rosso per la rabbia e l’umiliazione, veniva soccorso dal suo secondo.
Ma un cattivo cavaliere non bada all’onore.
Vinto dalla rabbia, improvvisamente Lyowel si lanciò alle spalle di Pasuan con la spada impugno.
Pasuan che sorrideva loro fu l’ultima cosa che vide Finiwell prima di accorgersi delle intenzioni di Lyowel.
Lanciò un grido per avvertire l’amico, ma inutilmente.
Lyowel trafisse alla schiena Pasuan che si accasciò al suolo in una pozza di sangue.
Proprio in quel momento giunsero alcuni cavalieri.
“I duelli sono vietati tra i cavalieri!” Proclamò uno di questi. “Per ordine del capitano Monteguard vi dichiaro tutti in arresto!”
Nello stesso momento, davanti alla chiesa, Dafne fissava sconsolata la strada deserta, in attesa di qualcuno che, forse, non sarebbe giunto mai.
http://www.swx.it/databank/images/thumb/6/66/Padme_amidala.jpg/250px-Padme_amidala.jpg

Guisgard
24-05-2011, 04.59.55
Lho fissò l’uomo ritratto del quale aveva chiesto Sayla.
“Quello era lord Ardross, nipote di lord Rauger e padre di sua signoria lord Icarius…” disse Lho “… sarebbe stato lui a succedere a lord Rauger se non fosse morto anni prima in circostanze improvvise e misteriose e sua moglie, lady Simon, dopo la tragedia decise di chiudersi in convento…”

Rassyel passeggiava stanca ed annoiata lungo il grande portico colonnato del palazzo ducale, mentre la dolce brezza della sera le accarezzava i biondi e profumati capelli.
Ad un tratto udì delle voci e delle risate.
“E diteci, milord, sarà dunque più difficile incontrarvi d’ora in poi a cavalcare nel bosco?” Chiese una delle dame che gli erano accanto.
“Milady, il matrimonio al massimo comporta una velata perdita della libertà, non una moria dei nostri cavalli!”
Le donne risero di gusto a quella battuta.
“E come farete, milord…” domandò un’altra con tono malizioso “... rinuncerete a tutte le vostre ancelle dopo aver sposato lady Simon?”
“Ma mi chiedo, mie signore… davvero un matrimonio è apportatore di tali sventure? Per voi deve per forza morire qualcuno... prima i miei poveri cavalli, poi le mie deliziose ancelle! Ma siete terribili, mie signore!”
E di nuovo tutte loro risero alla battuta di Ardross.
“E’ lui il nipote dell’Arciduca…” pensò Rasyel fissando quella scena “… com’è bello…”
E fu in quel momento che anche lui si accorse di lei.
E in un attimo per lui tutto svanì... quelle donne, le loro frivole risate e lo stesso ducato…

Lho si voltò poi verso la giovane.
“Come mai mi chiedi di lord Ardross?” Domandò. “Ti ha colpito a tal punto quel ritratto?”

Guisgard
24-05-2011, 05.25.25
Talia, bellissima, stava nel bel mezzo di quello stanzino con quel suo colorato e raffinato costume.
Appariva come una bellezza greca di Bisanzio, con gli occhi del colore del pregiato sandalo, ai quali la soffusa luce della stanza conferiva riflessi di uno splendido grigio lucente e labbra tra il vellutato candore del pesco in fiore ed il corallo ancora inumidito dal mare del sud.
Il costume, di raffinatissima e pregiata seta, aveva qualcosa di esotico ed era costituito da una lunga tunica, di un rosso sobrio e per nulla appariscente, stretta in vita da una larga fascia bianchissima con sfumature bluastre, che conferivano alla sua tinta una lucentezza quasi cromata.
Un delicato e traparente velo, ornato di perline e fili dorati, era adagiato con garbo sui lunghi capelli chiari, mentre due spilloni di madreperla tenevano un mantellino, corto e vellutato, che dalle spalle scendeva aggraziato lungo la schiena.
La fascia in vita era tenuta ferma da una cintura di seta del Catai, ornata da fiori ambrati al gusto di Ceylon.
Un piccolo e sagomato corsetto disegnava la perfezione della sua figura ed aveva pietre ad alveolo come bottoni.
Ed una maschera vermiglia, intarsiata con fili d’oro, le incorniciava il magnifico sguardo.
Icarius nel vederla rimase incantato.
“Nulla io vedo che non sia perfetto…” disse sussurrando.
Lui, dal canto suo, indossava un abito legato alle tradizioni del mare, molto più semplice ma dai colori vivaci.
Aveva una calotta di un verde intenso ed una veste di nappa scura stretta in vita da una cintura di fasce annodate sul lato destro, di colore giallo.
Si notava il ricamo alla “duellante” della camicia color avorio, mentre i pantaloni erano di un grigio opaco, aderenti e racchiusi in stivali di cuoio lucidissimo che arrivavano poco sotto il ginocchio.
La sua maschera era invece nera e sul capo aveva un basco con una lunga piuma bianca e arancione.
“Sono davvero bellissimi!” Esclamò la vecchia moglie di Ramon.
Il vecchio si avvicinò allora ad Icarius e gli adagiò una rosa rossa nella cintura.
“E’ l’arma del vostro personaggio.” Sorridendo. “E ha un nome, come tutti i fiori…”
“Qual è il nome?” Chiese Icarius.
“Mia Amata.” Rispose il vecchio.
“Ed il nome del personaggio?” Domandò Icarius accarezzando la rosa.
“E’ Cuore.”
“Ed il vostro è Ragione.” Disse la vecchia avvicinandosi a Talia e sistemando le lunghe pieghe del suo abito. “Siete un incanto …” sorridendo e porgendole uno dei delicati cestini che aveva con sé.
Icarius prese la mano di Talia e la sfiorò con le labbra.
“Posso avere l’onore di condurvi al ballo con me, milady?”

Melisendra
24-05-2011, 12.56.18
Ricambiai il bacio con trasporto. Mi strinsi a lui con passione.
Avevo smesso di domandarmi per quale ragione provassi ciò che provavo ogni volta che eravamo vicini. Lui era l'unico che mi facesse quell'effetto, mentre tutti gli altri avevano la stessa consistenza di ombre grigie e spente. Gouf invece era la vita, la morte, la gioia e la disperazione. Ciascuno dei suoi difetti non era sufficiente a farmi desistere dall'amarlo.
Forse Freia aveva ragione... eravamo maledetti.
Mi staccai lievemente, riprendemmo fiato. Mi sdraiai accanto a lui.
"Tu ce l'hai il mio cuore..." sussurrai al suo orecchio. "Non so quale dio mi abbia fatta ciò che sono, ma tutto ciò che sono appartiene a te... divisi siamo preda dei nostri dubbi e delle ombre che ci circondano, ma insieme..." gli presi la mano e la strinsi "insieme siamo più forti."
I suoi occhi mi scrutavano quasi con sorpresa.
"Uriel... ti assomiglia tantissimo... ha un animo forte e un'indole solitaria, ogni tanto lo vedo giocare con i suoi cavalieri di legno e le sue piccole spade. Quando gli hanno donato un pony riuscivo a sentire la sua felicità." Sorrisi. "Sa bene chi sono e che tornerò a prendermi cura di lui... sa che ti ho ritrovato, è riuscito a leggermelo nella mente, e ha iniziato a domandarsi chi tu sia." Ero stranamente orgogliosa di quelle prime goffe letture. "Da qualche tempo ha iniziato a parlarmi, quando mi sente vicina. Sta imparando, è ancora goffo. Un giorno avrà bisogno di un addestramento o non riuscirà a dominarsi."
Mi sciolsi i capelli e mi alzai in piedi, per scivolare fuori dal vestito. Rimasi con una leggera veste da camera, sottile e setosa. Tornai accanto a lui.
"Il mondo è stato oscuro e ingiusto... prima che mi desse te e lui." Lo baciai.

Lady Dafne
24-05-2011, 16.27.20
Il bambino piangeva, io cercavo di cullarlo per calmarlo, gli lasciavo succhiare il mio indice ma piangeva e piangeva ancora. Non aveva mai fatto così. Iniziavo ad innervosirmi perchè la situazione mi stava sfuggendo di mano e intanto nessuno giungeva per il battesimo.

"Pasuan, non è possibile, non puoi avermi tradita! Stupido cavaliere orgoglioso che preferisce un duello al battesimo di quello che considerava suo figlio!" pensai.

Nervosa e contrariata sciesi i gradini del sagrato della chiesa e mi diressi verso il luogo dove, stando alle indicazioni fornite al torneo, avrebbe dovuto tenersi il duello tra Lyowel e Pasuan. Hubert piangeva sempre più forte, aveva qualche cosa che lo disturbava ma non riuscivo a capire cosa.
Arrivai davanti al Convento della Divina Misericordia, voltai l'angolo appena in tempo per vedere Lyowel lanciarsi con una ferocia indicibile verso Pasuan. Vidi la spada colpire la sua schiena ed uscirne rossa di sangue mentre Pasuan cadeva a terra. Lanciai un urlo, caddi in ginocchio inciampando in non so cosa, forse solo nei miei sensi di colpa. Mi rialzai subito mentre Hubert strillava a pieni polmoni versando grossi lacrimoni. Con una corsa disperata cercai di raggiungere Pasuan ma d'un tratto cambiai direzione. Avevo visto degli uomini a cavallo giungere sulla scena ma non c'avevo fatto caso e, pur continuando a tenere in braccio Hubert, mi lanciai come una furia su Lyowel. Urlavo e piangevo mentre con l'unica mano che avevo libera cercavo raggiungere il suo viso: avrei voluto cavargli gli occhi.

Lady Morgana
24-05-2011, 17.28.26
"Si... è lo sguardo del lord che mi ha particolarmente colpito..." Guardai Lho negli occhi, forse non avrei dovuto scoprirmi così, ma provai una strana sensazione guardando quell'estraneo in piedi di fianco a me e senza nemmeno rendermene conto...
"Lei è sicuro che non si sappia come è morto? In circostanze misteriose... è un po' troppo misteriosa come risposta, non trova anche lei?"
Lo fissai di nuovo.

No, non posso... ma dopotutto Luna mi ha detto che è una leggenda popolare e io per loro sono una "popolana"...

"Sa, prima che il mio villaggio venisse attaccato da dei cavalieri, adoravo passare ore e ore con mia nonna, adoravo ascoltarla raccontarmi leggende, inerenti a creature magiche e mistiche." Lo guardai negli occhi per accertarmi di aver catturato la sua attenzione; Lho mi fissava incuriosito e decisi allora di continuare con la mia "storia".
"Ma io le chiedevo di raccontarmi sempre la stessa leggenda, la mia preferita. A differenza delle altre è molto misteriosa... Si intitola la Gioia dei Taddei. Lord Ardross non può essere stato ucciso dalla misteriosa creatura di cui si parla nella leggenda?"

Morrigan
24-05-2011, 19.56.55
“Il destino… si è sempre fatto beffe di me…”, aveva mormorato.

Morrigan era rimasta a fissarlo, mentre lui si perdeva di nuovo in qualche ricordo lontano.
Avrebbe voluto prendergli la mano. Avrebbe voluto dirgli che il destino, anche se non lo comprendiamo, sa sempre cosa fa. Avrebbe voluto dirgli che tutto, sempre, viene restituito, e che talvolta persino alla morte esiste un rimedio, purchè sopravviva il ricordo e l'amore...
Avrebbe voluto dirgli questo, e forse anche qualcos'altro. Spiegargli cosa aveva davvero in mente, e perchè aveva scelto lui come arma del suo destino. Avrebbe voluto raccontargli le cose che aveva visto e quelle che aveva udito, e forse lui avrebbe compreso meglio di altri quale profondo dissidio aveva lacerato il suo cuore in tutti quegli anni.
Ma non disse nulla, e restò a fissarlo per tutto quel tempo.

“E poi…” continuò Guisgard “… non ho mai avuto bisogno dell’aiuto di nessuno… neanche del destino…”

Quelle parole, d'improvviso, la ridestarono dai suoi pensiero. Nell'udirle ebbe un istintivo moto di rabbia. Perchè quell'uomo continuava a mentire a se stesso? Lui non stava ascoltando il suo cuore! E questo, a lungo andare, lo avrebbe portato a perdere ciò che invece sembrava tanto voler trovare... possibile che gli eventi del suo passato lo avessero portato infine ad essere così cieco?
Si adirò a quell'idea.

"Sei uno stupido..." rispose "uno stupido testardo che non vuole capire! Fai tanto il misterioso con me e dici frasi senza senso sulla tua vita e sul tuo destino... ma io ho visto, Guisgard! Oh, sì... io ho visto!" esclamò, mentre la sua voce cresceva di tono a quelle parole "Io ho visto quello che sei, anche se tu non vuoi ammetterlo... perchè tu sei quel bambino! Gli occhi sono i tuoi, e la sofferenza e la tristezza, anche quelle sono le tue! Non puoi mentirmi, e non puoi sfuggire alla realtà! E non puoi continuare a schivare il mondo e a disprezzarlo come stai facendo adesso, perchè il tuo disprezzo non servirà a cambiare nulla, capisci? Nulla!"

Dicendo queste parole, lasciando fluire liberamente la propria rabbia, poggiò le mani sul tavolo e si levò in piedi.

"E oltre ad essere stupido, sei anche un ingrato! Forse la vita non ti avrà dato quel che cercavi, ma sei qui adesso, ed è molto più di quanto abbiano avuto altre persone, credimi! Quindi, ora, se sei venuto qui solo per ubriacarti e sentenziare, ti chiedo scusa, ma non resterò!"

Per un attimò cercò di frenare il flusso delle parole che fino a quel momento non aveva controllato. Si accorse con stupore che in quella risposta si celavano, al contempo, i suoi ricordi e i suoi rimpianti, e forse quella foga eccessiva non era legata a Guisgard, ma ad un dolore molto più profondo e antico. Per questo si placò, e forse un po' si dispiacque di avergli parlato a quel modo, e tuttavia non pensò affatto di scusarsi, perchè, immaginò, forse nessuno prima di allora gli aveva parlato a quel modo, così duramente, ma anche così sinceramente.

"E tieniti pure il medaglione, se vuoi... tanto senza di me non è che una cianfrusaglia da pochi denari!"

Guisgard
25-05-2011, 01.00.23
Aveva capelli corti di un nero implacabile, lo sguardo cupo, indecifrabile ed inquieto, scolpito e racchiuso, quasi imprigionato, in quei grandi occhi nerissimi e luccicanti di una luce indefinita.
Una luce mutevole, sfuggente, indomita, tormentata.
La sola luce, se ciò fosse mai possibile, capace di poter attraversare l’Inferno e riemergere nel nostro mondo.
Il viso era pulito, senza barba né baffi, ma severo ed indomito.
Un viso modellato e forgiato sulle infinite passioni che animavano l’uomo chiamato da tutti Cavaliere del Gufo.
Un viso dai tratti regolari ma tinto di quel mortale pallore.
Come se quel cavaliere avesse trascorso l’infanzia e la primissima giovinezza rinchiuso chissà dove.
Forse proprio in uno dei gironi infernali che animano la vita di alcuni uomini e la rendono una fatale anticipazione dei veri tormenti dell’Ade.
Fissò Melisendra in quella sua veste di seta trasparente che solo a stento celava il suo bellissimo corpo.
“Ho conosciuto molti volti del coraggio…” disse accogliendola sul suo petto ed accarezzando i suoi lunghi capelli “… cavalieri nel pieno della battaglia strapparsi una lancia dalla gamba per riprendere a combattere… madri salutare i propri figli prima di una guerra e certe di non rivederli più… uomini andare in contro alla morte senza tradire emozioni… ma in nessuno, oltre te, ho mai visto tanto attaccamento alla vita, pur con la consapevolezza che essa possa esserci portata via in qualsiasi istante… questo ho sempre ammirato in te, Melisendra… sei una donna sola, forse vittima di un destino beffardo e crudele proprio come me… eppure sprigioni una voglia di vivere sconosciuta a molti… se mai io dovessi avere rimpianti essi riguarderebbero forse solo te… Uriel…” sussurrò fissando il soffitto dipinto della stanza “… perché questo nome? Era quello di tuo padre?”

Talia
25-05-2011, 01.06.54
Rimasi immobile di fronte a mio marito, in piedi sulla soglia di quello stanzino... notando distrattamente che, per qualche ragione, mi sentivo emozionata come la prima volta che lo avevo incontrato.
Il suo aspetto era insolito con quel costume, il quale gli conferiva tuttavia un’aria esotica e affascinante, vagamente spavalda... inoltre i suoi occhi chiari brillavano se possibile ancora di più contro la maschera nera. Ne rimasi incantata...
Ascoltai le parole dei due anziani coniugi con attenzione, percepii la donna sistemarmi con cura le pieghe dell’abito, e tuttavia non distolsi neanche per un attimo lo sguardo da Icarius... quasi non riuscivo a vedere altro... Poi, improvvisamente, le sue labbra sfiorarono la mia mano e ciò mi riportò alla realtà.
Gli sorrisi, dunque, e lasciai che mi conducesse fuori da quella casa...
“E’ tutto così meraviglioso...” mormorai con un piccolo sospiro mentre, mano nella mano, camminavamo per le stradine buie e strette “Essere qui con te questa sera, questa festa, questi costumi... e ora il ballo... è tutto perfetto! Vorrei che questa serata potesse non finire mai!”

Guisgard
25-05-2011, 01.20.15
“Non dovresti accenderti così…” disse Guisgard a Morrigan “… posso capire quando indossi i tuoi soliti abiti da spadaccina, ma ora quel tuo bel vestito meriterebbe un altro tipo di comportamento, più simile a quello delle dame che usano frequentare le corti dei castelli e dei palazzi di questo regn” E rise di gusto.
Sembrava aver ritrovato quel suo solito modo di fare guascone, irriverente e scanzonato.
“E poi cos’è quella storia sull’amore?” Domandò fingendosi sorpreso. “Non t’interessa? Impossibile! Anzi sono certo che avrai già adocchiato qualche bel cavaliere del ducato!” Ridendo di nuovo.
Si alzò e lasciò tintinnare una moneta sul tavolo, per poi dirigersi verso la porta della locanda.
“Non avevamo un patto noi due?” Voltandosi verso Morrigan. “Eravamo soci, no? Beh, se sei ancora di quest’avviso, allora ti conviene venire via con me… ci attende un bel viaggio in un luogo austero ed appartato… il convento di Santa Maria nell’Artoin…”

Morrigan
25-05-2011, 01.44.59
Morrigan lo fissò stupita. Quasi non credeva alle sue orecchie!

E'... è... insopportabile, sì! ...e odioso, ecco! Ma chi si crede di essere? Io mi faccio in quattro per lui, e lui cosa fa?

