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Vecchio 16-04-2013, 16.47.33   #911
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Lo fissai, immobile...
i suoi occhi e la sue voce, dapprima ilari, si erano fatti all’improvviso seri...
lo fissai, e per un momento mi sentii incapace di parlare e di muovermi, incapace di reagire...
abbassai lo sguardo, dunque. In fretta.
“Lo avete detto voi...” mormorai allora, ma fu appena un sussurro “...un dramma... un... lo scoppio di una catastrofe... qualcosa che... è meglio non sfidare...”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 16-04-2013, 16.50.32   #912
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quel misterioso uomo, nel vedere la decisione di Altea, sorrise.
“Non angustiatevi...” disse “... avete fatto un affare oggi. Avete risparmiato quel denaro. E pur non essendo un gentiluomo io, manterrò quanto detto. Vincerò questa gara ed il premio apparterrà ad entrambi. Anzi... vi dedicherò anche la vittoria.” E le fece l'occhiolino.
“La gara ha inizio!” Fu proclamato.
Tutti i concorrenti allora si prepararono ai loro posti ed Altea apprese il nome del misterioso uomo con cui aveva discusso: Velvò di Nagas.
La gara prevedeva tre prove.
Il tiro al bersaglio contro sagome di paglia a buona distanza, poi il far passare la propria freccia in alcune asce poste su tronchi di legno e infine colpire al volo alcuni bottoni di vetro.
La gara iniziò e dalle due prime prove uscirono quasi tutti i contendenti.
E per l'ultima prova restarono solo Velvò e un certo Vidiano.
“Avanti, signori!” Un uomo tra la folla di spettatori. “Avanti, scommettete! Chi secondo voi vincerà? Velvò o Vidiano? Avanti, signori!”
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Vecchio 16-04-2013, 17.01.58   #913
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Salutai i cavalieri con un cenno del capo e un sorriso.
Ascoltai i loro discorsi, passando lo sguardo dall'uno all'altro, cercando di decifrarne le espressioni.
Mi stupirono non poco le accuse rivolte al quinto cavaliere, ma, comunque la pensasse Mamyon, non mi fidavo di quel George o dell'Arconte.
Se c'era una cosa che avevo capito dal mio arrivo in quella città, era che qualcosa di sordido vi strisciava sotto.
E che c'erano uomini pronti a tutto per il fiore. Ma mi guardai bene dall'esprimere il mio pensiero.
"...beh, questo era sottinteso... da dove proponete di cominciare? A voi l'arconte ha dato una traccia da cui partire?" Dissi, senza pensare.
Poi mi resi conto che probabilmente non si aspettavano di sentirmi parlare e arrossii di colpo, ringraziando il buio.
"...perdonate, Messeri, ma anche a me l'arconte ha affiato il compito di cercare il Fiore, ben prima dell'attentato... Sono giunta qui da Camelot apposta... Ora che hanno colpito la principessa, poi, credo sia più utile che mai...".
Non dissi una parola su Lucius, il ricatto, i doni promessi. Avevo fatto fatica a fidarmi di Mamyon, quegli uomini dovevano ancora conquistarsi la mia fiducia.
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Vecchio 16-04-2013, 17.03.19   #914
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Guardai l'uomo sbigottita...Velvò di Nagas...e in che modo avrebbe spartito quella bellissima balestra con me?
Certamente mi prendeva in giro, o forse voleva venderla e spartire i soldi? Pensavo a mille ipotesi ma poi pensai era meglio seguire la gara, veramente appassionante...ma quell'uomo mi ispirava veramente poca simpatia per il suo modo di porsi...arrogante e troppo sicuro di se.
Con forza e determinazione, comunque, superò tutte le prove e dovevo ammetterlo pure con bravura, era un ottimo tiratore, quando ci fu posta la ultima domanda...sorrisi tra me e me e alzandomi esclamai.."Scommetto 5 Taddei....sulla vittoria di....sir Vidiano".
Mi voltai guardando Velvò con aria di sfida, lo avevo visto attentamente e aveva tutte le credenziali giuste per essere il vincitore ma non volevo dargli nessuna soddisfazione ... non avrebbe avuto il coraggio, dopo queste frasi, nemmeno di dedicarmi la vittoria.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 16-04-2013, 20.17.32   #915
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Vidi il taddeo volare dalla mano di Sawas a quella del barcaiolo.....e cosi' pagammo il nostro viaggio...." Orez...abbiamo pagato Caronte ?....secondo te, siamo vivi o siamo morti ?......questo e' uno strano posto...e' imponente....e sembra che la costruzione appartenga ad un mondo diverso.."....guardai con attenzione ogni cosa.....sino a quando non scesi sulla terra ferma.....ci incamminammo verso la citta' fortificata..." Sapete Sawas ?....qui c'e' un fiore da proteggere.....siamo stati fortunati ?...oppure pagheremo con la vita la ricerca di questo fiore......ma quello che mi piu' mi martella nella mente e' che ogni posto potrebbe avere un fiore....un fiore d'amore....come faremo a sapere che e' quello giusto ?...."....gia'....come potevo sapere che il fiore che avrebbe dato vita al mio desiderio e liberato Elina fosse quello di TYlesia ?
