![]() |
#331 |
Cittadino di Camelot
![]() Registrazione: 28-11-2010
Residenza: Ovunque e in nessun luogo...
Messaggi: 1,953
![]() |
Davanti a quel nutrito guardaroba, Gaynor non sapeva decidersi sulla scelta dell'abito da indossare. Indovinando i piani di Missan, sapeva che lui avrebbe voluto vederla abbigliata in modo sfarzoso e provocante, ma lei era ben decisa a non interpretare il ruolo di seduttrice stabilito per lei dal suo compagno. A Magnus il tradimento era punito con la morte, ma Gaynor aveva bisogno di tempo per pensare alla nuova situazione in cui si era trovata suo malgrado. In lei erano saldamente radicati i princìpi di libertà e di uguaglianza tra le genti, ma capiva che quel modo sanguinario di rincorrerli era sbagliato. Forse quella sera, durante il ricevimento, avrebbe avuto qualche risposta alle mille domande che le affollavano la mente.
Dopo aver passato in rassegna tutti gli abiti, ne scelse uno dei più castigati, di un colore neutro che non faceva risaltare nè la sua carnagione chiara, nè il rame dei lunghi capelli, che mortificò in uno chignon. Raccolto tutto il suo coraggio, raggiunse Missan nel salone. "Eccomi, sono pronta." ![]()
__________________
"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
![]() |
![]() |
#332 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
![]() ![]() Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
“Un nano, milady?” Stupito quel cavaliere dalle parole di Altea. “Non ho visto nessun nano. E quanto a quel capanno di cui dite, sono certo che non si trova nulla di simile da queste parti.”
Ad un tratto si udirono dei cavalli ed altri cavalieri raggiunsero quello che stava parlando con Lyo ed Altea. “Chi sono costoro?” Chiese colui che sembrava essere il capo di quei cavalieri. “Non so, milord.” Rispose il cavaliere vicino a Lyo e Altea. “Potete chiederlo direttamente a noi, milord.” Intervenne Lyo. “Questo almeno comandano le regole della cortesia.” Il capo dei cavalieri allora si tolse l’elmo e mostrò il suo volto: era lord Carrinton. “Vedo che avete una lingua sicura e lesta…” disse a Lyo. “Abbastanza per domandare il nome a coloro che mi stanno di fronte, senza chiedere ad altri di rivelarmelo.” Senza timore Lyo. “Non solo sicura e lesta la vostra lingua, ma anche superba!” Esclamò Carrinton. “E visto che non avete timore di rispondere, ditemi allora cosa ci fate su questa terra.” “Che io sappia questa terra non è di nessuno…” fece Lyo “… e quindi non devo certo risponderne a voi, milord.” “Io sono il più potente dei signori che dimorano nei dintorni” replicò Carrinton “ed è dunque il mio blasone che vi impone di rispondermi.” “Allora di certo voi siete lord Tudor…” fingendo un inchino Lyo “… l’uomo più potente a Camelot dopo sua maestà.” Carrinton restò turbato. “Conoscete lord Tudor?” Chiese. “Sono uno dei suoi cavalieri, milord.” Sorridendo Lyo. “Sono sir Lyo Bahyle e questa gentile e bella dama” stringendo a sé Altea “è la mia dolce sposa lady Altea.” Aggiunse per poi voltarsi verso una sorpresa Altea e ricambiare il suo precedente occhiolino. ![]()
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
![]() |
![]() |
#333 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
![]() ![]() Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Lasciata la lettera e il prezioso vaso nelle mani della monaca, Chantal ritornò indietro, verso casa.
Percorse tutto il tragitto dalla cappella fino al passaggio segreto che conduceva nella grande sala del suo palazzo. Qui era tutto buio ed un gran silenzio sembrava dominare ogni angolo della casa. Nel buio Chantal sembrava vedere le sue inquietudini e le sue paure prendere forma. Dalle finestre una pallida luce penetrava e lambiva appena col suo alone quella stanza. Ma ad un tratto la ragazza sembrò udire qualcosa. Un rumore sordo. Poi di nuovo silenzio. Gli occhi della ragazza, abituatisi ormai al buio, sembravano scorgere qualcosa nell’oscurità. Come un’ombra. Poi, all’improvviso, una voce sorse da quelle tenebre: “Vi stavo cercando…”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
![]() |
![]() |
#334 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
![]() ![]() Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
L’uomo si voltò a fissare Elisabeth.