"L'amore è una perdita di tempo..." mormorò con voce brusca, incrociando le braccia al petto e girando lo sguardo altrove, imbronciata.

Lo seguì di nascosto con gli occhi mentre pagava e si avviava verso la porta.

Certo che ci sarebbe da dargli una bella lezione e lasciarlo da solo a fare per giorni quello che in due si farebbe in poco tempo... eh, già avrà pure a disprezzo l'aristocrazia, ma si comporta come un principino viziato... e io ne trovo altri dieci che mi possano aiutare, se voglio! E poi, cosa avrà tanto da ridere, ad ogni occasione? Insomma, quasi quasi lo pianto...

“Non avevamo un patto noi due?” disse Guisgard in quel momento, voltandosi verso Morrigan “Eravamo soci, no? Beh, se sei ancora di quest’avviso, allora ti conviene venire via con me… ci attende un bel viaggio in un luogo austero ed appartato… il convento di Santa Maria nell’Artoin…”

Lei sospirò. Era davvero impossibile, quell'uomo! Ma in che guaio si stava cacciando?

"Soci, eh?" esclamò, con aria spazientita e fissandolo con aria che voleva esser ostile.

Ma non durò che un attimo, mentre i loro occhi si fissavano fronteggiandosi a vicenda come in un duello. Poi Morrigan sorrise, ricambiando la smorfia sarcastica del suo compagno.

"Tu va' avanti e sella i cavalli," rispose "mentre io mi tolgo di dosso il tuo amato vestitino da damigella! Ti raggiungo in un attimo!"

Guisgard
25-05-2011, 02.21.57
Pur senza i raffinati artifici che proprio in questo momento stavano animando lo splendore di Capomazda, la festa nel borgo vecchio appariva colorata e rumorosa, per la gioia dei suoi abitanti.
La piazza chiamata del Vescovo, in ricordo dell’antica sede vescovile durante l’Alto Medioevo, era gremita di persone festanti ed appariva come una colorata esplosione di follie, canti e balli.
Una moltitudine di maschere di ogni genere e colore accorreva da ogni angolo dell’abitato per raggiungere la casa che ospitava il ballo mascherato.
Figure simili a marionette, pagliacci e grottesche immagini della più antica tradizione rustica e contadina sbucavano da ogni portone, porta, finestra e botola.
Tutti gridavano, cantavano, motteggiavano e gesticolavano in preda alla più lieta e rumorosa spensieratezza.
Ovunque vi erano lanci di uova e pagnotte piene di farina, lenticchie, fagioli o acqua colorata.
Coriandoli e nastrini colorati svolazzavano nell’aria, diffondendo in ogni angolo una pioggia di colori e bagliori che le torce rendevano scintillanti.
La casa del ballo era addobbata con tendoni e drappeggi, mentre ad ogni finestra brillava una diversa candela colorata.
Icarius e Talia giunsero davanti alla porta d’ingresso che si aprì quasi per magia davanti a loro, accogliendoli in uno scenario teatrale e pittoresco.
Subito una pioggia di coriandoli si riversò su di loro, catapultandoli in quella che sembrava essere una sfrenata battaglia tra gli invitati mascherati.
“Ehi, quel tipo abbigliato con variopinti festoni sembra mi abbia scelto come bersaglio!” Disse Icarius mentre cercava di dimenarsi da quei colorati attacchi.
“Ascoltatemi, mie belle maschere!” Prendendo la parola un uomo anch’egli mascherato. “Comincia ora il gran ballo!” E tutti esultarono. “Le dame si pongano alla mia sinistra, mentre i cavalieri alla mia destra! Parlo a voi, ora…” rivolgendosi a quelli alla sua destra “… oltre le maschere delle vostre dame, riconoscereste anche gli occhi? Beh, lo vedremo subito!” Fece un cenno e tutte le candele vennero spente di colpo. “Avvicinatevi e scegliete la vostra dama per il ballo…”
I cavalieri allora, camminando con passo incerto, si mossero verso i riflessi ed i bagliori che emanavano le maschere delle dame al buio.
Una dolce e delicata melodia cominciò a diffondersi nella sala, mentre ogni cavaliere cercava nel buio la sua dama.
Maschere merlate, dai bagliori vermigli, dorati e verdastri scintillavano come se avessero rapito gli ultimi riflessi delle candele ormai spente.
Icarius fissava i tanti occhi che si celavano sotto quelle maschere, che come le pietre preziose di un favoloso tesoro luccicavano nella notte.
Riflessi d’ambra, di giada, d’ebano attraversavano lo sguardo di Icarius, mentre lui cercava un tesoro particolare, speciale, unico.
E, ad un tratto, si fermò su due occhi che lo fissavano.
Due occhi luminosi e profondi, i soli capaci di contenere ogni suo sogno.
Le offrì la sua mano e quella dama lo seguì al centro della sala, dove la magica melodia aveva già intriso i cuori di tutti loro.

Melisendra
25-05-2011, 02.26.51
Mi rilassai contro il suo petto, ascoltando il suo respiro regolare.
Non sapevo nulla di lui. Me ne resi conto nel momento in cui mi fece quella domanda. A dire il vero non conoscevo nulla del suo passato, delle sue origini o della sua infanzia... nella stessa misura in cui le mie stesse origini mi erano ignote.
Non sapevo che sapore avesse una vita libera e spensierata. E se anche lo avevo saputo, qualcuno aveva strappato quei ricordi e mi aveva lasciato solo ombre incerte.
"Non ho ricordi di mio padre e nemmeno di mia madre. Ricordo il giorno della mia cattura, quando ero poco più di una bambina, e le strilla di una donna. C'era un villaggio, una casa, forse dei fratelli... e poi il fuoco, morte." La nebbia copriva molti particolari. "Lui fece a brandelli i miei ricordi e distrusse tutto ciò che amavo... mi rese schiava per molto tempo. Ero così abituata ad uccidere che quasi persi me stessa."
Mi rannicchiai, istintivamente.
"Poi conobbi te, eri diverso e abbassai la guardia... qualche tempo dopo scoprii che ero incinta... mi ero dimenticata cosa significasse la vita." Deglutii, cercando di riprendere a fatica il filo dei pensieri che mi avevano scossa in quel momento. "Ero terrorizzata e quando lui lo scoprì andò anche peggio, infatti mi costrinse a portare a termine il mio compito..." rammentai il senso di colpa terrificante che mi prese quando lo vidi crollare sul pavimento davanti a me.
"Quando seppi che avrei avuto un maschio... non so, divenne improvvisamente reale e la paura svanì. Non ero riuscita a salvare te, ma avrei salvato lui." Mi rigirai una ciocca di capelli intorno all'indice. "Prima di fuggire decisi che lo avrei chiamato Uriel, come l'Arcangelo del Tuono e del Terrore, che presiede i cancelli dell'Eden con una spada fiammeggiante... altrimenti conosciuto come l'Angelo del Pentimento." Sospirai. "Era l'unica cosa buona e sacra che avrei mai avuto la speranza di generare, in quei momenti di disperazione la pensavo così. Era la vittoria della vita sulla morte... e mi ci aggrappai." Mi voltai verso di lui, intento a scrutare il soffitto, e lo abbracciai.
"Sono le nostre scelte a condurci a rovina o felicità... dispensare morte perchè non conosco nient'altro non è una ragione sufficiente che possa nascondermi per sempre dalla responsabilità delle mie scelte. Scelgo con cura le mie battaglie e quando è il caso di combatterle." Appoggiai il mio capo sulla sua spalla e ripresi, con la voce tremante. "Pensavo di essere morta il giorno della mia cattura e sono morta tante volte anche in seguito, durante la prigionia e l'addestramento... Ho odiato tutti gli uomini, ho desiderato ucciderli tutti nel momento in cui posavano lo sguardo su di me e riuscivo a indovinare i loro pensieri. Continuavo a morire d'odio. E ora... amo la vita, da quando ho scoperto di essere viva, nel momento in cui ho capito che ero capace d'amare."
Le luci delle candele tremarono.
La mia mano si mosse sul suo viso e gli accarezzò i capelli. Quei tratti sembravano scolpiti nell'alabastro. Quegli occhi continuavano a posarsi qua e là, come se nulla potesse sfuggirgli. Mi strinsi a lui e rimasi ad ascoltare il suo respiro regolare, affascinata.
"Non mi hai mai detto niente di te... e non volevo essere indiscreta, quando ho visto qualcosa del tuo passato durante il rituale. Non era mia intenzione." Titubai e infine domandai: "Potresti giurarmi che non farai mai del male a Uriel? Potresti? E se mi succedesse qualcosa... giureresti di non permettergli di percorrere la nostra strada?"
Mi sollevai e mi sporsi su di lui, fino a quando con incontrai i suoi occhi.

Guisgard
25-05-2011, 03.01.33
I cavalli erano già stati sellati da un po’, quando Morrigan si presentò a Guisgard.
Aveva di nuovo indosso i suoi abiti da spadaccina, che avvolgevano e sagomavano la sua figura aggraziata e ben fatta.
Guisgard la fissò sorridendo.
“Devo dire che in fondo ti preferisco così!” Disse sistemando le redini dei cavalli. “Almeno se qualcuno vorrà farmi la pelle lungo la strada, tu sapresti come difendermi!” E le fece l’occhiolino.
Montarono poi in sella e partirono alla volta del convento.
Il bosco sembrò aprirsi al loro passaggio e quasi svanì alle loro spalle, poco dopo, quando già intravidero la sterminata brughiera fiancheggiare il loro cammino.
Quella landa desolata sembrava immutabile ed eterna, apparendo come un enorme limbo oltre il quale qualcosa di oscuro sembrava celarsi.
L’umidità della sera scendeva come un indefinito velo, attraverso il quale tutto appariva sbiadito ed incerto.
Guisgard e Morrigan percorrevano quel sentiero mentre tutto intorno a loro taceva.
Fino a quando una piccola collinetta apparve con la sua sagoma irregolare sulla strada, stagliandosi contro il buio che avvolgeva l’orizzonte.
Su di essa vi era un austero ed antico edificio.
“Ecco, il convento…” indicò Guisgard.

Morrigan
25-05-2011, 03.21.35
Morrigan seguì la mano di Guisgard e fissò l'edificio che si disegnava con difficoltà contro l'oscurità della notte.
Non avrebbe saputo dire quante miglia avessero percorso, perchè il paesaggio le era sembrato a tratti tutto uguale. Passò lo sguardo su quella valle e sulle colline intorno, poi i suoi occhi si posarono nuovamente sulla sagoma del convento.

"Che strano posto..." mormorò.

Più che un luogo adatto alle preghiere, le sembrò un luogo di dimora per anime in pena. Ma non lo disse a Guisgard. Forse era per quell'oscurità notturna che le aveva dato quell'impressione, e non occorreva quindi palesarla.

"Cosa faremo una volta giunti li, socio?" domandò sottilineando con un sorriso quel nuovo appellativo che tanto le piaceva pronunciare in quella lingua.

Guisgard
25-05-2011, 03.42.26
Gouf ascoltò con attenzione ogni parola di Melisendra.
Era diversa.
Appariva indifesa, inquieta, impaurita e sembrava cercare protezione fra le sue braccia.
Come un fiore di cristallo, inviolabile e inattaccabile, ora pareva volersi aprire ed assumere, finalmente, colori vivi e reali.
“Mi chiedi un giuramento…” disse senza distogliere lo sguardo dal soffitto “… non ho mai creduto in niente che non fosse me stesso… forse perché non ho mai dato valore a nulla… potrei giurare dunque su qualsiasi cosa, anche sul mondo intero… avrebbe valore per te?” Domandò voltandosi a fissare i suoi meravigliosi occhi di giada.
Lasciò scorrere le sue dita lungo la schiena di lei, in una lunga e sensuale carezza.
Poi le sfiorò il viso e la bocca.
“Non so come finirà questa guerra…” mormorò “… forse cadrà davvero Capomazda, o forse la rovina sarà per noi… o, chissà, sarà tutto questo tormentato mondo a perire e noi tutti con esso…” si voltò a fissare l’immensità della notte dalla finestra “… ho un castello sulla strada che conduce a Nord… lì ci sono servitori fedeli e tanto di quell’oro da poter garantire un futuro più che tranquillo a te ed a Uriel… se dovesse accadermi qualcosa, voglio che tu e tuo figlio raggiungiate quel castello… lì sarete al sicuro da tutto e tutti… anche da lui…”

Guisgard
25-05-2011, 05.09.40
“Presto lo saprai…” disse Guisgard fissando il convento che sorgeva a poca distanza da loro.
Spronò il cavallo e si diresse verso il sacro edificio, seguito pochi passi più indietro da Morrigan.
Qui attesero le prime luci dell’alba e quando la campana del convento suonò i due si presentarono alla porta del sacro edificio.
“Chi bussa a quest’ora alla porta del nostro convento?” Gridò qualcuno dall’interno.
“In nome di San Raffaele Arcangelo, che veglia sui viaggiatori, apriteci!” Fece Guisgard.
Dallo spioncino della porta apparvero due occhi scuri che li fissavano.
“Cosa cercate?”
“Vedete, siamo due giovani sposi e siamo braccati da un signorotto che ha messo gli occhi su mia moglie…” rispose Guisgard, facendo fare qualche passo in avanti a Morrigan “… vi supplico, solo qui possiamo trovare rifugio… ma se ci rifiuterete asilo per noi sarà la fine!”
Un attimo dopo che ebbe pronunciato quelle parole, la porta si aprì e i due furono accolti nel convento di Santa Maria nell’Artois.

Guisgard
25-05-2011, 05.23.05
La scena era tragica.
Pasuan, cadaverico e senza conoscenza, veniva portato via, mentre Lyowel, quasi aggredito da Dafne, fu arrestato.
“Cavaliere25, pensa tu alla ragazza col bambino!” Disse Finiwell al suo giovane compagno. “Io vado con loro in infermeria!”
“E’ una brutta ferita…” mormorò uno degli uomini che reggeva la barella di Pasuan “… credi ce la farà?” Chiese all’altro che lo aiutava a trasportarlo.
Questi scosse il capo quasi rassegnato.
Poco dopo il ferito giunse nell’infermeria della caserma.
Il capitano Monteguard fu subito avvertito e si precipitò dal suo cavaliere ferito.
Qui trovò Finiwell appoggiato alla porta della stanza, dove Pasuan stava lottando con la morte.
“Si salverà, capitano!” Fece Finiwell con tono spavaldo. “Io lo conosco bene… quel tiratardi non mi farà uno dei suoi soliti scherzi… non stavolta… anzi, secondo me ci sta prendendo tutti in giro… il suo intento è quello di guadagnarsi qualche licenzia premio… che tipo!”
Monteguard sorrise tristemente ed annuì.
“Dovremmo dargli turni di guardia più rigidi, capitano, così imparerà la lezione…” continuò Finiwell “… ma non d’Estate… lui adora l’Estate… e poi ora ha una ragazza… si, forse non gli faremo fare turni troppo rigidi, vero? Si, in fondo è un bravo ragazzo…”
“Un uomo, anche se è un cavaliere, deve saper quando piangere…” mormorò il capitano “… non vergognartene, ragazzo…”
“Ma voi mi conoscete, capitano…” replicò con un ghigno “… ci vuole ben altro per rattristarmi…” accennò un sorriso forzato, per poi abbandonarsi in un pianto disperato.
“Coraggio, ragazzo mio…” abbracciandolo Monteguard, mentre Finiwell piangeva tra le sue braccia come un bambino.

Guisgard
25-05-2011, 05.33.08
Lho fissò turbato la giovane Sayla.
“La Gioia dei Taddei…” disse lentamente “… e tua nonna cosa ti raccontava a proposito di questa storia? Non trovi sia strano? Una nonna che racconta storie simile alla nipotina… solitamente i nonni narrano di fate e principesse bellissime che sposano eroici principi o cavalieri…”
Si avvicinò a quella misteriosa ragazzina.
“Forse una ragazzina come te davvero dovrebbe ignorare queste antiche storie nate dalla superstizione e dall’ignoranza…”
Ma proprio in quel momento, uno dei ritratti alla parete, quello di una bellissima ragazza, apparve agli occhi di Sayla intriso di sangue ed orrendamente sfigurato.
http://redgr3mlinschronicles.files.wordpress.com/2010/10/castlevanialosimage.jpg

cavaliere25
25-05-2011, 11.20.48
Lady Dafne venite con me dissi vi porto a casa e vi preparo una tisana e misi una mano sulla spalla e cercai di portarla via da quello scenario poco piacevole

Guisgard
25-05-2011, 14.28.58
Un pallido Sole lambiva stancamente la campagna di Capomazda che appariva attraversata da sbiaditi riflessi di verde, giallino e rosso che il vento pareva mischiare e confondere.
Il cavaliere ed il suo destriero, trascinandosi dietro un secondo cavallo con in groppa il suo prezioso carico, furono avvistati dalla sentinella che dalle mura gettava il suo sguardo su quello sterminato e bucolico scenario.
Poco dopo il cavaliere, giunto alla Porta dei Leoni, fu accolto da due soldati armati.
“Fermatevi ed annunciatevi!” Disse uno di questi.
Il cavaliere si fermò senza però rispondere nulla.
“Chi siete?” Domandò il soldato.
“Voglio parlare con chi comanda i cavalieri della cittadella.” Rispose il misterioso cavaliere.
“Fatevi riconoscere o non entrerete nella cittadella.”
“Vediamo cosa c’è qui…” mormorò l’altro soldato avvicinandosi al secondo cavallo del cavaliere.
Ma appena l’uomo armato tentò di toccare ciò che il cavallo trasportava, il cavaliere gli bloccò la mano con la sua frusta.
“Ma che diavolo!” Gridò il soldato.
“Mostrerò ciò che trasporto solo al comandante dei cavalieri.”
“Lo vedremo…” fece l’altro “… mostrateci il vostro volto! Via quell’elmo!” Intimò.
Il misterioso cavaliere allora liberò il braccio del soldato e con rapido gesto della sua frusta disarmò l’altro.
“Merita una lezione, questo maledetto!” Ringhiò questi.
“Cosa accade qui?” Chiese improvvisamente August appena giunto.
“Signore, costui rifiuta di farsi riconoscere…”
“Chi siete, cavaliere?” Domandò August.
“Immagino siate il comandante qui…” mormorò il cavaliere “… io sono un cacciatore di taglie e ho qui qualcosa che potrebbe interessarvi.
August fece un cenno ai suoi e questi scoprirono il misterioso carico che portava con sé quel cavaliere.
“Per tutti i diavoli!” Esclamò August profondamente stupito. “Ma questo è…”
“Lord Nyclos, fratello di lord Cimarow.” Lo interruppe il misterioso cavaliere.
“Chi siete voi?” Chiese August.
“Sara de Mornay, cacciatrice di taglie…” rispose Aytli togliendosi l’elmo e mostrando finalmente il suo volto.
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Melisendra
25-05-2011, 15.03.36
Gli sorrisi, posando un dito sulle sue labbra.
"No, amore mio, non ti lascerò in mezzo a questa guerra..." il pensiero della distruzione imminente mi fece rabbrividire. "Sebbene preferirei che non avesse luogo... infatti non riesco ancora a capire per quale ragione Lord Cimarow avanzi delle pretese su Capomazda..." mi soffermai, pensierosa.
"Non mi nasconderò mentre tu rimani qui a combattere, continuerò a sostenerti per quanto mi è possibile... ma devo avvertirti che agirò secondo la mia coscienza." Una parte di me sapeva che prima o poi ci saremo trovati in grave disaccordo. "Non ti tradirò... e se sarà necessario, quando ci si spalancherà il baratro davanti agli occhi, invierò qualcuno a condurre Uriel in salvo."
A quel punto gli slacciai la tunica e accarezzai il suo torso nudo.
Quando posai le mie labbra sulle sue le luci delle candele fiammeggiarono e tremarono come smosse da un vento invisibile.
Avrei fatto in modo che Gouf dormisse bene e a lungo quella notte.