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Vecchio 16-04-2013, 20.51.52   #916
Guisgard
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La misteriosa donna fissò Cheyenne e Urez.
“Prima” disse il cavaliere “avete accennato a qualcosa... qualcosa che poteva far terminare qui il nostro viaggio.”
“Si.” Annuì la donna.
“Cosa intendevate?”
“Avete parlato della vostra ricerca...” fissandoli la donna “... e qui si trova ciò che state cercando...”
Urez fissò Cheyenne stupito.
“Intendete dire...” mormorò lui.
“Si.” Disse lei. “Qui è custodito il fiore che state cercando.”
“Possibile?”
“Si, si trova in un luogo qui vicino.” Spiegò la donna. “Ma non tutti possono vederlo.”
“Che luogo è?”
“Un castello.”
“Dove si trova?”
“Non lontano.”
“Potete condurci là?”
“Forse...” sussurrò lei.
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Vecchio 16-04-2013, 21.27.34   #917
Cheyenne
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Cheyenne è sulla buona strada
Il Fiore...qui vicino...il mio cuore sobbalzò nell'udire queste parole ma mi rabbuiai subito dopo quando la donna proseguì svelando la presenza di alcuni ostacoli.
"Che cosa dobbiamo fare per ottenere le indicazioni mia signora?" chiesi speranzosa.
Nel frattempo i fedeli con il religioso si erano diretti a un lato della Cappella dove era stata ricavata una nicchia in cui era situata una statua della Vergine. I fedeli depisitaroni delle rose ai piedi della Madonna e iniziarono a recitare il rosario.
L'atmosfera che si respirava nella raduna , illuminata da raggi del sole che filtravano tra le fronde, era di una profonda pace interiore e fui assorbita da questa quiete.
"Mia signora vi prego aiutateci nella nostra ricerca, diteci ciò che sapete, aiutatemi a salvare il mio popolo..ve ne prego.."
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Vecchio 17-04-2013, 00.42.18   #918
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Milady...” disse Lhar a Clio “... ci è stato spiegato che il Fiore potrebbe essere sbocciato ovunque. E nessuno in questa città può conoscere indizi o trecce concrete.”
“Tuttavia” intervenne Kosev “l'Arconte ci ha parlato di un certo frate di nome Nicola che forse possiede qualche notizia in merito. Ma di quel chierico non vi sono più notizie a quanto pare.”
“Direi allora di non indugiare oltre.” Fece Mamyon. “Di partire adesso stesso alla ricerca del Fiore.”
“Come procederemo?” Chiese Lhar. “In gruppo o separati per coprire un raggio d'azione più vasto?”
“Io partirò da solo.” Sentenziò Xouf. “Non voglio nessuno con me.”
“Allora” disse Mamyon “faremo così... ci divideremo... sir Lhar e sir Kosev andranno insieme, come me e lady Clio... sir Xouf, come da lui stesso detto, partirà da solo. Siete d'accordo?”
“Bene.” Annuì Lhar.
“E sia.” Fece Kosev. “E per quanto riguarda sir Guisgard?”
“Se cercare il Fiore” fissandoli Xouf “è la missione principale, uccidere quel traditore è quella secondaria. L'Arconte in persona ha promesso una forte ricompensa in cambio di quel cane di Guisgard. Vivo o morto.”
“Allora non vi è altro da dire.” Fece Lhar. “Partiremo domattina presto. Sperando che almeno uno di noi ritorni in tempo con il Fiore e salvi la principessa.”
“Con il Fiore” precisò Xouf “e con la testa di quel rinnegato di Guisgard.”
“Buona fortuna, cavalieri.” Disse Kosev.
E si separarono.
Così, Clio e Mamyon ritornarono al casale per preparare l'imminente partenza.
