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Melisendra
27-04-2011, 01.22.33
Mi sentii travolta.
Indubbiamente quelle ciance e quella spensieratezza mi colsero di sorpresa, poichè meditavo gravi pensieri.
Non mi resi nemmeno conto del come e del perchè... un inchino, un sorriso e mi trovai sotto il braccio del giovane lord.
La colazione sublime ci accolse in un salottino. Ero a dir poco affamata dall'impresa precedente. Forzare lo stato di veglia di qualcuno era al di sopra delle mie capacità. Addentai il bianco pane che mi servirono con delle pesche succose e cercai di non pensare agli avvenimenti della notte trascorsa. Mi diedi mentalmente della sciocca e decisi di non pensarci più.
Mi pulii dalle briciole e assaporai un esotico tè.
Nello spazzolarmi il grembo feci più attenzione al vestito che indossavo. Mi vennero i brividi. Quel colore non era un colore qualunque. Rosso cupo. Rosso sangue. Quella particolare tonalità di colore, mi era stato insegnato, era il preferito da quelle come me... uno scherzo di Gouf o una casualità? Mi adombrai e appoggiai la tazza. Poi mi ripresi e lanciai un'occhiata a Nyclos.
"Non mi nascondo da voi, milord..."sorrisi, "ieri il cavaliere Gouf mi ha mostrato il suo senso di ospitalità..." ero ironica "e di ospitalità ne ha un'accezione davvero singolare, poichè mi sono trovata spettatrice dell'incursione in un villaggio..." bevvi un sorso del mio tè "non sono una donna da battaglia... a meno che non sia io a sceglierne il campo..." ridacchiai.
Se quello che avevo sentito attraverso la porta poteva dirsi attendibile, avrei fatto bene a tenere d'occhio Gouf e a carpire la simpatia del giovane lord. A quanto pare giovane, irruento e volubile. In altre circostanze mi sarebbe stato simpatico.

Guisgard
27-04-2011, 01.29.42
Talia sembrava decisa ed il suo tono non dava molta scelta.
Ad un tratto, senza dire nulla, il menestrello salutò con un inchino ed andò via.
La vecchia e suo figlio invece, a quelle domande di Talia, si scambiarono uno sguardo carico d’angoscia.
“Non date troppa importanza a ciò che si dice, milady…” disse l’uomo sforzandosi di sorridere “… qui, lontano dal palazzo, dominano l’ignoranza e la superstizione… sin da piccoli ci hanno raccontato storie di spettri, streghe e antichi malefici… e crescendo, quando la povertà e la miseria flagellano la vita, spesso si finisce per dare a quelle antiche credenze la colpa dei nostri drammi… non occupatevi più di queste cose e tornate al palazzo, mia signora… questo luogo non fa per voi…”
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Guisgard
27-04-2011, 01.44.36
“Sir Gouf è un uomo d’arme.” Disse Nyclos sorridendo a Melisendra. “Credo che per tutta la sua vita non si sia occupato altro che di battaglie e guerre. Una vita alquanto monotona, non credete, milady? Forse neanche possiamo chiamarla vita…” mormorò accarezzandole la spalla. “Molto bello questo vestito… avete buon gusto… “
Fissò poi la deliziosa colazione ed aggiunse:
“Appena finito qui, voglio condurvi nella brughiera per una passeggiata a cavallo.”
E le sorrise.

Guisgard
27-04-2011, 01.59.27
Guisgard fissò incuriosito quella monaca.
Poi, sorridendo, disse a Llamrei:
“Sorella, mi spiace ma non sono di Capomazda… sono giunto da poco e non conosco nulla di queste terre… maledizione?” Facendosi pensieroso. “Non ne sapevo nulla… però devo dire che trovo la cosa curiosa… una donna di Chiesa che crede a queste cose! Il Mio maestro soleva ripetermi che bisogna occuparsi dei vivi, anziché dei morti. E se posso, mi farebbero comodo un po’ di preghiere… io sono un peccatore, voi invece una pia donna… posso affidarvi la mia anima?” E rise di gusto.

Melisendra
27-04-2011, 02.14.50
Non ero certa di fare la cosa giusta: allontanarmi dal palazzo e non avere la possibilità di cogliere indiscrezioni nei corridoi... tuttavia una breve pausa dagli intrighi mi attraeva. Mi appariva rigenerante perfino l'idea di stare lontana da Gouf per qualche ora, dopo quell'orribile sogno.
L'idea di cavalcare un cavallo che non fosse Pandemonio, invece, mi rattristò. Chissà dove si trovava ormai.
Lanciai a Nyclos un sorriso complice e risposi: "Con piacere, milord!"
Fuori dalla finestra si estendeva quella singolare e selvaggia brughiera, illuminata da un cielo che sembrava di cristallo. La giornata si preannunciava ventosa. Mi avvolsi nel mantello.

Guisgard
27-04-2011, 02.41.15
La mano di Dafne bagnava Pasuan con quel panno intriso d’acqua, mentre il cavaliere restava immobile a fissarla.
“Come… com’era tuo marito? Era un bell’uomo? Ma che sciocco…” disse chinando il capo “… una ragazza bella come te non poteva certo sposare un uomo brutto…”
Sospirò, mentre lei continuava a medicarlo.
“Forse dovrei andare via…” mormorò “… se lui… si, insomma, se non fosse morto ti avrebbe difesa lui… forse questo non è il mio posto…”
All’improvviso le prese la mano, facendo cadere sul letto il panno bagnato.
La fissò per un interminabile istante, nel quale avrebbe voluto dirle tante cose.
Forse troppe.
“Scusami…” lasciandole la mano “… forse è meglio che vada via davvero…”
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Guisgard
27-04-2011, 03.08.01
Il vento.
Soffiava implacabile sulla brughiera, come a voler rendere sterile non solo la terra, ma anche i cuori.
Nyclos e Melisendra galoppavano in quel territorio chiazzato da folte macchie di verdeggiante ardore e picchi di rocce, aguzze e levigate, che sembravano attendere la caduta dell’inquieto cielo per trafiggerlo.
Qua e la sorgevano antiche rovine, forse primitive fortezze e opere murarie di qualche antica e dimenticata popolazione.
Il paesaggio, sotto quel cielo fissato nel suo argento incantato, appariva muto e angosciante, dove solo il vento sembrava portare l’eco di voci lontane, disperate e maledette.
Melisendra quasi avvertiva quelle voci.
Un lungo ed insopportabile lamento, frutto di indefinite voci che si accavallavano, legate le une alle altre da una sorta di funesto presagio, sembrava giungere fino al cuore della ragazza.

La figura, ad un tratto, apparve fiera su uno di quegli spuntoni rocciosi.
Indefinita, eterea, eppure reale.
Stava là, immobile a scrutare quell’immenso scenario come se attendesse qualcosa.
Forse si aggirava in quelle lande dimenticate davvero in cerca di qualcuno.
Ad un tratto sembrò accorgersi di Melisendra.

“Dominare su queste terre, disabitate ed incivili, è come regnare sul nulla…” disse Nyclos fissando il paesaggio “… ma Capomazda… no, Capomazda è la luce, è la civiltà… e presto sarà nostra…”
Quelle parole destarono Melisendra da quella visione.
“Milady… va tutto bene?” Chiese Nyclos. “Mi sembrate assente… siete pallida… cosa è accaduto? Avete forse visto qualche animale feroce in lontananza?”
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Guisgard
27-04-2011, 03.24.16
Monteguard fissò con attenzione il giovane Cavaliere25.
“Balordi che riescono a ferire un cavaliere…” disse dubbioso “… com’è possibile? E poi Pasuan è uno dei migliori spadaccini del ducato… anzi, del regno! Lui con una spada in pugno è capace di tenere testa quasi a tutti! Mi hai raccontato tutta la verità, ragazzo?” Chiese a Cavaliere25. “Cosa è accaduto veramente?” Fissandolo come a volergli leggere fin dentro il cuore.
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Melisendra
27-04-2011, 03.25.55
Disorientata strinsi le redini. Non ero certa di averla vista... sembrava trasparente. Eppure era là. E ora solo aria.
Rabbrividii.
"No, milord, mi era sembrato di vedere una donna su quegli spuntoni di roccia... ma forse era solo uno sbuffo di nebbia..." voltai il cavallo e osservai meglio il paesaggio circostante.
Spettrale. Affascinante.
"E così presto entrerete in trionfo a Capomazda..." sorrisi verso Nyclos e accarezzai il cavallo mentre si dissetava presso un rivolo.
"Sarete molto orgoglioso di voi quando quei pomposi cortigiani vi si inchineranno davanti... la corte di Capomazda è un covo di pigri opportunisti, ho avuto modo di constatarlo..." feci spallucce "come in ogni corte ci sono lingue pronte ad adulare i più forti."
Il cavallo si innervosì, forse quell'atmosfera turbava anche lui.
"Mi piace questa terra... ha un'atmosfera così conturbante..." ero sincera, anche se ero più avvezza alle foreste nebbiose del nord. Se non fossero state una prigione, ne avrei avuto un'autentica nostalgia.
"Pensate che finirà presto questa guerra?" sospirai con aria sconsolata.
Accarezzai il mio cavallo e osservai meglio le nebbie che salivano dal terreno.

Guisgard
27-04-2011, 03.40.22
La giovane e misteriosa Sayla attraversava lo stretto sentiero che, pian piano, divenendo strada sarebbe poi giunto fino a Capomazda.
Un asciutto vento soffiava sulla campagna e sembrava condurre con sé sinistri presagi.
La ragazzina continuò a percorrere quella via, tra sterpi e rovi, fino a quando si ritrovò nel borgo.
Poco dopo aveva già raggiunto la monumentale Porta dei Leoni, che dava accesso alla cittadella fortificata.
Ed al suo arrivo, quasi come segno di un destino tanto fatale, quanto indecifrabile, Sayla udì i rintocchi della campana provenienti dalla Cappella della Vergine.
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Morrigan
27-04-2011, 04.29.53
“Recati al castello di sir Cimarow e riferisci ciò che ti ho detto…” disse una voce “… quella donna è lì per tradire… e per ora il duca sembra impossibilitato a difendere Capomazda…”
“Si, mio signore…” rispose l’altra voce.
“Sir Gouf deve fidarsi…” mormorò “… e dì loro che attendano i miei ordini… ora va!”

Morrigan portò immediatamente una mano alla bocca, per soffocare un sussulto. Qualcuno dunque stava progettando la caduta dei Taddei! Qualcuno, in seno stesso a quel nobile palazzo, tramava, vendendo al nemico le debolezze del proprio signore!
Era ignobile, quanto stava accadendo... era inaccettabile... così cadono i regni e si corrompono i popoli... così crollano gli imperi e si perdono le battaglie... perchè solo l'infedeltà e la viltà di alcuni uomini può battere il coraggio e a grandezza di altri!

Cominciò allora a muoversi piano, con cautela, cercando di spostarsi verso la luce nel tentativo di riuscire a scorgere i volti dei due uomini, dal momento che era impossibile per lei riconoscerne la voce.
Ma proprio in quel momento, mentre si sollevava piano dal suo nascondiglio, una mano si posò sulle sue spalle.
Morrigan trasalì, si voltò di scatto, mentre il cuore le batteva all'impazzata. Estrasse la spada e la puntò dritta contro colui che l'aveva sorpresa.

Guisgard
27-04-2011, 04.30.52
“Una donna? Nel bel mezzo della brughiera? Vi sarete di certo impressionata, milady!” Disse Nyclos ridendo. “Potrei capire un cavaliere, magari qualcuno dei nostri uscito in perlustrazione, ma una donna è quasi impossibile! A meno che non si tratti di qualche strega, o fattucchiera!” E si abbandonò ad una risata.
“Quanto a Capomazda…” facendosi serio “… si, presto cadrà… e finirà un’epoca, milady… i potenti Taddei, signori della guerra e predestinati a reggere queste terre, diventeranno uno dei tanti miti che echeggiano in questi luoghi…”
Si voltò e restò a fissare Melisendra.
“Vedo che passate molto tempo con sir Gouf…” mormorò accarezzando il suo cavallo “… ne sono quasi geloso… si, lo sarei se non conoscessi la sua totale repulsione nei confronti dei suoi simili … ma una donna bella come voi sarebbe capace di tentare anche un monaco, milady…” accennando un sorriso “… si, se Gouf non avesse passato l’intera notte a preparare piani e strategie con mio fratello ed alcuni suoi baroni, avrei pensato che… ebbene si, milady!” Esclamò compiaciuto. “Sono geloso di voi!”
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Guisgard
27-04-2011, 04.35.31
"Ehi, bellezza, metti giù quella spada!" Disse Finiwell a Morrigan. "Questo è il ringraziamento per averti seguita con l'intento di tenerti fuori dai guai? Ma poi... cosa diavolo ci fai quaggiù?"

Guisgard
27-04-2011, 04.42.59
La voce della strana sparizione di Talia aveva messo in allarme l’intero palazzo ducale.
A quelle parole, Icarius e il priore corsero verso le scuderie.
“La cavalla manca e alcuni contadini hanno visto lady Talia galoppare via con quella attraverso la campagna!” Disse uno degli stallieri.
“Com'è possibile che nessuno l’abbia fermata?” Chiese Icarius.
“La granduchessa andava talvolta a cavalcare con lord Rauger…” rispose lo stalliere “… era quindi normale vederla uscire…”
“Al diavolo!” Esclamò Icarius. “Siamo nel bel mezzo di una guerra e nessuno trova pericoloso che una ragazza vada a cavalcare da sola per la campagna?”
“Milord…”
“Cosa?” Voltandosi di scatto icarius.
“Alcuni pastori l'hanno vista andare verso la brughiera…” rispose un servitore.
“Il mio cavallo, presto!” Ordinò Icarius.
“Verrò con voi, milord!” Disse August.
“Allora saremo in tre.” Mormorò Lho.
Poco dopo i tre si diressero verso la brughiera.
“Secondo i pastori ha preso quel sentiero laggiù…” indicò August “… conduce nel bel mezzo della brughiera.”
I tre allora attraversarono il sentiero, fino a giungere presso la Pieve.
Ma qui ebbero una sorpresa.
Era infatti arrivato, precedendoli, Matthias in sella al suo cavallo.
“Cosa ci fai qui da sola?” Domandò a Talia. “Al palazzo è scoppiato un putiferio per questa tua misteriosa fuga… stavano ancora decidendo sul da farsi, quando ho preso un cavallo e, seguendo le indicazioni di alcuni pastori, sono giunto qui… ma cosa ti ha spinto a venire in questo posto? E’ pericoloso. C’è una guerra in atto… ora tornerai con me al palazzo ducale.”
Icarius e gli altri, nascosti tra gli alberi, avevano assistito a tutta la scena.
“Sia ringraziato il Cielo…” mormorò Lho “… lady Talia è sana e salva.”
“Dove andate, milord?” Chiese August, vedendo Icarius che si apprestava a ritornare indietro.
Ma questi non rispose nulla e galoppò veloce fino al palazzo.

Melisendra
27-04-2011, 04.58.40
Sorrisi, mentre il vento si levava a scompigliarmi i capelli.
Non mi aspettavo che fosse tanto diretto.
Inclinai il capo di lato, sorpresa.
Mi tornarono alla mente le dure parole di Gouf sul conto di Nyclos.
"Non siatelo, milord... ricordate che i vostri alleati stanno ancora osservandomi e valutandomi..." sorrisi sfacciatamente "potrei essere una spia!"
Risi.
"Inoltre lady Aitly non vede l'ora di mettere le mani sul mio collo..." scossi il capo e sorrisi osservando la nebbia venirci incontro e sbuffare via.
"Perchè parlare di sir Gouf quando ci sono tanti argomenti più interessanti..." spronai il cavallo e mi avvicinai a delle vecchie rovine.
Quella terra mi metteva davvero i brividi... eppure una forza oscura e famigliare sembrava accogliermi. Mi guardai intorno e mi accertai che i fantasmi avessero smesso di agitarsi dietro alle nebbie.

cavaliere25
27-04-2011, 11.16.46
ehm signore la sua spada me la data a me io e lui dovevamo fare il giro di ricognizione ma era impegnato con una damigella di nome Dafne ecco perche non si è potuto difendere la sua spada la diede a me e aspettai chinando il capo come essendo il colpa per l'accaduto

Talia
27-04-2011, 11.59.14
Rimasi in silenzio per un momento... quella reticenza mi innervosiva, ma se quei due credevano che questo sarebbe bastato a scoraggiarmi, voleva dire che non mi conoscevano. Ero partita per capire che cosa stava avvenendo e perché quegli strani sogni continuavano a tormentarmi... e l’avrei scoperto, in un modo o nell’altro!
Abbassai appena gli occhi, poi li rialzai su di loro e sorrisi...
Fu a quel punto che si udì un cavallo giungere al galoppo.
Io subito mi affacciai sulla soglia della pieve e vidi Matthias... balzò giù dal cavallo persino prima che questi si fosse del tutto arrestato e si precipitò verso di me con un’espressione che non prometteva niente di buono...

“Cosa ci fai qui da sola?” Domandò a Talia. “Al palazzo è scoppiato un putiferio per questa tua misteriosa fuga… stavano ancora decidendo sul da farsi, quando ho preso un cavallo e, seguendo le indicazioni di alcuni pastori, sono giunto qui… ma cosa ti ha spinto a venire in questo posto? E’ pericoloso. C’è una guerra in atto… ora tornerai con me al palazzo ducale.”

Sospirai alle sue parole, poi sorrisi...
“Matthias, calmati!” dissi “Non è successo niente... sto bene! Volevo soltanto venire a vedere questa chiesa... non c’è ragione di allarmarsi tanto!”
Lanciai un’occhiata ai due, fermi poco dietro di me, poi mi accostai un po’ al mio amico e mormorai: “Senti...mi dispiace di non avertelo detto prima! Non volevo ti preoccupassi... ma c’è una cosa che devo fare! Ti prego... dammi soltanto un altro momento! ...Per favore!”
Alzai gli occhi su di lui: era arrabbiato, ma ero certa che non mi avrebbe trascinata via. Gli sorrisi un momento, conciliante.
Mi voltai quindi e tornai a rivolgermi ai due contadini... esitai appena un istante, poi decisi di cambiare tattica.
Feci, dunque, loro segno di precedermi dentro la chiesa e li feci accomodare su una delle vecchie panche, poi mi sedetti di fronte a loro.
“Signora...” dissi alla donna, prendendo la sua mano tra le mie e puntando i miei occhi nei suoi “Vostro figlio parla con saggezza e dimostra di avere a cuore la mia persona... per questo lo ringrazio infinitamente! Ma vedete, signora... è il destino che mi ha portata qui, forse perché vuole che io scopra qualcosa. Come vedete, il mio tempo qui è terminato: sto per tornare a Capomazda e là dovrò far fronte agli eventi... ma sarà come combattere alla cieca se resterò all’oscuro di questa storia... e come potrò sperare di avere anche solo una possibilità di sopravvivenza così? Perciò vi prego, signora, vi imploro: di qualsiasi cosa si tratti... che sia una leggenda, una superstizione, una storia pur fantasiosa... vi prego, non tenetemela nascosta! Io ho bisogno di conoscerla e penso anche di averne il diritto! Aiutatemi, dunque... aiutatemi a far fronte nel migliore dei modi al mio destino, qualsiasi esso sia!”
Tacqui infine, ma le mie mani non smisero di tenere quella della donne e i miei occhi non si spostarono di un millimetro dai suoi... e silenziosamente pregai di averla convinta.

Morrigan
27-04-2011, 12.38.04
Udendo la voce di Finiwell, Morrigan non perse altro tempo. Abbassò la spada e tappò la bocca del cavaliere con la mano, impedendogli di proseguire.
Poi, a bassa voce, si avvicinò al suo orecchio.

"Oh, fate silenzio, per una buona volta... o qui siamo tutti morti!"

Quindi si staccò da lui e piano allentò la presa sulla sua bocca, pregando che Finiwell avesse compreso la serietà della faccenda.

"E adesso cercate di rendervi utile, per una volta..." gli sussurrò "Date un'occhiata e ditemi se riuscite a riconoscere uno di quei due uomini che stanno parlando laggiù, nella galleria"

Lady Dafne
27-04-2011, 16.19.55
Non lo lasciai andare via e anzi mi stesi sul letto accanto a lui e iniziai a raccontare accarezzandomi la pancia:

"Friederich era un uomo molto buono e molto bello, era alto forse più di te e quando metteva l'armatura completa e montava a cavallo era davvero enorme. Era un ottimo cavaliere, fin da giovane aveva avuto una carriera sfavillante diventando subito uno dei più fedeli servitori del duca Icarius. Si può dire che la loro abilità con la spada crebbe di pari passo allenandosi assieme ore e ore. Friederich era molto legato al Duca e ne conosceva i difetti: l'arroganza, la prepotenza; ma lo difendeva sempre e comunque. Soltanto una volta arrivarono alle mani, me lo raccontò un altro cavaliere che era presente: eravamo sposati da pochissimi giorni, Friederich mi portò a palazzo per presentarmi a Icarius e alla Duchessa. L'incontro durò pochi minuti. Seppi poi che il duca aveva voluto parlare privatamente a mio marito, gli aveva offerto una promozione e delle stanze signorili all'interno del palazzo in cambio della mia disponibilità a diventare una delle sue amanti. Friederich non me ne parlò mai e ovviamente rifiutò. Si ruppe qualcosa in lui, non volle più recarsi a palazzo e mi proibì di farlo. Servì lo stesso con dedizione il suo signore fino ad arrivare alla morte. Credo che nessuno a palazzo si sia preoccupato di piangerlo e forse è per questo che non so nemmeno com'è morto. Ricordo solo che furono i suoi soldati a riportarmi il suo corpo privo di vita e furono loro stessi ad occuparsi della sua sepoltura mentre io impazzivo di dolore" conclusi il discorso restando in silenzio diverso tempo, nemmeno Pasuan parlava. Poi continuai:
"Scusami, non avrei dovuto dirti queste cose sul duca, tu sei sempre un suo servitore e forse si è comportato così perchè io stessa feci involontariamente qualcosa che lo può aver spinto a credere nella mia disponibilità a certe pratiche".

Guisgard
27-04-2011, 20.11.14
La vecchia, con le sue mani in quelle di Talia, sorrise teneramente alla ragazza.
“E’ vero, sapete…” disse “… ho udito del vostro arrivo e di come eravate bella… noi non siamo mai giunti al palazzo… e non avrei mai nemmeno sperato di vedervi da vicino, mia signora…” chinò poi il capo ed i suoi occhi si inumidirono “… non dovete, milady… non dovete restare qui… non fatelo e non innamoratevi mai…”
“Andiamo adesso…” mormorò suo figlio prendendole la mano.
Aveva infatti visto avvicinarsi un cavaliere.
Era August.
“Milady, questo non è posto per voi…” entrando in Chiesa e segnandosi “… sua signoria è molto preoccupato… venite, vi riaccompagnerò al palazzo.
“Basterò io per riaccompagnarla.” Intervenne Matthias.
“Qui non siamo a Sygma” rispose August “e l’amicizia di lady Talia non vi preserverà all’infinito se non rispetterete le nostre leggi. Io proteggo la famiglia ducale da sempre e continuerò a farlo.”
Si voltò poi verso Talia.
“Il duca, oltre ad essere il mio signore, è anche il mio migliore amico…” aggiunse “… e la sua felicità è la mia priorità. Andiamo, milady…”
“Milady…” disse la vecchia prima che suo figlio la portasse via “… che Dio vi Benedica… possa Santa Lucia proteggervi…”
"Andiamo, milady..." fece August "... è ora..."
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Guisgard
27-04-2011, 20.21.11
La brughiera era inquieta.
Come se stesse per accadere qualcosa.
“Sir Gouf è un uomo strano…” disse Nyclos a Melisendra “… suscita ammirazione nei suoi, terrore nei nemici… sembra viva solo per combattere… come se stesse lottando contro qualcosa senza poter smettere…”
Accarezzò il cavallo e aggiunse:
“Nessuno vi farà del male, milady… non lo permetterò…” le sorrise “… massì, ora basta parlare di queste cose! Venite, cavalchiamo ancora un po’ e poi torneremo al castello.”

Guisgard
27-04-2011, 20.25.21
Finiwell fissò stupito Morrigan, per poi fare come gli aveva detto la ragazza.
Si avvicinò a quella luce e cercò di sbirciare nella stanza.
Dentro c’erano due misteriose figure, entrambe avvolte in lunghi mantelli.
“Ora va… e avverti lord Cimarow...” disse quello che sembrava essere il capo, per poi sparire nel buio.
L’altro, da un piccolo passaggio, uscì dalla stanza.
“Sono andati via…” disse Finiwell entrando con cautela nella stanza “… ma si può sapere cosa diavolo sta succedendo qui?”

Guisgard
27-04-2011, 20.28.48
Pasuan ascoltò il racconto di Dafne.
“Non conosco personalmente il duca Icarius…” disse “… lui era spesso via da Capomazda… ma molti lo definiscono un rampollo prepotente e viziato… una volta girava voce di un furioso litigio sorto tra lui e lord Rauger… il vecchio Arciduca lo definiva incapace di amare veramente… credo che lui non ami nessuno…”
Sorrise poi alla ragazza.
“Non temere…” sussurrò “… nessuno ti farà mai del male… io non lo permetterò… neanche al duca… e tu… tu sei la ragazza più pura del mondo…” e le accarezzò la ciocca di capelli che scendeva sul suo bellissimo volto.

Melisendra
27-04-2011, 20.50.52
Cercai di essere spensierata, almeno per la durata della cavalcata.
Amavo la sensazione del vento e sentire gli zoccoli della mia cavalcatura battere il terreno con forza, mentre la nebbia si infrangeva contro le rocce lontane.
Mi adombrai di nuovo quando riflettei su quello che aveva detto Nyclos a proposito di Gouf. Era vero. Quella lunga e continua lotta senza sosta, quel dibattersi continuamente contro tutto e contro tutti... prima o poi l'avrebbe divorato.
Ricordavo quanto fosse stato spaventoso accettare quell'umanità che si ribellava alla mia natura oscura. In un certo senso compativo Gouf. E lo potevo comprendere.
Ma quella fragilità che appare una debolezza, piano piano diventa preziosa.
E' molto più facile andare avanti senza provare sentimenti per cosa alcuna, spazzando via chiunque si anteponga tra noi e quello che desideriamo... fino a quando la Bestia non inizia a divorarci ed ogni nuova crudeltà deve essere maggiore della precedente o non riusciremmo a provare alcuna emozione.
Quella era l'unica morte che temevo.
Il castello era sempre più vicino ormai.
Le sensazioni spettrali furono spazzate via insieme alla nebbia.
La veste color del sangue si gonfiò nel vento. Nuvoloni di pioggia si addensarono all'orizzonte.
Mi rivolsi al mio compagno di cavalcata.
"Non mi avete detto molto di voi, milord... Gouf vive per la battaglia, è vero" ammisi "e voi? per cosa vivete?"

Lady Morgana
27-04-2011, 22.39.06
Trasalì quando sentì il rintocco delle campane...

Finalmente sono giunta a Capomazda... ora devo solo trovare Lady Talia, anzi, aspetterò che esca lei stessa dal castello... si, farò così...

Mi accorsi poi di un cavaliere che si dirigeva verso la brughiera con fare inquieto. Mormorò qualcosa mentre passava, qualcosa riguardo ad una nobile dama fuggita dal castello, sicuramente si tratta dellamoglie del duca... non devo far altro che seguire questo cavaliere...
Seguendolo arrivai davanti ad una piccola cappella abbandonata; Lady Talia parlava con una vecchia e un uomo quando si accorse dell'arrivo del cavaliere; ma non era solo, notai altri uomini nascosti tra i cespugli...
“Cosa ci fai qui da sola?” Domandò il cavaliere a Talia. “Al palazzo è scoppiato un putiferio per questa tua misteriosa fuga… stavano ancora decidendo sul da farsi, quando ho preso un cavallo e, seguendo le indicazioni di alcuni pastori, sono giunto qui… ma cosa ti ha spinto a venire in questo posto? E’ pericoloso. C’è una guerra in atto… ora tornerai con me al palazzo ducale.”
Ma dal nulla sbucò un altro cavaliere che si intromise nella discussione. “Milady, questo non è posto per voi…” disse entrando in Chiesa e segnandosi “… sua signoria è molto preoccupato… venite, vi riaccompagnerò al palazzo."
“Basterò io per riaccompagnarla.” Replicò il cavaliere.
“Qui non siamo a Sygma” rispose l'altro “e l’amicizia di lady Talia non vi preserverà all’infinito se non rispetterete le nostre leggi. Io proteggo la famiglia ducale da sempre e continuerò a farlo.Il duca, oltre ad essere il mio signore, è anche il mio migliore amico… e la sua felicità è la mia priorità. Andiamo milady, è ora..."

Non è il momento giusto, sarei dovuta arrivare prma, quando era sola...ma non importa, aspetterò fino a quando sarà necessario...

Pensando a tutto ciò che era accaduto, mi addentrai nel bosco, fino a quando non trovai riparo dentro una grotta e preparai un giaciglio; dopo aver recitato le mie preghiere, mi coricai.
Ma quello che seguì fu un sonno tempestato da incubi...come sempre, del resto.

Talia
28-04-2011, 00.44.32
Osservai la donna in silenzio, stupita e colpita dalle sue parole...
‘... non dovete restare qui... non fatelo e non innamoratevi mai...’ aveva detto... che cosa voleva dire?
‘...che Dio vi benedica... possa Santa Lucia proteggervi...’ soggiunse... e io le sorrisi mentre suo figlio la trascinava via.
Poi mi voltai verso il nuovo venuto...
“Sir August!” dissi, e il mio tono tradiva sorpresa nel vederlo ma anche un certo disappunto “Che cosa ci fate qui?”

“Milady, questo non è posto per voi…” entrando in Chiesa e segnandosi “… sua signoria è molto preoccupato… venite, vi riaccompagnerò al palazzo.
“Basterò io per riaccompagnarla.” Intervenne Matthias.
“Qui non siamo a Sygma” rispose August “e l’amicizia di lady Talia non vi preserverà all’infinito se non rispetterete le nostre leggi. Io proteggo la famiglia ducale da sempre e continuerò a farlo.”
Si voltò poi verso Talia.
“Il duca, oltre ad essere il mio signore, è anche il mio migliore amico…” aggiunse “… e la sua felicità è la mia priorità. Andiamo, milady…”

I miei occhi si mossero da lui a Matthias, per poi tornare a lui durante quello scambio di battute...
“Oh, ma insomma... basta!” ingiunsi in tono secco “Non c’è bisogno che discutiate, perché tanto io tornerò a Capomazda nello stesso modo in cui sono venuta qui: da sola!”
A rapidi passi uscii dalla chiesa e mi diressi verso Matys, la presi per le briglie e balzai agilmente in sella...
“E comunque, sir August...” soggiunsi, voltandomi a guardarlo “Credo, con il dovuto rispetto, che dovreste rivedere le vostre priorità, forse! Occuparvi della felicità del vostro signore, ad esempio, credo che sia una battaglia persa... e, ad ogni modo, dubito sinceramente che essa possa dipendere dalla mia vita o dalla mia incolumità! Non era dunque necessario vi deste tanta pena per venirmi a cercare!”
Voltai quindi il cavallo e partii al galoppo per Capomazda... poco dopo varcai la Porta dei Leoni ed entrai in città, senza aver diminuito l’andatura neanche per un istante e senza che, parimenti, la mia contrarietà di fosse placata neanche in minima parte.

Guisgard
28-04-2011, 01.12.57
Nyclos sorrise.
“Io per cosa vivo? Ma per la felicità, milady!” Disse divertito. “La vita è già piena di dolore per invocarne altro. Non credete? Vedete, io credo nei segni, nella fortuna. Gli uomini, a mio giudizio, si dividono in due categorie… quelli che sono capaci di riconoscere i segni della sorte, sfruttandoli a loro vantaggio e tutti gli altri.” La fissò. “Io credo che il vostro arrivo sia stato un segno, milady… un bellissimo e splendido segno…”
Giunsero allora al castello, dove furono subito fatti entrare.
Dall’alto di una torre Aytli li osservava.
“Sembra abbia conquistato il giovane signore…” mormorò.
Gouf non rispose nulla, continuando a bere del vino.
“Il giovane signore non poteva non esserne attratto…” continuò Aytli “… sa vendersi bene lei…”
“Forse dovresti tornare ad occuparti delle truppe!” Disse all’improvviso Gouf. “Siamo in guerra, non dimenticarlo.”
“Si, hai ragione…” rispose avviandosi verso la porta.
Gouf invece restò a fissare il cortile dove si muovevano le figure di quell’immenso dramma.

Morrigan
28-04-2011, 01.16.48
"Dunque?" chiese Morrigan, tradendo una certa ansia "Li avete riconosciuti?"

Nel fargli questa domanda, Morrigan aveva afferrato Finiwell dal giustacuore, tirandolo verso di sè, un po' per paura che quel rumoroso cavaliere si facesse scoprire, un po' per la curiosità di avere quella risposta il prima possibile. Appena si rese conto di quel gesto, mollò subito la presa e si allontanò da lui, guardandolo con aria profondamente seria.

"Finiwell, ditemi se li avete riconosciuti, presto! Si tratta di una cosa della massima importanza... forse questa è l'occasione che avete sempre atteso di rendere un immenso servizio al vostro signore... e anche di salvare una vita... temo che lady Melisendra sia in grande pericolo!"

Guisgard
28-04-2011, 01.38.22
Talia giunse al palazzo e subito i servitori l’aiutarono a scendere, per poi condurre Matys nelle scuderie ducali.
Poco dopo arrivarono anche August e Matthias.
Subito uno dei servi comunicò a Talia che Izar desiderava parlarle.
La ragazza allora fu condotta nella biblioteca, dove c’era anche il filosofo.
“Milady, sono lieto di rivedervi sana e salva.” Disse. “Però sono costretto a dirvi che quanto fatto da voi oggi non è stata una buona cosa. Non potete correre via come una ragazzina. Il duca è stato molto in pena e si è esposto ad un gran rischio venendo nella brughiera per ritrovarvi…”
“Va bene così, Izar.” Entrando Icarius ed interropendolo. “Ora vi prego, lasciateci soli. Grazie…”
“Come desiderate, milord.” Rispose il filosofo per poi andare via.
http://24.media.tumblr.com/tumblr_l3kwekguBi1qad6aso1_500.jpg

Guisgard
28-04-2011, 01.41.37
“Un momento, non capisco più nulla…” disse Finiwell “… ma perché mai avrei dovuto riconoscerli? Avevano mantelli e cappucci! E poi perché dite che lady Melisendra è in pericolo? Insomma, volete dirmi cosa avete udito prima del mio arrivo? Che sta succedendo qui?”

Morrigan
28-04-2011, 01.58.21
"Qualcuno sta tramando per tradire il ducato! Uno di quegli uomini è stato incaricato di andare da lord Cimarow per informarlo dell'accidente accorso al vostro duca... e forse anche l'inganno di Lady Melisendra potrebbe essere svelato! E non oso immaginare quante altre informazioni siano già trapelate da questo palazzo fino ad ora! Non mi sorprende affatto che il ducato abbia subito così tante perdite e così tante sconfitte... la fortuna e il caso, in circostanze del genere, c'entrano sempre molto poco, ne convenite?"

Morrigan non sopportava i traditori del sangue nobiliare, e aveva di certo i suoi buoni motivi per provare quell'astio, quindi la scena cui aveva appena assistito la faceva ancora fremere dalla rabbia. Si accorse però di aver detto quelle parole tutte d'un fiato, ancora presa dall'urgenza che le aveva messo addosso quella scoperta, e pensò che forse il povero Finiwell ci avrebbe capito davvero ben poco... pazienza, gli spiegherò strada facendo... adesso non c'è tempo... non c'è più tempo per nulla!

"Che dite, messere... c'è qualcuno fidato cui possiamo raccontare questa storia? Dobbiamo fare qualcosa, e in fretta... non abbiamo un minuto da perdere!"

Melisendra
28-04-2011, 02.10.21
Una volta oltrepassate le mura, sentii un senso di oppressione.
Mi sentii nuovamente osservata.
Non c'era bisogno di alzare lo sguardo verso le merlature per sapere chi mi stesse osservando.
Smontai da cavallo e rivolsi un inchino a sir Nyclos.
"Siete stato gentile, milord, a mostrarmi queste terre..." levai lo sguardo su di lui, "la vostra compagnia è davvero piacevole..." sorrisi.
Detto ciò accennai a ritirarmi.
Intorno a me c'era il solito fermento di uomini in arme.
Un fanciullo mi urtò, trascinando con sè un secchio per abbeverare i cavalli.
Mi guardò come se temesse di essere battuto... evidentemente in quel luogo non c'era spazio per la gentilezza. Lo rassicurai con un'occhiata benevola e una noncurante scrollata del bordo del mio abito, su cui si era riversato qualche schizzo d'acqua.
Sentii un'improvvisa nostalgia di Uriel.
Sorrisi nuovamente allo spaurito fanciullo.

Guisgard
28-04-2011, 02.19.50
Finiwell allora fissò il passaggio dal quale uno dei due misteriosi individui era uscito.
“Presto, seguimi!” Disse a Morrigan.
Un attimo dopo risalirono quello stretto ed angusto passaggio, fino a sbucare presso le mura occidentali della cittadella.
“E’ uscito qui…” mormorò il cavaliere guardandosi intorno “… ma ha preso un bel vantaggio e potrebbe essere andato in qualsiasi direzione…”
Fissò Morrigan e continuò:
“Se ciò che avete udito è vero, allora sarà diretto al castello di Cimarow, quel fellone! E’ notte e seguirne le tracce è quasi impossibile, ma non abbiamo scelta… vi va di fare una bella passeggiata notturna?”
Detto questo corse a prendere due cavalli.
Poco dopo i due galopparono verso la campagna.

Morrigan
28-04-2011, 02.28.39
"Siamo pazzi..." commentò Morrigan a mezza voce, ma con tono sufficientemente alto affinchè Finiwell potesse udirla oltre lo scalpiccio dei cavalli che correvano nella notte.

Già, siamo pazzi... avrebbero potuto informare qualcuno, prima di lanciarsi in quella bravata! Se fossero morti, se fossero caduti in un'imboscata, se fossero stati presi prigionieri, nessuno a Capomazda era stato messo al corrente di quanto scoperto, e quella rivelazione sarebbe sciaguratamente morta insieme a loro!
Ma Finiwell non aveva nemmeno atteso che replicasse o esprimesse il suo parere. Le aveva direttamente lanciato le briglie tra le mani. Doveva essere questo il suo temperamento, d'altronde. Morrigan quasi non se ne stupiva più. E ancor meno, in fondo, si stupiva di se stessa. Aveva sempre fatto, fin da bambina, quel che meno ci si era atteso da lei... cosa avrebbe potuto essere diverso, in quella circostanza?

"Che intendete fare adesso, Finiwell? Se riusciamo a raggiungerlo ed è da solo, non sarà difficile disarmarlo, catturarlo e riportarlo con noi a Capomazda... ma se dovessimo raggiungerlo troppo tardi, e ci trovassimo in compagnia dei suoi degni compari? Avete almeno pensato ad un piano alternativo che non sia quello di lanciarci incontro al suicidio?"

Guisgard
28-04-2011, 02.30.24
Il fanciullo sorrise a Melisendra.
“Grazie, mia signora.” Disse.
Ma quando stava andando via, una mano lo bloccò, prendendolo per un braccio.
“Non sai che devi stare attento a quel che fai? Hai versato dell’acqua sul vestito di quella dama…” tenendolo fermo Gouf “… chiedi scusa a quella signora… ora!”
“Mi fate male… mi fate male, milord… il braccio… mi fate male…”
“Chiedi scusa o te lo spezzerò!”
“Perdonatemi, mia signora!” Gridò il ragazzino.
“Non ho sentito” disse Gouff “e nemmeno lei credo abbia sentito…”
“Il braccio…” gridò il piccolo “… perdonatemi, signora! Perdonatemi!”
Gouf strinse ancora di più, quasi a spezzare quel piccolo braccio.
Poi lasciò cadere a terra il ragazzino.
“Tirami la frusta!” Ordinò poi ad uno dei suoi. “Ora imparerai come si lavora, piccola carogna.”
E cominciò a batterlo a sangue con inaudita violenza sotto gli occhi di Melisendra.

Melisendra
28-04-2011, 02.48.08
"Smettetela!", supplicai Gouf. "Gouf, vi prego... smettetela!"
Mi appesi al suo braccio, cercando di fermarlo col mio peso.
La frusta fischiò vicino al mio viso, per un soffio.
"Ora basta!", usai la voce, modulata e vibrante. "Vi prego..." sussurrai.
"Vai, ragazzo...", ero riuscita a fermare i colpi il tempo sufficiente perchè il fanciullo sgusciasse via.
"Siete impazzito? Era solo un po' d'acqua..."
Sentivo il braccio ancora teso nello sforzo di far schioccare la frusta.
Gli scoppi d'ira ingiustificati erano sempre stati una sua caratteristica... ma non era mai arrivato a tal punto. Mi tornarono alla mente gli orrori dell'incursione nel villaggio.
Strinsi la frusta. Un brivido mi corse lungo la schiena... mi augurai che si fosse calmato.

Guisgard
28-04-2011, 03.03.02
Finiwell Non staccava gli occhi dalla strada buia.
“Ti confesso che il nostro è quasi un inseguimento disperato.” Disse a Morrigan. “Non si vedono tracce, né si intravede nulla che possa assomigliare a quel furfante traditore. Gli abbiamo concesso troppo vantaggio…” aggiunse imprecando.
Galopparono per un altro tratto di strada, fino a ritrovarsi nella brughiera.
“Stramaledizione!” Esclamò Finiwell arrestando la corsa del suo cavallo. “E’ come cercare un ago in un pagliaio!”
Ad un tratto però i due furono zittiti da strani versi.
“Ma che diavolo…” mormorò il cavaliere.
Seguirono allora quei versi e si ritrovarono presso una piccola palude, nella quale stava sprofondando un uomo in groppa al suo cavallo.
“Tienimi per gli stivali!” Disse Finiwell a Morrigan.
Allora, sporgendosi nella palude, riuscì ad afferrare l’uomo che stava sprofondando, portandolo in salvo.
Il cavallo invece, affondò senza che nessuno potesse farci nulla.

Guisgard
28-04-2011, 03.18.06
Gouf guardò Melisendra.
Aveva uno sguardo cupo, freddo, ma in esso si celava anche un’angosciante malinconia.
“Perché dovrei fermarmi? Perché sei tu a chiedermelo? Chi credi di essere? Ho posseduto molte donne…” disse afferrandola per un braccio “… e tu sei una delle tante. Credi di poter vantare per questo qualche diritto particolare?”
La fissò con rabbia.
“Ricorda che tutti voi siete una mia proprietà…” continuò “… non diversi dal mio cavallo, o dalla mia spada. Le vostre vite mi appartengono! E la tua più di tutti!”
Il ragazzino intanto tentava di scappare via, ma aveva il petto e la schiena lacerati dalle frustrate.
Gouf le lasciò allora il braccio.
“E non intrometterti mai più in ciò che faccio… altrimenti ciò che interrompi lo continuerò su di te…”
Ed andò via.

Melisendra
28-04-2011, 03.57.41
Trattenni il fiato.
Le sue dita mi avevano artigliato con forza inaudita.
Barcollai quando mi lasciò andare.
Per un attimo avevo davvero temuto che quella frusta si sarebbe abbattuta su di me.
"Non dubito che lo fareste!!" gridai alle sue spalle.
Le scuderie erano deserte. Evidentemente tutti si erano allontanati il più rapidamente possibile per evitare di essere investiti dalla sua furia.
"Prima o poi dovrete aprire gli occhi e affrontare questa rabbia che cova dentro di voi come un veleno... e questo vi distruggerà! " gridai, mentre l'eco della mia voce si spargeva nell'aria.
Avrei dovuto mordermi la lingua. Sperai che non mi avesse sentito. Mi ero spinta oltre?
Mi accarezzai il braccio.

Guisgard
28-04-2011, 04.05.53
Il fuoco generava inquiete ombre che danzavano sulle nude pareti della caverna.
Ad un tratto delle voci cominciarono a squarciare il silenzio della notte.
Sayla si affacciò, cercando di comprendere cosa stava accadendo fuori dalla grotta.
Si accorse allora che diverse persone, tutte abbigliate come monaci, stavano varcando le porte della Pieve.
Recitavano una litania ed accendevano grossi ceri davanti alle statue della chiesa.
Sull’altare stava seduto un giovane uomo che li osservava in silenzio.
Ad un tratto tre di quei monaci gli si avvicinarono.
“Dobbiamo punire la donna, milord.” Disse uno di loro.
“Cosa ha fatto?” Chiese l’uomo sull’altare.
“Ha peccato contro il Cielo e contro di voi, milord.”
“Portatela a me.”
Allora i monaci condussero la donna davanti all’Arciduca.
“Gyaia, perché hai fatto questo?” Chiese questi.
La ragazza lo fissava in silenzio, con le mani ed i vestiti sporchi di sangue.
“Milord...” intervenne uno dei monaci “… questa donna si è strappata l’utero, causando così la morte del bambino. Deve pagare con la morte!”
“Perché, Gyaia?” Chiese l’Arciduca.
“Perché sarebbe nato senza amore…” rispose lei fissandolo con uno sguardo vuoto e perso.
Allora un altro monaco salì sull’altare e cominciò a dire:
“Abbiamo ancora tempo per processarla. Esso non verrà ancora… è infatti diretto a Capomazda, per prendersi l’ultimo signore di quelle terre…”
Aprì allora un grosso codice e cominciò a leggere:

“Non chiedete o fate domande alcune al maligno,
poiché lo saprà, celandovi ogni cosa con un ghigno.
In ogni parola verità e menzogne abilmente mischierà,
nascondendo delle cose e mostrandone altre vi confonderà.”
(Angosce di Santa Lucia, X, 73)
http://www.clio.unige.it/utopia2/Immagini/apoc_durer.jpg

Un grido, disperato ed angosciante sembrò allora diffondersi in lontananza, svegliando da quel misterioso sogno la giovane Sayla.
Albeggiava e la brughiera sembrava risvegliarsi anch’essa dai tormenti della notte appena trascorsa.