Guisgard
25-05-2011, 15.44.31
Una lunga ed intensa notte vissero i due amanti, tra forte passione e qualche inquieta illusione.
I lunghi capelli di lei scivolavano sull’asciutto e robusto corpo di lui, come una danza fatta di sospiri, baci e carezze.
Le loro mani erano unite, come i loro corpi e le loro labbra.
Più volte il piacere, intenso e travolgente attraversò quei corpi che vibravano come corde di un’arpa sollecitata ed animata dalla più sublime e dolce delle melodie.
Una notte senza più tormenti ed inquietudini.
Una notte sgombra dall’oscuro riflesso dei rimpianti e della paura di perdere quell’ombra di felicità appena solo intravista in quell’immensa tragedia che insanguinava il ducato.
Una notte in cui, forse dopo anni, Gouf si sentì di nuovo vivo.

Il fresco vento di quella sera d’estate sferzava le robuste querce che, come giganti addormentati, vegliavano su quell’antica torre.
“E’ qui che il più forte e valoroso cavaliere del regno viene ad incontrare i suoi pensieri…” disse Melisendra prendendo quasi forma dal malinconico buio di quella notte “… mi sono sempre chiesta quali siano i pensieri che attraversano il cuore di un cavaliere…”
“Ah, siete voi, milady…” fece Gouf quasi preso alla sprovvista da quell’apparizione.
“Attendevate forse qualcun’altra, messere?”
“No, nessun altro, milady.”
“Allora posso rubarvi per qualche istante il silenzioso incanto di questa sera?”
“Non ho pretese su questa sera…”
Melisendra sorrise avvicinandosi a lui.
“I miei pensieri…” mormorò Gouf “… se volete conoscerli, allora vi converrà interrogare la mia mente, non il mio cuore.”
“La mente non mi interessa…” sussurrò fingendosi divertita lei “…è il cuore che mi affascina…”
“Il cuore è solo dove dimorano le nostre debolezze, milady.”
“Si, ma sono queste che ci rendono vivi, non trovate?”
“Io mi occupo della morte, non della vita, mia signora.” Replicò lui alzandosi in piedi e facendo qualche passo col capo volto al firmamento.
“Si, ma dalla morte nasce talvolta la vita…” disse lei “… vite e morte sono spesso legate tra loro…”
“Probabilmente reclamano la vostra compagnia a tavola, milady…”
“Conosco molti uomini” rispose lei avvicinandosi di nuovo a lui “e la maggior parte li trovo vuoti e senza slanci... voi invece…”
“Io cosa?”
“Voi invece stasera mi apparite come un’inquieta figura che attraversa questa sera… come madonna Morte!”
“E non temete la morte, milady?” Domandò lui.
“Una vita vuota...” mormorò lei “… questo temo… ben più della morte…”

Questo ricordo divampò nel suo cuore, appena la luce del mattino destò Gouf dal suo sonno.
Il ricordo del loro primo incontro avvenuto anni prima.
Si voltò e restò a fissarla.
Dormiva sul suo petto, bellissima ed enigmatica, come i sogni che ci lasciano all’arrivo della nuova alba.
“Perché Cimarow avanza pretese su Capomazda…” ripeté ripensando alle parole di lei la sera prima “… perché è natura degli noi uomini desiderare ciò che non ci appartiene… anche a costo della dannazione eterna…” respirò profondamente, mentre con una mano le scostava dal viso una ciocca di capelli “… forse Cimarow non è poi tanto diverso da me… anche io, stanotte, ho tentato di raggiungere l’incanto di qualcosa che probabilmente è solo un frammento d’illusione ormai perduta…”
La baciò e dopo essersi rivestito uscì dalla stanza.
“Mio signore…” andandogli incontro uno dei suoi “… lord Cimarow vi attende.”
Il Cavaliere del Gufo annuì e raggiunse il suo signore.

Lady Dafne
25-05-2011, 18.23.02
Lady Dafne venite con me dissi vi porto a casa e vi preparo una tisana

"No, non posso, io... io devo andare da lui. Devo stargli vicino, lui deve sentire che io ci sono. Devo dargli la forza!" guardai Cavaliere25 mentre delle grosse lacrime mi rigavano le guance "Lui non può morire, non così! Lui deve vivere, vedere Hubert crescere, insegnarli a tirare con l'arco e ad usare la spada, me l'ha promesso". Abbassai lo sguardo, il piccolo si era calmato e dormiva.
"Devo andare..." dissi mentre correvo via seguendo Pasuan e Finiwell verso la caserma. Ero decisa, sarei rimasta con Pasuan tutto il tempo che fosse stato necessario! Avevo una buona dimestichezza con la medicina, avevo già curato una sua ferita, l'avrei fatto anche questa volta. Non potevano non farmi stare al suo capezzale, io avevo l'unica medicina che avrebbe potuto salvarlo: il mio grande e sincero amore!

Arrivai davanti alla porta della caserma e chiesi di poter entrare:
"Guardia, sono Lady Dafne. So che è appena stato portato qui un cavaliere gravemente ferito. Sono abile nella cura di questo tipo di ferite, chiedo di essere condotta in infermeria. Se avete dei dubbi sulla mia buona fede chiedete a Sir Finiwell, lui mi conosce e sa che cosa mi conduce al capezzale di Sir Pasuan".

Lady Morgana
25-05-2011, 18.54.09
Lho era piuttosto stupito delle storie che mi raccontava la mia presunta nonna.
"Vedete signore, mia nonna era una vecchia molto realistica, lei mi ha insegnato tutto ciò che so... perciò io credo a tutto quello che mi ha raccontato. Le storie di eroici cavalieri che vanno a salvare bellissime principesse in pericolo o racchiuse in alte torri... non accadono nella realtà."

Dopotutto è la verità. Quando mai si è sentito parlare di un cavaliere che salva una principessa? Mai!

Stavo ancora pensando, quando nitida come se si trovasse esattamente davanti a me, vidi una ragazza. Era molto bella, snella, avvolta in un bellissimo abito bianco, si avvicinava a me. Poi lo vidi. Il viso era completamente sfigurato, irriconoscibile. La giovane donna tese una mano verso di me afferrandomi saldamente un polso.
"No, ti prego, lasciami! No!!! Perfavore..."
L'immagine sparì in un istante come era apparsa ed io, ancora visibilmente sconvolta da quella visione, mi accasciai a terra tremante e mi portai le mani al viso...

Talia
25-05-2011, 19.27.40
Le luci si spensero e io rimasi in attesa. Intorno a me sentivo fermento, agitazione e la malcelata concupiscenza che animava tutte quelle dame... ma sopra tutto questo, sopra al loro chiacchiericcio sommesso ma carico di eccitazione, udivo distintamente il battito frenetico del mio cuore, tanto forte che mi sembrava strano e quasi sorprendente che nessun altro ci facesse caso... riuscivo a percepire, così al buio, ogni sussulto della mia anima e ogni sua tensione, riuscivo a cogliere il ritmo del mio respiro e notai che si era fatto leggermente irregolare, accelerato...
In quella irreale atmosfera, resa magica da quella delicata melodia che fluttuava nell’aria, vidi le sagome dei cavalieri venirci incontro... socchiusi gli occhi un momento, cercando di distinguere i volti di coloro che mi stavano sfilando davanti, cercando tra essi quel lampo azzurro intenso che in nessun caso avrei mai potuto confondere con altri... ma vedere era impossibile, poiché le velate candele che illuminavano i volti delle dame di sottili bagliori fuggevoli, lasciavano i cavalieri totalmente in controluce.
Ad un tratto uno di loro si fermò di fronte a me e mi porse la mano con gesto delicato... sorrisi e sollevai la mia, lasciandomi condurre verso il centro della sala.
E fu allora che lo vidi...
Nell’angolo estremo di quella stanza, oltre i mutevoli giochi di luci e ombre, oltre le sagome delle dame e dei cavalieri che danzavano, stava in piedi un cavaliere: la sua figura era imponente in quella armatura nera e la tunica rossa che gli scendeva drappeggiata da una sola spalla gli conferiva un’aria altera e, avrei detto, implacabile. Lo vidi e in quell’istante una folata di un gelido vento che mi investì il viso e mi fece volare i capelli, come se qualcuno avesse aperto una finestra in una notte invernale... Durò un istante, vidi il cavaliere sollevare un braccio nella mia direzione e tendere la mano verso di me... tremai... poi alcune di quelle sagome volteggianti mi passarono di fronte, ostruendomi la vista, e quando si spostarono il cavaliere non c’era più.

Guisgard
25-05-2011, 19.42.31
“Mi spiace, damigella, ma ho l’ordine di non lasciar passare nessuno.” Disse la guardia a Dafne.
Ad un tratto qualcuno sbucò dall’altra parte del corridoio e si avvicinò ai due.
“Come sta Pasuan?” Chiese la guardia a Finiwell.
Questi scosse la testa senza rispondere nulla.
Poi, alzando gli occhi, riconobbe Dafne.
“Sta molto male, damigella…” mormorò alla ragazza “… volete vederlo? Venite con me…”
Giunsero allora davanti alla porta della stanza in cui si trovava Pasuan.
“Ma vi prego, solo per pochi istanti…” disse Finiwell facendola entrare “… ha bisogno di riposo…”
Pasuan era steso sul letto senza conoscenza e pallidissimo per il troppo sangue perso.
“Ah… ah…” mormorava tra gemiti e respiri affannosi “… Daf… Dafne… Dafne…”
“E’ la febbre…” mormorò Finiwell “… il delirio lo porta ad agitarsi nel sonno…”

Morrigan
25-05-2011, 20.12.21
“Siamo due giovani sposi e siamo braccati da un signorotto che ha messo gli occhi su mia moglie… vi supplico, solo qui possiamo trovare rifugio… ma se ci rifiuterete asilo per noi sarà la fine!”

A quelle parole Morrigan sobbalzò e subito lanciò a Guisgard uno sguardo eloquente, uno sguardo di fuoco... ma cosa diavolo gli passa per la testa?
Stava quasi per dire qualcosa, ma proprio in quel momento la porta del convento si aprì e Morrigan si trovò di fronte un vecchio frate che scrutò con curiosità prima lei e poi Guisgard, che ancora la teneva stretta davanti a sè. Così, su due piedi, pensò che sarebbe stato meglio stare al gioco. Non aveva idea del perchè fossero lì, e non aveva idea di cosa stessero cercando in quel luogo, ma pensò infine che Guisgard dovesse avere i suoi buoni motivi per agire in quel modo. E in fondo, se gli aveva chiesto di fidarsi di lei, doveva pur essere pronta a fidarsi di lui allo stesso modo.
Quindi fece una lieve riverenza al frate e chinò lo sguardo con modestia, sebbene fosse cosciente che il suo abbigliamento non era esattamente quello di una creatura fragile ed indifesa.

"Siate buono, fratello... ospitateci, anche solo per una notte o due. Non daremo fastidio alcuno. Mio marito può dare una mano a spaccare la legna, e io posso aiutare in cucina, se è necessario"

Disse così, e fece un rapido cenno d'intesa a Guisgard, che le era accanto... certo, non aveva mai messo mani ad un fornello o ad una pentola, nè sapeva se Guisgard fosse disposto a spaccar legna, ma quelle parole e il suo sguardo spaventato potevano essere un buon lasciapassare in quel momento.
Quindi proseguì con tono soave.

"Ma dateci almeno una stanza dove riposare. Cavalchiamo da giorni per sfuggire a quel bruto, e siamo molto stanchi..."

Tacque, in attesa della risposta del frate, ma non perse l'occasione di rivolgersi a Guisgard, e fingendo di volersi stringere nel suo abbraccio, gli soffiò nell'orecchio:

"Noi due facciamo i conti dopo, maritino..."

Guisgard
25-05-2011, 20.25.03
Lho fissò divertito la giovane Sayla.
“Damigella…” disse “… allora voi non avete mai conosciuto un cavaliere di Capomazda!” E rise. “Guardatevi attorno in questo corridoio e troverete il meglio della cavalleria… quello laggiù, vedete? E’ Ardea e liberò la sua amata principessa dalle fauci di un terribile drago maledetto dai peccati degli uomini… quell’altro ritratto invece raffigura…”
Ma proprio in quel momento Lho si accorse dello strano comportamento di Sayla.
La ragazzina tremava e sembrava spaventata a morte.
Lho allora la prese in braccio e fece chiamare alcuni servitori.
Poco dopo Sayla si svegliò in un morbido letto.
La stanza era piccola ma accogliente ed una candela illuminava l’angolo accanto al letto.
“Come ti senti?” Chiese Lho.
Accanto a lui vi erano una vecchia servitrice ed un paggio.
I due poi si allontanarono dalla stanza.
“Quella ragazzina credo non sia normale…” mormorò la vecchia.
“Si, deve essere pazza…” rispose il paggio “… forse a causa della perdita dei familiari… sono traumi insanabili quelli…”
“Povera ragazzina…” scuotendo il capo la vecchia.

Lady Dafne
25-05-2011, 20.42.37
"Grazie Sir Finiwell! Davvero, grazie di cuore!" lo guardai con gli occhi pieni di tristezza ricacciando indietro le lacrime.
Lo seguii muta, avanzavo lentamente e tenendo la testa bassa lungo il corridoio della caserma finchè ci fermammo davanti ad una porta. Era l'infermeria, sentivo i gemiti di Pasuan. Mi si gelò il sangue, respirai profondamente ed entrai stringendo forte Hubert al petto. Non riuscii a trattenere le lacrime mentre mi avvicinavo al letto. Pasuan aveva un colorito pallido bruttissimo, sembrava una statua di marmo. Mi inginocchiai vicino al suo viso, lo abbracciai, lo baciai bagnando la sua pelle con le mie lacrime:
"Pasuan, non lasciarmi, combatti ora con tutta la forza che hai. Io sono qui, ti aspetto. Torna da me! Ti chiedo perdono... perdonami amore mio, te ne prego"
Gli presi la mano, gliela strinsi forte nella mia e la baciai più e più volte aprendola e chiudendola come per stimolare una sua reazione. Ero in preda alla disperazione, avevo capito che la ferita era molto grave.

Mentre mi lasciavo andare al dolore, ripetendo in continuazione a Pasuan che lo amavo e che non doveva nemmeno pensare di morire, non prestai attenzione a Hubert. D'un tratto però una risatina mi riportò alla realtà, Hubert si era svegliato e sorrideva. Non l'aveva mai fatto prima, crevo fosse troppo piccolo per poterlo fare. In tutto quel dolore lui riuscì a strapparmi un sorriso. Lo guardai attentamente e mi accorsi che una sua manina si era misteriosamente stretta attorno all'indice della mano destra di Pasuan riuscendo chissà come a levargli il grosso anello che portava.
Pensai che fosse un segno:
"Pasuan, guarda chi c'è qui! Senti, c'è tuo figlio! Devi vivere per lui, devi insegnargli tutto ciò che sai, devi farl diventare un uomo forte e.... devi regalargli degli altri fratelli e sorelle" dissi mentre appoggiavo il piccolo sulla branda facendo in modo che la sua guancia poggiasse su quella dell'uomo.

Abbracciai entrambi i miei uomini con un trasporto tale che mi sembrò di trasmettere nuova linfa di vita a Pasuan attraverso l'amore che inondava l'aria.

Melisendra
25-05-2011, 21.00.05
Quando il sonno mi vinse ero ancora talmente piena di vita e inebriata di forze, passione e tutto ciò che mi dava nutrimento che i miei poteri rimasero vigili.
Prima di scivolare tra le braccia dei sogni, avvinta al corpo del mio amato, rimirai la sua schiena illuminata solo dal chiarore delle candele ormai morenti.
Mi addormentai.

Un vortice mi rapì, mentre il sonno si era ormai impossessato di me. Capii chi mi stava chiamando.
Stavo camminando in un prato e riuscivo a percepire la rugiada inumidirmi i piedi e il bordo della veste. Intorno a me si agitavano bolle trasparenti, come quelle del sapone e i fiori sbocciavano da ogni dove. Cavallini correvano spensierati e io seguii il richiamo fino in cima a una collina, dove troneggiava un albero frondoso e gigantesco, il cui tronco contorto si avvitava su se stesso, quasi a descrivere la chiocciola di una scala.
Lui era seduto in cima. Come un principe.
I fiori che sbocciarono, quasi a indicarmi il cammino, cessarono di mostrare nuove corolle. Mi fermai.
Quando mi vide mi corse incontro.
Caddi in ginocchio e lo abbracciai. "Uriel..." sussurrai.
Mi guardava con quei suoi occhi profondi ed enigmatici, troppo profondi per un bambino così giovane. La sua consapevolezza, l'abilità con cui aveva creato il sogno e mi aveva evocata era sorprendente. Lo sfiorai quasi con timore.
Bastò un tocco, lieve sul suo viso e mi si gettò in grembo. Lo strinsi forte.
Mugugnò qualcosa, col volto premuto contro il mio petto. Continuai a cullarlo.
"Sono qui... sono qui, amore mio... verrò ogni volta che mi chiamerai." Lo rassicurai. "Non mi dimentico del mio tesoro..."
Mi guardò di nuovo con quegli occhi grandi e saggi. Gli spettinai la zazzera, ridendo e lo riabbracciai.
"Devi dormire, Uriel... devi dormire... non è tempo di giochi..." gli sussurrai, baciandogli le guance.
In tutta risposta si voltò ubbidiente, dopo avermi stretto un'ultima volta, e corse via, fino a quando il turbine non lo portò di nuovo nei suoi sogni ristoratori.
Rimasta sola decisi di muovermi.
L'atmosfera idilliaca creata dalla fantasia di Uriel si trasformò in un rassicurante prato sotto il cielo stellato. Mi sedetti presso l'albero e attesi.
Il turbine che avevo evocato, quel vortice impetuoso, avrebbe presto portato a me la persona che stavo cercando.
Arrivò e abbandonò al mio cospetto il visitatore.
Feci un cenno con la mano e si avvicinò.
"Capitano Monteguard... sono Melisendra, vi ricordate di me?" Sorrisi benevola e gli andai incontro. "Non ho molto tempo... ascoltatemi! Giungerà a Capomazda una donna, una guerriera, con il corpo del vostro nemico Lord Nyclos, l'amato fratello di Lord Cimarow... è una spia. Dovete guardarvi da lei. Ricordatevi: quella donna è una spia. E' uno dei migliori cavalieri al servizio di Cimarow. Seguitela, trovate le prove della sua collaborazione col nemico e arrestatela, probabilmente scoprirete che ci sono altri traditori tra voi." Lo guardai negli occhi e cercai di capire se mi avesse compreso. "Siate cauto, Capitano."
Mi diressi nuovamente verso l'albero e mi voltai appena verso di lui.
"Ricordate." Il vortice ubbidì al mio cenno e lo ricondusse via.
Quello scenario fantastico svanì lentamente e io potei sprofondare in un lungo sonno.