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Vecchio 17-04-2013, 01.17.05   #919
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Forse il dramma” disse Guisgard a Talia “sarebbe proprio quello... che quella sciagura non giungesse...” le sorrise sfiorandole il viso che aveva chinato a terra “... sapete? Queste vostre parole mi hanno ricordato un vecchio mito... quello di Andromeda e Perseo... anche lei, condannata all'infelicità, disse all'eroe giunto a salvarla di andare via, poiché sfidare quella condanna era una sciagura...” la fissò “... ma fortunatamente Perseo non ebbe paura di sfidare quella catastrofe... chissà, magari aveva origini Capomazdesi l'eroe di Argo...” le fece l'occhiolino “... ops... dimentico che non devo pronunciare Capomazda in vostra presenza!” Rise di gusto. “Qui non siete a corte...” sussurrò “... voglio vedervi serena adesso... senza pensieri e preoccupazioni...” si voltò verso Abecedarius “... allora, questa storia? Su, dobbiamo far sorridere questa bella dama!”
“Subito, miei signori!” Esclamò il libro meccanico.
E cominciò...

La campagna si presentava rigogliosa e verdeggiante e copriva tutto ciò che l'occhio dell'uomo poteva vedere in quello scenario, animato ed impreziosito dalle screziate e dolci colline dai tratti quasi fiabeschi.
Una sagoma, solitaria e silenziosa, avanzava verso l'ingresso del piccolo borgo addormentato.
Era un quieto e laborioso centro urbano, con le case rosse e le stradine che, percorrendo in lungo e in largo l'abito, salivano e scendevano, racchiuse da portici fioriti, archi ricoperti da verdeggianti rampicanti e loggette che si aprivano dove le case sembravano restringersi fino quasi a toccarsi.
Un bambino correva libero, con la sua spada di legno, fra quei saliscendi, i dossi e le piccole nicchie che nei muri racchiudevano le immagini della Vergine Assunta col Bambino.
Come un novello cavaliere da poco armato, saltellava e rincorreva nemici immaginari, che a tratti chiamava per nome, fino a raggiungere, con un balzo, la statua del superbo felino che dominava la piazzetta e il centro di quella contrada.
E proprio dal dorso della pantera, il bambino si accorse di quella misteriosa sagoma che si avvicinava.
“Papà...” disse ad un uomo che, poco più avanti, sistemava la merce davanti alla sua bottega “... guarda, arriva qualcuno!”
“Beh...” fece l'uomo alzando lo sguardo verso quella figura ormai prossima “... lascia che venga figliolo...”
E fu in quel momento che gli occhi di quella figura, chiari e luminosi, incontrarono quelli vispi del bambino.
E nel vederli, il piccolo restò meravigliato.
In groppa al suo cavallo grigio, con una lunga e snella spada che pendeva dal ricco fodero, il mantello lungo e nero, la tunica verde e dorata, quella figura raggiunse così la bottega.
“Vi secca” fece il nuovo arrivato “se passo da qui?”
“No, affatto...” fissandolo il padre del bambino “... fate pure...”
L'uomo a cavallo si fermò allora davanti alla fontana su cui si trovava la statua della pantera e toltosi il mantello si lavò il viso, mentre il bambino non riusciva a staccare gli occhi da quell'uomo.
Ad un tratto il piccolo, euforico per la presenza di quel cavaliere, brandì la sua spada di legno, colpendo poi la muratura di un portico.
A quel rumore, il cavaliere si voltò di scatto, portando subito la mano sull'elsa della sua spada.
Il bambino, davanti a quei fulminei riflessi, restò di stucco ed in silenzio.
“Marcus...” affacciandosi una ragazza dalla finestra della bottega “... non si agitano le spade davanti alla gente.”
Era una ragazza dalla pelle chiara e gli occhi scuri.
I capelli, di un biondo accennato, lunghi scendevano come pendenti sulle belle spalle, divenendo mossi e irregolari, tanto da essere tenuti insieme all'indietro da una spilla adagiata fra essi.
E nel vederla, il misterioso cavaliere restò per un momento a fissarla, almeno fino a quando ella, dopo aver ricambiato per un istante quello sguardo, rientrò in casa.
“State all'erta voi!” Esclamò il bottegaio dopo quel rapido gesto del nuovo arrivato.
“Sai che mi hai spaventato, ragazzo?” Disse il cavaliere fissando il piccolo.
“Volevo solo farvi vedere la mia spada...” mostrando la spada di legno al cavaliere “... voi... voi tirate bene di spada?”
Il nuovo arrivato sorrise.
“Secondo me si.” Fece il piccolo.
“Non c'è male.” Asciugandosi il viso il cavaliere. “Ho visto che mi fissava prima, mentre arrivavo.”
“Si...” mormorò il piccolo “... ecco, io...”
