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Visualizza versione completa : Il Giglio Verde


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elisabeth
09-12-2011, 08.11.21
E cosi' ci trovammo faccia a faccia .....che strana era la vita, lui non pensava...io che non pensavo, ma di una cosa ero certa mi avevano insegnato a dire la verita' qualsiasi cosa fosse successa......e quella volta avrei fatto lo stesso...." Emile, il punto e' che voi non sapete nulla.....per me potete anche essere l'uomo peggiore del mondo, ma mi avete dimostrato sempre il contrario...vi siete preso cura di me, senza neanche conoscermi....vi ho imposto la presenza di Maria e voi state cercando di rendermi la vita piu' semplice.........Ascoltatemi, se voi non andrete in Inghilterra io non ho nessuno motivo di andarci, se io sono stata indecisa sulla proposta di matrimonio e' perche' io vi amo, mentre voi volete solo darmi la certezza di avere Maria.......ma se voi rimarrete qui, la bimba avra' una Madre e non vedra' mai suo Padre....non voglio legarmi a voi, quando magari avete in cuore un'altra donna....l'amore non e' egoismo Emile.......ora che sapete come la penso, per me quella nave puo' prendere il largo senza ne' me...ne' Maria, potete dirlo anche a Padre Adam, non ho paura di lui.............".....

Altea
09-12-2011, 08.38.03
La mia tattica liberò Orlando il quale impugnò la mia spada e prese l'eunuco come ostaggio. Piano piano rasentai il muro e aprii il chiavistello che già era semiaperto visto le cattive condizioni in cui si trovava la porta del faro. Scappaii fuori e salii su un cavallo, e presi la strada verso la dimora di Lord Tudor, mi accorsi che uno degli uomini del Giglio Verde mi seguiva, spronaii il cavallo e dopo una estenuante corsa mi trovai davanti al palazzo del milord. Mi presentai alla guardia e chiesi di parlare con Lord Tudor, era cosa urgente

Daniel
09-12-2011, 12.08.45
Cosa? Una visione? Ero confuso.. Ora mi trovavo in quel Faro.. E c'era Sir Hagus, Altea, e altre persone.. Altea era fuggita e un uomo, credo Orlando, minacciava la gola di un'altro uomo.. Non capivo più niente.. Alzai le braccia e gridai:
<<PETRIFICUS TOTALUS!>>
Un lampo rosso attraversò i miei occhi, e con grande stupore, il tatuaggio si illuminò di una luce rosso sangue.. Tutti istantaneamente si pietrificarono.. Anche se non potevano muoversi potevano comunque parlare e guardare.. Mi rivolsi a tutti e urlai..
<<MI SPIEGATE COSA SUCCEDE?>>
Ero arrabbiato.. Fuori di me.. Quei poteri iniziavano a farmi paura..

Talia
09-12-2011, 15.04.32
“E’ solo un graffio…” sorridendo e assumendo, quasi all’improvviso, la sua solita aria d’indifferenza “… una sciocchezza… la vostra ferita invece…” fissando nuovamente Talia “… credo sia più grave e preoccupante… io sono ferito ad una mano, voi al cuore forse…”

Sollevai di scatto gli occhi su di lui e lo fissai...
“Al cuore...” mormorai, quasi senza rendermene conto “E’ curioso, sapete? Fino a ieri, fino a che voi non siete piombato nella mia vita, avrei giurato di non possederlo più un cuore...”
I miei occhi rimasero nei suoi per qualche attimo... poi subito li riabbassai...

“Eravate dunque giunto qui per esaudire un desiderio di vostra moglie, vero, sir Guisgard?” Domandò l’ambasciatore.
“Eh, già, amico mio.” Annuendo Guisgard. “Non riesco a rifiutarle nulla.”
“Volevate mostrarle dunque uno della banda del famigerato Giglio Verde…” sorridendo Missan “… ma per voi, amico mio, ho una sorpresa…” e ridacchiò.
“Un’altra?” Asciugandosi il sudore Guisgard. “Devo dire che questa mattinata è davvero movimentata.”
Ormai tutta quella scena sembrava una farsa.
Stava per accadere qualcosa.
O forse era già accaduta.
“Si, sir…” divertito Missan “… non solo vostra moglie vedrà uno dei fedelissimi della banda… ma conoscerà anche il nome del suo carismatico capo… nientemeno che il Giglio Verde…” rise di gusto “… guardie, arrestatelo!”
“Ma… che scherzo è questo, messere?” Fissandolo Guisgard.
“Uno… maneggiate la spada come un demonio dell’Inferno…” disse l’ambasciatore “… e due… i miei soldati vi hanno riconosciuto… voi fuggiste da un posto di blocco, monsieur Giglio Verde!” E si abbandonò ad una sonora e trionfale risata. “Arrestate anche la donna!” Ordinò Missan. “E’ sua complice!”
Guisgard allora, avvicinandosi a Talia, come a volerla proteggere, mostrò la spada ai suoi nemici, come ultimo e disperato gesto di difesa.

Muovevo lo sguardo tra Missan e Guisgard... fissando ora l’uno e ora l’altro...
Quasi faticavo a seguire la conversazione, tanto ero sorpresa...
Il Giglio Verde... quell’inglese che era venuto a nascondersi dalla Guardia Repubblicana nel nostro magazzino era dunque il Giglio Verde? Il famigerato Giglio Verde... poteva esserlo davvero?
Vidi Guisgard stringere la spada e venirmi ancora più vicino, come a volermi proteggere... Missan sogghignava soddisfatto... i soldati si facevano sempre più avanti...
La situazione stava precipitando in fretta, troppo in fretta...
I miei occhi corsero prima al corpo di De Jeon, steso a terra, poi a Missan... Missan non era Philip De Jeon... avrei potuto provare a parlare con Philip, a convincerlo... ma come comportarsi con Missan?
Eppure non avevamo molta scelta... non avevamo molto tempo... e dubitavo che le cose potessero peggiorare ancora...
Occorreva riportare tutto su un piano di contrattazione, così tentai la carta dell’innocenza...
“Monsieur...” dissi allora, restando vicinissima a sir Guisgard, ma sfoggiando verso il Ginestrino un candido sorriso che trasudava ragionevolezza “Monsieur... vi prego! Tutto questo è semplicemente ridicolo! Il Giglio Verde... ma andiamo! Se sir Guisgard lo fosse... se lo fosse davvero... credete che sarebbe venuto spontaneamente qui, in una caserma? A quale scopo, poi? Solo per soddisfare un mio capriccio? Vi pare possibile, monsieur Missan? Vi pare che il famigerato Giglio Verde potrebbe essere tanto sconsiderato?”
Lanciai un’occhiata a Guisgard... sperando di scorgere nel suo sguardo lo stesso mio sorriso incredulo, ma non ve lo trovai... l’espressione sul suo volto era enigmatica, invece, e impenetrabile...
Tornai quindi a guardare Missan, facendo meno di mezzo passo verso di lui e muovendo la mano in un leggerissimo gesto accomodante...
“Suvvia, monsieur... sono certa che non lo crediate davvero! Il fatto che un uomo sia un discreto spadaccino, non fa certo di lui il nemico giurato della Repubblica! Quanto a me... guardatemi: ho forse un aspetto pericoloso? Ho l’aspetto di una sovversiva?” un delicato sorriso accompagnò quest’ultima domanda, quasi a sottolineare l’assurdità di quella idea.

Parsifal25
09-12-2011, 15.26.35
Le parole di Maestro Fountaine entrarono nel mio cuore, purtroppo è vero la paura incupisce anche i cuori più raggianti ma quando si intraprende un cammino...esso dovrà essere scelto con molta cura e attenzione....la paura in taluni casi può distruggere le persone......lo so perchè l'ho sperimentato. In altri, invece può rivelarsi un particolare alleato.

Guisgard
09-12-2011, 17.17.40
Le parole di Talia.
Poi gli sguardi di Guisgard e di Missan.
“In effetti vi è del buono in ciò che dite, mademoiselle…” disse il Ginestrino “… il nostro sir Guisgard è un attore nato… era riuscito ad ingannare anche me… e poi è straordinaria la sua abilità nei travestimenti…” accennò un sorriso “… sapete, mademoiselle, fossi in voi sarei molto attenta nel credere ad un uomo tanto scaltro… magari anche il suo corteggiamento faceva parte del gioco…”
“L’unica farsa qui sono i valori della vostra repubblica, Missan…” intervenne Guisgard.
“Eh, che uomo il nostro sir Guisgard…” con un ghigno l’ambasciatore “… sa sempre leggere ogni situazione… sa bene che negare è ormai inutile… è finita, amico mio.” Compiaciuto Missan.
“E sta bene, Missan…” accennando un sorriso Guisgard “… avete voi gli assi in mano…”
“Mandarvi al patibolo” mormorò il Ginestrino “sarà il mio trionfo.”
“Ma dimenticate che io sono il Giglio Verde…” fissandolo Guisgard “… potrei usare mille modi per salvarmi… anche dar fuoco a questo palazzo… e se anche perissi in quell’incendio, io volerei diritto in Cielo… voi invece no di certo!” E rise.
Missan lo fissava.
Guisgard fissò poi Talia.
“Forse vi ho spezzato il cuore poco fa…” sussurrò alla ragazza “… ma ora non vi accadrà più nulla…” le sorrise “… Missan…” rivolgendosi al Ginestrino “… vi propongo un patto… mi consegnerò senza fare resistenza… ma Talia deve essere liberata.”
“E’ un altro dei vostri trucchi?”
“Avete la mia parola che mi farò condurre al patibolo senza tentare la fuga.” Rispose l’inglese. “Ma Talia deve essere liberata.”
“Mi assicurate questo?”
“Si, Missan…” annuì Guisgard “… avete la mia parola…”
“E sia.” Fissandolo Missan.

