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#2551 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Affatto.” Disse lady Vicenzia a Talia. “Sono solo stata trattenuta da alcuni viaggiatori inviati da sua grazia il vescovo. E raccontandomi dei loro trascorsi in Terrasanta, ho appreso di alcune questioni davvero poco interessanti per una donna.” Fissò la ragazza. “Mi hanno narrato che un imprevisto li ha trattenuti presso un'isoletta delle Cicladi, dove una ragazza è stata processata per aver violato i suoi voti monacali a causa di una relazione con un cavaliere del posto. Quei viaggiatori mi hanno poi detto che il cavaliere in fuga è stato ritrovato in un paesino sulle coste italiane. Ora, pare, lo stiano andando a prendere.” Tossì. “Come vedi, sono solo storie di fughe amorose e faide tra cavalieri. Ora riposa. Devi rimetterti. Partiremo presto, all'alba. Domattina ci penseranno le monache a svegliarti. Ti auguro una serena notte.” Ed uscì.
Quella notte trascorse inquieta. Nella stanza di quella locanda a poca distanza dal Convento di San Pasquale, Guisgard si girava e rigirava nel letto, preda di un'ansia e di una agitazione senza fine. Nel letto accanto al suo, Umans invece sembrava riposare senza alcun problema. E così Guisgard fissava il soffitto, per poi alzarsi ed avvicinarsi alla finestra, cercando nel buio della notte la sagoma del convento che a stento emergeva tra la vegetazione e le rocce sovrastanti la locanda. Sapere che Talia si trovava lì, a poca distanza da lui, che invece era impotente in quella situazione, sembrava farlo impazzire. Cosa stava facendo? Si chiedeva. Lo stava pensando? Lo stava sognando? Avvertiva la sua stessa ansia? La sua stessa solitudine? Cominciò allora a giocherellare col suo pugnale, incidendo qualcosa nella pietra. E così trascorse tutta la notte. Una notte lunga e silenziosa, lontana e indifferente. Fino all'alba che rischiarò con le sue dita rosate le vette dei due monti che racchiudevano Faycus. Il gallo cantò e la locanda si destò. Umans saltò giù dal letto e trovò Guisgard accanto alla finestra, con la testa poggiata sulla nuda pietra e rischiarata dal Sole mattutino. E su quella pietra dove ora riposava, aveva inciso col suo pugnale il suo nome e quello della sua amata. “Il letto” svegliandolo Umans “non era forse abbastanza comodo, amico mio?” Guisgard scosse il capo e saltò su. Scesero allora al pianterreno e qui un profumo di focacce calde e pannocchie scaldate li accolse. “Ti ho detto che erano proprio dei cavalieri!” Disse un uomo seduto ad un tavolo, mentre conversava con un compagno. “E che genere di cavalieri?” Chiese questi. “Non saprei...” rispose l'uomo “... sulla tunica recavano un simbolo sconosciuto, come quelli che portano gli ordini cavallereschi che combattono in Terrasanta per il Santo Sepolcro.” “Buongiorno!” Esclamò Ludovico De' Taddei attivando nella stanza e destando Guisgard dall'attenzione che aveva dato alle chiacchiere di quei due uomini al tavolo. “Una bella colazione e poi comincerà la nostra battuta di caccia!” “Milord...” avvicinandosi a lui Guisgard. “Dopo, dopo, giovanotto!” Disse il taddeide. “Prima bisogna mangiare! Su, sedetevi e facciamo colazione!” Finito di mangiare, i quattro partirono verso la boscaglia. “Ma cosa stiamo cacciando?” Domandò Guisgard a Tysoon. “Un grosso cinghiale.” Rispose questi. “Forse il più grande mai avvistato da queste parti.” E mentre si allontanavano, Guisgard si voltò a fissare il convento, avvertendo una malinconia ed un senso di smarrimento mai provati prima.
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#2552 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltavo le parole di Fyellon ma non ero convinta, le macchie di sangue sembravano non di lunga data...e poi quel rivolo rosso sul suo volto dopo essere uscito dal vecchio monastero?