Mi svegliai e mi rigirai pigramente nel letto.
Avevo percepito un bacio nel dormiveglia. Allungai la mano e sentii il materasso ancora caldo del corpo di Gouf. Doveva essersene andato da poco. Scivolai fuori dalle coperte e spalancai le tende.
La luce del giorno brillò e mi abbagliò quasi piacevolmente.
Era un bel modo di svegliarsi. Ero felice.
Mi dissi che non stavo facendo nessun doppio gioco. Con un po' di fortuna sarei riuscita a evitare quella stupida guerra. Con un po' di fortuna e un po' di astuzia.
Iniziava la caccia e la preda sarebbe stata Lord Cimarow. Una caccia silenziosa.
Chiamai Freia e mi feci preparare un bagno nelle mie stanze.

llamrei
25-05-2011, 21.25.36
Ero molto stanca...stanca di tutto quello che stava accadendo intorno e impotente di non offrire il mio aiuto....stanca dell'abito che indossavo e che non sentivo parte di me....
Senza pensare sul da farsi, mi ritrovai a percorrere il corridoio verso la stanza di Pasun..avevo bisogno di chiarimenti.

Guisgard
26-05-2011, 00.52.54
L’acqua era calda e profumata.
Il tepore del vapore appannava leggermente gli specchi della stanza, mentre Melisendra si immergeva in quel dolce ristoro.
Ad un tratto entrò la vecchia Freia.
Recava con se ampolle colme di sali ed essenza profumate.
Le versò nell’acqua, per poi restare a fissare la bella incantatrice.
Ad un tratto entrò qualcun altro nella stanza.
Era Gouf.
Al suo arrivo la vecchia andò via, quasi infastidita.
Ma prima di andare si voltò un’ultima volta verso Melisendra.
La fissò per qualche istante per poi uscire.
“Rivestiti, voglio condurti in un posto.” Disse Gouf. “Ma sbrigati, non abbiamo molto tempo.”

Melisendra
26-05-2011, 01.37.11
Freia era sgusciata fuori dalla stanza dopo avermi lanciato l'ennesimo sguardo sospettoso. Non avevo ancora capito per quale ragione continuasse a disapprovarmi, eppure ad aiutarmi.
Gouf mi aveva colta di sorpresa, ma uscii prontamente dalla tinozza e mi asciugai con un telo. Spazzolai i capelli umidi, che scendevano come un manto sulle mie spalle, e indossai una veste molto semplice.
Mi osservai nel riflesso appannato di uno specchio, ma non mi curai del mio aspetto.
"Sono pronta, Gouf... cos'è tutto questo mistero?"
Afferrai il mantello e lo seguii.

Guisgard
26-05-2011, 01.59.49
Gouf non rispose niente a quella domanda di Melisendra.
I due raggiunsero le scuderie ed uscirono con due cavalli verso la brughiera.
Le lande scoscese e frastagliate da picchi rocciosi che si stagliavano lungo l’orizzonte sembravano voler ingoiare chiunque si avvicinasse a quello scenario selvaggio ed inospitale.
Galopparono su un irregolare sentiero, passaggio naturale frequentato un tempo da chissà quale lontana e dimenticata civiltà, l’unica strada praticabile per attraversare quello spettrale paesaggio.
Ne seguirono l’aspro zigzagare tra le rocce, gli sterpi e le pericolose paludi.
Giunsero infine presso un piccolo dosso naturale, segnato da ciò che restava di una serie di capanne forse risalenti all’età più antica della storia umana, dietro il quale si apriva una vasta vallata dominata da un verdeggiante colle.
In cima al colle, nonostante l’aria non fosse limpidissima, era possibile scorgere la sagoma di un maestoso edificio.
Era un grande castello, frutto forse delle battaglie e delle vittorie di Gouf e dei suoi uomini.
“Quello…” indicò Gouf “… è il maniero di cui ti parlavo… lì ho raccolto le mie ricchezze ed i servitori più fedeli… voglio che tu ed il bambino vi rechiate lì a vivere… almeno fino alla fine di questa guerra… lì sarete al sicuro… giurami che ci andrai col bambino… giuramelo, Melisendra!”

Guisgard
26-05-2011, 02.17.26
La musica, i colori, la festa, la gioia.
Quella sala sembrava possedere il favoloso incanto del giaciglio di Amore, dove i sogni prendono forma e riempiono gli infiniti istanti di un momento irripetibile.
Ogni cavaliere aveva con sé una dama e si lasciava condurre dalle note che aleggiavano nella sala.
Maschere pittoresche, grottesche e sognanti danzavano al buio, guidate dai bagliori che le poche candele accese riflettevano su di esse.
Tutto era celato, dalla musica, dalle maschere e dal buio e solo gli occhi erano liberi da quello strano incanto.
Un incanto che sembrava aver fermato e dissolto il tempo.
E così un soldato ballava con una cortigiana, uno schiavo con una regina, un marinaio con una fata, un contadino con una dama.
Ma nel mezzo di tutto ciò, racchiusi dai colori e dai misteri di tutte quelle maschere, danzavano Amore e Ragione.

La grande Sala Ducale era illuminata a giorno da lampade e candele come se il buio della sera non potesse mai raggiungere quel mondo fatto di bellezza, giovinezza e sogni.
Lei era incantevole con quel suo abito di seta di Persia azzurrissima e luminosa.
I capelli, tra il biondo ed il rosso, erano lasciati scendere con naturalezza e grazia, quasi sfiorando le nude e sensuali spalle.
Il viso era animato da un vago rossore che rendeva ancora più luminosi i suoi bellissimi occhi dello stesso colore dell’acqua di mare, chiara e trasparente.
La maschera era appena adagiata su quegli occhi, quasi dipinta sulla vellutata pelle.
“Sei bellissima…” disse quasi sussurrando Ardross “… tutti ti stanno ammirando, amore mio...”
“Guardano te, mio signore…” sorridendo Rasyel“… in fondo sei il futuro Arciduca…”
“Ti sbagli, guardano te…” sussurrò Ardross “… tutto è per te stasera, Rasyel...”
“No, ti prego…” posando delicatamente un dito sulla bocca di lui “… stasera non siamo né Ardross, né Rasyel, né duca e né baronessa… siamo il giorno e la notte, il Sole e la Luna, Amore e Ragione…”
Ardross annuì e le sorrise, lasciando che la magica musica della festa li portasse via dal mondo e dalle sue miserie, per condurli in uno dei loro tanti sogni…

La sala era semibuia, eppure Icarius non smetteva di fissare i magnifici occhi che spiccavano dalla maschera che stringeva a sé in quel ballo.
“La sera e poi la notte…” sussurrò alla dama mascherata che ballava con lui “… si susseguono all’infinito, eppure ti ritrovo qui con me, ad attendermi…” le sorrise.
Ma in quel momento qualcosa mutò attorno a loro.
Il leggero alone dorato generato da quelle poche candele si tinse improvvisamente di un cupo vermiglio, diffondendo nella sala una tetra e spettrale inquietudine.
La musica in quel momento cessò e le due maschere si ritrovarono da sole in quella silenziosa e desolata sala.

Melisendra
26-05-2011, 02.40.15
Ero confusa. Fermai il cavallo e riparai gli occhi dal sole con la mano, cercando di scrutare l'orizzonte.
Sembrava seriamente preoccupato. Non era da lui affannarsi tanto.
Per un attimo mi fece piacere la sua preoccupazione per l'incolumità mia e di Uriel, ma poi qualcosa dentro di me si ribellò.
Il cavallo sbuffò, mentre io lo placavo con una carezza.
Raddrizzai la schiena e strinsi le redini, mi voltai verso Gouf e cercai di comprendere cosa celasse nei suoi occhi scuri.
"Siamo al sicuro... l'hai detto tu stesso questa notte. Non c'è ragione per la quale debba andarmene da qui, preferisco restare al tuo fianco."
Guardai un'altra volta l'orizzonte.
"Non posso cambiare improvvisamente e diventare una sorta di castellana... lo sai anche tu che il mio posto è qui."
Mi voltai di nuovo verso di lui e incontrai il suo sguardo.
"Ti prometto che se ci troveremo in pericolo porterò Uriel al tuo castello, ma se intendi mandarmici adesso... dovrai legarmi e portarmici a forza..." Lo guardai senza sfida o stizza, ero tranquilla, stavo solo ribadendo un concetto ovvio.
Avrei dovuto uccidere Lord Cimarow... era l'unico modo per evitare che quella maledetta guerra ci travolgesse. Ma avrei dovuto farlo senza espormi troppo. Gouf non ci avrebbe messo molto a capire cosa stavo combinando e senza dubbio avrebbe riconosciuto un omicidio dove ci fosse stato il mio zampino. Forse era il momento di chiedere aiuto agli spiriti.
Girai il cavallo e attesi.

Talia
26-05-2011, 03.08.02
“La sera e poi la notte…” sussurrò alla dama mascherata che ballava con lui “… si susseguono all’infinito, eppure ti ritrovo qui con me, ad attendermi…” le sorrise.

Anche io sorrisi... finalmente potevo vedere i suoi occhi. E anche quando, in quell’infinito volteggiare, il rincorrersi di luci ed ombre non me lo permetteva, giungeva la sua voce al mio orecchio, limpida, affascinante, inconfondibile...
In un momento, dopo due soli giri di danza, avevo già dimenticato quell’orribile visione di un istante prima... avevo dimenticato il sogno, del quale ancora conservavo la ferita sulla mano... avevo dimenticato il palazzo di Capomazda, i ruoli, i compiti, le incombenze... avevo dimenticato tutto ciò che non era in quella sala, stretto a me...
Fu un momento magico, meraviglioso...
Poi tutto cambiò.

Il leggero alone dorato generato da quelle poche candele si tinse improvvisamente di un cupo vermiglio, diffondendo nella sala una tetra e spettrale inquietudine.
La musica in quel momento cessò e le due maschere si ritrovarono da sole in quella silenziosa e desolata sala.

In un attimo fu il silenzio... in un attimo la luce cambiò, il chiacchiericcio si spense sì come la musica, niente rimase in quella sala tranne noi...
Ci fermammo quindi e io mi guardai intorno, stupita...
Per un istante rimasi interdetta, quasi incredula... scambiai un’occhiata con Icarius e anche lui mi parve ugualmente sorpreso... poi lo sentii di nuovo: quel freddo, quel sospiro di vento gelido che non si sapeva da dove giungesse...
E il cuore prese a martellarmi nel petto.
“Andiamo!” mormorai con la voce più misurata che riuscii a tirare fuori, prendendo la sua mano nella mia e voltandomi verso l’uscita “Per carità, andiamo via di qui... immediatamente!”

Guisgard
26-05-2011, 03.13.46
Gouf fissò la landa desolata, mentre il vento soffiava come a voler rendere tutto sterile e senza vita.
“Stamani lord Cimarow mi ha fatto chiamare…” disse “… la morte di suo fratello ha acceso in lui un odio ancora maggiore per i Taddei… Aytli è partita stanotte col vero cadavere di Nyclos, che useremo come esca per farla entrare al palazzo di Capomazda… al massimo fra tre giorni lei sarà di ritorno con le notizie che attendiamo… dopodichè lord Cimarow darà ordine di attaccare… e quella sarà la battaglia che deciderà le sorti di tutto e tutti…” si voltò verso di lei “… quando ciò accadrà voglio che tu abbia già raggiunto il mio castello… se dovessimo essere sconfitti non ci sarà pietà per noi… conosco i Taddei ed il loro credo… ci ritengono traditori ed eretici… io potrei penzolare da una forca senza più le viscere, mentre tu saresti senza dubbio arsa viva… e poi c’è Uriel…” esitò un istante “… che vita creda che avrà? Sarà figlio di un traditore e di una strega… l’ignoranza e la superstizione rendono folli, intolleranti e crudeli… lo so bene… i Taddei credono che batterci sia quasi una missione divina… ci hanno già bollato come il male assoluto… non avranno pietà se dovessimo uscire sconfitti da questa guerra…”

Guisgard
26-05-2011, 03.40.24
Il silenzio.
Profondo, angosciante, insopportabile.
Sembrava echeggiare nella sala vuota.
Icarius e Talia si sentirono in una morsa spettrale.
Tutti gli altri erano spariti e le loro maschere erano ovunque, sui tavoli, alle pareti, per terra.
E quelle maschere li fissavano.
Mille occhi vuoti e senza vita erano su di loro.
“Si, hai ragione…” disse Icarius a Talia “… usciamo da qui e raggiungiamo gli altri… sono tutti in strada… vieni…”
I due uscirono così da quella casa, decisi ad unirsi agli altri del borgo che festeggiavano per le strade.
Ma quando furono in strada qualcosa di ancora più terribile si mostrò ai loro occhi: il borgo sembrava completamente deserto.
Icarius e Talia si guardarono intorno, senza però scorgere nessuno.
Lui allora cominciò a gridare per le strade, chiamando la gente che sembrava sparita nel nulla.
Ma nessuno rispose al suo appello.
“Dobbiamo trovare dei cavalli e lasciare questo posto, Talia.” Rivolgendosi a sua moglie.
Ad un tratto udirono qualcosa.
Come la risata di un bambino che correva nel buio del borgo addormentato.
“Chi è là?” Chiamò Icarius.
Di nuovo quella risatina, poi il silenzio.
“Chi c’è?” Urlò Icarius. “Sono lord Icarius, Arciduca di Capomazda… vi ordino di venire fuori!”
Seguirono attimi di cupo silenzio, poi di nuovo quella piccola figura che correva nel buio.
“Mamma, mamma, portami alla Pieve!” Disse la voce di un bambino.
Icarius e Talia fissarono quel buio spettrale da dove era giunta quella misteriosa voce.
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Guisgard
26-05-2011, 05.10.56
Il vecchio frate fece segno ai due giovani di seguirlo.
“E’ raro che qualcuno passi da queste parti” disse salendo le consumate scale e seguito qualche gradino più indietro da Guisgard e Morrigan “e che si fermi al convento… come siete giunti quaggiù?”
“Il convento ci è stato indicando da un vecchio orafo…” rispose Guisgard “… ci ha detto che qui avremmo trovato ospitalità e protezione… non sforzarti troppo, mia cara…” rivolgendosi poi a Morrigan ed aiutandola a salire le scale “… sono stati giorni duri e difficili per te… ora però potremo riposare…”
Il frate li condusse in una stanzetta austera e non troppo grande.
“Qui troverete tutto ciò che vi occorre per la notte…” mostrò loro il frate “… quando la cena sarà pronta sentirete la campanella suonare…” li salutò con un lieve cenno del capo e li lasciò soli.
“Sembra fatta…” mormorò Guisgard assicurandosi che il frate si fosse allontanato “… come immaginavo non ci hanno fatto domande…”
Gettò poi uno sguardo dalla piccola finestra che dava sul cortile.
“Quando scenderemo per la cena cercherò di capire dove si trova la biblioteca…” continuò “… è li che dobbiamo cercare…”
Si voltò poi verso Morrigan e le fece l’occhiolino.
“E non darti troppi pensieri per questa notte…” sorridendo “… non avrò molto tempo per dormire, quindi non dovrai tollerare la mia compagnia durante il tuo sonno! Ed in più potrai scegliere tranquillamente da quale lato del letto dormire!” E rise di gusto.
In quel preciso momento si udì la campanella.
Era il segnale che chiamava tutti per la cena.
“Vieni, ci attendono… mogliettina!” E scoppiò di nuovo a ridere.

Guisgard
26-05-2011, 05.33.10
Dafne era al capezzale di Pasun con il piccolo Hubert.
Il bambino stringeva ancora in mano l’anello del cavaliere, mentre Dafne sentiva crescere dentro di lei un’irrazionale paura di perdere di nuovo una persona cara.

Il villaggio era ormai avvolto nel crepuscolo e Pasuan lo attraversava con passo svelto.
Ad un tratto si ritrovò in una stradina laterale sconosciuta.
Inizialmente turbato, decise poi di seguirla.
Giunse così ad un piccolo molo che non aveva mai visto.
Qui vi era un piccolo battello.
“Devo raggiungere l’altra sponda…” disse al traghettatore “... potreste condurmi lì?”
Il traghettatore lo fissò con attenzione.
“Dov’è l’anello’” Chiese.
Pasuan si guardò le mani e non lo vide.
“Devo averlo perduto...” mormorò.
“Senza anello non posso condurti dall’altra parte!”
Ad un tratto qualcuno urlò.
“Sta piovendo! Correte o il fiume strariperà!”
“Presto, bisogna chiudere la strada!” Gridò un altro. “O la processione di Santa Rita non potrà passare!”
E un tuono lontano annunciò il temporale ormai prossimo.