“Non troverete compagnia migliore nelle strade, come nelle taverne, madame.” Disse tornando a fissare la porta della locanda. “Lo spettacolo a cui avete appena assistito in strada è, ahimé, molto più frequente di quanto si possa immaginare. I giovani oziano e non lavorano più… sono tutti improvvisamente uomini liberi in questo paese… troppo liberi per accettare che la vita richiede dei sacrifici…” Ad un tratto il suo sguardo mutò. Il locandiere portò due bicchieri di vino e mentre li stava servendo, l’uomo con un carboncino disegnò una “P” sul tavolo. Il locandiere, senza fissarlo, fece finta di pulire il tavolo e cancellò quel misterioso segno, per poi andare via. “Bevete pure, madame.” Disse l’uomo ad Elisabeth. “E’ un ottimo vino ed è stato appena offerto dalla casa.” Dopo alcuni istanti il locandiere tornò per riscuotere il conto. Ma l’uomo lo pagò col misterioso biglietto che aveva ricevuto dal lattaio. “Ditemi…” fissando il locandiere “… potete indicarci dove si può affittare un buon cavallo?” “Dovete risalire la strada dietro la locanda fino a raggiungere il luogo detto Delle Catacombe… ma quel luogo non è per tutti, lì dimorano i morti ed il loro sonno non va disturbato… proseguite sempre seguendo la strada e vi troverete ad una fattoria. Lì ci sarà il vostro cavallo.” “Grazie, amico mio.” Sorridendo l’uomo. “Ecco il vostro resto.” Disse il locandiere restituendogli il biglietto del lattaio. “Grazie.” Annuendo l’uomo. “Andiamo, madame?” Fissando Elisabeth. I due allora uscirono dalla locanda e seguirono le indicazioni del locandiere. Risalirono così la strada fino a giungere in un luogo isolato. Quello detto Delle Catacombe.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
![]() |
![]() |
#335 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
![]() ![]() Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
“Però!” Esclamò divertito lord Tudor davanti alla determinazione di Melisendra. “Le dame di Francia, a quanto vedo, non sono soltanto belle, ma anche decise!” E rise di gusto. “Ben detto, milady! Faremo capire al nostro ambasciatore come stanno le cose qui! Nessuno straniero può intimorire o mettere in soggezione un inglese! E voi, milady, siete per metà inglese! E forse, un giorno, lo sarete anche per l’altra metà!” Sorridendo alla ragazza. “Ora, vi prego, andate a prepararvi… il ricevimento comincerà tra pochissimo e stasera, permettetemi, siete ancora nostra ospite.”
“Se non avete altri ordini per me, milord, io col vostro permesso andrei.” Disse Hagus. “Sarete anche voi dei nostri spero.” “Vi ringrazio, milord.” Con un lieve inchino Hagus. “Ma ho un appuntamento molto importante. A più tardi, milord. I miei omaggi, milady.” “Di certo affari di cuore, amico mio!” Ridendo il duca. “Andate pure. A stasera allora, a Dio piacendo.” E salutati i due, Hagus andò via. “Anche io vado a prepararmi per il ricevimento, milady. A dopo.” Disse lord Tudor a Melisendra, per poi ritirarsi nelle sue stanze.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
![]() |
![]() |
#336 |
Cittadino di Camelot
![]() Registrazione: 28-07-2011
Messaggi: 203
![]() ![]() |
"Chi siete.Annunciatevi!"Gridò la ragazza alla sagoma che figurava nella semioscurità.
Certo,la paura aveva generato in lei suoni ed immagini che l'avevano tratta in inganno più volte nella notte e lungo il percorso da casa a quell'inaspettato incontro nella cappella. "Chi mi cerca?"Riprese la ragazza imboccando tutto il suo coraggio. Non c'era molto altro che potesse fare se non affrontare quella realtà.Dopo quanto aveva già veduto nei corpi e nei volti che aveva appena abbandonato era pronta a fronteggiare le sue sorti.E,prima o poi,le sarebbe accaduto di scontrarsi con qualcosa di minaccioso ed infelice. Sembrava essere giunto quel momento. |
![]() |
![]() |
#337 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
![]() ![]() Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Gaynor si presentò a Missan pronta per il ricevimento di lord Tudor.
