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Vecchio 26-04-2014, 01.16.03   #1541
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Tutti annuirono a quelle parole di Clio.
Così, la compagnia dei falsi mercenari lasciò la città e raggiunse la foresta in cerca di prove sulla morte della bestia.
Nestos tuttavia era rimasto a Solpacus, in quanto non era riuscito a terminare in tempo il veleno.
Alla fine trovarono una fitta boscaglia in cui potersi disporre secondo le indicazioni di Clio.
Ma mentre tutti loro prendevano posizione, la ragazza udì un fischio, simile ad un lungo e lento sibilo.
Poi più nulla, solo un irreale silenzio.
Il resto della notte trascorse così, in quella calma innaturale.
Infine, verso l'albeggiare, la compagnia udì delle voci e dei nitriti.
“C'è qualcosa laggiù...” disse Ertosis dalla cima di un albero “... vedo degli uomini... sono intorno a qualcosa... sembra... sembra un cadavere...”
“Cosa può essere?” Stupito Porturos.
“Andiamo a vedere e lo scopriremo...” fece Borel.
Allora raggiunsero il luogo in cui c'erano quegli uomini.
Scoprirono così che erano i soldati del Gastaldo.
“Cosa succede?” Chiese Borel.
“Voi chi siete?” Domandò il capo di quei soldati.
“Siamo giunti da Solpacus per scoprire se la bestia è morta davvero.”
“Ecco allora la risposta che stavate cercando...” fece l'uomo, indicando il cadavere di una donna presso uno stagno “... è stata uccisa stanotte... dalla bestia...”
E ai loro occhi apparve uno spettacolo vomitevole, con quel cadavere sventrato in mezzo al fango e ai corvi.
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Vecchio 26-04-2014, 14.40.40   #1542
Eilonwy
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Eilonwy sarà presto famoso
Nessuna risposta.
Riccardo mi fece piu’ luce con un’ altra candela. Capimmo che si trattava di un manichino con un appariscente, ma sinistro, abito da donna.
Al dubbio del paladino, di chi poteva rappresentare quel costume, rispose una voce maschile alle nostre spalle. Era quella del burattinaio che ci disse che apparteneva alla Regina Gioiosa Azzurra.
Il burattinaio era un uomo dalla carnagione molto scura con occhi, barba e capelli neri. Aveva dei tratti somatici tipici della gente dell’ Africa, ma era vestito con vestiti mussulmani ed arabi.



“Vedo che la conoscete, Messere!.....Come immagino conoscete bene anche il Fiore Azzurro! Quell’ abito è molto bello, ma stranamente ha un non so che di oscuro. Ehm….ehm, mi spiace di avervi scambiato per quel manichino!.....Come vi chiamate? E potrete spiegarci in modo dettagliato tutto ciò che riguarda il Fiore Azzurro, per favore?” dichiarai sorridendogli timidamente.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!!
Eilonwy
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Vecchio 26-04-2014, 18.55.52   #1543
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Infatti....lei era amante dell' orrido....della maligna morte...gustata a morsi così come si fà con una succulenta mela...sa......e poi così bella..paragonarla ad un cinghiale.......ma cosa mi veniva in mente....La bella Isolde un cinghiale......." Isolde.....riconosco che tu non potresti mai essere un cinghiale o pensare di poterne assumere le sembianze.......tu parli di uomini che riescono a tradurre la loro malvagità in questo modo?....rischiando poi di non poter più fermare questo lugubre pensiero.......guarda ".......alzai le mani contro la parete e le feci vedere il ritrovamento di una ragazza....era smembrata.....mi salì la nausea....e quando abbassai le mani tutto scomparve......." Lo so che alla fine a te non importa nulla.......ma questo mostro creato dagli uomini......si sta nutrendo della tua persona......ti cercano Isolde...e francamente solo io so come trovarti......ma vedi......noi maghe costruiamo i sogni degli immortali......li rendiamo vivi.......io non posso credere che dietro quella creatura ci sia l'arte dei profani.......dai ti prego.......aspetta...come si chiamava l'ultimo amante che mandasti via...si...il padre di Flees.......lo facesti soffrire le pene dell'inferno.....il suo amore per te.....fu una fetida faccenda da pochi attimi.....credimi....la bestia non risparmia nessuno...nemmeno tuo figlio.......aiutami....solo una volta ...... aiutami a far finire questa carneficina che a tuo dire e' messa su da un incompetente......"......
