I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

La scoperta della stele attirò ovviamente le attenzioni di tutti al campo scavo e per l'intera giornata ogni lavoro occupò lo studio di quel manufatto.
Tuttavia, alla fine del giorno, Rotly apparve cupo, silenzioso, quasi infastidito di trovarsi sempre in mezzo agli altri.
Di nuovò avvertì quel senso di malessere, soprattutto ora che Don Nicola era andato via.
Realizzò allora che si trattasse di depressione.
Qualcuno al campo notò che il vecchio professore avvertiva questo senso di cupa apatia ogni volta era al capo e ora con la scoperta delle stele sembrava aumentato.
Decise così di andare via, affidando a Nigol e a Lyann la gestione degli scavi.
"Immagino stasera a cena non ci sarà il professor Rotly." Disse Oko a Gwen.

[Destresya]

Beh niente male come casa, dovevo ammetterlo!
Restai in macchina per due minuti buoni a osservarla, incuriosita da chi si celasse dietro tutto quel mistero.
Una cosa era certa, ormai ero dentro quella storia e volevo saperne di più della tavoletta in ogni caso.
Anche solo per impedire a loro di trovarla.
Così, scesi dalla macchina e andai a bussare alla porta.

[Lady Gwen]

Passammo tutto il tempo a lavorare, assorbito dai nostri compiti, ma arrivati quasi alla fine della giornata scoprimmo che Rotly stava di nuovo poco bene.
Mi dispiaceva sempre, quando sapevo che stava male, stavo avendo modo di affezionarmici, qui al campo.
"Diamine, mi dispiace troppo, che non stia bene..." sospirando e scuotendo la testa.
"Chissà quale è il problema, per lui, nello stare qui al campo..."

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[Guisgard]

"Credo si tratti di stress che gli porti depressione." Disse Reg a Gwen, mentre i 3 tornavano in albergo.
Qui le 2 ragazze salutarono Reg e salirono in camera loro.
Nel frattempo Destresya era giunta alla casa del misterioso uomo.
Una casa molto originale che sorgeva fuoricittà, all'inizio del bosco.
Una luce crepuscolare rivestiva ogni cosa, con l'imbrunire che avanzava sempre più.
Infattinell'androne ormai immerso nella penombra venne ad aprire un maggiordomo.
"Il professore stava attendendo il suo arrivo." A Destresya. "Prego, voglia avere la compiacenza di seguirmi."

[Destresya]

Decisamente, avevo sbagliato mestiere!
Una villa come quella per un professore... sì, dovevo farmi dire che cosa insegnasse visto che il mio stipendio mi permetteva di non avere problemi sì, ma nemmeno di vivere nel lusso!
Addirittura un maggiordomo, a cui risposi con un cordiale cenno del capo e mi apprestai a seguirlo.
Ero sempre più curiosa.

[Lady Gwen]

"Spero sia questo e non qualcosa di più grave, insomma..." dissi a Reg.
Tornammo in albergo ed io e la mia collega salimmo in camera.
"Accidenti, brutta storia questa di Rotly..." dissi ad Oko, mentre iniziavo a prepararmi per la serata.

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[Guisgard]

"E' depressione." Disse Oko a Gwen. "Vedrai, un pò di riposo e starà meglio. Forse il professor Rotly ha solo lavorato troppo. Su, prepariamoci, così scendiamo a cenare. Ho una fame."
Intanto Destresya fu accompagnata dal maggiordomo in un ampio salone, chiedendole di attendere qui.
Dopo un pò la porta di aprì ed entrò qualcuno.
Una figura quasi pittoresca, con un lungo mantello ed un cappuccio sulla testa.
"Benvenuta, professoressa." Lui. "attendevo con ansia il suo arrivo."

[Lady Gwen]

"Lo spero..." dissi, sapendo che la depressione fosse una cosa ben più seria di così, ma volevo essere positiva.
Andai poi a fare una doccia e a vestirmi per la serata, in attesa di andare al ristorante.

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[Destresya]

L'uomo era ancora più pittoresco di quanto mi aspettassi, la cosa era davvero esilarante!!
Un uomo tutto nascosto da un cappuccio, niente di meno.
Allora allungai la mano a stringere quella che mi porgeva, con un sorriso leggero.
"Buongiorno a lei, quanto mistero..." non riuscii a trattenermi dal dire.

[Guisgard]

Gwen e Oko si prepararono e scesero nella Hall, dove Reg le aspettava.
Andarono tutti al ristorante e presero posto al solito tavolo, vicino a quello dei professori.
Naturalmente la stele occupava ogni discussione tra Elv, Nigol e Lyann.
In quell'istante Destresya era col misterioso padrone di casa.
"Ah si..." disse lui, con tono vago, basso, caldo "... lei si riferisce a questo..." sfiorandosi il cappuccio "... spero voglia scusarmi, ma ho un disturbo causatomi dalla luce e quindi fino a tarda sera non scopro mai il mio viso... ciò la infastidisce, professoressa?"