Pasuan si agitò e si lamentò
“Forse ora dovrebbe riposare, damigella…” disse Finiwell a Dafne “… potrete vederlo più tardi…”
In quel momento entrò Llamrei.
“Grazie per essere giunta, sorella…” fece Finiwell “… forse possiamo solo pregare…”

Melisendra
26-05-2011, 15.34.11
Mi adombrai. Sapevo, che nonostante la drammaticità, nelle sue parole si celava la verità. Il destino avrebbe potuto essere crudele.
E tutto sommato era giusto che si preoccupasse per Uriel, nonostante fosse alquanto restio a riferirsi a lui come a suo figlio. Probabilmente non era pronto ad accettare quell'idea di paternità. In fondo anche io avevo fatto fatica ad accettare di identificarmi con una madre. L'istinto materno non era mai stato una delle mie priorità, non sapevo nemmeno di possederlo.
Il vento mi soffiava tra i capelli, asciugandoli in ciocche ribelli che scendevano lungo la schiena.
"Vorrei che riuscissimo a evitare questa guerra..." sussurrai nel vento. Non ero certa che avesse udito. Forse l'avevo detto solo per me.
Non potevo dirgli che avevo un accordo con Capomazda che mi avrebbe consentito di avere salva la vita. Tuttavia, se per qualche ragione quell'accordo fosse stato dimenticato, la mia sorte non sarebbe stata rosea. Mi era stata ben chiara quale fosse la posizione della Chiesa riguardo a quelle come me e l'eminenza capomazdese non si era risparmiato dal farmelo notare, durante il mio soggiorno. O il rogo o la reclusione. E Uriel sarebbe rimasto solo.
"Uriel vive presso la famiglia del Lord che sovrintende a Poggio del Sole... salvai la vita del vecchio Signore del Peggio, gravemente ferito, e in cambio lui e la sua sposa accettarono di accogliere Uriel nella loro casa." Mi voltai verso Gouf. "Puoi mandarlo a chiamare... è giusto che tu lo veda... poi lo accompagnerò io stessa al tuo maniero e mi assicurerò che sia al sicuro."
Se ci sarà una guerra! Pensai.
Sentivo nostalgia di mio figlio. Non ero presente quando aveva detto le sue prime parole, non c'ero per consolarlo dopo le prime cadute. Non ero sicura di essere una buona madre. Non ero sicura nemmeno di essere stata una madre...
Presi una pietra dei sogni dal sacchetto che portavo appeso alla cintura, una goccia infilata in un cordoncino e la porsi a Gouf.
"Se riceveranno questo, lo lasceranno partire, sapendo che sono io a chiamarlo."
Ero ansiosa e incerta. Mentre mi domandavo se avessi fatto la cosa giusta, spronai il cavallo e lo lanciai in una corsa.
In fondo al mio cuore una parte oscura si agitò... mi stava suggerendo una mossa che razionalmente non potevo nemmeno concepire: distrarre Gouf con la presenza di Uriel per avere più spazio d'azione. Davvero lo avrei fatto? Avrei messo in pericolo mio figlio per i miei scopi? Un'ondata di disgusto mi attraversò. Mi disprezzai. Che cosa sto facendo?, mi domandai tetramente.

Lady Morgana
26-05-2011, 15.48.14
"Lei è ancora qui? E' qui? E' stato solo un incidente, lo giuro..."
Mi guardai attorno, vedevo tutto sfocato e mi girava vorticosamente la testa. Ero sdraita sul letto e dovevo aver dormito, ma la sua immagine era ancora impressa nella mia mente e non potevo che pensare a lei e al suo viso sfigurato continuamente...

Non può essere lei. E' successo così tanto tempo fa, e non avevo più incubi o visioni del genere da anni...

"Mi, mi scusi... ora sto bene."
Guardai Lho e cercai di sorridere, ma senza successo.
"La vecchia che è appena uscita, crede che io sia pazza a causa della morte dei miei genitori... Forse hanno ragione, forse sono davvero pazza."
Mi presi la testa tra le mani e mi massaggiai le tempie. Stavo male, molto male. "Ora se non le dispiace, signore. Preferisco andare a rifocillarmi nelle mie stanze, sa non sto molto bene e poi si sta facendo tardi."
Mi alzai dal letto e accennai un inchino, scoprendo così che non indossavo più il mio splendido vestito. Feci finta di niente e mi diressi a passo svelto verso la mia stanza, ma ad un certo punto fui costretta a chiedere aiuto ad un giovane servitore che passava di lì di sorreggermi.
Il ragazzo mi accompagnò fino alle mie stanze e mi aiutò a sdraiarmi sul letto, poi se ne andò augurandomi una buona notte.
Lo fissai finchè non uscì dalla stanza, poi tornai con i piedi per terra e ripensai di nuovo alla visione...

Non posso parlare con Luna stasera. Non ce la faccio. Ma era stato davvero solo un incidente... e io sono davvero pentita, ma non potevo disubbidire ad un ordine. Mi dispiace tanto, Luna...

Morrigan
26-05-2011, 17.24.52
Morrigan fece scorrere lo sguardo attorno, sfiorando il mobilio spartano e le mura spoglie della stanzetta, ma non tradì nessuno stupore. Sebbene fosse nata nobile, infatti, in quell'ultimo anno le era capitato di dormire in luoghi anche meno confortevoli di quello... e alla fine non le avevano chiesto nemmeno di cucinare, il che era di certo un sollievo per lei e un vantaggio per gli altri commensali.

Guisgard intanto, si era sporto dalla piccola finestra che dava sul cortile.

“Quando scenderemo per la cena cercherò di capire dove si trova la biblioteca…” disse “… è li che dobbiamo cercare…”

A quelle parole, l'attenzione di Morrigan tornò su di lui. Incrociò le braccia al petto e, fissandolo con uno sguardo diretto, annuì.

"Bene," rispose "e questa mi sembra la parte più facile della faccenda. A cena lascia fare a me, mi farò condurre alla biblioteca in un batter d'occhio"

Mentre lei diceva questo, Guisgard si era voltato con il suo solito sorriso beffardo e le aveva fatto l’occhiolino.

“E non darti troppi pensieri per questa notte…” aveva detto sorridendo “… non avrò molto tempo per dormire, quindi non dovrai tollerare la mia compagnia durante il tuo sonno! Ed in più potrai scegliere tranquillamente da quale lato del letto dormire!”

Per la prima volta, invece di pungersi per le sue battute irriverenti, Morrigan non rispose e sorrise. Gli sorrise dolcemente e nei suoi occhi si accese una luce diversa, intensa e brillante. Si accostò a Guisgard, senza staccare da lui il suo sguardo e senza che il suo sorriso mutasse. Gli slacciò il mantello che lo aveva protetto durante il viaggio, lo lasciò cadere su una panca e con le dita cominciò a sistemargli delicatamente la camicia.

"Darmi pensiero per questa notte?" domandò, con voce dolce, stranamente lusinghiera e sottomessa, guardandolo negli occhi da quella minima distanza "E perchè dovrei, mio caro marito? E poi... sopportarti..." mormorò, continuando ad armeggiare con i vestiti di lui, mentre le sue labbra passavano vicino all'orecchio di Guisgard "...che brutta parola, mio adorato! No, io non dovrò affatto sopportarti..."

Dicendo questo, si staccò da lui, si allontanò come per poterlo osservare meglio e i suoi occhi brillarono di un bagliore incomprensibile.

" ...e non sarà necessario che io scelga un lato del letto... mi è sufficiente scegliere il letto! Quella panca mi sembra adeguata e confortevole per il tuo riposo notturno!" esclamò, mentre la sua voce tornava infine ad essere diretta e decisa, e la sua frase si concludeva con una sonora risata.

cavaliere25
26-05-2011, 17.44.03
corsi dietro alla fanciulla e dissi aspettatemi dentro di me stavo male vedendo pasual in quelle condizioni alzai lo sguardo al cielo e dissi signore ti prego fa che quel uomo continui a vivere a ancora tutta la vita davanti non portarglielo via alla sua donna e a suo figlio e rimasi fermo immobile

Talia
26-05-2011, 18.44.47
Uscimmo in strada, dunque, ma anche qui non trovammo altro che silenzio e desolazione... del fermento e dell’aria festosa che poco prima avevano animato gli stretti vicoli non era rimasto niente e questa nuova atmosfera, cupa e angosciante, rendeva il vecchio borgo spettrale, inquietante.
Osservai mio marito fare qualche passo per le strade deserte, chiamando a gran voce qualcuno da cui non ricevette risposta... io rimasi un poco indietro, con il cuore in gola e la paura di veder giungere da un momento all’altro il cavaliere con la tunica rossa... perché lui era lì, lo sapevo, lo sentivo, percepivo la sua presenza con quel sesto senso tipico della preda che fugge dal suo predatore... sapevo che era lì da qualche parte, così come sapevo che ci stava cercando, ci stava braccando, ci percepiva a sua volta.
La voce di Icarius mi riscosse...

“Dobbiamo trovare dei cavalli e lasciare questo posto, Talia.” Rivolgendosi a sua moglie.

Scossi appena la testa...
“Non servirà!” mormorai “Non riusciremo a trovare nessun cavallo questa notte...”
Lo dissi con la buia e terribile convinzione di una verità che sapevo assoluta, sebbene non la potessi spiegare...
Ma, prima che mi fosse possibile aggiungere altro, qualcosa di terribile accadde e mi interruppe...

Ad un tratto udirono qualcosa.
Come la risata di un bambino che correva nel buio del borgo addormentato.
“Chi è là?” Chiamò Icarius.
Di nuovo quella risatina, poi il silenzio.
“Chi c’è?” Urlò Icarius. “Sono lord Icarius, Arciduca di Capomazda… vi ordino di venire fuori!”
Seguirono attimi di cupo silenzio, poi di nuovo quella piccola figura che correva nel buio.
“Mamma, mamma, portami alla Pieve!” Disse la voce di un bambino.
Icarius e Talia fissarono quel buio spettrale da dove era giunta quella misteriosa voce.

Quella visione... intravedemmo la sagoma di un bambino correre nel buio e dissolversi tra le mille ombre in fondo alla strada...
Poi quella voce... giunse alle mie orecchie quasi ovattata, quasi come un’eco...
...portami alla Pieve... disse quella voce.
Sussultai, mi mancò l’aria e il mio cuore saltò parecchi battiti.
Ma fu Icarius a destarmi... fu lui quando, un istante dopo, fui invasa dal terrore che intendesse inseguire quell’ombra.
Mi mossi in fretta quindi e, prima che potesse decidersi a farlo davvero, mi parai tra lui e quell’eco...
“Icarius...” mormorai, prendendo il suo viso tra le mani e quasi costringendolo ad abbassare i suoi occhi nei miei “Aspetta, ti prego... ascolta... ci sono cose che non ti ho mai detto ma che devi sapere, cose che devo assolutamente raccontarti prima che sia tardi...” esitai e la voce mi tremò di paura e di rammarico “...sono stata così sciocca a non farlo prima! Ma ti prego... ti prego, fidati di me!”
Abbassai gli occhi, dispiaciuta... poi li rialzai su di lui e un’idea mi colse.
“La chiesa!” esclamai, voltandomi al contempo a scrutare la semplice ma rigorosa costruzione dall’altra parte della piccola piazza “Rifugiamoci in chiesa... saremo al sicuro lì e ti racconterò tutto!”

Lady Dafne
26-05-2011, 20.09.04
"No, no, io non esco di qui neanche per sogno! Mi metto lì in un angolo e non lo disturbo. Lui ha bisogno di assistenza e più ancora ha bisogno della mia presenza. Resto qui, so curare queste ferite, l'ho già fatto altre volte. Non mandatemi via. Lo sapete anche voi, Sir Finiwell, che lui vorrebbe avermi vicino".
Guardai Finiwell supplicandolo con lo sguardo, sperai di averlo convinto ma chissà perchè mi sembrava di non essergli mai stata tanto simpatica.

Guisgard
26-05-2011, 20.33.13
Sayla era turbata e stravolta.
Gli ultimi avvenimenti l’avevano scossa profondamente.
Ad un tratto sentì dei passi e qualcuno che bussò alla porta della sua stanza.
Entrò una giovane donna.
Era molto bella.
Alta e slanciata, dalla carnagione chiara e dai modi gentili e delicati.
Aveva grandi occhi di un verde luminoso e sognante, con capelli lisci e biondissimi che racchiudevano, come uno scrigno, il viso dolce ed aggraziato.
Le sorrise e la salutò.
“Come stai? Sono lieta di trovarti meglio.” Disse.
Parlava perfettamente la lingua del posto, ma aveva un accento straniero, simile a quello di lady Talia.
Sayla pensò che si trattasse di qualche servitrice della Granduchessa, che aveva seguito la sua padrone da Sygma.
“Posso farti un po’ di compagnia? Magari farci compagnia a vicenda…” continuò “… così resterò qui fino a quando ti sarai addormentata…”
Si sedette accanto alla ragazzina e la pettinò dolcemente.
Sembrava avere molta dimestichezza con i bambini.
“Sei molto carina, sai…” sussurrò mentre le sistemava i capelli “… ho un bambino che ha dei capelli belli come i tuoi… ora si sarà addormentato… tra un po’ dovrò tornare da lui… ma c’è tempo…” le sorrise di nuovo “… se vuoi posso raccontarti una storia… dai stenditi e riposa…”

“Come ogni mattina il duca usciva all’alba per cavalcare il suo splendido destriero dal manto argentato.
Attraversava il Viale dei Tigli e poi quello dei Ligustri, per poi recarsi in un luogo speciale e santo, dove era apparso il Primo Arcangelo di Dio e dove ora sorgeva un santuario a lui dedicato.
Qui restava a pregare fino a quando non giungeva la sua amata Rasyel.
Ma quella mattina non sarebbe giunta, perché lui era altrove.
Il marito di lei, sir Brajley, aveva scoperto tutto ed impugnando il diritto aristocratico aveva potuto sfidare il nipote di lord Rauger per difendere il suo onore.
Il luogo in cui si sarebbe tenuto il duello fu scelto dall’offeso… era presso una chiesetta che sorgeva tra Capomazda e la capitale del regno.
Ma lord Andross non giunse mai per il duello… egli, come tutti i nobili Taddei, pagò con la vita l’aver incontrato il vero amore… fu infatti ritrovato senza vita la sera, nei pressi della campagna che circondava il palazzo ducale… col volto orrendamente sfigurato dall’orrore che da secoli perseguita e punisce il nobile e tormentato sangue della sua famiglia…”

Sayla si addormentò subito e senza che il suo sonno venisse turbato da incubi o visioni.
Fu svegliata poco dopo dall’arrivo di Lho.
“Come stai? Riposato bene?” Domandò l’uomo.
Ma in quel momento la ragazzina si accorse di un quadretto a cui non aveva fatto mai caso.
Era ritratta una donna.
La stessa giunta poco prima e che le aveva raccontato quella triste storia.
http://www.ioarte.org/img/artisti/Antonello-Venditti__ragazza-con-l-orecchino-di-perla_p.jpg

Guisgard
26-05-2011, 20.44.13
“Non potete restare qui, damigella.” Disse uno dei soldati che sorvegliavano l’infermeria. “E’ il regolamento.”
“Lascia che resti a vegliare…” intervenne Finiwell.
“Ma il capitano non vuole che resti nessuno qui!”
“Mi prendo io la responsabilità di tutto.” Lo rassicurò Finiwell. “Damigella…” rivolgendosi poi a Dafne “… io devo allontanarmi, ma so che con voi è in buone mani... a farvi compagnia ci sarà questa monaca” indicando Llamrei “e per qualsiasi cosa rivolgetevi ai dottori…”
Si avvicinò al letto e restò a fissare Pasuan per alcuni istanti.
Poi, insieme a Cavaliere25, uscì dalla stanza.
“Forse bisognerebbe avvertire la famiglia di Pasuan…” mormorò Finiwell al giovane amico, una volta usciti dall’infermeria “… si, dobbiamo… prima che sia troppo tardi…”
A quelle sue stesse parole s’incupì.

cavaliere25
26-05-2011, 20.47.27
Guardai Finiwell e dissi che avete chiesi preoccupato pensate che il nostro amico Pasual non ce la faccia continuai a dire a la pellaccia duera e vedrai mettendogli una mano sulla spalla che ritornerà piu forte di prima e avrà imparato una nuova lezione che sarebbe "non si scherza sulla vita" e continuai a seguirlo

Guisgard
26-05-2011, 20.57.17
Gouf restò a fissare quel cuoricino.
Mille pensieri, sensazioni ed emozioni attraversarono allora il suo cuore.
Allora speranze, desideri, sogni, mai neanche concepiti fino ad ora, emersero dentro di sé.
Un attimo dopo il Cavaliere del Gufo raggiunse il cavallo di Melisendra, afferrando le sue redini e fermandone corsa.
Le pose fra le mani quel cuoricino e richiuse il suo pugno.
“Cosa posso offrirgli ora? Niente…” disse fissandola negli occhi “… non prima, almeno, che questa guerra sia finita… e forse dopo, chissà…”
Le accarezzò i capelli.
“Però vorrei vederlo…” aggiunse “… vorrei vederlo almeno una volta, prima dell’ultima e decisiva battaglia… voglio vederlo perché quando combatterò, dentro di me, saprò che lo sto facendo per qualcosa d’importante… per la prima volta combatterò per una speranza…” accennò un sorriso “… voglio vederlo senza però che lui sappia nulla… non ancora almeno… accompagnami al Poggio del Sole, Melisendra… sarò un cavaliere senza nome che ti affiancherà nel viaggio… voglio vederlo insieme a te…”

Guisgard
26-05-2011, 21.09.58
Quel maligno incanto, che sembrava aver rapito ogni cosa nel borgo vecchio, li avvolgeva come a tenerli imprigionati.
Poi quella figura, quella voce.
Poi la Pieve.
Icarius però fu destato da tutto ciò quando udì le parole di Talia e sentì il suo volto nelle mani di lei.
Fissò allora la chiesa dall’altra parte della piazza.
Prese sua moglie per mano ed insieme corsero verso il sacro edificio.
Ma giunti trovarono la porta chiusa.
Icarius bussò e gridò, ma nessuno rispose al suo drammatico appello.
Allora cominciò a picchiare con forza su quella poderosa porta di quercia afragognese.
Picchiò e scalciò con forza.
Ma quell’accesso sembrava incrollabile.
Continuò fino a quando le sue mani non cominciarono a sanguinare.
“E’ inutile, non cederà mai…” disse ansimando con la schiena appoggiata alla porta “… un momento… dietro, forse…”
Allora raggiunsero l’altra parte della chiesa, dove trovarono una porticina laterale.
Era chiusa anch’essa, ma senza lucchetto.
Ad un tratto Icarius sentì un tintinnio.
Proveniva da Talia, dal cestino che la vecchia moglie dell’uomo delle marionette le aveva dato per il suo costume.
Dentro vi erano dei rametti di erica ed intrecciata in essi Icarius trovò una piccola chiave di ottone.
Ebbe un sussulto.
Provò ad inserirla nella serratura della porta e questa si aprì.
Un attimo dopo i due sposi erano nella chiesa.

llamrei
26-05-2011, 21.16.43
Rimasi accanto al letto a fissare quel corpo senza forza. Mi era stato chiesto di pregare. Ma le mie preghiere...avrebbero sortito effetto? Ah, nessuna consolazione. No di certo. Specie se proferite da una donna che non cercava più risorse nella fede...tante erano le tribolazioni viste con quegli occhi...
Afferrai la mano del malato e mi inginocchiai accando al letto.
"è difficile riuscire ad essere forti, ma chi è forte per sé stesso è forte anche per gli altri. Dimostrate di esserlo: per voi e per noi. Dateci una lezione di coraggio e cercate di rimettervi quanto prima..abbiamo bisogno di voi"
Appoggiai il mio viso sulla mano di Pasuan. Non mi aspettavo risposta...anche se arrivò comunque. Sentii la mia mano cingersi in una breve morsa. Il messaggio era stato inteso. Ora la guarigione era avviata.

