Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 22-09-2011, 03.44.34   #338
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Renart sorrise e prese la mano di Talia nella sua.
“Certo, mia cara.” Disse. “Sarà una passeggiata indimenticabile.”
“Mi raccomando, voi due…” fece Essien “… ricordate che abbiamo lo spettacolo domani, perciò non fate troppo tardi. E tu cerca di non bere troppo, Renart… già quando sei lucido il tuo volto tende ad essere inespressivo, figuriamoci quando sei brillo!” Restò un attimo a fissarlo. “Pensandoci però… forse l’ebbrezza del vino potrebbe farti bene… chissà, anche donarti quell’espressione in più che tanto manca alla tua mimica facciale e senza la quale non c'è futuro sulla scena… e sia, andate ma badate di non far troppo tardi.”
Un attimo dopo Renart e Talia lasciarono il carrozzone della compagnia, per recarsi alla locanda Del Frantoio.
Qui presero un tavolo ed attesero.
“Non capisco perché sprecare una sera così bella per correre dietro a quel tipo mascherato…” mormorò Renart “… ad essere sincero mi sento anche un po’ stupido…”
“Ehi, sei tornato, bel soldato!” Disse una seducente ragazza avvicinandosi al tavolo. “Cosa posso portare a te e alla tua amica? Avete sete o fame?”
“Vedo che ti ricordi di me, bellezza!” Esclamò Renart.
“E come potrei dimenticarti…” sorridendo la ragazza con fare da civetta “… mi fai così svampita, bel soldato? E poi ieri notte è stata abbastanza movimentata, no?”
Renart sorrise.
“Allora?” Fece la ragazza.
“Facci servire da tuo padre, bellezza.”
“Cos’è questa novità?” Sorpresa lei. “Forse io non sono abbastanza brava? O forse a questa tua amica io non vado a genio?”
“Nulla di tutto questo, amica mia…” ridendo Renart “… è che ho un conto in sospeso con tuo padre e lui sa come trattarmi.”
“Al diavolo!” Esclamò la ragazza, per poi allontanarsi.
“Vedi?” Fece Renart a Talia. “Le altre mi mangiano con gli occhi! Dovresti sbrigarti a dirmi di si, altrimenti prima o poi qualcuna mi porterà via da te!” E rise di gusto.
In quel momento arrivò il locandiere.
“Avete chiesto di me, monsieur?”
“Non mi riconoscete?” Sorridendo Renart. “Ieri sera! E ho pure offerto da bere a tutti! Non mi riconoscete?”
“In verità no, monsieur…” fissandolo confuso il locandiere “… vedete, viene sempre tanta gente qui…”
“Ma come? Allora eravate anche voi sbronzo!” Con insistenza Renart. “Non ricordate neanche di avermi dato questo biglietto?” E lo sventolò sotto il naso del locandiere.
Questi allora prese il biglietto e cominciò a leggerlo.
“Per Giove!” Esclamò richiudendolo in tutta fretta e ridandolo a Renart. “Siete impazzito, oppure soltanto sciocco?” Avvicinandosi al soldato e parlando a bassa voce. “Se qualcuno scopre questo biglietto finiremo tutti davanti al boia!”
“E’ davvero così pericoloso quel foglietto?”
Il locandiere lo fissò scuotendo la testa.
“In verità a noi della politica importa poco…” continuò Renart “… ma siamo qui per attendere il segnale di cui parla quel biglietto.”
“Se volete visitare e conoscere un luogo fuori dal tempo ed inquietante…” cominciò a dire il locandiere, fingendo indifferenza “… allora vi consiglio di visitare il luogo detto Delle Catacombe… ma badate che molti clienti che conoscono quel luogo parlano di strane storie… fantasmi, spiriti… io non ci andrei…” e si allontanò dal tavolo.
“Che strano modo di parlare…” mormorò Renart a Talia “… cosa mai avrà voluto dire? Cosa c’entra ora il luogo Delle Catacombe? Il biglietto parlava di un segnale… tu ci hai capito qualcosa, Talia?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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