Gli strani e misteriosi casi del professor Minsk

[Lady Gwen]

Accennai un sorriso quasi di sfida, mentre sentivo le sue dita sul mio fianco e poi sulla mia gamba.
"Anche a me piace toccarti..." mormorai, sfiorandogli le labbra rosse e quasi disegnate con le dita.
Poi, scesi sul collo, la pelle ambrata, calda, il pomo di Adamo appena prominente, ma non eccessivo.
Arrivai al limite con la camicia, sbottonandone il primo bottone e continuando Ada carezzare la porzione di pelle morbida fra i lembi della camicia chiara.
Il suo viso era perfetto, di quella perfezione che lasciava senza fiato, ma una perfezione piena di grazia, una grazia che forse nemmeno lui era consapevole di avere.

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[Guisgard]

Le dita di Elv continuavano a scivolare, lente, lungo la gamba di nuda di Gwen, in una carezza dolce ed al tempo stesso sensuale, mentre lei gli sfiorava il viso ed il collo.
"Beh, se ti piaccio come tu piaci a me, chissà, potresti provare tu a dipingere me..." divertito, facendole l'occhiolino "... in realtà non ho mai fatto il modello per un quadro..." ridendo malizioso.

[Lady Gwen]

Continuavamo a sfiorarci, ad accarezzarci, con lentezza, ma anche con un desiderio soffuso e serpeggiante.
Sorrisi divertita.
"No, meglio di no... Sono un disastro, nella pittura..." con una smorfia "Rischierei di non renderti giustizia... E tu staresti meravigliosamente sulla tela..." dissi, studiando ancora il suo viso, mentre sbottonavo un altro bottone della camicia.
"Preferisco toccare che dipingere, dovrai accontentarti, credo..." con una soffusa malizia divertita nello sguardo.

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[Guisgard]

"Eh, ma io non chiedo di meglio..." disse con malizia Elv a Gwen, per poi togliersi la camicia che Gwen aveva cominciato a sbottonargli.
In un attimo restò a torso nudo, con il suo petto definito ed asciutto.
Allora riprese ad accarezzarle la gamba, scivolando fino ai suoi piedi, per poi risalire, arrivando alla schiena e finalmente a sfiorargli il seno, giocando con le dita sul suo capezzolo.
Poi, guardandola negli occhi, si avvicinò alla sua bocca e la baciò, assaporando le sue labbra ed assaggiando la sua lingua.

[Destresya]

Ero ancora tutta presa dal ragionamento di Minsk quando ci informò che il giardiniere era stato rimesso in libertà.
La cosa non mi stupì più di tanto, sembrava più un capro espiatorio che non un vero colpevole.
"Magari potremmo interrogarlo e cavarne qualche indizio per capire chi possa essere il vero assassino!" Azzardai.

[Lady Gwen]

Sorrisi divertita, poi lo guardai mentre toglieva la camicia.
Osservai il suo corpo sottile, longilineo e asciutto, ma ben fatto e ripresi a fare scorrere le dita con lentezza e desiderio insieme.
Sentivo la sua mano accarezzarmi ancora, sulle gambe, la schiena, il mio seno, strappandomi un gemito soffuso.
Poi, le sue labbra arrivarono sulle mie e mi sembrò di aver aspettato questo momento tutta la vita.
Assaporai la sua bocca come un frutto prelibato, dolce e desiderato.
Allora affondai le mani nei suoi capelli corvini, attirandolo a me.

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[Guisgard]

"Non credo possa aiutarci quel giardiniere..." disse Minsk a Destresya "... ho già dato un'occhiata alle informazioni su di lui dopo l'arresto, scoprendo che si tratta di un ladruncolo di poco conto... non è il tipo che lavora in gruppo... non è capace di ideare piani. E' un furfante di basso livello, che vive di espedienti, istintivo e brutale nella sua ottusa malvagità. Se davvero non è stato lui, allora di certo non ha nulla a che fare con l'assassinio ed il furto..."

[Guisgard]

Elv stese Gwen su quelle lenzuola d'avorio baciandola con passione, toccandola ovunque e stringendola a sè, contro i muscoli asciutti del suo petto.
Un bacio appagante, profondo, ardente ed in grad di sciogliere il loro desiderio in sussurri e gemiti soffusi.
Poi ad un tratto il telefono suonò.
Elv lo fece squillare ignorandolo, ma poi scattò la segreteria:

"Signor Lebel... sono l'avvocato del Visconte di Mussuon, nipote della defunta baronessa Fraulion... il visconte richiede con urgenza la sua presenza. Prego, mi contatti quanto prima."

[Lady Gwen]

Quei tocchi lenti e studiati si fecero ardenti, appassionati, incontrollati, come quel bacio.
Era un bacio appagante, caldo, forte, che si scioglieva di tanto in tanto in sussurri e gemiti soddisfatti.
Era incredibile quanto ci si rendesse conto di aver aspettato qualcosa solo dopo che la si aveva ottenuta ed era meraviglioso.
Il telefono squillò, lui lo lasciò suonare, ma poi scattò la segreteria.
Allora sospirai, facendo ricadere la testa sul cuscino.
"Mi sa che ti reclamano..." dissi piano, baciandogli il collo.

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[Guisgard]

Elv annuì a Gwen sbuffando.
Allora andò al telefono e ricontattò colui che aveva lasciato il messaggio sulla segreteria.
Vi parlò per alcuni minuti e poi si accordò per un appuntamento.