“Sei bellissima, Gaynor.” Andandole incontro Missan. “Sei il perfetto e più alto modello di bellezza di Magnus… calda, passionale, orgogliosa.” Sorrise. “Neanche quel lieve broncio che affiora dal tuo bellissimo volto è capace di affievolire la luminosità dei tuoi occhi.” Le offrì la mano, da perfetto accompagnatore. “Su, amica mia…” continuò “… devi essere radiosa e felice… come il Sole che sorge ed annulla la notte, come Galatea che si anima e rende finalmente uomo Pigmalione… e stasera non trovi che noi somigliamo a loro due? Tu sei bellissima, eppure fredda e distaccata, mentre io cerco di renderti viva con la mia arte… perché anche la diplomazia è un’arte, amica mia.” E sorrise nuovamente. Una carrozza allora li condusse al Palazzo del Belvedere. La nobile dimora dei Tudor era illuminata a festa, sia nei rigogliosi giardini, sia nelle sontuose stanze del palazzo. Appena giunti, un servitore li accompagnò nella sala del ricevimento. “Milord, l’ambasciatore non ufficiale della Repubblica di Magnus, messer Missan, insieme alla sua accompagnatrice, lady Gaynor.” Disse il servitore a lord Tudor. “Messere, cercheremo di dimenticare, per stasera, il vostro governo ed i suoi crimini…” fece lord Tudor “… per potervi considerare ospite soltanto come un privato gentiluomo di Francia… così, siate il benvenuto, messere… i miei omaggi, milady…” mostrando un lieve inchino a Gaynor, per poi allontanarsi da loro. “C’era da immaginarsi una simile accoglienza…” mormorò Missan a Gaynor “… ma non ci lasceremo certo scoraggiare… questa, mia cara, è la tana del lupo… qui ci sono i nostri veri nemici… guardati intorno e cerca di farti un’idea su chi sia veramente questa gente che tanto detesta il nostro governo…”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
![]() |
![]() |
#338 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
![]() ![]() Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Renart sorrise e prese la mano di Talia nella sua.
“Certo, mia cara.” Disse. “Sarà una passeggiata indimenticabile.” “Mi raccomando, voi due…” fece Essien “… ricordate che abbiamo lo spettacolo domani, perciò non fate troppo tardi. E tu cerca di non bere troppo, Renart… già quando sei lucido il tuo volto tende ad essere inespressivo, figuriamoci quando sei brillo!” Restò un attimo a fissarlo. “Pensandoci però… forse l’ebbrezza del vino potrebbe farti bene… chissà, anche donarti quell’espressione in più che tanto manca alla tua mimica facciale e senza la quale non c'è futuro sulla scena… e sia, andate ma badate di non far troppo tardi.” Un attimo dopo Renart e Talia lasciarono il carrozzone della compagnia, per recarsi alla locanda Del Frantoio. Qui presero un tavolo ed attesero. “Non capisco perché sprecare una sera così bella per correre dietro a quel tipo mascherato…” mormorò Renart “… ad essere sincero mi sento anche un po’ stupido…” “Ehi, sei tornato, bel soldato!” Disse una seducente ragazza avvicinandosi al tavolo. “Cosa posso portare a te e alla tua amica? Avete sete o fame?” “Vedo che ti ricordi di me, bellezza!” Esclamò Renart. “E come potrei dimenticarti…” sorridendo la ragazza con fare da civetta “… mi fai così svampita, bel soldato? E poi ieri notte è stata abbastanza movimentata, no?” Renart sorrise. “Allora?” Fece la ragazza. “Facci servire da tuo padre, bellezza.” “Cos’è questa novità?” Sorpresa lei. “Forse io non sono abbastanza brava? O forse a questa tua amica io non vado a genio?” “Nulla di tutto questo, amica mia…” ridendo