Guisgard
09-12-2011, 17.44.12
Altea era fuggita via.
Poco dopo si ritrovò davanti al palazzo del Belvedere.
“Cosa accade, milady?” Domandò una delle due.
Ad un tratto si avvicinò un'altra figura.
“Ci penso io…” disse Jalem, il fedele servitore di lord Tudor.
Altea fu fatta entrare e Jalem la condusse in una sala riccamente arredata.
“Sono il fedele di lord Tudor…” fece il servitore “… raccontatemi tutto, milady…”

Guisgard
09-12-2011, 18.09.00
Emile fissò Elisabeth per un lungo istante che parve infinito.
Poi, ad un tratto, l’uomo la baciò.
La baciò con una passione sconosciuta ad Elisabeth.
E quel bacio parve eterno alla donna.
“Fidati di me…” le sussurrò lui “… fidati di me, Elisabeth…”
I due tornarono da padre Adam.
“Padre…” disse Emile al chierico “… prima di salpare vorrei prendere Elisabeth come moglie…”
“Vi rendete conto che il matrimonio è un impegno davanti a Dio, vero?”
“Certo…” annuì Emile “… e davanti a Dio giurerò di amarla per sempre…”
“L’Altissimo che sancì l’unione tra Mosè e Sefora” iniziò a proclamare il chierico “invì la sua benedizione sul vostro amore, figlioli… nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo… amen.”
Emile baciò nuovamente Elisabeth.
Un attimo dopo si udì un fischio provenire dalla Satrapia.
“Ci attendono per partire.” Disse padre Adam.

Talia
09-12-2011, 18.11.45
“No!”
I miei occhi erano spalancati... li spostai da Guisgard a Missan... poi li riportai in quelli chiarissimi dell'inglese, mi mancava l'aria...
“Ma... ma che cosa dite? Che cosa significa?”

Guisgard
09-12-2011, 18.14.00
Un attimo e tutti si pietrificarono.
Ma quello sforzo era stato troppo forte per Daniel.
Un istante dopo, infatti, il giovane cadde a terra quasi privo di forze.
Passarono diversi minuti e l’incantesimo cominciò a dissolversi.
Daniel, infatti, non era ancora in grado di padroneggiare i suoi poteri.
Così, Hagus, Orlando e tutti gli altri ripresero le loro normali sembianze.

Lady Gaynor
09-12-2011, 18.16.59
A quelle parole di Gaynor, il capitano rise di gusto.
“Si vede che non siete una donna di mare, madame!” Esclamò. “In verità non ci siamo neanche mossi! Quel canto era in inglese, non in francese!” Sorrise. “Ora preparatevi… domani all’alba salperemo per Calais e voi ritornerete in patria.”
Si congedò dalla bella Ginestrina e raggiunse i suoi uomini sul ponte.
Cominciarono così i preparativi per il viaggio verso la Francia.
La notte trascorse così, tra gli ultimi canti dei marinai ed il rumore di qualche battello che attraversava quelle acque.
All’albeggiare, la baia si tinse di un alone rosato, che posò sulle calme acque del mare infiniti riflessi man mano sempre più dorati.
Le vele furono sciolte e subito si gonfiarono, facendo scricchiolare gli alberi della nave ed ondeggiare lo scafo.
L’ancora fu issata e finalmente la nave cominciò a muoversi.

Gaynor passò la notte in bianco. Era troppo scossa per dormire, i pensieri le si accavallavano nella mente suo malgrado. Finalmente arrivò l'alba, e con essa la partenza. Fra poco avrebbe rivisto la Francia, la sua splendida terra... ma nessuno l'aspettava, nessuno sapeva che lei stava tornando. Questo pensiero la intristì, facendola sentire sola... la sua famiglia era lontana, dall'altra parte del paese, e De Jeon e Missan erano impegnati nella loro lotta, tanto forse da non preoccuparsi nemmeno della sua assenza. Chissà cos'ha in serbo per me il destino...

Guisgard
09-12-2011, 18.39.57
Missan sorrise.
“Davvero un eroe cavalleresco, non trovate, mademoiselle?” Fissando Talia.
Un attimo dopo, nella stanza, entrarono altri soldati.
“Siamo pronti, signore.”
“Bene!” Esclamò Missan. “Monsieur Giglio Verde… vi attende il vostro ultimo viaggio… dal boia.”
Guisgard fissò il Ginestrino ed accennò un sorriso.
“Non avete dei versi per l’occasione?” Ridendo Missan. “Ricordo che siete un poeta nato! Magari qualcuno per congedarvi da mademoiselle!”
“Avanti…” mormorò Guisgard “… caliamo il sipario su questa pantomima…”
“Guardie, prendetelo.” Ordinò Missan.

Altea
09-12-2011, 19.30.38
Arrivata alla dimora di Lord Tudor si presentò un altro uomo di fiducia di Lord Tudor, disse di chiamarsi Jalem.
Fui titubante, e se pure egli fosse d'accordo con Sir Hagus?
Ma mi lasciai andare "Io sono Lady Altea Carrinton, da poco mi sono unita a nozze col milord. Fummo fatti prigionieri nel covo del Giglio Verde, una storia lunga, ci entrammo per caso...ma fortunatamente riuscimmo a uscirne anche se prima un lupo bianco ferì la mano di Lord Carrinton". Presi un attimo di pausa, il gentil messere mi ascoltava interessato e così proseguii senza remore "Ci indicarono un dottore, il quale fece finta di curare Orlando appunto...e all'improvviso comparvero l'eunuco che serve il Giglio Verde e altri uomini, lo fecero prigioniero e mi cacciarono fuori dalla casa. Riuscii a parlare con Lord Tudor ed egli mi offrì la sua benevolenza, chiedendo allo scudiero Daniel e a Sir Hagus di andare a liberare Sir Carrinton. Tornammo nel piccolo borgo di pescatori sulle scogliere, dove si svolse il fatto, e con sorpresa Sir Hagus andò dritto dentro a un faro e qui...vi trovammo il milord legato e quell'eunuco e altri uomini. Sir Hagus sembrava d'accordo con loro, si conoscevano e minacciò Lord Carrinton dicendogli di confessare chi era. Ed egli ammise di essere una...spia...di un certo sir Missan. Ma che tutto questo fu fatto perchè minacciato da questi, sir Missan gli avrebbe attribuito altrimenti la colpevolezza della morte della sua prima moglie. Di più non ho saputo...sono riuscita a liberarlo, lui ha preso la mia spada e l'ho lasciato là...con in ostaggio l'eunuco, ma è solo contro quegli uomini". L'uomo mi guardava sbigottito "So che è una storia assurda, io non so nulla di questo Giglio Verde, ma credo nella non colpevolezza del milord. Ma sir Hagus ha tradito la fiducia di Lord Tudor e vi chiederei di andare a raccontare tutto proprio al milord. Non mi fido più di nessuno". Mi lasciai scivolare su una poltrona, ormai stanca.

Talia
09-12-2011, 19.47.21
“Un eroe?” domandai in tono freddo, voltandomi verso Missan “Forse avete ragione, monsieur... anche se suppongo che ciò non rientri nei vostri parametri di merito, vero? O in quelli della Repubblica!”
Sorrisi appena...
“E, visto l’esito... devo credere che abbiate ragione?”
Una breve pausa... era successo tutto in fretta e mi stupii quasi nel notare quanto ancora riuscissi a vedere i fatti freddamente, come se si trattasse di un copione teatrale...
Missan era di fronte a me, Guisgard due passi più lontano, un manipolo di soldato lo accerchiava...
Il mio sorriso si allargò appena... portai le mani dietro la schiena, ritraendo le braccia nelle ampie maniche...
Se c’era una cosa che Essien mi aveva insegnato, in quegli anni, era l’essere precisa... meticolosa addirittura. Il buon esito di uno spettacolo dipendeva sempre dalla precisione, la precisione di riporre sempre ogni oggetto al proprio posto, là dove occorrerà la volta successiva...
E io questo lo avevo imparato bene!
Ero meticolosa, lo ero sempre stata!
Feci qualche passo nella sala...
“Tuttavia, monsieur...” dissi a Missan “Io non sono voi, non sono un politico... sono solo una donna, un’attrice... sono molto più sciocca e sentimentale, dunque! Mi perdonerete per questo, spero...”
Lo osservai un istante, ma lui non disse nulla.
“Mi permetterete, quindi, suppongo, di salutare il vostro prigioniero un’ultima volta... prima che sia la fine...”
Cautamente mi avvicinai a sir Guisgard, i soldati non si mossero...
“Forse davvero mi avete ingannata, milord...” gli dissi, giungendogli di fronte e prendendo il suo volto tra le mani “Monsieur Missan ha forse ragione quando dice che vi siete solo servito di me... però... beh, è stato avvincente. Perciò vi vorrei ringraziare!”
Lentamente mi avvicinai... sempre più... fino ad appoggiare le mie labbra sopra le sue, in un bacio struggente.
Percepii la sorpresa intorno a me, lo sconcerto... probabilmente i soldati, e Missan stesso, si stavano scambiando occhiate perplesse, stupite, allibite...
Colsi il momento: lasciai scivolare una mano sulla sua spalla, poi sul suo petto... la ritrassi di nuovo nella manica e di nuovo sfiorai il metallo freddo dello stiletto riposto nella tasca nascosta, lo stiletto che usavo per gli spettacoli e che tenevo sempre lì, sempre pronto, come Essien mi aveva insegnato...
Lo strinsi nel palmo della mano e mi allontanai appena dal cavaliere...
“Bonne chance, chéri...” sussurrai, tornando a guardarlo negli occhi e facendo nascostamente scivolare nella sua mano l’affilatissimo stiletto “Bonne chance!”
Infine mi scostai da lui di qualche passo e, sorridendo appena, tornai a guardare maliziosamente Missan...
“Merci, monsieur...” dissi “Per quanto riguarda me, credo che possiate andare!”

Daniel
09-12-2011, 21.25.16
Era frustrante.. Quando non dormivo i miei poteri erano sempre così scarsi.. Appena finita quella missione dovevo allenarmi.. L'incantesimo stava svanendo.. Ad un certo punto vidi nella stanzetta un serpente.. Senza nemmeno saperlo iniziai a parlare con lui..
<<Aiutami!>> Gli dissi in una strana lingua.. Il serpente annui e sparì.. Quando il Petrificus Totalus svanì arrivò un branco di vipere.. Mi rivolsi al serpente di prima e gli dissi..
<<Bloccateli.. Immobilizzateli... Non fateli uscire..>>
I serpenti si disposero ai piedi di ogni persona presente in quela sala tranne me... Poter parlare con i serpenti era sicuramente un potere oscuro.. Mi alzai in piedi e mi rivolsi a Sir Hagus immobbilizzato da due grosse vipere nere ai suoi piedi..
<<Ora mi spiegate che succede?>>

Guisgard
10-12-2011, 00.54.35
Jalem ascoltò con attenzione ogni parola di Altea.
“Immagino cosa abbiate passato, milady.” Disse “Prendete questa tisana…” porgendole una tazza calda. “Una giovane sposa a cui hanno catturato il marito… ora che lord Tudor scoprirà questa ingiustizia andrà su tutte le furie.” Sorrise alla ragazza. “Ora bevente con calma. Questa tisana vi farà bene e vi restituirà le forze. Nel frattempo vado a far preparare le guardie e i cani. Non abbiate paura, milady… libereremo vostro marito.”
Mostrò un rispettoso inchino ad Altea ed uscì dalla sala.

