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Vecchio 14-08-2012, 20.27.56   #3081
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Scossi la testa alle parole della donna...
“Sto bene!” esclamai.
Ma non era vero... non stavo bene... improvvisamente qualche cosa di pesante era sceso sul mio cuore e sulla mia anima... qualche cosa di inspiegabile eppure così reale ed opprimente...
Inconsciamente tentai di attribuirne la colpa agli ultimi avvenimenti... Sheylon, il sergente, i soldati, la prigione, il volo nel canale e quell’istante in cui ero quasi annegata...
Tentai di convincermi che era tutto quel susseguirsi di eventi ad avermi scossa a tal punto...
Ma non era vero... non era vero... ed io lo sapevo.

Silenzio e quiete dentro e fuori di me... pace... il fruscio del vento ed i battiti del mio cuore avevano lo stesso suono, lo stesso ritmo... il mio respiro si confondeva con il crepitare leggero dell’acqua del ruscello...
L’universo mi parlava... tutto intorno a me aveva una propria voce, un proprio battito... e tutto era in pace.
Poi d’improvviso quella sensazione...
Un dolore proprio in mezzo al cuore...
Paura...
Smarrimento...
Preoccupazione...
E gridai. Gridai forte.
“Talia...” udii la voce del Maestro, non era molto lontana “Talia che cosa succede?”
Il cavaliere uscì dal Casale e venne di corsa verso di me, tremante in mezzo al giardino...
“Talia!” mormorò, raggiungendomi ed inginocchiandosi vicino a me.
“Maestro...” riuscii a mormorare dopo appena qualche istante “Presto... presto... Guisgard... sta male! Presto, Maestro! Presto!”
L’uomo mi fissò stupito per qualche istante...
“Talia...” esclamò, poi “Talia... ma che cosa dici? Come puoi...”
Ma la mia agitazione, il mio volto sconvolto e la mia voce rotta lo indussero a tacere...
“L’ho sentito, Maestro... l’ho sentito! Un istante prima tutto era calmo, sereno... poi l’ho sentito! Te lo giuro! Ti prego... ti prego, Maestro, devi andare a prenderlo! Devi! Ti prego!”
L’uomo mi fissò ancora per un istante... non capiva, lo sapevo... ma si fidava di me e delle mie sensazioni. Mi fissò appena per un momento, dunque... poi, annuendo, si alzò e tornò di corsa verso il Casale, da dove tornò con la sua spada in mano... mi lasciò una rapida carezza rassicurante e partì rapido verso il bosco...
Io tremavo ancora... ma non mi mossi e non distolsi gli occhi dal punto nel bosco in cui era sparito il cavaliere...
I miei fratelli erano partiti presto, quel giorno... il Maestro aveva assegnato loro un compito... qualcosa da trovare, nel bosco, e da riportare al Casale... tutto era andato bene all’inizio, poi quella sensazione orribile...
Rimasi con gli occhi incollati sul bosco ed il cuore in subbuglio per molto tempo... ogni attimo, ogni istante era un tormento...
Poi, quando già le ombre iniziavano ad allungarsi sul prato, li vidi ricomparire... prima qualche sagoma... poi delle figure... ed infine li riconobbi...
“Guisgard!” urlai, correndo loro incontro “Guisgard... come stai? Come sta, Maestro?”
“Sto bene...” esclamò subito il ragazzino, tentando di divincolarsi dalla presa del cavaliere che lo trasportava in braccio, tenendo ben ferma la gamba sinistra, sotto il pantalone lacerato e sanguinante “Sto bene... Maestro, mettimi giù!”
“Oh, sta zitto, Guisgard...” lo zittii io, la voce cupa e tremante “Non è vero... guarda la tua gamba... guarda... oh, Maestro...”
Il cavaliere sorrise appena...
“Sta tranquilla, Talia...” disse “Non è niente! Il nostro intrepido Guisgard ha solo cercato di fare l’eroe...”
“Non volevo fare l’eroe!” sbottò lui, seccato.
Il cavaliere sorrise appena...
“Quel cinghiale, se ho ben capito, si era lanciato su Brand e Loran... giusto?”
I due fratelli interpellati annuirono... i loro volti erano ancora vagamente turbati...
“E tu ti sei messo in mezzo per aiutarli...” proseguì l’uomo con voce severa, raggiungendo allora il porticato e sistemando il ragazzino dolorante su di una panca di pietra “Io capisco che le tue intenzioni fossero nobili, Guisgard... ma è stato pericoloso e sciocco ciò che hai fatto, lo capisci? Potevi farti molto più male, potevi ferire quell’animale e renderlo ancora più pericoloso, potevi fare molto male... sei stato... Santo Cielo, sei stato davvero...”
Ma la sua voce fu sovrastata dalla mia, che fino a quel momento era stata immobile con gli occhi spalancati e le mani davanti alla bocca...
“Sei stato coraggioso!” esclamai, lanciandomi su di lui “Oh, Guisgard... così coraggioso...”