Renart “… è che ho un conto in sospeso con tuo padre e lui sa come trattarmi.” “Al diavolo!” Esclamò la ragazza, per poi allontanarsi. “Vedi?” Fece Renart a Talia. “Le altre mi mangiano con gli occhi! Dovresti sbrigarti a dirmi di si, altrimenti prima o poi qualcuna mi porterà via da te!” E rise di gusto. In quel momento arrivò il locandiere. “Avete chiesto di me, monsieur?” “Non mi riconoscete?” Sorridendo Renart. “Ieri sera! E ho pure offerto da bere a tutti! Non mi riconoscete?” “In verità no, monsieur…” fissandolo confuso il locandiere “… vedete, viene sempre tanta gente qui…” “Ma come? Allora eravate anche voi sbronzo!” Con insistenza Renart. “Non ricordate neanche di avermi dato questo biglietto?” E lo sventolò sotto il naso del locandiere. Questi allora prese il biglietto e cominciò a leggerlo. “Per Giove!” Esclamò richiudendolo in tutta fretta e ridandolo a Renart. “Siete impazzito, oppure soltanto sciocco?” Avvicinandosi al soldato e parlando a bassa voce. “Se qualcuno scopre questo biglietto finiremo tutti davanti al boia!” “E’ davvero così pericoloso quel foglietto?” Il locandiere lo fissò scuotendo la testa. “In verità a noi della politica importa poco…” continuò Renart “… ma siamo qui per attendere il segnale di cui parla quel biglietto.” “Se volete visitare e conoscere un luogo fuori dal tempo ed inquietante…” cominciò a dire il locandiere, fingendo indifferenza “… allora vi consiglio di visitare il luogo detto Delle Catacombe… ma badate che molti clienti che conoscono quel luogo parlano di strane storie… fantasmi, spiriti… io non ci andrei…” e si allontanò dal tavolo. “Che strano modo di parlare…” mormorò Renart a Talia “… cosa mai avrà voluto dire? Cosa c’entra ora il luogo Delle Catacombe? Il biglietto parlava di un segnale… tu ci hai capito qualcosa, Talia?”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
![]() |
![]() |
#339 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
![]() ![]() Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Daniel era riuscito a tranquillizzare Marco.
“Sono felice di averti ritrovato, Daniel…” con gli occhi lucidi Marco “… sei tutto ciò che resta della mia famiglia… ti voglio bene, fratello mio…” si asciugò gli occhi e sorrise “… sai, vorrei fare una festa… una festa solo per noi due… tutta nostra… solo nostra…” Ma ad un tratto udirono dei passi. Marco per lo spavento corse subito a nascondersi dietro le botti. “Una festa?” Ripeté un uomo sulla porta della dispensa. “Ecco, ci sono anche io!” Ed avanzò saltellando verso Daniel. “Oh, ragazzo!” Esclamò poi fissando il coltello di Daniel. “Metti via quell’affare, non sono mica un tuo nemico!” Scoppiò a ridere, per poi mostrare un vistoso inchino. “Sono Mercien, cercatore di ventura, attore comico di questo grande dramma che è la vita e in attesa di un impiego!” E nel vedere quel buffo personaggio, Marco sorrise ed uscì dal suo nascondiglio. “Chi siete voi?” Chiese a Mercien. “Davvero un attore comico?” “Magari, ragazzo mio.” Sospirando Mercien. “In realtà sono al servizio dell’ambasciatore di Magnus… anche se, come detto, cambierei volentieri mestiere…”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
![]() |
![]() |
#340 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
![]() ![]() Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Alcune ombre si muovevano in quella notte inquieta come sospinte dai lamenti del vento, mentre il mondo circostante, sotto l’alone lunare, sembrava assumere incerti e sbiaditi contorni.