Guisgard
10-12-2011, 01.00.03
Hagus fissò turbato Daniel.
Era chiaro che i poteri di quel ragazzo erano incontrollabili anche per lui.
Ma forse aveva esagerato, chiedendo troppo a se stesso.
Aveva usato ogni sua risorsa di energia.
In un attimo i serpenti svanirono e Daniel perse definitivamente conoscenza.
Ma quel trambusto aveva fatto distrarre Orlando.
Gli uomini di Hagus, così, approfittarono della sua indecisione e immobilizzarono lord Carrinton.
“Cosa ne facciamo di lui?” Chiese uno di loro a sir Hagus.
“In fondo è anche grazie a lui se siamo riusciti a immobilizzare nuovamente lord Carrinton.” Rispose Hagus. “Portatelo nel faro, così non farà più danni. Al suo risveglio gli parlerò.”
E Daniel fu condotto nel faro e lasciato a riposare.

Guisgard
10-12-2011, 01.27.34
Quel bacio.
Missan e i suoi restarono colpiti da quella scena.
Renart, invece, fu preso da un impeto di rabbia.
“Fate chiamare dei soldati…” disse Guisgard all’ambasciatore “… che conducano lady Talia al Teatro Reale, dove ritroverà gli altri membri della sua compagnia.”
Missan fece arrivare due soldati.
“Ricordate il nostro patto.” Aggiunse Guisgard.
“State tranquillo…” fissandolo il Ginestrino “… a me interessate solo voi.”
“Ma lei è sua complice, signore!” Intervenne Renart. “Anche lei deve morire!”
“Fatela finita.” Lo zittì Missan. “Anzi, verrete con noi. Più siamo, meglio sarà.”
“Con voi?” Ripeté Renart.
“Si, voglio esserci anche io quando cadrà la testa dal primo nemico della Repubblica.” Rispose Missan. “Guardie, portate via la ragazza e conducetela al Teatro Reale.”
“No, che sia ricondotta al teatro da una carrozza…” disse Guisgard “… non dai soldati come una fuorilegge.”
“Ora chiedete troppo.” Replicò Missan. “E non siete certo nella condizione di poter chiedere. E comunque… sarebbe troppo pericoloso farla andare via con una semplice carrozza… potrebbe tentare la fuga ed avvertire qualcuno della vostra esecuzione. Ed io non posso correre rischi.”
“Non correrete alcun rischio.” Rispose Guisgard.
L’inglese allora si voltò verso Talia.
Prese la mano della ragazza e la tirò a sé.
“Meraviglioso, milady…” le sussurrò sorridendo “… ma non voglio morire col dubbio che l’ultimo bacio sia stato frutto di un copione, una finzione per la mia dipartita…”
Poi senza farsi scoprire, con un rapido gesto, portò il suo anello, quello con impresso il simbolo del Giglio, alla bocca.
Strinse così Talia in un abbraccio e la baciò con passione.
La baciò come se quel bacio fosse il suo ultimo soffio di vita.
E la baciò come se la vita non dovesse abbandonarlo mai.
Un attimo dopo, Talia restò priva di sensi fra le sue braccia.
Guisgard aveva infatti fatto scivolare nella bocca della ragazza una capsula, presa dal suo anello, con un potente sonnifero.
La prese così in braccio e restò a fissarla per qualche istante.
“Dormi, mio bel fiore di Francia…” sussurrò con un malinconico sorriso “… presto tutto questo sarà finito…”
“Quanti baci per il nostro condannato a morte.” Fece Missan.
“Ora Talia non potrà più fuggire dalla vostra carrozza…” disse Guisgard al Ginestrino.
Un soldato si fece avanti per prendere la ragazza, ma l’inglese lo fissò con uno sguardo implacabile.
“Non toccatela…” mormorò “… indicatemi la carrozza…”
Guisgard allora posò Talia nella carrozza e questa partì alla volta del Teatro Reale.
“E’ tutto pronto, monsieur.” Fece Missan.
Era stato condotto lì anche l’altro prigioniero catturato in precedenza, anch’egli membro della banda.
Guisgard restò a fissare la carrozza fino a quando questa uscì dalla caserma.
Poi, voltandosi verso Missan, annuì.
Un attimo dopo partirono tutti verso il luogo scelto per l’esecuzione.
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Altea
10-12-2011, 08.13.35
Il gentil Jalem mi offrìì una tisana ristoratrice assicurandomi che avrebbe informato il milord e che avrebbe preparato il tutto per andare a salvare Orlando.
Ringraziai gentilmente, ma appena sparì posi la tazza sopra il tavolo senza berne nemmeno un sorso, non potevo rischiare di cadere in una altra trappola e cosi iniziai a camminare nervosamente per la stanza e mi soffermai a guardare il dipinto di un bellissimo giovane, doveva essere attuale. Mi avvicinai e in piccolo lessi un nome "Guisgard". Fui destata da dei passi, sperai fosse Lord Tudor assieme a Jalem.

Daniel
10-12-2011, 14.55.45
Mi risvegliai in una stanza ammuffita.. Dovevo essere nel Faro perchè davanti a me c'era un'enorme catasta di legna.. L'unico rumore era il mio respiro e il gracchiare di un corvo..
<<STA ZITTO!>> Gli urlai con la stessa lingua che usai per i serpenti.. E per un attimo, prima che volasse via, Non so se realmente o nella mia immaginazzione sentii il corvo dire..
<<Mi perdoni Padrone..>>
Ero stanchissimo.. Mangiai una delle ultime baccarancie che avevo nella mia sacca e mi guardai intorno.. Avevo i vestiti tutti strappati e sporchi di sangue.. Puzzavo da morire.. Dovevo lavarmi.. Mi alzai in piedi misi la mano sul petto e dissi:
<<Tergeo..>> In pochi secondi i vestiti si rattopparono e le macchie di sangue sparirono.. Non puzzavo più ma anzi odoravo di bosco.. Mi sentivo abbastanza bene.. Ora però volevo andarmene da lì.. Mi sedetti e aspettai che qualcuno venisse a prendermi..

elisabeth
11-12-2011, 10.23.03
Rimanere sospesi.....e vorticare velocemente in una bolla di sapone, dove tutto e' ovattato e solo il battito veloce del cuore fa da suono a tutto quello che sembra legarsi alla realta'..........il primo bacio della mia vita......cosi' intenso ed importante che quando tutto fini' e potei guardare gli occhi di Emile........" Avere fiducia in voi ? ....sono settimane che vi corre dietro senza sapere dove andro' a finire......"...poi mi venne da ridere....l'imbarazzo era forte..." Emile...siete un uomo fortunato..nel giro di niente avete una moglie e una figlia, devo dire che la sorte vi ha fatto un bel regalo.....".....Andammo cosi' da Padre Adam, il quale non era visibilmente molto felice....ci sposo'.....mi sentii davvero strana, ero legata ad un uomo per la vita...un uomo che amavo, una bimba che adoravo. Si dice che i viaggi iniziano per bizzarri scopi e poi finiscano per le vie dell'anima....c'eravamo incontrati per un assurda zuffa e guarda dove ci aveva portati, il bacio dopo la benedizione di Padre Adam, eravamo una famiglia ora.in lontananza una voce.....la nave era pronta a salpare

Guisgard
12-12-2011, 01.00.56
Altea fissava quel ritratto.
L’immagine dipinta era quella di un nobile dal portamento fiero e dall’alto lignaggio.
Il suo sguardo era inquieto e malinconico e sembrava guardare oltre l’orizzonte, come se fosse in cerca di qualcosa perduto in lontananza.
Era immerso in un bucolico scenario e indossava abiti da caccia.
Al dito aveva un anello e nel vederlo Altea si accorse di uno strano particolare.
Sull’anello, infatti, vi era inciso il simbolo del Giglio Verde.
La mano era coperta dalla penombra e dunque l’anello non era facilmente riconoscibile con quel suo misterioso simbolo.
“Milady…” entrando Jalem nella sala “… vedo che non avete toccato la tisana… è ancora calda, vi consiglio di berla…” la fissò “… lord Tudor non è al Belvedere, ma tornerà tra poco… nel frattempo lo aspetteremo qui…” e chiuse le porte della sala, restando con lei al suo interno.
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Guisgard
12-12-2011, 01.08.00
Daniel era nel faro.
Attorno a lui c’era solo il silenzio della notte.
Ma il suo animo era tormentato da visioni ed allucinazioni.
In quel momento entrò Hagus.
“Un tempo” disse “quelli come te venivano bruciati vivi, o rasati e rinchiusi in un monastero.” Lo fissò. “Fossi in te ci andrei piano con quei tuoi… giochetti.” Accennò un sorriso. “Senza dimenticare che ogni volta usi quei tuoi, diciamo, poteri, finisci col perdere le forze. Ed è pericoloso restare in balia di sconosciuti.” Gli diede la mano e lo aiutò ad alzarsi dal letto. “Ora impiccheremo lord Carrinton. Ricordi tutte le volte che ti fece frustare e rinchiudere? Beh, ora avrai soddisfazione. Abbiamo scoperto che era una spia di Missan… un traditore, un uomo che ha aiutato i nostri nemici a mandare a morte nobili e chierici.”