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Vecchio 26-04-2014, 20.09.47   #1544
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
La notte fu insonne per i festeggiamenti quando finalmente vidi un raggio di sole illuminare la stanza..era l'Alba... ad un tratto sentii un uomo urlare, aprii la finestra e udii il tutto.
Scesi subito in piazza, dai festeggiamenti si passò a una ferocia inaudita verso i cavalieri si vantavano di aver ucciso la belva...ma il vescovo seppe con calma placare la gente.
Scossi il capo...e ad tratto qualcosa mi insospettì. Nel Libro Ancestrale, effettivamente, si parlava il talismano funzionava solo se era fatto su un animale colpito da un sortilegio...quindi? O avevo fallito io...oppure non era questa la vera ipotesi e il mio pensiero andò al povero e bel Elvet, tramutato da Isolde in qualcosa di strano...Enar, poi, aveva assicurato quella fosse la belva vera..strano, lui parlava solo se sicuro di ciò che diceva.
Ad un tratto arrivò la figlia del locandiere dicendomi il messo del Gastaldo aveva lasciato una missiva per me...guardai la lettera..era di Andrew. Non avevo intenzione di andarmene...ora il mistero si infittiva.
La aprii di fretta e leggendola rimasi a bocca aperta poichè mi venne in mente di ella proprio mentre il talismano era nell'olio..non portava cattive notizie...forse.

"Carissima sorella mia,
forse ricordate lady Gertrude...e io sono terribilmente preoccupato per Voi, visto le notizie che arrivano qui a Capomazda sui fatti di Solpacus.
Ebbene non vi chiedo di venire qui subito...e poi caparbia come siete sono sicura non verrete, anche perchè il vostro fidanzato non si trova qui ora.
La figlia della contessa si è appena trasferita a Solpacus e la contessa con lei poichè è andata in sposa a un nobile di quel paese. Ha affittato per un periodo un Palazzo, proprio vicino alla foresta, ma essa li abita sola ed è un pò spaventata visti gli accadimenti e le ho chiesto se poteva ospitarvi...ed essa ha accettato volentieri. Quindi, vogliate, cortesemente avviarvi a Palazzo Costanza, ho dato disposizioni alla contessa di lasciarvi libera..e sapete il motivo. Un saluto pure da Ludvica, con gioia vi annuncio diventerete zia per la terza volta.
Lord Andrew George Mc Gwyn".

Era stata una contromagia...quella donna era tremenda, ancora la ricordavo...era piccola e paffutta ma tanto attenta, dura e severa..e fortemente cattolica come tutti i capomazdesi.Almeno avrei avuto un posto tranquillo dove dimorare, e per fortuna potevo pure muovermi..mi guardai le vesti..certo non erano degni del mio rango, ma avrebbe provveduto lei..sicuramente..e ora si tornava alla vita di prima, sbuffai.
La locanda era stata pagata, la spada e la sacca erano con me ed innavertitamente toccai il pendaglio al collo, quello che mi diede quel misterioso Cavaliere a Petra e scoprii davanti ad Abate Nicola..lo guardai..quel Fiore e quella frase sul Fiore e l'Amore.
Chiamai Older e gli chiesi di portarmi a Palazzo Costanza, non sapevo minimamente dove potesse essere.
Partimmo coi cavalli, raggiungemmo la foresta, quando vidi della gente e fermai il cavallo...stavano prendendo e portando via il cadavere di quella donna..e vidi vi erano dei cavalieri e la donna che sembrava li capeggiasse e vidi alla locanda e la fissai..era bella, fiera ed altera e mi dava un senso di simpatia e mi avvicinai al gruppo.."Quindi, non era quella la belva, non vi sembra?" e guardai la donna..."Chi siete voi, se non sono troppo impudente e cosa vi porta a Solpacus..io sono lady Altea e sono qui da molto..da troppo per vedere troppe vittime..a mio parere vi è qualcosa di misterioso in questa faccenda".
Le sorrisi aspettando risposta e guardai i suoi uomini...erano un pò strani, sembravano cavalieri di ventura eppure qualcuno mostrava un chè di aristocratico.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea

Ultima modifica di Altea : 27-04-2014 alle ore 16.52.19.
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Vecchio 28-04-2014, 00.04.33   #1545
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Ci avevamo visto giusto, purtroppo, quell'enorme cinghiale non era il mostro.