“Hai fatto bene...” sorridendo il cavaliere “... è bene guardare ciò che accade intorno a noi. Si evitano molti malanni.”
A quelle parole anche il bambino sorrise.
Ad un tratto si udirono dei cavalli.
Poco dopo apparvero vari cavalieri.
“I vostri compari” fece il padre del bambino “stanno arrivando.”
“Compari?” Ripetè il cavaliere. “Io non...”
“Si, i vostri compagni dell'Aquila.” Annuendo il bottegaio.
“Non so di cosa stiate parlando.” Fissandolo il cavaliere.
“Non dimenticate il vostro mantello che avete lasciato sulla fontana” impugnando un bastone il bottegaio “ora che andrete via.”
“Quando metterete via quel bastone andrò via.” Sentenziò il cavaliere.
“Che differenza fa?”
“Così non sarà un'imposizione.”
Il bottegaio abbassò il bastone e il cavaliere, ripreso il suo cavallo, andò via.
Poco dopo arrivarono quegli altri cavalieri.
“Salute a te Pars...” ridendo uno dei cavalieri “... hai visto forse dei ladri?” Indicando il bastone che aveva con sé, suscitando le risa dei suoi compagni.
“Cosa volete, Jean?” Fissandolo il bottegaio.
“Mio fratello” rispose Jean “voleva sapere come mai voi altri di questa contrada avete fatto protesta al Consiglio circa le nostre giostre?”
“Non sono giostre le vostre!” Esclamò Pars. “Sono veri e propri atti vandalici! Venite qui e terrorizzate le nostre donne, malmenando tutti quelli che vedete per la strada.”
“Forse non sono un granchè gli uomini di questa contrada” replicò Jean “se non sanno difendersi dai nostri.”
“Siete dei briganti!” Accusò Pars.
“Papà, cosa succede?” Uscendo dalla bottega la ragazza che poco prima si era affacciata alla finestra.
“Rientra in casa, Melicha...” mormorò Pars.
Ma proprio in quel momento gli occhi di Jean e dei suoi gaglioffi fissarono la stradina alle spalle di Pars e dei suoi due figli.
“Tu chi sei, straniero?” Chiese Jean al cavaliere che immobile li guardava.
“Un amico di Pars.” Rispose questi.
A quelle parole, Parsi si voltò dietro di lui e vide il cavaliere che aveva cacciato malamente poco prima.
Per un lungo istante gli occhi di quel cavaliere e di Jean si ritrovarono gli uni negli altri.
“Ciò che dovevamo riferirti” tornando Jean a parlare con Pars “è stato detto. Poi regolati tu.” E andarono via.
E vedendoli partire, anche il misterioso cavaliere fece per andarsene.
“Papà...” mormorò Melicha “... tra poco andremo a tavola e forse...”
“Aspettate!” Lo chiamò Pars, dopo aver annuito a sua figlia. “Aspettate... io... ecco... pensavo che anche voi... mi spiace... non volevo scacciarvi poco fa... e poi quel bastone non è un'arma, ma solo un oggetto con cui avvolgo il tendone davanti alla bottega...”
“Non è un'arma?” Fece il cavaliere.
“Assolutamente!” Rispose Pars. “Vi sembro un uomo che va in giro a brandire armi? Mi chiamo Pars...” dandogli la mano “... quella è mia figlia Melicha e quello mio figlio Marcus... venite, mia moglie ha preparato un ottimo pranzo...”
“Io mi chiamo Ardena...” sorridendo il cavaliere, per poi seguire Pars nella sua bottega.
E nel vedere quel cavaliere entrare a casa sua, gli occhi di Marcus si illuminarono....


"Allora, miei signori..." chiese Abecedarius, fermando la sua narrazione "... è di vostro gusto questa storia?"
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Guisgard
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A quelle parole di Altea, Velvò la fissò tra gli spettatori.
E scosse il capo.
Poi con fare di sfida ricaricò la balestra e si preparò per la gara.
I due contendenti furono fatti preparare e la terza parte cominciò.
Furono lanciati in aria tre bottoni di vetro in successione per ciascuno dei due.
Vidiano ne colpì uno soltanto.
Velvò colpì il primo, ma non il secondo.
Fu lanciato il terzo bottone e Velvò sparò un altro colpo.
Il bottone cadde a terra, senza pero presentare fori.
“Siamo pari.” Disse Vidiano.
“Controllate meglio.” Fece Velvò.
“E' vero!” Esclamò uno degli arbitri. “Il bottone presenta una scheggiatura sul bordo... è stato colpito! Il vincitore è messer Velvò di Nagas!”
Ci fu il boato degli spettatori.
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