Guisgard
28-04-2011, 04.34.31
La notte scese silenziosa sul castello e piccole torce si spostavano lungo le mura, lacerando a stento quelle profonde tenebre che avvolgevano la brughiera.
Da poco si era concluso l’ennesimo banchetto, nel quale i baroni di Cimarow si erano praticamente divisi, come i molossi alla mensa del loro padrone in attesa di ossi ed avanzi, le terre attorno Capomazda.
Cimarow si sentiva già il signore di quelle terre e l’attesa per l’imminente attacco al ducato aumentava giorno dopo giorno.
Gouf aveva invece lasciato presto la tavola, per cominciare il suo giro d’ispezione.
Si aggirava inquieto tra le scale che collegavano le mura alle torri.
Come un’ombra si spostava tra quelle consumate murature, quasi confondendosi col buio e coi tormenti della brughiera.
“Mi ritiro.” Disse ad un gruppo di sentinelle. “Tenete gli occhi aperti, attendiamo a momenti il nostro uomo da Capomazda.”
“Appena sarà giunto lo condurrò da voi, milord?” Domandò un servitore.
“No, portatelo da lord Nyclos. Ora invece voglio che lady Melisendra mi raggiunga nella mia stanza.” Aggiunse.
Poco dopo, la vecchia servitrice bussò alla porta di Melisendra.
“Giuditta approfittò della debolezza lussuriosa di Oloferne” cominciò a dire “e salvò il suo popolo… ma lui non dorme mai, né chiude occhio… e potresti essere tu ad essere sacrificata!” E si abbandonò a quella sua disgustosa risata.
Le fece poi segno di seguirla e la condusse dal Cavaliere del Gufo.

Melisendra
28-04-2011, 04.48.24
Il banchetto era stato un autentico sfoggio di presunzione e avidità.
Solo Nyclos era riuscito a farmi sorridere. Anche se in realtà avevo cercato di apparire il più gioviale possibile.
Non era stato facile in presenza di lady Aytli, che non nascondeva la sua avversione nei miei confronti, e di Gouf, che era ancora piuttosto accigliato e tetro. Per tutta la sera avevo evitato il suo sguardo e pensato, più realisticamente, a un modo per porre fine a quella situazione. In modo definitivo.
Mi preoccupai quando sentii preannunciare l'arrivo di un misterioso informatore da Capomazda. Mi augurai che le voci sul mio ruolo in quella faccenda fossero rimaste circoscritte a quelle tre persone che ne erano a conoscenza. Ma ero inerme di fronte agli eventi. Potevo solo attendere.
La vecchia era più irritante del solito e il mio umore pessimo. La sua risata e le sue provocazioni mi fecero sbottare e le lanciai contro una spazzola. Quella, come al solito, la evitò con l'agilità di una giovincella e proruppe in un'echeggiante risata. L'ennesima.
Mi guardai nello specchio.
Quel dannato colore rosso sangue sembrava particolarmente indicato.
Scostai i capelli dal viso e cercai di assumere un'aria austera.
Quando varcai la porta degli alloggi di Gouf quasi mi aspettavo che ad attendermi ci fosse un inquisitore.
Sollevai un poco lo sguardo, ma evitai accuratamente i suoi occhi.

Guisgard
28-04-2011, 05.02.33
Monteguard fissò Cavaliere25 come se stesse sul punto di esplodere.
“Ha dato a te la sua spada per spassarsela con una dama? Quell’irresponsabile!” Disse ad alta voce il capitano. “Quel fanfarone si farà infilzare prima o poi a causa di una donna! Ma stavolta non la passerà liscia!”
Si alzò in piedi ed imprecò.
“Ora ascoltami, ragazzo…” fissando Cavaliere25 “… torna da lui e qualsiasi cosa stia facendo riportalo qui da me! E bada di fare in fretta, oppure comincerò a prendermela anche con te! Vai, corri!” Urlò.

Guisgard
28-04-2011, 05.33.40
Melisendra trovò Gouf accanto ad un braciere ormai spento, mentre sorseggiava del vino.
La stanza era semibuia e solo una candela tentava di lottare con le immense tenebre che dalla brughiera sembravano voler ingoiare ogni cosa.
Poi i suoi occhi apparvero in quella penombra.
La fissavano.
“Indossi lo stesso abito del banchetto…” disse “… non credo sia adatto per la notte…”
Le offrì allora una coppa di vino.
“Ti ho fatta venire qui” continuò “perché voglio da te qualcosa… qualcosa che tu mi darai stanotte… e da questo dipenderà la tua vita…”
Si alzò avvicinandosi a lei, fino a farla stendere sul letto.
“Voglio che tu mi dica di Capomazda e del suo duca…” mormorò Gouf “… ogni cosa… abbiamo tutta la notte…”
http://pics.livejournal.com/mionenoelle/pic/0000addw

Melisendra
28-04-2011, 05.52.56
Sdraiata tra i cuscini gli rivolsi un'occhiata di fuoco.
Detestavo le minacce.
"Cosa vi aspettate che vi dica?" bevvi un sorso di vino.
"Un altro signorotto pieno di sè e coccolato dai piaceri della propria corte... avido, orgoglioso e fin troppo sicuro di sè... oh, ma questa è una descrizione che si potrebbe applicare a un'infinità di voi, grandi uomini, che amate il potere e le battaglie sopra ogni cosa."
Appoggiai la coppa. In quel momento mi venne in mente che, tutte le volte che avevo condiviso il letto di Gouf, c'era un pugnale, nascosto da qualche parte. Sotto un cuscino, dietro al tendaggio damascato o appoggiato nell'incavo tra la testata e il materasso. Mi stiracchiai sui cuscini, nel tentativo di cogliere una consistenza metallica. Nulla. Con noncuranza accarezzai la veste e mi sedetti il più dignitosamente possibile.
"Ho visto Lord Icarius solo poche volte e non ho avuto il dubbio piacere di conversare con lui... a parte il suo interesse spropositato per il Tesoro e il totale disinteresse per le strategie belliche non ho avuto modo di notare nulla... oh sì, è anche un appassionato cacciatore... e un marito deprecabile."
I tendaggi erano privi di balze, perciò, riflettendo, restava solo un luogo in cui guardare. Probabilmente non sarei nemmeno riuscita ad allungare la mano.
"Volete la frusta, mio signore?" accennai a un sorriso di cortesia.

cavaliere25
28-04-2011, 10.37.31
sentendo quelle parole mi agitai e usci dalla stanza del capitano a tutta fretta e di corsa raggiunsi il posto dove stava Pasual bussai alla porta e aspettai che mi aprissero mi sentivo in colpa per ciò che sarebbe accaduto a lui ma non potevo fare altro

Talia
28-04-2011, 11.32.10
Guardai Izar con occhi di fuoco... mi aveva fatta chiamare per farmi la predica?
Ma come si permetteva?
Ero uscita da Capomazda in pieno giorno e per non più di un paio d’ore... ed erano già tutti pronti a farne un dramma! Sua Signoria era uscito per andare a caccia ed era rimasto fuori per giorni interi, ma nessuno aveva avuto il coraggio di criticarlo... mentre con me continuavano ad usare quel tono saputo e ad ostentare quell’aria di rimprovero, come se fossi solo una bambina troppo vivace!
Il sangue mi ribollì per la rabbia e stavo giusto per scatenarla su Izar quando venimmo interrotti...

“Va bene così, Izar.” Entrando Icarius ed interropendolo. “Ora vi prego, lasciateci soli. Grazie…”
“Come desiderate, milord.” Rispose il filosofo per poi andare via.

Mi voltai di scatto e osservai mio marito avanzare nella stanza...
I miei occhi seguirono Izar inchinarsi e uscire silenziosamente, richiudendo poi la porta dietro di sé, poi tornarono a posarsi sul duca...
Per quanto mi seccasse ammetterlo, ero stupita!
‘Lasciateci soli...’ aveva detto... perché? Icarius non aveva mai avuto problemi a dirmi quello che aveva da dire, per quanto crudele o acre fosse, davanti ad altre persone... cos’era dunque quella inusitata novità?
E guardandolo non potei non provare, di nuovo, quella curiosa sensazione che già mi aveva sfiorata al suo ritorno... i suoi occhi, la sua espressione, i suoi movimenti erano diversi dal solito... e, forse per la prima volta, non seppi che cosa aspettarmi.
Esitai un attimo, poi scelsi una tattica strategicamente difensiva: addirizzai la schiena più che potevo, sollevai la fronte e puntai gli occhi fissi su di lui... e così rimasi, in silenzio, in attesa...

Guisgard
28-04-2011, 13.46.05
Gouf ascoltò con attenzione le parole di Melisendra.
“Io non sono un nobile signore…” disse “… non ho nulla in comune con la gente contro cui combatto, o alla quale offro i miei servigi… ricordalo…”
Si alzò e raggiunse la finestra, fermandosi a scrutare le tenebre che pian piano si dissipavano con l’albeggiare.
“Che guerriero è?” Chiese “I Taddei sono tutti formidabili cavalieri… lui è degno di tale fama?”
Restò un attimo in silenzio.
“Sotto il letto si trova il pugnale che stai cercando…” aggiunse “… la frusta invece è ancora intrisa del sangue di quel ragazzino e macchierebbe il tuo bellissimo vestito…”

Guisgard
28-04-2011, 13.53.33
Icarius attese che Izar uscisse dalla biblioteca.
Era nervoso e irrequieto.
Sentiva uno sciame di sensazioni, tutte forti e più o meno indecifrabili.
Il cuore gli batteva forte, un po’ per il nervosismo, ma soprattutto per una strana emozione che egli, non sapendo attribuirle probabilmente il vero valore, definiva fanciullesca e adolescenziale.
Un po’ come quando vediamo comparire la ragazzina che ci fa battere il cuore, quella dei nostri sogni, a scuola, per quello che sarà l’indimenticabile primo appuntamento del nostro primo amore.
Icarius non era a scuola e comprendeva che quella bellissima ragazza che gli stava davanti con ogni probabilità non era il suo primo amore.
Da quel suo, per lui, misterioso passato emergevano fatti indiscutibili sulla passione che il duca aveva per le donne.
Bastava vedere le sensuali ancelle che animavano il palazzo, nella Domus Privata del duca.
Eppure tutte quelle ancelle e tutte le altre donne di Capomazda non riuscivano ad affascinarlo e nemmeno vagamente ad interessarlo.
Non più, dopo aver visto Talia.
Lei era l’unica persona con cui avrebbe voluto parlare dal suo arrivo a Capomazda ed invece, per tutta una serie di motivi, sembrava quasi impossibile da avvicinare.
Almeno fino a quel momento.
Ora lei era lì, davanti a lui.
“Milady…” disse prendendo fiato “… so che probabilmente la tua felicità non dipende da me, ma la tua incolumità si invece… c’è una guerra in atto, contro nemici che non temono nemmeno Dio e sei stata avventata ad andare da sola nella brughiera… ogni giorno i nostri cavalieri e i nostri baroni riportano i nomi di villaggi e borghi nei quali i nostri nemici hanno sfogato l’odio che provano verso di noi e verso l’intera umanità… io non posso e non voglio importi nulla, ma non permetterò a nessuno, nemmeno a te, di mettere in pericolo la tua vita… sei…” esitò un istante “… sei mia moglie e la tua vita è per me la cosa più importante… se ti fosse accaduto qualcosa io... ti prego di rammentarlo in futuro… questo… questo è quanto…” sospirò, come se si fosse liberato da un peso che stava stritolandogli il cuore.
http://content.internetvideoarchive.com/content/photos/868/003648_29.jpg

Melisendra
28-04-2011, 17.51.26
Mi fermai e con cautela scesi dal letto.
Ignorai il commento sul pugnale e mi avvicinai a lui.
"Un bellissimo vestito non vi fermerebbe dal mettere in atto un'atrocità come quella di questa mattina... o di ieri..."
Lo abbracciai e sentii il mio potere avvolgere entrambi, placando la Bestia. Ma non riuscivo ad addentrarmi in quel territorio ostile che era quella rabbia inespressa. Così mi limitai ad accarezzarne la superficie, come quando si sfiora il velo dell'acqua con una piuma. Sentivo che qualcosa si stava placando in lui.
"Perché?" sussurrai.
"Se anche voi disprezzate questi uomini, perché allora gli offrite la vostra spada... e gli permettete di rubarvi l'anima pezzo per pezzo?"
Gli accarezzai il viso.
"Questa non è vita..." ripensai alla mia non-vita, al cieco servizio del mio padrone. Ripensai a quanto fossi sconvolta nell'accorgermi che nel mio ventre, qualcosa di puro stava germogliando da quelle macerie. Allora desiderai vivere. Anche se per farlo dovetti sacrificare il padre di Uriel.

"Hai capito bene?" mi strinse il polso. "Se non mi ubbidirai mi vedrai strapparti tuo figlio e darlo in pasto agli spiriti... a meno che non lo sacrifichi ancora nel tuo ventre..." poi riflettè e mi diete un ulteriore strattone.
"Anche se... sarebbe uno spreco. In fondo il frutto di tale unione potrebbe anche rivelarsi interessante almeno quanto te..." sogghignò. "Tuo figlio... potrebbe avere i tuoi poteri e la propensione di suo padre per il sangue..."
Ero senza fiato dall'orrore. Una parte di me fu sorpresa dallo scoprire che si trattava di un maschio. Portai la mano al ventre, ancora privo delle forme tonde del mio stato.
"Interrogherò nuovamente gli astri...", il mio signore era pensieroso e le sue oscure macchinazioni stavano prendendo forma.
"Uccidilo...", disse riferendosi a Gouf. "Uccidilo e recupera quel metallo... oppure mi prenderò l'anima di questo bastardo."
Mi lasciò sola. A riflettere.
Non ero sicura di tenere tanto a quella vita, ma realizzai che era proprio così. Frustrata, gettai scompiglio in tutta la stanza, lanciando oggetti alla cieca. Quando fui stanca dovetti affrontare la realtà... dovevo scegliere. Il mio piano di fuga in quel momento era inattuabile. Scelsi.
"Uriel..." sussurrai. "L'angelo del Pentimento... Signore del Tuono e dell'Orrore..." e in quel momento divenne reale e gli giurai che saremmo fuggiti da lì.

Sbattei le palpebre per tornare in me. Quei ricordi erano ancora dannatamente reali.
Ma che cosa stavo facendo? Avrei dovuto uccidere Gouf, liberare Uriel dal retaggio di quel sangue e fuggire il più lontano possibile... e invece stavo cercando di placare una Bestia che avrebbe potuto ucciderci tutti. Salvare Gouf da se stesso aveva l'aria di una battaglia persa in partenza. Eppure... già lo sapevo... avrei tentato. Oppure mi sarei macchiata -di nuovo- di quell'omicidio.
"Lord Icarius è un eccellente combattente... sebbene il suo orgoglio sia quello di un ragazzino borioso, la sua spada è senz'altro all'altezza dei suoi predecessori." Il mio tono era quasi rassegnato. Non avevo preziose informazioni da dargli in proposito e se le avessi avute non gliele avrei date. Così mi ero limitata a un'obiettiva constatazione.
Mi sollevai in punta di piedi e gli posai un bacio sulle labbra. Nessun incanto, nessun rapace istinto di predazione. Non gli sottrassi nemmeno un respiro.
Come se fossi stata una donna qualunque.
"Non ho bisogno del pugnale, Gouf..." e in quel momento capii che era davvero così. Non avevo avuto bisogno di lame affilate nemmeno due anni prima. Non sciolsi l'abbraccio e continuai a sfiorare la superficie dell'acqua con attenzione e rispetto.

Talia
28-04-2011, 18.08.44
Rimasi in silenzio per un lunghissimo momento quando ebbe finito di parlare, osservandolo... da mesi ormai ero assolutamente certa che niente di ciò che avrebbe mai potuto fare o dire lord Icarius de’ Taddei mi avrebbe mai più stupita, colpita o sfiorata in alcun modo... credevo di averne passate tante ormai da essere assolutamente refrattaria rispetto al suo sarcasmo, ai suoi colpi di testa e a qualsiasi altra cosa lo riguardasse...
E nonostante ciò non potei non ammettere con me stessa che in quell’istante era riuscito a sorprendermi!
Quel discorso serio e vibrante, pronunciato quasi come a volersi togliere un peso... quel discorso privo di quella consueta pungente e crudele ironia che lo contraddistingueva... quel discorso nel quale aveva semplicemente alluso alla nostra condizione privata senza inveirvi contro...
Ero più che sorpresa, in effetti... ero attonita.
Che cosa gli era successo?
E tuttavia questo suo nuovo atteggiamento mi spaventava se possibile ancora più di quello vecchio: non sapevo che cosa aspettarmi da questo nuovo Icarius, non sapevo perché si stava comportando in quel modo e non capivo dove volesse arrivare... e soprattutto non mi fidavo! Avevo sofferto tanto e tanto a lungo che non mi fidavo più. Non potevo!
Abbassai appena gli occhi, poi tornai ad alzarli su di lui...
“Sono confusa, mio signore...” dissi lentamente “Da quando in qua ti interessa la mia incolumità? Da quando in qua ritieni di qualche importanza il fatto che io sia tua moglie? Da quando in qua ti interessa questa guerra o le sorti del ducato? In verità credevo che tutto ciò che ti interessasse fosse andartene il più lontano possibile da questo posto... e da chi lo abita!”

Lady Morgana
28-04-2011, 18.32.39
Mi svegliai di soprassalto...che strano sogno...
Ma ero già lucida e fortunatamente mi ricordai di una cosa che mi disse il Sommo sacerdote quando ero molto piccola...

Mia cara Verdammt, se starai svolgendo una missione molto importante, ma misteriosa e farai dei strani sogni, ricorda, prendi della carta e scrivi tutto ciò che hai visto, in futuro potrebbe tornarti utile! Ricorda: i sogni vogliono sempre significare qualcosa..."
"Me ne ricorderò, Sommo Sacerdote, me ne ricorderò..."

Scrissi ciò che avevo visto in sogno e ripensandoci sentii il grido riecheggiarmi in testa.

E se quel grido non facesse parte del sogno?

D'un tratto l'aria divenne gelida, come fosse un cattivo presagio, e mi strinsi nella tunica nera come la notte per il freddo; ma decisi di fare comunque un veloce giro nei dintorni, per assicurarmi che fosse tutto a posto e che non ci fosse nessuno sulle mie tracce.
Un rumore mi distrasse dai miei cupi pensieri e la mia mano corse svelta al pugnale, ma non vidi nessuno in lontananza.
Poi all'improvviso, una figura di donna danzante avvolta in uno splendido vestito bianco comparve tra gli alberi e si dirigeva nel folto del bosco.
Decisi di seguirla, chissà dove mi avrebbe portata...

Lady Dafne
28-04-2011, 19.30.29
Avrei voluto parlare ancora, chiedergli di lui, chi era stato prima di diventare cavaliere, chiedergli quante donne aveva amato, chiedergli quali sentimenti avesse nel cuore ma non dissi nulla.
Gli presi la mano che mi stava accarezzando la ciocca di capelli che mi ricadeva sul viso e baciai le dita, una ad una delicatamente, poi chiusi la mano attorno alla sua stringendola forte mentre piano piano lo ricoprivo di carezze e baci fino ad arrivare al viso e soffermandomi sulla bocca lo baciai con passione e trasporto. Lui con mia sorpresa mi assecondava.
All'improvviso mentre tutti i miei sensi iniziavano ad annebiarsi fuii riportata alla realtà da qualcuno che bussava alla porta di casa. Feci finta di non sentire credendo che fosse qualche vicina di casa bisognosa di favori. Nemmeno Pasuan fece caso a quel rumore ma quel qualcuno insisteva e batteva il pugno ancora più forte. Guardai Pasuan

"Devo andare, dev'essere qualcosa di urgente, speriamo almeno perchè non avrei nessuna intenzione di alzarmi da qui se non per una giusta causa".

Mi ricomposi il vestito e raccolsi i capelli mentre l'insistenza di quel bussare continuava e continuava irritandomi. Mi girai di nuovo verso Pasuan, sembrava essersi addormentato.
Uscii dalla camera e mi avvicinai alla porta, l'apersi con stizza e mi trovai davanti quel giovane cadetto che ci aveva salvati dai tre balordi. Rimasi sorpresa di vederlo e gli sorrisi dicendo

"Giovanotto, sei tu, che ci fai qui? Entra, lascia che ti offra un boccale di idromele come ringraziamento per averci salvato. Sir Pasuan è stato ferito ma sta meglio, ora riposa."

E intanto mi misi di lato invitandolo ad entrare...

Guisgard
28-04-2011, 20.09.22
Le labbra di Melisendra erano calde e vellutate.
Le sue mani morbide.
Gouf le cinse i fianchi ed un attimo dopo, come una carezza, lei sentì il suo vestito scendere lungo la sua pelle fino ad adagiarsi sui suoi piedi nudi.
Lui si slacciò prima il mantello, poi la tunica nera.
Le mani di lei allora accarezzarono la sua pelle nuda, mentre le loro labbra traevano piacere le une dalle altre.
Gouf poi la prese in braccio e lo portò sul letto.
E qui si amarono con passione.
Una passione forse celata da sempre, ma viva, intensa.
E si amarono per tutta la notte.

I passi echeggiavano nel castello.
Sempre più vicini.
Poi la porta si aprì e la donna li trovò insieme, uniti nello stesso abbraccio.
“Gouf, questa donna è una traditrice!” Disse Aytli entrando nella stanza. “Ti ha ingannato due volte… ma ora pagherà… pagherà lei e quel suo figlio!”

Melisendra si svegliò in quel momento.
Sentì un brivido di freddo ed avvertì una malinconica solitudine, che la portò a stringersi nelle lenzuola che avvolgevano il suo bellissimo corpo nudo ed ancora vibrante per la passione di quella notte.
Poi, ritrovando Gouf quella solitudine si assopì per un istante.
Il cavaliere era già in piedi e fissava da una finestra la pioggia che scendeva sulla brughiera avvolta nell’umidità del mattino.
http://www.ugo.com/therush/images/articles/eva-green-631/main_eva-green-kingdom-of-heaven.jpg

Guisgard
28-04-2011, 20.24.35
Sayla seguì quella visione.
Correva tra i rovi e le felci, mentre quel lussureggiante scenario che la circondava sembrava volerla avvolgere ed ingoiare nel suo ventre.
E mentre attraversava quell’inquieto passaggio, si ritrovò davanti ad un piccolo stagno che il cielo, ancora velato dalle nuvole della notte trascorsa, rendeva come d’argento.
E dietro allo stagno la ragazzina vide un’alta torre, avvolta da piante verdeggianti che salivano fin quasi la sua sommità.
Quella costruzione sembrava incantata, ma all’improvviso da una delle finestre si udì una dolce melodia.
Un attimo dopo un uomo di mezz’età, dal nobile portamento e dai gradevoli lineamenti, si affacciò da quella finestra.
Respirava l’aria fresca dalla campagna ancora inumidita dall’ultima pioggia, quando si accorse di Sayla.
“Buongiorno a te, graziosa fanciulla!” Disse sorridendole. “Hai preceduto l’arcobaleno questa mattina, visto che il tuo arrivo ha allontanato la pioggia!”
Ad un tratto un cane sbucò dal verziere che circondava la torre e cominciò a fissare con sospetto Sayla.
“Buono, Blanc!” lo richiamò l’uomo. “Così accogli adesso gli ospiti!” Ed il cane subito si ammansì, cominciando a scodinzolare.

Guisgard
28-04-2011, 20.39.55
Pasuan cominciò ad abbandonarsi ai dolci baci di Dafne e ad un tratto la tirò a sé sul letto.
Le teneva il volto fra le mani, mentre le sue labbra baciavano ed accarezzavano la bocca ed il bel volto di lei.
Le sfiorò poi il collo e le scoprì delicatamente una spalla.
Qualcuno poi bussò alla porta e Dafne, dopo un pò di esitazione, si alzò per andare ad aprire.
“Lasciali bussare, che t’importa…” disse divertito Pasuan tenendola per una mano “… quando si stancheranno vedrai che andranno via…”
Ma la ragazza, data l’insistenza del misterioso visitatore, sorrise al cavaliere e raggiunse la porta.
Era Cavaliere25.
Pasuan, nel vederlo, saltò su di colpo.
Dal volto del giovane cadetto, il cavaliere comprese che non portava di certo buone notizie.

Guisgard
28-04-2011, 21.12.11
A quelle parole, Icarius sentì qualcosa di indescrivibile.
Era confuso, perplesso, turbato, eppure sentiva il cuore battergli all’impazzata.
Fece qualche passo nella stanza, mentre un irreale silenzio era sceso fra di loro.
Si avvicinò poi a Talia.
Avrebbe voluto sfiorarla, accarezzarla, stringerla a sé.
Solo questo, senza più preoccuparsi di tutto il resto, di tutto il mondo.
Quando gli era stata mostrata la verità nella quale si era svegliato senza ricordarsi più nulla del suo passato, aveva sentito l’istinto di fuggire via da tutta quella storia che sembrava sul punto di imprigionarlo per sempre.
Tutto gli era sembrato assurdo, troppo grande per lui.
Ma poi, quando aveva visto lei per la prima volta sulla soglia del palazzo, tutto il resto perse valore.
Ora lei era lì, vicino a lui.
Eppure la sentiva fredda, distante, quasi ostile.
“Talia…” disse avvicinandosi alle sue spalle “… io… vorrei… vorrei chiederti perdono…” sospirò “… qualsiasi cosa io ti abbia fatto… ti prego, perdonami… io…”
In quel momento entrò Izar nella biblioteca.
“Milord, i baroni sono qui…” disse visibilmente agitato “… vogliono rendervi omaggio… presto!”
Icarius allora si voltò di nuovo verso Talia.
La guardò per alcuni istanti.
Accennò allora un sorriso, come a volerla tranquillizzare.
Ed una luce attraversò i suoi occhi.
“Milord, vi prego…” provò ad insistere il filosofo “… non abbiamo molto tempo…”
Un attimo dopo Icarius ed Izar uscirono dalla biblioteca.

Melisendra
28-04-2011, 21.35.55
Che ragno sciocco quello che si fa intrappolare dalla propria ragnatela... pensai amaramente.
Per un attimo temetti che Aitly avrebbe fatto irruzione nella stanza, ma poi gli incubi lasciarono il posto alla realtà del mattino.
Forse quello che era accaduto era inevitabile oppure ero un ragno sciocco.
Gettai indietro i capelli e afferrai una coperta morbida in cui mi avvolsi.
Il temporale illuminava il mattino di lampi e riempiva l'aria di fragori di tuoni.
Gouf era lì, assorto a contemplare quel cielo guerreggiante. Come dargli torto? Anch'io amavo i temporali. Quante volte li avevo supplicati di trascinami via in un turbine di vento e pioggia... non mi avevano mai ascoltata, ma la loro furia placava le mie ire, come se avessi potuto scagliare fulmini a mio piacere.
Mi stiracchiai.
Alcuni dei ricordi della notte mi fecero quasi arrossire. Non ero colpita nel pudore, di cui avevo indubbiamente una concezione relativa, ma dalla mia debolezza. Ragno sciocco...
Mi alzai, qualcuno aveva portato una bevanda dal profumo speziato e del pane dolce. Versai due coppe e ne portai una Gouf.
Il temporale era sempre più intenso.
Mi strinsi nella coperta.

llamrei
28-04-2011, 21.37.41
Lanciai un'occhiata gelida all'uomo.
"Affidarmi la vostra anima? E voi credete che con me essa sia al sicuro?" emisi una risatina sarcastica. Nella mia mente si accavallavano pensieri e ricordi di un passato che avrei voluto poter rivivere per cambiare le sorti mie e dell'uomo che amavo..
"Tenetevela stretta la vostra anima. E' l'unica merce di scambio che potete offrire a Dio in cambio di un posto tra i beati. Io non potrei offrire la mia: voi mi avete giudicata pia...ma ammetto..potessi solo togliere liberarmi di questo fardello non voluto..." Non conoscevo il motivo del perché mi sentii di confidare questo mio cruccio all'uomo...dovevo liberarmi di quella zavorra che mi teneva legata ad un volere non mio.
"signore, il male imperversa. Se voi sapete qualcosa su questa maledizione dovete mettermi al corrente. Voglio essere di aiuto, agire e non perdere tempo a pregare. Quello lo farò prima di coricarmi. Ora voglio essere parte attiva in questa vicenda!"

Guisgard
29-04-2011, 01.04.20
La pioggia pian piano sembrava diminuire d’intensità e sulla brughiera cominciava ad apparire la tenue luce di un pallido Sole che solo ora riusciva a squarciare le alte e grigie nuvole del cielo.
Gouf prese la coppa dalle mani di Melisendra.
Quel cielo appariva infinitamente malinconico, attraversato da austere nuvole che navigavano verso Oriente.
“Stanotte ho sognato un bambino…” disse all’improvviso Gouf “… aveva i miei occhi, i miei tratti, ma non ero io… non ricordo bene… sogno raramente e quando lo faccio spesso mi restano solo ricordi confusi…”
Si voltò poi a fissarla avvolta in quella coperta.
“Si, questa mattina è fredda e malinconica…” mormorò avvolgendo entrambi nel suo mantello nero.
Nero come il suo impenetrabile sguardo.

Talia
29-04-2011, 01.35.59
Avevo sempre avuto un carattere abbastanza deciso e raramente mi concedevo il lusso di tornare sulle mie decisioni o di modificare un’opinione... eppure in quel momento ogni mia singola certezza vacillò. In quel momento, con una forza come mai prima, il castello dei miei preconcetti tremò pericolosamente.
‘...chiedermi perdono...’?
‘...qualsiasi cosa mi abbia fatto...’? mi domandai... ‘qualsiasi cosa’?
Era in piedi dietro di me, ma io non avevo il coraggio di voltarmi a guardarlo, non avevo il coraggio di muovermi, quasi non avevo neanche il coraggio di respirare... e mi sorpresi a chiedermi chi accidenti fosse quell’uomo che mi stava parlando!
Ma proprio in quel momento entrò Izar...

“Milord, i baroni sono qui…” disse visibilmente
agitato “… vogliono rendervi omaggio… presto!”
Icarius allora si voltò di nuovo verso Talia.
La guardò per alcuni istanti.
Accennò allora un sorriso, come a volerla tranquillizzare.
Ed una luce attraversò i suoi occhi.
“Milord, vi prego…” provò ad insistere il filosofo “… non abbiamo molto tempo…”

Ero confusa... quello sguardo, quel sorriso, quella luce nei suoi occhi... non sapevo cosa pensare e non sapevo come comportarmi, non lo sapevo più!
E poi, improvvisamente, qualcosa si accese da qualche parte nella mia testa e rammentai il messaggio di Melisendra, il suo avvertimento... e capii che forse tutto il resto poteva aspettare, ma non il ducato, non più... agii quindi d’istinto: mi mossi in fretta e riafferrai la manica di mio marito un istante prima che uscisse dalla sala...
“Aspetta!” dissi “C’è una cosa che devi sapere, prima! Ho saputo... ti prego non chiedermi come... ma ho saputo che è intenzione di Cimarow attaccarci durante o subito dopo la tua incoronazione a duca! Pare possa contare su enormi arieti capaci di far tremare la Porta dei Leoni, oltre che sull’esercito di cui sappiamo!” osservai una breve pausa, poi lasciai andare il suo braccio e soggiunsi “Buona fortuna, milord!”

Melisendra
29-04-2011, 01.36.52
Sobbalzai, quasi mi scivolò la coppa di mano.
La appoggiai rapidamente e lasciai che il nero mantello ci avvolgesse.
La mia testa era un frenetico riflettere, un incontrollabile viavai di pensieri che si accavallavano.
Mi conficcai le unghie nel palmo della mano e mi tranquillizzai.
Impossibile.
Se avesse avuto qualche sospetto non avrebbe esitato a impormi di parlare.
Gouf non era una persona paziente e nemmeno un abile diplomatico. Attaccava sempre in modo diretto. Fin troppo diretto.
Sospirai, come se fossi stata ancora assonnata.
"Là fuori, certo... qui dentro invece c'è calore e quiete..." sussurrai.
"Spero fosse un sogno piacevole... non mi piacerebbe aver attirato incubi nel tuo letto, Gouf..." scherzai. Mi sentivo uno scricciolo sotto quel mantello, appoggiata a lui.
Lo guardai negli occhi e sorrisi. C'era una velata malinconia nel suo sguardo.
Il temporale si era placato.
"La quiete dopo la tempesta...", accarezzai la sua guancia e azzardai "qualcosa ti affligge?"
Mi appoggiai a lui e ascoltai il suo respiro. La stoffa del mantello mi pizzicava la guancia, ma non avevo più freddo.

Morrigan
29-04-2011, 01.48.03
L'uomo respirava a stento. Restò disteso, ancora semi immerso nel fango dal quale Finiwell l'aveva tirato fuori. Stava immobile, come se dovesse recuperare le forze.
Mentre anche Finiwell al suo fianco sembrava dover riprendere fiato, Morrigan guardò con attenzione colui che avevano salvato. Se avesse avuto la certezza di essersi solamente imbattuta in un povero viandante sfortunato, Morrigan avrebbe avuto pena di lui e della sua sorte. Ma il pensiero che quell'uomo potesse essere un bieco traditore della sua patria e del suo signore, le metteva addosso una rabbia irrefrenabile.
Così, senza nemmeno preoccuparsi della rudezza del suo gesto, si chinò verso l'uomo, l'afferrò per la collotta e gli tirò su il capo.

"Guardatelo, Finiwell!" esclamò, diretta al suo compagno "Lo riconoscete?"

Guisgard
29-04-2011, 01.59.08
“Come avete avuto queste informazioni, milady? Rispondete, vi prego.” Disse Izar fissando Talia.
Poi guardò il suo signore, forse per comprenderne i pensieri.
“Vi prego, milady…” continuò “… chi vi ha rivelato quelle notizie?”
Icarius invece la fissava in silenzio.
“Mia signora…” di nuovo Izar “… cosa ci nascondete? Ditecelo, in nome del Cielo!”
"Vuoi forse dirmi qualcosa, Talia? Io ti ascolto, dimmi..." mormorò Icarius senza distogliere il suo sguardo da quello di lei.

Talia
29-04-2011, 02.14.17
“Questo è tutto quello che so...” risposi a mio marito con lo stesso suo tono basso e ignorando totalmente Izar “Qualcuno ha voluto confessarmi queste notizie che aveva appreso, ma non c’è altro. Semplicemente io mi fido di questa persona... tu ti fidi di me, Icarius?”
Sospirai appena, poi soggiunsi: “Ti racconterò tutto, se vorrai... ma non adesso...” lanciai appena un’occhiata a Izar “Non qui! ...Adesso hai i tuoi baroni che ti aspettano, devi andare!”

Guisgard
29-04-2011, 02.16.37
Gouf fissò Melisendra restando in silenzio per alcuni istanti.
“Sei diversa, Melisendra…” disse a bassa voce “… chiedi a me cosa sia ad affliggermi… ma è palese che qualcosa invece inquieta te...”
Tornò a fissare il cielo sopra la brughiera.
“Da piccolo ho udito una canzone da un bardo…” continuò “… recitava che madonna Morte giunge sotto forma di una bellissima donna… per ammaliare e confondere i cavalieri… solo così, cantava quel bardo, lei può vincerli… e tu, come sei giunta a me stanotte?” Chiese con un velo di malinconica inquietudine nella sua voce.

Guisgard
29-04-2011, 02.34.27
Finiwell prese di peso l’uomo, ancora stordito per la paura delle sabbie mobili, e lo spinse contro un albero.
“Si, è lui…” disse il cavaliere “… ed ora noi tre faremo una bella chiacchierata… allora, verme, cosa c’è sotto a tutta questa storia?”
“Mi soffocate…” ansimò l’uomo.
“E questo è niente!” Esclamò Finiwell. “Chi è il tuo compare? Ormai è chiaro che siete delle spie al soldo di quel cane di Cimarow! Confessa, lurida carogna!”
Sul volto dell’uomo sorse un ghigno.
“Ormai avete il tempo contato…” disse “… non riuscirete ad evitare la vostra rovina… e quella donna che avete mandato come spia… presto verrà scoperta!”
“Bastardo…” ringhiò Finiwell “… come si arriva a quel castello? Parla, o ti farò parlare io!”
L’uomo allora portò, con gesto rapido ed improvviso, la mano alla bocca e toccò con la lingua il suo anello.
Un attimo dopo morì avvelenato per sua stessa mano.

Melisendra
29-04-2011, 02.48.20
"Non desidero essere più la Dama della Morte per nessuno..." dissi, cercando di spostare il focus della conversazione. "Qualunque cosa tu pensi, Gouf, non sono qui per ucciderti... di nuovo..." mentii. Non fino a quando il mio segreto fosse stato al sicuro e la sua Bestia quieta.
"Ho lasciato il mio passato alle spalle... quello che ero non lo sono più, non da quando ho lasciato la mia prigione..." rabbrividii. "Prego di non tornarci mai più... e di tenermi stretta la mia libertà il più a lungo possibile. Quello che desidero ora è solo questo." E trovare un modo per mettere in salvo me stessa e Uriel dal mio antico signore... e da te se necessario., pensai.
"Non era mia intenzione capitare in mezzo a questa guerra, ma..." stentai a credere a quello che stavo per dire."Io..." balbettai "mi trovavo a Capomazda, quando ascoltai le chiacchiere di alcuni soldati dire che un certo Cavaliere del Gufo li aveva sconfitti... poi commisi l'imprudenza di appropriarmi di quell'insignificante bracciale e imboccai una strada che mi avrebbe portato in queste terre..." ero impazzita? Sospettai di esserlo, mentre le mie labbra intessevano questa storia incredibilmente credibile.
"Non ero certa fossi tu, mi pareva impossibile, ma volli venire ad accertarmene, non so nemmeno io cosa fosse a spingermi... poi mi accorsi di essere inseguita e per poco non rischiai l'osso del collo... il resto lo conosci."
Direi che avevo spostato abbastanza l'attenzione da qualunque altro genere di sospetto. Questo avrebbe dovuto soddisfare la sua curiosità.
Mi scostai un po' da lui, attendendo una sua reazione, guardinga e attenta come un gatto sospettoso.

Morrigan
29-04-2011, 02.57.40
"Bell'affare..." commentò Morrigan, fissando con occhi indifferenti il viso dell'uomo che diventava di un rivoltante color giallastro "Non abbiamo cavato un ragno dal buco!"

Guardò per un istante Finiwell con disappunto. Erano stati al contempo fortunati e sfortunati. Evidentemente i piatti della Fortuna non avevano ancora deciso da quale lato pendere.

"Carichiamo questa carogna su uno dei cavalli" continuò allora "e portiamolo con noi. Forse se lo appendiamo alla forca al centro della città, chi di dovere comincerà a capire che non si deve scherzare con gli uomini di Capomazda... e comunque potremo sempre parlare con qualche uomo fidato per iniziare le ricerche dei traditori"

Disse questo, poi senza neanche voltarsi verso Finiwell, rimontò sul suo cavallo.
Quando dal silenzio dell'altro comprese che il cavaliere era rimasto colpito dalle sue parole e dal suo tono, si girò una volta ancora verso di lui.

"E se vi state chiedendo" aggiunse "come mai veder morire un uomo davanti ai miei occhi mi abbia lasciata del tutto indifferente, risparmiatevi la pena... chi tradisce non vale per me più di un insetto ... un insetto fastidioso..."

Guisgard
29-04-2011, 03.01.38
Icarius fissò Talia.
“Ma è assurdo!” Disse Izar ad alta voce. “Una notizia senza nessun fondamento! Come la giustificheremo ai baroni?”
“Si, mi fido di te, Talia…” annuì Icarius.
“Ma, milord!”
“Raggiungete i baroni, Izar…” lo interruppe Icarius “… io vi seguirò fra un istante…”
“Milord…”
“Andate, Izar.”
Il filosofo accennò un inchino ed uscì.
“Temevo non andasse più via!” Disse sorridendo a sua moglie. “Il buon Izar è prudente e devoto, ma talvolta un tantino pedante! Quando vorrai parlarmi di quelle notizie io ti ascolterò… anche io ho qualcosa da rivelarti…” ritornando serio “… ora vado, mi attendono i pezzi grossi!”
Non sarebbe voluto andar via, ma l’attendevano.
La guardò un’ultima volta e sorrise, per poi uscire dalla biblioteca.
Un attimo dopo, Icarius ed Izar percorrevano velocemente il lungo corridoio che li avrebbe condotti nella grande Sala Ducale, dove si trovavano i baroni appena giunti a Capomazda.
“Avrei dovuto dirle ogni cosa…” disse Icarius.
“A cosa vi riferite, milord?”
“Avrei dovuto raccontare a Talia ogni cosa” mormorò Icarius “ed ero sul punto di farlo quando siete giunto nella biblioteca.”
“Raccontarle ogni cosa?” Ripeté turbato il filosofo. “Milord, non vorrete forse dire…”
“Si, sono stato uno sciocco e un idiota!” Si rimproverò il duca. “Lei è mia moglie, la persona con la quale dovrei condividere ogni cosa! No, voglio che lei sappia ogni cosa! Le racconterò di come ho perso ogni ricordo del mio passato!”
“Mio signore…” fermandosi Izar e costringendo quasi Icarius ad imitarlo “… io comprendo che l’incidente vi abbia scosso e che ora vi sentiate confuso… ma non bisogna perdere di vista la realtà delle cose. Siete il signore di queste terre e da come saprete affrontare questa guerra e le sue difficoltà dipenderà la sopravvivenza di Capomazda e della sua gente… non siete un uomo comune e non potete permettervi di fallire… comprendo che lady Talia sia una creatura incantevole, ricca di bellezza e virtù, ma non è del nostro sangue.”
I loro sguardi, a quelle parole, si fissarono l’uno nell’altro.
“Ella non è di Capomazda, né di qualsiasi altro ducato, contea o baronia di Afragogna. Appartiene ad un popolo diverso dal nostro, che ci vede come conquistatori e tiranni e che molto probabilmente non vede l’ora di liberarsi di noi… se voi rivelerete questa cosa a lady Talia, lo sapranno anche a Sygma e quasi sicuramente quella terra si ribellerà al nostro potere!”
“Talia è mia moglie” ribadì Icarius “e condividerà il mio stesso destino! Come accadrà anche per Capomazda e Sygma!”
“Milord…” scuotendo il capo Izar “… voi siete il signore di ogni cosa qui ed io vi obbedirò sempre… ma rammentate che per fare un’unione occorre che tutte le parti lo vogliano… e questo vale sia per le unioni politiche fra regni e sovrani, sia fra uomini e donne.”
A quelle parole di Izar, Icarius sentìun gran rabbia crescere dentro di sé.
Ma i due furono interrotti dall’arrivo di August.
“I baroni attendono, milord.”
“Discuteremo dopo di quella faccenda, milord…” fece Izar “… ora dobbiamo tener testa all’inquietudine dei baroni… e da come sapremo calmarli dipenderà il futuro di tutti noi.”
Un attimo dopo i tre entrarono nella sala dove li stavano attendendo i baroni.

Guisgard
29-04-2011, 03.24.27
“Perché mi cercavi? Sei molte cose, ma non un’ingenua…” disse Gouf a Melisendra “… 9 su 10 ti avrei uccisa se mi avessi trovato davvero… eppure hai sfidato la morte… affermi di non sapere cosa ti ha spinto a farlo… solitamente gesti simili sono consigliati dall’amore, o dall’odio… e sappiamo bene che io e te non siamo in grado di provare amore…”
Si avvicinò di nuovo a lei, accarezzandole la spalla e la schiena, lasciate nude dalla coperta.
Per poi coprirla meglio.
“Non tradirmi, Melisendra…” sussurrò uscendo dalla stanza “… non farlo, o saprei essere spietato come non lo sono mai stato con nessuno…”
Un attimo dopo era rimasta sola in quella stanza.
Un senso di angoscia riempiva quelle quattro mura, riuscendo a giungere fino al cuore di Melisendra.
Fuori, intanto, il cielo si era ormai aperto sulla brughiera ed il Sole cominciava a riflettersi sui lontani e frastagliati spuntoni di roccia, che sembravano racchiudere quel desolato scenario come una prigione.
Una prigione dalla quale forse nessuno di loro sarebbe mai potuto fuggire.

Melisendra
29-04-2011, 03.41.49
Mi afflosciai sul letto come un mucchio di stracci.
Per ora potevo dirmi in salvo. Se fosse arrivato qualcuno ad accusarmi di tradimento avrei avuto qualche argomentazione per difendermi... ancor di più visto che non c'era modo di comunicare con l'esterno... e io di certo non nascondevo piccioni viaggiatori nelle maniche dei miei vestiti. E nessuno al di fuori della Lady sapeva del mio dono.
Sospirai e mi agitai tra le coperte.
Mi vestii alla meglio e mi avventurai fuori dagli appartamenti di Gouf, cercando di ritornare nelle mie stanze senza dare troppo nell'occhio.
I capelli sciolti sulle spalle, il vestito della sera precedente, probabilmente le servette che si occupavano di me al mattino avevano già iniziato a blaterare sulla mia assenza. I pettegolezzi viaggiano sempre troppo rapidi.
Per un attimo mi sentii l'ombra di Aytli sulla schiena. Udii dei passi alle mie spalle.

