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Vecchio 24-02-2011, 04.27.54   #1201
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Lascia scivolare il pugnale nella mia tunica lacerata all’altezza del petto…” mormorò Guisgard a voce bassa a Talia, mentre lei era ancora stretta a lui.
Poi alzò il capo e la fissò.
“Ti dispiace?” Disse a voce alta. “Perdonarti? E per cosa? Tranquilla, non ho nulla da perdonarti…” aggiunse con un malinconico sorriso, che sembrava voler celare tante cose.
“Ora basta! La mia pazienza ha un limite! Ti ho concesso di salutare quell’inetto per l’ultima volta! Ora può morire!”
Gridò Guxio, prendendo Talia per un braccio e tirandola a se con forza.
“Avanti, mozzategli la testa!” Ordinò poi ai suoi uomini. “Sarà il degno sacrificio che aprirà il mio dominio a Cartignone!”
Ma proprio in quel momento si udirono grida e rumori di armi provenire dall’esterno.
Ci fu un attimo di stupore, fino a quando sulla porta della cappella comparvero diversi cavalieri e nani armati.
“Cartignone è sotto il nostro controllo!” Proclamò il Cavaliere Verde avanzando verso l’altare. “Prendiamo il potere in nome di sua grazia il vescovo nella persona dell’inquisitore Ramon de Calamberga!”
Dalla folla allora, approfittando del momento propizio, Goldblum si lanciò sulle due guardie che tenevano ferma Gaynor, ferendole a morte e liberando la ragazza.
Al nano si affiancarono subito Belven, Cavaliere25 con Giselide e Iodix.
Un attimo dopo l’intera cappella e tutto il palazzo furono circondati dalle milizie del misterioso Cavaliere Verde.
E subito, alcuni soldati si avvicinarono a Guxio, per proteggere il loro maestro da quei cavalieri appena giunti.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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Vecchio 24-02-2011, 11.07.24   #1202
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cavaliere25 sarà presto famoso
che facciamo adesso dissi guardandomi intorno li facciamo fuori tutti sti maledetti alla carica gridai al gruppo mentre cercavo il mio avversario da attaccare
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fabrizio

Ultima modifica di cavaliere25 : 24-02-2011 alle ore 17.46.03.
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Vecchio 24-02-2011, 17.44.10   #1203
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Feci ciò che Guisgard mi aveva detto... mentre parlava, io lentamente spostai la mano sinistra tra noi, inclinai appena il braccio e sentii in pugnale, che avevo nascosto nella manica mentre tamponavo la ferita di Morven, scivolare e finire dentro la tunica lacerata del cavaliere.
“Sta’ attento!” articolai contemporaneamente, ma senza emettere neanche un suono, in risposta a quel suo enigmatico sorriso.

Citazione:
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“Ora basta! La mia pazienza ha un limite! Ti ho concesso di salutare quell’inetto per l’ultima volta! Ora può morire!”
Gridò Guxio, prendendo Talia per un braccio e tirandola a se con forza.
Fui di nuovo tratta via... ero stufa di esser strattonata da Guxio da ogni parte, quasi fossi un giocattolo senza valore, così tentai di opporre resistenza... seppur con scarsi risultati.
Ciò che avvenne dopo fu un rapido susseguirsi di fatti...
L’ordine di Guxio di uccidere Guisgard, la fitta di profondo dolore che mi invase a quelle parole, le minacce al principe e a quella donna che non conoscevo ma che avevo visto in quello specchio durante la mia prigionia e della quale con ansia avevo seguito la sorte insieme a quella degli altri, poi quelle grida e il rumore di spade, l’arrivo di molti cavalieri e nani armati, il trambusto, le grida della folla... infine la comparsa nella cappella di quel cavaliere con l’armatura dai cangianti riflessi verdi. E in quell’attimo quella figura assorbì tutta la mia attenzione: procedeva con calma attraverso la navata come chi non teme sconfitta e la sua voce, seppure attutita dallo spesso elmo che indossava, suonava calma e autoritaria... Qualcosa parve tintinnare da qualche parte nella mia mente, ma stavano avvenendo troppe cose e troppo in fratta perché io potessi concentrarmi su ciò... e tuttavia per un momento, solo per un momento, curiosamente, fui invasa da una sensazione vagamente familiare.
Poi i soldati di Guxio ci accerchiarono, nel tentativo di difendere il loro signore, io distolsi lo sguardo da quel cavaliere e quella sensazione se ne andò con la rapidità con cui era comparsa.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 25-02-2011, 03.10.26   #1204
Morrigan
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
“C'era un grillo in un campo di lino
la formicuzza gli chiese un mazzolino…”