Lady Dafne
26-05-2011, 21.39.33
"Vi ringrazio Sir Finiwell, grazie di cuore!" poggiai delicatamente la mia mano sul braccio di quel cavaliere. Forse mi sbagliavo, forse non mi odiava poi così tanto.
Mi voltai e vidi la monaca chinata su Pasuan, ne fui rasserenata. Avevo un po' di paura a stare sola con lui, temevo di non reggere il dolore ma con un'altra persona, e soprattutto con una monaca, mi sentivo più forte e serena.
Addormentai Hubert e lo adagiai piano su di una lettiga, dormiva sereno stringendo ancora tra le sue mani l'anello del padre adottivo. Lo baciai sulla fronte. Mi avvicinai poi a Pasuan e sollevai il lenzuolo che copriva il suo corpo, la fasciatura sul dorso era vistosa ma il sangue stava scurendosi, mi rivolsi alla suora:
"Sorella, la vostra presenza qui mi conforta; guardate poi la fasciatura, sembra che la ferita abbia smesso di sanguinare. E' un buon segnale" appoggiai poi le mie labbra sulla fronte di Pasuan, le levai lasciandogli un casto bacio sulla pelle "è bollente, ha la febbre molto alta, se mi aiutate proviamo a bagnargli il corpo, la febbre così dovrebbe scendere".
Dicendo questo iniziai a tamponargli la fronte, il viso, le spalle e le braccia con una spugna imbevuta di acqua fresca.

Lady Morgana
26-05-2011, 22.43.57
Osservai incuriosita la donna che entrò nelle mie stanze. Era molto bella e sopratutto gentile. Si mise a pettinarmi i capelli e mi raccontò una storia, mi raccontò la leggenda della Gioia dei Taddei. Non potevo credere alle mie orecchie, nel castello quell'argomento, sembrava proibito.
"Quindi esiste! La leggenda è vera! La Gioia dei Taddei è una vera maledizione... la bestia esiste. Ma se L'arciduca e la Granduchessa s'innamorassero morirebbero, uccisi dalla besti?"
Fissai la giovane donna preoccupata. Ma quella preoccupazione non era una farsa, era reale. Non so perchè, ma inizia ad affezionarmi a Lady Talia e ad Icarius... Improvvisamente mi ricordai che erano scomparsi.
La ragazza smise di pettinarmi, mi raccomandò di riposarmi e poi se ne andò.
Mi addormentai di un sonno senza sogni.
Venni risvegliata poco dopo dall'arrivo di Lho, che mi chiese come stavo.
"Bene, vi ringrazio per la vostra attenzione nei mie confronti, signore... ora sto davvero molto meglio."
Mi guardai intorno e poi lo vidi: un quadro, bellissimo. Il ritratto di una donna splendida, dai luminosi occhi verdi e i morbidi capelli biondi, la donna che mi aveva parlato poco prima.

Non può essere, è impossibile...

Sospirai, e chiusi gli occhi per pensare. Stavano succedendo così tante cose strane, in così poco tempo...
"Chi è quella donna? Quella del ritratto..." guardai Lho, in attesa di una risposta, e ripensai alla giovane donna.

Forse è stato solo un sogno... solo un sogno...

Talia
27-05-2011, 01.12.21
Entrai in chiesa, feci qualche passo, poi mi voltai a guardare Icarius che stava richiudendo la porta dietro di sé con quella piccola chiave di ottone... e per un attimo mi chiesi che cosa ci facesse quella chiave in quel cesto, come mai ci fosse stata data... tuttavia non dissi niente: erano successe tante, troppe cose strane ultimamente e quella chiave lì proprio quando ci occorreva non era che una di esse.
Sorrisi appena a mio marito, quindi, poi mi voltai e mi addentrai per la navata deserta, camminando lentamente e ascoltando i miei passi rimbombare sonoramente.
Mi accostai all’altare principale e qui mi inginocchiai un momento, poi mi rialzai, raggiunsi la panca più vicina e mi sedetti...
“Vieni...” mormorai ad Icarius, facendogli piano segno di raggiungermi e di sedersi vicino a me.

Guisgard
27-05-2011, 01.28.34
La navata era deserta e semibuia e le statua dell’Arcangelo, sotto la suggestione del momento, sembrava sul punto di prendere vita.
Icarius si segnò e baciò il piede della statua di San Michele.

“Quello è il Primo Angelo di Dio…”
“Si, il protettore e custode della nostra stirpe, Icarius.”
“E’ bellissimo…”
“Segui sempre il tuo cuore, figlio mio...” disse Ardross abbassandosi accanto al bambino “... fallo e lui ti guiderà e proteggerà sempre.”
“Si, papà…” sospirò Icarius, rapito da quell’immagine.

Restò un attimo confuso.
“Cos’era quella vaga e sbiadita immagine?” Si chiese.
Poi la voce di Talia che lo chiamava accanto a sé.
Icarius la raggiunse e si sedette vicino a lei.
“Come ti senti? Hai avuto paura, vero? Vedrai che qui saremo al sicuro…” prendendo le mani di lei nelle sue “… ora raccontami tutto… di cosa parlavi prima?”

Talia
27-05-2011, 02.28.42
“Come ti senti? Hai avuto paura, vero? Vedrai che qui saremo al sicuro…” prendendo le mani di lei nelle sue “… ora raccontami tutto… di cosa parlavi prima?”

Le mie mani erano in quelle di Icarius...
“Si...” mormorai “Un po’ paura... ma adesso sto bene!”
Delicatamente strinsi le sue mani a mia volta e gliele girai, in modo da poter osservarne il dorso... sanguinavano appena, là dove le escoriazioni che si era procurato contro il portone poco prima erano più profonde. Frugai dentro la mia manica un istante, quindi, e ne estrassi il mio fazzoletto candido, con il quale tamponai il sangue, prima di usare quello stesso fazzoletto come benda. Gli sorrisi.
Infine sospirai e, osservandolo intensamente, iniziai a parlare...
“Ricordi quando mi hai chiesto come mi fossi ferita alla mano?” domandai lentamente “Ebbene, è di questo che desidero parlarti...”
Iniziai così a raccontare il sogno che avevo fatto, parlai di ciò che Gyaia mi aveva detto in esso a proposito della maledizione e di come mi fossi ferita, non tralasciai niente, neanche il pur minimo dettaglio... raccontai poi l’altro sogno che avevo fatto, tanto realistico che mi aveva spinta ad uscire da Capomazda per cercare davvero quella vecchia pieve... raccontai di quella visita e del cavaliere con la tunica rossa, enumerando le volte che lo avevo visto e anche quella, recente, in cui avevamo sentito il suo inconfondibile grido nella brughiera...
Parlai a lungo, con il tono basso e gli occhi fissi in quelli di mio marito, giocherellando insistentemente con il bordo della mia veste. Parlai senza incertezze, raccontando tutto ciò che rammentavo, qualsiasi cosa, anche il dettaglio più minimo e irrilevante. Quando ebbi finito, Icarius sapeva tutto.
Abbassai gli occhi, quindi, poi li rialzai...
“Potresti pensare che tutto questo è pazzia...” mormorai dopo un istante di silenzio “E io stessa l’ho pensato all’inizio... sogni, visioni... credevo che fossero niente! Ma poi...” esitai e sollevai la mano sulla quale, ancora, spiccava rosso e lucido il sottile taglio irregolare che mi ero procurata in sogno.
“Ora capisci perché non volevo che tu seguissi l’eco di quella voce poco fa... temevo fosse un inganno... temevo fosse un modo per attirarti chissà dove... perché lui è qui, lo so, lo sento... è qui è ci sta cercando. Sta cercando te...” sollevai una mano, allora, e gli carezzai delicatamente il viso “Ma io non gli permetterò mai di prenderti!” soggiunsi.

Guisgard
27-05-2011, 03.15.41
Icarius ascoltò ogni parola di Talia e ne percepì ogni sensazione ed emozione, mentre lei raccontava di quei sogni misti a visioni.
Ma ciò che davvero lo inquietò fu il vedere la sua mano ferita.
“Un taglio procuratosi nel sonno…” disse con un fil di voce.
Il racconto di Talia, insieme a ciò che era accaduto poco prima al ballo e poi il borgo deserto, fecero sorgere in lui un’inquietudine ancora più profonda ed insopportabile.
Accanto a loro c’erano delle candele votive.
Ne prese alcune e le accese, illuminando finalmente la navata, mentre la moneta d’argento che posò come offerta echeggiò fino alle volte che li sovrastavano.
“Avresti dovuto parlarmene molto prima, Talia…” mormorò “… ricordi il locandiere e sua moglie? Il loro assurdo e sciocco negare su quanto udito nella brughiera? E poi alcuni libri che Izar tiene nascosti in biblioteca… ed ora questi tuoi sinistri sogni… c’è qualcosa attorno a noi, Talia… qualcosa che molti conoscono ma fanno finta di ignorare… qualcosa che sembra però spaventarli profondamente…” le strinse di nuovo le mani nelle sue “… e questo qualcosa, come dici tu, ci sta cercando… e sembra ci abbia trovati…”
In quel momento si udì il solenne rintocco di una campana.
Ma non proveniva da quella della chiesa in cui si trovavano.
“Questi rintocchi…” disse Icarius “… da dove provengono?”
Poi, come una folgorazione, ripensò alla voce di quel bambino udita nella notte ed ai sogni di Talia.
“Provengono da lontano, forse dalla brughiera…” fissando sua moglie “... forse dalla misteriosa Pieve… Talia, credo che quel luogo sia la chiave di tutto… io vorrei andarci… sento che devo… ma non voglio esporti a nessun rischio… in questa chiesa sarai al sicuro…”

Talia
27-05-2011, 04.14.46
Rimasi in silenzio mentre parlava, tenevo con gli occhi bassi... aveva ragione dopotutto, e io lo sapevo!
All’improvviso quel rintocco lontano... trasalii.

“Questi rintocchi…” disse Icarius “… da dove provengono?”
Poi, come una folgorazione, ripensò alla voce di quel bambino udita nella notte ed ai sogni di Talia.
“Provengono da lontano, forse dalla brughiera…” fissando sua moglie “... forse dalla misteriosa Pieve… Talia, credo che quel luogo sia la chiave di tutto… io vorrei andarci… sento che devo… ma non voglio esporti a nessun rischio… in questa chiesa sarai al sicuro…”

Sollevai gli occhi di scatto e lo fissai.
“No!” dissi “Assolutamente no. E’ escluso!”
Improvvisamente quel misto di paura e incertezza ebbe il sopravvento su di me. Trattenni il respiro, tentai di controllarlo, ma non ci riuscii... mi protesi in avanti e lo abbracciai forte.
“Non voglio che tu vada da solo...” mormorai al suo orecchio “Non voglio che tu resti solo neanche per un attimo, hai capito? Non gli permetterò di prenderti!”
Lo strinsi ancora per un momento, poi mi scostai e tornai a guardarlo...
“Andremo insieme ovunque tu voglia andare... o non ci andrai affatto!” dissi con voce decisa.
Di nuovo mi avvicinai, poi, e lo baciai come se non dovesse esserci un domani.

Guisgard
27-05-2011, 04.25.27
Lho fissò il quadretto indicatogli da Sayla.
“Quella è lady Gyaia, Granduchessa e moglie dell’Arciduca Ardeliano, il conquistatore di Sygma.” Disse Lho.

“Ed avevo pensato” fece Gyaia con gli occhi illuminati da quella grande gioia “che potremmo scendere nel borgo vecchio stasera, magari di nascosto da tutti e confonderci tra la folla...” sospirò “… sai, amore santo, quel posto per me è magico… somiglia tanto a Sygma…”
“Ti manca molto?” Chiese Ardeliano. “Ne senti la mancanza, vero?”
“Ogni tanto si…” rispose lei.
“Vorresti essere là in questo momento?”
“No…” sussurrò lei sorridendogli con i suoi grandi occhi verdi “... perché tu sei qui… ed è solo qui, con te, che voglio stare…”
Ardreliano sorrise.
“Vedi? Tu hai un grande potere…”
“Davvero? Quale?”
“Sei capace di scacciare ogni mia tristezza ed ogni mia paura, amore mio...” lo strinse forte a sé “… dimmi, Ardeliano... la senti la gioia nel cuore? Io si, tanta che ho il cuore sul punto di scoppiare...”

Quell’immagine, sfocata e veloce, attraversò la mente di Sayla, mentre il vecchio guerriero le parlava della ragazza del quadretto.
“Lei, come lady Talia, proviene da Sygma” continuò Lho “e abitò questo palazzo ben tre secoli fa.”
Le sorrise ed aggiunse:
“Ora ti farò portare una tazza di latte caldo e dei biscotti… e se dopo ti sentirai meglio, ti farò fare un bel giretto nel giardino del palazzo.” E le fece l’occhiolino.

Guisgard
27-05-2011, 05.14.19
Dafne era immersa in quello sconfinato prato, dai mille colori e dagli intensi profumi.
La leggera brezza che accarezzava i fiori e l’erba, portava con sé un fiume di petali che sembravano vibrare e luccicare come una pioggia di coriandoli.
Scendevano su Dafne, investendola con la magia di quella vivace tonalità di colori.
Ad un tratto quella brezza portò con sé un profumo diverso.
Lei subito riconobbe il profumo di Pasuan.
Il cavaliere si avvicinava sorridendole.
“Stavi nascondendoti da me? Si, è così…” disse porgendole la mano ed aiutandola ad alzarsi “... c’eri quasi riuscita tra questi fiori… ma sfortunatamente per te nessuno tra essi è bello e colorato abbastanza per arrivare ad oscurarti…”
In quel momento suonò una campana.
“E’ tutto pronto…” le sussurrò “... non ci occorre altro... un prete, una chiesetta e…” le mostrò il pugno chiuso “… soffiaci sopra, Dafne…”
Lei soffio divertita.
“Magia!” Sorridendo lui e mostrandole cosa aveva nel pugno.
“Un… un anello…” sussurrò lei.
“Si, un anello…Dafne, dimmi di si…”
http://www.umnet.com/pic/diy/screensaver/0%5CTidus--Yuna-1453.jpg

In quel momento il piccolo Hubert cominciò a piangere, svegliando Dafne da quel sogno.
Si era infatti addormentata accanto al letto di Pasuan.
Poco distante, intenta a portare altra acqua fresca con cui asciugare il sudore dal volto di Pasuan, c’era Llamrei.

Guisgard
27-05-2011, 05.16.44
Guisgard la fissò con un’espressione sorpresa, per poi spostare lo sguardo verso la panca sulla quale Morrigan l’aveva esiliato.
“In pratica” disse testando l’improbabile comodità di quel vecchio mobile “prendendoti come socia, ci ho rimesso due volte… mi ritrovo con una moglie, io che ho sempre evitato anche solo di essere invitato ad un matrimonio… ed in più ci ho rimesso un comodo giaciglio, in cambio di questo pezzo di legno freddo e durissimo!”
Si portò poi davanti all’austero specchio che pendeva dalla parete.
“Però ammetterai che” controllando la camicia e la giubba accomodategli da Morrigan un momento prima “con una bella sistematina il mio fascino è sempre notevole…” e le fece l’occhiolino attraverso lo specchio “… ora, una volta scesi giù, dobbiamo capire dove si trova la biblioteca… ed anche il modo, ovviamente, di poterci entrare senza suscitare sospetti…” disse poi con l’aria di conosce bene quel genere di situazioni.
Un attimo dopo uscirono e raggiunsero i frati nella mensa, dove si stava servendo la cena.
Il priore, dopo aver recitato la Preghiera di Ringraziamento ed aver invocato su quella tavola la Benedizione Divina, salutò i due nuovi arrivati e li presentò agli altri frati.

Guisgard
27-05-2011, 05.26.03
Quel bacio li unì con il suo incanto, capace, per un momento, di scacciare ogni paura e disperazione.
Tutto pareva volerli dividere e disperdere in quella notte.
Quel bacio invece sembrava resistere a tutto ciò.
Come la stella che guida i marinai nei mari sconosciuti, o come il vento che rischiara l’aria e disperde le nubi.
“Ehi…” disse lui con la voce racchiusa in un sospiro “… per un bacio così, sfiderei chiunque… anche Ade in persona…”
La fissò negli occhi senza dire altro per alcuni istanti che sembrarono infiniti.
“Hai degli occhi bellissimi, sai…” le sussurrò “… e dentro ci vedo tutto il mondo, con tutti i luoghi e le meraviglie che racchiude… e ci vedo il nostro futuro… dove saremo insieme…”
Le sorrise stringendola a sé.
“Andiamo, Talia…” disse.
Uscirono così dalla chiesa, ritrovandosi di nuovo nel bel mezzo del borgo vecchio deserto e desolato.
Seguirono allora la stradina che conduceva fuori dal centro abitato e che poco dopo si mutò in una stretto sentiero.
Attraversarono così il bosco avvolto da un silenzio quasi innaturale.
Poi la brughiera.
Un’informe distesa di erbose lande frastagliate da picchi rocciosi che sembravano sbucare dalle viscere della terra per racchiudere e rapire quel mondo in un incanto primordiale, tetro e spettrale.
Icarius esitò per un istante, quasi fermandosi, per poi sporgersi in avanti e tentare di dare una forma ed un senso a ciò che gli era apparso in lontananza.
Ad un centinaio di passi da loro, infatti, videro innalzarsi due piccoli dossi scoscesi, tra i quali prendeva forma da cipressi e rovi una sorta di altare naturale di silice nerissimo e levigato.
Inquieta, funerea, lugubre, si innalzava con la sua indefinita forma una costruzione simile ad una prigione.
Una prigione in cui una feroce e delirante belva era stata rinchiusa chissà da quanto tempo.
Ma quel luogo, che appariva ora come monito a tutto ciò che di sacro e bello esisteva al mondo e attorno al quale regnava un mistico terrore, non era né una prigione, né alcun altro luogo sconsacrato.
Era una chiesa, una pieve, che da trecento anni riempiva Capomazda di lugubri e sanguinari racconti di un peccato antico ed implacabile.
E quella pieve apparve ad Icarius e Talia come una visione nata da un incubo.
Ed il solo vederla fece sorgere nei due sposi una delirante e profonda paura.
http://www.lucianogiustini.org/blog/archives/Boecklin-terzaversione.JPG

Talia
27-05-2011, 14.45.11
Stavamo in piedi, immobili... di fronte a noi si ergeva la tetra e spettrale sagoma della pieve, mentre tutto intorno non era che buio e silenzio, un silenzio assoluto, totale, innaturale...
Sospirai profondamente, tentando invano di reprimere un brivido che mi corse lentamente lungo tutta la schiena, scuotendomi dalla testa ai piedi.
“Beh...” mormorai, nel disperato tentativo di alleggerire quella tensione “Hai scelto davvero un posto romantico per questa gita, cuore mio...”
Gli lanciai un’occhiata obliqua, tentando di accennare un debole sorriso, e notai allora la sua espressione tesa e preoccupata, forse ancora più preoccupata proprio perché anche io ero lì...
“Icarius...” dissi allora tornando seria, stringendo forte la sua mano con entrambe le mie “Non preoccuparti... andrà tutto bene, vedrai! Non ci succederà niente finché saremo insieme: il tuo amore mi protegge e il mio protegge te, non potranno farci niente! Stringi la mia mano, non lasciarla mai... e tutto andrà bene!”
Lo dissi in tono caldo, sereno, confortante... non sapevo perché l’avessi detto, ma io stessa ci credetti.
Gli sorrisi e gli feci cenno di avanzare.