Guisgard
29-04-2011, 03.53.14
“Non credo sia stato un totale fallimento.” Disse Finiwell. “Almeno abbiamo evitato che quel bastardo corresse da Cimarow per smascherare lady Melisendra.”
Fissò ilo cadavere dell’uomo ed aggiunse:
“Si, sono d’accordo con te… lo porteremo a Capomazda. Lì poi riferiremo l’accaduto al capitano Monteguard.”
Finiwell, poi, caricò il cadavere sul suo cavallo e si preparò per ritornare al palazzo.
“In verità” disse a Morrigan “ho smesso di farmi domande su di te. Sei una donna strana, particolare. Hai una gran voglia di apparire molto più dura e determinata di quel che sei realmente. Non so perché, ma credo sia così. Ma comunque, alla fine, la cosa non mi riguarda più di tanto. Ora torniamo a Capomazda, prima che qualche fiera senta l’odore della carcassa di questo verme!”

Guisgard
29-04-2011, 04.07.16
“Milady, vi ho cercata per tutto il castello…” disse una voce alle sue spalle.
Un attimo dopo Nyclos l’aveva già raggiunta.
“Ho chiesto di voi a quella vecchia servitrice…” continuò “… ma ha farfugliato qualcosa di incomprensibile… ho sempre avuto il sospetto che fosse pazza.”
Fissò poi Melisendra con più attenzione e restò perplesso, quasi turbato.
“Dove siete stata? Se non sbaglio questo è il vestito che avevate ieri sera al banchetto…”
“La nostra bella e misteriosa ospite” intervenne Aytli appena giunta nel corridoio “avrà pure il diritto di divertirsi. E magari per i suoi desideri non va neanche tanto per il sottile… nel buio della notte, tra le lenzuola, un robusto servo, o un rude stalliere, non devono apparire poi troppo diversi da un nobile signore, o da un valoroso cavaliere!” E rise di gusto.

Melisendra
29-04-2011, 04.33.14
Lanciai un'occhiata di accorata preoccupazione verso Aitly.
"Questo è il tipo di considerazione che può fare solo qualcuno ancora totalmente all'oscuro di ciò che accade sotto le lenzuola... ricordatemi di redarguire la vostra balia in merito..." le sorrisi benevola "una fanciulla della vostra età dovrebbe avere più buonsenso."
Mi voltai verso il giovane Nyclos che attendeva una risposta.
"Milord, mi sono svegliata prima dell'alba e non ho svegliato le cameriere per vestirmi come si conviene. Sono andata a passeggiare nel porticato, ammirando il temporale. Non riuscivo a prendere sonno... non sono abituata a stare troppo nello stesso luogo, certe volte mi sento come se mi mancasse il respiro...", assunsi un'espressione corrucciata.
Avrei voluto ringraziare quella vecchia pazza per il servigio resomi.
Forse avrei iniziato a meglio tollerare quella sua voce e quella risata inquietante.
"Sono lieta che mi abbiate trovata..." gli sorrisi.

Guisgard
29-04-2011, 05.11.46
“Voi invece” disse Aytli cambiando espressione “avete l’aspetto di chi conosce bene ciò che accade sotto le lenzuola! E i vostri capelli?” Chiese. “Immagino li abbia spettinati il vento! Un vento, però, che sembra non aver portato nemmeno una goccia di pioggia sul vostro abito. Ora vogliate scusarmi, milord.” Rivolgendosi a Nyclos. “Ma mi attende il mio solito giro mattutino d’ispezione.”
Salutò il fratello del signore del castello e lanciò un’occhiata carica d’ostilità verso Melisendra, prima di allontanarsi.
Un attimo dopo apparve Gouf.
“Nessuna notizia del nostro uomo, milord?” Domandò a Nyclos.
“Nessuna, cavaliere.” Rispose questi.
“E la cosa non v’insospettisce?”
“Dovrebbe?”
Gouf lo fissò senza rispondere nulla.
“La brughiera è vasta” continuò il nobile signore “e questo può giustificare un giorno di ritardo. Cosa volete che sia un giorno solo di ritardo? Che Capomazda cada un giorno prima, o uno dopo che differenza volete che faccia! Piuttosto, cavaliere… io e lady Melisendra andremo a fare colazione… possiamo contare sulla vostra compagnia?”
Gouf fissò prima lui, poi Melisendra.
“Non ho molta fame, stamattina…” rispose senza togliere lo sguardo dalla ragazza “… ed ora mi attendono i miei uomini… qualcuno dovrà pur combatterla questa guerra… vogliate scusarmi, milord…”.
Accennò un orgoglioso inchino ed andò via.

Guisgard
29-04-2011, 05.18.36
Guisgard fissò con attenzione quella strana monaca.
“Sapete? Non avete l’aria di una monaca.” Disse a Llamrei. “Ah, ovvio che non vuole essere un’offesa questa. Tutt’altro, direi!”
Accennò un sorriso e continuò:
“Ma perché mai siete tanto interessata alle storie su quella fantomatica maledizione? Guardate che dobbiamo preoccuparci di chi ci odia ed è in vita, non di spettri e fantasmi! E comunque, mia monaca dagli occhi blu e dai capelli rossi… ah, a proposito, forse dovreste accomodarvi quella ciocca che vi esce dalla cuffia… sapete, potrebbe indurre in tentazione qualche buon Cristiano… non sono mica tutti saldi e controllati come me!”
E rise di gusto.

Melisendra
29-04-2011, 05.33.26
L'insolenza di Aytli non mi aveva sfiorata... ero ciò che ero.
L'assurdità di quella situazione almeno aveva portato una buona notizia... e io sperai che la spia in arrivo da Capomazda si fosse rotta l'osso del collo contro qualche roccia.
L'insistenza di lord Nyclos mi irritò, almeno quanto l'indecifrabile sguardo che mi lanciò Gouf prima di andarsene.
Prima di scendere ad assaporare la colazione chiesi il permesso di andare a rendermi presentabile.
Appena misi piede nelle mie stanze chiamai le cameriere perchè mi portassero dell'acqua e dei vestiti puliti. Rapidamente mi rinfrescai e rivestii.
Fui quasi sollevata dall'essermi liberata di quell'abito dal colore tanto infausto.
Lasciai che mi spazzolassero i capelli, ma li lasciai sciolti.
Quindi scesi nuovamente verso il salottino.
Mi domandai per quando fosse stata organizzato l'assalto decisivo a Capomazda e mi imposi di riuscire a scoprirlo.
Mi inchinai e mi sedetti con il giovane Lord.

cavaliere25
29-04-2011, 10.59.05
Cavaliere il comandante vi vuole vedere ho raccontato l'accaduto devo dirvi che ho detto che voi mi avevate lasciato la mia spada visto che il comandante mi a detto che siete un ottimo spadaccino è meglio che andate da lui e di corsa e rimasi fermo ad aspettare un suo commento

Lady Dafne
29-04-2011, 16.07.53
Guardai Pasuan scendere dal letto in un baleno appena vide entrare in casa Cavaliere25, io rimasi in disparte mentre i due uomini si guardavano, entrambi sembravano preoccupati e mi preoccupai anch'io.
Mi avvicinai a Pasuan e mi agganciai al suo braccio. Lo vidi sbiancare mentre Cavaliere25 gli diceva che il capitano era furente, non riuscivo a immaginarmi che cosa gli sarebbe successo e proprio per questo avevo ancora più paura. Me lo immaginavo già rinchiuso in gattabuia legato ai ceppi.
Corsi in camera e presi la camicia che gli avevo tolto per medicargli il braccio, gliela posi sulle spalle e lo aiutai mentre lui si rivestiva lentamente per non sentire dolore. Gli passai il cinturone della spada attorno alla vita allacciandogli la fibbia dato che lui, con una sola mano, non ci sarebbe riuscito. Poi mi alzai e la guardai dicendogli:

"Stai attento al braccio, ricordati che devi tenerlo a riposo per almeno tre giorni ancora, non dargli peso!" la voce mi usciva appena, mi sentivo in colpa per i guai che stava passando.
"Torna presto da me, non posso stare senza di te ormai" lo abbracciai forse e lo baciai con trasporto.
Ero decisa a seguirli in caserma così se avessi potuto fare qalcosa l'avrei di certo fatto!!
Intanto il bambino dentro la mia pancia si muoveva, scalciava e si agitava come se si ribellasse a quell'allontanamento. Presi la mano di Pasuan e l'appoggiai al pancione, il piccolo si calmò.

Guisgard
29-04-2011, 17.47.06
Melisendra aveva raggiunto la sala in cui sarebbe stata servita la colazione.
Insieme a lei ed al giovane lord, giunse anche il signore del castello.
Lord Cimarow sembrava di buon umore e si concesse anche qualche battuta di spirito per allietare quella mattinata.
Nyclos invece sembrava del tutto preso dal fascino di Melisendra e fu, per tutta la colazione, galante e premuroso.
Finito il tutto, invitò poi la bella incantatrice a passeggiare nel giardino del castello.
Il luogo era animato da diverse specie di piante e fiori, tutto circondato da un basso muretto di mattoni dalle diverse policromie e da alcune statue di gusto romanico.
Ad un tratto però Melisendra avvertì qualcosa.
C’era nervosismo al castello ed un servitore venne a chiamare Nyclos.
“Milord, sir Gouf vuole parlare con voi e vostro fratello.” Disse “Anche alcuni baroni sono stati chiamati al castello. Credo si tratti di cosa urgente e delicata.”
“Attendetemi qui, milady…” fece Nyclos a Melisendra “… non credo mi prenderà troppo tempo questo fastidioso imprevisto… godetevi l’aria mite e soleggiata di questa giornata… al mio ritorno vi farò visitare il resto del castello che ancora non conoscete.”
Le baciò la mano e andò via col servitore.

Guisgard
29-04-2011, 17.53.12
“Tre giorni? Vuoi che mi curi il braccio da solo per tre giorni? Tutto questo tempo vuoi che resti lontano da te!” Disse Pasuan sforzandosi di sorridere per non far preoccupare Dafne.
Poi quel bacio e le mani di lui che accarezzarono le spalle di ed i fianchi di lei.
“E’… è meraviglioso…” sussurrò poi il cavaliere quando Dafne portò la mano di Pasuan sulla sua pancia “… lo sento… si muove…”
Un ultimo bacio e poi si girò verso Cavaliere25.
“Andiamo, ragazzo…” mormorò facendosi serio.
Si voltò ancora una volta verso Dafne, prima di uscire e le sorrise.
Un attimo dopo lui e il giovane cadetto erano già sulla strada che portava al palazzo.
“Il capitano vi attende…” disse una sentinella nel vederli arrivare alla caserma.
Attesero qualche istante, poi furono chiamati nella stanza di Monteguard.
Questi li accolse senza neanche guardarli.
Completò la lettura di alcuni documenti, dopo di che si alzò e cominciò a camminare nella stanza.
“Siete due idioti!” Urlò all’improvviso. “Ma soprattutto tu, Pasuan! Con la tua bravata hai messo in pericolo te stesso, questo giovane cadetto e la sicurezza di Capomazda! Ora ne pagherete entrambi le conseguenze! “
Sbuffò nervosamente ed aggiunse:
“Prima che continui… cosa avete da dire a vostra discopla?”

Guisgard
29-04-2011, 18.02.39
Icarius, Izar ed August giunsero davanti alla Sala Ducale, dove erano ad attenderli i baroni giunti poco prima a Capomazda.
“Ascoltate attentamente ciò che vi diranno, milord…” disse il filosofo ad Icarius “… poi lasciate che risponda io per voi.”
Icarius lo fissò.
“Fidatevi di me, milord.” Aggiunse Izar.
“Milord…” lo chiamò una voce “… i miei omaggi.” Disse il priore Hadoss.
“Monsignore, voi qui…”
“Oggi è un gran giorno… i grandi del ducato vengono a rendervi omaggio.”
“Già…” mormorò Icarius.
“Questo giorno è ricco di celebrazioni anche a Sygma, sapete?”
“Davvero? E perché mai?”
“Si festeggia la venerazione a Santa Caterina, patrona e protettrice, insieme a San Giovanni Battista, delle nostre terre.”
Icarius sorrise, come se le parole del priore, almeno per un breve momento, lo avessero sollevato dalle sue preoccupazioni.
“Allora è festa anche un pò qui a Capomazda…” fece il duca “… Sygma e queste terre sono ormai un'unica realtà.”
Hadoss annuì.
“Dovremmo celebrare una messa in onore di Santa Caterina, non trovate? Qui nella nostra Cappella della Vergine!” Continuò Icarius.
“Si, sarebbe bello…” rispose il priore “… Santa Caterina veglia su di voi e sulle nostre terre, mio signore.”
“Quando terminerà l’incontro con i baroni la celebreremo.” Con vivo entusiasmo Icarius. “Vorrei che foste a celebrarla… insieme al nostro buon Ravus, ovviamente!” Aggiunse sorridente appena il chierico comparve nel corridoio.
“Si, milord.” Annuì Hadoss. “Ora andate, i baroni vi attendono, mio signore.”
Icarius allora, accompagnato da Izar, Ravus ed August si presentò ai baroni.
Questi lo omaggiarono e fecero rapporto sulla situazione nelle loro terre e sugli ultimi avvenimenti della guerra contro Cimarow.
Icarius ascoltò ogni parola, ma lascio ad Izar, come il filosofo stesso aveva suggerito, il compito di rispondere alle loro richieste.
E quando la nobile assemblea fu sciolta, come aveva voluto lo stesso duca, le campane di Capomazda annunciarono le solenne messa per celebrare la festività di Santa Caterina.

Melisendra
29-04-2011, 18.49.38
Quel fermento improvviso mi insospettì, ma non potevo intrufolarmi ad origliare. Troppo pericoloso.
Avrei avuto modo di rivolgere qualche discreta domanda solo in seguito.
I giardini erano belli e rilassanti, una sorta di oasi dalla brutalità che ci circondava, ma non avrei potuto nascondermi a lungo lì dentro, non mentre quella guerra continuava a furoreggiare là fuori. Abbandonai quel luogo, non senza una punta di dispiacere.
Nelle mie stanze le cameriere stavano adempiendo alle loro mansioni.
Chiesi che andassero a chiamare l'anziana donna dalla risata pungente.
Quando mi trovai faccia a faccia con quei suoi occhi furbi, congedai le altre e mi sedetti. Con un gesto le indicai una sedia lì vicino e la osservai, cercando di andare oltre alla luce di vivace follia che illuminava il suo sguardo. Quella luce sembrava troppo convincente per essere autentica.
"Temo di non essere stata giusta con te... non è stato cortese lanciarti quella spazzola..." valutai bene il suo sguardo e proseguii "ho come l'impressione che tu ti stia prendendo cura di me più di quanto io sappia, nonnina... chi siete? E perché per due volte avete coperto il mio gioco?"
Ricordavo quando aveva aperto la porta e, trovandomi in ginocchio intenta ai miei piccoli incantesimi, non aveva detto nulla ai signori del castello. In un primo momento temetti che se avesse parlato mi avrebbero interrogata, poi pensai che avrebbe potuto ricattarmi, ma da quella bocca rugosa non era emersa nessuna minaccia. Solo i consueti borbottii... e quella mattina aveva tenuto nascosto a Nyclos la mia attività notturna. Dal momento che le cameriere non mi erano parse particolarmente eccitate o ridaciane, ritenni anche che le avesse tenute alla larga dalle mie stanze per buona parte della mattina. La osservai con un misto di apprensione e curiosità.
Gli uomini probabilmente in quel momento stavano discutendo qualche strategia bellica, per qualche ora sarei stata libera di muovermi liberamente nel castello. Anche se Aytli mi stava addosso.
Aytli... sarebbe diventata un bel problema. Ancora di più se avesse scoperto in quali appartamenti avevo trascorso la notte. Avevo imparato a non sottovalutare una fanciulla gelosa... in quel caso particolare la fanciulla in questione era anche armata di tutto punto.
Accennai alla donna di parlare. Ero impaziente.

Talia
29-04-2011, 20.17.23
Icarius fissò Talia.
“Ma è assurdo!” Disse Izar ad alta voce. “Una notizia senza nessun fondamento! Come la giustificheremo ai baroni?”
“Si, mi fido di te, Talia…” annuì Icarius.
“Ma, milord!”
“Raggiungete i baroni, Izar…” lo interruppe Icarius “… io vi seguirò fra un istante…”
“Milord…”
“Andate, Izar.”
Il filosofo accennò un inchino ed uscì.
“Temevo non andasse più via!” Disse sorridendo a sua moglie. “Il buon Izar è prudente e devoto, ma talvolta un tantino pedante! Quando vorrai parlarmi di quelle notizie io ti ascolterò… anche io ho qualcosa da rivelarti…” ritornando serio “… ora vado, mi attendono i pezzi grossi!”
Non sarebbe voluto andar via, ma l’attendevano.
La guardò un’ultima volta e sorrise, per poi uscire dalla biblioteca.

Rimasi immobile là dove mi trovavo, osservando la porta dalla quale era uscito... ogni cosa che faceva, ogni sua parola, ogni suo sorriso contribuivano a confondermi sempre più...
Mi sentivo combattuta... incerta... una parte di me avrebbe voluto credergli, il mio cuore desiderava ardentemente credergli, ma la mia testa si opponeva strenuamente e mi rimproverava ingenuità e imprudenza.
E fu probabilmente per cercare di fuggire da questa estenuante battaglia interiore che la mia mente iniziò a vagare altrove... e in quel vagare, magari per le troppe preoccupazioni o magari solo per quel nervosismo che da quando avevo lasciato la pieve ancora non mi aveva abbandonata, proprio in quel vagare notò qualcosa di insolito...
All’inizio non fu che una sensazione, una curiosa e strana sensazione... ma subito iniziarono a vorticarmi in mente volti più o meno noti, sguardi, gesti, allusioni, cose dette e soprattutto cose non dette, momenti, parole...
E sopra tutto ciò un volto...
Un volto che richiamò un ricordo lontano e una altrettanto lontana sensazione che era stata forse troppo fugace per esser tenuta in considerazione all’epoca...

Scesi dalla carrozza e la luminosità di quella limpida mattina mi colpì in pieno. Passando, avevo osservato il paesaggio dal finestrino... la campagna e le mura che si avvicinavano sempre più, quella porta imponente sotto cui eravamo passati, poi le case che sfilavano via in fretta, la gente festante al bordo della strada... ero felice.
Quando la carrozza si era arrestata nel cortile del palazzo, avevo preso un lungo sospiro prima di scendere... le gambe mi tremavano, sebbene tentassi di non badarci.
“Milady... benvenuta a Capomazda!” disse un uomo, venendomi incontro con un caldo sorriso sul volto “Io sono lord Rauger de’ Taddei...”
“Milord...” mormorai, inchinandomi garbatamente “E’ un piacere e un onore per me conoscervi!”
Lui mi prese la mano e mi invitò a rialzarmi: “Il piacere è mio, mia cara...”
E poi non ascoltai più cosa mi diceva, perché i miei occhi e tutta la mia attenzione si era spostata altrove, in cerca dell’unico volto che conoscevo, sebbene solo tramite un ritratto.
“Mio nipote non è qui, purtroppo!” disse l’anziano duca, interpretando giustamente la mia distrazione “Aveva... aveva importanti impegni! Ci raggiungerà questa sera!”
Lord Rauger aveva esitato in quel momento ma io, troppo felice e ancora ignara, non lo avevo notato.
“Vorrei però presentarti il mio saggio consigliere, nonché buon amico...” proseguì lui, in tono leggero “Vieni, Izar!”
Mi voltai e vidi un altro uomo farsi avanti dal gruppo più vicino di astanti... era sorridente e si inchinò devotamente, eppure qualcosa in quell’uomo mi parve stonare in quel momento... i suoi movimenti erano rapidi e fin troppo misurati, la voce era cadenzata e il largo sorriso sulle sue labbra non si estendeva affatto agli occhi, freddi, attenti e quasi calcolatori...

Avevo del tutto rimosso quel ricordo in virtù di tutto quello che era accaduto in seguito, e quella sensazione che mi aveva provocato quel primo incontro con il consigliere del duca aveva seguito la stessa sorte. Ma in quel momento tutto mi tornò alla mante e un’idea iniziò a farsi largo tra i miei pensieri.
Mi occorse qualche istante perché la mia mente si rassegnasse ad elaborare quell’idea... un’idea folle, forse... un’idea impudente... un’idea che si impose, tuttavia, sfacciatamente ai miei occhi in un modo tale che non fosse per me ormai più possibile ignorarla.
Quell’idea mi fece tremare forte le gambe e mi dovetti appoggiare ad un tavolo per non cadere.
Continuavo a dirmi che non era possibile... ma era vero?
Continuavo a dirmi che mi stavo sbagliando... ma se non fosse stato così?
Continuavo a dirmi che nessuno a Capomazda avrebbe mai voluto, o osato, prendere in considerazione una simile eventualità... ma era forse questo un buon motivo per ignorarla?

Lady Dafne
30-04-2011, 00.04.55
Appena Pasuan e Cavaliere25 avevano chiuso la porta di casa io mi ero messa il mantello con tanto di cappuccio sulla testa ed ero uscita sperando di seguirli fino alla caserma.

"Ho già perso un marito per colpa "del codice cavalleresco" non ho intenzione di perdere anche quest'uomo che mi vuol bene sinceramente!"

Iniziai a camminare a tratti lenta e a tratti veloce mentre in bambino scalciava, scalciava che sembrava impazzito. A volte mi mancava il fiato ma procedevo. Mi sarei appostata appena fuori dalla caserma

"Se portano Pasuan in prigione deve per forza passare di qui e in qualche modo lo porterò via!"

Cercai di non rendermi sospetta agli occhi delle guardie sbattendo le ciglia, sotto il mantello il pancione non si vedeva e speravo di stordirli un po' con qualche occhiatina. Ci riuscii, mi lasciarono liberamente sedere sulla panca posta fuori dallo stabile.

Morrigan
02-05-2011, 01.34.34
"Io sono come sono..." rispose Morrigan, mentre già si erano messi a cavallo diretti a Capomazda "e francamente non mi sono mai posta il problema di piacere o non piacere a chicchessia!"

Quindi tacque, e non disse più nulla, fino a quando non entrarono in città.
Quando furono arrivati nel largo spiazzo della corte, scesero da cavallo.

"Andate a chiamare il vostro capitano," disse a Finiwell, e indicandogli il corpo del traditore con un sorrido sarcastico "e fategli vedere il nostro strano trofeo di caccia!"

Si allontanò da lui di qualche passo, poi riprese.

"Io vi attenderò qui, fatemi sapere quali ordini..."

Si voltò e cominciò a passeggiare, misurando a larghi passi lenti un lato della corte. Quando fu sicura che Finiwell non potesse più vederla, estrasse dalla tasca un piccolo oggetto che rigirò tra le dita per qualche istante.
Avrebbe voluto spostarsi verso un lume, per poterlo studiare meglio, ma due voci in quel momento si levarono poco distante da lei, la fecero sobbalzare, e Morrigan rimise in tutta fretta l'oggetto nella piccola tasca del suo giustacuore.
Sollevò lo sguardo per vedere chi avesse interrotto il suo ragionare, e davanti a sè vide Guisgard intento a parlare scherzosamente con una donna che indossava evidentemente un abito monacale... si vede che Guisgard non è di queste parti... qui sembrano tutti così timorati di Dio che stento a credere che oserebbero familiarizzare così, in piena notte, con una sposa di Cristo!
A quel pensiero, ancora una volta provò un'istintiva simpatia per Guisgard e per quel suo modo scanzonato, o almeno apparentemente tale, di affrontare gli eventi. Così si decise, e andò loro incontro, con in faccia un sorriso divertito.

"Buonasera, messer Guisgard... avete appena perso una splendida battuta di caccia stanotte... caccia al serpente!" rise, poi si voltò verso Llamrei.

"Buonasera, sorella... io sono lady Morrigan. Ricordatevi di me nelle vostre preghiere!"

cavaliere25
02-05-2011, 11.29.21
Dissi capitano la cosa è stata risolta vi chiedo solo di non punire Pasuan ve ne prego punite me e non lui dissi io sono alle prime armi invece lui a più esperienza di me e se lo mettere in prigione peggiorerete solo le cose la colpa è stata mia che avevo visto quei malviventi dovevo avvertire le guardie invece ho fatto di testa mia e li ho seguiti prendete provvedimenti solo su di me e chinai il capo e aspettai una risposta

Hastatus77
02-05-2011, 13.08.34
Dal giorno del ritorno del duca, il clima a Capomazda era cambiato.
Mi accorgevo che la gente sembrava più allegra e disinteressata, come se non ci fosse nessuna guerra in corso.
Ed ora, erano stati addirittura convocati tutti i baroni.

Non avevo più avuto modo di parlare con Monteguard, ma ero rimasto a Capomazda, e mi aggiravo sui bastioni difensivi solo per aggiungere altri due occhi alle centinaia che già vigilavano sulla sicurezza degli abitanti del castello.

Lady Morgana
02-05-2011, 21.51.49
Guardai con apparente curiosità l'alta torre, il vecchio ed infine il cane...

Ma cosa ci fa una torre in mezzo ad un bosco folto come questo? e quel vecchio...mi sembra quasi di conoscerlo, anche questo lago ha qualcosa di familiare...

Varcai la porta della torre e mi ritrovai faccia a faccia con l'anziano signore "Voi mi lusingate, signore. Ma credo di non essere paragonabile alla bellezza di uno splendido fenomeno della natura come l'arcobaleno..."
Mi tolsi il cappuccio e lasciai cadere i miei lunghi capelli sulle spalle; non so perchè, ma mi fidai di quell'uomo.

Ha qualcosa di familiare.

Fissai di nuovo quel vecchio, ed ebbi ancora la senzazione di conoscerlo.
Entrai nella torre e cominciai a salire i gradini che portavano alla cima della torre, sembravano infiniti, ma improvvisamente mi ritrovai davanti ad una porta di legno con cui terminavano le scale.
Quando l'aprì vidi una stanza enorme, con un solo letto, un solo tavolo, una sola sedia, ma moltissimi scaffali colmi di libri di vario genere. Restai immobile sulla soglia senza saper cosa fare. Mi guardai intorno e vidi che l'anziano signore sedeva sul letto; mi avvicinai e mi sedetti di fianco a lui e lo fissai. Vidi le sue labbra muoversi, senza emettere alcun suono... ma io so leggere il labbiale.

No, non è assolutamente possibile... questo vecchio conosce il nome che mi venne dato dalle Sacerdotesse!!! Nessuno lo conosce tranne me...

In preda all'angoscia presi fra le mani il mio medaglione e feci scattare il meccanismo; come al solito comparve il pezzo di pergamena su cui era scritto il mio nome. Richiusi il medaglione e lo nascosi sotto la tunica in tutta fretta...

Guisgard
03-05-2011, 00.40.22
La vecchia cominciò a ridere.
Prima piano, a denti stretti, per poi abbandonarsi ad una folle e grottesca risata.
“La giovane crede nella bellezza, nell’ardore e nella gioia…” disse tirando fuori da una tasca tre fili di stoffa stropicciati “… e crede che tutto ciò possa durare per sempre… questo ci differisce e nulla più! Tu hai la bellezza e l’illusione di poter essere felice…” la fissò, smettendo per un attimo di ridere “… io invece non credo più a queste favole… quelle come te e come me non possono fare gli stessi sogni di tutte le altre donne… tu credi di poter prendere dagli altri in eterno e forse hai ragione… anche io lo credevo in gioventù… ma poi ho compreso che la vita ci succhia l’anima come noi stesse facciamo con gli altri!”
Mostrò poi a Melisendra i tre fili di stoffa stropicciati.
“Tre fili che si intrecciano tra loro…” continuò “… tre fili distinti, ma che solo slegandoli, uno ad uno, si potrà, forse, mettere ordine in questo caos…”
E scoppiò a ridere.

Melisendra
03-05-2011, 01.36.43
Sorrisi. Era così pazza che quasi mi piaceva.
"Non è il caos che mi preoccupa, ma chi lo alimenta", sussurrai. "D'altro canto... non ho mai pensato che essere come sono fosse una benedizione. Siamo creature del caso, che ci piaccia o no. E quello che facciamo raramente conduce alla felicità."
Tamburellai con le dita sul bracciolo della poltrona.
"Sapreste dirmi cosa ha scatenato questo improvviso fermento tra le mura del castello?" Avevo i miei dubbi, ma forse aveva visto qualcosa o sapeva chi lo avesse provocato.

Guisgard
03-05-2011, 01.56.57
Il pugno del capitano Monteguard picchiò con forza sul tavolo.
“Vedo che avete già legato bene, voi due!” Disse sforzandosi di ridere. “Ma è giusto, l’unione è la vera forza di chi combatte insieme per la stessa causa! Peccato però che io non affiderò mai la difesa del ducato a due scapestrati come voi due! E niente mi impedirà di sbattervi dentro per un tempo indefinito!”
“Capitano…” provò ad interromperlo Pasuan.
“Non mi sembra di aver finito, razza d’idiota!” Tuonò Monteguard.
“Capitano!” Quasi prendendo la parola a forza Pasuan. “Ho sbagliato e mi sono dimostrato indegno della vostra fiducia! Accetterò qualsiasi punizione, compresa quella di essere cacciato dai cavalieri del ducato… ma Cavaliere25 non ha fatto nulla di male! Anzi, è grazie a lui se quei tipi non hanno fatto del male a…”
“Alla dama di turno, immagino!” Urlò Monteguard. “Chi era stavolta? La moglie di qualche ufficiale? O forse qualche contadinella?”
“Capitano, voi parlate senza sapere…”
“Silenzio!” Lo zittì Monteguard. “Ora finirete in gattabuia entrambi, a riflettere su ciò che avete fatto!”
Chiamò allora una guardia, dando ordine di portare in prigione Pasuan e Cavaliere25.
Poco dopo i due furono condotti verso la prigione.
“Scusami, ragazzo…” mormorò Pasuan al compagno di sventure.
E proprio in quel momento i due passarono a poca distanza da Dafne.

Guisgard
03-05-2011, 02.28.22
Il cielo di un azzurro che sembrava infinito ricopriva ogni cosa, nella luminosa e mite calura del Sole di Primavera.
Le risa degli invitati, l’odore dei capretti che si arrostivano sugli spiedi, il profumo della minestra calda, il colore della matura frutta di stagione.
Tousil rivedeva ogni cosa di quel giorno.
Ed il suo sguardo, tre le occhiate divertite e maliziose degli amici, cercava continuamente il volto dell’amata Rosanna.
Era bellissima.
I capelli bruni come l’ebano e la pelle scura, sensuale e vellutata.
Sorrideva ed era tutta presa dalle chiacchiere delle altre donne, senza però evitare, di tanto in tanto, di voltarsi verso il suo novello sposo.
Allora rispondeva con lo stesso sguardo alle occhiate di Tousil, aprendo lentamente le labbra, quasi a volergli sussurrare la voglia di restare sola con lui dopo la festa di nozze.
Ad un tratto però il silenziò calò su tutti loro.
Alcuni cominciarono a fissare la via che dava alla campagna, che separava l’abitato dal palazzo ducale di Capomazda.
Pochi istanti dopo le risate di alcuni uomini a cavallo riempirono quel silenzio piombato sulla festa.
Sembravano quattro cavalieri.
Attylus, il padre di Tousil, fece un cenno a suo figlio.
“Corri dal nipote di sua signoria…” disse “… vagli incontro! Sbrigati!”
Tousil raggiunse così il suo signore.
“Ehi, sembra che qui ci sia una festa!” Esclamò Icarius fissando i tre che lo accompagnavano.
“Si, milord…” mormorò Tousil.
“E cosa festeggiate?”
“Le mie nozze, milord.”
Alcune donne corsero verso il nobile signore e i cavalieri che lo seguivano, porgendo loro delle coppe di vino.
“Ci offri solo da bere?” chiese Icarius sorseggiando dalla coppa. “La carne forse è solo per gli invitati?”
“Prego, mio signore…” invitandolo “… sapete che qui tutto vi appartiene…”
“Come i capretti che stai arrostendo... qual è la punizione per chi caccia nel demanio ducale, Ruk?” Chiese Icarius ad uno dei suoi.
“Anche la morte, mio signore!”
“Dovrei allora ucciderti per aver cacciato nella mia terra!”
In quel momento Rosanna si avvicinò al cavallo di Icarius.
“Perdonate il mio sposo, milord…”
“E perché dovrei?” Domandò il duca fissando la bella sposa. “Magari potrei farlo per te...”
La ragazza chinò il capo.
“Non mi intendo molto degli usi della nobiltà…” fece Icarius voltandosi verso i suoi “… ma se non erro un antico diritto mi permetterebbe di… come dire, augurare fertilità alla sposa, vero?”
I quattro risero.
Poco dopo si allontanarono dalla casa portandosi via la giovane e bella sposa.
“Tranquillo, non le farò nulla che lei non voglia…” disse Icarius voltandosi un’ultima volta verso Tousil.

Quel ricordo, come una lama che si rivoltava nella carne, attraversò di nuovo, per l’ennesima volta, il suo sguardo.
Come se quella scena stesse accadendo di nuovo.
Stava immobile sulla grande Porta dei Leoni, confuso tra le guardie che andavano avanti e indietro, i mercanti, gli artigiani e qualche mendicante.
Restò lì per un tempo indefinito, fino a quando vide il duca uscire dal palazzo, accompagnato da alcuni dei suoi.
E quando il signore di Capomazda passò a pochi passi da lui, Tousil estrasse un lungo coltello, simile a quello che i contadini usavano per tagliare l’edera, e si lanciò su di lui.
Forse la disperazione, forse la rabbia, o forse solamente la forza di chi non ha più nulla da perdere permise all’uomo di raggiungere il duca in mezzo ai suoi uomini.
“Ora… ti ucciderò…” disse quasi balbettando, mentre fissava Icarius negli occhi.
In breve si scatenò il panico.
“Cane, allontanati dal duca, o ti sgozzeremo insieme a tutta la tua famiglia!” Lo minacciarono alcune guardie.
“Chi sei?” Domandò Icarius.
“Uno a cui hai tolto tutto…”
“Guardie, arrestatelo!” Gridò August.
“Fermi!” Ordinò Icarius, mentre si avvicinava a Tousil. “Cosa cerchi da me?”
“Voglio giustizia…”
“Ed io te ne darò…”
“Allora lascia che ti strappi il cuore…” mormorò l’uomo “… come tu hai fatto a me quel giorno…”
Icarius si avvicinò.
“In cosa ti ho fatto torto?”
“Lei… era bella… ed una vita di felicità ci attendeva… perché? Avevi tutte le donne di questo ducato… perché proprio lei? Da allora nulla è stato più come prima…”
Puntò allora il coltello contro il petto di Icarius, mentre questi restava immobile.
I loro sguardi si incrociarono, fino a quando Tousil lasciò cadere il coltello e scoppiò a piangere nel terreno.
“Perdonami…” disse Icarius accasciandosi accanto a lui. “Il giorno in cui vorrai soddisfazione io te ne concederò…”
Restarono così alcuni istanti, poi il duca ritornò verso il palazzo.
“August…” voltandosi verso l’amico che gli stava accanto “… dimmi… che razza di uomo sono stato?”
“Mio signore, dovete riposare…” rispose August “… andiamo, vi prego…”
“Lasciami solo…” e rientrò nel palazzo.

Talia
03-05-2011, 03.13.58
Quei cupi pensieri mi riempivano la mente. In preda ad essi, o forse solo per trovarvi pace, uscii dalla biblioteca e presi a passeggiare distrattamente per i corridoio, lanciando di tanto in tanto un’occhiata fuori dalle alte finestre a bifora.
E fu così che assistetti a quella scena... fu rapida, tutto si svolse in pochi attimi e per tutto il tempo mi fu impossibile muovermi e respirare...
Ero molto distante e non potevo cogliere i piccoli gesti e certamente non le parole che venivano dette... eppure qualcosa in quella scena mi parve strano e ciò mi inquietò profondamente.
Esitai appena un istante, poi mi voltai e mi avviai per il corridoio... ero ancora sull’ultimo gradino della scala che conduceva al piano inferiore quando lo vidi: il duca camminava da solo, gli occhi persi chissà dove, il passo dolente...
Esitai, incerta se parlare o tacere.

Guisgard
03-05-2011, 03.17.13
Un irreale ed angosciante silenzio era sceso sulla brughiera.
Anche il vento si era fermato ed il grigiore del cielo, reso ancora più cupo con l’imbrunire, sembrava portare con sé funesti presagi.
Le torce sulle mura sembravano animate da agitata insofferenza, mentre le sentinelle che le impugnavano scrutavano in maniera ossessiva l’angosciante scenario che si apriva inquieto davanti a loro.
La cittadella di Corsus, racchiusa dalle sua antiche mura risalenti alla lontana occupazione latina, continuava a difendersi strenuamente ormai da settimane contro le milizie di Cimarow.
Corsus si trovava dove cominciava a sorgere la misteriosa brughiera, confinante dunque con i territori governati da Cimarow e troppo lontana da quelli sotto il controllo dei Taddei.
La fedeltà agli Arciduchi e la consapevolezza della malvagità del tiranno traditore, aveva spinto i suoi abitanti a questa drammatica ed infaticabile resistenza.
Ma quella sera appariva diversa.
Silenziosa, angosciante, inquietante, come attraversata da oscuri presagi di morte, pareva che in essa avessero deciso di ritrovarsi i lamenti e le maledizioni delle anime dannate.
Ad un tratto, quell’insopportabile silenzio svanì.
Un sordo boato lontano, appena percepibile, cominciò ad annunziarsi.
Prima lento ed irregolare, poi sempre più frequente e meccanicamente costante.
“Lo sentite? Si, si sente!” Disse qualcuno.
“Cosa sarà?” Domandò spaventato qualcuno dalle mura.
“Forse è l’esercito di Capomazda che viene a salvarci!” Gridarono alcuni dalle mura.
“Forse a quest’ora Capomazda non ha neanche più un duca!” Ammonirono rassegnati altri.
“Lo sento… è sempre più vicino…” urlava qualcun altro dalla torre “… è l’eco della primordiale battaglia tra gli Angeli buoni e quelli ribelli… segno che la nostra ora è ormai giunta…”
Tutti allora si affacciarono dalle mura e dalle torri, per scrutare l’implacabile brughiera già avvolta da un irreale crepuscolo, il cui avvento era stato anticipato dal cielo grigio.
Quegli sguardi, di centinaia, di migliaia di persone, persi lungo quel selvaggio orizzonte, ad un tratto videro una scena apocalittica.
Una mostruosa macchina da guerra, coperta da un lungo e massiccio tetto spiovente, trainata dalla forza di decine di schiavi flagellati a sangue, si muoveva verso la porta di Cursus.
La testa di quell’orrore era fatta di pietra e ferro e nella foschia della brughiera cominciava, man mano che si avvicinava, a mostrare il suo spaventoso volto.
Un infernale ariete da battaglia, sospinto dalla disperazione di quegli schiavi frustati con sadica determinazione, si muoveva contro le mura della cittadella.
Dalle mura allora, gli instancabili assediati, cominciarono a vomitare su quell’orrore una pioggia di dardi incandescenti, di olio bollente, pietre e qualsiasi altra cosa potesse in qualche modo ostacolare l’avanzata di quella macchina distruttiva.
Ma la robustezza del tetto proteggeva coloro che animavano quel mostro.
E se anche qualcuno cadeva, tutti gli altri schiavi, tormentati dai loro aguzzini, spingevano con ancora più forza, forse nell’utopia che presto quel supplizio sarebbe per loro terminato con la presa della sfortunata cittadella.
Alla fine, sotto i colpi di quell’ariete, la porta di Cursus si frantumò, permettendo alle armate di Cimarow di penetrare finalmente nella cittadella.
Allora grida, gemiti, maledizioni ed invocazioni di disperato aiuto si levarono nella brughiera, mentre alte colonne di fuoco e fumo salirono in breve verso il cielo.
Un Cielo che a quel punto, sopra a quell’immane tragedia, lasciò cadere la sua ira.
Una fitta pioggia giunse sui lamenti e suoi tormenti di Cursus, facendo scivolare il sangue dei suoi abitanti tra il fango ed il pietrisco delle sue strade.
Alla fine, dopo stupri, saccheggi, torture e massacri, la popolazione conobbe il suo atroce destino: tutti i maschi adulti furono sterminati, mentre donne e bambini vennero venduti come schiavi.

In quel momento un brivido attraverso il cuore di Melisendra e l’incantatrice avvertì, per un indefinito istante, mille voci che gridavano fino a spegnersi in un agghiacciante silenzio.
Strane e confuse immagini allora si accavallarono davanti ai suoi occhi.
Immagini di dolore e morte.
Melisendra comprese allora che qualcosa era accaduto.
Qualcosa di terribile ed inumano.
Qualcosa, la cui colpa, sarebbe caduta su tutti loro.
Poi la mano della vecchia servitrice lasciò il polso di Melidsendra.
“Ecco cosa occupa l’interesse di quei maledetti…” disse la vecchia, fissandola con occhi enigmatici.

Melisendra
03-05-2011, 03.55.38
Una pena indicibile calò su di me.
Una pena simile a una gelata che distrugge ogni germoglio di speranza.
Non avevo parole, ma mi sforzai di pronunciarne qualcuna.
"E' peggio di quanto pensassi..."
La mia mente ancora si rifiutava di accettare la visione; quella donna mi aveva mostrato qualcosa che da solo era valso a farmi prendere una decisione.
La mia mente iniziava a pianificare lo sviluppo degli eventi e a prefigurare bivi, piani, scelte da compiere. L'addestramento a cui ero stata sottoposta riemergeva e mi offriva le armi da usare contro coloro i quali ci avrebbero trascinati in quel caos.
Attentare alla vita del Lord? Uccidere Gouf?
Alternative rischiose. Strade che una volta imboccate mi avrebbero condotta alla rovina e a una lenta morte.
C'erano alternative? Forse. La verità, a volte, è l'arma più disarmante.
Ma anche in quel caso avrei dovuto essere estremamente cauta.
Nauseata, mi alzai ed uscii di getto nei corridoi, corsi fino al cammino di ronda sulle alte mura. Quasi senza fiato, con le guance arrossate, mi guardai intorno. Ero quasi certa che, da qualche angolo dell'orizzonte, avrei visto levarsi del fumo grigio di sventura, rovina. Morte.

Guisgard
03-05-2011, 05.14.28
Icarius camminava inquieto nei corridoi del palazzo, tra i ritratti dei suoi avi.
Lo fissavano, qualcuno compatendolo, qualcun altro biasimandolo.
Altri ancora lo fissavano in silenzio.
Un silenzio che sembrava una sentenza di condanna.
Una sentenza senza appello.
Una condanna per un passato che Icarius aveva solo ereditato per fatalità.
Un passato dal quale sarebbe fuggito via volentieri, se non ci fosse stata lei.
Già, lei.
E se sapesse?
Se conoscesse il male che lui ha saputo fare?
E se ne avesse fatto anche a lei?
Forse per questo lo odiava tanto?
Questo si ripeteva, mentre vagava tra quegli austeri ritratti.
E camminò fino a quando giunse davanti ad un ritratto speciale.
Il ritratto di Talia.
Lo fissava ed un mare di emozioni e di sensazioni lo raggiunsero e lo travolsero.
Felicità, esaltazione, ma anche smarrimento, paura.
Ad un tratto però avvertì qualcosa.
Si voltò di scatto e la vide.
Talia lo stava fissando.
E tutte quelle emozioni e quelle sensazioni divennero ancora più intense.
Ma su tutte, ora che lei era apparsa davanti ai suoi occhi, nel suo cuore dominava quella tanto cara e così fortemente negata da quell’oscuro fato ai nobili Taddei: la Gioia.
http://www.teenidols4you.com/blink/Actors/sophia_myles/sophia_myles_1179592109.jpg

Guisgard
03-05-2011, 05.49.05
Melisendra raggiunse le alte mura e cominciò a scrutare l’orizzonte.
Ovunque dominava la brughiera, tetra, oscura, inquieta e tormentata.
Poi, scrutando con attenzione quello scenario sterminato, la ragazza vide alcune colonne di fumo che sembravano giungere fino a lambire i pilastri del Cielo, quasi a chiedere giustizia per i loro morti.
“Quel sangue ricadrà sui giusti colpevoli…” disse una voce alle sue spalle “… ma non li troverai qui, quei colpevoli.”
Melisendra si voltò e vide Aytli.
La ragazza la fissava con uno sguardo indecifrabile ed uno strano sorriso sul volto.

Guisgard
03-05-2011, 06.13.48
Guisgard fissò incuriosito Morrigan, mentre Finiwell era già corso ad avvisare il capitano.
“Battuta di caccia? Non sapevo amavate escursioni nel cuore della notte, milady!” Disse Guisgard. “E cosa avete cacciato, di grazia? Forse qualche misterioso animale che vive nella brughiera?”
La fissò poi divertito.
“Fin dal primo momento vi ho sempre vista come una donna davvero particolare, animata da propositi non proprio adatti al gentil sesso…” continuò “… e poi quella vostra spada… non ne ho mai veduta una simile… come l’avete avuta?”