Le ombre avanzarono fino a quando cominciò ad ergersi davanti a loro il tetro, primordiale e gigantesco spettro dell’anello di pietra. Era una costruzione antica ed eretta in un’epoca ormai dimenticata dalla maestria e dalla devozione di un popolo che di certo, più di noi altri, era a suo agio in quello scenario spettrale ed insieme fiabesco. Fra le brecce e le crepe di quell’opera di pietra i pallidi e lunghi raggi della Luna sembravano assumere l’immagine di tormentati fantasmi, a cui il vento pareva voler dar voce. Quelle ombre allora, che sotto la luce della Luna ora si mostrarono nei loro tratti, raggiunsero una sorta di altare in pietra che scavalcarono con disinvolta agilità, per poi ritrovarsi davanti ad un Virgilio pronto a condurli in uno dei tanti aldilà che si nascondono intorno a noi. Quella guida allora portò con se quelle ombre attraverso l’ancestrale scenario di pietre e spettri che dominava quel luogo. Infatti, amici lettori, voi che vivete di riflesso il mondo in cui si muovono i nostri protagonisti, potete solo immaginare, attraverso chi vi parla, la solennità di quelle, un tempo sacre, rovine, le cui forme e proporzioni apparivano ancora più maestose e ciclopiche sotto lo splendore della Luna d’Occidente. Ad un tratto, davanti a loro, comparve una figura che avanzava dall’ombra verso un primordiale arco fatto di rozzi pilastri ed una pesante trave di granito. Quell’apparizione durò solo un istante, il tempo cioè che la Luna attraversasse col suo pallore quell’arco, prima di tornare a nascondersi tra le sottili nubi del cielo e facendo sprofondare poi quell’antica opera nella silenziosa oscurità della notte. Il misterioso personaggio che aveva attirato col suo arrivo la loro attenzione, era avvolto in un lungo mantello scuro, un lembo del quale, avvolto sulla spalla destra, gli copriva buona parte del viso, mentre un largo capello, simile a quello dei briganti corsi, celava il resto. Fece un lieve cenno col capo e gli altri lo seguirono. Alla fine giunsero tutti in una grotta, probabilmente utilizzata come rifugio dagli antichi costruttori dell’anello di pietra. Qui ad attenderli, in piedi davanti ad una torcia che illuminava quell’ambiente, stava un uomo avvolto in un mantello e dal volto coperto da una maschera dorata simile a una bauta veneziana. “Allora?” Chiese l’uomo dalla maschera. “Quali novità ci sono?” “A Magnus ormai hanno raddoppiato i controlli ad ogni angolo” rispose uno di loro “e la Guardia Repubblicana dispone di posti di blocco su ogni strada.” “Le tue gesta li hanno gettati nella paura, capo.” Intervenne un altro di loro. “Le nostre gesta…” precisò l’uomo dalla maschera “… le nostre.” Gli altri sorrisero. “Vedo che manca uno di voi.” Fissandoli. “Capo…” rispondendo uno del gruppo “… ero con lui quando ritornammo a Camelot, poi sulla strada ha incontrato una ragazza e si è proposto di accompagnarla… gli avevo comunicato della nostra riunione, ma…” “L’amore ha un richiamo, talvolta, più forte della giustizia…” disse l’uomo dalla maschera dorata “… ma non possiamo mai dimenticare il nostro impegno… ritrovatelo ed accertatevi che non commetta più leggerezze, anche perché i nostri nemici ormai ci tengono d’occhio… a proposito, avete saputo del nuovo ambasciatore?” Chiese ai suoi. “Si, capo.” Annuendo il primo fra loro che aveva parlato. “E non è un uomo qualsiasi… è Missan, il numero tre del regime.” “E’ giunto solo in Inghilterra?” “No, è insieme ad una donna, anch’ella Ginestrina, ed un terzo individuo che però non sembra essere né un politico, né un militare.” “Tenete d’occhio quell’uomo, mi raccomando…” fece l’uomo con la maschera “… quello è il nostro vero nemico… Missan…” mormorò “… il nostro vero nemico… voglio che sia sempre sotto controllo. Ovunque si trovi, sia in Inghilterra, sia in Francia, uno di voi deve sempre essergli alle calcagna.” “Si, capo.” “Altri ordini, capo?” Chiese un altro di loro. “Si…” fissandoli l’uomo mascherato “… voglio che nessuno di voi si faccia catturare o uccidere. Intesi? Non voglio perdere nessuno di voi.” Tutti loro, a quelle sue parole, lo fissarono con ancora più ammirazione. “D’accordo, capo.” “E’ tutto, amici miei.” Disse l’uomo dalla maschera. “E’ tutto. Potete andare.” Un attimo dopo di loro non ci furono più tracce in quel desolato scenario, lasciando solo il vento ad ululare tra le pietre e i miti di quel luogo dimenticato dal tempo e dagli uomini. ![]()
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
![]() |
![]() |
|
|
![]() |
||||
Discussione | Autore discussione | Forum | Risposte | Ultimo messaggio |
Romanzo Sir Gawain e il Cavaliere Verde (Anonimo) | Hastatus77 | Libri | 20 | 24-09-2010 21.27.49 |
Corrispondenza natalizia tra sir Kay e il Cavaliere Verde | Mordred Inlè | Il palazzo delle arti | 3 | 14-09-2009 23.48.08 |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 22.19.40.