La luce era asfissiante, copriva ogni cosa. Morven non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti. E c’era freddo, nonostante quel sole insistente. Forse perché non aveva più la sua armatura. Già… la sua armatura… perché non aveva più la sua armatura? Non lo ricordava più. Le nuvole passavano rapide sopra il suo corpo…

“Disse il grillo: Cosa ne vuoi fare?
Calze e camice, mi voglio maritare..."

E poi c’era quella canzone, che risuonava ossessiva intorno a lui…

“Poi la sera nel prendere l'anello
cadde il grillo e si ruppe il cervello.

La formicuzza dal grande dolore
prese uno spillino e si trafisse il cuore…”


Avrebbe soltanto voluto che quella canzone finisse. Era così triste! Non ci pensava, quando era bambino, ma a risentirla adesso gli sembrava così triste… smettetela, smettetela…

“Prese uno spillino e si trafisse il cuore…”
“Smettila, ti prego”

Tese una mano ad afferrare l’aria. Non c’era nessuno accanto a lui, eppure quella voce lo circondava, andava e veniva, accarezzando lo spazio attorno a lui.

“Coraggio, Morven! Resistete! Resistete per l’amor del cielo!”

A quelle parole spalancò gli occhi… di chi erano quegli occhi, quei capelli? Di chi era quella voce? Sembrava tutto così confuso, perso in una nebbia dorata e scintillante, che galleggiava come pulviscolo davanti ai suoi occhi, che si sollevava come incenso profumato avvolgendosi nell’aria… sì, incenso… c’è odore di incenso e di fiori… i capelli di lei profumavano di fiori… o forse era il profumo di quel prato verde nel rigoglio della primavera…
… Morven si puntellò con le mani e quasi a fatica si mise a sedere. Il sole folgorava gli occhi e inondava la terra piena di fiori. Sbattè le palpebre per schiarirsi la vista. La filastrocca cantilenata stancamente, con voce infantile, continuava a galleggiare nell’aria.

“Prese uno spillino e si trafisse il cuore…”

Lei era seduta sull’erba, poco distante. Le ampie gonne si erano aperte disordinatamente, i capelli erano stretti in nastri colorati. Cantava e raccoglieva fiori, e sembrava non vederlo.

“Zulora…” mormorò.

I suoi occhi, vedendola, quasi si inumidirono per la commozione, perché in quel momento di dolore e confusione lei era la persona che più di tutte avrebbe voluto riabbracciare.

Lei si voltò sentendosi chiamare, e lo fissò con uno sguardo sorpreso.

“Come conoscete il mio nome, cavaliere?”

Morven ebbe un sobbalzo, un profondo moto di triste stupore.

“Ma… come? Zulora… io…”
“Ah…” sorrise lei, ignorando la sua reazione “forse venite dal ducato di Cassis… sapete, quando vivevo laggiù tutti conoscevano il mio nome”

Lui la guardo con cupo dolore.

“Sorellina mia…” mormorò, ma le parole gli morirono nella gola.

Non stava scherzando, la conosceva bene. Quella fanciulla non dava segno di riconoscerlo. Era sua sorella, ne era certo, come era certo di essere se stesso, ma non lo riconosceva. Continuava a canticchiare quella filastrocca da bambini e non sembrava far caso a lui.