Talia
03-05-2011, 10.19.02
L’avevo visto passare e l’avevo seguito... non sapevo perché: normalmente non l’avrei fatto, ma d’altra parte normalmente lui non era mai rimasto tanto a lungo a Capomazda da quando c’ero arrivata io!
Entrò nel corridoio dei ritratti ed io continuai ad andargli dietro, ad una qualche distanza... la parte razionale della mia testa si opponeva, sapeva che presto o tardi mi sarei pentita, sapeva che ogni volta che avevo tentato di spingermi oltre il confine avevo finito con il farmi male ed era certa che quella volta non sarebbe stata diversa... ed anche io ero assolutamente convinta di questo. Eppure ero lì, ero lì spinta da chissà cosa.
Ad un tratto si fermò ed anche io mi fermai... e mi stupii notando il ritratto che stava guardando.
‘Ti farai male!’ ripeté quella vocina nella mia testa ‘Ti farai molto male... di nuovo!’
Poi all’improvviso, troppo in fretta perché io potessi scappare o nascondermi, si voltò e mi vide...
Rimasi in silenzio per un attimo, immobile e incerta sul da farsi... poi decisi che non gli avrei lasciato il vantaggio di parlare per primo.
“Che cos’è accaduto?” domandai con voce ferma, fredda e forzatamente noncurante “Nel cortile con quell’uomo, intendo... chi è?”

cavaliere25
03-05-2011, 13.55.25
Non ti preoccupare dissi Guardando Pasual vedrai che usciremo presto è stato molto duro il capitano continuai a dire speriamo che cambi idea e continuai a camminare verso la prigione

Melisendra
03-05-2011, 14.28.57
"Che cosa intendete?", domandai con voce annoiata. Ero sorpresa da quella affermazione.
La guardai per un attimo e poi tornai a concentrarmi sull'orizzonte, tenendola a bada con la coda dell'occhio.
Darle più peso del necessario sarebbe stato un eccesso di considerazione.
Feci per girare sui tacchi e avviarmi verso le scale che mi avrebbero ricondotta nei cortili, ma me la trovai davanti.

Morrigan
03-05-2011, 17.59.46
Istintivamente la mano corse a stringere l'elsa di Samsagra, come se avesse voluto nasconderla da quello sguardo curioso... non pensavo l'avesse notata...

"Questa spada..." rispose, e impercettibilmente la sua voce, prima scanzonata, si fece più bassa, scura "è solo una vecchia spada, un cimelio di famiglia... ma mi è molto cara!"

Sollevò di nuovo lo sguardo, superando finalmente quell'incertezza e rivolgendo a Guisgard un sorriso dolce e beffardo insieme.

"Siete bizzarro, voi, mio caro messer Curioso... scucirvi un'informazione è peggio che duellare, eppure volete conoscere la storia della mia amata spada... be', quando un giorno mi racconterete qualcosa di voi, allora avrete in cambio il mio racconto... in fondo, nella mia storia c'è pure un Guisgard, proprio come lo siete voi!"

Gli lanciò uno sguardo strano, misto tra la curiosità e la ricerca di un'intesa, poi, cambiando tono:

"Quanto alla caccia... avete detto bene, ho gusti bizzarri e adoro ogni forma di caccia... ma la preda di stanotte era per il capitano Monteguard, quindi non posso dirvi nulla al riguardo... se volete, possiamo attendere insieme che arrivi il suo commento in merito... chissà che poi non ci sia qualche altra cosa da andare a cacciare insieme, se ne avete gusto!"

Lady Dafne
03-05-2011, 18.24.08
Appena fossero usciti Pasuan e Cavaliere25, liberi o in catene, avrei fatto qualcosa...

"Ma cosa!?" continuavo a ripetermi mentre tendevo l'orecchio nella speranza di udire qualcosa che provenisse dall'interno della caserma. Nulla, non sentivo nulla, nel cortile c'era un lento andirivieni di cavalieri e soldati. Nessuno, ma proprio nessuno faceva caso a me e sì che probabilemente lì una donna non avrebbe avuto motivo di stare
"Meglio così" pensai "se mi notassero mi inviterebbero sicuramente ad andarmene".

Ad un tratto sentii la pesante porta di legno che chiudeva l'entrata principale della caserma aprirsi cigolando. Mi alzai in piedi di scatto. Uscirono due guardie seguite da Pasuan e Cavaliere25. Avevano una faccia atterrita, le mani legate. Pasuan subito non mi notò. Io rimasi pietrificata, sentii le lacrime salirmi agli occhi tanto mi era caro quell'uomo. Mi mossi verso di lui e subito sompresi che cosa avrei dovuto fare. Sapevo che dietro Pasuan c'erano altre due guardie e fermo sulla porta stava Montaguard con il viso torvo e contrariato. Decisi che l'unica soluzione possibile era cimentarmi in un gesto tanto drammatico quanto plateale sperando che Pasuan comprendesse e stesse al gioco!

"Cavalieri, cavalieri miei! Aspettate vi prego" dissi mentre con slancio mi lanciavo in un abbraccio doloroso su Pasuan e Cavaliere25 "Lasciate che questa povera vedova, madre di un bambino che pur non essendo ancora nato è già orfano, vi ringrazi per il soccorso che le avete perstato. Senza il vostro valoroso intervento quei delinquenti che si erano introdotti in casa mia mi avrebbero certamente violentata e uccisa strappandomi dal ventre questa creatura" piangevo e parlavo con un tono di voce che fosse più alto possibile per essere udita bene da molte orecchie.
"Vi devo la vita, vi devo tutto, non possiedo nulla ma se possedessi una miniera d'oro la darei a voi che avete messo a repentaglio la vostra vita per me, povera sciagurata, senza più nessuno in questa vita. Voi siete il meglio che Capomazda possegga. Dio può anche non proteggere il Duca se egli dispone di cavalieri come voi" e dicendo questo mi inchinai profondamente a terra accarezzando e baciando la punta degli stivali prima di Pasuan e poi di Cavaliere25.

Guisgard
03-05-2011, 19.43.29
“Non è colpa nostra tutto questo.” Disse Aytli quasi impedendo a Melisendra di andare via. “Sono gli uomini che arbitrariamente decidono le sorti delle terre e di coloro che le abitano… forse tutto è frutto del caso… forse è solo per una fatalità che ci ritroviamo a combattere per lord Cimarow, invece che per i Taddei… come una grande partita a scacchi…” continuò dopo un attimo di silenzio “… bianchi o neri poco cambia… conta solo la vittoria… perché se c’è una cosa che la vita mi ha insegnato è che in guerra nessuno è mai totalmente dalla parte del giusto… siamo tutti come maschere… maschere di una grande tragedia…”
Fissò poi la brughiera che pian piano andava ad assumere i colori del crepuscolo.
“E tu…” aggiunse “… tu cosa celi sotto la tua maschera? Chi sei veramente?”

Guisgard
03-05-2011, 20.02.21
Pasuna restò stupito da quella scena.
Il suo sguardo cadde prima su Dafne, poi su Cavaliere25 e di nuovo sulla ragazza.
“Dafne, io…” disse titubante.
La guardia che accompagnava i due prigionieri arrestò il passo e si voltò verso la caserma.
Monteguard aveva visto tutto e si avvicinò a Dafne.
“Damigella, il vostro stato non vi consente di agitarvi troppo…” aiutandola ad alzarsi “… Teseo fu aiutato da Arianna, come Erec da Enide per vincere le loro sfide… ma stavolta, il nostro Teseo non uscirà tanto presto dal labirinto!” Esclamò voltandosi verso Pasuan e fingendo un’espressione più dura di quella che in realtà fosse.
Questi, davanti allo sguardo del suo capitano, chinò il capo, ma un sorriso compiaciuto animò il suo volto.
“Damigella, ora vi farò riaccompagnare da una guardia…” fece Monteguard rivolgendosi di nuovo alla bella ragazza “… così che possiate riposarvi… ad attendere, forse, il ritorno di Teseo.”
Fece un cenno e Pasuan e Cavaliere25 furono condotti verso la prigione.
“Torna a casa e riguardati…” disse Pasuan a Dafne mentre veniva condotto via “… ricorda di non affaticarti, né di sforzarti troppo… e non dimenticare che…” allora le mandò un bacio, facendole l’occhiolino.
http://smolderingink.com/blog/wp-content/uploads/2010/06/Anakin-Wusswalker.jpg

Guisgard
03-05-2011, 20.28.27
Guisgard sorrise a quelle parole di Morrigan.
“Un altro Guisgard? Non immaginavo fosse così diffuso il mio nome!” Disse ridendo di gusto. “Colui che mi ha allevato parlava del mio nome scomodando i grandi condottieri normanni che fecero grande questa terra” continuò “e non credevo certo che altri avevano tanto a cuore le imprese di quei grandi giunti dalla Francia!” Scoppiando a ridere.
“Quanto alla vostra spada…” aggiunse “… ahimé, non ho simili cimeli! Chissà che un giorno non vi proponga di giocarcela ai dadi! Vi ricordo che sono sempre in cerca di un cavallo ed il gioco è il sistema più veloce che conosco per guadagnare qualcosa!”
Nel frattempo, Finiwell raggiunse il capitano Monteguard.
“Oggi è un giorno fortunato!” Esclamò il capitano nel vederlo. “I miei cavalieri smarriti ritornano tutti all’ovile! Però con te sarò più clemente… dammi un buon motivo per non sbatterti al fresco insieme ai tuoi compari!”
“Cosa intendete dire?” Domandò stupito il cavaliere. “Chi sarebbero i miei compari?”
“Cosa volevi dirmi?” Chiese il capitano.
“Un momento…” fece Finiwell “… parlate di Pasuan e Cavaliere25?”
“Insomma, perché mi cercavi?” Tuonò Monteguard.
Finiwell allora raccontò tutto l’accaduto al suo capitano, dei misteriosi personaggi nascosti nei meandri della cittadella, fino alla cattura di uno dei due nella brughiera.
Un attimo dopo Finiwell tornò da Morrigan.

Lady Dafne
03-05-2011, 20.32.24
Cercai di oppormi, volevo seguire i due "carcerati". Lanciai occhiate supplichevoli alle guardie che mi tenevano per le braccia con forza e tentai in tutti i modi di divincolarmi dalla loro presa. Non ce la feci. Dovetti rassegnarmi mentre uscivamo dal cortile delle caserma.
Mi scortarono fino a casa, mi fecero entrare e sentii la porta chiudersi dietro di me.

"Bene! Ora sono io la carcerata, non Pasuan!"

Mi stesi sulla sedia imbottita di coperte che tenevo davanti al camino e poco dopo, per la stanchezza, mi addormentai.

Melisendra
03-05-2011, 23.37.45
Ero perplessa. Le uniche parole che avevo scambiato con lei erano state di odio malcelato. La osservai bene per qualche istante prima di risponderle.
"Io sono esattamente come te... prospero nel caos di questi eventi. Ma non uccido sul campo di battaglia. Tempo fa ero un'assassina... non per mia volontà, ma perché quello era ciò che qualcun altro aveva stabilito per me... quei tempi sono finiti." La osservai di sottecchi.
"Non vi scomodate a informare i vostri superiori. Gouf è già a conoscenza di tutto ciò." Mantenni un'espressione neutra. "Non ci sono maschere che possano nasconderci a noi stessi... voi lo sapete quanto me che quello che facciamo finirà per prendersi fino all'ultimo brandello della nostra umanità."
Feci per aggirarla e raggiungere la scala.

Guisgard
04-05-2011, 00.44.44
La sua voce.
Era fredda, distaccata.
Il suo sguardo appariva indecifrabile, enigmatico.
Icarius si fermò un istante in quegli occhi, come a volerli interrogare.
Gli occhi conducono sempre al cuore e all’anima delle persone.
Così recitavano i bardi ed i poeti.
Ma quegli occhi sembravano chiusi al suo sguardo.
Come alte mura non gli permettevano di oltrepassare quella barriera che lei aveva alzato.
Continuò a fissarla.
“Credo viva nel borgo…” disse Icarius “… o in qualche tenuta in campagna… non so chi sia, non conosco neanche il suo nome…” sospirò “… ma forse un nome non vuol dire niente… io stesso conosco il mio perché gli altri non fanno altro che ripetermelo… che sia Icarius, Tristan o qualsiasi altro non credo faccia poi tanta differenza… quell’uomo…” avvicinandosi di qualche passo a Talia “… mi odia… mi odia come molti altri, immagino… chissà quanti dei miei cavalieri nutrono questo stesso sentimento, ma sono costretti a tenerlo nascosto... quell’uomo è giunto qui perché mi odia… e forse chiedersi il perché è inutile… e tu…” mormorò “… tu perché mi odi?”
http://farm2.static.flickr.com/1415/4723975632_8691e6fc23.jpg

Talia
04-05-2011, 01.28.55
Non distolsi gli occhi da lui neanche per un attimo e non mi mossi quando si avvicinò, lo scrutai per un lungo momento... infine sorrisi, di un sorriso senza allegria.
“Io non ti odio, Icarius!” dissi lentamente “Non ti ho mai odiato, nonostante tutto! Al contrario, non eri tu a dichiarare a gran voce il tuo odio verso Capomazda, verso la tua stirpe, verso il tuo destino... e verso di me? Non ti è mai importato che si sapesse, così come non ti è mai importato che chicchessia ti ripagasse con lo stesso sentimento...”
Sospirai e gli voltai le spalle mentre, distrattamente, la mia mano scivolava nella tasca nascosta del mio abito, dov’era ancora quella pergamena che avevo trovato giorni prima in biblioteca... la lettera di mio marito...
La punta delle mie dita sfiorò quel foglio ruvido per qualche istante... e mi chiesi se avrei avuto il coraggio di ammettere di averlo scoperto!

Guisgard
04-05-2011, 01.33.16
“Io non sono come te!” Disse Aytli a Melisendra. “Non lo sono e non lo sarò mai!” Restò allora a fissare la brughiera, mentre un debole vento cominciò ad alzarsi. “Tu nascondi qualcosa…” continuò “… lo so, lo sento… e sei giunta qui per un motivo… ma io lo scoprirò.”
La guardò diritta negli occhi, poi scosse il capo ed andò via.
Poco dopo Melisendra incrociò il giovane Nyclos.
“Perdonatemi, ma questo genere di faccende sono tanto importanti, quanto inopportune!” Disse il nobile signorotto. “Ora però che tutto è sistemato, posso dedicarmi a qualcosa di decisamente più piacevole” continuò “e se non sbaglio vi avevo promesso un giro per il castello, milady!”
La prese per mano e la condusse a visitare alcune sale del maniero.

Guisgard
04-05-2011, 01.51.14
Talia si voltò per andare via, mentre ancora le dita della sua mano sfioravano quella lettera.
Ma ad un tratto lui le prese per mano, impedendole di andare.
“Credi…” disse Icarius “… credi che si possa amare qualcuno anche senza conoscerlo? Amare qualcuno anche senza averlo mai incontrato prima? Fissarlo negli occhi e comprendere che c’è qualcosa che vi unisce?”
Diceva queste cose, senza lasciarle la mano.
“Io…” continuò “… io vedo ogni cosa che mi circonda per la prima volta… questo palazzo, le sue statue ed i suoi simboli… per me tutto è senza significato… coloro che mi circondano sono per me degli estranei… tutti… tutti tranne te… e percepisco la tua indifferenza, il tuo distacco… dici di non odiarmi… eppure… eppure il tuo sguardo è freddo… e questo palazzo… ne avverto la solitudine, l’angoscia… ed il saperti così distante non fa altro che aumentare queste sensazioni… Talia, io…”
In quel momento qualcuno giunse dall’altra parte del corridoio e vide Icarius che stringeva la mano di Talia.
“Va tutto bene, Talia?” Chiese Matthias avvicinandosi ai due.

Melisendra
04-05-2011, 01.59.39
Il mio umore era decisamente ombroso.
Ed ero distratta. Sovrappensiero.
Sorrisi al giovane lord e lo seguii nelle sale del castello, ascoltando le sue parole e annuendo. Mi sentivo esausta dei miei pensieri. La guerra continuava e non potevi più temporeggiare e perdermi in giochetti.
"Milord, sono lusingata delle vostre premure, ma credo che mi ritirerò nella mia stanza..."

Morrigan
04-05-2011, 02.26.38
"Anche io giungo dalla Francia, signore," rispose Morrigan, guardandolo negli occhi, e nel dire il nome di quella terra qualcosa sembrò addolcirsi in lei per un istante, facendo scivolare quella parola tra le sue labbra come se fosse stata di miele "e anche a me sono cari quei condottieri..."

Poi le ritornò sul viso il suo sorriso beffardo.

"Giochiamoci a dadi anche questa storia, chissà che non riusciate a vincere questo mio segreto!"

Un attimo dopo, dall'altro lato della corte, Morrigan vide Finiwell tornare verso di lei a passo svelto.

"Ah, ecco il levriere che ha stanato la cacciagione... forse adesso potrete saperne di più su questa fortunata battuta, mio caro Guisgard!"

Fece cenno con la mano a Finiwell di avvicinarsi.

"Allora? Cosa ha detto Monteguard?" chiese a quel cavaliere.

Guisgard
04-05-2011, 02.31.55
“Mi spiace…” disse visibilmente deluso Nyclos a Melisendra “… contavo di mostrarvi il nostro castello… vorrà dire che continueremo domani… vi auguro un buon riposo, milady.”
Ma rimasta sola, la ragazza cominciò ad avvertire un senso di angoscia.
Quel castello, così freddo, antico, silenzioso, sembrava provocarle una strana agitazione.
La pioggia aveva fatto la sua comparsa sulla brughiera e lo scroscio dell’acqua portata dal vento riempiva quel silenzio che dominava ovunque.
Nell’aria si avvertiva ancora l’eco di quella moltitudine di voci che si erano levate dalle fiamme di Corsus e questo rendeva ancor più ombrosa e malinconica Melisendra.
Aveva già imboccato il corridoio che l’avrebbe condotta alla sua stanza, quando da una porta chiusa udì alcune voci.
“Non mi piace questa storia…” mormorò Gouf “… sarebbe già dovuto essere qui…”
“Sospettate qualcosa?” Chiese Cimarow.
“Io sospetto sempre di tutti e tutto…” rispose Gouf “… e questa storia puzza troppo di bruciato…”
“Cosa proponete?”
Gouf restò pensieroso.
“Abbiamo solo una cosa da fare, milord…” disse.
“Vi ascolto, cavaliere…”
Ma proprio in quel momento Melisendra avvertì dei passi provenire alle sue spalle.
Erano Nyclos ed Aytli che si avvicinavano alla stanza in cui discutevano Gouf e Cimarow.
Erano dall’altra parte del corridoio e non si erano accorti di Melisendra.

Melisendra
04-05-2011, 02.41.16
Ero combattuta tra il desiderio di sentire quello che sarebbe accaduto e l'istinto di nascondermi.
Arretrai di qualche passo, silenziosamente e voltai l'angolo.
Non sapevo che fare, ma rischiare il collo non sarebbe stato d'aiuto.
Decisi di ripercorrere il corridoio e attardarmi vicino alla porta, senza fermarmi troppo a lungo, cercando di cogliere qualche parola.

Guisgard
04-05-2011, 02.53.47
“Giocare ai dadi? Quando vorrete, milady!” Disse divertito Guisgard a Morrigan.
In quel momento li raggiunse Finiwell.
“Ho raccontato l’accaduto al capitano Monteguard…” fece questi “… vuole che raggiungiamo subito la caserma. Credo debba rivolgerti qualche domanda.” Rivelò a Morrigan.
“A quanto sento la caccia di stanotte è stata piuttosto fruttuosa!” Escalmò Guisgard.
“Statene fuori, cavaliere!” Lo ammonì Finiwell. “Questa storia è cosa delicata e voi non avete sentito nulla!”
“Io nulla ho sentito, se non il tono da gran segreto con cui vi state parlando.” Replicò Guisgard.
“Perché non vi andate a fare una bella bevuta? Del buon vino vi farà dimenticare questo incontro e domattina avrete la testa sgombra da ogni cosa accaduta stanotte!”
Guisgard sorrise.
“Tranquillo, cavaliere…” mormorò “… dei vostri affari non mi interesso… milady, vi auguro una serena notte.” Disse poi a Morrigan.
“Andiamo, il capitano ci attende.” Fece Finiwell a Morrigan.

Morrigan
04-05-2011, 03.16.09
Un rapido cenno di saluto, nulla più di un'occhiata, e poi solo un sorriso.
Quindi Morrigan seguì Finiwell che già la precedeva a lunghi passi, come fosse in preda ad una viva agitazione, così evidente che si trasmise fino a lei.

"Perchè l'avete trattato a quel modo?" gli chiese infine, quando furono abbastanza distanti "Quell'uomo fino ad ora ci ha solo aiutato... E perchè siete così agitato? Cosa vi ha detto Monteguard?"

Guisgard
04-05-2011, 03.24.27
Melisendra finse di riattraversare il corridoio e questo le permise di non farsi vedere dai nuovi arrivati.
Questi poi entrarono nella stanza dove già si trovavano Gouf e Cimarow.
Melisendra potè così, un attimo dopo, tornare ad ascoltare.
“Sir Gouf mi parlava dei suoi sospetti sul mancato arrivo dell’informatore da Capomazda…” Disse Cimarow a suo fratello e ad Aytli.
“Forse stiamo ingigantendo la questione.” Mormorò Nyclos.
“Milord…” rispose Gouf “… voi stesso ritenevate fondamentale la possibilità di avere occhi ed orecchi nel palazzo di Capomazda… ora invece sottovalutate il fatto che il nostro uomo non è giunto qui con le sue preziose informazioni.”
“Potrebbe essergli accaduta qualsiasi cosa…” replicò Nyclos “… forse una belva della brughiera l’avrà aggredito, o magari avrà incontrato dei briganti… non mi preoccuperei più di tanto, del resto nessuno dei nostri nemici conosce l’ubicazione di questo castello.”
“Già, forse le cose sono andate come avete ipotizzato voi…” disse Gouf “… ma potrebbero essere andate diversamente… e nel mio lavoro assicurarsi sempre di ogni particolare è fondamentale per restare in vita…”
“Di cosa avete paura?” Domandò Nyclos.
“Milord…” alzandosi in piedi Gouf “… io non ho paura poiché non ho nulla da perdere, dato che in un modo o nell’altro avrò il denaro che mi è stato promesso… forse voi dovreste avere paura… “ lo fissò “… paura di ritrovarvi nel cuore della notte una spada conficcata nel petto, mentre il vostro castello brucia…”
“Se ciò accadesse” replicò quasi divertito Nyclos “voi perdereste il vostro prezioso denaro, cavaliere.”
“Credete? Eppure sono certo che se tutto andasse perduto i miei uomini riuscirebbero comunque a portarsi via qualcosa… anche solo per non lasciare tutto ai Taddei…”
“Direi ora di concentrarci sulle cose serie…” intervenne Cimarow “… cosa proponete, sir Gouf?”
“Di mandare qualcuno a Capomazda per capire cosa è accaduto al nostro uomo.”
“E’ rischioso…” mormorò Cimarow.
“Sono d’accordo.” Disse Aytli, in silenzio fino a quel momento. “E so anche chi sarebbe perfetta per questa missione…”
“Chi?” Domandò Cimarow.
“Lady Melisendra…”
Tutti restarono stupiti da ciò che aveva detto Aytli.
Gouf invece sembrò non tradire alcuna emozione, limitandosi a fissare Aytli con un enigmatico sguardo.

Guisgard
04-05-2011, 03.33.44
“Perché ciò che è accaduto deve restare segreto!” Disse Finiwell a Morrigan. “Non possiamo rischiare che la notizia trapeli… sarebbe il caos a Capomazda.”
Restò un attimo in silenzio ed aggiunse:
“E poi quel tipo non sembra certo ispirare fiducia. Più che un cavaliere mi sembra un avventuriero… meglio non rischiare… quanto al capitano, tra poco ascolterai ogni cosa dalla sua voce.”
Giunsero allora alla caserma e subito furono ricevuti dal capitano.
“Questo che è accaduto è molto grave!” Disse subito Monteguard. “Ora voglio sapere per filo e per segno cosa avete udito nei sotterranei del palazzo, milady.” Rivolgendosi a Morrigan. “E voglio che mi descriviate al meglio la voce dell’atro uomo, quello che ha incaricato l’altro di portare informazioni a Cimarow.”

Morrigan
04-05-2011, 03.56.35
Morrigan non replicò a quell'appunto, e non commentò nemmeno il brusco cambiamento che Finiwell aveva mostrato per tutta quella sera, ma le era ormai chiaro che il cavaliere aveva già da un pezzo cambiato umore. E anche se avesse pensato di chiedergli altro, non avrebbe avuto il tempo, perchè già erano al cospetto di Monteguard, che ragionevolmente era ansioso di avere da lei ogni possibile informazione.

"Signore," disse Morrigan "purtroppo temo che non potrò esservi di grande aiuto. Io sono straniera da queste parti e ancora non parlo nemmeno a perfezione la vostra lingua. Non sono certa che saprei riconoscere quella voce, se la udissi. Era bassa, e l'uomo parlava in fretta, e il suo accento non sembrava avere una particolare inflessione... tuttavia credo di aver compreso abbastanza del discorso. Il messo è stato inviato a lord Cimarow, per informarlo sugli intenti di lady Melisendra e sullo sfortunato incidente accaduto al vostro duca. L'uomo gli ha anche raccomandato di riferire che attendessero suoi ordini. Ma questo è tutto quello che posso dirvi, capitano"

Guisgard
04-05-2011, 04.41.43
La campagna era come uno sterminato manto verde, attraversato dai più bei colori che la Primavera sapeva donare alla natura.
Una lieve e fresca brezza soffiava dai monti, rendendo il cielo di un azzurro vivo e l'aria intrisa dei profumi inebrianti dei mille e più fiori sbocciati in quell'incanto.
Dafne era immobile a fissare quell'incantevole scenario, quando qualcuno le coprì gli occhi alle sue spalle.
"Dimmi che non è passato un istante senza che tu abbia pensato a me..."
"Pasuan!" Disse lei accarezzandogli le mani.
"Non voltarti..." fece lui.
E le mise un ciondolo al collo.
"La zingara che mi ha donato questo vecchio monile" continuò "mi ha giurato che è appartenuto ad una nobildonna greca vissuta qui più di cento anni fa! Nelle notti di Luna e chiare di stelle, portandolo ad un orecchio, è possibile sentire il rumore del mare ed un canto lontano... chiunque ascolti quel canto è destinato ad una felicità senza fine..."
La strinse a sè e la baciò.
"Mammina, mammina!" Gridò una voce dal cortile.
"Ah, sei qui, birbante!" Fingendo di rimproverarlo Dafne.
Il bambino sorrise sotto i baffi.
"Tra un pò si va tutti a tavola!" Esclamò Pasuan fissandolo.
"Avevi promesso che mi avresti insegnato ad usare la spada!"
"Hai chiesto alla mamma?"
"Posso, mamma?"
Dafne allora sorrise.
Il vento aumentò di colpo e nel cielo comparvero delle nuvole grigie.
Un attimo dopo Dafne era da sola, col cuore denso di tristezza e nostalgia.
In lontananza alcuni cavalieri portavano via Pasuan in catene.

Si svegliò di colpo.
Era a casa ed era da sola.
Allora quel senso di tristezza e malinconia divenne reale.

Guisgard
04-05-2011, 04.46.59
Monteguard ascoltò con attenzione le parole di Morrigan.
“Dunque vi è una spia qui al palazzo…” disse camminando nervosamente nella stanza “… ora comincio a capire come facevano i nostri nemici a conoscere in anticipo ogni nostra mossa… per loro è stato un gioco da ragazzi sconfiggerci nella battaglia delle Cinque Vie…”
Fissò poi Morrigan e Finiwell.
“Ottimo lavoro!” Esclamò. “Se non fosse stato per voi, quel bastardo a quest’ora sarebbe già al castello di Cimarow e per lady Melisendra…” esitò “… ricordate che l’accaduto deve restare un segreto. Ora sapete anche di lady Melisendra... è in missione per volontà di lady Talia… ora andate a riposare voi due… io domattina mi recherò da sua signoria a riferirgli ogni cosa. E’ tutto, potete andare.”
Morrigan e Finiwell uscirono così dalla stanza.
“Io non credo che riuscirò a chiudere occhio stanotte…” mormorò Finiwell “… e poi ho un’altra faccenda da risolvere… devo capire in che guai si è cacciato Pasuan… tu invece dovresti riposarti… credo che da domani ci aspettino tempi tutt’altro che tranquilli.”



Nel frattempo Pasuan e Cavaliere25 erano in prigione.
"Qui dentro sembra che il tempo non passi mai..." disse Pasuan sbuffando "... scusami, ragazzo, se ti ho messo nei guai..." rivolgendosi poi al suo compagno di cella.
Si avvicinò poi alla finestra e poggiò le mani sulla grata.
"Piove stanotte..." mormorò "... piove su tutta la campagna... forse su tutto il mondo... chissà cosa starà facendo lei ora..."

llamrei
04-05-2011, 09.51.09
“Ma perché mai siete tanto interessata alle storie su quella fantomatica maledizione? Guardate che dobbiamo preoccuparci di chi ci odia ed è in vita, non di spettri e fantasmi! E comunque, mia monaca dagli occhi blu e dai capelli rossi… .

"difficilmente potrei scegliervi come compagno di ventura e come amico fidato al quale affidare la mia protezione...quando non prestate attenzione ai minimi particolari. NOn ho gli occhi blu ma verdi.
E per quanto riguarda la maledizione che incombe su questo luogo...credete voi di riuscire a sconfiggere chi è in vita senza conoscere il perché delle sue azioni? Noto spesso negli uomini l'irruenza di fare senza pensare...sarà tipico del genere maschile...per fortuna la mia educazione mi ha portata a riflettere sulle cose prima agire. Dovreste ponderare anche voi. E il mio ciuffo? Credo sia arrivato il tempo di tagliare i miei capelli. Troppo lunghi da tenere sotto la cuffia...a malincuore cercherò una forbice..."
Mi avviai verso la piazzetta all'interno del maniero. Lì avrei trovato qualcuno che potesse rispondere alle mie domande...
Uscii all'aperto e notai un vociferare agitato . Mi fermai a guardare la scena. Un miscuglio di uomini e donne innervositi...
Mi affiancai ad una donna e le chiesi:
"signora, è successo qualcosa di grave?"

Talia
04-05-2011, 10.32.47
Mi afferrò la mano un secondo prima che mi allontanassi... un gesto tanto rapido quanto inatteso così, con il cuore inspiegabilmente accelerato, mi voltai di nuovo verso di lui.
Le sue parole mi lasciarono perplessa... non capivo che cosa volessero dire, sebbene avessi la netta sensazione che stesse disperatamente cercando di dirmi qualcosa...
I miei occhi si allargavano ad ogni parola, ad ogni pausa... quasi attendessi inconsciamente qualcosa, ma temessi quel momento... o forse temevo lui?
Poi, all’improvviso, una voce lo interruppe.

In quel momento qualcuno giunse dall’altra parte del corridoio e vide Icarius che stringeva la mano di Talia.
“Va tutto bene, Talia?” Chiese Matthias avvicinandosi ai due.

Mi voltai appena verso quella voce, poi tornai a guardare mio marito...
“Non lo so...” mormorai in risposta alla domanda di Matthias, fissando Icarius sempre più intensamente.

Lady Dafne
04-05-2011, 19.30.50
Mi svegliai che era mattina, avevo dormito tutta la notte su quella poltrona. Ero tutta indolenzita.

"Chissà dove sei ora Pasuan! Chissà se stai bene... chissà se... chissà se mi pensi ancora..."

Mi rinfrescai, mi pettinai e mi cambiai d'abito. Misi un vestito color blu

"Accidenti, con questa pancia che cresce mi dovrò cucire un nuovo vestito. Andrò a vedere se trovo qualche nuova stoffa su all'emporio"

Uscii di casa e mi diressi verso la cittadella. Passai sotto la torre carceraria, guardai su

"Pasuan dove sei? Io ti penso sempre e ti aspetto. Torna presto da noi"

Rimasi lì con la testa rivolta alle piccole finestrelle delle carceri...

Guisgard
04-05-2011, 19.36.41
Guisgard sorrise a quella monaca.
“Perdonate, sorella... disse divertito “… ma mi hanno insegnato a non fissare troppo una monaca, per non attirarmi le ire dal Cielo! Ora, però, che mi fate notare il giusto colore dei vostri bellissimi occhi, beh, devo dire che mi sarà difficile riuscire a non fissarli con l’attenzione che meritano!”
Le fece l’occhiolino ed aggiunse:
“Mi spiace di avervi indisposta, sorella… avrei voluto invitarvi per una passeggiata in campagna, dove mi attende una vecchia faccenda da risolvere… peccato, perché la vostra compagnia mi avrebbe assicurato un occhio benevolo dall’alto. Vorrà dire che sarà per un’altra volta! I miei saluti, sorella!”
I due si separarono e Llamrei raggiunse il centro della cittadella, dove fu incuriosita dall’agitazione che animava la gente.
“Il capitano Monteguard ha fatto incarcerare due uomini…” rispose la donna alla quale la monaca aveva chiesto notizie “… sembra si tratti di un cavaliere e di un cadetto… non è ancora chiaro cosa sia accaduto, ma il capitano era molto contrariato…”

Guisgard
04-05-2011, 19.49.51
Mentre Dafne fissava malinconica e preoccupata la torre delle prigioni, notò un cavaliere che si avvicinava all’ingresso delle segrete.
“Qui non si passa, cavaliere!” Disse fermandolo la sentinella.
“Che diavolo ti prende, Marten? Non riconosci più nemmeno gli amici ora! Forse sei da troppo tempo a fare la guardia a questo posto!” Esclamò Finiwell.
“Ah, sei tu… cosa cerchi da queste parti?”
“Cos’è la storia che ho udito? Hanno davvero arrestato Pasuan?” Domandò.
“Già e con lui è finito al fresco anche un giovane cadetto.”
“Si, ho sentito…” annuì Finiwell “… ora ascolta, lasciami passare, voglio far visita a quei due… sono miei compagni.”
“Niente da fare, nessuna visita ai prigionieri! Ordini del capitano!”
“Avanti, non fare storie…” replicò Finiwell “… sarà solo un istante…”
“Mi spiace.”
“Vedo che hai già dimenticato gli innumerevoli favori che ti ho fatto!” Esclamò Finiwell. “Bell’amico!”
“Non dipende da me… sono gli ordini.”
“Già, come quando non ti concessero quella licenza per tornare da tua moglie… chi le portò le medicine per i bambini? Chi accompagnò il tuo figlioletto dal medico in tua assenza? E chi prese a calci il dottore quando si rifiutava di visitarlo nel cuore della notte?”
“E sia…” sbuffò la sentinella “… ma, mi raccomando, solo pochi istanti…”
“Contaci, amico!” Ridendo Finiwell.

Guisgard
04-05-2011, 20.08.27
Prima la voce di Matthias, poi le parole di Talia.
“Non lo so…”
Parole che colpirono Icarius.
Forse per l’apparente freddezza, forse per quel distacco nel pronunciarle.
“Non lo so…”
Perché? Si domandava Icarius.
Temeva davvero che lui potesse farle del male?
Si sentiva dunque in pericolo quando lui le stava vicino?
“Non lo so…”
Lasciò allora quella mano e si ritrasse di qualche passo.
“Stai bene, Talia? Sono qui io.” Disse Matthias avvicinandosi.
Icarius per qualche istante fissò Talia, per poi chinare il capo.
“Lady Talia qui è al sicuro…” mormorò, senza però mai guardare il nuovo arrivato “… più al sicuro di qualsiasi altra donna del ducato…”
La fissò un’altra volta e poi si avviò verso la fine del corridoio.
“Certo che è al sicuro…” disse ad alta voce Matthias “… sono qui per proteggerla!”
Icarius si voltò verso di lui.
I due si scambiarono allora un lungo ed inquieto sguardo.
“Già… ora si sentirà più al sicuro…” rispose Icarius, per poi andare via.

cavaliere25
04-05-2011, 21.14.06
Guardai Pasuan e dissi ora amico mio che ci succederà quanto tempo resteremo rinchiusi in questa fredda cella io voglio uscire mi sento un animale in gabbia dobbiamo trovare un modo per uscire da qui se no sarà la nostra fine e aspettai un suo commento mentre mi appoggiai al muro davanti alle sbarre

Lady Dafne
04-05-2011, 21.14.28
Ascoltai quel cavaliere parlare con la sentinella che montava la guardia al cancello davanti le prigioni. Mi sembrava di conoscerlo, sì ricordavo, doveva chiamarsi Finiwell. Aveva convinto la guardia, stava per entrare.
Mi misi a correre, per quanto potevo nel mio stato, e lo chiamai

"Cavaliere, cavaliere, aspettate vi prego. Devo parlarvi!" dissi mentre l'alabarda della guardia si poneva tra me e Finiwell impedendomi di raggiungerlo. Mi arrestai ma continuai a parlare

"State andando da Sir Pasuan? E' colpa mia se è rinchiuso lì, assieme al giovane cadetto mi ha salvato da tre malintenzionati. Vi prego, fate ciò che è in vostro potere per farlo uscire di prigione. E' un uomo buono e giusto, si sta prendendo cura di me e di questo bambino che sta per nascere. Vi prego, fate qualcosa". Mi si riempirono gli occhi di lacrime che poco dopo iniziarono a rigarmi il viso. Misi una mano tra i capelli e levai uno dei pettinini lavorati che ornavano l'acconciatura, poi lo avvolsi nel mio fazzolettino e porsi il pacchettino a Finiwell.

http://img109.imageshack.us/img109/4657/pettine.jpg

"Vi prego Signore, date questo al prigioniero, dite che glielo manda lady Dafne come pegno del.... suo amore! Ditegli anche che deve fare in modo di uscire prima che questa cratura venga al mondo. Lui deve essere presente come lo sarebbe un vero padre".

Mi voltai e me ne andai prima che il mio pianto singhiozzante si palesasse.

llamrei
04-05-2011, 22.09.18
“Il capitano Monteguard ha fatto incarcerare due uomini…” rispose la donna alla quale la monaca aveva chiesto notizie “… sembra si tratti di un cavaliere e di un cadetto… non è ancora chiaro cosa sia accaduto, ma il capitano era molto contrariato…”

"Incarcerare? Per quali colpe sono stati accusati? ...... Mi potete indicare chi è, tra questi uomini, il capitano Monteguard?"
Senza attendere risposta dalla donna mi avviai verso colui che sembrava essere il capo.
"Capitano"...."CAPITANO" gridai più forte. "Capitano, mi è giunta voce che avete catturato ed incarcerato due uomini. Posso conoscerne il motivo? Vorrei offrire loro una preghiera..." speravo di essere stata convincente. Volevo arrivare ai due uomini per chiedere notizie in merito a questa oscura storia. Chissà forse avrei trovato la cima della corda...o solo un buco nell'acqua....

Guisgard
05-05-2011, 01.21.44
Finiwell fissò e Dafne e sorrise.
“Ma certo…” disse “… avrei dovuto immaginarlo…”
Prese poi il pacchetto che la ragazza gli aveva chiesto di portare a Pasuan.
“Aspettate!” La chiamò. “Aspettate, damigella…” raggiungendola “… io porterò questo al vostro Amico…” sorridendo “… però credo che la faccenda sia alquanto seria… il capitano sembra molto in collera e forse solo il duca potrebbe farlo tornare sui suoi passi… comunque ora andrò da lui” aggiunse “e gli porterò il vostro dono, insieme alle vostre parole…”
La salutò e tornò verso le prigioni.
Qui, intanto, Pasuan e Cavaliere25 erano rinchiusi in una delle celle.
“Cerca di non pensarci, ragazzo…” disse Pasuan steso sulla brandina “… meglio attendere qui tranquilli, o finiremo col metterci in guai ancora più grossi…”
“L’ho sempre detto che le donne sarebbero state la tua rovina!” Esclamò una voce dall’altra parte delle sbarre.
“Che mi prenda un colpo!” Esclamò Pasuan. “Finiwell!”
“Già…” annuì questi “… vedo che non posso lasciarti da solo, che subito finisci nei guai!”
“Risparmiami la predica…”
“Tranquillo, immagino ci avrà già pensato il capitano.”
Pasuan gli lanciò un’occhiataccia.
“Comunque devo dire che è davvero molto carina…” sorridendo Finiwell “… non c’è che dire, ottima scelta, amico mio!”
“Cosa vuoi dire?” Domandò Pasuan.
Per tutta risposta Finiwell gli lanciò il pacchetto di Dafne.
“Questo è un pegno del suo amore.” Disse poi facendogli l’occhiolino.
“Dafne…” sospirò Pasuan, mentre fissava il dono della ragazza nel fazzoletto.
“E cerca di non fare altre sciocchezze, visto che presto qualcuno ti chiamerà papà!”
“Non è come credi…” mormorò Pasuan.
“Avrai tempo di spiegarmi ogni cosa appena uscirai.”
“Già… chissà quando…” fece Pasuan.
“E tu come te la passi, ragazzo?” Chiese poi Finiwell a Cavaliere25. “Non dovevo lasciarti solo con questo tiratardi di Pasuan! Questa prigione non è un posto adatto a te.”
http://www.comune.vicopisano.pi.it/turismo/monumenti/palazzi/pretorio/Grata-prigioni.jpg

Guisgard
05-05-2011, 01.32.44
“Quegli uomini, un cavaliere ed un cadetto, sono accusati di negligenza, sorella.” Disse Monteguard a Llamrei. “La sicurezza del ducato, di sua signoria e di noi tutti dipende dal valore e dall’impegno dei nostri cavalieri. Su questo c’è poco da discutere. Però il conforto della Fede non va mai negato” aggiunse “e chissà che qualche preghiera non illumini le loro coscienze riguardo ai propri doveri. Avete il permesso di recarvi dai prigionieri, sorella.”
Chiamò allora una delle guardie e diede ordine di accompagnare la monaca dai due prigionieri.

Talia
05-05-2011, 02.27.10
Lo guardai allontanarsi nel corridoio e, per qualche ragione, qualcosa nella sua figura mi colpì e mi fece male.
“C’era proprio bisogno che gli dicessi questo?” sbottai verso Matthias, senza riuscire a trattenermi.
Alzai quindi gli occhi sull’amico e incrociai il suo sguardo... uno sguardo che non lasciava dubbi circa ciò che pensava...
Mi allontanai da lui di qualche passo, respirando forte... mi massaggiavo la mano che Icarius aveva stretto e intento riflettevo su mille e più cose, su mille e più dettagli...
Poi un ricordo lontano fece breccia nella mia mente..

Guardavo il cerchietto di teneri rami intrecciati ardere tra le fiamme del rudimentale falò mentre la luce di quell’improvvisato fuoco si rifletteva nei miei occhi, il crepitare basso cullava la mia mente e i miei pensieri.
Lentamente alzai gli occhi oltre le fiamme ed osservai il ragazzino di fronte a me...
“Questo è un giuramento vero...” dissi.
Anche lui alzò gli occhi e li puntò nei miei.
“Si!” annuì “Un giuramento fatto con il fuoco è un giuramento per sempre!”
Sorrise e io feci lo stesso.
Il cerchietto legnoso, che fino ad un istante prima aveva stretto insieme i nostri polsi, si esaurì in un ultimo crepitio e il fuoco bruciò più piano.
“Adesso siamo davvero amici!” dissi ancora “Da adesso in poi niente ci separerà più!”
“Da adesso in poi...” mi corresse lui “La nostra amicizia sarà indissolubile e io la proteggerò verso chiunque la minaccerà... e proteggerò te, a qualsiasi costo!”

Per un istante le fiamme di quel lontano fuoco bruciarono di nuovo nei miei occhi...
Mi voltai quindi verso Matthias e lo fissai per un attimo, poi mi avvicinai di qualche passo.
“Mi dispiace!” dissi lentamente “Perdonami. E’ che... non so, lui mi sembra così cambiato in questi ultimi giorni... non so più chi sia, non so che cosa pensare... una parte di me vorrebbe tanto credere che vi sia qualcosa di nuovo in lui, ma l'altra parte ha talmente paura... e sono così confusa!”
Mi passai una mano sulla fronte, come cercando di calmare quel tumulto di sensazioni che mi straziavano il cuore, feci una breve pausa, poi sospirai...
“Anche se non è la sola cosa che mi preoccupa...” ammisi, quasi a voler cambiare discorso. Esitai un attimo, poi chiesi “Ricordi il nostro giuramento di eterna amicizia, Matthias? Ci credi ancora?”

Guisgard
05-05-2011, 02.54.43
Matthias la guardò negli occhi e poi si avvicinò per abbracciarla.
“Quel giuramento…” disse “… è vivo più che mai nel mio cuore… e proteggerti è ciò che più desidero… occuparmi di te… per sempre…” aggiunse.
Tornò a fissarla.
“Sono giunto qui da Sygma per starti accanto…” continuò “… ho percorso miglia e miglia per… per la tua felicità… nulla mi sta più a cuore…” attese qualche istante “… questo posto non è fatto per te… sono così diversi da noi qui… e quell’uomo… quell’uomo probabilmente vede il vostro matrimonio come l’unica possibilità per tenere in piedi l’unione fra la sua terra e Sygma! Ha paura. Paura di perdere il suo potere, ora che quel barone gli si è rivoltato contro. Tutto il suo interesse è una finzione, un gioco! Vieni via da tutto questo, Talia… torniamo a Sygma e saremo di nuovo liberi. Il tempo della nostra sottomissione a questa gente è finalmente finito!”

Talia
05-05-2011, 03.35.45
Chinai la testa e sorrisi... ero felice che almeno lui capisse, felice che almeno lui non mi volesse lasciare sola...
Ma ciò che disse dopo stonò alle mie orecchie.
Alzai in fretta gli occhi e lo fissai incredula...
“Ma che cosa stai dicendo?” mormorai “Come puoi dirmi queste cose in questo momento? Andarmene, lasciare Capomazda, tornare a Sygma con te... se facessi queste cose adesso sarebbe come condannare questa città alla rovina, perché nessuno qui potrebbe fronteggiare la rivolta di Sygma compatibilmente a quella di Cimarow...”
I miei occhi si velarono appena e io feci qualche passo indietro, allontanandomi da lui...
“E comunque...” proseguii “Se anche le cose non stessero così, io non vorrei andarmene da qui. Non me ne andrò... almeno finché non sarà lui a mandarmi via! E tu, tu che sei il mio migliore amico, avresti dovuto capirlo questo: io sono stata davvero innamorata di lui... e anche se adesso sono spaventata e confusa, anche se adesso non so più che cosa provo, lui resta mio marito e io condividerò la sua sorte, qualunque essa sia!”
Sentivo gli occhi bruciarmi pericolosamente... mi sentivo ferita dalle parole insensibili e campaniliste di Matthias... e iniziai a chiedermi chi fosse quell’uomo che mi stava davanti e dove fosse finito il ragazzino scanzonato con cui ero cresciuta.