Melisendra
27-05-2011, 17.23.33
Lo guardai negli occhi, silenziosamente annuii.
Per un attimo ne fui felice. Sembrava quasi la cosa giusta da fare, oltre ogni dubbio.
La strada del ritorno era tinta dei colori del tramonto. Mi strinsi nel mantello e respirai l'aria umida della sera. Non c'era rumore, solo quiete.
"D'accordo, verrò con te al Poggio del Sole." Smontai da cavallo e affidai il mio destriero alle cure di uno scudiero. "Quando vorrai partire, io sarò pronta..." gli sorrisi.
Mi incamminai verso il corridoio che conduceva alle mie stanze.

Lady Morgana
27-05-2011, 17.45.34
Ancora lei, ancora Gyaia! Ma cosa vuole da me? Forse vuole che protegga Lady Talia ed Icarius... Io so bene che sono innamorati e se lo sono, la loro vita è in pericolo!

"Siamo nel bel mezzo di una guerra e il nostro Signore e sua moglie sono scomparsi ormai da un giorno... come faremo? Siamo spacciati."
Sospirai, poi presi coraggio. Dopotutto dovevo per forza dirlo a qualcuno, era troppo importante.
"Senta, signore, devo dirle una cosa molto importante... Finora non ho potuta dirlo a nessuno per dei spiacevoli inconvenienti. Due giorni fa ho visto cavalcare nel buio della notte, dei cavalieri che si portavano appresso una tomba. Mi hanno molto spaventata. Il giorno dopo, durante l'incoronazione, ho visto uno dei cavalieri fissare l'arciduca e sua moglie la Granduchessa. Credete siano pericolosi?"

Guisgard
28-05-2011, 13.22.38
Melisendra riposò nella sua stanza.
Il sonno fu tutto sommato tranquillo.
Sognò qualcosa, ma al suo risveglio non ne conservava ricordo.
Solo uno sfocato susseguirsi di figure e sensazioni.
Fu svegliata dall’arrivo della vecchia servitrice.
“Hanno portato al castello quel terribile macchinario…” disse mentre lasciava accanto al letto un vassoio con una tazza di latte caldo ed una brocchetta di miele “… quell’ariete è mostruoso… ormai attendono solo il ritorno di quella donna per conoscere il momento giusto per sferrare l’attacco decisivo a Capomazda…”
Parlava di Aytli.
Sarà giunto il suo segno a Monteguard?
Sapranno ora a Capomazda del piano di Aytli?
Queste cose si chiedeva Melisendra.
“Lui ti attende…” continuò la vecchia “… appena sarai pronta raggiungilo…”
Fece per uscire, quando all’improvviso si voltò verso di lei.
“Avevo un figlio anche io…” mormorò “… riuscì a tenerlo nascosto per un pò... lo sfamavo rubando il cibo dalla tavola del mio padrone, ma un giorno fui scoperta… invocai la morte, ma questa fu un privilegio concesso solo al mio bambino… non pensavo si potesse fare tanto male ad un’anima innocente… per questo mi strappai l’utero… conoscere le oscure arti è spesso una possibilità che il destino ti da, per allontanarti dal mondo e dalle sue miserie… Cimarow è un uomo malvagio… richiederà molto sangue in cambio di quello di suo fratello…”
Restò in silenzio per qualche istante, per poi andare via.

Lady Dafne
28-05-2011, 13.43.23
Mi svegliai di soprassalto sentendo il piccolo piangere. Che bel sono avevo fatto... Quando mi resi conto di essere tornata ad una triste realtà mi rattristai un po' ma feci un profondo respiro e cercai di sorridere. Mi piegai su Pasuan e gli baciai la fronte:
"Buongiorno amore mio, oggi stai un po' meglio? Stai qui tranquillo e aspettami, lo senti il nostro bambino piangere? Non posso essere tutta per te, c'è anche lui..." ovviamente Pasuan non si mosse, gli strinsi la mano e sorrisi.
Mi avvicinai a Hubert e lo presi in braccio:
"Hai fame piccolo eh? Ora ti do da mangiare ma cerca di portare pazienza in questi giorni, il papà non sta bene e la mamma deve pensare un po' anche a lui..." Hubert mi guardava con gli occhioni spalancati, smise di piangere. Ripresi posto vicino a Pasuan, volevo che sentisse che eravamo lì con lui. Sperai di non intralciare la buona monaca che mi aiutava a vegliare sul ferito. Mi scopersi un seno e iniziai ad allattare Hubert; mentre lo tenevo in braccio cercai di fare in modo che uno dei suoi piedini fosse a contatto con la mano di Pasuan ed iniziai a parlargli sottovoce:
"Sai Pasuan, ieri avrebbe dovuto esserci il battesimo di Hubert, ti aspettavo... ho pensato però, caro, che forse potrei rivedere la mia decisione riguardo al nome del padre. In effetti Hubert è figlio di Friederich ma lui, purtroppo, morì senza sapere che sarebbe nato; tu invece ci sei sempre stato, anche nel momento del parto e ci hai accolto nella tua vita assumendoti tante responsabilità che in realtà non ti spettavano. Se vuoi, se sei d'accordo, se ti va potremmo dire che è tuo figlio.... Sarebbe bello fare un matrimonio e un battesimo contemporaneamente...." lasciai che le parole mi morissero sulle labbra e mi scivolò una lacrima malandrina sulla guancia. L'asciugai subito e tornai a sorridere. Non dovevo perdere la forza, dovevo continuare a credere in lui. Pasuan ce l'avrebbe fatta, io lo sapevo!

Guisgard
28-05-2011, 13.44.39
Lho fissò la giovane Sayla senza dire nulla.
Era strana quella ragazzina.
Lui aveva avuto questa sensazione sin dal suo arrivo al palazzo.
Capomazda era una terra inquieta, posta tra il Cielo e la terra, tra il mondo conosciuto e l’infinito.
Diverse civiltà e innumerevoli genti, sin dalla notte dei tempi, avevano combattuto per quella terra.
Antichi dei e primordiali demoni si erano susseguiti nelle preghiere e nelle speranze di quegli uomini.
Poi l’avvento del Cristianesimo e della luce.
In un attimo infinitesimale dell’eterno scorrere del tempo tutto era mutato.
Gli antichi dei svanirono nell’oblio e nel silenzio che avvolge il nulla, senza lasciare né traccia, né eco del loro effimero potere.
L’unico Dio portò nuovi valori ed ideali, eterni ed immutabili, che divennero lo spirito e la forza dei nuovi signori di Capomazda.
Ma quei demoni, remoti e terribili, non abbandonarono queste terre.
Ancora oggi si celano negli animi e nei propositi di molti, tormentando e flagellando il nuovo ordine che l’aristocrazia si era imposta di difendere.
Demoni antichi, potentissimi e mossi da un odio primordiale verso gli uomini assediavano inesorabili questo mondo e ciò che esso rappresentava.
Ma il più terribile e feroce tra questi demoni, quello che vive solo per tormentare e gettare nella disperazione gli uomini, celato nel mistico silenzio che precede il peccato, aveva già fiutato la sua preda e nulla l’avrebbe allontanato dal suo sacrilego pasto di morte e dannazione.
“Chi sei veramente tu? Dimmi la verità…” disse Lho rompendo finalmente quel lungo silenzio che aveva avvolto i suoi pensieri “… se vuoi che io mi fidi di te, anche tu dovresti fare altrettanto… chi sei, Sayla?”

Guisgard
28-05-2011, 14.07.25
Ad un tratto si udirono dei passi provenire dal corridoio che conduceva all’infermeria.
Un attimo dopo entrarono Finiwell e Cavaliere25 insieme alla madre ed alla sorella di Pasuan.
Le due donne, nel vedere il cavaliere ridotto in quello stato, si gettarono in lacrime sul letto.
“Ancora nessun miglioramento, immagino…” disse Finiwell fissando Dafne e Llamrei.
Poi si avvicinò alle due donne.
“Avanti, non disperate…” mormorò, cercando di calmarle “… lui non vorrebbe vedervi in questo stato…”
La madre di Pasuan allora cercò di farsi forza, si asciugò le lacrime e poi abbracciò forte Dafne.
“Ce la farà, vedrai…” le sussurrò.
Mian invece non riusciva a staccarsi da suo fratello.
“Avanti, vedrai che andrà tutto bene…” le disse Finiwell.
“E voi come lo sapete?” Chiese con rabbia la ragazza. “Siete forse un medico? Avete visto la sua ferita? Forse ora l’infezione avrà già raggiunto il polmone! E voi invece state a qui a parlare di guarigione!”
“Calmati, Mian!” La richiamò sua madre. “Ditemi, cavaliere…” rivolgendosi a Finiwell “… c’è un luogo per pregare?”
“C’è la Cappella della Vergine, signora…” rispose il cavaliere “… si trova vicino al palazzo ducale…”
“No, non voglio allontanarmi da mio figlio… non c’è un luogo per pregare in questa caserma?”
“Abbiamo una cappellina dedicata alla Divina Misericordia… venite, vi accompagno… resta tu qui con loro…” disse poi a Cavaliere25 mentre usciva con la donna.

Melisendra
28-05-2011, 14.40.04
Le parole della donna mi fecero l'effetto di una secchiata d'acqua gelida e mi svegliai all'improvviso.
"Cimarow è solo un uomo. Per quanto possa essere malvagio, sono certa che abbia anche lui un punto debole." Il mio pensiero corse ad Aytli, che si affannava con tutta se stessa per compiacere Gouf. Sperai che Monteguard avesse tenuto a mente i miei moniti.
"Mi dispiace molto per tuo figlio..." Sussurrai, mentre Freia mi guardava con quei suoi occhi attentissimi a cui non sfuggiva mai nulla e poi andava via, veloce e silenziosa.
"Maledetta guerra..." biasciai tra me e me , sorseggiando la colazione.
Non avevo voglia di ornamenti o ricche vesti. Presi la veste più semplice che riuscii a trovare, verde bosco, e mi spazzolai i capelli.
Mentre cercavo un indumento adatto, tra le mani mi capitò la veste rosso sangue che Gouf mi aveva fatto indossare qualche tempo prima. Quel colore mi mise a disagio. La posai subito sotto tutti gli altri vestiti e chiusi la cassapanca.
Mi avvolsi in un morbido manto di lana e scesi a cercare Gouf nel cortile. Quando lo trovai gli andai incontro e gli domandai: "Mi stavi cercando?"

Lady Morgana
28-05-2011, 14.46.10
Ascoltando le parole di Lho, mi arrabbiai non poco e mi alzai di scatto dal letto.
"Io mi fido già di lei, signore! Se no, non le avrei mai parlato di quei cavalieri; ma voi forse pensiate che sia semplicemente pazza, solo perchè credo alla storia della maledizione! Se chiedete in giro, tutti vi racconteranno di quella storia, quasi tutti ci credono!"
Feci un respiro profondo e mi calmai.

Perchè non mi crede? Io ho visto veramente quei cavalieri e lui invece... mi crede pazza, forse! Ora vuole anche sapere chi sono in realtà! Ci mancava solo questa...

"Ora volete sapere chi sono io? Già mi conoscete, sono Sayla, non c'è nient'altro da sapere. Potrei parlarvi del mio villaggio e della mia famiglia, se volete."
Lo guardai negli occhi e mi avvcinai un poco.
"Voi chi credete che io sia? Mi piacerebbe avere dei pareri!"
Sorrisi e mi risedetti sul letto. Pensai di nuovo agli ultimi avvenimenti, poi, senza rendermene conto, rifeci quel gesto.
Presi tra le mani il medaglione che porto sempre al collo e feci scattare l'intricato meccanismo; pochi secondi dopo lessi il mio nome: Sayla.
Ma per la prima volta vidi un'altra scritta, su quel biglietto, molto più piccola.

Cara Sayla, il medaglione che porti al collo è un dono di noi sacerdotesse del tempio. Noi ti abbiamo accolta nella nostra umile dimora quando eri appena nata. Se un giorno vorrai tornare da noi, ti aspettiamo. Tutta Alkatroz ti aspetta.

Quello era un messaggio delle sacerdotesse! Rimisi il biglietto nel medaglione e lo strinsi forte. Poi mi ricordai di non essere sola nella stanza e nascosi il prezioso medaglione sotto il vestito con una certa foga; poi tornai a guardare Lho, in attesa di una risposta...

Alkatroz! Ecco da dove vengo...

Guisgard
28-05-2011, 17.58.40
Si sentì solo lo stridere della serratura che si apriva ed il sinistro cigolio dei cardini ormai consumati dalla ruggine e dal tempo.
Si ritrovarono in un ampio ambiente, dove i muri, muti ed umidi, sembravano intrisi ed impregnati da mille lacrime.
Quella pieve appariva molto diversa da tutti gli altri edifici sacri di Capomazda.
Era essenziale, di un’architettura attenta e semplice, senza quegli sfarzi e quegli eccessi del classicheggiante splendore che adornava le altre chiese del ducato.
L’impianto, molto diffuso a Sygma, era a navata unica e arcate traverse su pilastri scandivano il percorso fino all’altare.
Tutto era in pietra, che conferiva austerità alla struttura e la rendeva lontana ed estranea alle maestose costruzioni in marmi bianchi e policromi delle basiliche capomazdesi.
Sopra l’ingresso vi erano i resti di un mosaico raffigurante i tre Regni dell’Aldilà: Paradiso, Purgatorio ed Inferno.
E le deformate espressioni di dolore dei dannati, avvolti nelle fiamme di quest’ultimo, sembravano quasi echeggiare nelle angosce che quella pieve trasmetteva ai due sposi.
Ai lati dell’ingresso vi erano invece alcune antiche armature, portate qui come dono, o forse come guardiane di quel luogo.

“E’ meraviglioso!” Disse raggiante Gyaia. “Come sei riuscito a far questo? Non vi è nulla di simile a Capomazda!”
“Beh, i miei architetti sono dovuti ricorrere all’aiuto di alcuni muratori di Sygma.” Rispose Ardeliano.
Lei si voltò a fissarlo con quei suoi grandi occhi verdi come la speranza che anima i sogni della giovinezza.
“Nessuno è come te, amore mio…” commuovendosi lei.
“In verità qualcuno ebbe un’idea simile…” sorridendo “… il re babilonese Nabucodonosor fece qualcosa del genere per sua moglie, costruendo i leggendari Giardini Pensili!”
Lei, tra le lacrime, sorrise e lo abbracciò forte.
“Ti amo infinitamente…” sospirando “… sei tutta la mia vita, tutto il mondo…”
Ma a quelle parole di lei, lui sentì una leggera inquietudine attraversargli l’anima.

Icarius restò per un attimo a fissare quel luogo, come quasi a volerne percepire la storia ed i segreti.
Poi le parole di Talia lo destarono da tutto ciò.
“Si, non accadrà nulla…” sorridendo lui e prendendo la mano di lei nella sua “… siamo insieme…”
E cominciarono ad avanzare nella pieve.
Due cose investirono i due sposi appena messo piede nella pieve: una penombra incerta ed inquieta, che rendeva ogni cosa sfocata, indefinita ed il silenzio.
Un silenzio tetro ed angosciante, come quello di una disperata solitudine.
Era il silenzio della morte, diffuso in ogni angolo di quel posto.
E per un istante quell’innaturale silenzio sembrò raggiungere anche le loro anime.

llamrei
28-05-2011, 21.04.30
Con l'aiuto di impacchi di acqua fredda e miscugli di erbe varie, eravamo riuscite a far scenere la febbre a Pasuan.
Era ormai l'alba. Tutto taceva e io mi sentivo stremata. Guardai la donna che riposava sfinita anche lei e guardai Pasuan.
"Come state?" sorrisi nel vedere gli occhi vigili. "sono una monaca. Sono qui per aiutarvi in quel che posso. Ora state meglio. Guarirete molto presto. Siete circondato dall'amore di una donna forte e favolosa. Ora la sveglio in modo che possa gioire del vostro buongiorno". Gli afferrai la mano e sentii una breve presa di consenso da parte sua.
Mi avvicinai a Dafne e le toccai la spalla per svegliarla.
"Signora, forse è il caso che vi accostate al letto. Quando si dice che il buongiorno si vede dal mattino" sorridendo uscii dalla stanza lasciando i due nell'intimità dovuta.
Mentre persorrevo il breve tratto del corridoio mi pervarse una stanchezza indicibile...la testa mi girava e la vista mi si stava appannando "è la stanchezza" mi dissi. Feci in tempo solo a realizzare che davanti a me si materializzò una sagoma di una persona per poi cadere accasciata a terra, priva di sensi, come un sacco vuoto.

Morrigan
29-05-2011, 20.57.26
Morrigan agì in maniera perfetta, durante la cena, al punto da stupire lo stesso Guisgard.
Non avrebbe potuto recitare meglio la sua parte.
Fu silenziosa e modesta, e per tutto il tempo si comportò con Guisgard con fare docile e ubbidiente, lasciando che fosse lui a rispondere alle brevi e discrete domande dei frati.
Solo ad un tratto, quando verso la fine della cena il priore rammentò ai confratelli i compiti assegnati ad ognuno di loro per il giorno successivo, Morrigan sollevò lo sguardo in modo pudico e parlò, palesando grande titubanza.