“Perché, cosa è cambiato?”

Lo chiese dopo un lungo silenzio, decidendosi infine ad assecondarla, qualunque fosse il motivo del suo strano comportamento.

Lei sollevò le lunghe ciglia nere.

“Adesso mi hanno dimenticato”

Restarono di nuovo in silenzio. Morven la spiava sottecchi, mentre la pena gli cresceva nel cuore.

“Milady…” azzardò dopo qualche istante “milady… non rammentate il mio volto?”

Zulora si fermò, lo osservò per qualche istante.

“Io… credo… ma non sono sicura…” esitò, portandosi un dito alle labbra “… siete forse uno degli uomini di mio padre?”
“Vostro padre è il duca Armenio di Cassis?” chiese, sperando che quel nome potesse risvegliare in lei qualche ricordo.

Lei annuì e raccolse un fiore.

“Sì… avrei voluto invitarlo al mio matrimonio, ma purtroppo non è potuto venire… voi ne conoscete il motivo, signore?”

Morven rabbrividì.

“Il motivo?”
“Sì, il motivo” rispose lei con candore “Se siete uno dei suoi uomini, forse sapete perché non è venuto alle mie nozze”
“Milady, vostro padre è… morto”

Ma anche allora lei parve non vedere e non sentire lo sconvolgimento che lo agitava, nè comprendere il peso delle sue parole.

“Avevo anche un fratello una volta, però mi ha abbandonata…”
“Abbandonata… ma no, Zulora! No!”, e tese la mano, cercando di afferrarla.
“Deve essere stato in aprile… aprile è un mese così triste… volevo dargli un mazzo di fiori, ma credo che lui sia morto adesso”
“Morto?”
“Deve essere morto, sì… o non mi avrebbe lasciata piangere per così tanto tempo… lui diceva di amarmi! Si raccomandava sempre di non correre troppo con il cavallo… era sempre premuroso con me… diceva sempre…”
“Che non aveva abbastanza occhi”
“Già… chissà se si sentirà solo a dormire nella terra fredda…"

A quelle parole, il dolore nel suo cuore crebbe fino quasi ad essere insopportabile. Risaliva lungo la schiena e si concentrava nel suo petto, fin quasi a togliergli il respiro, che adesso gli usciva a fatica.

“Zulora… io vi prometto…” disse, sforzandosi di ignorare quelle fitte che gli impedivano di parlare “… io vi prometto che vostro fratello tornerà a prendervi… ve lo prometto, anche se fosse l’ultima cosa che faccio in questa vita!”

Lei si voltò, e per la prima volta sul viso aveva dipinto un’espressione di reale turbamento.

“E come potreste mai? Voi non siete un cavaliere… non avete né armatura né spada… non più!”

A quelle parole, Morven si lasciò scorrere le mani sul corpo, nervosamente. Si tastò i fianchi in cerca della sua spada, ma si accorse di non avere più nemmeno quella.

“La mia spada… Samsagra… Zulora, che ne hai fatto della mia spada?”

Lei lo fissò tranquilla.

“Ah, quella vecchia spada… l’ho gettata… l’ho gettata nel fondo del lago che c’è vicino al castello”

Morven, a quelle parole, scattò in piedi e quasi si lanciò verso di lei, afferrandole le braccia.

“Zulora! Che hai fatto? Perché l’hai gettata?”

Lei cercò di divincolarsi, protestando debolmente contro quella violenza.

“Era solo una vecchia spada. Era tutta arrugginita e incrostata, e per questo l’ho gettata!”

Sentendo quelle parole, di colpo la lasciò andare, cadde in ginocchio sull’erba e si prese la testa tra le mani.

“Ma era la mia unica speranza…” mormorò.

Lei si sollevò in piedi, con aria profondamente adirata. Si sistemò la veste che si era sgualcita, poi si girò a guardarlo con occhi cattivi.