Guisgard
05-05-2011, 04.11.31
“La stessa sorte!” Disse Matthias stringendole le braccia. “Cosa c’è qui che ti lega a questa vita? Lo sfarzo di queste corti? La fama della loro aristocrazia?”
Allentò poi quella presa.
“Hai detto che un tempo l’amavi…” mormorò “… ma amavi un volto, un ritratto… ora hai compreso chi sia veramente quell’uomo… Talia, io… io non comprendo… ma ti sento lontana, diversa… e non accetterò questa tua scelta… almeno fino a quando non capirai davvero i tuoi sentimenti… solo se mi dirai di amarlo io… io rispetterò la tua decisione… ho giurato di proteggerti…” aggiunse “... anche da te stessa, se necessario… e lo farò, qualsiasi cosa accada… ricordalo sempre…”

Guisgard
05-05-2011, 04.21.59
L’incanto della sera ed il fruscio del debole vento che accarezzava gli stendardi sulle mura, diffondevano una pacata e serena atmosfera.
Eppure l’animo di Icarius era un vortice di sensazioni ed emozioni.
Rabbia, inquietudine, delusione, malinconia, paura.
Camminava nella sera, in un cielo chiaro di stelle ed intriso dei surreali suoni che animano, come a volerla salutare, la fresca notte.
Si avvicinò alle scuderie ed un nitrito attirò la sua attenzione.
Tutti i cavalli dormivano, tranne uno.
Matys, la superba cavalla giunta da Sygma sembrava animata delle stesse ansie che tormentavano Icarius.
“Anche tu ti senti sola, amica mia…” disse avvicinandosi.
Ma la cavalla, lanciando un nitrito nervoso, scosse la testa ed arretrò di qualche passo.
“Calma, calma…” alzando le mani Icarius “… ho capito… non vuoi essere toccata… sembra che a tutti voi di Sygma io proprio non vada a genio…” mormorò con un sorriso malinconico e beffardo “… allora mi metterò qui… vedi? Qui, sulla paglia… e se mi ascolterai, prometto di non avvicinarmi… ci stai?”
La cavalla lo fissava, scuotendo di tanto in tanto, la testa.
“Cos’è che non ti piace quaggiù? Forse la campagna è troppo pianeggiante? I campi sono troppo verdi? O magari le città e i borghi sono troppi vicini, quasi gli sugli altri, a discapito dello spazio per correre libera?”
La fissò, per poi sorridere.
“Solitamente si dice, di qualcuno troppo eccentrico, che è matto come un cavallo…” continuò “… ma tu starai pensando questo di me, vero? Sai, forse sono in tanti a crederlo… almeno la metà di chi abita Capomazda… mentre l’altra metà credo mi odi… e tu? Mi odi anche tu? Ce l’hai con me perché ti hanno portata qui? Guarda che non ho colpa… almeno credo… che sciocco, forse sono matto davvero…” mormorò fissando uno scorcio di cielo da una delle finestre delle scuderie “… sto qui a parlare con un cavallo…”
In quel momento Matys nitrì con vigore.
“Si, hai ragione, scusami…” sorrise Icarius “… dopotutto ti avevo chiesto io ti ascoltarmi…” la fissò con aria sognante “… ti secca se resto qui a dormire? In fondo siamo soli tutti e due… estranei in questo posto… e vale la pena farci compagnia a vicenda… ecco, mi metto qui…” accomodando la paglia in un angolo “… vedrai che non ti disturberò… notte, amica mia…”
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Talia
05-05-2011, 15.05.36
Per un attimo lo osservai in silenzio... forse non aveva completamente torto: che cosa mi legava a Capomazda, dopotutto? Che cosa mi legava ai Taddei? Forse niente più e forse non c’era mai stato niente, forse era tutta un’illusione o un gioco, come lo aveva chiamato Matthias... e tuttavia le parole di Icarius mi tornarono alla mente ancora una volta... ogni singola parola, ogni pausa, ogni incertezza nella voce... poteva essere davvero solo finzione? Poteva davvero essere disposto a farmi tanto male solo per conservare il suo potere?
Non lo sapevo, non lo sapevo più.
Però una cosa la sapevo... sapevo qual era il mio ruolo e conoscevo il mio compito. Abbassai quindi gli occhi un momento, poi tornai a guardarlo...
“Basta!” dissi lentamente, la mia voce era ferma anche se da essa trapelava dolore per ciò che sentivo di dover dire “Matthias, vedi... qui non si tratta soltanto di me! Tu sei il migliore amico che io abbia mai avuto ed io ti voglio bene... ma le cose sono cambiate, io sono cambiata: che ti piaccia o no, io ho delle responsabilità qui ed ho intenzione di tenervi fede. Che ti piaccia o no, questo è un momento delicato ed è necessario tenerne conto. Ed è per tale motivo che, per la sicurezza di tutti, io non posso permettere che vi siano dissidi di nessun tipo all’interno di queste mura!” feci una breve pausa, durante la quale non distolsi mai gli occhi dai suoi, poi proseguii “Perciò ti chiedo di scegliere una posizione... una posizione che sarà definitiva. Se deciderai di restare qui, dovrai mettere da parte ogni tuo rancore verso questa terra e verso il suo duca, dovrai sforzarti di credere nel progetto di lord Rauger che voleva Capomazda e Sygma uniti e forti insieme, dovrai dimenticare tutto il resto, persino... persino me, se sarà necessario per il bene di Capomazda! Se invece pensi di non poter riuscire in questo, se pensi che niente potrebbe convincerti a mettere da parte ogni singolo risentimento, in tal caso io ti concederò la licenza di partire domani stesso per Sygma!”
Rimasi in silenzio per alcuni istanti, il mio sguardo nel suo era profondamente addolorato ma allo stesso tempo determinato, poi conclusi: “Riflettici questa notte... e domani mattina mi comunicherai la tua risposta definitiva. Qualunque essa sarà, sappi che io la capirò e la appoggerò in ogni caso!”
Mi avvicinai, sollevai una mano e la passai delicatamente sulla sua guancia, in una leggerissima carezza: “Buonanotte, Matthias!” mormorai.
Poi mi voltai ed uscii.

Melisendra
05-05-2011, 17.23.54
Ero rimasta un po' sorpresa dalla svolta inaspettata che avevano preso gli eventi.
Arretrai lentamente e tornai nella mia stanza.
Ciò che aveva detto Aytli poteva essere interpretato solo in un modo: il desiderio di sbarazzarsi di me il più rapidamente possibile. Mi sembrava un'idea assurda: se ero -fantasiosamente- fuggita da Capomazda inseguita da due guardie... perchè rigettarmi là, dove probabilmente mi avrebbe aspettata una condanna, la prigionia... se non un rogo addirittura.
Ero pensierosa appoggiata alla finestra e stavo cercando di stabilire se sarebbe stato più appropriato fuggire o restare. Per un attimo incrociai i miei stessi occhi nello specchio accanto alla finestra e mi dissi: "sciocca...".

Guisgard
05-05-2011, 19.51.13
Tutti fissarono Aytli.
“Mandare lady Melisendra a Capomazda? Ma è una pazzia!” Disse Nyclos. “E’ assurdo! Lei è fuggita da quel posto, ricordate? Se vi tornasse la condannerebbero come ladra! Ha rubato uno dei gioielli dei Taddei!”
“Milord, il suo ritorno sarebbe una copertura…” replicò Aytli “… l’unico modo per giungere lì senza attirarsi sospetti.”
Gouf la fissava in silenzio.
“In che modo, milady?” Chiese Cimarow.
“Un cavaliere riporterebbe quella donna a Capomazda…” rispose Aytli “… un cavaliere fidato…”
“ E poi?” Domandò Cimarow.
“E poi quel cavaliere, dopo aver ricondotto la ladra ai capomazdesi, potrebbe indagare su cosa è realmente accaduto al nostro informatore.”
“E cosa accadrà a lady Melisendra?” Chiese Nyclos.
“Subirà un processo, immagino.” Rispose Aytli.
“Quindi morirà!” Esclamò il giovane fratello del barone. “Morirà per il vostro assurdo piano!”
“Siamo in guerra, milord…” replicò la donna “… madonna Morte è la nostra inseparabile compagna…”
“Dunque lady Melisendra andrebbe sacrificata, milady?” Chiese Cimarow.
“Non necessariamente, mio signore.”
“E come?”
“Dopo aver carpito le informazioni che ci occorrono, si potrebbe tentare di liberarla…”
Gouf continuava ad ascoltarla in silenzio.
“Il cavaliere inviato con lei potrebbe tentare e magari, con un po’ di fortuna, anche riuscirci.” Continuò Aytli.
“Dovrà essere un cavaliere davvero in gamba” replicò Cimarow “per riuscire in una simile impresa.”
“Potrei andarci io.” Disse Aytli. “Mi fingerei una cacciatrice di taglie che, riconosciuto il bracciale in possesso della donna, ha ricondotto la ladra a Capomazda.”
“Avete la testa piena di utopie!” Esclamò Nyclos.
“Cosa ne pensate, sir Gouf?” Domandò Cimarow.
“E’ troppo rischioso.” Rispose il cavaliere. “Troppo rischioso per entrambe.”
“Non hai più fiducia in me?” Chiese Aytli.
“Non si tratta di fiducia. E’ quasi un suicidio.”
“Io invece…”
“Basta. L’argomento è chiuso.” La zittì Gouf. “E ora scusatemi, milord.”
E salutato il suo signore, uscì dalla stanza.

Guisgard
05-05-2011, 20.16.40
Quella mattina, a Capomazda, si presentava illuminato da un bel Sole primaverile, con l’aria resa mite da un deciso vento che soffiava dai monti vicini.
Talia faceva colazione quando giunse Matthias.
“Buongiorno.” Disse avvicinandosi alla tavola. “Fai colazione da sola? Una sala così grande per una sola persona… che stranezza!”
Fissò fuori poi da una delle finestre.
“Oggi c’è un forte vento che sembra soffiare contro le mura di questo palazzo con una forza non comune…” mormorò “… per un attimo, al mio risveglio, ho creduto di essere a Sygma… il vento che spira sulle nostre colline… ricordi?”
Si voltò a fissarla.
“Certo che lo ricordi…” continuò “… non voglio pensare che sei cambiata a tal punto da aver dimenticato la nostra terra…” esitò qualche istante “… ho ripensato a ieri sera… resterò qui, a prendermi cura di te, come giurato… ma se ti farà di nuovo soffrire, se ti farà altro male… me la pagherà… e anche questo lo giuro.”
In quel momento entrò Izar nella sala.
“Buongiorno, milady.” Salutando Talia, per poi voltarsi e con un cenno fare altrettanto verso Matthias. “Perdonate se vi disturbo mentre fate colazione… avete per caso visto sua signoria? Stamani non era nella sua camera ed i servi dicono di non averlo sentito rientrare stanotte… mi chiedevo se voi ne avevate notizie, milady…”
“Un bel guaio, questo!” Ridendo Matthias. “Vi siete perso il duca!”

Lady Dafne
05-05-2011, 20.39.13
“… però credo che la faccenda sia alquanto seria… il capitano sembra molto in collera e forse solo il duca potrebbe farlo tornare sui suoi passi… comunque ora andrò da lui”

Ascoltai quella frase, mi si bloccarono immediatamente le lacrime, mi sentii invadere da una forza, da una sicurezza e da un coraggio che non credevo nemmeno di avere.
Guardai il cavaliere allontanarsi, alzai gli occhi ancora una volta verso le piccole finestrelle delle prigioni, sperai di vedere Pasuan affacciarsi ma era impossibile

"Ti tirerò io fuori di lì, Pasuan. Fidati di me..." pensai chiudendo gli occhi sperando che quella frase potesse in qualche modo arrivargli.

Mi voltai e camminai veloce verso la porta d'ingresso del Palazzo Ducale, andavo così veloce che mi sembrava di volare. Intanto il bambino scalciava fortissimo. Ero così concentrata che non sentivo nulla e mi persi nei pensieri:

"Dafne! Dafne! Dove sei?!"
"Sono qui Friederich, qui in cucina, cosa c'è? Che ti prende? Perchè hai del sangue che ti esce dal labbro?!"
"Lascia stare. Ascoltami bene: non devi mai più mettere piede a Palazzo, mi sono spiegato? Mai più! Nè con me e nemmeno da sola!"
"Ma perchè Friederich? Che è successo? Vorrei ascoltarti ma lo sai che la duchessa Talia aveva promesso di invitarmi per un tè, come faccio a non andare? Le mancherei di rispetto..."
"Non mi importa, Dafne! Inventati qualcosa, trova una scusa. Non ci devi più andare punto. Non si discute!"
"Va bene... lo farò se è così importante. Ma tu??"
"Io non c'andrò più se non sarà strettamente necessario. Prometti anche di non intrattenerti mai con il Duca, mai! Evitalo se lo vedi nel borgo!"

Solo in seguito seppi che cos'era successo quel giorno e ne rimasi inorridita ma non feci mai parola con Friederich. Ora stavo disubbidendo a quella promessa ed ero terrorizzata all'idea di stare davanti a quell'uomo che aveva osato fare una proposta tanto squallida al mio povero marito che tanto gli era fedele. Mentre pensavo arrivai al cospetto delle guardie del portone e dissi in tono grave e distaccato:

"Sono Lady Dafne, la vedova di Sir Friederich che fu uno dei primi cavalieri del Duca e che è morto servendo fedelmente il suo ducato. Chiedo di essere ricevuta da Lord Icarius e non ho intenzione di attendere troppo a lungo".

Guisgard
05-05-2011, 20.46.05
La torre sembrava sospesa in quella notte senza Luna, mentre le stelle scintillavano senza sosta in quelle infinite tenebre.
Un vento freddo soffiava con un sibilo spettrale sulla campagna sterminata, facendo oscillare, come in una primordiale e mistica danza, le cime delle fiere querce che circondavano le mura di Capomazda.
“E’ stato l’altra notte, milord…” disse uno dei soldati“… eravamo di guardia in cima alla torre e poco dopo mezzanotte quella figura è apparsa...”
“Si, mio signore!” Intervenne l’altro soldato. “Una figura eterea e spettrale… si aggirava inquieta lungo la merlatura… diceva qualcosa, ma non siamo riusciti a comprenderne il senso…”
“Più che parole, sembrava emettere lunghi e strazianti lamenti, signore…” aggiunse l’altro.
“Il volto?” Domandò Icarius. “Avete visto il suo volto?”
I due si scambiarono una rapida ed indecifrabile occhiata a quella domanda di Icarius.
“Allora?” Li esortò il duca.
“Milord…” mormorò il primo “… era buio e il volto non era facilmente riconoscibile...”
“Ma la notte scorsa il vento aveva reso l’aria asciutta e limpida!” Disse Icarius.
I due si scambiarono di nuovo quell’enigmatica occhiata.
“Milord... sembrava… si, per quel che abbiamo potuto vedere, sembrava... sua signoria lord Rauger, vostro zio...”
Icarius sgranò gli occhi e ammutolì.
“Tornate ai vostri posti di guardia.” Ordinò poi.
“E voi, mio signore?”
“E’ quasi mezzanotte...” mormorò il duca “… voglio salire in cima alla torre…”
“No, milord!” Gridarono insieme i due. “Quella visione potrebbe farvi del male, o rendervi folle con il suo apparire nella notte!”
Ma Icarius, incurante delle loro parole, era già quasi in cima alla torre.
“E non seguitemi!” Urlò.
Giunto sulla torre, subito un senso di angoscia ed inquietudine lo prese.
Fissò il buio per un tempo indefinito.
Un buio profondo e senza fine.
Un buio a cui era negata anche la consolazione della Luna.
Ad un tratto Icarius udì un lamento lontano, poi delle confuse parole.
“Roselide...” chiamava qualcuno “... gioia mia, dove sei?”
Sembrava la voce di un vecchio.
Un senso di paura lo raggiunse.
Si voltò intorno, ma non vide nulla.
Si affacciò allora dalla torre e notò una figura nella campagna.
Era una donna.
Ed osservandola ad Icarius parve di riconoscerla: era la moglie dell’Arciduca Ardeliao, Gyaia, della quale aveva visto il ritratto nel palazzo.
Ma voltandosi improvvisamente quella donna mutò sembianze: era Talia.
Icarius allora la chiamò, urlando nella notte e nel vento.
La chiamò con quanto fiato aveva in gola.
Lei si voltò, lo fissò e poi si incamminò nella campagna.
“Aspettami, Talia!” Gridò disperato Icarius.
Ad un tratto però udì dei rumori alle sue spalle.
Qualcuno stava salendo dalle scale.
Poi cominciò a picchiare forte contro la porta di legno che dava accesso al piano merlato della torre.
Erano colpi poderosi, come se una furia volesse sfondare quella porta.
E dopo l’ennesimo colpo la porta si frantumò in tanti pezzi.
Un possente e gigantesco cavaliere, tutto bardato da una pesante corazza nera, si presentò davanti ad Icarius.
Questi tentò di raggiungere le scale, ma il misterioso cavaliere lo afferrò per poi lanciarlo contro il parapetto interno della merlatura.
Si avvicinò ad Icarius ed accennò un lieve inchino, come a volerlo sfidare in un fatale duello.
Lo fissò e si abbandonò ad un profondo e allucinante grido di sadica disperazione.
Un grido che sembrava provenire dagli oscuri e maledetti gironi dell’Inferno.

Gridò e saltò su di colpo.
Ansimò per qualche istante, per poi comprendere dove si trovava e cosa era accaduto.
“Un incubo…” mormorò “… un incubo dannatamente reale…”
Si massaggiò la testa, togliendosi la paglia dai capelli.
In quel momento un nitrito attirò la sua attenzione.
“Ah, buongiorno, amica mia!” Esclamò sorridendo a Matys. “Dormito bene? Si fa colazione ora?”
E scoppiò a ridere, come a voler allontanare l’inquietudine ancora viva di quel misterioso sogno e dell’oscuro cavaliere apparso in esso.
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Guisgard
05-05-2011, 20.55.50
“Impossibile!” Disse la guardia a Dafne. “Il duca oggi non riceve nessuno del popolo! Tornate domani e forse sarete ricevuta!”
In quel momento, dalle scuderie, arrivò Icarius.
Cosa accade qui, guardia?” Chiese.
“Nulla, milord.”
“Nulla?” Ripeté Icarius. “Eppure questa ragazza mi sembra alquanto preoccupata. Cosa accade, damigella?” Chiese a Dafne.

Lady Dafne
05-05-2011, 21.27.44
Udendo le parole "Del Popolo" mi bollì il sangue nelle vene "del popolo io??? Questo sbarbatello non sa con chi ha a che fare!". Lo pensai solo e non dissi nulla vedendo arrivare Icarius, che disgusto.... "quel bavoso!" pensai... ma avevo una missione da compiere e scacciai ogni remora.

Mi inchinai profondamente in una riverenza perfetta
"Mio Signore! Sono Lady Dafne, la vedova di Sir Friederich vostro feldele servitore. Sono qui per chiedervi la grazia per il cavaliere e il cadetto che sono rinchiusi nelle prigioni. Non è giusto che stiano lì, sono due valorosi guerrieri e mi hanno salvata da tre malviventi!" dissi mentre continuavo a tenere la testa bassa, non avevo il coraggio di guardarlo; proseguii "Sir Pasuan si sta prendendo cura di me e del figlio di Sir Friederich che porto in grembo, gli devo tutto quel che ho. Sono una donna sola, ho bisogno della sua protezione".

cavaliere25
05-05-2011, 21.58.42
Vedendo Finiwell dissi che bello rivederti amico mio non mi lamento ma vorrei uscire da questa cella Pasuan è un ottimo amico ora cerca di tirarci fuori di qui per favore continuai a dire non è posto adatto per noi vero amico mio dissi rivolgendomi a Pasuan

Guisgard
06-05-2011, 01.48.30
L’uomo anziano fece finta di non accorgersi del gesto di Sayla ed alzatosi si avvicinò al tavolino lì accanto.
Sopra vi erano varie bottiglie, tutte di colori diversi, con all’interno strani ed esotici elisir.
Riempì un bicchiere con uno di questi liquori e lo servì alla ragazza.
“Bevete, ragazza mia…” disse a Sayla “… questo ammansirà le vostre fatiche.”
Si avvicino poi ad un grosso tavolo rettangolare e cominciò a lavorare su alcune statuine di legno.
“Il legno è il materiale che preferisco…” fece mentre sceglieva con cura i propri attrezzi “… è morbido, si lascia lavorare, ma sa durare nel tempo…”
Levigò una statuina raffigurante un piccolo animale e poi ci soffiò sopra, come a voler spazzar via la polvere.
Ed incredibilmente, appena il vecchio posò la statuina sul tavolo, questa si animò e cominciò a muoversi.
Un attimo dopo riassunse la posa originaria e tornò immobile.
“Cosa avete, ragazza mia?” Domandò il vecchio. “Avete visto qualcosa che vi ha stupita, o meravigliata?” Sorrise. “Spesso i nostri occhi ci ingannano, mostrandoci cose irreali… non è magia, ma solo illusione…”
Rimise allora a posto i suoi attrezzi.
“Vedrete molte cose strane d’ora in poi…” aggiunse “… alcune vi sembreranno incredibili, altre terribili… starà a voi non lasciarvi incantare…”
Guardò poi il cielo che accoglieva l’imbrunire.
“La cena sarà quasi pronta…” indicandole la sala per cenare “… andiamo, sarete mia ospite… ho già fatto preparare un’accogliente stanza tutta per voi, dove potrete riposarvi fino a domani, a Dio piacendo.”

Talia
06-05-2011, 02.34.45
Avevo dormito profondamente quella notte. Nonostante i molti pensieri, o forse proprio in virtù di quelli, ero scivolata immediatamente in un sonno profondo e senza sogni, dal quale non mi ero risvegliata che alle prima luci dell’alba.
Stavo facendo colazione, sola, come di consueto, quando giunse Matthias.
Mi voltai verso la porta al suono della sua voce e gli sorrisi, vedendolo entrare...
“Dimenticare Sygma?” domandai alle sue parole “Dimenticare il vento che accarezza le colline e si infrange sulle mura delle nostre città? Dimenticare il profumo che quel vento porta e il turbinio delle foglie nella valle... credi che potrei? Ma, come hai visto oggi, anche Capomazda può dare le stesse emozioni, talvolta...”
Feci una piccola pausa e, alle sue parole, tornai a guardarlo...
“E’ escluso!” risposi, sorridevo ma il mio tono era severo “Conosci le mie regole: se resti, la tua cura sarà per Capomazda, non per me. Se resti Icarius sarà il tuo duca e tu lo tratterai con rispetto!”
Fu in quell’istante che giunse Izar...

In quel momento entrò Izar nella sala.
“Buongiorno, milady.” Salutando Talia, per poi voltarsi e con un cenno fare altrettanto verso Matthias. “Perdonate se vi disturbo mentre fate colazione… avete per caso visto sua signoria? Stamani non era nella sua camera ed i servi dicono di non averlo sentito rientrare stanotte… mi chiedevo se voi ne avevate notizie, milady…”
“Un bel guaio, questo!” Ridendo Matthias. “Vi siete perso il duca!”

Scoccai un’occhiataccia a Matthias, poi mi voltai verso il filosofo...
“Non lo vedo da quando...” esitai appena un istante “...da quando ci siamo salutati, ieri sera! Ma... beh, non è la prima volta che Sua signoria non dorme nel suo letto, sbaglio forse?” domandai, in un tono che non riuscì a suonare del tutto privo di stizza “E mai c’è stato da preoccuparsi, mi pare! Non vedo come mai questa volta dovrebbe esser diverso!”
Osservai Izar per un attimo e, curiosamente, mi parve imbarazzato. E tuttavia non ci feci molto caso. Mi alzai e mi inchinai leggermente ad entrambi: “Ora... vogliate scusarmi, ma ho un appuntamento al quale non intendo mancare!”
Uscii dalla stanza in fretta e in fretta percorsi scale e corridoio, fino a giungere nel cortile... lo attraversai senza guardarmi troppo intorno e, rapidamente, varcai la piccola porta che dava sui giardini.
“Ciao, mi piccolo amico...” dissi felice, non appena giunsi presso i vecchio forno e vidi il draghetto che, festosamente, saltava fuori dalla sua vasca e correva verso di me.
E cosa che mi sorprese ancor più fu il trovare lì, seduto sul suo muro, anche Pascal... sorrisi, vagamente divertita.

Guisgard
06-05-2011, 02.50.21
“Siete così carina” disse Icarius sollevando, delicatamente, con una mano il volto di Dafne “eppure parlate a capo chino.”
Le sorrise ed aggiunse:
“Deve essere una persona speciale quel cavaliere, se ha deciso di restarvi accanto in un momento così importante per voi… ma anche il capitano è un uomo in gamba e sa il fatto suo… sono certo che quando sarà il momento libererà il vostro amico e quel cadetto… perché non vi recate nella nostra Cappella della Vergine per pregare?” Indicandole il sacro edificio. “Vedrete che tutto si risolverà. Ora scusatemi, ma devo andare… i miei omaggi, damigella.”
“Come invidio quel cavaliere, la cui vita preme tanto a quella ragazza…” pensava mentre si allontanava “…e nessuno dovrebbe soffrire per le pene d’amore… posso ben dirlo io…”
Icarius giunse in caserma.
Nel vederlo i soldati presenti salutarono subito il proprio signore.
“Vorrei vedere il capitano.”
“Vi accompagno da lui, milord.” Fece una guardia.
“Mio signore…” stupito nel vederlo Monteguard “… a cosa devo quest’onore?”
“Salute a voi, capitano.” Sorridendo Icarius. “Mi occorrevano un paio dei vostri uomini per regolare una certa faccenda.”
“Tutti gli uomini sono a vostra disposizione, milord.”
“Non vedo però quelli a cui avevo intenzione di affidare quella certa cosa…”
“Dunque avete già deciso chi scegliere.”
“Si, sir Pasuan ed un cadetto…non conosco il nome, ma il volto si e qui non lo vedo...”
”Impossibile, milord!” Scuotendo il capo Monteguard. “Quegli uomini sono agli arresti!”
“Hanno commesso qualche grave reato?”
“L’essere indisciplinati è sempre una grave colpa, mio signore!”
“Comprendo…” fingendosi rassegnato Icarius “… siete uomo troppo esperto perché io possa criticare le vostre scelte… sapete che vanno benissimo i miei allenamenti?” Cambiando discorso. “Sir August è un valente maestro ed anche il buon Lho sa il fatto suo. Ormai ho ripreso tranquillamente a tirare di spada ed a tendere l’arco!”
“Me ne compiaccio, milord.” Sorridendo il capitano. “Nessuno può essere più felice di me nell’udirvi raccontare queste cose. I Taddei sono da sempre grandi guerrieri ed anche voi non potevate aver dimenticato la vostra abilità con le armi.”
“I greci affermavano” prendendo una delle mele che il capitano aveva in un cesto per la sua colazione “che anticamente gli esseri umani erano per metà uomini e per metà donne. Poi peccarono contro gli dei e Zeus li punì… divise ogni essere dalla sua metà e da quel momento l’umanità trascorre la propria esistenza nel cercare la parte perduta… il mito dell’anima gemella. Affascinante, non trovate? Immaginate di dividere questa mela in due parti… esse poi, ricomponendola, combacerebbero alla perfezione!”
“Si, gli antichi erano molto saggi, milord.” Rispose il capitano, cercando di comprendere dove volesse arrivare il suo signore.
“Eh… l’amore…” sospirò Icarius “… è la più grande forza che muove l’intero Creato… vi andrebbe di vedermi all’opera? Magari con arco e freccia?”
“Sarebbe una gioia, milord!” Rispose Monteguard.
“Scommettiamo che riesco a spaccare proprio questa mela al primo colpo?” Mostrando il frutto al capitano. “Scommettiamo la libertà dei due prigionieri?”
“Spaccate questa mela, milord” sorridendo il capitano “e poi ne riparleremo.”
I due, sotto gli occhi dei soldati incuriositi, si recarono nello spiazzo che sorgeva dietro la caserma, dove solitamente si addestravano i cadetti.
Uno dei soldati portò la mela su un treppiedi.
“Troppo lontana, milord?” Chiese Monteguard.
“Fatelo arretrare di altri dieci passi, grazie.” Rispose Icarius, intento a sistemare il proprio arco.
“Vedo che siete sicuro di voi!” Disse Monteguard, facendo cenno al soldato di arretrare ancora.
Icarius allora tese l’arco fino al suo orecchio ed un attimo dopo scoccò il dardo verso quella mela, spaccandola in due parti uguali.
“Fantastico, milord!” Gridarono alcuni soldati.
“Ora tocca a voi, capitano, ricomporre le due parti della mela!” Esclamò divertito Icarius.
“Liberate i due prigionieri!” Ordinò il capitano ai suoi. “Liberateli dando loro forti pedate, in modo che se la ricorderanno bene questa lezione!”
“Vi sono debitore, capitano!” Esclamò Icarius prima di andare via.
http://guidatv.sky.it/app/guidatv/images/epgimages/71382b_robin-hood-principe-dei-ladri-visore.jpg

Guisgard
06-05-2011, 03.28.53
Il draghetto sguazzava nell’acqua, fermandosi di tanto in tanto, come ad invogliare Talia a giocare con lui, per poi riprendere i suoi rapidi e grotteschi movimenti.
Pascal invece li fissava, un pò in disparte, incuriosito e perplesso per quella scenetta.
“Qualcuno dei saggi che il buon Izar mi impone di leggere…” disse all’improvviso Icarius a Talia “… afferma che gli animali hanno una speciale sensibilità a comprendere le persone… tu sei speciale, unica… e loro lo percepiscono.”
Sorrise.
“Perdonami se sono rimasto qui a fissarti…” aggiunse “… ma era una bellissima immagine…”
Si avvicinò ed accarezzò il draghetto.
“Sai, mi chiedevo…” fissandola di nuovo “… quella bellissima cavalla portatami da Sygma, che tu sei riuscita a cavalcare… mi chiedevo… verresti con me a convincerla che non sono poi tanto terribile come molti mi dipingono? Sempre se” sorridendole “anche tu non la pensi come quei molti.” Rise. “Una delle poesie che secondo Izar cantano la gloria dei miei avi e che puntualmente mi impone di imparare a memoria, recita che i Taddei sono predestinati a governare perché hanno gli occhi chiari… segno questo, secondo il poeta, di sincerità. Comprendi quindi che merito una possibilità? Dai, su…” prendendola per le mani e tirandola su con entusiasmo “… vieni con me, Talia!”

Talia
06-05-2011, 03.55.40
Balzai in piedi al suono della sua voce.
Lo osservai avvicinarsi al drago come se niente fosse, come se non fosse stato lui a catturarlo prima di scomparire... lo ascoltai parlare... ero sorpresa e, per qualche ragione, affascinata!
Avevo sempre provato una sorta di leggero disagio di fronte ai suoi occhi, ma questa volta era diverso... la luce che vi era in essi, unita al tono leggero delle sue parole, causava una strana sensazione in me...
Mi prese le mani, quindi, tirandomi leggermente... io mi lasciai condurre per qualche passo, poi opposi resistenza e lo trattenni.
“Aspetta!” dissi “Aspetta, Icarius... che cosa sta succedendo? Che cosa ti è successo?”
Avevo quella domanda che mi bruciava sulle labbra dal momento in cui era tornato, e adesso non riuscii più a trattenerla.
“Dimmelo, ti prego...” mormorai, in tono vagamente implorante “Dimmi perché ti comporti così... Io non capisco! Non capisco... e questo mi spaventa!”

Guisgard
06-05-2011, 05.20.52
Icarius le sorrise.
“Cosa succede? Nulla succede!” Disse. “Sono solo felice di rivedere mia moglie! Non credo ci sia niente di male, non trovi?”
Le strinse ancor più le mani e avvicinò a se Talia.
“Vuoi sapere cosa mi succede? Semplice, sono innamorato!” Ed i suoi occhi si illuminarono ancora di più. “Innamorato della più bella ragazza di Capomazda, di Afragogna, di Sygma e del mondo intero! E sono felice… felice di poterti stare accanto… sai, quando si è rischiato di morire, quando tutto ciò che ti circonda sembra estraneo, quando non hai più dei ricordi per immaginare la tua felicità… allora la vita acquista tutto un altro valore… non dai più nulla per scontato… dalle cose più semplici, a quelle più grandi... cerchi allora di cogliere, conservare e vivere ogni attimo che ti viene concesso… quando mi sono risvegliato, dopo i fatti accaduti al Gorgo del Lagno, non avevo nulla… solo un gran vuoto dentro… un vuoto lasciato da un passato, da un’intera esistenza cancellata in un attimo… forse davvero la morte al Lagno ha cercato di portarmi via, ritrovandosi però tra le mani solo il mio passato…” esitò “… Talia, io dopo quel giorno ho perduto ogni memoria di me stesso… tutto qui mi è estraneo… non ricordavo e non ricordo niente del ducato, della sua storia, dei miei avi, del mio popolo e dei miei nemici… e cosa assurda è che non ricordavo neanche te…” portò le sue mani al petto e Talia sentì il cuore di lui battere forte “… qui tutti mi chiamano lord, signore, duca… si inchinano al mio passaggio e si prostrano ai miei piedi… ma io non so se tutto ciò è vero… non so chi sono, capisci? Io non mi sento il signore di nessuno, se non di me stesso!” Poi le sorrise teneramente e quella voce, che aveva accompagnato la passionalità e lo slancio di ogni sua singola parola, sembrò diventare musica, sulla quale scivolava la luce che emanavano i suoi occhi.
Occhi del colore del cielo limpido di Primavera, dell’acqua pura di una fresca sorgente tra le rocce.
Occhi dello stesso colore della giovinezza che sa ispirare i sogni più belli.
Sogni che ora stavano attraversando quegli occhi.
Sogni che avevano tutti la bellissima immagine di Talia.
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Lady Morgana
06-05-2011, 10.17.53
"Vi ringrazio per la vostra generosità, messere. Ma quindi ditemi, avete mandato voi quella donna a chiamarmi?"
L'uomo non mi rispose, ma seguendo il suo sguardo notai un piccolo quadro appeso alla parete che ritraeva la donna che avevo visto quella notte.

Gyaia... la donna del sogno...

Senza proferire parola mi alzai e mi diressi verso la stanza in cui avrei riposato per ripensare ai fatti accaduti.

Tutto ciò non può essere solo una coincidenza. Forse... devo scoprire qualcosa in più su questa donna e su questo vecchio. Il mio nome è troppo importante, non posso rischiare che qualcuno lo scopra. Dopo che avrò scoperto tutto ciò che mi serve...io lo...

Un buonissimo odore interruppe i miei pensieri. la cena era pronta...

Lady Dafne
06-05-2011, 21.01.46
L'incontro con il duca era stata la cosa più strana e fortunata che mi fosse capitata fino a quel momento nella mia vita. Mai avrei pensato che fosse stato così vicino a me. Mi sorprese anche il suo modo di fare, gli occhi penetranti con i quali mi aveva guardata la prima volta erano misteriosamente scomparsi, ora pareva proprio un uomo perbene

"Mah, sarà solo una mia impressione" pensai

Dopo avermi parlato il si allontanò, io ripetei l'inchino. Poi decisi di seguire il consiglio che mi aveva dato e mi recai nella bella chiesetta che sorgeva lì in cittadella.
Mi copersi il capo con lo scialle, spinsi la pesante porta di legno entrando nella cappella. Era illuminata dalle sole fiammelle delle candele. Non andai subito ad inginocchiarmi in uno dei banchi ma decisi di osservare una ad una le piccole cappelle laterali. Alcune custodivano vecchie lapidi di sepoltura sulle quali non si scorgevano quasi più le iscrizioni funerarie; altre avevano statue di angeli che sorreggevano dei grossi ceri. Erano molto belle quelle statue, imponenti e bianche mi parsero dei veri angeli.
Presi una delle monete che avevo con me e la feci tintinnare all'interno della cassettina delle offerte, presi una candela e l'accesi pregando mentalmente per l'anima del buon Friederich, per il nostro bambino, per Pasuan e per me. Rimasi qualche istante a guardare la fiamma prendere vigore poi mi feci il segno della croce e presi posto tra i banchi. Mi inginocchiai e iniziai a pregare.

Guisgard
07-05-2011, 01.18.36
Il delizioso profumo della cena invase il corridoio, fino a giungere presso la stanza dove riposava Sayla.
Poi un campanellino suonò.
“Venite, damigella…” disse il vecchio invitando la giovane Sayla a prendere posto a tavola.
Diversi piatti, dai profumi ammalianti e dagli intensi colori, erano serviti davanti alla ragazza.
Ceramiche di gusto greco, terracotte di Cipro e cristalli delle Fiandre accoglievano quelle primizie, a dimostrare la nobiltà e la ricchezza del padrone di casa.
Poi nella sala entrarono alcuni nani che, dopo aver salutato il loro signore e la sua giovane ospite, cominciarono a suonare gradevoli melodie per accompagnare quel delicato pasto.
“Non ho potuto non notare” fece il vecchio a Sayla “il modo in cui guardavate quel ritratto alla parete. Amate l’arte forse? Sarebbe un portento data la vostra giovane età, oltre che cosa assai gradita da un vecchio appassionato come me.” Sorseggiò un po’ di vino. “Vedete, io amo le arti figurative e purtroppo per me non ho nessuno con cui discutere e confrontarmi riguardo questa mia passione.”
Si voltò allora verso il ritratto della donna.
Aveva un qualcosa di particolare, di enigmatico.
Il suo sguardo, impreziosito da grandi ed intensi occhi verdi come le acque limpide e splendenti di una laguna all’albeggiare, sembrava fisso sul vecchio e su Sayla, eppure appariva come svuotato di qualcosa.
Forse della vita stessa.
Il viso invece, bellissimo con lineamenti puliti e solari, tradiva una sorta di malinconia, di indefinita tristezza.
“Si, era davvero una donna bellissima…” mormorò il vecchio con lo sguardo perso in quel ritratto “… ed il ricordo della sua purezza aleggia ancora vivo in queste terre…”
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Guisgard
07-05-2011, 03.27.50
Finiwell era ancora davanti alla cella dei due prigionieri, quando giunse un soldato.
“Libera i prigionieri.” Disse alla sentinella. “E’ un ordine del capitano Monteguard.”
“Non pensavo durasse così poco la loro punizione.” Mormorò la sentinella mentre apriva la cella.
“Forse al capitano gli si sta intenerendo il cuore!” Esclamò Finiwell.
“Macchè, è stato sua signoria ad intervenire.” Fece il soldato.
“Sua signoria?” Ripeté Pasuan mentre usciva dalla cella, seguito da Cavaliere25. “Come sarebbe a dire?”
“Che ti importa il motivo? Ciò che conta è che ora siete liberi!” Esclamò Finiwell.
“Non chiederlo a me.” Disse il soldato. “Magari ve lo spiegherà il capitano, ora che passerete da lui.”
Poco dopo Pasuan e Cavaliere25, ormai liberi, si presentarono dal capitano Monteguard.
Questi li liquidò con poche parole, facendo però capire ai due che non avrebbe tollerato altre bravate.
“E ora toglietevi di mezzo, che ho molto lavoro da fare!” Con modi spicci il capitano.
“Un’ultima cosa, capitano…” mormorò Pasuan “… è vero che dobbiamo la nostra liberazione a sua signoria?”
“Si, è vero.” Rispose Monteguard. “Ma badate che la prossima stupidaggine che farete nessuno riuscirà a tirarvi fuori dai guai! Neanche sua maestà in persona! Sono stato chiaro? Perché se le parole non bastano, lo sapete, non ho problemi a prendervi a calci fino a Pentecoste! E ora filate! Vi voglio qui, di nuovo a pieno servizio, fra un giorno esatto! Nel frattempo meditate su quello che avete fatto! E’ tutto e non fatevi vedere prima che sia passato un giorno!”
Pasuan e Cavaliere25 salutarono il capitano ed uscirono dalla caserma.
“Finalmente!” Esclamò Finiwell nel rivederli. “Come è andato l’incontro col capitano?”
“Lasciamo perdere…” scuotendo il capo Pasuan.
“Ora andremo a farci un goccio per dimenticare gli ultimi accadimenti, amici miei!” Disse Finiwell. “Andiamo, offro io!”
“Andate voi due…” fece Pasuan “… io devo andare in un posto…”
“Ho capito, ho capito…” con un sorriso malizioso Finiwell e facendo l’occhiolino a Cavaliere25. “E sia!.” Prendendo sottobraccio il giovane cadetto. “Andiamo a farci questa bevuta noi due, ragazzo!”
Pasuan allora salutò i due amici e corse a casa di Dafne.
Correva veloce, attraversando il borgo, col cuore in gola e con un’irrefrenabile voglia di rivedere quella ragazza.
Giunse così alla casa di lei e la chiamò a gran voce.
“Chi cercate, cavaliere?” Domandò una donna.
“Perdonate se vi ho recato disturbo, ma cerco la mia…” esitò e sorrise “… cerco la ragazza che vive qui.”
“Credo sia andata al borgo.” Disse la donna. “E’ da un bel po’ che non la vedo… è una ragazza strana… sembra sempre intenta a fantasticare, a sognare… come se vivesse in una sorta di favola. Ma la vita è tutt’altra cosa!”
Pasuan sorrise, rivedendo nella sua mente Dafne con quella sua sognante espressione, a lui tanto cara.
“Si, è una ragazza piena di vita!” Esclamò Pasuan. “Allora attenderò qui il suo ritorno.”
“Fate come volete, ma per carità, non chiamatela più ad alta voce o mi sveglierete i bambini, cavaliere!” E rientrò in casa.
Pasuan allora si sedette sulla staccionata e restò a fissare le stelle che cominciavano a splendere nel limpido cielo di quella sera.
Ripensò alle ultime parole di quella donna e sorrise.
“Non dovrei chiamarla ad alta voce?” Sospirò. “Io invece vorrei gridare il suo nome così forte da far giungere la mia voce fino a quelle stelle perse in questo magnifico e limpido cielo!” E sorrise.
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cavaliere25
07-05-2011, 08.46.06
non vedevo l'ora di uscire da quella cella dissi guardando Finiwell ora che faremo domandai gentilmente e mentre mi incamminai alla locanda

Lady Morgana
07-05-2011, 13.51.31
"Vi prego, messere, parlatemi di quella donna. La conoscevate?"

Approccio sbagliato... non ha proprio intenzione di rispondere alle mie domande. Perchè?

"Sapete, io credo di sapere chi è, ma non ne sono sicura. Prima che giungessi qui ho fatto un sogno alquanto realistico... c'era una donna che veniva giustiziata, una creta Gyaia; e io sono quasi certa che ella sia la donna del dipinto che stavamo osservando..."

Mi alzaida tavola e mi diressi verso il ritratto; poi ritornai a fissare il vecchio.
"Ora, invece, mi piacerebbe sapere chi siete voi, signore, e soprattutto sapere come fate a conoscere il mio nome, visto che fino a pochi anni fa nemmeno io ne ero a conoscenza...Ma di ciò, se non vi dispiace, ne discuteremo domani all'alba, ora desidero solo riposare."
Feci un inchino e mi diressi verso le mie stanze, ma improvvisamente qualcuno mi afferrò il braccio con forza inaudita...

Ma che diavolo...

Lady Dafne
08-05-2011, 20.34.50
Uscii dopo diverso tempo dalla cappella. Tornai sotto la torre delle carceri, alzai ancora gli occhi verso le finestrelle, non si intravvedeva nessuno, nessuna mano, nessun segno di vita. Sospirai forte

"Ti mando un pensiero ed una bacio Pasuan..." mormorai

Proseguii verso le botteghe, comprai della nuova stoffa per un vestito e del cibo. Mi avviai verso casa un po' appesantita da tutti i pacchi e i cestini con le provviste. Anche il bambino si muoveva molto dentro la pancia e mi faceva avanzare a fatica ma continuavo a camminare, sempre immersa nei miei pensieri, non riuscivo ad essere felice. Pensavo e ripensavo a Pasuan

"Povero ragazzo! La sua carriera sarà compromessa per colpa mia. Speriamo almeno che il Duca riesca a fare qualcosa... povero Pasuan"

Ero davvero molto triste mentre pensavo a queste cose. Piano piano mi avvicinavo a casa. Mi preoccupai parecchio quando vidi una figura maschile seduta davanti casa mia, non riuscivo a vedere molto bene, continuai ad avanzare. L'uomo era girato e osservava dei bambini giocare in mezzo alla strada, mi avvicinai ancora un po' titubante. Ad un tratto si girò

"Pasuan! Sei tu?? Oddio!!" gettai tutto a terra ciò che avevo in mano appena mi accorsi che lui era lì, davanti a casa mia, libero! Iniziai a correre, non capivo più nulla, ero incredula. Corsi, corsi chiamandolo

"Pasuan, Pasuan!! Sei libero!!"

Piangevo e ridevo contemporaneamente poi, un attimo prima di raggiungerlo, sentii un fortissimo dolore al ventre. Mi accasciai al suolo, il dolore era quasi insopportabile.

"No piccolo, non puoi nascere ora! E' ancora troppo presto! Nooooo!"