Guisgard
12-12-2011, 01.24.47
Il bacio tra Emile ed Elisabeth sancì la loro unione.
Poi il segnale: la Satrapia stava per partire.
“E’ il momento…” disse Emile ad Elisabeth e a padre Adam. “Accarezzò la piccola Maria. “Andate, il capitano vi sta attendendo.” Aggiunse.
“Ma voi?” Stupito il chierico.
“Io non ho ancora finito qui…” rispose Emile “… voglio accertarmi che anche il resto dei miei compagni sia in salvo. Padre… vi affido Elisabeth e la piccola Maria… so che veglierete su di loro fino al mio ritorno.”
Il chierico annuì.
“Andate, la nave attende solo voi per partire…” fissandoli Emile.

Guisgard
12-12-2011, 01.32.01
Fountaine, Parsifal e i due assistenti del cacciatore di taglie ripresero il cammino.
Attraversarono l’umida campagna inglese, in un paesaggio reso incerto dal buio della notte e sbiadito dalla leggera nebbia che, come un velo, copriva ogni cosa.
Ad un tratto, lungo la strada, avvistarono una debole luce.
Era una locanda.
Decisero così di passare la notte in quel luogo.

Guisgard
12-12-2011, 01.58.33
Missan fece cenno ai soldati di caricare i due prigionieri sul carro dei condannati a morte.
“Andiamo, grande eroe!” Con disprezzo Renart. “Dopo i baci della tua bella, ora troverai quello del boia! E scommetto che non sarà altrettanto piacevole!”
“Sei divertente.” Sorridendo Guisgard. “Devi essere una specie di buffone per allietare gli ultimi istanti dei condannati, immagino. Questo ruolo secondo me ti si addice di più, in confronto a quello del bell’innamorato…”
“Avresti voluto interpretare tu l’eroe romantico, vero?” Spintonandolo nel carro Renart. “Beh, sei arrivato tardi, pallone gonfiato! L’unica donna che troverai ad attenderti sarà madonna Morte!”
“E questa dove l’hai letta?” Sarcastico Guisgard. “Nell’ultimo copione che hanno tentato di farti imparare? Dammi retta, sei più credibile come comico…” fece come a volersi avvicinare al suo orecchio “… ed è per questo che ti ucciderò per ultimo…” sussurrò.
“Cammina, bastardo!” Sbottò Renart, spintonando di nuovo l’inglese.
E saliti su i due prigionieri, il carro uscì dalla caserma.
“Capo…” mormorò l’altro prigioniero “… perché sei tornato qui? Dovevi lasciarmi morire… almeno ti saresti salvato tu…”
“Dimentichi, amico mio, che sono io a dare gli ordini e a decidere per tutti.” Sorridendo Guisgard. “Ti hanno torturato?” Fissandolo.
“Si, ma non ho rivelato nulla della banda, capo…”
“Lo so.” Rispose Guisgard. “Lo so, amico mio…”
Il carro aveva ormai lasciato Ostyen ed era quasi giunto sul luogo dell’esecuzione.

elisabeth
12-12-2011, 11.29.00
La partenza.....Emile stava facendo qualcosa che non rientrava nei miei disegni......"....Aspettate un attimo ..Emile forse io non sono stata abbastanza chiara, io non prendero' quella nave neanche morta se voi non ci salirete con me e Maria...... io non intendo andare da nessuna parte senza di te, i tuoi compagni ?...bene andiamoli a cercare.....Padre Adam voi che fate...andate a Calais o pensate di stare con noi a riunire la combriccola......".......Avevo Maria avvolta in una sacca legata tra la spalla e la schiena...cosi' che potessi avere le mani libere......e guardavo Emile con uno sguardo talmente furente che avrei potuto bruciarlo....ma la magia non potevo utilizzarla...non era il momento......ma lui sapeva e lo sapeva bene......." Caro Maritino....siamo marito e moglie nella buona e nella cattiva sorte.....ricordateglielo Padre..lo ha gia' dimenticato..."....

Altea
12-12-2011, 11.34.15
Mi avvicinai di più a guardare ogni minimo particolare di quel ritratto, il giovane era altero, forse apparteneva alla casata dei Tudor, quando scorsi un particolare, alla mano vi era un anello, e mi accorsi con attenzione che portava...lo stemma del Giglio Verde..trasalii, ad un certo punto fui della convinzione che tutta la casata dei Tudor appartenesse a questo gruppo, ma ricordo Orlando ne parlava con benevolenza del milord.
Vidi arrivare Jalem e guardò la tazza ancora piena, mi diede la brutta notizia che il milord non era a casa.
"Scusatemi messere, ma sono cosi agitata..che non mi sento nemmeno di bere un goccio d'acqua." Lo fissavo e pensavo se quell'uomo fosse dalla mia parte. "Jalem, chi è questo ragazzo dipinto nel ritratto? Guardate porta lo stesso stemma nell'anello di quella banda di cui siamo stati vittime..il Giglio Verde. E a tal proposito, se aspettiamo qui il ritorno di Lord Tudor penso che Lord Carrinton potrebbe già essere morto, è uno contro altri uomini, e penso questo non sia comportamento da nobili cavalieri..combattere contro un unico cavaliere. I loro modi sono pari a quelli...che lessi nel libro sui Ginestrini. Chiedete a qualche guardia di venire in mio aiuto, altrimenti datemi una spada e andrò io stessa a salvare mio marito".

Parsifal25
12-12-2011, 13.07.59
Ciò che vivemmo in quei giorni al Monastero non riuscivo a cancellarlo dalla mia mente... il volto di quella donna così leggiadra e soave rimase impresso nella mia mente, le sue parole risuonavano ancora nelle mie orecchie " L' Inferno era già qui".... soffermandomi a riflettere sul male che imperversa questo mondo..... talune volte sembra che non vi sia nessuna via d'uscita per ciò che un tempo erano i dettami dell'uomo: virtù, coraggio, onestà e lealtà.... "siamo rimasti in pochi".... sussuraì.....

Guisgard
12-12-2011, 14.19.47
Emile fissò Elisabeth.
“Ho un compito da portare a termine…” disse alla donna “… ho un debito col Giglio Verde… vedi, lui una volta mi salvò la vita… ora io devo sdebitarmi… ho condotto qui padre Adam, ma ora devo accertarmi che il resto della banda sia in salvo…” la guardò negli occhi “… Elisabeth… se non farò quest’ultima cosa, non potrò mai dirmi un uomo libero e non sarei mai felice con te e Maria… “
“Madame…” intervenendo padre Adam “… la bambina deve essere la vostra priorità… tornare con lei a Ostyen è quasi un duplice suicidio… avete detto di voler farle da mamma… bene, allora pensate al suo bene…”
“Il padre ha ragione, Elisabeth.” Fece Emile. “Ora ti imbarcherai con padre Adam e con Maria. Se Dio vorrà ci rivedremo in Inghilterra.” La strinse forte. “Andate ora…”

Guisgard
12-12-2011, 14.28.27
Jalem fissò Altea.
“Già, l’anello…” guardando poi il ritratto “… siete un’ottima osservatrice, milady…”
In quel momento altri uomini giunsero nella sala.
“Costei è la moglie del traditore.” Disse Jalem a quegli uomini.
“Cosa dobbiamo farne?” Domandò uno di loro.
“La terremo segregata qui fino al ritorno del capo.” Rispose Jalem. “Poi deciderà lui cosa farne. Milady…” rivolgendosi poi di nuovo ad Altea “… vi consiglio di non crearci problemi… nel vostro interesse…”

Guisgard
12-12-2011, 14.40.56
“Già…” disse Fountaine a Parsifal “… ma vedi, ragazzo mio, la strada di un cavaliere è lunga e perigliosa… cavaliere, ricordalo sempre, è un modo di essere, non di fare… vi sono due grandi sfere che scandiscono il cammino degli uomini virtuosi… ed entrambe queste sfere hanno origini ultraterrene… quella della Fede e quella dell’Amore.”
Presero poi due stanze.
Una per i due assistenti ed una per il cacciatore di taglie e Parsifal.
I quattro, così, poterono riposarsi dalle fatiche degli ultimi giorni.
Verso il pomeriggio, poi, scesero al piano di sotto e ordinarono un sontuoso pasto.

Altea
12-12-2011, 14.44.39
"Moderate le parole, io non sono la moglie di un traditore..ricordatevi che io sono pure contessa e vengo da una famiglia nobile dell'Irlanda, appena la questione si risolverà dirò a mio padre di chiedere ai vostri sovrani la giusta punizione per Voi. Pregate messere" Detto questo, mi fiondai verso l'uscita del salone, ero molto brava a correre, gli uomini mi seguirono finchè vidi appese in un antro del lungo corridoio delle spade. Ne afferrai una "Non ho intenzione di starmene in prigione, non dovevate nemmeno osare proferire queste parole. Chi vi ha dato questi ordini? Lord Tudor....o il Giglio Verde? Quanto al vostro padrone, che presumo sia il nobile del quadro, per me può morire anche alla forca visto la vostra idea di giustizia uguale a quella della Repubblica di Magnus..." puntai la spada verso Jalem.

elisabeth
12-12-2011, 14.54.46
Non riuscii a dire neanche una parola....tra Padre Adam ed Emile,mi avevano messa con le spalle al muro....all'abbraccio di Emile....mi si strinse forte il cuore a quel punto dissi al suo orecchio..." Emile io ti amo da impazzire, tu tenta soltanto di morire e ti verro' a prendere sino all'inferno...."......Mi scostai da lui e gli diedi il piu' dolce dei baci....." Portalo con te Emile che ti possa scaldare nelle notti in cui ne avri bisogno e ricorda chiamami io saro' con te ...."...Avevo le lacrime agli occhi .."Andiamo padre...prima che possa cambiare idea"...

Talia
12-12-2011, 15.03.27
Le braccia di sir Guisgard si serrarono intorno a me e io strinsi con entrambe le mani la camicia sul suo petto... in quel bacio... sforzandomi di non pensare a quanto quel bacio travolgente assomigliasse ad un bacio di addio.
E in quel momento tutto intorno a me sembrò svanire... Missan, i soldati, Renart, la caserma, il patibolo, la Repubblica... d’un tratto niente di tutto quello ebbe più senso o importanza, avremmo potuto essere lontani da lì, avremmo potuto essere qualcun altro o da un’altra parte...
per un momento...
poi, inaspettatamente, avvertii un sapore amaro in bocca. Le mie mani tramarono. La testa sembrò girarmi forte. Appena per un istante.
Poi tutto diventò buio e io mi sentii scivolare giù... sempre più giù.