Seguii i miei uomini verso il rumore, e restai ad osservare il corpo della giovane.
"Io dovevo fare da esca, anche se con scarsi risultati... Ma cosa ci fanno tutte queste donne da sole nel parco? Non mi sembra che la presenza della bestia sia un segreto.." Scossi la testa.
Dovevamo tornare a Solpacus per avere il veleno, le armi erano inutili.
E quel fischio, cosa poteva essere stato.
Qualcuno ci raggiunse a cavallo, nel voltarmi riconobbi la donna che aveva colpito il cinghiale con la spada ed era andata per prima nella foresta.
Le sorrisi. Donne con un tale fegato erano rare.
"No, decisamente... Ma avevo ben pochi dubbi.." Le rivolsi un lieve inchino "Io sono Lady Guàmarin, e loro sono i miei Gufi Scarlatti... Non siamo che soldati di ventura, è stata la spada a trattenerci a Solpacus..".
E la sofferenza di tutta questa gente, che è nostro dovrete proteggere... Ma tu questo non lo devi sapere... Siamo senza Patria e senza Cuore, ci importa solo di Gloria e Ricchezza!
"E voi, Lady Altea.." La fissai, incuriosita "Siete la donna che ha provato la vulnerabilità di quella bestia... Ottima mossa, a proposito e.. Bella spada.." Sospirai "Si, lunghe tenebre si celano in questa foresta... Le spade sembrano inutili contro la bestia... Vi confesserò, che vorrei conoscere le arti magiche in questo momento... E rispedire quel mostro all'inferno che lo ha generato..." Lanciai un'occhiata ai miei uomini "Ma tutto ciò che possiamo fare è usare l'astuzia..." Li richiamai con un cenno "Noi dobbiamo tornare in città, e preparare la prossima mossa in questa caccia.. Siate prudente, mia signora... Le donne in gamba scarseggiano oggigiorno, sarebbe un terribile spreco..". Facendo l'occhiolino alla dama.
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Vecchio 28-04-2014, 01.00.31   #1546
Guisgard
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Isolde fissò Elisabeth e scosse la testa.
“Mio figlio è al sicuro.” Disse. “E' qui con me, in questo inaccessibile palazzo. Ma...” alzandosi dal suo trono ed avvicinandosi alla sorella “... perchè mi chiedi questo? Cosa ci guadagni tu? Io sapevo di un osso e di una tomba vuota... giusto? Era questo che stavi facendo... poi, tutto un tratto, ti interessi di queste faccende...” sorrise “... ah, sorella... per quanto mi riguarda la storia di quel cinghiale, di cui ignoro tutto, può benissimo essere il banale caso di un predatore che flagella una regione... dunque non comprendo questo tuo interesse... piuttosto... potrei proporti qualcosa di sicuramente più eccitante... qualcosa che valga la pena realizzare insieme... sto parlando di potere... cosa ne dici, sorella cara?”
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Vecchio 28-04-2014, 01.27.50   #1547
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Finito di parlare con quella donna ed i suoi soldati di ventura, Altea ed Older ripresero la strada verso Palazzo Costanza.
“Eh, brutta storia...” disse l'uomo durante il cammino “... brutta storia davvero... sempre più fosca...” scosse il capo “... un'altra vittima, dunque la bestia è viva... temo che non riusciremo mai a sconfiggerla... forse è un demonio, una maledizione, un castigo... non mi meraviglierei se pian piano tutti cominciassero ad abbandonare Solpacus... magari è proprio così... come accadde a Sodoma e Gomorra... Dio vuol punirci di qualche antica colpa, spazzando via la nostra città...”
Ma quei cupi discorsi di Older si interruppero appena i due arrivarono ad un antico ed austero castello nobiliare nel bel mezzo della foresta.
Era Palazzo Costanza.
Bussarono ed una servitrice giunse ad aprire loro il portone.
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Vecchio 28-04-2014, 01.39.48   #1548
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“Salute a voi.” Disse il burattinaio ad Eilonwy e a Riccardo. “Il mio nome è Quatro e sono burattinaio sin dall'infanzia. Ormai questo mestiere per me non ha più segreti.” Guardò il costume della regina di Gioia Antiqua. “Si, è davvero un bellissimo costume di scena. Però non lasciatevi suggestionare da queste cose.” Sorridendo ai due giovani. “Sono leggende e tradizioni antiche, che poi bardi e cantori hanno utilizzato nelle saghe e nei poemi cavallereschi.”