Guisgard
09-05-2011, 01.36.09
Quella voce.
Lo destò dai suoi pensieri, rapendolo e conducendolo verso di essa.
Pasuan si voltò di scatto e vide Dafne correre verso di lui.
Il cavaliere allora, con un balzo, scese dalla staccionata e le corse in contro.
Il suo sorriso, le sue lacrime che luccicavano mentre volavano via, i capelli che ondeggiavano per la corsa e poi le braccia protese verso di lui.
Pasuan si sentiva pazzo di felicità e in un attimo tutte le sue fatiche erano svanite.
E correva verso di lei.
Ma quando fu sul punto di raggiungerla, Dafne si abbandonò ad una smorfia di dolore e si accasciò al suolo.
Pasuan restò pietrificato e, dopo un attimo di smarrimento, corse ancora più velocemente verso di lei.
“Dafne!” Disse scuotendola delicatamente. “Dafne, cosa succede? Cos’hai?”
Ed udendo poi le parole di lei, Pasuan comprese tutto.
Si guardò intorno confuso e spaventato.
Allora un pensiero lo raggiunse.
Avvolse Dafne nel suo mantello e con lei salì in sella al suo cavallo.
Si lanciò allora in una corsa furiosa attraverso la campagna, giungendo poi nel folto bosco.
Percorse una piccola stradina, più simile ad un sentiero in verità, fino a giungere in un piccolo villaggio.
Giuntovi, il cavaliere si fermò davanti ad una delle tante case che in cerchio circondavano la piccola ed unica piazza dell’abitato.
“Mamma!” Chiamò saltando giù dal cavallo e stringendo fra le braccia Dafne avvolta nel suo mantello. “Mamma! Nian! Dove siete?”
Un attimo dopo una donna ed una ragazza apparvero sulla porta.
“Pasuan, tu qui?” Gridò la donna. “Figlio mio, cosa accade?”
“Non c’è tempo, mamma! Questa ragazza credo stia per partorire!”
“Presto, portala dentro!” Disse la donna. “Nian, va a chiamare donna Heren e donna Soifan! Corri!” Rivolgendosi poi alla ragazza.
Dafne fu messa a letto.
“Coraggio, andrà tutto bene.” Sorridendole la madre di Pasuan, mentre le asciugava il sudore.
Poco dopo ritornò Nian, insieme a donna Heren e a donna Soifan.
“Ora esci tu.” Fece la madre a Pasuan. “Qui penseremo noi a tutto.”
Il cavaliere allora, quasi spinto fuori da sua madre, cominciò a passeggiare nervosamente nello spiazzo davanti alla casa, in preda a mille preoccupazioni e pensieri.
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Guisgard
09-05-2011, 01.52.30
Sayla stava andando nella sua stanza, quando qualcuno le afferrò la mano.
“Povera lady Gyaia…” disse una vecchia dai bellissimi occhi chiari inumiditi da lacrime “… ha pianto e sofferto tanto e anche stanotte ho cercato di consolarla quando è giunta… ma si sa… se in Cielo è scritto, in terra accadrà!”
“Sissia!” La riprese l’uomo anziano. “Non spaventare la nostra ospite! Così facendo finirai per turbarla!”
Prese con sé la vecchia donna e si scusò con la giovane ospite.
“Perdonatela, damigella… Sissia ha perduto il senno in seguito a tristi accadimenti… ma è inoffensiva e non vi farà alcun male… ora andate pure a letto… vi auguro una serena notte.”
E portò via la vecchia Sissia.
Quella notte passò inquieta per Sayla.
Il volto della donna del ritratto, le misteriose parole della povera Sissia e il malinconico incanto della brughiera attraversavano i suoi sogni ed angoscianti sensazioni sembravano prendere forma e vita nell’oscurità dei suoi sogni.
Giunta poi l’alba, i primi raggi del mattino svegliarono Sayla.
La giornata appariva già luminosa ed un profumo di latte caldo invadeva l’aria.

Guisgard
09-05-2011, 02.37.54
Finiwell e Cavaliere25 giunsero così nella locanda.
“In verità” disse il cavaliere al giovane cadetto “sta succedendo qualcosa, ragazzo… qualcosa di grosso… guardami bene negli occhi e promettimi che non rivelerai ad anima viva ciò che sto per dirti… ricorda, io mi fido di te…”
Fiiniwell lo fissò per alcuni istanti e poi cominciò a raccontare.
"Io e lady Morrigan abbiamo scoperto due misteriosi individui che parlavano segretamente su quanto era accaduto ultimamente da queste parti. Uno dei due è poi uscito dalla cittadella per portare notizie al covo di Cimarow, il nostro mortale nemico. Ma lo abbiamo inseguito, raggiunto e bloccato. Volevamo farlo parlare, ma il bastardo si è tolto la vita pur di non rivelarci nulla. Questo è quanto. Ci sono altri traditori intorno a noi. Ne ignoriamo il numero, ma sono come serpenti pronti ad azzannarci. Occhio, ragazzo mio."

Guisgard
09-05-2011, 02.43.29
Nel frattempo, Monteguard aveva raggiunto Izar.
Con loro c’era anche l’abate Ravus.
“Ho mandato a chiamare anche sir Hastatus, essendo lui un rappresentante del re di Camelot, nostro valoroso alleato.” Disse il capitano.
“Perché tutto questo mistero?” Chiese Izar. “Cosa è accaduto, capitano?”
Monteguard allora raccontò ogni cosa.
Delle misteriose figure scoperte da Morrigan e Finiwell e del loro inseguimento nella brughiera, fino al suicidio del misterioso traditore.
“Che Dio ci aiuti!” Esclamò Ravus. “Vi sono dunque altre spie qui a Capomazda?”
“Temo di si, monsignore.” Rispose Monteguard.
“Ecco spiegato il perché delle nostre sconfitte…” mormorò Izar “… siamo in una specie di morsa…”
“Bisogna riferire tutto a sua signoria.” Disse Monteguard.
“Non ora…” mormorò Izar fissando dalla finestra Icarius e Talia nel giardino “… meglio prima saperne di più… sua signoria non è nello stato emotivo per affrontare anche questa situazione…”

Guisgard
09-05-2011, 03.06.00
Se un uomo potesse, di tre sole cose non si stancherebbe mai di parlare: la donna amata, il proprio mestiere o vocazione e la terra in cui è cresciuto.
Delle fertili e tenere campagne, dei rigogliosi e verdeggianti boschi, come dei freschi e zampillanti ruscelli che animano ed incorniciano il regno di Afragogna abbiamo già raccontato.
Questo lussureggiante, pastorale ed idilliaco mondo, che tanto ama le stagioni da specchiarsi nel loro susseguirsi di colori, suoni ed umori, è attraversato, come segno della civiltà portata dall’aristocrazia del regno, da un’arteria della nota via Francigena, che taglia ogni lembo del reame, congiungendo alla capitale tutti i domini dei duchi.
Quest’arteria è chiamata Strada Mediana, poiché taglia proprio al centro il regno, dividendolo in due parti perfettamente uguali.
Questa nobile strada, tanto amata da mercanti, pellegrini e militari, portò però danno a chi invece aveva affidato il proprio sostentamento ad altri passaggi un tempo obbligati ed oggi invece divenuti poco più che sentieri dimenticati.
E su uno di questi si trovava una vecchia e malconcia locanda, circondata da un semplice steccato e preceduta da un rinsecchito orticello che il suo padrone con abbondante ottimismo ed immaginazione, ma forse solo per un’ingenua convenienza, chiamava giardino.
In esso vegetavano alcuni ulivi ingialliti dal Sole e dalla polvere portata dal vento, ormai unico frequentatore di quel posto, qualche pino domestico e la poco rigogliosa verdura che il proprietario utilizzava per la cucina.
Era costui un uomo dal volto semplice ma comune, dalla figura ben piantata ma poco avvezzo al voler troppo apparire.
Il suo nome era Mamian e conduceva con sua moglie, Esetien, quella solitaria e desolata locanda, abbandonata in quell’angolo dimenticato tra Capomazda e la capitale del regno.
Mamian stava, come ormai d’abitudine, dalla mattina alla sera sul limitare della porta per scorgere qualche passante, anche solo perdutosi in quel sentiero.
Ed anche quel pomeriggio la sua disperata ed infaticabile aspettativa lo aveva inchiodato sulla porta, quando vide apparire sul sentiero un cavaliere a cavallo.
Giunto davanti alla locanda, il cavaliere scese da cavallo e legò il suo destriero a ciò che restava di una staffa inchiodata alla staccionata.
Con un deciso cenno del capo salutò lo stupido locandiere ed entrò.
“Ai vostri comandi, messere!” Disse Mamian facendo strada al nuovo cliente ed invitandolo a prendere posto ad uno dei tavoli liberi. “La Primavera è dolce e sospirata, messere, ma talvolta porta con sé i propositi della nuova stagione che ci attende… gradite del vino? E’ di quello buono, della casa! Esetien presto, porta del vino! Quello buono!” Gridò eccitato il locandiere. “In cos’altro posso servirvi, mio signore?” Chiese poi al cavaliere.
“Il vostro nome non è forse Mamian?” Chiese sorseggiando il vino datogli dalla donna.
Questa, a vedere come il cavaliere conosceva il nome del marito, restò un attimo turbata e lo fissò con attenzione.
“Si, messere.” Rispose lesto e altrettanto stupito il locandiere. “Il mio nome è Mamian. Per servirvi.”
“Si, credo sia proprio il vostro il nome che cerco.” Annuendo il cavaliere. “Ma non fu sempre questa la vostra attività, vero? So che tempo fa esercitavate il mestiere di maniscalco presso il palazzo dei nobili Teddei. Dico bene?”
“Si, esatto, mio signore.” Confermò Mamian. “Ma poi le cose volsero al peggio, come sempre accade quando la lealtà e la sincerità sono l’unico alimento dell’animo di un uomo, spingendomi così, insieme a mia moglie, ad abbandonare quel luogo e quell’attività.”
“Virtuoso e sfortunato, dunque….” mormorò il cavaliere guardandosi intorno a fissare il meschino stato in cui versava la locanda “… ma forse, oggi, madonna Fortuna potrebbe essersi decisa a varcare la soglia della vostra casa, amico mio…”
“Oh, è quanto chiedo da sempre, mio signore!”
“La vita è fatta di incontri, possibilità e scelte, mio buon locandiere…” fissandolo il cavaliere “… e da come vi comporterete in proposito dipenderà il vostro futuro e quella di vostra moglie.”
“Chi siete?” Chiese improvvisamente la donna. “Perché tanto mistero? Come conoscete il nome di mio marito?”
“Vuoi star zitta!” La riprese il marito. “Perdonatela, messere, ella è una buona donna ma ignora la cortesia e la discrezione.”
“Se siete l’uomo che cerco, vedrete che non vi sarà nulla di poco chiaro o nocivo per voi.” Sorridendo il cavaliere. “L’oro, che io sappia, non ha mai fatto male ad alcuno.” E fece tintinnare una moneta d’oro sul tavolo.
“Un Taddeo d’oro!” Escamò Mamian.
“E’ vostro se siete colui che cerco.”
Mamian lo fissò.
“Avete conosciuto una donna di nome lady Rasyel?” Chiese il cavaliere. “Una donna che venne a partorire proprio qui, alcuni anni fa?”
“Sapevo che non dovevi fidarti, sciocco!” Urlò la moglie al marito.
“Vattene in cucina, donna!” Scacciandola lui. “Vattene o ti prenderò a bastonate oggi! Perché la cercate, messere?” Rivolgendosi poi al cavaliere.
“Non è affar vostro…” rispose il misterioso cliente “… ditemi se ella partorì qui come credo, visto che questa locanda fu lei a comprarvela per ripagare la vostra fedeltà ed il vostro silenzio.”
“Si, la donna partorì qui…”
“E dopo? Dopo dove andò con quel bambino?”
“Non so, mio signore…”
Il cavaliere allora lo prese per la camicia e cominciò a scuoterlo con forza.
“So che conoscete i fatti, visto che poi foste voi a tradirla, rivelando ai suoi inseguitori dove si era nascosta insieme al bambino! Ora parlate o vi taglierò la gola davanti a vostra moglie!”
“Pietà…” balbettando Mamian “… ero disperato e mi occorreva denaro… e poi loro mi avevano minacciato… fui costretto a rivelargli ogni cosa…”
“Dov’è andò quella donna insieme al suo bambino?”
“Al convento di Santa Maria nell’Artoin!” Urlò impaurito Mamian. “Pietà, mio signore!”
Il cavaliere lo lasciò cadere su una sedia e si diresse verso l’uscita.
“La moneta è vostra…” voltandosi indietro “… io pago sempre i miei debiti.”
“Potrebbe essere maledetta quella moneta!” Urlò la moglie di Mamian uscendo dalla cucina. “Non sappiamo neanche chi siete!”
“Il mio nome è Guisgard…” rivelò il cavaliere “… è l’unica cosa maledetta in tutta questa tragedia è stato solo il vostro tradimento…”
Un attimo dopo, preso il suo cavallo, scomparve nel sentiero, nello stesso punto in cui era apparso.
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Talia
09-05-2011, 09.20.27
Rimasi in quella posizione, con le mani nelle sue poggiate sul suo petto, per un tempo indefinito quando ebbe finito di parlare, guardandolo... ero senza parole.
Ero senza parole, ma finalmente avevo capito! Era come se mi si fosse aperto un mondo intero, e finalmente compresi quel suo nuovo atteggiamento, compresi i suoi sguardi, compresi l’evidente sconcerto di Izar e le parole di August...
Compresi quella curiosa sensazione che avevo provato rivedendolo... una sensazione nata da un istinto, il quale aveva capito tutto prima ancora che la ragione lo facesse.
“Che cosa...” iniziai, ma un tremito improvviso mi colse e mi scosse tutta dalle testa ai piedi, facendo tremare forte la mia voce. La schiarii appena, poi riprovai: “Che cosa hai detto? Che cos’è che provi per... me?” mormorai.
Ma mi vergognai subito di averlo chiesto e non riuscii a sostenere il suo sguardo... avevo imparato molto tempo prima a proteggermi da lui, ma adesso era come se non ci riuscissi più.
Abbassai gli occhi in fretta e sospirai...
“Tu davvero non ricordi niente?” chiesi quindi, come a voler scacciare quell’imbarazzo “Non ricordi chi eri, non ricordi il tuo ruolo, non ricordi Capomazda... non ricordi la gloria dei tuoi avi e quanto detestavi sentirne parlare...” poi la mia voce calò vertiginosamente di tono, tanto che terminò quasi in un sussurro “Non ricordi noi...” mormorai “non ricordi come eravamo prima?”
Inspirai piano per riprendere fiato, poi lentamente mi azzardai a rialzare gli occhi sul suo volto... sollevai una mano e sfiorai piano la sua guancia...
“Cos’è accaduto al Lagno, dunque?”

cavaliere25
09-05-2011, 11.15.35
Ascoltai Finiwell con attenzione poi dopo dissi come ci comportiamo chiesi io starò con gli occhi aperti e le orecchie bel aperte se sento qualcosa vengo a dirvelo subito

Melisendra
09-05-2011, 11.22.00
Mi sedetti e appoggiai i gomiti sul tavolo. La testa tra le mani.
Presto forse avrei avuto notizia di ciò che si profilava nel mio futuro. Nel frattempo l'attesa era insopportabile.
Qualcuno avrebbe parlato in mia difesa davanti al piano di Aytli? Perchè mai avrebbero dovuto? Forse Lord Nyclos per infatuazione. Quanto Gouf... aveva percepito che gli stavo nascondendo qualcosa.
Se mi fosse successo qualcosa che ne sarebbe stato di Uriel? Certo, non si poteva ricordare di me, poiché troppo piccolo. Quando lo avevo lasciato non si reggeva ancora sulle gambine. Avevo la stessa consistenza di un sogno, nei suoi ricordi e in un certo senso avrebbe presto iniziato a capire che quello era l'unico modo per stargli accanto. Almeno finchè non mi fossi accertata di aver eliminato tutti i pericoli che incombevano su di noi.
Appena lo avevo preso in braccio avevo percepito una natura simile alla mia... prima o poi i suoi poteri sarebbero germogliati e ci sarei stata io lì ad insegnargli come usarli. Non il mio vecchio signore, nè suo padre.
Mi voltai verso la fiamma della candela appoggiata lì da una serva e la fissai intensamente. La fiamma brillò e crebbe... mi punsi con una spilla e, stringendo il mio cristallo feci sfrigolare la fiamma.
Appena si levò il fumo comparve il sorriso che stavo aspettando di vedere... ma una morsa mi strinse il cuore e lo dissolsi rapidamente con il gesto della mano. Appoggiai la testa sulle braccia incrociate e chiusi gli occhi.

Lady Dafne
09-05-2011, 16.49.50
Rimasi stupita e contrariata quando capii che Pasuan mi avrebbe condotta chissà dove con quel cavallo. Stavo per partoriere, non era per niente il momento di lanciarsi in gite o altro, volevo solo raggiungere il mio letto e lascire che la natura facesse il suo corso. Mentre il cavallo galoppava veloce io cercavo di dire tutto questo a Pasuan ma, sia per la concentrazione che aveva, sia per il dolore che provavo, decisi di fidarmi di lui come avevo fatto fino ad allora. Allora essecondai il movimento del cavallo e mi rannicchiai ancora di più contro il petto del cavaliere. Il dolore, così improvviso, mi aveva trovata completamente impreparata. Avevo molta paura di quel che sarebbe accaduto ma nello stesso tempo morivo dalla voglia di scoprire i lineamenti di quella creatura, sapere se stava bene, se era sana, se assomgliasse al suo povero padre e se fosse maschio o femmina. Avevo sempre pensato di aspettare un maschio ma ultimamente immaginare che un domani questo bambino avrebbe potuto rischiare la vita diventando cavaliere mi faceva sperare che si trattasse invece di una femmina.
Arrivammo in un piccolo borgo di case semplici, sembrava un paesino di contadini, nulla di più. Appena Pasuan ordinò al cavallo di arrestarsi lo guardai e gli dissi:

"Pasuan, devi promettermi che se dovesse succedermi qualcosa, qualsiasi cosa, ti prenderai cura di questa creatura che sta venendo al mondo. Promettimelo per favore!"

Sembrò aver capito, scendemmo da cavallo, avevo dei dolori sempre più forti e sempre più frequenti. Pasuan chiamò delle persone fermandosi davanti ad una delle case

"Mamma?! Vuol dire che mi ha portata a casa sua?! Ossignore e ora che cosa faccio" pensai, ma non riuscivo a ragionare. Chiusi gli occhi e mi rasegnai a conservare qualsiasi tipo di energia, sia fisica che mentale, per il momento del parto imminente.

Pochi istanti dopo fui adagiata in un letto. Mi sembrò di trovare un leggero conforto almeno alla schiena mentre portavo le mani sul ventre che sembrava in procinto di scoppiare. Entrarono nella camera altre due donne oltre alle due che già c'erano e cacciarono Pasuan. Ebbi solo il tempo di fargli un leggero sorriso prima che la porta si chiudesse. Mi sembrò molto preoccupato, aveva un'espressione di impotenza che non gli avevo mai visto sul volto.
Presi la mano di quella che avevo capito essere la madre di Pasuan e le sussurrai con un filo di voce:

"Signora, non pensi male di me, questo bambino non è il figlio illegittimo di suo figlio. Lui si sta solo prendendo cura di noi".

http://img847.imageshack.us/img847/5816/laltradonnadelre2a.jpg

Lady Morgana
09-05-2011, 18.36.26
Mi girai di scatto e vidi una vecchia. Parlò di cose senza senso, ma fui colpita dalle sue parole.

Deve essere davvero pazza, Gyaia è morta... Ma dopotutto anche io l'ho vista, l'altra notte.

Il signore accorse verso di noi e portò via la vecchia, scusandosi per il suo strano modo di comportarsi.
Quando mi lasciò il polso corsi nelle mie stanze e lo guardai; piccoli rivoli di sangue scorrevano veloci, macchiando di rosso la manica del vestito blu come la notte.
Improvvisamente ricordai: già la scorsa notte ero mancata al nostro appuntamento, ma non sarebbe successo di nuovo.
Guardai fuori dalla finestra e vidi splendere in cielo, la nostra stella; teneri ricordi riaffiorarono e un'immensa sensazione di pace si impossessò di me...

-Guarda. Il cielo è bellissimo questa sera. Nessuna stella manca al suo appello...-
-Aspetta, Verdammt... c'è una stella ritardataria. Rubira non è ancora comparsa in cielo. Sempre in ritardo, come te alle lezioni...-
-Luna?-
-Dimmi.-
-Rubira sarà la nostra stella d'ora in poi... che ne dici?-
-Sarebbe fantastico. Facciamo così, quando anche Rubira sarà comparsa in cielo io ti chiamerò...-
-Sono felice, amica mia...ora anche io ho una stella... Ci vediamo domani, Luna...-
-Buona notte, Verdammt...-

Rubira è già comparsa in cielo!

Mi sdraia velocemente sul letto, mi liberai da ogni pensiero e abbassai le difese della mia mente. Riconobbi immediatamente il suo tocco leggero, allora la chiamai, per esortarla ad entrare completamente nella mia testa...
Vieni pure, Luna.
La mia carissima amica Luna, cominciò a raccontarmi tutto ciò che era successo nella setta in quei giorni, di tutto il trambusto e il via vai che si era creato a causa della guerra di Cimarow contro i Taddei. Ascoltai con attenzione ogni sua singola parola, l'indomani sarei dovuta partire per Capomazda.
Dopo aver salutato Luna mi addormentai e ebbi come al solito il sonno infestato dagli incubi. Il mattino dopo decisi di fare colazione e poi di dirigermi di soppiato a Capomazda per raggiungere Lady Talia. La stavo tirando troppo per le lunghe...
"Buongiorno" nella sala da pranzo non c'era nessuno. Ma guardando meglio vidi la vecchia della sera prima. Decisi di non fare caso a lei e feci colazione in tutta tranquillità. Poi presi dei viveri e mi diressi fuori dalla torre dove stavano fischiettando un gruppetto di nani, intenti a lavorare del legno.
Non fecero caso a me, ma il vecchio non sembrava molto propenso a lasciarmi andare via di lì...
Ma, mi sbagliavo. L'anziano signore mi condusse alle scuderie e mi fece segno di prendere un cavallo, io di tutta risposta gli feci un inchino.
"Vi ringrazio per la vostra generosità, messere, ma è ora che io parta e senza cavallo. Vorrei solo che cortesemente mi dicesse da quale parte devo dirigermi per poter arrivare alla nobile terra dei Taddei, Capomazda."
Il vecchio indicò un sentiero e io senza nemmeno voltarmi a ringraziare corsi verso di esso e mi inoltrai di nuovo nel folto del bosco... destinazione Capomazda.

Guisgard
10-05-2011, 01.13.07
“Sono innamorato.” Disse Icarius prendendo la mano di Talia che gli accarezzava la guancia. “Innamorato di mia moglie. Ecco cosa provo. Credo sia normale, non trovi!” E sorrise.
Poi si appoggiò ad uno degli alberi del giardino.
“No, non ricordo nulla…” continuò guardando il cielo stellato che l’aria fresca della sera aveva reso chiaro e limpidissimo “… al Gorgo del Lagno mi sono risvegliato in questo stato, senza rammentare nulla del mio passato… sai, se mi fossi risvegliato in un mulino e mi avessero detto di cominciare ad impastare acqua e farina, ora forse sarai un panettiere!” E rise. “No, non ricordo assolutamente niente, del ducato, dei miei avi e della guerra che imperversa in questi luoghi…” ritornando serio “… e non ricordo nulla neanche di te… ma più ti guardo, più mi sembra di conoscerti da sempre…”
La fissò allora negli occhi, restando per qualche istante in silenzio.
“Sei bellissima…” sospirò “… ogni volta che ti guardo il tuo volto mi sembra diverso, più bello, come se scoprissi sempre qualcosa di nuovo… un po’ come questo meraviglioso cielo di inizio Maggio…” volgendo lo sguardo verso l’alto “… il vento che ha soffiato per tutto il giorno, ha reso l’aria limpidissima, mostrandoci stelle meravigliose che ieri invece erano celate dalla foschia…”
E tornò a fissarla di nuovo.

Talia
10-05-2011, 01.35.22
Continuavo a fissarlo... non riuscivo a staccare gli occhi dal suo volto, non riuscivo ad allontanarmi e mi sembrava quasi che non sarei più riuscita a formulare un pensiero razionale... mi sentivo soltanto molto confusa!
Certo, mi dissi, per lui il passato non esisteva più e sembrava non curarsene affatto... ma per me non era così. Io sapevo. Io ricordavo. Io potevo ancora vedere il suo sguardo più freddo di fronte a me, se solo avessi chiuso gli occhi per un momento.
Eppure non ero arrabbiata con lui... tutt’altro!
“Le stelle...” mormorai con un mezzo sorriso, alle sue parole “Sai che è la prima volta che guardiamo le stelle insieme?”
Lentamente abbassai gli occhi... Pascal era venuto ai miei piedi e si stava strusciando contro il bordo del mio abito, facendo le fusa. Questo mi stupì: Pascal non era mai stato tanto tranquillo in presenza di mio marito. Mai!
Mi chinai appena e lo presi in braccio, carezzandolo piano...
“Lui è Pascal!” dissi ad Icarius, accennando al gatto con un piccolo sorriso.

Guisgard
10-05-2011, 02.15.30
“Piacere, Pascal!” Disse Icarius accennando un inchino scherzoso. “Mi sa che io e te dovremmo farci una lunga chiacchierata, sai!” Avvicinandosi al gatto mentre questo saltellava sul muretto del giardino. “Ti rivelerò un segreto, amico mio…” fingendo di parlare sottovoce al gatto, ma fissando sorridente Talia “… sai, io sono follemente innamorato della tua bella padrona, ma lei, chissà poi perché, non sembra fidarsi troppo di me… tu che la conosci bene, Pascal, dimmi cosa devo fare per conquistarla? Non so… come ama trascorrere il tempo? Cosa fa nelle giornate di pioggia? Ed in quelle di Primavera? E soprattutto dimmi se vedi nei suoi occhi, quando scorge la mia figura, quella luce che i poeti descrivono per le eroine innamorate dei romanzi! Dammi una mano tu, Pascal!”
Si alzò allora, mentre il gatto si nascose nei cespugli.
“Ora ho un valido alleato, gioia mia!” Esclamò Icarius. “Attenta quindi!” E sorrise.
Fissò poi le stelle.
“Davvero non abbiamo mai visto le stelle insieme? Allora capisco perché ho dimenticato tutto il mio passato… perché non c’era niente per cui valesse la pena ricordarlo…” mormorò fissandola negli occhi “… ora vieni con me a vedere la mia Matys?” Sorrise di nuovo. “Dai, lei non si lascia avvicinare da me… dimmi, hai mai galoppato nella sera?”

Talia
10-05-2011, 03.05.40
Sorrisi... Pascal lo fissava con una strana espressione, poi saltò sul muro e si rifugiò tra i cespugli proprio di fianco alla vasca del draghetto, il quale adesso sguazzava felice.
Lui continuava a parlare... dolce, affascinante... e per un momento desiderai lasciarmi andare, desiderai dimenticare tutto il resto e perdermi in quell’attimo, in quel giardino...
Ma fu un momento soltanto.
“Basta, Icarius!” dissi poi, sollevando una mano e accostandola alle sue labbra “Basta, ti prego... Non giocare con me!”
Lo dissi senza il pur minimo rimprovero nella voce, ma con un tremito che la attraversava e la spezzava appena... avevo paura e avevo bisogno di tempo per capire.
Abbassai gli occhi un istante, poi tornai ad alzarli su di lui...
“Vuoi vedere Matys?” domandai, lasciando che il tono delle mie parole si facesse più leggero “Vuoi provare a cavalcarla? E chiedi a me se ne sarei capace? Ah, mio signore... tu non lo ricordi, ma ti informo che noi abitanti di Sygma siamo i migliori domatori di cavalli mai esistiti! Io posso cavalcare meglio di qualsiasi tuo conterraneo...” lo punzecchiai poi, con un lieve sorriso sulle labbra “Tu compreso!”
Mi avviai verso le scuderie, poi mi voltai e gli lanciai un’occhiata divertita...
“Vedremo... se ti dimostrerai un cavaliere non troppo scadente, forse, potrò convincere Matys a lasciarsi cavalcare per un po’!”

Guisgard
10-05-2011, 04.13.33
La madre di Pasuan accarezzò il volto di Dafne e asciugò il sudore che ne rigava la fronte.
“State tranquilla, ora…” disse dolcemente la donna “… dovete solo pensare al bambino… andrà tutto bene e sarà bello come voi.” Sorrise. “Nian, presto, porta delle lenzuola pulite e dell’acqua calda!” Disse poi a sua figlia, mentre le altre due donne preparavano il tutto per il parto. “Ora cominciate a fare lunghi respiri…” rivolgendosi di nuovo a Dafne “… lunghi e regolari… al resto penseremo noi…”
Pasuan intanto fuori dalla casa, passeggiava nervosamente.
Di tanto intanto si voltava verso la porta con l’istinto di correre dentro, ma poi, riacquistata un po’ di lucidità, abbandonava quell’idea.
“Sei un cavaliere tu?” Chiese un ragazzino avvicinandosi.
“Già…” rispose quasi senza badarci Pasuan.
“La ragazza che avevi con te sul cavallo è la tua bella?”
“Ehi, piccolo, ma oggi non hai nulla di meglio da fare? Corri a giocare, dai!” Lo esortò Pasuan.
“Aveva un bambino nella pancia, vero?” Chiese il piccolo. “Nascerà presto? Come è successo alla mia mamma quando è nato il mio fratellino?”
“Si, ma ora vai a giocare che qui ho da fare!”
“Ma tanto fanno tutto le donne!” Esclamò il ragazzino. “Il mio papà stava in campagna quando mia mamma fece il bambino!”
“Insomma, ragazzino, cosa cerchi da me?”
“Se sei un cavaliere perché non hai l’armatura?” Domandò il ragazzino.
“Vuoi saperlo?” Avvicinandosi Pasuan. “L’ha mangiata un grosso drago! E credo che ora sia diretto proprio qui! Sarà meglio che tu ora corra a chiuderti in casa!”
“Ma tanto ci sei tu!” Esclamò il piccolo. “Sei un cavaliere, ammazzare i draghi è compito tuo!”
Pasuan lo fissò scuotendo la testa.
In quel momento però si udì un pianto di neonato.
E dopo un attimo di meraviglia, come un fulmine, Pasuan corse dentro.
Qui trovò sua madre, Nian e le due donne accanto a Dafne che, nel letto, teneva fra le braccia quella dolce creaturina.
“E’ un bellissimo bambino, Pasuan.” Disse la madre sorridendogli.

Guisgard
10-05-2011, 04.27.20
Il cielo, infinito, inquieto, tormentato da antiche ed inesorabile pene, copriva come un manto spettrale l’intera brughiera, fino ai monti che si stagliavano lungo l’orizzonte, quasi a delimitarne l’ultimo e fatale confine.
Squarci di bagliore rossastro si levavano sui quei monti, disegnando i contorni di quel mondo che sembrava prossimo alla sua Apocalisse.
Un silenzio angosciante dominava ogni cosa e solo il vento sembrava aver accesso in quello scenario malinconico, col suo soffio simile ad un lamento straziante.
Gouf, in cima ad una torre, fissava la brughiera quasi a volerla interrogare.
“Non ti fidi più di me, mio signore? Dimmelo, ti prego…” disse Aytli giungendo alle sue spalle.
“La fiducia in questo caso non c’entra niente.”
“Quando mi unii ai tuoi legionari” fissando anch’ella quello scenario selvaggio “ben sapevo che la morte sarebbe stata la nostra inseparabile compagna… adesso come allora nulla è cambiato…”
Il cavaliere restava in silenzio ad ascoltarla.
“Ho sempre obbedito ad ogni tuo ordine, senza mai esitare…” continuò Aytli “… nessuno tra i tuoi cavalieri ti è devoto come lo sono io… ai miei occhi sei il più alto modello di cavalleria… ti ho sempre ammirato, imitato e… amato…”
Pronunciata quella parola esitò qualche istante per poi proseguire:
“Ma non ti ho mai chiesto nulla… ti ho amato da sempre, senza mai giudicarti… questo credo sia l’amore più grande… amare, al di sopra ed al di là di tutto… al tuo fianco non ho mai avuto paura di morire, né ti sbagliare… tu sei la mia vita e la mia morte, il mio bene ed il mio male…”
Si avvicinò di qualche passo, fino a sfiorare il mantello di lui gonfiato dal vento.
“Ma ora questo me lo devi…” aggiunse Aytli “… per la mia fedeltà ed il mio amore… se sei in pena per Melisendra, sappi che la proteggerò a costo della mia vita se è davvero innocente…”
“Voglio che torniate entrambe sane e salve.” Disse Gouf senza voltarsi.
“Se ella è innocente, non permetterò a nessuno di torcerle un capello.”
“Va…” mormorò Gouf.
Aytli si avvicinò ancora di più, fino ad affiancarlo.
“Grazie, mio signore…” sospirò “… partiremo all’alba per Capomazda…”
E prima di andar via sfiorò con le sue labbra la bocca di lui.
Rimasto solo, un profondo ed insopportabile senso di angoscia attanagliò il cuore di Gouf ed improvvisamente il vento diventò freddo e tagliente.
E quel vento condusse con sé un’immensa solitudine.
http://pixhost.info/avaxhome/2008-01-20/Lucilla_and_Maximus_in_cell.jpg

Guisgard
10-05-2011, 04.34.04
Qualcuno bussò alla porta di Melisendra, destandola dal suo sonno.
“Dormivi? Ho visto il bagliore della candela dalla finestra…” disse Gouf entrando.
Si avvicinò allora al tavolo e la fissò.
“Cos’hai? Sei pallida…” mormorò fissandola con più attenzione “… i tuoi occhi… conosco quello sguardo... è lo stesso sguardo che vedo riflesso quando mi specchio... qualcosa ti tormenta…”
Guardò poi dalla finestra.
“Abbiamo bisogno di scoprire le mosse dei nostri nemici…” disse all’improvviso “… conoscere il giorno dell’incoronazione del duca… tu conosci bene il palazzo dei Taddei, visto che sei riuscita a rubare quel bracciale tanto prezioso e poi a fuggire via… voglio che tu conduca là un mio cavaliere…”

Guisgard
10-05-2011, 04.54.37
Sayla percorse quel sentiero che attraversava l’inquieta brughiera.
Ma, forse per il silenzio che seguiva l’albeggiare, cominciò ad avvertire una strana sensazione.
La brughiera, con le sue oscure ed angoscianti ombre, sembrava un mondo misterioso ed animato da strane inquietudini.
Il vento soffiava tra gli spuntoni di rocce e le desolate distese di erba e melma, mentre gli alberi in lontananza parevano assumere le forme di paurose figure.
Proseguì ancora lungo il sentiero, senza deviare mai, fino a quando, finalmente, la brughiera cedette il passo al bosco.
E dopo un pò, la ragazza si ritrovò nella verdeggiante campagna che precedeva Capomazda.
Proseguì ancora, fino a quando avvistò le torri e le mura della cittadella fortificata.
E giunta presso la Porta dei Leoni, dove vi erano alcuni soldati di guardia, poté ammirare la superba dimora del potere dei Taddei.
http://www.bargesinfrance.com/anjodi-carcassonne.jpg

Guisgard
10-05-2011, 05.27.49
"Bene, ragazzo!" Disse Finiwell, dando una pacca sulla spalla a Cavaliere25. "Ora però verrai con me dal capitano Monteguard. Deve darci alcuni ordini in merito a questa stramaledetta storia!"
I due allora uscirono dalla locanda e si presentarono in caserma, dove attesero l'arrivo del capitano.
Questi giunse poco dopo e accortosi dei due li chiamò a sé.
"Questa faccenda è tanto viscida, quanto pericolosa." Fece il capitano ai due. "Bisogna mettere sottosopra la cittadella ed il borgo intero, se necessario. Ma bisogna essere prudenti, in modo che non si sappia in giro ciò che è accaduto. Finiwell, ascolta..." rivolgendosi al cavaliere "... chiama Pasuan ed insieme a Cavaliere25 cominciate ad indagare... ma con prudenza, mi raccomando. Per ora è tutto. Andate."
"Pasuan..." mormorò Finiwell una volta usciti dalla caserma "... chissà dove si sarà cacciato... un momento!" Esclamò. "Ma certo, sarà da quella ragazza! Tu conosci dove si trova la casa di quella ragazza, vero? Portamici, così avvertiremo Pasuan degli ordini ricevuti!" Disse poi a Cavaliere25.

Guisgard
10-05-2011, 05.33.39
Icarius sorrise e baciò, delicatamente, la mano che Talia aveva portato sulle sue labbra.
“Ti informo, milady, che il solo motivo per cui non riesco a cavalcare quella cavalla è che tutti voi di Sygma sembrate animati da una certa sfiducia nei miei confronti!” Disse facendole l’occhiolino. “E poi, ad essere sinceri, tutti qui non fanno che ripetermi che i miei avi erano grandi guerrieri e superbi cavalieri! Non voglio dunque credere di essere io la pecora nera della famiglia!” E rise di gusto. “E sia! Facciamo una gara! Però, bada che ci sarà in palio un bel premio, gioia mia!” E la fissò sorridendo di nuovo.
Giunsero così alle scuderie che, vista l’ora, erano deserte.
“Allora…” fece Icarius “… tu prendi Matys… io invece questo bel sauro nero… ma sappi che non farò favoritismi, milady!”
Prese le redini e le passò accanto.
“Ah…” le sussurrò ad un orecchio “… io con te non sto giocando…” fissandola negli occhi con un sorriso che sembrava aver perso ogni slancio guascone “… sei pronta, milady?” Chiese poi spronando il suo cavallo e sorridendo a sua moglie.
Era un sorriso accompagnato da uno sguardo profondo, forte e carico di dense emozioni.
Uno sguardo animato da quell’azzurro chiaro e limpido, capace di mostrare il mondo attraverso il suo colore più bello, più vivo ed intenso: quello della giovinezza e dei sogni.
Un colore che rende la vita un’eterna e magica Primavera, i cui fiori e frutti sono il preludio per una gioia e felicità senza fine.

cavaliere25
10-05-2011, 10.41.29
Certo che so dove abita quella ragazza vi faccio strada non ce tempo da perdere dissi guardando Finiwell e mi incamminai per la casa di Dafne

Talia
10-05-2011, 13.40.41
Sistemai le briglie sul muso di Matys, poi strinsi la sella.
Le parole di mio marito mi fecero sorridere, mi voltai a guardarlo...
“Vedi...” dissi “I tuoi avi, i signori di Capomazda, sono stati sempre uomini coraggiosi, uomini intrepidi e grandi conquistatori. Pochi possono vantare una storia pari a quella dei Taddei e la vostra stessa gloria, la vostra forza era quasi leggendaria e i vostri cavalieri considerati inarrestabili, invincibili. Per noi di Sygma, invece, allevare e domare cavalli è una passione, lo facciamo per amore, lo facciamo con rispetto e con riverenza.”
Lentamente mi avvicinai a lui, presi la sua mano tra le mie e la poggiai piano sul muso di Matys, conducendola in piccole carezze leggere...
“I cavalli sono animali speciali!” proseguii a voce più bassa “Percepiscono il tuo stato d’animo, percepiscono la tua indole... Finché sentiranno tensione e nervosismo, finché il tuo cuore sarà incerto loro non si fideranno di te. Ma se invece sarai sincero e il tuo cuore sarà puro loro lo sentiranno, trattali con rispetto, dimostra di fidarti di loro e di amarli e allora anche loro ti ameranno. E niente potrà più separarvi!”
Con un sorriso feci scovolare la sua mano verso il basso, fino a fargli stringere le briglie...
“Prendi tu Matys!” dissi con un sorriso fiducioso a lui e uno sguardo alla cavalla che ora mi sembrava molto più tranquilla.
Poi mi voltai e mi avvicinai al sauro che Icarius aveva condotto fuori dalla sua stalla, lo carezzai un momento e gli sussurrai qualche parola, poi afferrai il lembo estremo del mio abito perché non mi impacciasse e montai in sella.
“Sono pronta!” sorrisi “Dove vuoi andare?”

Guisgard
10-05-2011, 19.30.39
Finiwell e Cavaliere25 si recarono verso la casa di Dafne, seguendo le indicazioni del giovane cadetto.
Ma, giunti all’abitazione, scoprirono che era vuota.
Cercarono allora attorno alla casa, senza però trovare nessuno.
“Cosa cercate, cavaliere? In quella casa non troverete nessuno!” Disse una donna affacciandosi dalla finestra di un’abitazione vicina.
“Perdonate, signora, non è qui che abita una ragazza?” Chiese Finiwell. “Una ragazza che negli ultimi tempi era sempre accompagnata da un cavaliere?”
“Si, certo!” Rispose la donna. “Parlate di Dafne, la giovane vedova di uno dei cavalieri del duca.”
“Si, proprio lei!” Esclamò Finiwell.
“Ma non è in casa.” Fece la donna. “L’ho vista andare via a cavallo insieme a quel cavaliere. Credo fossero diretti verso il bosco.”
“Accidenti!” Scuotendo la testa Finiwell. “Ma dove diamine saranno andati quei due! E’ proprio vero che l’amore rende gli uomini imprevedibili!”
Si guardò intorno, come a cercare un’intuizione o una folgorazione.
“Un momento!” Disse All’improvviso. “Sono andati verso il bosco? Non ha molto senso ora che si approssima il crepuscolo. A meno che non…” esitò un momento “… Cavaliere25, quella ragazza, Dafne, era incinta, vero? Massi, ovvio! Pasuan l’avrà portata al suo villaggio, probabilmente per affidarla alle cure di sua madre! Andiamo, ragazzo, raggiungiamo quel villaggio prima che faccia buio!”
E i due partirono in direzione del bosco.
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Guisgard
10-05-2011, 20.12.09
“Io credo” disse Icarius guardando Talia “che anche…” esitò un istante “… noi Taddei, per quanto superbi ed invincibili cavalieri, siamo mossi da amore nelle nostre opere… in fondo combattere per difendere la Fede, la giustizia, la verità, la libertà ed il popolo serve per rendere migliore questo mondo, non credi?” Continuò ad accarezzare Matys che sembrava insolitamente docile con lui. “Aristocrazia deriva dal greco antico. Aristocratico vuol dire migliore. E i migliori erano coloro a cui gli dei avevano dato forza, potere e ricchezza… non per tornaconto personale, ma per combattere anche in nome di chi non era in grado di farlo da sé.” Sorrise e la fissò. “Dai, la smetto di annoiarti con queste cose! Il buon Izar mi obbliga ha studiare e finisce che poi tu ne subisci le conseguenze!” E rise di gusto.
Montò allora in sella a Matys e restò meravigliato di come la cavalla non tradisse alcun nervosismo.
“Ehi, ma cosa avrai detto mai alla mia cavalla!” Esclamò Icarius. “Non è che comunicate con la lingua di Sygma? Approfittando che io non vi posso capire!”
Matys nitrì all’improvviso.
“Scherzavo, scherzavo!” Disse Icarius, per poi sorridere. “Dove andiamo?” Ripeté poi fissando di nuovo Talia. “Beh, con te anche in capo al mondo, ma per stasera mi accontenterò di cavalcare nel bosco… prego, milady…” indicando alla ragazza di incamminarsi “… dopo di te. Sai che sono un cavalier cortese. E poi voglio darti un po’ di vantaggio, così non potrai avanzare scuse quando vincerò la nostra gara!” Sorrise, facendole l’occhiolino.
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Lady Dafne
10-05-2011, 21.02.03
Il parto era stato faticoso, le donne intorno a me parlavano, mi incitavano ma io non capivo più nulla. Era come se avessi la testa immersa in un enorme catino di acqua e mi sembrava di soffocare. Respiravo a fatica e nervosamente stringendo i denti così forte che il labbro che involontariamente si era infilato tra di essi iniziò a pulsarmi. Tuttavia ero lucida, mi fidavo nella natura e non persi tempo, ed energia, in urla o lamenti. Riversai tutte le forze nelle spinte e non ce ne vollero molte.
Un vagito mi riportò alla realtà, rilassai tutti i nervi e scoppiai a piangere per la stanchezza, per il dolore, ma soprattutto per la gioia!
Protesi subito le braccia verso il mio bambino, me lo feci dare immediatamente. Stringevo quella piccola creatura tra le braccia e piangevo baciandola. Vidi Pasuan entrare tutto affannato, gli sorrisi e scostai il lenzuolo che copriva in parte il viso del nuovo arrivato

"E' un maschio" sussurrai "Si chiama Hubert. Guarda Hubert, questo signore qui è un cavaliere, sai? Proprio come lo era il tuo papà che ti protegge dal cielo" rimasi un istante in silenzio continuando a guardare il piccolo poi guardai Pasuan e con sincera riconoscenza gli dissi
"Ti devo ringraziare, grazie per avermi protetta in questi mesi, grazie per avermi portata qui, grazie per tutto quanto! Sei una persona splendida, vorrei che questo bambino diventasse come te!"

Stesi una mano verso Pasuan

"Vieni, vieni qui..."

Baciai la piccola, morbida testa di Hubert e lo adagiai tra le braccia di Pasuan. Rimasi a guardarli, quelle due persone erano esattamente ciò che amavo di più al mondo.

Melisendra
10-05-2011, 21.25.15
Scossi il capo e i capelli mi ricaddero sulle spalle.
Sospirai.
"Immagino sia un ordine..." Strinsi fra le dita il mio cristallo. "Non ho intenzione di farmi coinvolgere da questa situazione più di quanto non lo sia già." Strinsi a tal punto che le nocche sbiancarono.
Mi sentivo più in trappola che mai.
"Non posso." Sussurrai.
Era la tristezza e la nostalgia a farmi tremare. La mia voce tremava, perfino le mie mani intorno al cristallo tremavano. Tutto il mio corpo era attraversato da emozioni incontrollabili.

Lady Morgana
10-05-2011, 21.42.53
Improvvisamente mi ritrovai davanti a quella che doveva essere la Porta dei Leoni. Guardai la cittadella... era fantastica, imponente. Non avevo mai visto nulla di simile. Avrei voluto restare lì ad ammirarla, quando notai i due uomini che montavano si guardia. Fortunatamente non mi videro.