“E anche se così non fosse stato,” gli gettò in faccia con voce maligna, mutata “comunque non vi sarebbe servita a nulla, cavaliere”
“Perché dici questo?”
“Perché? Perché siete morto!”
“Zulora, sei forse impazzita, che dici queste cose?”
“Non sono impazzita, cavaliere. Io so che siete morto, perché sono morta anche io…”
“Morta?” esclamò lui, sollevandosi, quasi fuori di sé.

Ormai la sua mente sembrava essere naufragata in quel cattivo sogno, e Morven non riusciva più a riconoscere i contorni delineati di quella realtà. La luce era soffocante, e lui quasi non poteva respirare. Il prato si sbiadiva e i fiori perdevano pian piano i loro colori. Riusciva soltanto a vedere lei, in quel momento… lei che si scostava una ciocca di capelli dal viso e lo guardava con un sorriso strano.

“Pensavo che aveste capito, cavaliere… eppure ve lo avevo spiegato… la formicuzza dal grande dolore prese uno spillino e si trafisse il cuore…”
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"

Ultima modifica di Morrigan : 25-02-2011 alle ore 12.30.28.
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Vecchio 25-02-2011, 03.25.44   #1205
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“State calmo, ragazzo mio!” Disse il Cavaliere Verde con un cenno a Cavaliere25. “E’ già stato sparso troppo sangue in queste terre… e a meno che i nostri avversari non siano tanto pazzi da resistere a quella che è una chiara sconfitta, vorrei evitare altri scontri!” E continuò ad avvicinarsi all’altare, seguito da alcuni dei suoi e dal Cappellano.
“In nome di quale autorità entrate qui e vi proclamate vincitore?” Gridò Guxio. “Con voi non vedo nessun vescovo e nessun inquisitore!”
A quelle parole il Cavaliere Verde ed i suoi si arrestarono.
Il Cappellano allora fece tre passi avanti ed aprendosi il saio estrasse la croce vescovile.
“Sono l’inquisitore Ramon de Calamberga” si presentò “ed in nome del Santo Uffizio e di sua grazia il vescovo siete tutti accusati di eresia!”
Il Cavaliere Verde ed i suoi si inchinarono davanti all’inquisitore pontificio.
“Sua grazia” continuò Ramon che aveva ormai svelato la sua identità “mi ha affiancato il nobile cavaliere qui presente…” indicando il Cavaliere Verde, che a quelle parole si tolse finalmente l’elmo “… egli è il braccio armato di questa missione contro gli orrori che hanno flagellato Cartignone… alzatevi sir Geoffrey di Warnich!”
Il cavaliere si alzò e affiancò l’inquisitore, mentre il suo sguardo raggiunse subito Talia sull’altare.
“Che Iddio ci risparmi!” Esclamò Frigoros. “Siete dunque vivo, sir Geoffrey!”
“Lasciate subito il principe e quel cavaliere!” Ordinò Geoggrey alle guardie che tenevano Guisgard e Frigoros.
“No, uccideteli tutti invece!” Urlò, con folle determinazione, Guxio.
Ma, approfittando di quell’attimo di confusione, Guisgard estrasse il pugnale datogli da Talia e trafisse mortalmente le guardie che lo circondavano.
La stessa cosa fecero Belven e Goldblum con i soldati che tentarono di attaccarli.
“Colpisci chiunque tenti di attaccarti!” Gridò poi Belven a Cavaliere25.
Iodix, intanto, dal fondo della navata corse verso Morven che giaceva quasi privo di vita poco distante dall’altare.
“Ora tocca a te…” disse Guisgard a Guxio, ormai quasi del tutto circondato dai cavalieri e dai nani appena giunti.
“Pazzi…” mormorò il capo degli Atari con un ghigno “… davvero pensate di avermi sconfitto? Davvero credete che la vostra corrotta Chiesa possa condannarmi a morte in nome del suo effimero potere?” Si abbandonò ad una delirante risata e concluse. “Ma io tornerò… si, tornerò ed allora nessuno di voi si salverà dalla mia collera! Nessuno!”
Fece alcuni passi indietro, per poi svanire attraverso un passaggio segreto nella parete della navata, abbandonando così i suoi seguaci.
“Maledetto assassino!” Gridò Guisgard avvicinandosi alla parete e cercando il passaggio attraverso il quale Guxio era sparito.
“Lasciate perdere, Guisgard…” disse Ramon “… quel fanatico sarà già lontano adesso…”
“Non può cavarsela così!” Esclamò Guisgard. “Non dopo il male che ha causato!”
“Può essere fuggito ora…” rispose l’inquisitore “… ma non potrà farlo in eterno… la Giustizia Divina giungerà prima o poi… ed allora quel folle dovrà rendere conto del suo orribile operato…”
Fissò poi Morven e ordinò che venisse medicato.
“Non è una ferita grave, amico mio…” disse Guisgard avvicinandosi a Morven mentre veniva portato via “… vedrai che presto sarai guarito…”
“Cavaliere…” lo chiamò Geoffrey “… abbiamo liberato Cartignone… ora è questo ciò che conta… quell’assassino pagherà, non temete…” si avvicinò ed aggiunse “… avete salvato mia figlia, vi sarò debitore a vita…” e gli consegnò la sua spada sotto gli occhi di Ramon.
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Ultima modifica di Guisgard : 25-02-2011 alle ore 03.39.47.
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Vecchio 25-02-2011, 11.27.41   #1206
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cavaliere25 sarà presto famoso
Guardai Belven e dissi si non mi farò avvicinare da nessuno chi mi vorrà mi dovra prendere prima e mi misi in posizione di attacco mentre guardavo i miei compagni
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Vecchio 25-02-2011, 11.51.42   #1207
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Il Cavaliere Verde si tolse infine l’elmo e io rividi quel volto... non avrei saputo dire cosa avvenne in me in quel momento: una serie di emozioni forti mi invasero improvvisamente e la mia testa vacillò...