“Insomma, ci state dicendo che sono solo favole?” Fissandolo Riccardo.
“Si, pressapoco.” Annuendo il burattinaio.
“Allora Gioia Antiqua non esiste?” Chiese il cavaliere.
“Certo che esiste.” Rispose Quatro. “Ma, come avviene in tutte leggende, ad uno strato di verità poi si aggiunge sovente la fantasia ed il romanzesco. Gioia Antiqua esiste, ma sicuramente non possiamo dire la stessa cosa per quanto riguarda tutto ciò che viene raccontato attorno. Naturalmente non vi è alcuna maledizione che flagella i nobili Taddei.”
“Ed il Fiore Azzurro?” Domandò Riccardo.
“Anche quella è una affascinante ma fiabesca invenzione letteraria, ragazzi miei.” Scuotendo il capo Quatro.
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Vecchio 28-04-2014, 02.14.03   #1549
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Clio ed i suoi lasciarono il luogo in cui era stata ritrovata l'ultima vittima della bestia e ripresero la via per Solpacus.
Ritornati in città rientrarono nella locanda, dove avevano lasciato Nestos a preparare il suo veleno.
Il medico era rimasto chiuso in quella stanza diverse ore, dopo che aveva raccolto in giro, tra campagna, empori ed erboristerie, tutto il necessario per il suo lavoro.
E quando Clio ed i suoi compagni entrarono nella stanza, subito Dort chiese a che punto fosse con quel suo veleno.
“Posso dirmi abbastanza soddisfatto.” Disse Nestos. “Ma prima una premessa è d'obbligo.”
“Sentiamo.” Fece Borel.
“Io personalmente non credo nel fantastico e nell'immaginario.” Spiegò il medico. “Girando per la città ho udito storie di tutti i tipi che cercavano di dare una spiegazione a queste morti assurde. Qualcuno parlava di licantropi, altri di orchi. Altri ancora addirittura tiravano in ballo animali posseduti dal demonio a causa di Sabba offerti dalle streghe al maligno. Sinceramente io credo che ci sia una spiegazione ad ogni cosa. Per questo il nostro cinghiale altro non è che un animale feroce, attirato in questa zona grazie alla presenza marcata di prede.”
“Arriva al punto, stramaledizione!” Esclamò Porturos.
“Certo...” annuì Nestos “... questo per dire che trovandoci di fronte ad un animale feroce e non ad una belva fantastica, il veleno che ho preparato si rivelerà essere un'arma letale.”
“Come lo useremo?” Chiese Dort. “Intingendo la punta delle nostre frecce nel veleno?”
“Sconsiglierei questa idea.” Scuotendo il capo Nestos.
“Perchè mai?” Domandò Ertosis.
“Perchè dalle testimonianze” spiegò Nestos “pare che il nostro animale abbia una stazza notevole ed una resistenza abbastanza forte ai colpi subiti. Trafiggendolo con frecce avvelenate, data questa sua mole, potrebbe impiegare un bel po' il veleno a penetrare nel suo sangue, lasciandogli così la possibilità di attaccarci. E ritrovarsi contro un animale inferocito è sconsigliabile.”
“Dunque?” Fissandolo Borel.
“Direi di trovare un modo per farglielo ingerire il veleno...”
“E come?” Dubbioso Scotir.
“Lady Clio, come detto, si presterà a fare da esca” mormorò Nestos “e noi per attirare a lei la bestia dissemineremo la zona di carne intrisa del nostro veleno... state certi che nell'avvicinarsi a milady mangerà quella carne avvelenata... e dopo qualche istante cadrà al suolo senza vita.”
“Detta così sembra molto facile.” Osservò Motrus.
“Già, anche troppo.” Pensieroso Porturos.
“Credetemi, è il modo più sicuro ed efficace.” Tranquillizzandoli Nestos.
“Sarà...” disse Borel “... io però voglio avere con me anche le frecce avvelenate... mi sentirò più a mio agio.”
“Si, concordo.” Annuì Dort.
“Allora definiamo ogni particolare del piano...” intervenne Vortex “... così che stanotte si possa attuare...”
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Vecchio 28-04-2014, 02.50.39   #1550
Guisgard
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Oltre la macchiettatura verde dei campi che ricoprivano il dolce declivio del fondovalle, si elevavano gli alti monti, simili a bastioni millenari, con le loro vette dentellate, i pendii brulli e le forme incerte e perse nell'umida foschia, quasi a voler racchiudere quell'angolo di foresta in una visione, come il paesaggio fantastico di un sogno.
