La duchessa probabilmente aveva ragione: non sapevo fingere! Non avevo mai saputo farlo.
Da quel momento non parlammo più, ed io terminai la mia colazione nel silenzio più assoluto e il più lentamente che mi fosse possibile... tergiversavo... mangiavo con una lentezza quasi esasperante, riflettendo...
Doveva esserci un modo, mi ripetevo...
Doveva esserci qualche cosa che potevo fare... o che potevo dire...
Doveva esistere un modo per convincere la duchessa a non partire... o a lasciarmi lì... un modo per non lasciare che mi separasse così tanto e così pericolosamente da Guisgard...
Mi chiedevo dove fosse, intanto... mi chiedevo cosa stesse facendo...
Ma quella colazione non poteva durare per sempre e così presto, prima che io fossi riuscita a vedere una soluzione da qualche parte, la dama dette ordine di preparare la carrozza e, appena un istante dopo, fummo condotte fuori.
Panico... paura... camminando per il cortile mi sentivo come se stessi salendo la scaletta della forca...
“Milady!” dissi ad un tratto, non riuscendo più a trattenermi “Milady, vi prego... vi imploro... io...”
Ma lei mi interruppe, sfiorando con due dita il mio braccio... ed appena un istante dopo ne compresi il motivo...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
In quel momento però arrivò al convento qualcuno.
Era un uomo scortato da alcuni soldati.
“Salute a voi, cara cugina!” Salutò Ludovico, che poi con un cenno mandò via i suoi uomini.
“Che sorpresa, Ludovico.” Disse la duchessa.
“Vedo siete in partenza.” Sorridendo lui. “Ah, avete una nuova dama di compagnia... molto carina... come vi chiamate, milady?”
“Talia, si chiama.” Rispose la duchessa. “Ora però siamo in partenza, cugino.”
“Talia...” ripetè Ludovico “... che bel nome! E siete sola al mondo? Nessun padre, nessuna madre? Fratelli, sorelle? Spasimanti?”
“Insomma, che assurdità!” Esclamò la duchessa.
Ludovico rise.
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Avevo chinato la testa e mi ero inchinata leggermente all’arrivo di quell’uomo, ma a quelle sue ultime parole qualche cosa si mosse con forza dentro di me...
Quella domanda... e proprio in quel momento... proprio mentre stavo per essere portata via... mi parve uno strano, malefico, ingiusto scherzo del destino ricevere simili domande proprio in quel momento...
Sollevai la testa di scatto, dunque, quasi involontariamente... gli occhi spalancati ed il respiro che, per un attimo, veniva meno...
E per un attimo rimasi così: incerta, confusa, spaventata... e sentendomi, ora, così terribilmente sola in quella cupa oscurità che mi avvolgeva.