Aprii gli occhi.
Tutto era buio.
Rimasi immobile per qualche momento... faticavo a respirare, faticavo a muovermi.
Ero distesa da qualche parte.
C’era silenzio... un silenzio assoluto.
Mossi lo sguardo intorno, incerta... dov’ero? Cos’era accaduto?
Esitai appena un istante, poi riuscii faticosamente a mettermi seduta.
“Milord?” mormorai incerta “Milord... dove siete?”
Silenzio.
“Guisgard?” invocai, mentre la mia voce si faceva più concitata, più acuta e spaventata.
E tuttavia essa parve perdersi in quel buio e in quel silenzio senza fine.
Poi d’un tratto, proprio quando il panico stava per travolgermi, udii una voce alle mie spalle...
“Non c’è!” disse “Non c’è nessuno qui!”
Era una voce bassa e modulata, una voce che conoscevo bene.
Mi voltai di scatto, dunque, e lo vidi: se ne stava seduto su di un seggio dall’alto schienale, indossava una semplice camicia bianca e dei pantaloni di stoffa grezza e povera, come quelli che era solito portare da ragazzino, e mi fissava con quei suoi implacabili occhi neri.
“Philip?” mormorai incredula, riconoscendolo.
Lui sorrise appena.
“Ma che cosa... che cosa accade? Che cosa ci fai qui? Dove siamo? Io...” una breve pausa “Io ti ho visto morire!”
Per qualche istante non si mosse e non parlò... continuò a fissarmi, come chi sta tentando di ricordare qualcosa...
“Morire!” mormorò, infine “Oh... si... ora ricordo! Tu... e quell’inglese... dannato inglese... mi ha colpito... ha penetrato la mia guardia... e tu... tu neanche una lacrima! Come puoi essere tanto crudele, Talia? Perché?”
Con qualche sforzo mi misi in piedi, e anche lui si alzò.
“Io ti odio Philip De Jeon!” dissi con voce chiara e fredda “Ti odio con ogni singola parte del mio corpo e della mia mente!”
Vidi i suoi occhi allargarsi un poco, sorpreso...
Io vacillai, ma mi costrinsi a restare in piedi, immobile sulle mie gambe... e allora tutto intorno a noi iniziò a vorticare velocissimamente...
E d’un tratto quel buio sparì...
Eravamo in un cortile, ora... un ampio cortile quadrato, accerchiato da un regolare porticato...
il sole era alto, ma coperto a tratti da plumbee nubi che rendevano l’aria fredda e grigia... eravamo nel cortile del convento di Colaubain.
Philip, al mio fianco, si guardò intorno sorpreso... io no.
I miei occhi, lucidi di rabbia e di dolore, fissavano l’imponente costruzione che era stata allestita al centro dello spazio quadrangolare.
“Il giorno che rimisi per la prima volta piede a Colaubain...” iniziai a dire dopo qualche momento “Dopo anni che non vi tornavo, anni passati con la compagnia in giro per la Francia, la prima cosa a cui pensai fu tornare qui: al monastero. Ero fuggita anni prima, qualche tempo dopo la tua partenza... dopo essere venuta a sapere che... “ sospirai, poi ripresi “Ero fuggita senza una parola, senza una spiegazione... ma tornare a Colaubain mi fece capire quanto invece fossi legata a questo luogo e alle donne che mi avevano allevata. E così, senza pensare a niente altro, presi di corsa la Rue du Soleil... ricordi quante volte l’abbiamo percorsa, Philip? Quante e quante volte l’abbiamo fatta tutta di corsa per arrivare all’Istituto prima che qualcuno si accorgesse che ero uscita! Ebbene... quel giorno, il giorno del ritorno, il mio cuore batteva ancora più forte e le mie guance erano ancora più rosse... ero agitata, emozionata... ero felice!”
Feci una breve pausa.
Avvertivo lo sguardo di De Jeon su di me ma io non lo guardai, io continuavo a fissare la costruzione al centro del cortile.
“Corsi a perdifiato fin quassù...” ripresi a dire poco dopo “Immaginando già ciò che avrei detto bussando alla porta. Immaginando ciò che avrei fatto. Immaginando i volti nel vedermi tornare. Le lacrime. I rimproveri e il perdono. La gioia. E invece... Invece, questo fu tutto ciò che trovai una volta giunta qui!”
Sollevai una mano ad indicare quella costruzione e allora, per la prima volta, gli occhi di Philip si spostarono da me a quel patibolo, eretto al centro del cortile.
“Morte...” mormorai “Tutte morte! Uccise! Trovai il portone spalancato, il monastero e l’Istituto totalmente deserti, il patibolo ancora in piedi nel cortile e un manifesto sulla porta... sì, un manifesto, un bando affisso al portone d’ingresso... immagini cosa diceva quel bando, Philip De Jeon?”
Lui tacque ed io, per la prima volta, staccai gli occhi dal patibolo e li portai su di lui... occhi pieni di lacrime... ma lo sguardo era duro, freddo e implacabile...
“Condannate a morte!” dissi, con una voce che pareva uscire dall’oltretomba “Erano state condannate a morte solo per aver scelto quella vita... condannate a morte e giustiziate, per ordine del repubblicano Philip De Jeon. Questo diceva quel bando! Philip De Jeon, che era stato l’unico amico che io avessi mai avuto, l’unico di cui mi fossi mai fidata... proprio lui aveva deciso la loro morte... riesci ad immaginare il dolore che ho provato? Riesci ad immaginare quanto mi sono sentita tradita?”
Non so quanto tempo passò prima che De Jeon parlasse di nuovo... per lunghi, lunghissimi momenti restammo in silenzio, osservandoci... infine lui distolse il suo sguardo e lo portò di nuovo verso il centro del cortile.
“La libertà comporta dei sacrifici!” disse “Io ho fatto ciò che doveva esser fatto, e l’ho fatto per tutti! L’ho fatto per la Francia, per Magnus... l’ho fatto anche per te!”
“Per me?” la mia voce era bassa e ruvida “Per me... per la Francia? No, Philip! No! Tu l’hai fatto soltanto per te stesso... e lo sai! L’hai fatto per la tua gloria personale, e per niente altro! L’hai fatto perché ti illudevi, così, di conquistare un posto nella storia! Tu volevi diventare qualcuno... questo è sempre stato il tuo sogno, il tuo desiderio più grande! Non puoi negarlo! Non con me!”
Lui mi fissò per qualche attimo...
“E anche se fosse vero?” domandò infine “Io sono diventato qualcuno! Temuto, rispettato, osannato dalla folla... perché non lo capisci? Perché non puoi accettarlo?”
“Perché è follia!” dissi, alzando appena la voce “E’ follia e tu ne sei la prima vittima... tu che hai venduto te stesso per questo delirio di onnipotenza... hai sacrificato la tua dignità, la tua integrità, tutti i valori, hai sacrificato la giustizia e la rettitudine... e non hai risparmiato nessuno!”
“Avrei risparmiato te!” disse lentamente.
Per un attimo lo fissai in silenzio, poi scossi leggermente le testa...
“No... no, Philip... non hai risparmiato neanche me!”
Abbassai lo sguardo.
Il cortile intorno a noi stava iniziando a svanire, ormai... e presto ci ritrovammo di nuovo in quella sorta di buio appiccicoso nel quale mi ero svegliata...
Philip si guardò attorno per qualche momento, come confuso...
Infine sospirò...
“Oh...” disse, con l’aria di chi ha appena compreso “Temo che il mio tempo qui sia terminato...”
Sollevai di nuovo gli occhi e lo fissai. Lui sollevò una mano e la tese verso di me.
“Vieni!” disse “Resta con me!”
Non risposi.
“Puoi scegliere!” insisté “Se lo vuoi, se lo desideri... puoi scegliere di restare con me per sempre! Puoi scegliere di non svegliarti più! Puoi far si che ci venga concessa una seconda occasione! E non ci saranno più Ginestrini né Pomerini, non ci sarà più nessuna Repubblica, non ci sarà più niente a dividerci... potremmo ricominciare da capo, Talia!”
Lo fissai per qualche attimo, spostando lo sguardo da quei suoi profondi occhi neri alla sua mano tesa in un gesto rassicurante...
Attimi di immobilismo...
“No, Philip!” mormorai infine “Non possiamo ricominciare da capo! Io non voglio!”
“Perché?” domandò, ma subito i suoi occhi si allargarono appena... poi divennero duri “E’ per quell’inglese? Dimmelo... è per lui? Per un inglese che si è solo servito di te! Che cosa credi? Ti ha solo usata per i suoi scopi e niente più! Non gli importa niente di te! Tu sei francese... sei cresciuta in un orfanotrofio... non sei nessuno!”
La sua voce dura e carica di rabbia mi colpì con forza...
Aveva ragione... io non ero nessuno: orfana... attrice itinerante...
Nessuno!
Eppure quell’inglese...
Quell’inglese intrepido, con quegli incredibili occhi azzurri e la capacità di farmi girare la testa con una sola parola...
Sorrisi.
“Addio, Philip De Jeon!” dissi soltanto.
Chiusi gli occhi e inspirai.

Rumori...
Scalpiccio di cavalli...
Ruote che schiacciavano il terreno...
Grida dalla strada...
Voci più vicine...
La luce mi batteva sulle palpebre. Avrei desiderato aprirle e vedere che cosa stava accadendo, o dove fossi.
Guisgard non era più con me... lo sapevo... lo sentivo... ero in grado di avvertire la sua presenza, ormai, ed ero sicura che non ci fosse più. Questo mi spaventò.
Quel sogno era ancora vivido nella mia mente... lo valutai per un istante... era stato davvero solo un sogno? O era stato qualcosa di più...
Altre voci...
Gente che parlava...
Che cosa dicevano?
E come mai mi sentivo tanto confusa?
Inspirai, feci appello a tutte le forze di cui disponevo e aprii gli occhi.