La casa colonica era immersa, quasi addormentata, in quello scenario verdeggiante alla fine di un dimesso sentiero di pietrisco e muschio, segnato dall'antico passaggio delle ruote dei carri.
Tutt'intorno crescevano folti rovi, frondosi noci e bruni faggi che parevano quasi danzare nell'inquieto e primordiale splendore del crepuscolo.
Guisgard e Aust si avvicinarono così allo steccato che racchiudeva quel luogo, attratti dai polli che si beccavano a vicenda.
“Ah, odo finalmente un canto amico...” disse Aust “... dolce melodia per il mio stomaco vuoto!”
“In effetti” fece Guisgard “si è fatta un bel po' di strada e non sarebbe male mettere qualcosa sotto i denti.”
Ma ad un tratto si udì abbaiare un cane.
Un attimo dopo una figura apparve nello spiazzo antistante la casa.
Era un uomo anziano, magro e col viso scarno.
La barba era incolta, il volto marcato da rughe profonde e i capelli di un grigio chiaro.
“Salute a voi.” Salutandolo Guisgard. “Siamo viaggiatori e cercavamo un luogo in cui riposare visto che presto sarà buio. Naturalmente siamo disposti a pagare.”
L'uomo li fissava senza dire nulla.
“Sappiamo essere generosi, non temete!” Esclamò Aust.
L'uomo continuava a guardarli senza proferire parola.
“Credo sia meglio andare...” mormorò Aust al suo compagno di viaggio “... magari troveremo un altro posto o una chiesa in cui fermarci...”
“Si, credo sia meglio...” annuì Guisgard.
Ma lo sguardo di quell'uomo, fisso e silenzioso, alla fine incuriosirono il cavaliere.
“Cosa avete da fissarci così?” Guardandolo.
L'uomo finalmente scosse il capo e si avvicinò ai due, per poi inginocchiarsi a pochi passi da loro.
“Oh, milord...” davanti a Guisgard “... quando tempo vi ho atteso... mio signore, quanto tempo...”
“Costui è matto...” Aust a Guisgard.
“Su, alzatevi da terra...” rivolgendosi all'uomo il cavaliere “... non sono abituato ad una persona della vostra età che si inchina così davanti a me...” aiutandolo ad alzarsi.
“Milord...” commosso l'uomo.
“E' evidente” mormorò Guisgard “che mi avete scambiato per qualcun altro...”
“So benissimo chi siete, milord...”
“Non credo...”
L'uomo annuì e sorrise.
“Posso sapere il vostro nome?” Domandò il cavaliere.
“Mi chiamo Heat...” rispose l'uomo “... ma so chi siete, milord...”
Guisgard si voltò verso Aust, poi tornò a fissare l'uomo.
“Siete l'Arciduca” continuò Heat “giunto finalmente da Capomazda. Immagino che il Gastaldo ed il vescovo vi abbiano chiamato in queste solitarie lande.”
“Si, matto come un cavallo...” in un orecchio Aust a Guisgard.
“Amico...” Guisgard a Heat “... perchè credete che io sia l'Arciduca?”
“Oh, mio signore, so benissimo che lo siete!” Sorridendo Heat. “E comprendo che siate giunto qui in incognito. Ed è un ottima trovata, se posso permettermi.”
“Perchè ottima?” Chiese Aust.
“Ma perchè se gli altri sapessero non vi permetterebbero mai di cacciare la bestia!” Esclamò Heat. “E in effetti non avrebbero tutti i torti. Ma, dopotutto, se non voi, chi potrebbe uccidere quell'animale maledetto!” Chinò il capo per un momento. “Sono mesi che attendo il vostro arrivo... si, vivo solo per questo ormai... per vedere quell'animale morto... per vendicare la mia Arya...” serrò i pugni, come in preda alla rabbia e alla disperazione.
Guisgard e Aust si guardarono confusi.
“Ora, vi prego, entrate in casa, milord...” riprese Heat “... presto sarà buio e la sera è umida... io intanto andrò a raccogliere legna per il fuoco... temo infatti che pioverà ancora...” indicò loro di entrare in casa e lui si diresse verso la foresta.
“Roba da matti...” entrando in casa Aust “... quel tipo deve essere matto da legare... beh, almeno ci scalderemo un po'... in queste terre sembra ancora Inverno.”