Aprii gli occhi di scatto, destandomi all’improvviso da quel dormiveglia in cui ero scivolata...
“Guisgard!” gridai, saltando su...
Ero agitata e tremavo forte... quel sogno, infatti, aveva risvegliato in me quell’antico ricordo e mi aveva permesso di riconoscere quella sensazione... la stessa sensazione di quel giorno lontano, tanti anni prima... la sensazione che fosse in pericolo...
Il cuore mi batteva forte... quasi mi scoppiava... e tremavo.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 14-08-2012, 22.25.43   #3082
Altea
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Tutto stava diventando strano..e Fyellon sembrava rischiare la vita, era vero le Locuste erano esseri pericolosi ma davanti ai miei occhi un evento strano..i tre fratellini non erano altro che Isolde, Rykeira che chiedeva sempre se le volessi bene e Asser.
"Isolde..ci si rivede..siete voi l'artefice di questi..trucchetti?"uno sguardo di astio per cio' che successe al maestro. "Cosa volete da me?Vi ho lasciata a Tylesia in vesti..di dama di compagnia ".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 15-08-2012, 00.38.06   #3083
Parsifal25
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Parsifal25 sarà presto famoso
Il clamore che andò a presentarsi, mi risultò inaspettato.......tutti credevano in me e nella mia "leggenda" -anche se......non ero convinto del tutto-.

Presi parola e dissi loro: "Calma cari amici, potrebbero scoprirci....."

Poco dopo, Gaston e Perroll decisero di unirsi a questa missione, non volevo mettere la loro vita in pericolo, ma......era impossibile ragionare con un nano quando prende la sua decisione. Sorrisi al sol pensiero.

Avevamo da poco lasciato quelle grotte, finalmente ero tornato in superficie.....confesso......mi sentivo molto più sollevato......proseguimmo lungo il bosco finchè non ci fermammo dinanzi ad un pozzo, volevamo dissetarci.....ma ciò che vidi non era possibile narrarlo.