Preferii non andare oltre e vedendolo preoccupato lo ascoltai.."Se vivrete con questo senso di colpa non potrete essere sereno nella vita...purtroppo per quanto crudele possa essere dovete pensare che cosi doveva andare, e capisco il vostro dolore per aver perso vostro padre. Vi ripeto..non dovete pensare più a vostro fratello, e soprattutto con questo astio, fate male solo a voi stesso". Gli presi la mano..."Andiamo, su, Tylesia ci aspetta" e lo trascinai verso la selva.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#2553 |
Cittadino di Camelot
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Dobbiamo prepararci bene dobbiamo annientali tutti dissi guardando il soldato dovremo anche fare una strategia di attacco parlerò con il comandante appena potrò e guardai i miei amici
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#2554 |
Cittadino di Camelot
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Le parole di lady Vicenzia mi colpirono... aveva parlato con tono leggero, quasi noncurante, eppure i suoi occhi erano fissi su di me e parevano studiarmi. E poi quell’allusione alla ragazza processata... credevo di conoscere abbastanza bene lady Vicenzia, ormai, da dubitare che lo avesse detto per caso... la duchessa non diceva mai niente per caso e di certo non una cosa del genere.
Rimasi in silenzio, tuttavia... sforzandomi di non lasciar trapelare la pur minima emozione... e solo dopo che fu uscita di nuovo dalla stanza mi abbandonai a pensieri e congetture... Cavalieri dalla Terrasanta, aveva detto... Potevano essere i Cavalieri della Luna Nascente ad esser giunti fin lì? E volevano me e Guisgard? Ma, se così era, perché non ero ancora stata consegnata? E perché la duchessa non mi aveva semplicemente chiesto di dire la verità? Perché, infine, si era risolta tanto in fretta a ripartire per la capitale? Fu una notte agitata quella... una notte in cui sogni, visioni, ricordi e paure si susseguirono nella mia mente senza posa... mi girai e rigirai nel letto infinite volte, continuando a pormi e ripormi sempre le stesse domande, continuando a chiedermi dove fosse Guisgard e se avesse visto arrivare quei cavalieri, chiedendomi se fosse al sicuro e chiedendomi che cosa ne sarebbe stato di me a partire dal giorno successivo... Infine, stanca e provata, sentii l’aurora giungere e penetrare attraverso la finestra.
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** Talia ** ![]() "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." ![]() |
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#2555 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard e Umans partirono prestissimo, insieme a Ludovico e a Tisoon, per cacciare il cinghiale.
Ad un certo punto i quattro si separarono. Il taddeide mandò in una direzione Guisgard ed il suo compagno, mentre lui e Tisoon si diressero nell'altra. “Dobbiamo approfittarne per scappare.” Disse Guisgard a Umans. “E se ci faranno inseguire?” “Voglio riprendermi Talia!” Ad un tratto si udì un nitrito. Il cinghiale aveva aggredito il cavallo di Ludovico, che sbizzarritosi aveva poi fatto cadere a terra il taddeide. “Acc...” dolorante questi “... credo di essermi rotto una costola...” alzò gli occhi e vide il cinghiale “... Tisoon, aiutami!” Ma il ragazzo fuggì via. “Canaglia!” Urlò il taddeide. Intanto, Guisgard e Umans avevano visto tutta da lontano. “Fuggiamo ora!” Esclamò Umans. “Non possiamo lasciarlo così.” Disse Guisgard, per poi correre verso Ludovico. Il cinghiale aveva già puntato il taddeide ma un grido lo bloccò. “Ehi!” Urlò ancora Guisgard, agitando il suo mantello. Il cinghiale allora cambiò preda e si lanciò verso il cavaliere. Questi però evitò l'attacco dell'animale, lasciandolo invece avventarsi contro il suo mantello. La corsa furiosa del cinghiale fece si che il mantello si attorcigliasse attorno alla testa dell'animale, fino ad impedirgli di vedere. Tuttavia quella folle corsa non accennò a diminuire fino a quando il cinghiale non frantumò la sua testa contro una dura pietra e stramazzò al suolo col collo spezzato. “Come state, padron De'Taddei?” Soccorrendolo Guisgard. “Credo di avere una costola rotta...” In quel momento giunse Umans con i loro cavalli. “Dove eri finito?” Fissandolo Guisgard. “Ero lì, pronto ad intervenire!” Guisgard fece una strana smorfia, poi insieme al suo compagno aiutarono il taddeide a salire in sella ad uno dei cavalli. Nel frattempo, al convento, una monaca aveva svegliato Talia, per poi aiutarla a prepararsi. Poco dopo scesero nel refettorio, dove la duchessa attendeva la ragazza per fare colazione. “Buongiorno.” Vedendola arrivare con la monaca. “Dormito bene? Sei ansiosa di arrivare a Capomazda?”