“Talia! Talia... sono tornati!” la voce cristallina di Eileen mi riscosse da quel torpore.
Aprii gli occhi e balzai in piedi: “Quando?” chiesi.
“Adesso! Avevo dato ordine che fossimo avvisate non appena avessero varcato le mura... Pensavo lo volessi sapere subito!”
Senza aggiungere altro mi precipitai fuori dalla stanza di Eileen, nella quale ero solita venire ospitata quando papà era costretto a lasciare Cartignone... lui non voleva che vivessi da sola nella nostra casa quando non c’era.
Percorsi la strada correndo a perdifiato, volai per corridoi e scale senza guardarmi intorno, fino a giungere nel cortile principale. L’aria fredda della notte mi tagliò la pelle, ma io non ci feci caso. Un gruppo di cavalieri stava silenziosamente smontando da cavallo al centro del cortile, mentre alcuni paggi assonnati tenevano alte intorno a loro delle torce accese. E anche a quel debole e tremante chiarore lo riconobbi subito...
“Papà!” gridai, correndogli incontro, incurante degli sguardi incuriositi e un po’ sogghignati dei suoi uomini.
Lui si voltò e mi vide: “Talia...” mormorò sorpreso, aprendo le braccia per accogliere il mio slancio “Talia, che ci fai in piedi a quest’ora? Dov’eri?”
“Da Eileen! Lei mi ha detto che eravate tornati... oh, papà, ero così in pena! Tutti questi giorni e neanche un messaggio, nemmeno una lettera, ho aspettato tanto, ogni giorno andavo fino alle mura e ti aspettavo, e il principe che continuava a dirmi di non preoccuparmi, che se pure tardavate non voleva dire che doveva esser successo qualcosa...”
Parlavo a raffica e senza riprendere fiato, come facevo sempre quando ero stata molto spaventata... lui mi interruppe con un gesto.
“Eri preoccupata?” chiese, scrutandomi serio.
Annuii.
“Talia... ma questo è il mio mestiere. Sono un soldato, lo sai! E il mio compito è eseguire gli incarichi che mi vengono affidati!”
“Lo so!” mormorai, poi alzai gli occhi e lo fissai “Ma sei anche mio padre! Sei tutta la mia famiglia... e il tuo compito è tornare a casa sano e salvo ogni sera!”
L’uomo rimase in silenzio per un momento, serio come non mai... poi sorrise.
“Hai ragione!” disse “Hai assolutamente ragione! Scusami! Ti prometto che, qualsiasi cosa accada, tornerò sempre a casa!”