Sempre nei pressi di codesto pozzo, vidi una giovane ragazza che vi era rannicchiata.....non potevo compiere alcun gesto......probabilmente, riposava.
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Vecchio 15-08-2012, 02.32.05   #3084
Guisgard
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Le tre donne fissavano Altea con enigmatici ed inquietanti sorrisi.
“Altea...” disse Isolde “... perchè tanto astio? Eppure eravamo buone amiche. Il vostro maestro? Ancora rimpiangete quell'uomo? Così debole da non riuscire nemmeno a resistere ai richiami della carne?” Rise. “Si, questo luogo è merito mio... anticamente vi si bruciavano le streghe... ed io ho voluto farne il mio feudo... Tylesia è ormai lontana, amica mia... anzi, vi consiglio di dimenticarla. Quella città è condannata. Un nemico potente ed implacabile la sta per distruggere. Ma, come detto, non datevi peso per questo... voi non ritornerete mai a Tylesia... il vostro viaggio termina qui... tra un momento ordinerò alle mie Locuste di attaccarvi e per voi sarà la fine... anche il vostro amico cavaliere vi ha abbandonata... è fuggito via... ha preferito salvare se stesso... addio, amica mia...”
Fece un cenno e subito una delle Locuste si lanciò verso Altea.
Ma prima che arrivasse a toccarla, una freccia trafisse l'aggressore, uccidendolo sul colpo.
“Chi ha osato fare questo?” Urlò Isolde.
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Vecchio 15-08-2012, 02.39.17   #3085
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Nel vedere arrivare Parsifal e i due nani, la damigella si alzò e cominciò ad avvicinarsi ai tre.
“Salute a voi, amici miei.” Disse sorridendo loro. “Vi stavo aspettando.”
“Aspettavate noi?” Stupito Gaston.
“Si, voi.” Annuì lei. “Sono mesi che attendo un valente cavaliere per proporgli una prova da superare.”
“Che prova?” Chiese Gaston.
“Bevete a questo pozzo” disse la damigella a Parsifal “e poi provate a suonare il corno che troverete nel secchio.”
“Perchè mai?” Domandò Gaston.
“Perchè è nel destino di questo giovane cavaliere.” Rispose la damigella, indicando Parsifal.
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Vecchio 15-08-2012, 03.17.15   #3086
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Alprando osservava e scrutava ogni riflesso e rilievo di quella pietra rossa, con una grande lente convessa, attraverso la luce di una candela.
“Allora...” disse l'uomo che aveva portato quella pietra “... ditemi qualcosa...”
“Ancora un momento...” zittendolo con un cenno Alprando “... già...” mormorò poi e riponendo la pietra sul tavolo.
“Dunque?” Chiese l'uomo. “Quanto vale secondo voi?”
“Beh...” rimettendo la lente in un astuccio Alprando “... così, su due piedi, non è facile a dirsi... di sicuro possiede un suo valore, un po' per la rarità della pietra, un po' per il taglio, la manifattura e il trattamento generale... ma ditemi... come ne siete entrato in possesso?”
“Ecco, io...”
“Un uomo come voi non può certo averla comprata” fissandolo Alprando “e di sicuro non l'avete vinta al gioco.”
“Come fate a dirlo?” Brontolò l'uomo. “Sono un giocatore, io.”
“Ed io non lo metto in dubbio.” Replicò Alprando. “Ma dubito che il possessore di un simile oggetto possa poi utilizzarlo come piatto in una volgare partita di dadi. Forse si tratta di merce rubata?”
“Ma cosa dite!” Esclamò l'uomo. “Sono un uomo onesto, io!”
“Riuscite a far convivere in voi l'animo del giocatore con l'indole dell'uomo onesto? I miei complimenti dunque.”
L'uomo non rispose niente.
“Ma comunque” continuò Alprando “a me non interessa questo. Sono invece molto più incuriosito dal modo in cui questa pietra sia entrata in vostro possesso.”
“Ebbene, l'ho trovata.” Disse l'uomo. “Si, l'ho trovata... presso il canale sotto le mura... e poi, quasi per caso, ho saputo che un certo cavaliere, il suo proprietario molto probabilmente, è intenzionato a ritrovarla... pare abbia promesso una lauta ricompensa...”
“Si, ora comprendo.” Annuì Alprando. “E voi siete venuto qui per capire se il valore di questa pietra sia più o meno lontano da quella ricompensa... giusto?”
“Beh, non ci vedo niente di male.”
“Oh, il Bene e il Male sono inversamente proporzionali tra loro e l'unica incognita è rappresentata, purtroppo, dalla coscienza umana.”
“Cosa significa?”
“Nulla, fandonie filosofiche di un cinico e passivo osservatore del mondo e dei suoi simili.” Rispose Alprando.
“Insomma, quante vale questa pietra?” Domandò l'uomo.
“Possiamo dire” fissandolo l'altro “che il suo valore può essere anche inestimabile, ammesso voi siate un innamorato.”
“Cosa intendete dire?”
“E' Carbonchio” rispose Alprando “e possiede un valore assoluto in Amore. Posso darvi un consiglio? Riportatelo al suo legittimo proprietario. Per lui, infatti, questa pietra non ha prezzo e vi ricompenserà a dovere, statene certo.”
A quelle parole, gli occhi dell'uomo si accesero di una forte avidità.
“E' un dono questo” continuò l'altro “d'altri tempi. Tempi di grandi amori e di grandi amanti. Il proprietario di questa pietra non è un uomo comune, come non è un sentimento comune quello che egli prova per la sua amata. Che voi sappiate, ha una donna, vero?”
“Si...” mormorò l'uomo “... credo di si...”
“Rendetegli la pietra” disse Alprando “e lui vi ricompenserà. Altrimenti, oltre alla sua ira, incapperete nel castigo di qualcuno ben più pericoloso.”
“Cosa intendete dire?”
“Parlo del castigo di messer Amore.” Sorridendo Alprando. “Mai dividere i suoi prediletti... un grande poeta una volta scrisse... Amor ch'a nullo amato, amar perdona...
“Come fate a sapere tutte queste cose?”
“Nella mia terra” spiegò Alprando “abbiamo conosciuto un amore simile... di un duca che donò una pietra uguale a questa alla sua amata... rendete questa pietra al suo possessore e sarete ricompensato...”