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#2556 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea e Fyellon ripresero così il loro cammino attraverso la selva.
“Avete ragione.” Disse il cavaliere. “Non dovrei sprecare pensieri ed energie per quel vigliacco... anche perchè, conoscendolo, a quest'ora sarà imprigionato o forse morto. Era un poco buono, imbevuto di se stesso, arrogante e superbo. Era un meschino e un falso. Al Casale degli Aceri, dove siamo cresciuti, con noi vi era una sorella... l'unica ragazza... beh, lui mise gli occhi su di lei... non per amore, perchè lui era incapace di amare altri al di fuori di se stesso... no, lui voleva solo divertirsi... lui voleva piacere a tutti, soprattutto alle donne... aveva bisogno di sentirsi il cavaliere perfetto, amato ed ammirato... e poi, invece, era solo un ipocrita... si professava credente, eppure non ebbe molti scrupoli ad interessarsi di nostra sorella, visto che il maestro aveva destinato lei ad una vita sacerdotale... fortunatamente lei non si lasciò mai affascinare da lui... più che altro lui era una sorta di distrazione, di divertente dimenticanza... era pur sempre una ragazza e probabilmente la intimoriva il suo destino di sacerdotessa... e quando lui scoprì come stavano realmente le cose, per rabbia scappò via dal Casale...” scosse il capo “... perdonatemi, Altea... non vi parlerò più di quell'individuo... a quest'ora avrà di certo avuto ciò che meritava...”
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#2557 | |
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Esitai alle sue domande... Avevo dormito bene? No! Ero ansiosa di giungere a Capomazda? Ancora meno! Ero agitata, tesa, preoccupata... e quella notte non aveva affatto alleviato le pene della sera precedente, né portato consiglio ai miei dubbi ed alle paure... Abbassai gli occhi ed inspirai appena... “Deliziose le focacce, Vostra Grazia!” dissi, in tono forse fin troppo leggero “Avevate assolutamente ragione voi, milady: credo che mangiare qualche cosa mi farà bene, dopotutto, e che mi aiuterà a rimettermi da quel piccolo malore!”
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#2558 |
Cittadino di Camelot
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Camminavamo per la selva e Fyellon iniziò ad aprirsi, mi parlò di quel fratello ma con tanto odio e di sua sorella..."Vostra sorella? scusate ma allora non eravate fratelli e sorelle di sangue? E voi siete certo di ciò che provavano vostro fratello e vostra sorella? vi siete mai soffermato a parlare con vostra sorella se ella desiderava una vita monacale? Molte ne sono costrette, io...sinceramente, non ci sarei riuscita. Fyellon...mi piacerebbe davvero che un giorno voi possiate riappacificarvi con la vostra famiglia di origine. Se notate, io vago sola...e non mi perdo certo in vecchi rancori contro.. mia madre." Seguì un silenzio, l'avevo lasciata sola per partire verso il Calars e chissà come stava. "Che strana questa quiete, non trovate?" dissi per smorzare quella strana atmosfera creatasi.
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#2559 |
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“Fantastici.” Disse Ludovico ormai in sella al suo cavallo. “Davvero fantastici! Meritate un premio!”