Guisgard
12-12-2011, 15.03.45
Altea puntava la spada contro quegli uomini.
Tutti loro la fissavano senza dire nulla.
Ad un tratto la ragazza si sentì afferrare da qualcuno alle sue spalle.
In un attimo perse la spada e restò immobilizzata da quelle forti braccia.
“Ottimo, Jhafar.” Disse Jalem. “La nostra bella dama irlandese è una guerriera. Degna di suo marito.” Fissò Altea. “Non vi conviene più tentare un giochetto simile, milady… non costringetemi ad uccidervi…”
In quel momento giunse un altro della banda.
“Cosa accade?” Domandò Jalem.
“Il palazzo di lord Carrinton è in fiamme…” rispose l’ultimo arrivato “… pare sia stata la vecchia governante… abbiamo scoperta che era d’accordo con Missan… è grazie a lei che i Ginestrini ricattavano lord Carrinton.”
“Ricattavano?” Ripeté Jalem. “Allora…”
“Si, lord Carrinton era stato costretto…”
Jalem allora fissò Altea.
“Forse vostro marito…” mormorò “… speriamo non sia troppo tardi…”

Daniel
12-12-2011, 15.14.56
Non usare i miei poteri ma era matto?
<<Mi serve solo un pò di allenamento..>> gli risposi..
Lord Carrinton impiccato? Anche se lo odiavo a morte non volevo che morisse.. Mi faceva pena.. Avevo in mente un piano..
<<Potete portarmi da lui?>> mi limatai a dire..

Guisgard
12-12-2011, 15.27.12
La Satrapia lasciò il porto di Calais.
“Fatevi coraggio, madame…” disse padre Adam ad Elisabeth “… so che ne avete… avete dimostrato grande coraggio in tutta questa storia… vedrete che lui tornerà presto da voi…”
Il tiepido e leggero Sole della Manica accarezzava la terra francese che si allontanava sempre più, mentre le alte e bianche nuvole si spostavano verso Oriente.
E in quel Cielo d’argento nuove speranze sembravano prendere forma.
Speranze di una vita migliore.
Per tutti.

elisabeth
12-12-2011, 15.40.44
La nave aveva laciato il porto.....ero li' assieme a Padre Adam.....Maria era dolcissima sembrava avesse compreso ogni cosa gli accarezzavo il capo....mentre le lacrime scendevano copiose sul mio volto.....il vento le spostava sul mio viso come rivoli di acquitrini...guardavo il porto, mentre le Parole di Padre Adam....mi giunsero come lieve confortodi un uomo di Chiesa....." Sapete Padre.....stiamo lasciando la Francia con i suoi orrori ed i suoi errori e approderemo in una nuova terra che magari tra qualche tempo diventera' un focolaio di povera gente che lottera' per tozzo dipane.......ma sapete la cosa che mi angoscia di piu'....il senso dell'abbandono, per mia figlia prego ogni momento che ci sia un mondo sereno....e sarebbe stato migliore se avesse avuto un padre una madre...."......continua cosi' a fissare l'orizzonte.......

Altea
12-12-2011, 15.45.20
Ad un tratto una forte morsa alle spalle, un uomo forte e possente, dai modi rudi mi trattenne con forza e mi fece cadere la spada. Sentivo solo quell'uomo che mi minacciava di morte, la mia collera aumentava quando all'improvviso arrivò un altro uomo dicendo che il palazzo di Orlando stava bruciando...."Angry" pensai "tu hai rovinato la vita mia e quella di Orlando insieme a quella donna..è la giusta punizione."
Jalem si rivolse a me, in modo mesto e risposi a tono "Vi avevo detto che Lord Carrinton era innocente, che era stato minacciato da tale Missan di essere incolpato della morte della prima moglie...e non mi avete creduto, non avete creduto alla mia parola. E ora c'è poco tempo di parlare, ma si deve agire."

Guisgard
12-12-2011, 16.11.37
La carrozza proseguiva a passo regolare, tra i dossi e i saliscendi della stradina che diveniva sempre più sentiero, man mano che si addentrava nella campagna.
Missan era con il cocchiere ed un altro soldato davanti, mentre Renart ed un secondo soldato erano dentro con i prigionieri.
Altri due militari a cavallo seguivano il carro.
“Ricordi quando vi mostrai quel giochetto di prestigio?” Mormorò Guisgard all’altro prigioniero.
“Si, alla festa di lady Blakney…” accennando uno stanco sorriso questi.
“Zitti, carogne!” Intimò loro Renart.
“Non ti piace la magia?” Sorridendo Guisgard. “Può essere divertente, sai? Anche il teatro è un po’ magia.”
“Sta zitto!” Gridò Renart.
“Aspetta…” intervenne il soldato “… vediamo cosa sa fare… mostraci qualcosa, così da rompere questa noia…”
“Beh, detta così…” mormorò Guisgard “… potrei improvvisare un trucco che mi insegnò un fachiro indiano… quando si liberò dalle catene che lo tenevano legato ad una colonna… vediamo se ricordo la formula…” fingendo di riflettere Guisgard “… ah, si… Sabù Wakemè!” E mostrò le mani libere dalle corde.
E approfittando dello stupore generale, trafisse il soldato, con lo stiletto di Talia, per poi lanciarsi su Renart.
Scoppiò così una colluttazione tra i due.
Renart afferrò la mano di Guisgard e tentò di ucciderlo con la sua stessa arma, ma l’inglese riuscì ad avere la meglio, puntando lo stiletto al cuore dell’attore.
“Ricordi quando dissi che ti avrei ucciso per ultimo?”
“Si…” ansimando Renart “… l’hai detto… l’hai detto…”
“Beh… ti ho mentito…” disse Guisgard, per poi trafiggerlo a morte.
Liberò allora il suo compagno.
“E ora?” Chiese Questi.
“Usciamo dai finestrini…” rispose Guisgard “… tu da sinistra ed io da destra…”
Così facendo presero di sorpresa i tre al posto di guida.
Missan ebbe solo il tempo di gridare.
Si avvicinarono allora i due soldati a cavallo, ma, saltando addosso a quelli, Guisgard ed il suo compagno li misero fuorigioco.
Missan allora, vistosi perduto, prese il comando del carro e cominciò a correre come un ossesso.
Guisgard ed il fedele compagno si lanciarono all’inseguimento ed essendo più veloci raggiunsero e risalirono sul carro.
“Maledetti!” Gridò Missan, immobilizzato dai due.
“E’ finita, Missan…” mormorò Guisgard.
Ma proprio in quel momento arrivarono alcuni soldati a cavallo: era il plotone col boia.
Missan li accolse con una trionfale risata.
“Per voi è finita!” Urlò.
I soldati circondarono il carro.
“Portateli nella campagna e decapitateli!” Ordinò Missan. “Il Giglio Verde è stato sconfitto!” Fissando Guisgard portato via dai soldati.
Missan restò così da solo, in attesa che i soldati eseguissero quella condanna.
Si sentiva ormai il padrone della repubblica: non c’erano più né il Giglio Verde, né De Jeon.
Ma ad un tratto udì dei passi.
“Sapete, amico mio…” disse Guisgard “… mi sono tornati in mente i versi che volevo recitarvi prima…”
Con lui c’erano anche i soldati.
“Ma…” mormorò stupito Missan “… cosa è successo?”
“I miei uomini” sorridendo Guisgard “hanno pensato bene di prendere le uniformi dei vostri soldati, dopo averli accoppati un’ora fa.”
E tra i suoi fedeli compagni, l’inglese fissava implacabile il Ginestrino ormai rimasto solo.
http://petit-ecran.org/wp-content/uploads/2010/08/CaptainBlood-ErrolFlynn-Capitaine.jpg

Guisgard
12-12-2011, 16.19.25
Jalem a quelle parole di Altea diede subito ordine ai suoi di prepararsi.
Poco dopo tutti loro lasciarono il palazzo dei Tudor.
Era una corsa contro il tempo.
Galopparono per un sentiero solitario, che avrebbe permesso loro di tagliare la strada in due.
Alla fine giunsero al vecchio faro.
E arrivarono proprio mentre Orlando stava per essere impiccato.

Altea
12-12-2011, 21.32.20
Per fortuna Jalem e gli altri uomini, sempre del Giglio Verde, credettero nella innocenza di Orlando, ma dentro di me nutrivo ancora del risentimento, per tutto quello che ci avevano fatto passare, per la irruenza, la crudeltà e la prepotenza con cui si erano scagliati contro di noi.
Seguii quegli uomini, io rimasi in silenzio, prendemmo due strade e io seguii Jalem fino al faro. Scendemmo da cavallo, subito corremmo dentro il faro e davanti ai miei occhi si presentò la immagine di Orlando sopra una sedia, legato alle mani e ai piedi, sopra una sedia. E gli uomini stavano preparando il cappio. "Vergognatevi" urlai in un impeto di rabbia "e questa è la vostra giustizia? Nemmeno il più barbaro degli uomini tratterebbe cosi neppure un animale". Quelle parole mi uscirono ad un tratto con un impeto di rancore e odio.

Guisgard
13-12-2011, 01.46.20
Lascia perdere, ragazzo…” disse Hagus a Daniel “… lord Carrinton ora pagherà per i suoi crimini…”
Tutto era infatti pronto per l’esecuzione di lord Carrinton.
Ad un tratto giunsero alcuni cavalli.
Erano quelli di Jalem, Altea ed il resto della banda.
Altea allora corse verso l’esecuzione e cominciò a urlare la sua rabbia.
“State indietro, milady!” Gridò Hagus. “Stiamo solo facendo giustizia!”
“No, fermi voi!” Intervenne Jalem.
“Cosa accade?” Chiese turbato Hagus.
Jalem allora gli si avvicinò e raccontò tutto al complice.
“Allora quest’uomo diceva il vero…” mormorò Hagus.
“Si.” Annuì Jalem. “E’ innocente. Era solo vittima dello sporco piano tra Missan e la sua vecchia governante, rimasta fedele alla moglie defunta.”
Hagus allora diede ordine ai suoi di liberare Orlando.
Il nobile corse ad abbracciare Altea.
“Perdonami se ti ho fatto vivere questa brutta storia… grazie al Cielo è tutto finito…” stringendola a sé “… ma ti giuro che recupereremo il tempo perduto e saremo felici…”

Guisgard
13-12-2011, 02.16.57
Il rumore della carrozza, il vocio che proveniva dalla strada.
Poi ancora, il tintinnio della campanella di un carretto e le grida festanti di alcuni ragazzini che giocavano.
Talia avvertì questi rumori confusi, ma era ancora in uno stato di dormiveglia.