“Allora mi chiedo...” disse Guisgard fissando la regina “... perchè proprio io?”
“Perchè hai tutto da perdere.” Rispose lei.
Guisgard allora si voltò verso il gigantesco cavaliere di nome Anion.
“Se fallirò sarà dunque lui ad uccidermi?”
“Si.” annuì la regina.
“E sia...” fissandola Guisgard “... partirò adesso stesso. Ma non prima di aver riavuto Talia.”
“Più tempo passerai qui a cercarla” disse la regina “e meno ti resterà per trovare il Fiore.”
“Non lascerò questa città senza di lei.”
“Allora non abbiamo altro da dirci.” Alzandosi dal trono lei. “Fossi in te partirei subito. Ammesso che ti sia cara la vita.” E svanì dietro una grande porta che si richiuse subito dopo il suo passaggio.
Guisgard, allora, liberato dalle catene, fu accompagnato fuori dal palazzo reale.
Nello stesso momento, Talia, a casa di quei coniugi, si era appena destata da quel sogno.
L'angoscia per la sorte di Guisgard, che ella ignorava, la paura per la piega che avevano preso gli eventi e lo smarrimento causato dal non avere più con sé la pietra di Chymela, tormentavano l'animo della ragazza.
La donna si era allontanata appena Talia era stata colta da quel sonno leggero.
Tornò dopo alcuni istanti, con una nuova candela, che posò sul comodino accanto al letto, in sostituzione di quella consumata.
“La luce tiene compagnia...” mormorò la donna “... io non riesco a dormire se non brucia almeno una candela nella stanza...”
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
La donna allora andò verso la soglia.
“Chi è?” Chiese senza aprire.
“Sono io, donna.” Rispose suo marito.
Lei allora aprì e l'uomo entrò.
Ma non era solo.
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Ultima modifica di Guisgard : 15-08-2012 alle ore 03.22.44.
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Vecchio 15-08-2012, 10.57.00   #3087
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Senti' la mia mano prendere la sua ed insieme scendemmo nelle segrete...c'era tanfo di umido e sporco..la luce era quasi inesistente......speravo veramente che per quel ragazzo iniziasse una nuova vita.....ne aveva bisogno, le catene non segnano solo la carne....spappolano anche la nostra anima.....lo seguivo sperando che non fosse una trappola, sino a quando dietro alle sbarre di una cella....li vidi.....Come mi aveva promesso..furono liberati e abbracciai tutti loro.....la speranza di vederli vivi non mi aveva mai abbandonata.......ma c'era stato un momento in cui mi sentii impotente......alle parole di Reas..." Avete ragione...non possiamo piu' andare alla ricerca dei cigni.....ma Vivian e suo padre, non possono rientrare a Tylesia.....anche se in questo momento di grande caos non credo che ci sia qualcuno che guarderebbe sotto i cappucci di due monaci.......".....e cosi' fu....fummo condotti verso le scuderie e li' c'era una magnifica carrozza......tutti salirono ed io...." Sapevo che in voi non c'era nulla che avrebbe potuto fare del male.....continuate a suonare..la vostra musica sara' la delizia per le creature della selva....quando tutto sara' finito ..magari vero'a vedere come state, intanto vi ringrazio per l'aiuto che ci state dando..."...lo abbracciai di slancio e salii sulla carrozza............questa parti' senza esitazioni.........Tylesia era la citta' da raggiungere.......mi sedetti vicina a Vivian...." Spero che non ci siano piu' demoni da esorcizzare.....siamo stanchi abbastanza"..strinsi la sua mano tra le mie...e cercai di chiudere gli occchi.......forse potevo riposare....
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Vecchio 15-08-2012, 11.33.55   #3088
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Parsifal25 sarà presto famoso
La fanciulla si destò e con voce squillante ci accolse con grande trepidazione.