Entrare senza farsi vedere.. a dirlo sembra così semplice!

Ma la fortuna doveva girare dall amia parte, perchè scorsi due figure a cavallo inoltrarsi nel bosco. Un uomo e una dama. Notai che l'uomo non indossava un'armatura, e la donna indossava uno splendido vestito.
Avvicinandomi riuscì a sentire parte della loro conversazione...noi Taddei disse l'uomo chiamando la dama mylady. Ormai non avevo più dubbi...

Bene. Icarius e Lady Talia, non potevo chiedere di meglio...

Scambiai i miei soliti vestiti con quelli che vengono indossati dalle bambine nei villaggi, sbarazzandomi dei miei vecchi abiti. Presi il mio pugnale e, con grande rammarico, mi tagliai i capelli alle spalle. Poi presi un'ampolla contenente del sangue e me la versai addosso. Mi nascosi tra i cespugli e lì attesi il momento propizio...

Talia
10-05-2011, 23.33.38
Rimasi stupita dalle sue parole: era la prima volta che lo sentivo parlare in quel modo e con quel tono dei suoi doveri più che dei suoi diritti... tuttavia non dissi niente, limitandomi a sorridergli.
Poi montò in sella a sua volta...
“Io non le ho detto niente!” risposi alla sua domanda “Al contrario... come ti ho detto, il suo comportamento dipenderà solo da te e dalla tua capacità di fare in modo che ti diventi amica!”

“Dove andiamo?” Ripeté poi fissando di nuovo Talia. “Beh, con te anche in capo al mondo, ma per stasera mi accontenterò di cavalcare nel bosco… prego, milady…” indicando alla ragazza di incamminarsi “… dopo di te. Sai che sono un cavalier cortese. E poi voglio darti un po’ di vantaggio, così non potrai avanzare scuse quando vincerò la nostra gara!” Sorrise, facendole l’occhiolino.

Sorrisi di nuovo, poi scossi la testa...
“Sai... potresti davvero riuscire a prendermi cavalcando Matys. Ma questo solo se la convincerai a fidarsi di te!”
Spronai il cavallo e uscii dalle scuderie, qui mi voltai a guardarlo.
“Avanti, milord...” soggiunsi divertita, dando un colpo alle briglie e partendo al rapido trotto “Vediamo se sei davvero il cavaliere di cui si vocifera!”

Guisgard
11-05-2011, 01.44.06
Pasuan si avvicinò al letto e fissò Dafne.
Aveva i capelli spettinati, il volto sudato e lo sguardo stanco.
Ma in quel momento il suo viso emanava una bellezza particolare, pura, luminosissima.
“Sei bellissima, sai…” disse Pasuan con un filo di voce.
Un attimo dopo si ritrovò il piccolo Hubert fra le braccia.
“Non restare lì impalato, fratellino!” Esclamò sua sorella Nian, con ancora gli occhi lucidi per la commozione.
Il cavaliere allora cominciò a fissare e a sorridere teneramente a quel bambino.
“Sei stata davvero brava, Dafne…” sussurrò “… questo bambino è bellissimo… come te…”
Un attimo dopo, vinto dalla gioia, sollevò in alto il piccolo Hubert.
“Ben arrivato, piccolo mio!” Raggiante, mentre il neonato cominciò a piangere. “Sei bellissimo e diventerai un grande uomo! Potrai realizzare qualsiasi cosa, te lo prometto! E tutte le più belle cose di questo mondo saranno per te!”
Lo cullò poi con dolcezza, adagiandolo al suo petto ed il piccolo Hubert smise di piangere.
E mentre lo cullava, Pasuan fissò Dafne.
“Non pensavo potesse esistere tanta gioia a questo mondo…” disse sorridendole “… non ho mai conosciuto tanta gioia tutta insieme… oggi… oggi è il giorno più felice della mia vita…”

Morrigan
11-05-2011, 02.04.35
La notte la rendeva sempre inquieta...
Andare a riposare, le aveva detto Finiwell... ma esiste mai un riposo? Esiste il riposo dei giusti, ed esiste il riposo degli uomini felici. Dormono le donne innamorate, allacciate alle braccia dei loro amanti, e dormino i fanciulli nel calore della casa. Dormono gli uomini stanchi che hanno fatto ritorno a casa dopo aver svolto il proprio dovere, e dormono anche tutti coloro che non conoscono nulla della vita fuorchè se stessi. Ma Morrigan sapeva che tutti gli animi inquieti sceglievano la notte per vagare. Quella notte fatta di incubi e fantasmi, di ricordi e di rimpianti, di desideri inespressi e di sogni inappagati.
Così, guardando la luna si era messa a passeggiare, lungo le mura della città.
Si trovava a Capomazda già da parecchi giorni, e le guardie del palazzo si erano già passate la voce circa la presenza in città di quella strana donna guerriera, che andava in giro vestita come un uomo e che aveva osato affrontare in duello uno dei più famosi cavalieri del ducato. Così ormai nessuno le dava più fastidio, e la lasciavano camminare in libertà, senza intralciarle il passo.
Morrigan pensava e sognava al contempo, combattuta tra vecchi e nuovi sentimenti, tra quello che aveva sempre conosciuto e quello che stava scoprendo... perchè il peccato non sta nel non conoscere, ma nel non cercare...

Ivan de Saint-Roche... quel nome si faceva ancora strada nei suoi pensieri... quell'uomo che troppo spesso aveva turnato le sue notti.
Non aveva mai compreso perchè suo zio Morven l'avesse lasciato in vita, dopo il suo tradimento. Carità cristiana, aveva detto lui. Ma nonostante le mille spiegazioni, Morrigan non aveva mai compreso. Perchè lasciare in vita un fantasma, ad oscurare le loro notti? Un fantasma che adesso stava ritornando in vita, a quel che aveva udito da Lho e da Finiwell. Riportato in vita dalla forza e dal denaro di lord Cimarow, e forse ancora assetato di sangue e di vendetta. E che toccasse proprio a lei, di metter fine a quella vita, le sembrava un inevitabile destino cui non sapeva sfuggire.
Samsagra, che già una volta aveva appoggiato la sua lama su quel collo di traditore, la stessa Samsagra, la stessa spada con il quale Morven aveva sfregiato il viso di quell'uomo prima di graziarlo, splendeva adesso stretta al suo fianco... questo non poteva essere un caso, non era una coincidenza. Esisteva un destino, anche per questo.

Così, mentre meditava, si trovò di colpo di fronte alle porte della città. Davanti a lei, il bosco si stenza oscuro e silenzioso, e appariva un intricato labirinto dove ogni vita era stata zittita di colpo dall'intensa luce della luna.
Due sentinelle passaggiavano pigramente avanti e indietro, le alabarde sulle spalle, attendendo il cambio del prossimo turno. Morrigan le salutò con un gesto del capo. Doveva essere dura per loro, quella notte, quando già il Maggio fiorito spirava profumo di fiori dalle finestre delle abitazioni vicine. Doveva essere duro quel buio e quel freddo, da sopportare, nell'ansia che qualche terrore notturno potesse sopraggiungere a Capomazda, così come di certo stava accadendo in qualche villaggio sconosciuto, là fuori.
Morrigan pensò che sarebbe stato gentile portare loro qualcosa da bere, così fece una corsa verso la più vicina locanda e prese due boccali di birra leggera e calda, quindi tornò con passo sicuro verso le due sentinelle.

"Queste sono per voi" disse con un sorriso, porgendo agli uomini quella bevanda.

Li osservò mentre prendevano i boccali.

"Dite, soldati... a che punto è la guerra? E quali notizie da coloro che sono fuori, in pattuglia?"

Poi mentre faceva loro quelle domande, si accorse che nei suoi pensieri si era nascosto un altro interrogativo. Una curiosità che le era venuta alla mente in quei giorni, non come un pensiero chiaro, ma come una sensazione che non aveva forma propria. Come quando ci si accorge dell'assenza di qualcosa a cui siamo ormai abituati nel momento in cui ci accorgiamo che non è più al suo posto...

"Scusatemi se sono troppo invadente, ma... avete forse notizie di quel cavaliere che venne con noi da Camelot? Di sir Guisgard, intendo... è questo il suo nome. E da un po' che non lo si vede più in giro..."

Guisgard
11-05-2011, 02.31.59
I soldati soddisfarono la loro sete grazie alla bevanda che Morrigan aveva dato loro.
“Quel cavaliere dite? Non saprei…” disse uno dei due “… tu ne hai notizie?” Chiese all’altro.
“No, non l’ho vedo in giro da qualche giorno…” rispose indifferente l’altro “… immagino sarà da qualche parte a far baldoria… tipi come quello hanno in mente solo il gioco, il vino e le donne…”
E finito di bere, ringraziata Morrigan, i due soldati ripresero il loro turno di guardia.
Ad un tratto però la ragazza, nel silenzio che avvolgeva la cittadella, udì una lenta e malinconica melodia provenire da qualche parte lungo le mura.
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Morrigan
11-05-2011, 03.03.19
Musica, aria divina...
Si levava lenta nella notte. Lenta ed inspiegabile. Morrigan fissò le guardie e vide che erano intente a bere e a scherzare. Non avevano udito nulla?
Ma lei sì.
Così, come seguisse l'incanto di quella notte, prese a seguire quelle note. Non sapeva da chi provenissero, nè dove l'avrebbero portata, ma in fondo, da quando era giunta a Capomazda, era forse accaduto nulla di quanto ella stessa aveva preventivato? E avrebbe visto e conosciuto così tante cose se avesse sempre e soltanto seguito i suoi piani? In fondo la sua curiosità l'aveva fino a quel punto portata a vedere ciò che agli occhi degli altri era sempre rimasto celato. E chi era poi lei per rifiutare l'invito di quella notte così densa di pensieri? Ed in ogni caso, aveva sempre Samsagra accanto a sè, nel caso in cui fosse stato un demone e non un angelo a suonare così dolcemente nell'oscurità.
Pensando tutte quelle cose in un solo istante, Morrigan seguì quel suono lungo le alte e robuste mura della città.

Guisgard
11-05-2011, 03.47.43
Quella musica.
Sembrava farsi cullare e trasportare da quel fresco e pulito alito di vento che accarezzava le alte ed antiche mura della cittadella.
Morrigan seguì quelle note che parevano racchiudere sospiri e sogni rubati a quella notte ed altre mille notti forse.
Ad un tratto, la ragazza, intravide una sagoma nell’oscurità.
Stava seduta ai piedi di un barbacane, su una bassa muratura merlata che celava un muretto a scarpa che correva lungo le basi interne delle mura.
Morrigan si avvicinò a quella misteriosa figura che sembrava assorta in un mondo tutto suo.
Un mondo lontano e forse mai abbastanza rimpianto.

“Tua madre è molto bella, Guisgard...” disse Vivian “... ma è sempre così triste...”
Guisgard si voltò a fissare sua madre.
Stava seduta accanto alla staccionata e leggeva dei versi.
Li leggeva a bassa voce, con un delicato e silenzioso movimento delle labbra.
Di tanto in tanto, senza badarci, giocava con una ciocca di capelli che le scendeva lungo il viso, intrecciandola ad un dito.
Era bella, pensava il ragazzo, troppo bella per essere così triste.
“Mamma…” mormorò “… partiamo… andiamo lontano, dove finisce il mondo… dove non si invecchia e non si piange mai…lascia che ti conduca lontano da qui, da questa tua tristezza che odio ogni giorno di più...”
Lei lo accarezzò con dolcezza e tenerezza.
“Sei la mia gioia, Guisgard…” sospirò “… la mia unica e sola gioia, ma sufficiente per rendermi la donna più fortunata del mondo…”

Ad un tratto smise di colpo di suonare.
“Chi è là?” Chiese Guisgard fissando Morrigan nascosta tra le ombre di quella notte.

Morrigan
11-05-2011, 04.02.03
Il mondo di notte sembrava diverso.
Lei lo aveva sempre pensato.
Tutto ciò che lo popola, uomini e oggetti, assume nuova sembianza. O ritorna alla propria primigenia, più sincera essenza.
E lui, nonostante il suo sarcasmo, nonostante il suo mistero, di certo non poteva sfuggire a questa regola!

Lo fissava mentre suonava, sapendo di non poter essere vista. E gli parve un'altro uomo. Sconosciuto, ancor più di quanto non lo fosse già la sua figura diurna. Rassicurante, in maniera bizzarra ed inaspettata. Sconosciuto e rassicurante... doveva proprio ammettere di avere una mente parecchio strana, se poteva eleborare un simile paradosso!
Ma lui suonava, assorto in quella vaga oscurità della sera, illuminata da una luna che si disegnava come uno spicchio perfetto nel cielo. E in quella musica vi era un ricordo dolce e triste insieme... si, un ricordo, un'immagine lontana, forse perduta, ma di certo molto amata. E Morrigan l'ascoltò percè in quelle note c'era la terra, c'era il vento e c'era la vita, e c'erano infine ricordi e malinconie che lei poteva comprendere... finalmente una lingua che anche lei poteva comprendere!
Ma poi di colpo la musica cessò, e una voce cupa, quasi infastidita, ruppe quell'incanto:

“Chi è là?” chiese Guisgard.

Lei sobbalzò, vedendosi scoperta, e per un istante non seppe cosa fare. Si vergognava di averlo spieto a quel modo, e non avrebbe voluto ammetterlo. Ma si fece avanti ugualmente, con lentezza, lasciando che la luce della luna scoprisse il suo viso, pronta ad affrontare il suo biasimo o il suo fastidio.

"Sono io," rispose, e la voce le uscì inusualmente bassa, come disarmata "sono Morrigan..."

Disse il suo nome semplicemente, come se fosse normale, come se lui avesse dovuto aspettarselo. Ma non era normale e non poteva pretendere che per lui fosse familiare accogliere un estraneo in quel momento in cui di certo avrebbe preferito restare da solo.

"Mi dispiace avervi interrotto, così... quella musica era così bella, ed io non ho potuto fare a meno di fermarmi ad ascoltare"

Guisgard
11-05-2011, 04.10.59
Gouf ascoltò le parole di Melisendra per poi restare in silenzio alcuni istanti.
“Ho imparato” disse rompendo finalmente quel silenzio “che gli ordini senza senso non danno mai frutti… il mio non è un ordine… potrebbe essere tante cose… forse una supplica, forse un consiglio… tu sei l’unica possibilità che abbiamo per penetrare in quel luogo senza attirarci sospetti… consegnando te, uno dei miei cavalieri potrà agire indisturbato e raccogliere le informazioni che ci occorrono...”
Si avvicinò allora alle sue spalle e le sfiorò i capelli.
“Cosa ti spaventa veramente?” Chiese alla ragazza. “Morire? Non ti ha mai fatto paura la morte in passato… ora è forse cambiato qualcosa? Hai forse qualcosa per cui valga la pena vivere?”
Guardò poi verso la finestra.
“La notte…” mormorò “… il suo silenzio è a volte insopportabile… come il tuo in questo momento… cosa condividi con questa notte, Melisendra? I suoi stessi fantasmi e i suoi medesimi demoni? Anche il meraviglioso azzurro dei tuoi occhi, come queste impenetrabili tenebre, cela forse qualcosa di misterioso?”
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Guisgard
11-05-2011, 04.29.24
I due cavalli si lanciarono al galoppo, prima attraverso la campagna, poi fino ai margini del folto bosco.
Il crepuscolo già ricopriva ogni cosa quando Icarius e Talia raggiunsero quel lussureggiante bosco.
Il vento era calato ed ora il suo soffio era mite e l’aria, limpida e profumata, rendeva il cielo, che andava a specchiarsi nell’imbrunire, già chiaro delle prime stelle della sera.
In lontananza andavano spegnendosi, nell’incanto della sera, le luci del borgo e dietro la corsa dei due cavalli si mostrava ormai solo un luminoso alone dorato che sembrava riflettersi tra il cielo e la terra.
Talia era davanti e galoppava libera, come forse da tempo non lo era più stata.
Icarius la seguiva poco dietro, sorridendo e chiamandola a gran voce.
“Corri, corri, milady!” Diceva “Ma non riuscirai a starmi davanti ancora per molto! Avanti, Matys, raggiungiamoli!” Spronando poi la sua cavalla. “Dimostriamole cosa sa fare un cavaliere capomazdese quando è in sella ad un cavallo di Sygma!”
Incitò allora ancor di più la sua cavalla, tanto che questa aumentò la sua corsa, raggiungendo Talia ed il suo cavallo.
“Allora, lady so tutto io? E’ tutto qui quello che sai fare? Anche stavolta Ippomene sembra abbia raggiunto Atalanta!” Scherzò raggiante Icarius, affiancando Talia. “O forse preferivi essere Dafne che fugge Apollo?” E rise di gusto.
Ma proprio in quel momento Matys aumentò improvvisamente l’andatura, superando di slancio Talia ed il suo cavallo.
“Ehi, va bene così!” Esclamò Icarius. “Li abbiamo raggiunti, non occorre galoppare così velocemente!” Tentò allora di fermare la corsa della sua cavalla, tirando con decisione le redini, ma Matys cominciò a scalciare con forza.
“Ma cosa ti prende?” Urlò Icarius, mentre la sua cavalla si dimenava e saltava come un ossesso.
Quella strana danza tra i due continuò per un pò, fino a quando Icarius fu sbalzato via e rotolò rovinosamente nel terreno.
E solo quando si liberò del suo cavaliere, la cavalla sembrò tranquillizzarsi, arrestando finalmente la sua indomita foga.
Tutto questo mentre Icarius giaceva accanto ad essa senza muoversi, come se avesse perso i sensi.

Guisgard
11-05-2011, 05.09.48
Guisgard fissò Morrigan con uno sguardo enigmatico.
Poi quel suo sorriso scanzonato e guascone giunse ad ammansire il suo volto.
“Dovreste essere più prudente, milady!” Disse divertito. “Siete fortunata che abbia lasciato la mia spada dal maniscalco, o a quest’ora vi avrei già potuta infilzare! Sapete, c’è un mucchio di gente in giro che vorrebbe farmi la pelle…” continuò mettendo via l’ocarina “… mariti traditi, cavalieri sconfitti in qualche torneo e anche qualche dama gelosa!” E scoppiò a ridere.
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Morrigan
11-05-2011, 05.30.15
Lei sorrise e scosse il capo, nascondendo per un'istante la sua espressione dietro una ciocca di capelli.

"Ma non è di mariti traditi o di amori clandestini che stavate cantando poco fa..."

Gli si avvicinò di qualche passo. Adesso, se avesse teso la mano, avrebbe potuto sfiorarlo. I suoi occhi brillavano nell'oscurità della notte.

"So riconoscere il suono di un ricordo..."

Disse questo, poi si voltò a guardare il cielo, e rimase così ferma, accanto a lui, per qualche minuto.

"E adesso ditemi..." e nella sua voce apparve l'ombra di un sorriso "dov'è che sparite, all'improvviso e senza che di voi si abbia più traccia? Forse potete confondere gli altri, ma non me..."

Si voltò a guardarlo lanciandogli un sorriso civettuolo.

"Lo sapete bene, immagino, che la curiosità è donna!"

cavaliere25
11-05-2011, 10.45.15
Speriamo di trovarli li dissi guardando Finiwell se no non saprei dove potrebbero essere e continuai a seguire Finiwell sentivo un po di stanchezza ma ancora riuscivo a stare in piedi

Talia
11-05-2011, 12.42.39
“Allora, lady so tutto io? E’ tutto qui quello che sai fare? Anche stavolta Ippomene sembra abbia raggiunto Atalanta!” Scherzò raggiante Icarius, affiancando Talia. “O forse preferivi essere Dafne che fugge Apollo?” E rise di gusto.

Anche io risi... la corsa, il vento tra i capelli, la sua voce e i suoi occhi... in quell’istante mi sentii bene, lo guardai e mi sentii felice come non mi capitava più da tanto tempo...
Ma fu un istante, poi tutto precipitò.
Ebbi la percezione di ciò che stava per succedere un attimo prima che avvenisse: vidi Icarius distrarsi e Matys, che ancora non si fidava completamente di lui, si imbizzarrì... aumentò ancora il passo, tanto che per un momento il duca ne perse il controllo.
“Icarius!” gridai, schiacciandomi sul collo del mio sauro e spronandolo ad aumentare l’andatura in modo da consentirmi di raggiungerli “Tieniti, Icarius! Lasciala correre... Lasciala...”
Ma lui non mi sentì e, con un gesto istintivo, tirò le briglie.
Era l’unica cosa che non avrebbe dovuto fare... e Matys perse completamente la testa.
Con orrore la vidi iniziare a saltare e a scalciare forte, tentando in ogni modo di disarcionarlo.
Tentai di avvicinarmi ma non potevo farlo troppo...
“Buona Matys...” gridai nella lingua di Sygma, nella speranza di calmarla “Buona! Calma!”
Ma lei non sentiva, era irrefrenabile... un attimo dopo si sollevò d’impeto sulle zampe posteriori e il duca fu sbalzato a terra, cadendo duramente.
Il mio cuore si fermò.
Balzai giù dal mio sauro prima ancora che si fosse fermato del tutto e mi precipitai su mio marito...
“Stupido, stupido inutile cavallo!” inveii contro Matys passandole accanto, ora che sembrava essersi tranquillizzata.
Corsi verso il duca e mi inginocchiai di fianco a lui...
“Icarius...” mormorai, prendendo delicatamente la sua testa e le sue spalle tra le mani e adagiandomelo in grembo “Icarius, mi senti?”
Ma lui non mi rispose e un cieco terrore mi invase. Mi sentivo male... male in un modo indescrivibile. Un misto di paura, di colpa, di disperazione si impossessò di me e mi rese difficile pensare a qualsiasi cosa, sentivo solo quel dolore lancinante che mi riempiva il petto...
“Ti prego...” implorai con voce rotta, spostando piano una ciocca di capelli che gli era finita sugli occhi e carezzandogli ritmicamente il viso con la punta delle dita “Ti prego, rispondimi! Ti prego, io...” ma un nodo mi serrò la gola e mi tolse la voce, mentre l’altra mia mano stringeva convulsamente la sua spalla.

Melisendra
11-05-2011, 16.56.20
Stizzosamente lo allontanai da me. Cercai di trattenermi dall'esplodere in una furia, cosa che mi succedeva quando gli eventi mi sfuggivano di mano. Non era mai una buona idea... quante volte mi ero dibattuta inutilmente nella mia gabbia, con tutte le mie forze, fino allo stremo? Ed era valso qualcosa?
Ricordai la sensazione che avevo percepito, assaporando i primi istanti di disperata libertà, in groppa a Pandemonio, che mi portava in salvo.
Ma la lotta era appena iniziata. Mi spaventai quando mi resi conto che, sola e fuggitiva, avrei continuato a viaggiare, cercando un posto dove far nascere il mio bambino. E realizzai che avrei dovuto farlo da sola.
Il mio ventre era gonfio, ma avevo continuato a cavalcare fino a pochi giorni prima del parto, quando mi ero rifugiata in un vecchio capanno in un noccioleto, proprio accanto a un fiume. Mi sdraiai accanto al fiume, mentre le prime stelle illuminavano il cielo. Accanto a me c'era un fuoco acceso e tutto ciò di cui avevo bisogno: acqua calda, un coltello e coperte. Durò fino all'alba il mio travaglio, interrotto solo dai nitriti di Pandemonio. Poi ricaddi stremata dall'ultima spinta.
Non piangeva. Feci appello alle mie scarse conoscenze mediche e finalmente si levarono quegli strilli acuti e furibondi. Piansi anch'io.
Avevamo continuato a viaggiare, se ne stava addormentato contro il mio petto, avvolto strettamente contro di me. Mi guardava con quei suoi occhioni e stringeva la punta delle mie dita con forza e determinazione. Folte ciocche di riccoli biondi, quasi bianchi, fuoriuscivano dalla cuffia. Quanto lo amavo... cresceva a vista d'occhio e presto iniziò a tentare tremuli passi con le sue gambette.
Erano quasi due anni che non ci fermavamo, quando arrivammo a Poggio del Sole. E capii che non potevo trascinare Uriel con me in giro per il mondo per sempre.
Sbattei con forza il pugno sul tavolo, rovesciando una coppa fortuitamente vuota.
"Non sai di cosa stai parlando... che ne sai tu di vivere, quando ti ostini a dedicare te stesso alla morte? Non c'è nulla che per te valga qualcosa... non risparmieresti niente e nessuno dalla tua furia!"
Mi alzai di scatto e rovesciai la sedia. Le dita mi dolevano intorno al cristallo.
"Se c'è una ragione per cui dovrei spezzare il mio silenzio e crederti diverso da quelli che hanno banchettato con la mia anima... dimmela e forse ti dirò il mio segreto."

Lady Morgana
11-05-2011, 18.26.43
Assistetti a tutta la scena, senza poter intervenire. Il duca che veniva disarcionato da un cavallo imbizzarrito e Ldy Talia che correva verso di lui per vedere come stava.

Deve aver perso i sensi... o anche peggio. Speriamo di no. Il mio piano si è già abbastanza complicato... improvviserò!

Mi levai di dosso più sangue che potei e uscì dal mio nascondiglio correndo verso Lady Talia e il duca Icarius.
"Mylady! Serve aiuto? Ho assistito a tutta la scena...posso aiutarvi?" cercai di utilizzare la voce più dolce e innocente che avessi.
Guardai Lady Talia e attesi una sua risposta.

Forse non è andata così male... se l'aiuto a salvare il duca, di sicuro si ricorderà di me e mi presterà attenzione. Forse mi prenderà addirittura in simpatia! Se solo potessi spiegarle tutto subito...

Lady Dafne
11-05-2011, 19.05.39
“Non pensavo potesse esistere tanta gioia a questo mondo…” disse sorridendole “… non ho mai conosciuto tanta gioia tutta insieme… oggi… oggi è il giorno più felice della mia vita…”

Non mi sembrava possibile dopo tanto dolore, dopo quel lutto, poter dare un padre al mio bambino. Ora Pasuan era lì e aveva deciso di accollarsi quel ruolo senza pensarci troppo su. Stringeva Hubert come se fosse veramente figlio suo, e con lo stesso amore lo guardava incantato come se fosse la cosa più bella e preziosa del mondo. Mi salirono di nuovo le lacrime agli occhi per la contentezza, non potei fare a meno di abbracciare entrambi gli uomoni della mia vita con un trasporto immenso. Piansi di gioia sulla spalla di Pasuan e nascosi il viso nell'incavo tra la spalla e il collo mentre con una mano stringevo e accarezzavo uno dei piccoli piedini di Hubert.

"Mi sembra un sogno, Pasuan, non avrei mai creduto di poter dare un padre a questo bambino. Guardalo com'è bello! E' perfetto, guarda..." mi tirai un po' su e iniziai a guardare con attenzione il piccino che intanto, tra le braccia del suo 'papà acquisito', si era addormentato

"ha dieci dita dei piedi, dieci dita delle mani, due occhi, un nasino a patatina delizioso, due orecchie e mi sembra pure cicciottello, non trovi? Che dici, mi somiglia? Beh, i capelli di certo non sono miei, lui è biondo..." risi, mi sentivo un po' ridicola ma quelle piccole cose mi rassicuravano: il mio bambino era sano sebbene fosse nato con un po' di anticipo.

Non parlai più, alzai il viso e protesi le labbra verso quelle di Pasuan baciandole. Sorrisi

"Sono un po' stanca ma non ho voglia di dormire, voglio stare qui con te mentre coccoliamo il nostro piccolo. Possiamo rimanere qui o disturbiamo la tua famiglia? Altrimenti torniamo a Capomazda subito, non vorrei essere un peso per tua madre e tua sorella, posso cavarmela da sola. Tu piuttosto, puoi rimanere con noi due o devi ripartire subito? Dai, sei appena diventato papà, non ti spettano di diritto alcuni giorni di licenza?" dissi facendo gli occhi dolci come una bambina che chiede un nuovo gioco a sua madre.
"Oddio, credo che sia il caso di parlare con la tua famiglia, si domanderanno come mai io sia piombata qui a partorire, non vorrei che pensassero che noi... insomma... che noi..... sì beh che questo bambino sia nato da una nostra relazione sconveniente...."

Guisgard
11-05-2011, 19.33.02
Gouf la schiaffeggiò all’improvviso.
“Cosa ne sai tu della vita e della morte? Forse conosci il peccato, il dolore, ma non certo la morte!” Disse quasi con disprezzo.
Il disprezzo che da la solitudine.
“E quando arrivi a conoscere davvero la morte” continuò “allora comprendi che è troppo tardi per tutto! Perché quando arriva è silenziosa, ma quando va via lascia dietro di sé un senso di solitudine ed impotenza! E solo quando conosci la morte davvero, arrivi a comprendere anche la vita… ma allora è troppo tardi perché non hai più nulla…”
Si avvicinò alla finestra, quasi a volersi perdere nella sterminata ed implacabile brughiera.
“Gli uomini hanno bisogno di trovare la forza per andare avanti…” mormorò “… e questa forza può venire solo da due cose… o dall’amore, o dall’odio… ed io ho tanto odio dentro” voltandosi verso Melisendra “da poter distruggere il mondo intero! E tu non sei diversa da me… qual è questo tuo segreto? Il tuo odio per me? Si, è quello… perché sei tornata? Ti ha mandata lui per tentare nuovamente di uccidermi? Cosa ti ha promesso stavolta? La libertà?”
La fissò per un interminabile istante.
“Una donna come te non sarà mai libera…” aggiunse “… sei come me… siamo soli… e quando si è soli, non si è mai liberi…”

Guisgard
11-05-2011, 19.42.03
“Sono come il vento che spira tra le mura di questo posto.” Disse Guisgard divertito. “Che si aggira inquieto fra le torri, quasi a lambire il cielo. Si sa da dove arriva, che sia zefiro, maestrale o scirocco, ma non dove è diretto. Il vento puoi sentirlo, toccarlo, lasciarti accarezzare dal suo alito, ma non puoi imprigionarlo. Il vento è libero.”
Fissò Morrigan facendole l’occhiolino.
“Ora perdonate, milady…” aggiunse “… sono atteso in un luogo. Vi chiederei di seguirmi, ma temo che quel posto non sia adatto ad una ragazza come voi.”
Sorrise e mostrò a Morrigan un profondo e scherzoso inchino.

Guisgard
11-05-2011, 20.01.29
“Ehi, bambina…” disse dolcemente Pasuan a Dafne “… hai appena partorito, perché tutti questi pensieri? Qui possiamo restare tutto il tempo che vogliamo.” E sorrise.
Fissò poi il piccolo, accarezzandolo dolcemente.
“Io dico che ha il profilo del cavaliere…” fece divertito “… si, ovvio… è poi è bello robusto! Credo che molto prestò dovrò già dargli le prime lezioni… su come andare a cavallo, come tirare di spada, come tendere l’arco…” e scoppiò a ridere.
“Ma sei impazzito?” Esclamò Mian entrando nella stanza con del latte caldo per Dafne. “Questo bambino non è mica come te e quegli scavezza collo dei tuoi compagni! No, lui sarà tutto ciò che non sei tu! Studierà e forse diventerà un filosofo, o magari un poeta! Altro che armi e duelli!”
“Ehi, ma lo sai che come zia non sei niente male, sorellina?” Divertito Pasuan. “Dai, saluta la zietta…” prendendo la manina di Hubert “… zietta, quand’è che mi darai un cuginetto?”
“Scemo!” Andando via Mian.
“Si, ti somiglia…” rivolgendosi poi a Dafne “… non ho mai visto un bambino più bello…”
Sfiorò allora con una mano il volto di Dafne.
“Sei una creatura speciale, sai…” le sussurrò “… oggi hai fatto un miracolo… questo bambino… sei arrivata nella mia vita, riempiendola con il tuo sguardo, il tuo sorriso, la tua voce… e poi mi hai donato lui… voi siete la mia felicità, la mia gioia… hai reso tutto ciò che mi circonda una favola… come potrei ripagarti di tutto questo, se non con una vita di felicità…”
Le si avvicinò e le sfiorò dolcemente le labbra, baciandola poi appassionatamente.
Mentre il piccolo Hubert, tra loro due, stringeva con la manina la treccia di Pasuan che gli scendeva lungo la giubba.
http://www.ebbisham.co.uk/ve-aotc/images/kiss.jpg

Guisgard
11-05-2011, 20.06.23
“Ah… sono… ferito… sono ferito…” disse ansimando Icarius, mentre una ciocca dei capelli di Talia gli accarezzava il volto “… gravemente… mortalmente… al cuore…”
Aprì di colpo gli occhi e le fece l’occhiolino.
“Non ti facevo tanto premurosa, milady!” Esclamò sorridendole. “Devo dire che fra le tue braccia si sta meravigliosamente bene! Per un attimo ho creduto di essere in Paradiso! Dai, mi merito un bel bacio dopo quella rovinosa caduta, no? Per lo spavento che mi sono preso! Ad un uomo ferito non si rifiuta nulla!” Aggiunse restando adagiato su suo grembo.
In quel momento però si accorse della giovane Sayla a pochi passi da loro.

Lady Dafne
11-05-2011, 21.03.08
Bevvi a piccoli sorsi il latte caldo che la sorella di Pasuan mi aveva portato, mi sembrò del fiele rivitalizzante. Mi riscaldò e mi diede un po' di forze in più.

"Comunque Pasuan non prendertela ma ha ragione tua sorella, meglio se diventa un letterato piuttosto che un cavaliere... e sai perchè! Però deciderà lui cosa vuol fare della sua vita. Ma Hubert è pur sempre figlio di cavalieri e quindi qualche trucchetto potrai insegnarglielo, ma non troppo eh?!"

Finii il mio latte, ripresi in braccio il piccolo Hubert che iniziava a piagnucolare per la fame. Istintivamente il piccolo cercò il seno per attaccarsi, mi imbarazzai un po' a dovermi scoprire difronte a Pasuan ma poi lo feci, alla fine era una cosa naturale. Il bambino succhiò quel poco latte che c'era e poi si rimise a dormire senza piangere, lo adagiai sui letto accanto a me.

"Sembra un bambino buono e tranquillo, vero? Questa qualità l'ha persa da me! Beh, sarà meglio che mi riposi un po' anch'io, inizio ad avvertire un senso di stanchezza e malessere. E' stata una giornata faticosa per me... ho fatto un bambino!" dissi ammiccando

Mi accoccolai ancora di più a Pasuan e poco dopo mi addormentai.

Melisendra
11-05-2011, 22.57.31
Lo schiaffo mi fece barcollare. Mi aggrappai al tavolo.
Ricacciai indietro lacrime di frustrazione.
Alzai lo sguardo verso di lui.
"Non posso... ucciderti." Sibilai. "Non capisci? Sei tu che mi hai dato ciò per cui vivo!" Gridai.
"E sì, ucciderò chiunque cerchi di togliermelo... soprattutto lui, ma non posso uccidere te." Guardai la candela sul tavolo e la afferrai rapidamente.
Strinsi il cristallo e mi punsi con uno spillo, fino a quando il sangue non sgorgò e potè nutrire la fiamma. Feci tutto molto rapidamente... il fumo si levò e lo evocai.
Uriel apparve nella nebbia che si era creata, tanto vicino che quasi avrei potuto stringerlo. Sorrideva, giocando con quello che sembrava un cavaliere intagliato nel legno. I suoi riccioli freschi di bagno ricadevano morbidi sulle guance e si asciugavano scompostamente. Parve vedermi, forse gli apparivo come nebbia confusa, ma certamente grazie ai suoi poteri poteva percepire la mia presenza. Continuò a giocare col suo cavaliere.
"Ci avrebbe uccisi... se io non avessi ucciso te..." ero concentrata. "Se non fossi scappata... sarebbe diventato un altro dei suoi giocattoli di morte."
Il fumo si dileguò e io crollai, sfinita.
"Non potevo permetterlo... è grazie a lui che ho avuto la forza di riprendermi la libertà ed è per lui che la difendo... il suo nome è Uriel... e sei stato tu a darmelo."

Guisgard
12-05-2011, 00.35.34
Gouf osservò l’immagine evocata dalle arti di Melisendra.
Restò per un attimo in silenzio.
Un silenzio enigmatico, indecifrabile, durante il quale strane e sfuggenti emozioni attraversavano il suo volto.
Poi, all’improvviso, come destatosi, si scosse ed afferrò con forza Melisendra.
“Tu menti!” Disse fissandola negli occhi. “E’ uno dei tuoi trucchi! Vuoi confondermi, turbarmi! O forse solo ingannarmi per paura che io ti invii a Capomazda!”
I suoi occhi, neri come la notte e specchio di quell’abisso infinito che aveva dentro di sé, nel quale sembravano essere precipitati tutti i suoi sentimenti, penetravano in quelli di lei.
“Un figlio non nasce dall’odio!” Gridò. “Eri venuta per tradirmi ed uccidermi, non per amarmi! E quell’immagine che mi hai appena mostrato è solo l’ennesima illusione, l’ennesima menzogna!”
E continuava a fissarla, come se cercasse qualcosa nei suoi occhi.
Forse cercava di scorgere la verità.
Una verità che forse, più di qualsiasi nemico, più della morte stessa, faceva paura al Cavaliere del Gufo.
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Morrigan
12-05-2011, 01.13.55
Morrigan ascoltò quelle parole senza un sussulto e il suo sguardo scivolò a seguire quel movimento mentre Guisgard si sollevava e le sorrideva con quel solito sorriso di sfida e di sarcasmo.
Si sarebbe detto che quella fosse la sua abituale espressione, eppure Morrigan sapeva che non era così. Non aveva quel sorriso quando erano giunti nel villaggio devastato, e non aveva quel sorriso nemmeno un istante prima, quando lo aveva sorpreso a suonare quell'aria melanconica. C'era qualcosa che quell'uomo non avrebbe mai voluto rivelare di se stesso. Qualcosa di così profondo che faceva restare muta la sua stessa anima. E Morrigan, che aveva già conosciuto quell'ansia, si sentiva profondamente toccata da quel pensiero.
Così, inavvertitamente, senza nemmeno pensarci, tese una mano verso di lui, proprio nell'istante in cui egli si era appena risollevato da quell'inchino irriverente, e con la punta delle dita gli sfiorò il viso.

"Il figlio del vento... un altro figlio del vento..." sospirò piano, e i suoi occhi in quel momento erano calmi e seri, in netto contrasto con il tono scherzoso di lui "e il vento si sa, non si può fermare! Ma almeno lui, il vento... lui sa dove sta andado? O si aggira impazzito come le foglie che sbatte via lungo il cammino, alla ricerca di una strada che non trova?"

Melisendra
12-05-2011, 01.24.55
Più lui mi scuoteva più sentivo la tempesta dentro di me placarsi.
Lo guardai con rassegnazione e ascoltai ciò che diceva.
"Lo credi davvero? E credi davvero che abbia finto di amarti all'epoca?" Presi fiato. "E ora? Cosa credi che stia provando... adesso?"
Mi girava la testa, quell'evocazione mi aveva sottratto le forze.
"Inviami pure a Capomazda... non mi importa, ma affronta la verità."
Strinsi il suo mento tra le dita e lo costrinsi a guardarmi dritto negli occhi.

Guisgard
12-05-2011, 01.27.39
Pasuan guardò Dafne mentre stendeva il capo sul cuscino, col piccolo Hubert che già dormiva accanto a lei.
“Eh? Ma si, certo…” disse imbarazzato il cavaliere “… certo, sarai stanca… riposati… io… io vado di là… buon riposo…”
Uscì dalla stanza e raggiunse sua madre e sua sorella.
“Si sono addormentati…” sussurrò Pasuan.
“Si, un po’ di riposo le farà bene.” Annuì la madre. “Ed anche al piccolo. A quell’età i bambini devono solo mangiare e dormire. Dafne avrà già allattato il piccolo, immagino.”
“Cosa? Ah, si… si certo…” farfugliò Pasuan ripensando per un attimo la scena dell’allattamento.
“Cos’hai, fratellino? Sei in imbarazzo?” Chiese maliziosa Mian.
“Io? Ma poi perché non pensi agli affari tuoi!” Rispose piccato Pasuan.
Fissò poi sua madre.
“Come fai a conoscere il suo nome?” Chiese. “L’hai chiamata Dafne… come lo sapevi?”
“Fratellino, sei imbambola oggi!” Esclamò Mian. “Avrai pronunciato quel nome non so quante volte! Anche i mobili di questa casa sanno ormai che si chiama Dafne!”
La madre annuì sorridendo.
“Ora penso che tu voglia raccontarci un po’ di lei…”
“Si, mamma… è… è una cara amica…”
“Ma tu non eri quello che non ha mai creduto all’amicizia tra uomini e donne?” Intervenne sarcastica Mian.
“Insomma vuoi piantarla!” La riprese Pasuan. “Non hai nulla da fare? Perché non pensi a preparare qualcosa di buono? Per festeggiare il lieto evento?”
Mian gli fece una linguaccia.
“Prima Dafne mi ha detto che il bambino non è tuo…” mormorò la madre.
“Si, infatti…” chinando il capo Pasuan “… l’ho portata qui perché volevo che fosse al sicuro, protetta ed amata…”
“Hai fatto bene, Pasuan.” Sorridendo la madre.
“Beh, noi possiamo ospitarla, ma ad amarla devi pensarci tu, fratellino!” Fece Mian.
“Guarda che prima o poi te lo tiro davvero quella linguaccia che ti ritrovi!” Sbottò Pasuan. “Mamma…” con un’ombra di malinconia nella voce “... l’ho portata qui perché… se dovesse accadermi qualcosa… io so che ci sarete voi a prendervi cura di lei e del bambino…”
“Così mi fai paura, Pasuan…” mormorò Mian
La madre invece lo fissò senza dire nulla.
“Guarda che non ho ancora incontrato un cavaliere capace di battermi!” Esclamò Pasuan avvicinandosi alla sorella. “Perciò non capisco cos’hai da incupirti in questo modo!” E le fece l’occhiolino.
“Non dire più una cosa simile…” abbracciandolo Mian.
“Sono un cavaliere e sapete bene che siamo nel bel mezzo di una guerra…” stringendo a sé la sorella “… sapendo che Dafne ed il bambino sono qui al sicuro con voi, io mi sentirò più tranquillo... voi quattro siete la mia famiglia, le persone che più amo al mondo… tornerò sempre da voi… lo prometto…”
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Guisgard
12-05-2011, 01.37.44
Guisgard restò a fissare Morrigan, mentre lei gli sfiorava il viso.
“Vi facevo dama guerriera, milady…” disse con un lieve sorriso “… ma non vi immaginavo anche poetessa e filosofa.”
Chiuse gli occhi e lasciò di nuovo a quel sorriso irriverente di rispondere per lui.
“Il vento alla fine ritorna sempre da dove è arrivato…” aggiunse “… e per quanto folle ed impetuoso possa apparire, anche per lui ci sarà il tempo del riposo… ora devo lasciarvi, milady… vi auguro i sogni più belli.”
Le sorrise e si incamminò verso il borgo.

Guisgard
12-05-2011, 01.59.15
Gouf fissò Melisendra negli occhi.
L’oscurità e l’inquietudine dei suoi occhi sembravano scontrarsi col chiarore e con la luminosità di quelli di lei.
Lei era lì, davanti a lui.
Sembrava stremata, indifesa, abbandonata, vinta da un qualcosa troppo più grande di lei.
Cosa aveva quella donna?
Si chiedeva Gouf.
Perchè era così diversa da tutte le altre?
Se ci fosse stata un'altra al suo posto, lui l'avrebbe già uccisa.
Era bellissima.
Forse non l'aveva mai vista tanto indifesa e sofferente.
Era come la notte che brilla con la luce della Luna e delle stelle.
Una luce mistica, misteriosa, enigmatica, a tratti inquietante.
Melisendra, diversamente da tutte le altre donne, aveva qualcosa celato dentro di se.
Forse proprio in quei suoi meravigliosi occhi simili a smeraldi.
Quegli occhi.
Lo fissavano senza che lui potesse impedirlo.
Poteva quasi specchiarsi in quegli occhi simili a giada purissima, che velate lacrime, trattenute a stento dalla ragazza, rendevano ancora più luminosi.
“Cosa vuoi da me? Dimmelo…” disse sottraendo i suoi occhi dallo sguardo di lei “… cosa cerchi qui? Se hai detto il vero, allora non celarmi più nulla…”

Melisendra
12-05-2011, 02.45.07
Chiusi gli occhi, come per fare chiarezza dentro di me.
Sospirai e li riaprii.
"Vorrei vederti libero dalla tua rabbia... per un po' eravamo stati felici..." abbassai lo sguardo. "Ma devo essere pratica... devo sapere come sei sopravvissuto quella notte al mio bacio e se è vero che avevi scoperto un modo per contrastare il potere del mio signore."
Le lacrime tornarono a minacciare di traboccare e ancora una volta raddrizzai la schiena e le ricacciai indietro.
"Quello che non sai... quello che non ti ho detto è l'eredità di Uriel: il tuo sangue, i miei poteri. E lui lo sta cercando..." respirai a fondo "Ora è al sicuro, ma chi può dire quanto?"
Quasi evitava il mio sguardo, come se i miei occhi fossero lame affilate. Se solo fosse riuscito a dimenticare quella sensazione di solitudine e a fidarsi di me. Ma non si sarebbe mai allontanato da una guerra e io non avevo nessun diritto di chiederglielo. Avrei potuto chiedergli di non cercare mai Uriel, ma non sarebbe mai stato giusto.
"E' la mia vita... e anche tu... anche tu lo sei. Non posso odiarti." Sfiorai la sua guancia.