“Dovrei essere arrabbiata” fingendosi imbronciata Talia “e non rivolgerti più la parola… e forse lo farò!”
“E perché mai?” Voltandosi Guisgard. “Cosa ho fatto?”
“Beh, ti sei presentato come…” rispose lei “... non so neanche io come... pensandoci bene, mio caro, non ti sei presentato affatto! E poi vengo a sapere che sei addirittura un nobile! Un nobile, mio caro sir!”
“Oh, ma milady...” sorridendo lui “... ero in incognito... sai mantenere un segreto?”
“Beh, dubito che tu possa rivelarmi un segreto...” mettendo il muso lei “... visto che neanche ti fidi a rivelarmi il tuo vero nome!”
“Allora non vuoi saperlo?”
“E sia!” Voltandosi lei. “Ma solo perché sono curiosa! Avanti, sentiamo questo segreto...”
“Vedi, mia bella Colombina, sono in missione per conto di qualcuno...”
“Del Giglio Verde immagino…”
“No, di messer Amore!”
“Ti prendi gioco di me!”
“Affatto, mia cara!” Sorridendo Guisgard. “Vedi, sono qui per liberare una mobilissima dama e condurla su un’isola meravigliosa, tra una campagna senza età e castelli come addormentati da un antico incanto.”
“Capisco…” fissandolo Talia “… ma vedo che la cosa non mi riguarda... io non sono una nobile dama...”
“Ma lo sei di diritto, visto che di te si è perdutamente innamorato un nobile cavaliere…” sussurrò lui “... e che vuole portarti su quell’isola... la vedi l’Inghilterra? E’ laggiù, proprio davanti a noi!” Indicò Guisgard.
Lei allora sorrise e lo baciò.
“A cosa devo questo?” Fissandola lui.
“Perché adoro l’Inghilterra, sir!” Sorridendo lei.
Ed insieme guardarono l’Inghilterra che compariva all’orizzonte.
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Tutto poi si fece confuso e sbiadito.
L’incanto dell’Inghilterra, l’azzurro del cielo ed il blu del mare.
“Ben svegliata, piccola mia.” Disse Essien. “Finalmente hai ripreso conoscenza! Come stai? Eri addormentata quando quella carrozza ti ha condotto qui… ma per fortuna sei sana e salva!”
Entrò Fantine con una tisana calda e con lei c’erano anche Tissier, Gobert e Tafferuille.
E tutti salutarono con gioia il ritorno di Talia.
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Altea
13-12-2011, 08.37.44
Hagus fu fermato da Jalem appena in tempo, Orlando fu liberato e subito corse verso di me per liberarmi.
"Orlando, per fortuna...appena in tempo, ho fatto di tutto per salvarti e ci sono riuscita. Il tuo palazzo..." deglutii "è in fiamme, è stata Angry. E' stata lei complice di Missan, lo sapevate?" Guardai poi gli uomini che parlottavano tra loro "Messeri, avete niente da dire per discolparvi? avete condannato a morte un innocente senza prove". Il mio rancore non era passato.

Talia
13-12-2011, 10.22.22
Aprii gli occhi con il sorriso sulle labbra...
Quel sogno... la dolcezza, la meraviglia di quel sogno faceva ancora tremare ogni singola corda della mia anima...
E tuttavia una sorta di vaga, lieve delusione mi invase quando mi resi conto che era stato soltanto un sogno... un sogno bellissimo e nulla più.

“Ben svegliata, piccola mia.” Disse Essien. “Finalmente hai ripreso conoscenza! Come stai? Eri addormentata quando quella carrozza ti ha condotto qui… ma per fortuna sei sana e salva!”

“Essien!” mormorai, voltandomi appena di lato.
L’anziano capocomico era seduto su di una bassa e sgangherata sedia posta vicino al mio letto... gli sorrisi.
“Ma che cosa è accaduto?” domandai, mentre anche gli altri stavano entrando nella stanza “Una carrozza mi ha riportata qui?”
Ero confusa... ma iniziai a ricordare ciò che era accaduto, ed iniziai a capire...
Iniziai a chiedermi che cosa era successo dopo che ero caduta addormentata...
Sospirai e mi lasciai ricadere sui guanciali, sorseggiando pensosa la tisana calda che Fantine aveva preparato...

Parsifal25
13-12-2011, 11.34.49
Non potevo biasimare, il saggio discorso del mio Maestro, il cammino di un cavaliere è veramente scandito da tanti episodi che lo mettono a dura prova; il dubbio e la tentazione a lasciar questo stile di vita è sempre in agguato. Finalmente, potevamo goderci un giorno di riposo....ordinammo un buon pasto e tra chiacchiere, avventure strane e anedotti la mia tristezza passò. Mi sentivo fortunato ad aver trovato nuovi compagni, di questi tempi è difficile, spero di poter continuare le mia avventura con loro...e perchè no....anche la scoperta della mia origine di Cavaliere Longiniu. Giunto il pomeriggio uscì fuori dalla locanda e sdraiandomi sul dorso di Belfagor presi i miei manoscritti e li rispolveraì.
"Che strano, riaprire queste pagine" dissi...
Iniziaì ad analizzare sia i testi che l'immagine della Croce di Longiniu, quando la mia attenzione venne catturata da una scritta che non avevo notato, sul testo all'interno della lunga lancia che attraversava l'occhio vi erano codeste parole " Angelus sempiternus Angelus ex inferno"....presi la croce....e notaì che tale scritta esisteva, era impossibile notarlo prima, poichè non sareì riuscito ad accorgemene senza l'ausilio dei testi.....

Daniel
13-12-2011, 15.47.04
Incrociai le braccia guardando quella scena mielosa e patetica..
<<Puah... L'amore è solo per i ricchi..>> dissi..
Poi mi rivolsi ad Altea e le dissi:
<<Non mi avete ancora detto perchè avete sposato Carrinton..>> Mi guardava in modo diverso.. Doveva aver capito che era cambiato qualcosa dall'ultima volta..

Altea
13-12-2011, 19.21.43
Notavo il giovane scudiero che mi guardava in modo strano, dopo un pò mi si avvicinò e mi chiese stupito come avessi potuto sposare Orlando, anzi il motivo. Mi appartai in un angolo e gli parlai "Non ci sono motivi o spiegazioni, non cerco titoli nobiliari, non ne ho bisogno. Sapete, è che io non mi fermo alla prima impressione, a volte dietro a modi rudi si possono celare animi nobili che non conosciamo." Guardai attentamente lo scudiero "Invece mio giovane scudiero...vi vedo diverso, avete uno strano sguardo sapete?"

Guisgard
13-12-2011, 19.43.36
Hagus sorrise e prese con sé il giovane Daniel.
“Hai molto da imparare…” ridendo “… non si fanno domande simili. L’amore segue strade ignote alla ragione… per nostra fortuna.” Si voltò poi verso Altea. “Milady, perdonateci, ma agivamo in nome della giustizia. I Ginestrini erano nemici di tutto ciò che vi è di nobile a questo mondo… e vostro marito, anche se costretto, era dalla loro parte. Beh, tutto è finito, grazie al Cielo.”
“Si…” mormorò Orlando “… tutto è finalmente finito… un incubo…” fissò teneramente Altea “… ora voglio solo cominciare una nuova vita… una vita fatta di felicità… e tu sei la mia sola felicità…” e baciò sua moglie.
Jalem allora portò due magnifici cavalli ai due sposi.
Orlando aiutò Altea a salire in sella al suo cavallo.
“In Cornovaglia” disse Orlando a sua moglie “c’è una vecchia proprietà che appartiene da anni alla mia famiglia. Si trova in una bellissima vallata, dove scorre un ruscello dalle acque cristalline. Sarà il luogo in cui cresceranno i nostri figli, se Dio vorrà.”
E cavalcarono via.

Altea
13-12-2011, 20.12.07
Sir Hagus ridendo scostò Daniel, prendendolo in giro. Cercò di scusarsi e di spiegare il motivo del tafferuglio avvenuto nei giorni passati, quando ci presentarono due splendidi cavalli...che ci avrebbero condotto a una nuova vita.
"Orlando, ottima scelta, adoro la Cornovaglia, anche se i nostri bambini crescerebbero in modo sano ovunque....con una educazione giusta in nome della giustizia per ogni persona, di qualunque rango e il diritto di esprimere le loro opinioni e aspirazioni."

Guisgard
13-12-2011, 20.27.05
Guisgard fissò Missan.
“Già, curioso, vero?” Sorridendo il nobile. “Mi sono tornati alla mente i versi giusti per l’occasione…”
E cominciò a recitare:

“Il fiero tiranno, avea bella
in volo sorpreso gentil donzella.
E tutto superbo con occhi da pazzo,
gridava a quella t’ammazzo, t’ammazzo!
Ma nella prigione, perché liberarla intende,
con abile mossa sopraggiunge il Giglio Verde!
E così, corso dalla bella, l’eroe dicendo cherì,
aprì la cella e, come per magia, con lei via fuggì!”