Ascoltaì la sua storia, attendeva il mio arrivo da tre mesi ma come poteva essere....., ammetto che rimasi alquanto stupito, tutti volevano qualcosa da me.

Scambiammo qualche parola finchè non mi disse che mi attendeva una sfida......., ancora prove......non ci avreì mai fatto l'abitudine e risi.

Con fare circospetto e accorto mi avvicinaì al pozzo, osservaì il fondo e la prima cosa che mi passò per la mente e di controllare se vi era qualche incongruità con il suo contenuto.
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Vecchio 15-08-2012, 12.56.38   #3089
Altea
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Alle parole di Isolde mi guardai attorno, non potevo credere Fyellon mi avesse lasciata li come un cavaliere vigliacco.
"Noi amiche? Vi confondete con un'altra, Isolde, ebbene Elisabeth aveva ragione sul vostro conto...e la pagherete.." ma non finii di parlare che vidi una Locusta aggredirmi, sembrava l' esercito stregato e armato di quella donna.
E d'un tratto vidi una smorfia su quell'essere, qualcuno lo aveva trafitto a morte con una freccia.
Silenzio..la voce di Isolde che chiamava l'artefice del gesto che mi salvò la vita..i miei occhi che guardavano attorno increduli e stupiti.
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Vecchio 16-08-2012, 02.26.32   #3090
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Salutato il giovane della torre, Elisabeth, Reas, Cristansen e sua figlia Vivian lasciarono quel luogo e si diressero verso Tylesia.
“Non so cosa troveremo in città” disse Reas, che si era messo alla guida del carro “ma a questo punto credo abbia ben poca importanza ormai...”
Camminarono per un paio di miglia attraverso la selva, fino a quando incontrarono un pastore.
Costui era tutto preso dal portare via il suo gregge.
“Andiamo bene per Tylesia?” Chiese Reas.
“Si...” annuendo il pastore “... seguite sempre il sentiero...”
“Come mai siete così agitato?” Domandò Cristansen. “Eppure è una giornata soleggiata, l'ideale insomma per far pascolare le pecore.”
“Queste terre non sono più sicure.” Fissandolo il pastore. “Tra breve non ci saranno più legge e ordine. Le truppe di Tylesia ormai stanno abbandonando il territorio e la popolazione tutta si sta preparando per un grande esodo.”
“Cosa diavolo state dicendo?” Stupito Reas.
“La verità.” Rispose il pastore. “La regina Destefya ha dato ordine al popolo di lasciare la città. Un terribile terremoto ha distrutto le mura di Tylesia e ora si teme l'attacco decisivo da parte dei nemici del regno.”
“La Lacrima di Cristo!” Esclamò Reas. “Non c'è tempo! Dobbiamo tornare a Tylesia!”
E spronato il cavallo, la loro carrozza subito ripartì.
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