C’era confusione nella cappella, ma io ero come pietrificata...
Una forte emozione mi aveva pervasa, simile per certi tratti ad un vago senso di sollievo che lentamente stava sopraffacendo tutti i timori, le paure, le angosce, i rimpianti e i sensi di colpa degli ultimi mesi...
Vedevo tutto ciò che avveniva come se fosse al di là di un vetro... le parole del Cappellano, il rapido gesto di Guisgard, l’ardore della battaglia di Belven e Cavaliere25, Morven che veniva portato via, la fuga di Guxio...
Poi finalmente trovai la forza di muovermi...

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“Cavaliere…” lo chiamò Geoffrey “… abbiamo liberato Cartignone… ora è questo ciò che conta… quell’assassino pagherà, non temete…” si avvicinò ed aggiunse “… avete salvato mia figlia, vi sarò debitore a vita…” e gli consegnò la sua spada sotto gli occhi di Ramon.
Mi avvicinai lentamente a loro... sentivo le mani tremarmi appena... mi fermai a pochi passi.
Sorrisi un momento a Guisgard, poi spostai gli occhi su mio padre...
“Hai mantenuto la promessa...” mormorai, e la voce mi si incrinò. Inspirai forte e cercai di dominarmi, ma non ci riuscii: scattai così avanti e lo abbracciai forte...
“Oh, papà... hai mantenuto quella vecchia promessa! Sei tornato! L’hai mantenuta... grazie!”
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Vecchio 25-02-2011, 17.29.25   #1208
Lady Bethan
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Lady Bethan è sulla buona strada
Violenza, sangue e morte.
Bethan, per un attimo, pensò di trovarsi in mezzo ad uno dei suoi peggiori incubi.
Fra la folla qualcuno gridava, altri incitavano i combattenti, altri ancora cercavano di portare i bambini al riparo.

Bethan non gridò e non tentò di scappare.
Si strinse solo più forte al cavaliere vermiglio.
Ad un certo punto, volgendo lo sguardo al centro della navata la vide.
Gaynor, bella come sempre, con i verdi occhi fiammeggianti.