"Chiedo venia, fratelli... ma il vostro parlare dell'orto e delle erbe mi ha rammentato qualcosa di molto importante che desidero chiedervi. Nel nostro villaggio abita una donna che tempo addietro, a causa del fuoco, ha subito gravi ferite al volto ed al corpo, e di queste piaghe soffre enormemente. Io e mia madre ci siamo a lungo prese cura di lei, ma pare che per queste ustioni servano degli unguenti particolari. Il parroco del mio villaggio mi narrò che questo vostro convento possiede una ricca e antica biblioteca, e mi ha consigliato di chiedere a voi, padre priore, il permesso di consultare i vostri dotti manoscritti che trattano di erboristeria"

Tacque un istante, per lanciare uno sguardo carico di commozione al vecchio priore, poi concluse con voce piana, dolce:

"Potrei, dunque, vedere quei libri, padre? O se pensate che la mia presenza nella biblioteca possa essere in qualche modo sconveniente, potrebbe vederli mio marito? Anch'egli, come me ha sempre frequentato la parrocchia, e il nostro buon parroco ha insegnato ad entrambi a leggere e a scrivere"

Disse così e sorrise, mentre nella sua mente scorrevano veloci molteplici idee, che Morrigan cercava di scacciare per non scoppiare a ridere in un simile momento... sempre frequentato la parrocchia... lui, come no! La Chiesa di San Luppolo e l'Abbazia della Grazia Femminile!

Lady Dafne
29-05-2011, 22.22.22
Era stata una giornata veramente pesante, Pasuan aveva ancora la febbre alta e a volte delirava. Grazie all'aiuto di Mian, della cara monaca e alle preghiere della mamma eravamo in qualche modo riuscite ad arrivare a sera. Avevo le mani rovinate per averle tenute per troppo tempo dentro il catino dell'acqua che usavamo per frizionare il corpo di Pasuan.
Parecchio dopo che il sole fu tramontato mi convinsi a sdraiarmi in una lettiga posta vicino al letto di Pasuan. Non avevo molta voglia di dormire, volevo vegliarlo, mi dissi però che, essendo così vicina, avrei potuto sentire qualsiasi cosa. Mi addormentai subito, feci un sogno allo stesso tempo bellissimo e malinconico che forse non si sarebbe realizzato mai:

"Mamma, mamma! Sono stato il più forte, l'ho preso subito quel cerchio sull'albero proprio come mi aveva detto papà... diventerò un cavaliere, Luan no..." disse Hubert mentre entrava dalla porta di casa tutto accaldato e sporco cercando avidamente di afferrare un panino che avevo appena posato sulla tavola.
"Eh no signorino! Prima di mangiare dovete andate alla fontana a lavarvi le mani... e anche il viso! E poi non ti devi burlare di tuo fratello, lui è più piccolo di te! Ehm... nemmeno i papà sono esentati dal passaggio sotto la fontana, capito Pasuan?!" dissi mentre strizzavo l'occhio a Siara la più piccola di casa che mi somigliava tutta, anche nel carattere perfettino.
"Sono proprio dei monelli quei tre, vero mamma?" mi rispose
"Eh si, e il papà è il più monello di tutti mi sa! Che ne dici?" dissi scherzando
"Si mamma, però lui è scusato perchè è il mio fidanzato...". L'abbracciai forte pensando che anch'io alla sua età ero innamorata di mio padre!

Sentii qualcuno scuotermi

"Signora, forse è il caso che vi accostate al letto. Quando si dice che il buongiorno si vede dal mattino"

Mi svegliai un po' spaventata, pensai subito che Pasuan fosse peggiorato. Vidi la monaca andarsene. Mi voltai verso il letto sul quale giaceva il ferito, quale sorpresa lieta vederlo vigle!
"Pasuan! Dio ti ringrazio!! Sei sveglio! Amore, come stai? Mi hai fatto stare in pensiero, credevo di... Oddio!" Non riuscii a proseguire, avevo un nodo alla gola e le lacrime sgorgavano copiosamente dai miei occhi. Mi lanciai su di lui, gli presi il viso tra le mani e lo baciai più volte sulle labbra. Lo guardai e lo riguardai fino a consumarlo, quegli occhi, quei begli occhi che tanto amavo finalmente erano nuovamente aperti!

Guisgard
30-05-2011, 00.50.42
Gouf lanciò solo un’occhiata, fugace e indecifrabile, a Melisendra.
Terminò di parlare ai suoi e assegnò loro gli ultimi ordini per la giornata.
Quando poi li congedò, fece cenno a Melisendra di avvicinarsi.
“Partiremo ora per il Poggio del Sole…” disse “… arriveremo lì in tre ore circa… nessuno verrà con noi ovviamente…”
La fissò nuovamente.
“Sei già pronta?” Chiese. “Verrai vestita cosi?”
Da una delle finestre delle castello, in quello stesso istante, qualcuno osservava con attenzione i due.
“Forse avete ragione voi, sir Ivan…” disse Cimarow “… ora che mi fate notare questa cosa…”
“Già, milord… non vi sembra strano?” Domandò il barone Ivan De Saint- Roche.
“In effetti si…” mormorò Cimarow “… da quando quella donna è giunta al castello, il nostro sir Gouf sembra molto… come dire… preso…”
Ivan sorrise, annuendo al suo signore.

Guisgard
30-05-2011, 01.06.53
Pasuan era sveglio.
E sotto quella pioggia di baci e carezze accennò un lieve sorrise.
Era stanco e provato, ma aveva finalmente ripreso conoscenza.
In quel momento Mian, che si era addormentata accanto al letto di suo fratello, si svegliò e saltò su per la gioia.
“Pasuan!” Disse fra le lacrime.
Il cavaliere sorrise di nuovo.
Poi cominciò a muovere gli occhi in maniera convulsa.
Tentò di strofinarseli.
“Dafne…” mormorò “… Dafne… dove sei…?” Allungò nel vuoto la sua mano, nel tentativo di toccarla. “Dafne… dove sei? Dove? Parlami, ti prego! Io… io non vedo nulla... i miei occhi… non ci vedo più!”

Melisendra
30-05-2011, 01.14.58
Non mi sorpresi, lo sospettavo.
Controllai i lacci del mantello e li strinsi. Mi rivolsi a uno stalliere perchè conducesse il mio cavallo.
"Sì, sono pronta... abiti da viaggio saranno certamente più indicati."
Al collo, appeso a un cordino di canapa, brillava una goccia di quarzo. Non avevo bisogno di altri gioielli.
Mi ero ricoperta di belle vesti e gioie preziose solo per essere un'esca più luccicante, ma non avevo bisogno di fronzoli per mostrarmi alle uniche persone che potevano vedere la mia anima. E quelle persone erano Gouf e Uriel.
Montai a cavallo.
Per un attimo mi sentii osservata e alzi lo sguardo verso il castello. Da una finestra, distintamente, vidi due figure che ci osservavano.
Uno era Lord Cimarow. L'altro un cavaliere di cui avevo solo carpito il nome durante un banchetto, ma che non avevo mai conosciuto di persona. Una figura particolarmente schiva.
Chinai la testa in segno di saluto e sollevai il cappuccio sul capo.
"Mi mettono i brividi... ci stavano osservando." Sussurrai, mentre spronavo il cavallo. Improvvisamente mi diedi della sciocca per non aver prestato più attenzione ai pettegolezzi e ai mormorii che, quasi certamente, erano sorti dalle singolari attenzioni che mi prestava il cavaliere del Gufo. Ormai non era mistero e passavamo diverso tempo insieme. "Le voci corrono in fretta..." mormorai pensierosa.

Guisgard
30-05-2011, 01.42.13
Gouf fissò Melisendra, senza alzare lo sguardo verso quella finestra.
“Ci stanno osservando…” disse sottovoce “… lo so…”
Annuì agli stallieri che avevano condotto i loro cavalli e montò poi in sella, lasciando così con Melisendra il castello.
Davanti a loro si apriva quella desolata e misteriosa landa.
La notte era asciutta e chiara di stelle, disegnando lungo l’orizzonte inquiete sagome rocciose che sembravano correre fino ai remoti confini del mondo.
I due spronarono i loro cavalli ed attraversarono di corsa lo stretto sentiero che dal castello finiva per perdersi nell’oscuro ventre della brughiera.
Gouf appariva pensiero e taciturno, mentre alle loro spalle sembrava chiudersi inquieta la brughiera.
Come se avessero oltrepassato un confine.
Un immaginario varco oltre il quale non era più possibile ritornare.
Gli occhi scuri e profondi di Gouf parevano quasi confondersi con le tenebre che avvolgevano ogni cosa ed in quell’inesorabile buio il pallore della sua carnagione appariva luccicante.
Come un fantasma, un’inquieta visione, il Cavaliere del Gufo emergeva da quel tetro scenario simile ad un sogno, forse un incubo.
Melisendra sapeva poco di lui.
Ne conosceva l’inquietudine e la ferocia.
Ma anche l’intensa passionalità che animava il suo spirito.
Ma poi?
Chi era veramente? Da dove traeva quel grande odio che celava in lui?
Perché quel sinistro pallore?
Come se avesse trascorso la sua giovinezza rinchiuso chissà dove, lontano dalla luce e dalla misericordia del mondo.

Melisendra
30-05-2011, 01.53.35
Cercai di orientarmi nel paesaggio. Sapevo come arrivare a Poggio del Sole, ma in mezzo a quella desolazione mi sentii quasi preda di vertigini.
Spronai il cavallo e raggiunsi Gouf.
Col volto rivolto verso il cielo, per scorgere un segno che mi aiutasse ad orientarmi, decisi di rompere il silenzio.
"Non mi hai mai detto dove sei cresciuto... non mi hai mai raccontato nulla di te. Invece... tu sai quasi tutto di me e del mio passato."
Osservai il suo profilo, che pareva intagliato nell'alabastro e rimasi in silenzio.
Il cielo finalmente si aprì e io capii che eravamo sulla strada giusta.
Presto saremmo arrivati su un crinale. Avremmo dovuto seguire il pendio nord.
Ancora un po' e avremmo abbandonato quella desertica realtà di vento e rocce. Al di là c'era un paesaggio rigoglioso e benevolo. Presto avrei riabbracciato Uriel.
Osservai di sottecchi Gouf, aspettando una sua risposta.

Guisgard
30-05-2011, 02.17.51
Il Sole filtrava, a stento e malinconico, dalle nubi che velavano il cielo, rendendolo sfocato e sfuggente.
Un lieve chiarore si posava stancamente sulle cime più alte che sorgevano in lontananza, dando l’immagine di un mondo distante dai tratti favolosi.
Un mondo che ai due appariva però irraggiungibile, imprigionati com’erano in quella tragica esistenza, fatta di paure, inganni, sangue e morte.
“Un altro giorno…” disse Gouf con una voce che sembrava voler morire su quelle stesse labbra “… e ad ogni giorno segue una notte…”
Un lampo attraversò i suoi occhi che donò a quel volto un’espressione enigmatica.
“Io di te non so quasi nulla…” mormorò fissandola “… tutto mi dice che non dovrei fidarmi di te e che invece dovrei ucciderti… questo viaggio potrebbe benissimo essere una trappola… ma non ho paura di morire e dovresti saperlo… la morte, alla fine, è una liberazione… e forse vorrei davvero che la mia morte avesse il tuo volto… solo così essa potrebbe raggiungermi senza alcuna resistenza da parte mia…”
Accennò quasi un sorriso.
Un sorriso enigmatico, come quel loro viaggio.
“La mia giovinezza, il mio passato…” aggiunse “… è costellato da fantasmi, demoni… come quello di tutti… e forse anche tu provieni da quel passato… forse sei anche tu uno di quei fantasmi…”
Finalmente la brughiera sembrò ritrarsi, lasciando spazio ad un rigoglioso bosco, nel quale sorgeva una tenera collina sulla quale il Sole con i suoi raggi disegnava un borgo che si adagiava su quei pendii come un vecchio addormentato.
Era il Poggio del Sole.

Guisgard
30-05-2011, 02.49.23
Lho fissò prima il cielo da una delle finestre, poi il volto di Sayla.
“La maledizione…” disse “… tutti ne conoscono l’esistenza, dici? Può anche darsi… io ho vissuto per anni lontano da Capomazda, in un luogo abbandonato dagli uomini e dal Cielo… e forse davvero in queste terre si cela qualcosa di oscuro e malvagio… chissà...”
Accennò un sorriso con quella sua aria mite e riflessiva, che nascondeva in realtà un attento osservatore.
“Chi sei, mi chiedi? Io credo che tu sia una ragazzina molto intelligente e sensibile…” continuò “… e la sensibilità è un grande dono che ci permette di comprendere gli altri ed il mondo che ci circonda…”
In quel momento qualcuno bussò.
“Gli uomini di sir August non sono ancora tornati…” disse Gervan a Lho “… ormai sono giorni che non abbiamo notizie su lord Icarius e lady Talia...”
“Uscirò io a cercarli…” mormorò Lho “… conosco bene il bosco e la brughiera…” e fissò la giovane Sayla.
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Melisendra
30-05-2011, 02.57.28
Lo guardai severamente, inclinando la testa sotto il cappuccio.
Avrebbe mai capito?
"Non sono un fantasma, Gouf... sono reale. E se avessi voluto ucciderti, non mi sarei presa la briga di architettare tutto questo. I miei metodi possono essere tremendamente sbrigativi... almeno quanto i tuoi." Spronai il cavallo a scendere e quello con un po' di diffidenza iniziò a scendere lungo il pendio.
Le pietre scivolavano sotto i suoi zoccoli. Gli diedi un lieve colpetto di incoraggiamento e procedemmo più veloci.
Una volta in prossimità del borgo, mi voltai nuovamente.
"Perchè mai non dovresti fidarti di me?" A parte il fatto che cercherò in tutti i modi di impedire questa guerra... pensai. "Io mi sono fidata di te e ti ho parlato del mio passato... e di Uriel. Ora sai come uccidermi, come ferirmi ancor più profondamente che con la tua spada..." Sospirai e proseguii.
Spronai il cavallo fino alle porte del borgo.

Guisgard
30-05-2011, 03.15.33
Gouf accennò un sorriso a quello sfogo di Melisendra, per poi spronare il cavallo e seguirla verso il borgo.
“Questo è il Poggio del Sole…” disse “… prima di raggiungere la casa dove hai lasciato il ragazzo, dovremmo forse decidere sul da farsi… come ti presenterai a lui? Non credo come sua madre. Potremmo essere due viaggiatori… magari tu una nobildonna ed io il cavaliere che ti accompagna…”
La fissò negli occhi e prese le redini del suo cavallo, come a volerla avvicinare a lui.
“Io mi fido di te…” aggiunse con quel suo sorriso sempre indecifrabile “… altrimenti non sarei qui con te per conoscere quel ragazzino…”

Melisendra
30-05-2011, 03.37.26
Mi soffermai incerta.
Non era cambiato nulla dall'ultima volta che ero stata lì, qualche anno prima, quando Uriel a malapena diceva le prime parole. Le strade di acciottolato erano le stesse. Le case bianche arrivavano al massimo a due piani. Era giorno di mercato, lo indovinavo dal trambusto.
Cavalcammo tra le vie, fino a quando non trovai l'ingresso ad un cortile e lì mi soffermai.
"Quel ragazzino non è sciocco... e sa bene chi sono, visto che negli ultimi tempi non fa altro che infilarsi nei miei sogni." e aggiunsi, quasi teneramente "Un po' sfacciato..."
Smontai e guidai il destriero per le briglie.
"Non posso mentirgli, non su di me." Con un gesto mi scoprii il capo. "Ormai ha sei anni compiuti e inizia a farsi qualche domanda su dove io sia e su chi sia suo padre."
Scacciando ogni altro pensiero bussai alla porta del palazzo che si ergeva in fondo al cortile, oltrepassato un arco di pietra. Tutto faceva presumere che Adele e il suo anziano sposo fossero in casa.
In un angolo del cortile vidi un elmo che mi era familiare. Il piccolo elmo di Uriel.

Guisgard
30-05-2011, 03.54.58
Gouf ascoltò Melisendra senza dire nulla.
Attese poi, dopo che lei ebbe bussato, che qualcuno si presentasse per riceverli.
Ad un tratto qualcuno aprì la porta.
Era una donna non più giovanissima, dagli occhi chiari ed i lineamenti che, nonostante l’età, mostravano una raffinatezza ed una grazia non comuni.
La donna, riconoscendo Melisendra, si illuminò di un profondo sorriso, per poi, un attimo dopo, fissare con curiosità il cavaliere che l’accompagnava.
“Voi? Non vi attendevamo…” disse la donna visibilmente emozionata “… come mai? Oh, ma che sciocca, entrate, milady…”
La donna fece entrare Melisendra ed il cavaliere, per poi ospitarli in casa, in un’ampia sala preceduta da una saletta quadrangolare.
Un attimo dopo li raggiunse un uomo anziano ma dal portamento fiero.
L’uomo salutò i due ospiti e prese posto con loro intorno alla tavola.
“Come mai siete qui, milady? Domandò Adele a Melisendra.
Ad un tratto si udì una voce provenire dal cortile ed apparve un bambino che giocava con la sua spada di legno.
Correva agitando la sua spada e spaventando i piccioni che scendevano nel cortile.
Correva e saltava scimmiottando le movenze dei cavalieri, fino a quando arrestò la sua corsa davanti alla sala che ospitava tutti loro.
E restò immobile ed in silenzio a fissare Melisendra.

Guisgard
30-05-2011, 04.03.15
Guisgard restò meravigliato dalla naturalezza con cui Morrigan recitava la sua parte.
Ascoltò in silenzio mentre la ragazza cercava di convincere i frati a far vedere loro la biblioteca.
Il priore poi fissò Guisgard, il quale restò un attimo sorpreso.
“Ehm… si, proprio così…” disse di colpo “… si, sarebbe importante per noi poter consultare la vostra biblioteca… voglio dire, sarebbe per una buona causa…”
“E sia, non vi negheremo questo aiuto.” Annuì il priore. “Del resto la cultura ed il sapere sono doni che l’Onnipotente elargisce a tutti. Visiterete domani, se Dio vorrà, la nostra biblioteca. Ora è tempo di ritirarsi.”
In quel momento suonò la campanella e tutti frati raggiunsero le proprie celle, imitati da Guisgard e Morrigan.
“Andare a letto a quest’ora…” sbuffò Guisgard tornato nella stanza insieme a Morrigan “… ma come si fa? Non riuscirò a chiudere occhio! Roba da matti!” Mentre camminava nervosamente. “Forse avremmo dovuto dire che quella donna di cui parlavi è in fin di vita, che avevamo il tempo contato… ora invece ci toccherà aspettare a domani…”
Si voltò poi verso di lei.
“E sia…” sbuffando “... immagino ci sia ben poco da fare...” fissò allora la panca sulla quale Morrigan l’aveva destinato e rassegnato si lasciò cadere sopra di essa.