L’ambasciatore continuava a fissare Guisgard ed i suoi complici.
Ormai il suo volto era inespressivo e bianco come quello di un cadavere.
Ad un tratto, dall’altra parte della campagna, comparve una sagoma.
“Missan…” disse Guisgard “… qualcuno vi attende… e voi mi insegnate che non bisogna far attendere monsieur boia…”
Fece un cenno ed i suoi uomini portarono via Missan.
Guisgard restò a fissare la scena.
Due volte Missan sembrò come perdere i sensi, ma trovò sempre a sorreggerlo le forti braccia degli uomini del Giglio Verde.
Fu condotto così al cospetto del boia.
Il vento sembrò fermarsi.
La lama del carnefice prima si sollevò in aria, lanciando un fulmineo riflesso cromato, per poi ricadere netta e silenziosa.
La testa del malvagio Ginestrino rotolò tra l’erba.
“Hai altri ordini, capo?” Chiese uno dei suoi.
“Non abbiamo altro da fare…” fece Guisgard “… il nostro compito è finito qui…”
Presero i cavalli e raggiunsero il porto di Calais, dove una nave li stava attendendo.
E mentre la nave lasciava le coste francesi, Guisgard restò a fissare quella terra con un enigmatico sguardo.
“Va tutto bene, signore?” Domandò uno dei suoi.
“Come è bella la Francia…” sussurrò Guisgard “… non mi è parsa mai tanto bella… e più mi allontano, più mi sembra tale…”
“Abbiamo vinto, milord.”
“No, amico mio…” sorridendo malinconico il Giglio Verde “… hanno vinto i Francesi… ora saranno di nuovi liberi…”
E sotto il suo sguardo, la nave prese definitivamente il largo, perdendosi nell’orizzonte di quel mondo fatto di avventure e sogni.
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Guisgard
13-12-2011, 20.33.43
La nave sembrava quasi scivolare sulle acque calme della sera, mentre infinite e frastagliate luci si spegnevano lontane alle sue spalle.
Le bianche scogliere di Dover, rese sbiadite ed incerte dalla prima foschia della sera, apparivano come giganti addormentati sul punto di essere inghiottiti da quel malinconico e crepuscolare scenario.
Gaynor fissava il mare e vedeva, in quella sterminata distesa, le inquietudine, le paure, ma anche le speranze per il suo futuro.
Cosa avrebbe trovato in patria al suo ritorno?
Tutto, o forse nulla.
Quando poi la nave giunse nel porto di Calais, un singolare fragore proveniva dai moli.
La gente era inquieta.
Anzi, in festa.
La nave fece calare l’ancora.
Il capitano e Gaynor scesero insieme e subito lui chiese notizie di quegli accadimenti.
“E’ caduta la repubblica, monsieur!” Esclamò un vecchio pescatore. “Il re è tornato da Parigi! I Ginestrini superstiti o sono in fuga, o già incarcerati!”
“Questo è il mondo, mademoiselle…” disse il capitano a Gaynor “… la gente esulta per la rovina di ciò che fino a ieri suscitava la sua gioia.” La fissò e sorrise. “Venite, brinderemo alla nuova vita che attende queste terre.”



Intanto, in Inghilterra, Fountaine, Parsifal e i due assistenti, ancora nella locanda, vennero a sapere di fatti a dir poco incredibili.
Un mercante infatti aveva raccontato della fine della Repubblica di Magnus e dell’arrivo del re da Parigi.
“Ed ora?” Chiese uno dei due assistenti a Fountaine.
“Beh…” rispose questi “… nessuno più pagherà la taglia sul Giglio Verde… mentre invece tutti daranno la caccia ai repubblicani in fuga… e noi faremo lo stesso.” Alzò la coppa ricolma di vino. “Brindiamo ai nostri nuovi guadagni, amici miei! E alla nostra compagnia di cavalieri!”

Guisgard
13-12-2011, 20.48.26
Ad un tratto grida gioiose e risate festanti giungesero dalla strada.
“Ma cosa sta succedendo?” Domandò Essien a Fantine.
Questa aveva appena dato la tisana calda a Talia e scosse il capo.
Gobert allora corse fuori a vedere.
Entrò qualche minuto dopo e sembrava eccitato non poco.
“La repubblica è caduta!” Esclamò. “Il re è ormai alle porte di Ostyen! La città sembra impazzita di gioia!”
In quel momento si udirono delle voci provenire dal sipario del teatro.
Erano due ragazzini e una ragazzina che giocavano.
“Muori, dannato De Jeon!” Fingendo di infilzarlo con la sua spada di legno.
“Ah… maledetto Giglio Verde…” facendo finita di morire l’altro ragazzino.
“Oh, mio eroe…” sospirando la ragazzina e avvicinandosi al vincitore “… ora che hai vinto portami con te in Inghilterra…”
“Sembra il copione per una bella storia…” disse Tafferuille fissando i tre ragazzini e avvicinandosi a Talia e ad Essien “… magari da mettere in scena per il prossimo spettacolo…” e sorrise ai due.
Intanto, dalle strade di Ostyen, salivano fino al Cielo le grida di gioia delle gente, tra suoni, canti e balli.

Guisgard
14-12-2011, 00.43.19
La Satrapia giunse finalmente a Dover.
Elisabeth e padre Adam furono fatti scendere così a terra.
“Madame…” disse il chierico alla donna “… immagino non abbiate un posto dove andare… io sono diretto al convento dei Frati Predicatori… venite con me… attenderete là, insieme a vostra figlia, il ritorno di vostro marito…”
I due raggiunsero così il convento che sorgeva sulle vicine colline.
I frati accolsero con gioia il loro nuovo fratello e la donna con la sua bambina.
Trascorsero così giorni sereni tra quelle mura, scanditi dalle preghiere e dal lavoro dei monaci.
Maria divenne subito la gioia di quei religiosi.
E un soleggiato mattino di Dicembre, reso chiaro e profumato dal vento che soffiava da Nord, Elisabeth scorse una figura in lontananza che si avvicinava al convento.
Era un uomo dal passo sicuro ed il portamento fiero.
In mano aveva un ramo rinsecchito, col quale frustava l’erba sullo stretto sentiero che percorreva.
Si avvicinò alle mura del convento ed Elisabeth lo riconobbe: era Emile.
“L’attesa conduce sempre a qualcosa…” fece padre Adam arrivando alle spalle di Elisabeth “… e vi è sempre un ritorno dove c’è l’amore… andate da lui, madame… e possa Colui che vegliò sulla Sacra Famiglia di Nazareth proteggere anche la vostra… andate da lui…”

Parsifal25
14-12-2011, 02.36.36
Qualcosa andava dileguandosi , un tassello al mosaico che ho intrapreso e che vorrò portare a termine con o senza la mia nuova famiglia man mano prenderà forma. Era giunta l'ora tarda, il sole andava calando e un vento freddo d'inverno solcò il mio viso tanto da costringermi a rientrare, nel dirigermi verso la porta della locanda un ultimo passo decisi di compiere.... mi soffermaì ad osservare quella strada che avevo lasciato alle spalle portando con me il dolce ricordo di Suor Petra e del suo povero figlio e con grande rammarico la taglia non ritirata....
"Che disdetta" dissi sorridendo.
Alzaì gli occhi al cielo e il mio pensiero volò al mio caro Maestro e padre Caradill....e dissi:
"Padre ti ringrazio, i tuoi insegnamenti mi hanno portato lontano e mi hanno permesso di crearmi una certa reputazione fra i miei nuovi compagni, il traguardo con cui sono partito e che ho promesso di raggiungere al vostro capezzale...non l'ho dimenticato, anzi qualcosa in più è parso ai miei occhi. Nuove sfide mi attendono, nuove tentazioni ma il mio cuore rimarrà saldo.... lo giuro". Presi la mia spada e mi inginocchiaì sotto quel cielo, terminato il rito mi rimisi in piedi e rientraì nella locanda.... un freddo vento accompagnò i miei passi con la nuova che altre avventure sarebbero incorse lungo la via del Longiniu.

Talia
14-12-2011, 13.24.48
“Sembra il copione per una bella storia…” disse Tafferuille fissando i tre ragazzini e avvicinandosi a Talia e ad Essien “… magari da mettere in scena per il prossimo spettacolo…” e sorrise ai due.

“Si, una bella storia...” mormorai “Bella come un sogno. E, come un sogno, fuggevole!”
Ricambiai debolmente il sorriso ai loro sguardi interrogativi, poi voltai loro le spalle e mi avvicinai alla finestra che dava sulla strada sottostante...
C’era un sacco di gente per strada, gente che gridava e gente che festeggiava, gente che correva avanti e indietro... la notizia della caduta della Repubblica stava circolando alla velocità della luce e tutti sembravano oltremodo felici e pieni di una nuova vitalità...
“Com’è volubile l’animo umano...” mormorai tra me e me “Un giorno si festeggia per la caduta del vecchio regime, il giorno seguente per la caduta di quello nuovo... Per la maggior parte di quelle persone, probabilmente, non fa differenza chi sia al potere o chi sia appena caduto. Non conoscevano i Ginestrini e non conoscono l’uomo che, con tanto coraggio, li ha liberati dalla loro follia a rischio della propria vita... La speranza guida quella gente e li spinge a festeggiare... la speranza di una vita nuova, un po’ meno dura, un po’ più facile. Indipendentemente da chi sia al potere, indipendentemente da quanti pericoli abbia dovuto affrontare colui che li ha liberati... Forse un po’ invidio questa gente!”
Sospirai...
Colui che li aveva liberati... colui che aveva liberato Animos e la Francia...
Mi chiesi dove fosse quell’inglese intrepido in quel momento... l’uomo noto a tutti come il Giglio Verde, ma che per me aveva un volto e una voce, e risvegliava nella mia mente un mare di emozioni intense...
Lo immaginai su di una nave diretto in Inghilterra... la sua terra, la sua casa... non avevo mai visto l’Inghilterra e probabilmente non l’avrei vista mai, ma la immaginai come un’isola felice: verdeggiante, baciata dal sole e da ogni sorta di benedizione... un luogo meraviglioso in cui tornare...
La mia mente accarezzò quell’immagine per qualche momento...
Ero felice... felice che fosse sano e salvo, felice che fosse riuscito a sfuggire a Missan e che fosse riuscito a sconfiggerlo, come aveva sconfitto De Jeon...
Ero felice... continuavo a ripeterlo... felice! Dovevo esserlo!
Eppure qualcosa si agitava e smaniava dentro di me. Qualcosa a cui non sapevo, o non volevo, dare un nome.
Sollevai gli occhi al cielo... un cielo terso, limpido e soleggiato come non lo si vedeva da tanto tempo... forse anche lui lo stava guardando in quel momento... lo stesso cielo...
Sorrisi a questo dolce pensiero... mentre una calda lacrima scendeva a rigarmi la guancia.

Guisgard
14-12-2011, 16.13.17
Le strade di Ostyen in festa.
La gente era pazza di gioia ed ovunque c’erano canti, balli e giochi di Paradiso.
Qualcuno riaprì le porte da tempo serrate della cattedrale e cominciò a suonare le campane.
Tutto sembrava rinascere a nuova vita.
E tra la gente gioiosa, una ragazza, salendo sul parapetto della fontana in piazza, cominciò a recitare…

“Dove mai sarà, quando ritornerà?
Animos sempre quel nome attenderà!
E dietro quel fiore ogni sogno si perde,
ritornerai mai, mio amato Giglio Verde?”
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FINE