Guisgard sorrise. “Sarete i miei nuovi bracconieri e resterete a Faycus per sempre!” “Come sarebbe?” Mormorò Guisgard. “Si e forse un giorno, chissà, vi farò Gastaldi!” “Milord...” fece Guisgard “... io ve ne sono grato... ma non posso accettare...” “Come sarebbe?” “Non posso restare a Faycus...” “E perchè mai?” Stupito Ludovico. “Siete forse ricercati?” Guisgard chinò il capo. “Forse...” mormorò il taddeide “... forse questo luogo non fa per voi... forse potrei trovarvi un'altra sistemazione... potrei farvi partire oggi stesso!” “Padron De' Taddei...” disse Guisgard. “Cosa c'è ancora?” “Io ora non posso lasciare questa città...” “Come sarebbe?” Meravigliato il taddeide. “Insomma, quale altro problema c'è? Chi si trova nei guai non può temporeggiare tanto! C'è un solo motivo a questo mondo che può spingere un uomo...” si zittì all'improvviso “... ah, che sciocco... eh, l'amore!” Guisgard lo fissò. “E dove si trova la bella dama?” “Ecco...” “Cos'è quella faccia, giovanotto?” Domandò Ludovico. “Non sarà mica nelle grinfie di un drago o di un orco?” “Peggio, milord...” mormorò Guisgard “... è al Castello Ducale... la duchessa credo ne abbia fatto una sua servitrice o qualcosa di simile...” A quelle parole Ludovico scoppiò a ridere, per lo stupore di Guisgard e Umans. Intanto, al convento, la colazione di Talia e lady Vicenzia continuava. “Ti ho chiesto di come avevi trascorso la notte.” Disse la donna a Talia. “E di come stai vivendo la nostra partenza per Capomazda. Probabilmente sei indisposta. Tieni però presente che non sai fingere, ragazza mia. Bene... quando avrai terminato la colazione, partiremo...” Fece allora preparare la sua carrozza e poco dopo lei e Talia furono condotte fuori. In quel momento però arrivò al convento qualcuno. Era un uomo scortato da alcuni soldati. “Salute a voi, cara cugina!” Salutò Ludovico, che poi con un cenno mandò via i suoi uomini. “Che sorpresa, Ludovico.” Disse la duchessa. “Vedo siete in partenza.” Sorridendo lui. “Ah, avete una nuova dama di compagnia... molto carina... come vi chiamate, milady?” “Talia, si chiama.” Rispose la duchessa. “Ora però siamo in partenza, cugino.” “Talia...” ripetè Ludovico “... che bel nome! E siete sola al mondo? Nessun padre, nessuna madre? Fratelli, sorelle? Spasimanti?” “Insomma, che assurdità!” Esclamò la duchessa. Ludovico rise.
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#2560 |
Cittadino di Camelot
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La parola alla difesa.....perche' il mio cuore mi diceva che ci sarebbe stato ben poco da far comprendere a quegli uomini senza anima. Un mondo senza Amore...." Che posto strano questa vostra citta'......mi sembra di udire un vagito e comprendo che esso e' stato concepito senza amore.....odo lacrime funebri e comprendo che nessuno ne sentira' il distacco....l' Amore da Bandire eppure e' il dono piu' grande che Dio ci ha donato......ci ha dato la vita perche' conoscessimo la morte, non credo che Messer Cristansen possa essere accusato di alto tradimento........chi dovrebbe aver tradito.....la vostra Regina ?......no..perche' ha coltivato ogni suo piccolo sentimento......perche' come un buon padre....ha fatto si' che portasse avanti il suo Regno....nel rispetto dellle regole del Divino......Il terremoto non e' nulla, ma l'aridta' delle vostre anime ha impaurito anche quel Dio che disconoscete.......perche' chi non conosce l' Amore....non conosce Dio,la Regina ha deciso che gli abitanti del suo regno non potessero conoscere cio' che Dio ha riservato per noi tutti........ma La vostra Regina non e' Dio e lei..soltanto Lei dovra' ritenersi responsabile di quello che subira' Tylesia.........per quanto riguarda Messer
Cristansen.....non firmando...ha lasciata aperta una porta..per ilperdono di un peccato cosi' grande...........Ho detto"......non avevo detto nulla..ma io non ero un'avvocato..speravo solo che avessero ascoltato con il cuore le mie parole...ma in quanti avevano un cuore all'interno di quell'aula.... |
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Saggio Lo re Artù k’avemo perduto (Mario de Matteis, Antonio Trinchese) | Hastatus77 | Libri | 4 | 30-07-2011 13.07.54 |
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