Rodolfo, lasciato il palazzo di Missan, si diresse verso la locanda dove aveva inviato il servitore di lord Tudor.
Giunto nel locale, il cavaliere di Roma vi trovò Iwane a bere ad un tavolo.
“Siete già di ritorno, signore?” Chiese il servo a Rodolfo. “Avete incontrato qualche difficoltà?”
Prendendo posto di fronte al servo e ordinato un calice di vino bianco e un piatto di polpette, gli rispose francamente: " Nessuna difficoltà,grazie! Ho potuto vedere ed ascoltare i pensieri dell'ambasciatore e farmi un'idea più precisa sul suo conto e le sue intenzioni. Unico imprevisto,è stato, uscendo, la vista di un'ombra aggirarsi fugace nei paraggi del palazzo, per poi perdersi nella campagna vicina. L'unica cosa che sono riuscito a capire,dalla sagoma che la luna concedeva di discernere, è che si trattava di un vagabondo, uno zingaro. Chissà se il nostro comune amico potrà domani svelare l'arcano."
Nel frattempo li raggiunse un'ancella che porse a Rodolfo quanto da lui ordinato.
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Rodolfo Iulo
" Concordia parvae crescunt, discordia maximae dilabuntur "
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