“Si, forse è matto davvero...” annuì Guisgard chiudendo la porta dietro di se “... ma credo che un grande dolore deve averlo ridotto così... hai sentito cosa ha detto prima? Un nome... Arya... chissà chi era...”
“Era?” Ripetè Aust.
“Ha parlato di volerla vendicare.”
“Già, rammento...” annuì Aust “... e diceva che dovrai vendicarla tu...” sorrise “... dunque consiglio di mangiare, riposare e ripartire subito domattina. I matti sono pericolosi.”
“Ehi, guarda...” avvicinandosi Guisgard ad una finestra che dava sul retro “... vieni a vedere...” e indicò una tomba sul cortile dietro la casa “... leggi cosa è inciso sulla croce di legno... Arya... chissà chi è...”
“Era sua figlia...” all'improvviso una voce.
Guisgard e Aust si voltarono di scatto e videro un bambino.
“Chi sei?” Chiese il cavaliere.
“Sono Lent...” rispose il piccolo “... vivo qui con mio nonno... prima con noi c'era anche zia Arya, ma poi...”
“Poi?” Domandò Aust.
“Poi una sera, dopo essere uscita per cercare legna nella foresta, non è più tornata...”
“E quella tomba?” Fissandolo Guisgard. “Chi c'è seppellito allora?”
“Ciò che il nonno ritrovò di zia Arya il mattino successivo alla sua scomparsa...” mormorò il bambino “... i resti del suo corpo aggredito dalla bestia...”
“Ora capisco tutto...” scuotendo il capo Guisgard “... non si sopravvive ad un simile dolore... non del tutto almeno...”
“Ma non temete, non farebbe del male ad una mosca...” disse Lent “... da quel triste giorno attende senza sosta l'arrivo dell'Arciduca... e oggi, vedendovi, vi ha scambiato per lui...”
“Dunque tu sai che io non sono l'Arciduca.” Mormorò Guisgard.
“Certo.” Annuì il bambino. “So benissimo che a Capomazda non importa nulla di noi qui. Quanto a voi, domattina ripartirete e dimenticherete questo posto.”
“E tuo nonno?” Avvicinandosi a lui Guisgard.
“Riprenderà ad aspettare l'arrivo dell'Arciduca, come ha fatto fino ad oggi.” Chinando il capo Lent. “Del resto ognuno di noi aspetta qualcosa, no? Viviamo aspettando chissà cosa poi...”
Un velo d'inquietudine, a quelle parole di Lent, attraversò lo sguardo azzurro di Guisgard.
“Questo bambino è un saggio!” Esclamò Aust.
“Cosa facevi quando siamo arrivati?” Il cavaliere al piccolo.
“Preparavo la cena.”
“Questo ragazzo è un portento allora!” Lodandolo Aust.
“Tu cosa sai di questa bestia?” Chiese Guisgard a Lent.
“Che esce di notte e assale soprattutto donne e bambini.” Spiegò il bambino. “Raramente gli uomini.”
“Ovvio, gli animali per istinto riconoscono le prede più deboli.” Commentò Aust.
“Ha ucciso molta gente?” Domandò il cavaliere.
“Si, tanta...”
“E nessuno ha mai visto quest'animale?” Ancora Guisgard.
“Non lo so.” Aprendo le braccia il bambino. “Io e il nonno, vivendo qui, non incontriamo molte persone. L'unica cosa che so è che si tratta di un cinghiale. Ne parlavano in città un giorno in cui io ed il nonno andammo là a fare compere.”
In quel momento si udirono dei rumori provenire da fuori.
Era Heat che tornava dalla foresta.
“Su...” disse Guisgard a Lent “... torna a preparare la cena... aiuteremo noi tuo nonno a sistemare la legna e ad accendere il fuoco.”
“Siete un cavaliere, vero?”
“Come lo sai?”
“Portate una spada...” indicando Lent l'arma del cavaliere.
“Oggi molti portano una spada.” Sorridendogli Guisgard. “Anche i briganti.”
“I briganti non aiutano la povera gente.”
“Io non sto aiutando nessuno.”
“Avete detto di voler aiutare il nonno a sistemare la legna e ad accendere il fuoco...”
“Su, torna a preparare la cena.” Facendogli l'occhiolino Guisgard.
“Si, messere...” sorridendo il bambino “... e grazie!”

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