"Gaynor!" chiamò Bethan. E il suom unico scopo, da quel momento in poi, fu quello di riabbracciare l'amica ritrovata.
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Vecchio 25-02-2011, 23.35.09   #1209
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Lady Gaynor è sulla buona strada
Gaynor si sentì d'un tratto esausta, stremata. Era successo tutto così in fretta che persino la sua mente sveglia aveva faticato a tenere il passo con gli accadimenti. Morven ferito, Guxio salvato da un soldato, Guisgard e Talia in balìa di quei folli... e poi le guardie intorno a lei, Goldblum che la traeva in salvo, il Cappellano che si era rivelato l'Inquisitore, il Cavaliere Verde che in realtà era il padre di Talia e la fuga di Guxio... troppe cose tutte assieme, emozioni a raffica che avrebbero scosso anche l'animo più rigido.
Guardò in direzione di Talia e l'emozione che lesse sul suo bellissimo viso le fece quasi male al cuore. Cosa avrebbe dato lei per poter rivedere suo padre, anche per un solo istante, per un solo abbraccio e per un solo bacio... avrebbe dato la sua, di vita, per sentirsi chiamare di nuovo amore e leggere nei suoi occhi e in quella parola tutto l'orgoglio e l'adorazione che il padre aveva per lei. Ma questo non sarebbe mai più accaduto... ed erano ormai passati tre anni...
Addio papà, non te l'avevo mai detto prima, ma credo sia arrivato il momento... addio papà, con tutto l'amore che ho provato e che mai smetterò di provare... addio papà, con te sono morta un po' anch'io, ma ora voglio provare a vivere di nuovo... addio papà...
E mentre pensava a questo, alta si levò una voce a chiamarla.
"Gaynor!"
La riconobbe subito, prima ancora di girarsi e vedere la sua capigliatura d'oro spiccare tra la folla... Non può essere, non può essere...
"Bethan! Bethan!" gridò Gaynor, cominciando a correre tra la folla, spintonando e saltando panche, finchè fu tra le braccia della sua amata amica, dove finalmente si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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Vecchio 26-02-2011, 02.03.07   #1210
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Prima la paura, poi il sollievo e la gioia.
Tutti esultarono davanti a quegli eventi.
Ma nella folla, tra festosi sussulti, una sagoma imponente si faceva spazio, fino a raggiungere la giovane Giselide.
“Papà!” Esclamò la ragazza, abbracciando forte suo padre.
“Grazie al Cielo sei sana e salva, figlia mia!”
I due restarono stretti in quell’abbraccio per alcuni istanti.
Poi, come destatosi, il Cavaliere Vermiglio fissò Cavaliere25.
“Tu… sei entrato con l’inganno nella mia casa e hai messo in pericolo la vita di mia figlia… ora ne risponderai a me…” disse con rabbia il forte cavaliere.
Estrasse la spada, deciso a colpire il giovane arciere.
“No, milord!” Intervenne Goldblum bloccando con la sua spada quella del Cavaliere Vermiglio. “State commettendo un grave errore!”
“Come osi intrometterti, nano!” Gridò il cavaliere. “Fatti da parte o giuro davanti al Cielo che dopo toccherà anche a te!”
“Mio signore, ascoltatemi…” disse il nano “… se ora potete stringere vostra figlia tra le braccia e ringraziare il Cielo per averla ritrovata, è solo merito di Cavaliere25… egli, durante la dura prigionia nel covo di quei fanatici, ha avuto un’unica volontà… liberarla, anche a costo della vita… e vi giuro sul mio onore che l’avrebbe ben resa la sua vita per salvare quella di lei…”
“Ed io dovrei credere alle parole di un nano?”
“Ho molto amato mio padre” rispose Goldblum “e tutto ciò che sono e che conosco lo devo a lui… per me il nome di mio padre è sacro… eppure non esiterei ora, davanti a voi, a giurare su quel nome pur di dimostrarvi il valore e la lealtà di Cavaliere25.”
Il Cavaliere Vermiglio fissò con attenzione Goldblum senza dire niente.
“E’ vero, papà!” Intervenne Giselide. “E’ stata tutta colpa mia! Io ho voluto abbandonare il castello per seguire le sensazioni di un mio sogno, nonostante Cavaliere25 abbia cercato in tutti i modi di fermarmi! E fu lui a proteggermi durante la prigionia nel tempio di quegli assassini!”
“Milord…” disse Belven avvicinandosi “… ciò che avete udito è vero… e se davvero volete sfidare Cavaliere25, allora sappiate che dovrete affrontare anche tutti noi!”
Il Cavaliere Vermiglio fissò tutti loro.
“E sia…” mormorò rimettendo a posto la spada “… se questo ragazzo possiede compagni tanto nobili da sfidare la morte per lui, allora vuol dire che vi è del buono nel suo cuore… alla fine ciò che conta è che la mia Giselide sia sana e salva… gioite, dunque” rivolgendosi poi a Cavaliere25 “e riprendete la vostra strada… su di voi madonna Morte ha cambiato programmi.”
Sorrise e riabbracciò di nuovo sua figlia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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