Guisgard
12-05-2011, 03.00.51
I due a cavallo percorsero rapidi il sentiero che tagliava la campagna fino al folto bosco.
L’aria mite del mattino era intrisa della luminosità che il Sole di Maggio diffondeva ovunque, mentre dalla terra si riflettevano i colori ed i profumi della Primavera.
“Avanti, amico mio, manca poco ormai.” Disse Finiwell a Cavaliere25. “Poco oltre l’inizio del bosco troveremo il villaggio di Pasuan.”
Spronarono allora i cavalli e continuarono la loro corsa.
Ma all’improvviso un uomo apparve lungo la strada e con ampi gesti chiese loro di fermarsi.
“Cosa diavolo succede?” Domandò insofferente Finiwell.
“Perdonatemi, messeri…” fece l’uomo “… sono un boscaiolo e da anni ormai conduco questo mestiere insieme ai miei figli. Loro però si sono arruolati nell’esercito, per via di questa maledetta guerra che affligge tutti noi. Sono rimasto così da solo… vi è una grossa quercia che da mesi tento ormai di abbattere… ma da solo non ci riesco… mi dareste una mano?”
“Accidenti!” Esclamò Finiwell. “Amico, noi in verità abbiamo una gran fretta!”
Fissò poi Cavaliere25.
“E sia…” annuì “… ma facciamo presto! Avanti, ragazzo, diamo una mano a questo boscaiolo!”

Guisgard
12-05-2011, 03.25.51
C’era un’altra candela accanto a quella che ardeva sul tavolo.
Gouf le avvicinò e subito anche l’atra candela cominciò ad illuminare la stanza.
Il tenue chiarore sembrava confondersi con la penombra di quell’ambiente, generando inquiete ombre che parevano danzare sulle pareti della stanza.
La luce accarezzava i loro volti, quasi disegnando tratti nuovi su quei visi.
Gouf si lasciò cadere sul letto, appoggiandosi allo schienale.
“Il tuo bacio…” disse quasi sottovoce “… avrebbe dovuto uccidermi, invece…” la luce delle candele disegnò una strano bagliore nei suoi occhi “… forse fu la mia corazza… ora però, come vedi, non indosso che semplici abiti…” voltandosi verso di lei “… quanto al tuo signore…” accennando quasi un sadico sorriso “… egli è un vigliacco, un parassita… si nutre del suo stesso male, dei suoi stessi peccati… gli do la caccia da anni, ormai… sembra svanito nel nulla… ma so che prima o poi ci rincontreremo… e solo allora saprò se le mie armi sono capaci di sconfiggerlo… comunque vada, ne resterà in vita uno solo di noi due…”
Respirò profondamente.
“Forse dovresti andare via da questo poso…” continuò “… lontana da questa guerra e lontana da me… prendere tuo figlio e lasciare tutto questo…”
Tese poi improvvisamente la mano a Melisendra.
“Ma non stanotte…” mormorò “… non voglio restare solo stanotte…”

cavaliere25
12-05-2011, 10.41.35
Certo dissi guardando Finiwell poi rivolgendomi al boscaiolo gli chiesi dove sta questo albero da abbattere domandai con una voce stanca e aspettai una sua risposta poi dissi voi come vi chiamate signore?

Talia
12-05-2011, 11.54.27
"Mylady! Serve aiuto? Ho assistito a tutta la scena...posso aiutarvi?"

Mi voltai di scatto a quelle parole...
Probabilmente in un altro momento veder comparire una ragazza tanto giovane nel bosco da sola e a quell’ora mi avrebbe molto sorpresa... ma in quella circostanza ero troppo sconvolta, troppo preoccupata per far caso a questo dettaglio.
“Non lo so...” le risposi, con un vago senso di colpa “E’ caduto da cavallo e...”
Ma la voce di Icarius mi interruppe.
Tornai a guardarlo, allarmata...

“Ah… sono… ferito… sono ferito…” disse ansimando Icarius, mentre una ciocca dei capelli di Talia gli accarezzava il volto “… gravemente… mortalmente… al cuore…”
Aprì di colpo gli occhi e le fece l’occhiolino.
“Non ti facevo tanto premurosa, milady!” Esclamò sorridendole. “Devo dire che fra le tue braccia si sta meravigliosamente bene! Per un attimo ho creduto di essere in Paradiso! Dai, mi merito un bel bacio dopo quella rovinosa caduta, no? Per lo spavento che mi sono preso! Ad un uomo ferito non si rifiuta nulla!” Aggiunse restando adagiato su suo grembo.

“Tu...” mormorai, senza parole per la sorpresa, inspirando forte per riprendere fiato.
Lo osservai appena per un istante, era sorridente, allegro... e subito un impeto improvviso mi colse, quasi in reazione al terrore cieco che avevo provato...
“Sei orribile!” dissi con la voce che tremava forte, colpendolo sulle spalle e sul torace con le mani strette a pugno “Sei tremendo! Sono morta di paura... Come hai potuto? Pensavo che tu fossi... io ho davvero creduto che... oh, ti odio! Io... ti odio!”
Ma quell’impeto si esaurì in fretta com’era arrivato... mi bloccai, avevo gli occhi lucidi e così li chiusi per un istante.
Quando, infine, li riaprii la mia espressione era mutata: non sapevo che cosa significasse quel tumulto di emozioni che provavo, ma sapevo che l’unica cosa realmente importante era che stesse bene. Il resto non contava, ci sarebbe stato tempo per il resto...
Lentamente mi chinai su di lui e lo abbracciai forte.
Tremavo.
“Non farlo mai più!” mormorai, affondando il viso contro la sua spalla “Non spaventarmi mai più così! Mai più! Hai capito?”

Melisendra
12-05-2011, 16.13.59
Scivolai verso di lui e mi appoggiai sul suo petto.
I miei poteri mi trasformarono in acqua fresca che riempie le crepe di una terra straziata, mi tornarono le forze mentre gli avvolgevo le spalle come l'acqua di una cascata e pettinavo tutti i suoi timori e i suoi dubbi. Trascinai via la tensione e la trasformai in resa, in delicatezza.
La sua forza nutriva la mia, mentre i miei poteri funzionavano come le dita di un'arpista che pizzica e sfiora le corde per ottenerne la melodia.
Lo abbracciai e sollevai lo sguardo verso il suo volto.
"Non voglio lasciarti... e sono sicura che nemmeno tu lo voglia...." Abbassai un attimo gli occhi. "Uriel non ha bisogno di me, non ancora... avrà un'infanzia serena fino a quando resterà al sicuro lontano da me..."
Con un gesto della mano sciolsi i lacci della sua tunica e sussurrai: "Tu hai bisogno di me invece..."

Lady Morgana
12-05-2011, 17.07.14
Rimasi lì immobile aspettando una risposta che non arrivò, ma tanto il duca non aveva più bisogno d'aiuto... faceva finta!
Appena Icarius parlò, Lady Talia si dimenticò di me, ma il duca, invece, mi fissò in modo alquanto strano.

Fortunatamente sta bene! Ma perchè mi guarda in quel modo? Cosa ho fatto? Dopotutto lui vede solo una povera, timida, bambina malconcia.

"Voi siete il duca? Io... vorrei... Capomazda!"
Fingere è sempre stata la cosa migliore che riesco a fare. Balbettai delle cose incomprensibili e poi ingoiai delle erbe che mi fecero svenire all'istante. Un potente rimedio per ferite profonde, se viene appoggiato sulla ferita in questione, ma se ingerito è capace di stendere anche un drago!

Guisgard
12-05-2011, 20.19.47
Melisendra dormiva sul suo petto, mentre lui fissava la luce proveniente da una finestra.
Un misto di inquietudini e sensazioni indecifrabili attraversavano il suo cuore.
Con una mano giocava nei capelli di lei, intrecciandoli fra le dite e con l’altra sfiorava la sua pelle nuda e vellutata.
Cosa siamo?
Ciò che vogliamo, o ciò che possiamo?
E’ possibile sfuggire al proprio destino?
L’amore è davvero la risposta a tutto?
E’ capace di difenderci come l’odio, ma senza consumarci?
Queste cose pensava Gouf, mentre il suo respiro si confondeva con quello di Melisendra.
E quel figlio.
Che strana sensazione.
Un figlio.
E poi c’era lei.
La fissò.
Dormiva serena sul suo petto.
Era bella.
Bella come la vita intrisa di tutti i sogni più belli.
E forse, proprio lei, era il suo solo sogno.
L’unico sogno che la vita non gli aveva portato via.

Guisgard
12-05-2011, 20.29.29
“Il nome è Hoberdon!” Disse il boscaiolo a Cavaliere25.
Condusse poi i due presso la grande quercia che non riusciva ad abbattere.
Così, con l’aiuto di Finiwell e Cavaliere25, Hoberdon riuscì alla fine ad abbattere il tenace albero.
“Sono vostro debitore, amici!” Fece il boscaiolo. “Sarete miei ospiti per stasera?”
“Purtroppo non possiamo.” Rispose Finiwell. “Dobbiamo giungere in un posto e siamo già in ritardo.”
“Spero che l’avermi aiutato non vi abbia portato danno.”
“Non datevene pena, amico mio. Ora però dobbiamo andare. Che Dio vi protegga!”
“E protegga anche voi, messeri!”

Guisgard
12-05-2011, 20.36.59
“Ehi, piccola…” disse Icarius con un fil di voce, quasi sussurrato, mentre Talia lo stringeva ancora spaventata “… va tutto bene… era solo uno scherzo… uno stupido scherzo…”
Le sfiorò allora i capelli con le labbra, per baciarle poi il capo.
“Non sai che i Taddei, stando al buon Izar, sono praticamente invincibili?” Accarezzandola e spostando i capelli che le coprivano il volto. “Dai, fammi un bel sorriso… pensavi che bastasse cosi poco per mettermi fuori gioco? Mica potevo lasciarti nel bel mezzo del bosco tutta sola! Io…” fissandola negli occhi “… non ti lascerò mai sola… mai…”
Ma in quel momento Sayla, che stava a pochi passi da loro, all’improvviso cadde svenuta.
“La ragazzina!” Urlò all’improvviso Icarius. “Credo sia svenuta…” tentando di farla rinvenire “… Talia, dobbiamo portarla da qualche parte…” si guardò attorno “… presto farà buio ed il palazzo non è vicinissimo… forse sarebbe meglio portarla al borgo e trovare un posto in cui possa riprendersi.”
Icarius e Talia, portando con loro Sayla, salirono allora sui loro cavalli per dirigersi verso il borgo vicino.
Poco dopo giunsero nel centro abitato, presso la locanda del posto.
“C’è nessuno?” Chiamò Icarius entrando con Sayla in braccio e seguito da Talia. “Abbiamo bisogno di aiuto!”
“Bontà Divina, cosa accade?” Urlò un uomo sbucato da una porticina laterale alla sala con i tavoli.
“Buon uomo, questa fanciulla credo abbia bisogno di cure!” Disse Icarius. “Ci occorre una stanza ed un medico!”
“Chi strilla tanto?” Domandò una donna entrando nella locanda.
“Mary, questa fanciulla ha bisogno di un medico!” Disse il locandiere a sua moglie.
“Seguitemi al primo piano…” fece questa “… la metteremo a letto. Nel frattempo prepara una tisana calda, Fruan!” Parlando poi al marito.
Sayla fu così messa a letto, in una stanza non troppo grande, ma calda ed accogliente.
“Serve un medico, signora.” Disse Icarius.
“Questa le farà bene.” Fece la donna, mentre tentava di far sorseggiare la tisana alla fanciulla. “Credo abbia ingerito qualche erba selvatica che le ha procurato una perdita di conoscenza. Tra poco starà meglio e riprenderà i sensi.”

Lady Dafne
12-05-2011, 20.41.08
Dormii profondamente e sognai

"Forza Dafne, amore mio, forza amore, spingi e stringi i denti. Vedrai che nascerà presto!"
"Friederich non ce la faccio, aiutami!"
"Sono qui amore, ti aiuto io! Ora concentrati e spingi forte, verrai che nascerà presto".
Mi sembrò di uscire dal mio corpo e vidi il bambino nascere, Friederich era seduto sul letto vicino a me e mi teneva la mano mentre partorivo.
"E' nato Dafne, è un maschio e si chiamerà Hubert come mio padre! Grazie Dafne, grazie amore!"
Poi mi sembrò che Friederich entrasse in una bolla di sapone e cominciasse a svanire a poco a poco
"Dafne, io ora devo andare ma sarò sempre con voi e vi proteggerò da lassù. Racconta di me a Hubert, digli che l'ho amato sempre anche se non ho mai saputo che sarebbe venuto al mondo. Ricordati che io ti ho amato veramente e intensamente e per sempre ti amerò"
Mi venne da piangere
"No Friederich, non andare, non andare! Resta!"
"Dafne, io devo andare! Il cavaliere che entrerà tra poco dalla porta sarà il padre che ho scelto per mio figlio. Dona a lui l'amore che avevi per me, è come se io fossi con voi. Ricordami sempre!"
Poco dopo vidi Pasuan entrare eccitato e felice. Mi svegliai...

"Pasuan sei qui? E' già mattino?" poi mi girai ricordando che Hubert si era addormentato lì vicino a me, ma non c'era "Dov'è Hubert? Pasuan, dov'è?" dissi preoccupata.

Talia
13-05-2011, 00.06.02
Non ero mai stata tanto spaventata in vita mia, ma le sue parole mi fecero sorridere debolmente...

“Non sai che i Taddei, stando al buon Izar, sono praticamente invincibili?” Accarezzandola e spostando i capelli che le coprivano il volto. “Dai, fammi un bel sorriso… pensavi che bastasse cosi poco per mettermi fuori gioco? Mica potevo lasciarti nel bel mezzo del bosco tutta sola! Io…” fissandola negli occhi “… non ti lascerò mai sola… mai…”

“Non dimenticarlo, questo!” mormorai, con gli occhi allacciati ai suoi, udendo la sua ultima frase “Non dimenticarlo mai. Ti prego!”


Ma in quel momento Sayla, che stava a pochi passi da loro, all’improvviso cadde svenuta.
“La ragazzina!” Urlò all’improvviso Icarius. “Credo sia svenuta…” tentando di farla rinvenire “… Talia, dobbiamo portarla da qualche parte…” si guardò attorno “… presto farà buio ed il palazzo non è vicinissimo… forse sarebbe meglio portarla al borgo e trovare un posto in cui possa riprendersi.”

Mi voltai di scatto e vidi la ragazza a terra.
Mi precipitai, dunque, anche io su di lei... respirava lentamente, come avviene quando si è perduto i sensi, ma non capivo come questo fosse potuto accadere: un momento prima sembrava stare bene e un momento dopo...
Risalimmo a cavallo e raggiungemmo il borgo, qui trovammo la locanda e in breve tempo ci fu data una stanza, dove sistemammo la ragazza.
“Lasciate!” dissi alla locandiera, avvicinandomi al letto e prendendole la scodella dalle mani “Lasciate che le dia io la tisana! Voi, vi prego, potreste portarci un’altra coperta per la ragazza? Sarà meglio che stia al caldo questa notte!”
Attesi che la donna uscisse, poi mi sedetti sul bordo del letto e tentai di far bere quell’infuso alla fanciulla... era così giovane... com’era possibile, mi chiesi, che non lo avessi notato prima?
Sospirai... era giovane e tutta sola... e più la guardavo e più che una sorta di vaga preoccupazione si impadroniva di me...
Mi voltai, dunque, e lanciai un’occhiata a mio marito...
“Guarda... ” dissi a mezza voce “Sembra poco più che una bambina! Ma che cosa ci faceva da sola in mezzo al bosco? Chi credi che sia?”

Guisgard
13-05-2011, 01.58.48
Icarius fissò la giovane Sayla.
“Non so chi sia…” disse a Talia “… e non riesco ad immaginare cosa cercasse nel bel mezzo del bosco a quell’ora tarda…”
In quel momento ritornò la donna.
“Non preoccupatevi, ragazzi…” mentre copriva con un’altra coperta la fanciulla ancora senza conoscenza “… vedrete che prestò riprenderà i sensi. Ora devo scendere ad aiutare mio marito. Ci sono altre stanze libere se ne occorre una anche voi. Per qualsiasi cosa io sono al piano di sotto.”
“Forse io dovrei tornare a Capomazda…” disse Icarius prima che la donna uscisse “… col mio cavallo non dovrei impiegarci molto… conoscete per caso una strada più breve per arrivarci, signora?”
“Volete partire a quest’ora?” Chiese turbata la donna. “Ma è notte fonda e poi la strada lambisce il confine con la brughiera! E la brughiera di notte è…”
“Vuoi stare zitta!” Gridò il marito entrato proprio in quel momento. “Vai giù che ci sono dei clienti! Servi loro del cibo! Sbrigati!”
“Non arrabbiatevi con vostra moglie…” disse Icarius “… voleva solo darmi un consiglio..."
“Parla troppo quella donna.” Mormorò il locandiere. “Se volete ripartire vi conviene rifare la stessa strada che vi ha condotto qui. Non c’è ne sono altre. Seguite sempre quella strada ed evitate la brughiera.” Ed uscì.
Quelle sue ultime parole avevano uno strano suono.
“Però, che cortesia quell’uomo!” Esclamò Icarius fissando Talia. “Non capisco cosa avesse detto di male sua moglie. Mah, che tipo strano…”

Talia
13-05-2011, 02.46.23
La donna tornò e portò la coperta che le avevo chiesto... la presi e la rimboccai con cura sotto il mento della ragazza: chiunque fosse, avevo la vaga sensazione ne avesse già passate tante!

“Forse io dovrei tornare a Capomazda…” disse Icarius
Quella frase mi turbò.
Sollevai gli occhi di scatto e li puntai su di lui... e non li distolsi affatto, pur ascoltando con attenzione le parole dei due locandieri. Parole che mossero qualcosa in me, anche se non sapevo con esattezza cosa.
Lentamente sollevai una mano e la poggiai leggermente sulla testa della ragazza, in un gesto quasi protettivo...
mentre un lontano sogno solo in apparenza dimenticato, per qualche ragione, affiorò dentro di me in immagini scomposte...

...una chiesa ai margini della brughiera...
...un cavaliere dalla tunica rossa come il sangue...
...paura...
...dolore...
...le armature in quella chiesa si muovevano verso di me...
...il medaglione con il ritratto del duca...
...l’armatura che me lo strappava e poi quello spaventoso lamento, un lamento che sapeva di morte...

La mia testa vacillò, battei ripetutamente le palpebre ma dovetti lo stesso appoggiarmi al letto per sorreggermi, mentre la mia mano correva istintivamente a quel medaglione, lo trovava e lo stringeva convulsamente.
Mi resi improvvisamente conto che la donna era uscita e che adesso anche l’uomo stava per raggiungerla al piano di sotto...
“Non andare!” mormorai ad Icarius una volta rimasti soli, senza riuscire a liberarmi del tutto di quell’orribile sensazione... una sensazione che mi sforzai con tutta me stessa di non definire ‘presentimento’.
“E’ una follia uscire di notte da soli... e io credo di dover restare qui almeno fino a domani mattina, per assicurarmi che la ragazza stia bene!” sospirai appena “Perciò ti prego, non andare via... non lasciarmi qui da sola!”

Guisgard
13-05-2011, 03.18.14
Icarius fissò Talia.
A Capomazda lo stavano probabilmente cercando.
Non aveva detto a nessuno di quell’uscita con Talia.
Saranno sicuramente preoccupati al palazzo.
Questi pensieri attraversavanola sua mente.
Ma poi quelle parole di lei.
“… non lasciarmi qui da sola!”
Icarius sorrise.
“Ho promesso, ricordi? Non ti avrei lasciata mai da sola.” Disse accarezzandole il viso. “Al palazzo se la caveranno! Ora vado dal locandiere a prendere una stanza… voglio che tu ti riposi un po’… resterò io accanto alla ragazza.”
Scese allora al pianoterra dal padrone della locanda.
“Prendo un’altra stanza per stanotte…” fece al locandiere “… e le pago ora entrambe…”
“Si, come volete…” disse con indifferenza l’uomo “… mi occorrono i vostri nomi. Sapete, per i registri. Bastano quello vostro e quello di vostra moglie.”
“Siete una bellissima coppia.” Fece la moglie del locandiere passando accanto al bancone.
“Lo penso anche io, signora!” Sorridendo Icarius. “Allora, i nomi sono… Tristano e Isotta.”
“Quando si dice il destino, eh.” Mormorò il locandiere.
“Eh, già.” Sorridendo Icarius.
E prese le chiavi, ritornò su da Talia.
Presero così possesso della stanza, dove Icarius accese subito alcune candele.
“Stenditi un po’, ti farà bene…” disse “… andrò io a controllare la ragazza…” restò poi a fissarla “… sai, ripensavo a ieri pomeriggio nel bosco… alle tue parole… credo… si, credo che tu ti sia sentita molto sola ultimamente… ed immagino che la colpa sia stata mia…”
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Talia
13-05-2011, 04.15.41
Sorrisi appena alle sue parole e abbassai gli occhi un momento...
“Sai...” mormorai, rialzandoli “E’ strano sentirtelo dire! E’ strano... come lo è essere qui insieme adesso. La verità è che tu non hai mai avuto un’indole facile... sentivo che mi detestavi, lo percepivo ogni giorno con assoluta chiarezza, ma non sapevo perché... anche se posso immaginarlo: ero solo un matrimonio di convenienza, dopotutto. Ero una cosa giunta da lontano e che ti fu imposta senza possibilità di replica... né di scelta!”
Feci una breve pausa, poi ripresi: “Ma anche io... anche io, dal canto mio, ho sbagliato molte cose! Ho preso di punta ogni tua singola fuga, ogni tuo sguardo freddo e in breve sono diventata crudele... non perdevo occasione per criticarti o per giudicarti, anche quando non avrei voluto farlo davvero... ma volevo solo ferirti, tanto quanto tu stavi ferendo me!”
I miei occhi si oscurarono di rammarico, di dolore... poi però gli sorrisi e sollevai una mano a carezzargli il viso.
“Tutto questo non conta più, però!” dissi dolcemente “Non ha più alcuna importanza. E l’ho capito soltanto stasera quando... quando credevo di averti perduto!”
Era vero... e solo in quell’istante mi fu chiaro.
“Quello che succederà dopo... quello che succederà quando tu recupererai la memoria e ricorderai tutto...” mi strinsi nelle spalle “Beh... non posso farci niente adesso!”
Lentamente mi protesi in avanti e lo baciai leggermente... poi tornai a guardarlo e sorrisi.
“Ora dovremo occuparci della nostra piccola ospite, non credi? Fai tu il primo turno, se vuoi... ma svegliami se dovesse accadere qualcosa! E tra poco verrò a darti il cambio, comunque: non voglio che resti sola neanche un momento!”

Guisgard
13-05-2011, 06.01.27
Icarius le sorrise.
Quel bacio, tanto sospirato, invocato durante i suoi sogni più belli.
Quel bacio, simile a quelli delle favole, era come se avesse rotto un incantesimo.
Lui si sentiva diverso.
Era lì con lei.
Erano soli.
Tutto il resto non contava, forse neanche esisteva.
Quel bacio, il suo sguardo e poi le sue parole.
Tutto ciò aveva destato Icarius dalle sue paure e dalle sue inquietudini.
Come se questa notte avesse trasformato tutta la sua vita.
Tutti lo acclamavano come gran signore di uomini e terre.
Ma egli non si era mai sentito tale.
Ora invece sentiva che aveva veramente tutto dalla vita.
“Ti ho fatto soffrire molto…” disse Icarius senza smettere di guardarla “… capisco perché eri tanto fredda e distante… mi chiedo… si, mi chiedo, come tu non mi abbia odiato…”
Le passò una mano nei suoi lunghi capelli.
“Io non so se riacquisterò un giorno la mia memoria…” le sussurrò “… sinceramente non mi importa nemmeno… e se anche accadesse, non cambierebbe nulla… tu sei il mio passato, il mio presente e…” esitò “… il mio futuro, se lo vorrai…”
Per qualche altro istante i loro occhi furono gli uni negli altri, quando, all’improvviso, nella cupa vastità della brughiera risuonò un qualcosa di indefinibile.
Una sorta di grido, lugubre ed agghiacciante, che fece sorgere in loro una profonda angoscia ed un’irrazionale paura.
Come trasportato dal vento, attraverso il silenzio della brughiera, inizialmente parve simile ad un lamento straziante, lacerante e prolungato, per poi spegnersi pian piano come un gemito penoso nel malinconico e desolato scenario circostante.
“Ma cosa è stato?” Saltando su Icarius.
Si avvicinò alla finestra e gettò uno sguardo nelle sterminate tenebre che avvolgevano la locanda.
“Vado a vedere giù. Tu aspettami qui, Talia.”
Corse allora al piano terra e qui trovò il locandiere che chiudeva nervosamente le porte.
“Avete udito anche voi?” Chiese Icarius.
“Cosa?”
“Come sarebbe?” Stupito Icarius. “Quel grido spaventoso! Non potete non averlo udito! Veniva dalla brughiera!”
“Non ho sentito nulla.”
“E voi, signora?” Domandò alla donna che stava immobile in un angolo. “Voi l’avete udito, vero?”
“Neanche mia moglie ha udito nulla.” Fece il locandiere. “Ora è tardi… va a letto.” Rivolgendosi a sua moglie. “Io finisco di chiudere e ti raggiungo.”
La donna annuì con un movimento quasi impercettibile del capo e si avviò verso la sua stanza.
Aveva un diffuso pallore su tutto il suo viso e gli occhi arrossati come se avesse pianto da poco.
“Cosa nascondete qui?” Fissandolo Icarius. “Cosa c’è la fuori? Parlate!”
“Lasciate subito la mia locanda.” Sentenziò l’uomo. “Quelli come voi non li vogliamo qui.”
“Tu sei pazzo…” mormorò Icarius “… se credi che io possa portare mia moglie la fuori con quello che sta succedendo…”
“Non puoi lasciarli uscire!” Gridò la moglie dopo essere tornata indietro. “Non puoi, in Nome di Dio!”
“Allora andatevene a dormire se volete restare qui stanotte.” Disse l’uomo a Icarius. “E non seccatemi più.”
Detto ciò, il locandiere e sua moglie si rinchiusero nella loro stanza, lasciando Icarius in preda ad una profonda ed indecifrabile angoscia.
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Guisgard
13-05-2011, 06.02.41
Pasuan entrò nella stanza e trovò Dafne già sveglia.
Un raggio di Sole, che filtrava da una delle finestre semichiuse, sembrava danzare sul suo volto, illuminandone lo sguardo vispo.
“Buongiorno, damigella.” Disse Pasuan accennando un inchino. “Dormito bene? Fatto bei sogni? Non preoccuparti per il piccolo Hubert. Si è svegliato poco fa e piangeva. Doveva essere cambiato e ci ha pensato mia madre.”
In quel momento entrò la madre di Pasuan col piccolo.
“Eccolo, fresco e profumato come un fiore.” Lasciandolo fra le braccia di Dafne.
“Tu sei ancora debole e non puoi alzarti…” sorridendo Pasuan “… dimmi cosa ti va di mangiare oggi ed io andrò a prenderlo. Nel tuo stato è bene soddisfare qualsiasi voglia di cibo! Avanti, dimmi, ti va qualcosa di dolce o di salato?”
“Sei proprio un impiastro, fratellone!” Esclamò Mian ferma sulla porta. “Solo quando sono incinte le donne devono soddisfare quel tipo di voglie! Arrivi tardi!” E rise.
“Sei solo acida perché a te nessuno chiede queste cose, sorellina!”
“Cafone!”
“Su, ragazzi, ora basta.” Li riprese sorridendo la madre. “Oggi è Venerdì…” rivolgendosi al figlio “… ed al mulino donna Carmidal avrà fatto il pane bianco e quello aromatizzato con spezie ed olive. Sono certa che alla nostra Dafne piacerà molto.”
“Si, è magari prenderò anche del formaggio fresco!” Esclamò raggiante Pasuan.

cavaliere25
13-05-2011, 13.14.58
dissi rivolgendomi a Finiwell simpatico quel boscaiolo se non eravamo in ritardo con i tempo mi sarei ben fermato a mangiare qualcosa e continuai a èercorrere la strada davanti a me

Morrigan
13-05-2011, 16.35.28
Troppo mistero.
C'era qualcosa che non quadrava. Era stata addestrata fin da bambina a tacere ed osservare, e fin dalla più tenera età le era stato insegnato che bisogna lanciare il proprio sguardo oltre le apparenze. Così Morrigan sapeva come cercare al di là del visibile e muoversi tra le pieghe dei pensieri celati, quindi poteva ben dire che qualcosa non quadrava in quell'uomo. Sempre misterioso, non concedeva niente di sè. E non era la naturale ritrosia dello straniero, la sua. Quel fare guascone e quel sorriso sarcastico erano solo un modo brillante per camuffare i suoi pensieri. Di certo questo lo rendeva affascinante agli occhi delle donne e simpatico a quelli degli uomini, e grazie a questa sua dote aveva preso a muoversi tra le strade di Capomazda senza che nessuno gli sbarrasse mai il passaggio o nemmeno dubitasse minimamente di lui.
Ripensò per un attimo alle parole delle guardie, alla porta..."tipi come quello hanno in mente solo il gioco, il vino e le donne"... già, era proprio come pensava. Questa era l'immagine che si aveva di lui, e questa era l'immagine che egli voleva dare... ma non era così che l'aveva visto lei, no...

Allora cominciò a chiedersi dove sparisse quell'uomo per ore ed ore, e che cosa ci facesse ancora a Capomazda se non aveva qualcosa di importante da fare in quel luogo...
Pensando questo, una subitanea idea le balenò alla mente...
... ah, ma è la solita pazzia...
... però Finiwell era sparito dalla circolazione senza avvertirla, e Monteguard, da parte sua, non le aveva fatto pervenire alcun ordine...
... in fondo questo posto è molto noioso se non ci si trova qualcosa di divertente da fare!
E pensando questo, si coprì bene con il mantello e in silenzio perfetto prese a seguire la strada che Guisgard aveva imboccato, decisa a non perderlo di vista e a scoprire, se poteva, qualcosa dei segreti che egli celava.

Talia
13-05-2011, 16.37.22
Non temere mai la verità, soleva dire mio padre. Anche quando non è semplice, anche quando ti fa paura, anche quando è dura da affrontare, niente varrà allo stesso modo.
La verità...
Avevo detto la verità ad Icarius su di noi, gli avevo parlato con una franchezza che mai avevo osato usare con lui prima... e ogni cosa mi appariva perfetta adesso.
Sorrisi.
Non sapevo per quanto tempo questo sarebbe durato e non mi importava, sapevo solo che non c’era niente altro che desideravo al mondo se non restare lì per sempre in quell’attimo, guardare i suoi occhi, ascoltare la sua voce...
Poi qualcosa ci destò.

Per qualche altro istante i loro occhi furono gli uni negli altri, quando, all’improvviso, nella cupa vastità della brughiera risuonò un qualcosa di indefinibile.
Una sorta di grido, lugubre ed agghiacciante, che fece sorgere in loro una profonda angoscia ed un’irrazionale paura.
Come trasportato dal vento, attraverso il silenzio della brughiera, inizialmente parve simile ad un lamento straziante, lacerante e prolungato, per poi spegnersi pian piano come un gemito penoso nel malinconico e desolato scenario circostante.
“Ma cosa è stato?” Saltando su Icarius.

Quel grido mi pietrificò dov’ero.
Per un istante la paura mi attanagliò il cuore e mi rese impossibile muovermi, parlare e perfino respirare... una paura inconsulta e ingestibile, una paura irrazionale e misteriosa in tutto uguale a quella che ci coglie soltanto negli incubi.
Perché questo era quel grido: un incubo.
O meglio, divenne un incubo terribilmente reale nel momento preciso in cui mi resi conto che io quel grido la aveva già sentito... lo avevo sentito dentro un sogno, un sogno a sua volta tanto reale da spingermi a cercarne le basi.
Per un attimo rimasi lì, immobile e tremante e le immagini di quel sogno riaffiorarono in me con una forza travolgente...
Ma fu solo un attimo... poi la mia mente si oppose e mi costrinse a tornare al presente.
Vidi Icarius varcare la soglia e lo richiamai... ma troppo tardi. Non mi udì neanche, probabilmente. Sentii i suoi passi sui gradini e poi voci al piano di sotto.
Mi alzai quindi e raggiunsi la stanza di fianco, dove riposava la bimba... temevo che si fosse svegliata con quel grido e che fosse spaventata, e invece, entrando, la vidi serena e mi parve che fosse ancora addormentata.
Feci, allora, qualche passo nervoso nella stanza, aggirai il letto silenziosamente e mi avvicinai appena alla finestra... ma non ebbi il coraggio di guardare fuori. Al contrario, un’angoscia profonda e inspiegabile mi investì in quel momento, facendomi tremare...
In fretta, dunque, tornai verso la porta... non si udivano più voci adesso, il locandiere doveva essersi ritirato.
“Icarius...” chiamai sommessamente dalla porta della camera di Sayla, lanciando un’occhiata nervosa giù per la scala ma senza però osare uscire sul pianerottolo, in modo che né io né lei restassimo sole “Icarius, per l’amor del Cielo, torna qui!”

Lady Dafne
13-05-2011, 19.23.45
Il piccolo Hubert si mise a piangere

"Ecco" dissi ridendo "si è reso conto che chi gli farà da padre è un po' matto! Ma no piccolino, è solo un po' impreparato, vedrai come ti divertirai con lui... E lo sai che è uno dei migliori cavalieri che ci siano? Oddio, a volte si caccia nei guai ma ora che 'tiene famiglia' speriamo che si dia una calmata. Eh? che ne dici piccolo?" piangeva ancora di più e sorrisi guardando Pasuan
"Vedi? Già ti sgrida! Sarà lui a fare da padre a te, non il contrario!" mormorai fingendo di essere severa, poi mi sciolsi in un sorriso, baciai sulla fronte il piccolo e lo cullai cantando una vecchia canzoncina. Il bambino si calmò, intanto provvidi a prepararmi per una nuova poppata, mi sentivo i seni più gonfi, probabilmente il latte era finalmente arrivato
"Accipicchia Hubert, avevi fame eh?!" dissi ridacchiando mentre il piccoletto si abbuffava.
Mi voltai verso la madre di Pasuan e Mian
"Signora, Mian, devo ringraziarvi di cuore per tutto quello che state facendo per me e per il bambino. Immagino che saremo d'intralcio e che avremo interrotto la vostra quiete quotidiana e me ne rammarico. Domani presumo di essere in forma e ho intenzione di riprendere la via di casa. Non voglio pesare oltre su di voi".

Quando rimasi sola con il piccolo sperai che al ritorno di Pasuan le due care donne ci avrebbero lasciati un po' soli, avevo bisogno di parlare con lui, di chiedergli come considerare questa nuova condizione nella quale ci trovavamo. La sera prima, infatti, l'avevo sentito dire alla sorella che io ero una "Cara Amica". In realtà credevo di essere molto di più; mi rendevo conto però che non potevo chiedere troppo a quel giovane cavaliere che già aveva deciso di fare da padre al piccolo.

Lady Morgana
13-05-2011, 22.12.22
Quando mi svegliai mi guardai intorno... quasi di sicuro mi avevano portato nella locanda più vicina. Guardando verso la porta, notai sulla soglia Lady Talia che parlava con il marito approposito di un grido spaventoso...
Tentai di alzarmi, ma le erbe avevano ancora effetto su di me, e non seppi trattenere un gemito. Mi issai sui gomiti e aspettai...

Sono una bambina, sono una bambina... ma come si comporta una normale bambina?

Domande a cui non potevo dare risposta, l'unica cosa che potevo fare fu vedere quanto fossi credibile.
Tossì forte e aspettai...

Questo dovrebbe attirare la loro attenzione.

Guisgard
14-05-2011, 01.00.38
La notte su Capomazda.
La foschia avvolgeva ogni cosa, rendendo sbiaditi e velati i contorni e le forme di quell’antico e nobile mondo.
Un profondo silenzio regnava ovunque, tra le strade e le case del borgo che circondava la cittadella fortificata dei duchi.
Un figura avvolta da un austero mantello attraversava le strade solitarie, mentre l’umidità della notte scendeva tutt’intorno.
Morrigan la seguiva qualche passo più indietro, mentre quella figura a tratti sembrava confondersi con il buio della notte.
Ad un certo punto Guisgard giunse davanti ad una piccola casa fatta di pietre e legna, quasi nascosta tra due strette stradine laterali.
Bussò con tre tocchi alla porta ed attese qualche istante.
La porta si aprì ed il cavaliere entrò.

Melisendra
14-05-2011, 01.48.39
Mi svegliai di soprassalto.
Avevo quasi dimenticato dove mi trovavo. Mi stavo perdendo in un sogno che non ricordavo.
Mi mossi appena e mi tranquillizzai quando ricordai dove fossi e sentii Gouf giocare con una ciocca di capelli.
Sentivo che mi osservava.
Mi mossi lievemente e mi rigirai tra le coperte, verso di lui.
"Sento che c'è qualcosa che vorresti chiedermi... qualcosa che ti preoccupa, forse?"
Mi stiracchiai leggermente e sorrisi, illuminata solo dalla luce di qualche candela. Ma fuori presto avrebbe iniziato a schiarire.

Guisgard
14-05-2011, 01.59.02
“Non dirlo neanche!” Disse quasi offesa la madre di Pasuan. “Qui sei come a casa tua, Dafne!”
“E poi non sei ancora in grado di affrontare un viaggio a cavallo fino a Capomazda!” Fece Mian. “E comunque, non credo che Pasuan ti permetterebbe di ripartire così presto!” Aggiunse facendole l’occhiolino.
Ad un tratto si udirono dei passi fuori la porta.
“Ecco il fratellone!” Esclamò Mian.
“Cosa stavate confabulando voi tre?” Chiese Pasuan entrando in casa. “Tre donne contro di me! In pratica sono sconfitto in partenza!” E rise di gusto.
“Hai preso tutto?” Domandò la madre.
“Certo!” Rispose Pasuan. “Pane bianco, quello aromatizzato con spezie varie e quello con le olive! E non è tutto… la casa oggi offre formaggio fresco e… sorpresa! Focaccia dolce!”
“Ma allora oggi è festa!” Esclamò Mian.
“E poi…” avvicinandosi Pasuan al piccolo Hubert “… questo è un regalino speciale per te!” Mostrandogli ed agitando un piccolo sonaglino colorato.
“Ma è troppo piccolo per giocare con quel coso!” Fece Mian.
“Che vuol dire? Forse non potrà prenderlo in mano, ma può benissimo sentirlo suonare, no!”
“Sei proprio una frana, fratellino!”
“Il fatto che tu da piccola non sia stata molto sveglia, non ne fa una regola generale per tutti i bambini!”
“Sei il solito cafone!”
“Ragazzi, su, fate i bravi.” Li riprese la madre.
“C’è molta agitazione ed eccitazione in giro per il villaggio.” Disse Pasuan continuando a tentare di attirare l’attenzione del piccolo Hubert agitando il sonaglino. “Credo sia per l’incoronazione del duca… ormai manca poco e tutti si preparano al grande evento.”
“Come lo sai?” Chiese Mian.
“L’ho sentito dire dal capitano qualche giorno fa…” rispose Pasuan “… si voleva far seguire l’incoronazione alla festa per l’apparizione dell’Arcangelo Michele sul Monte Sacro.”
“Ma le celebrazioni per l’apparizione di San Michele sono avvenute Domenica scorsa!” Fece Mian. “Dunque è imminente l’incoronazione di sua signoria!”
“Infatti, è quello che ho detto. Fra due giorni, credo, Al massimo tre.” Annuì Pasuan. “Ci saranno festeggiamenti ovunque, sai?” Rivolgendosi poi a Dafne. “Anche nel nostro villaggio. Vedrai che non rimpiangerai la festa che si terrà a Capomazda, Dafne.”
“Chissà il vestito da sogno che indosserà lady Talia.” Sospirando Mian. “Vorrei proprio assistere all’incoronazione! Sarà come una favola!”
Pasuan sorrise e poi, fissando nuovamente Dafne, aggiunse:
“Se domani ti sentirai meglio, voglio farti fare un giro per il villaggio… ci sono posti belli anche quaggiù…” e le sorrise.

Guisgard
14-05-2011, 02.16.28
Gouf non rispose subito a quelle parole di Melisendra.
Fissava la finestra accanto al letto, come se fosse in attesa di qualcosa.
Forse dell’albeggiare, come se la luce del giorno potesse non solo dissolvere le tenebre della brughiera, ma anche quelle che si annidavano dentro di lui.
“Al di là del suo fanatismo religioso e della sua ignorante superstizione” disse all’improvviso “la gente di queste terra dice il vero quando afferma che nulla accade per caso, che il caso non esiste… ci sono leggi inesorabili, fatali e irreversibili che regolano il mondo in cui viviamo… e noi con esso… e mi chiedo il perché del tuo arrivo qui…” si voltò a fissarla “… dimmi che posso fidarmi di te, Melisendra… dimmi che non mi stai mentendo, che non mi tradirai mai… per niente al mondo. Giurami tutto questo ed io ti crederò. Ma se mi stai ingannando io ti strapperò ciò che più ami. E sai che lo farò.” Fissandola con uno sguardo profondo e senza luce, come il peggiore dei gironi infernali.

Guisgard
14-05-2011, 02.30.16
“Tranquillo, amico mio, appena riporteremo Pasuan a Capomazda ti offrirò un succulento pranzo a base di minestra con lardo e verdure, pane caldo e monumentali cosciotti di capriolo! Il tutto innaffiato con fiumi di vino!” Disse Finiwell a Cavaliere25.
E dopo un pò i due intravidero finalmente il villaggio di Pasuan in lontananza.

Guisgard
14-05-2011, 03.23.42
Icarius fissava la porta della locanda che era stata chiusa con un pesante lucchetto ed una robusta asse di legno.
Sentiva quasi la tentazione di forzarla ed aprirla per vedere cosa ci fosse davvero la fuori.
Quel grido maledetto sembrava essere stato inghiottito dalle tenebre della brughiera, lasciando al suo posto un’angoscia profonda ed un’irrazionale paura.

La foschia avvolgeva ogni cosa…
Quello scenario appariva incantato, maledetto…
Nulla sembrava essere attraversato dal soffio della vita…
Anche il vento si era ammutolito...
Le tenebre ricoprivano tutto…
Poi qualcosa parve animarsi...
Una figura, incerta, oscura, eterea…
Sembrava quasi chiamarlo, invocarlo…
Lui ne era come attratto…

“Icarius… Icarius, per l’amor del Cielo, torna qui!” Disse Talia all’improvviso.
E quella voce, il suo suono, sembrò come destarlo da quella misteriosa ed inquietante visione.
“Talia…” sussurrò voltandosi verso le scale che conducevano dove era lei.
Fissò un’ultima volta la porta della locanda che conduceva fuori, per poi, un attimo dopo, correre verso le scale.
“Talia!” Chiamò salendo sopra. “Talia, sono qui!”
Raggiunse così la stanza dove si trovavano sua moglie e la giovane Sayla.
La ragazza aveva finalmente ripreso conoscenza e li fissava entrambi.
http://www.alicia-logic.com/capsimages/sh_024KatrinaBook.jpg

Guisgard
14-05-2011, 03.56.47
Intanto, nella loro stanza, il locandiere e sua moglie non riuscivano a chiudere occhio.
“Volevi davvero mandarli via? La fuori? Rispondi, in nome di Dio!” Disse la moglie.
“Lasciami dormire, donna…”
“Non puoi averlo pensato davvero!” Scuotendolo la donna. “Sarebbero morti tutti!”
“Cosa volevi che facessi?” Chiese con rabbia l’uomo. “Continuava a farmi domande! Cosa avrei dovuto dirgli? La verità forse?”
La donna non rispose nulla.
“E se l’avessi fatto, cosa credi che avrebbero pensato?” Continuò l’uomo. “Te lo dico io! Che siamo solo dei poveri pazzi! Ecco cosa!”
“Il loro sangue sarebbe ricaduto su di noi…” mormorò la donna “…e questa colpa ci avrebbe dannato per sempre…”
“E perché? Non li ho chiamati certo io! Non ho detto loro di scegliere proprio la mia locanda per dormire stanotte!”
“Era dal giorno in cui morì lord Rauger che non si sentiva più…” quasi in lacrime la donna “… perché è ritornato? Cosa vuole ancora? Cosa cerca?”
“L’ultimo dei Taddei…” mormorò il marito fissando la penombra della stanza “… fino a quando non porterà via anche l’ultimo duca, non darà pace a queste terre…”
La donna prese un rosario e inginocchiatasi accanto al letto, cominciò a pregare.

Lady Dafne
14-05-2011, 09.18.54
"Che bel regalino ti ha fatto il papà, eh Hubert che ne dici?" il bambino stava ancora poppando con gli occhietti chiusi e mi sembrò un po' irritato dal suono del sonaglio così mi rivolsi a Pasuan
"E' meglio se giochiamo dopo con Hubert, ora lasciamolo mangire tranquillo..." avevo appena sussurrato quella frase perchè non volevo che Mian la sentisse o avrebbe avuto un'altra occasione per stuzzicare il fratello che invece, a mio avviso, si comportava come un perfetto neopapà.

"Comunque, per quanto riguarda la festa a Capomazda per l'incoronazione del duca, io non ho alcun rimpianto per non essere presente. Devo dire che Icarius mi sembra molto cambiato rispetto ad una volta e lo ringrazierò sempre per averci fatto il piacere che ci ha fatto" strizzai l'occhio a Pasuan sperando che capisse che tacevo l'esperienza galera per non far preoccupare sua madre "ma la vita laggiù in città non è delle migliori, non mi sono mai ambientata e c'è sempre qualche pericolo anche se spesso si sopravvive perchè sulla propria strada si incontrano dei cavalieri molto coraggiosi" guardai Pasuan e gli presi la mano stringendola forte.
"A proposito, Pasuan, tu non devi presenziare alla cerimonia come tutti i cavalieri?"

cavaliere25
14-05-2011, 11.00.09
Forse siamo arrivati finalmente dissi sorridendo a Finiwell ora dobbiamo trovare Pasual e portarlo con noi e poi potremmo riposarci un po