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Vecchio 09-09-2013, 20.57.28   #111
Eilonwy
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Eilonwy sarà presto famoso
"Per me sarebbe un onore, caro zio. Grazie per l'abito, il micio e per il poter stare qui a fare l'amazzone" gli diedi un bacio e dissi "bene allora è meglio che mi rimetta il mio nuovo vestito greco, la ghirlanda di fiori e mi rimbelletti per farvi fare bella figura".
Cestia mi rimise addosso l'abito bianco e dopo avermi spazzolato mi rimise la ghirlanda di fiori bianchi.
La donna mi mise sul viso una polvere di riso che mi faceva ancora piu' bianca.
Poi un pasta rossastra sulle labbra e sulle guance.
Infine una polvere nera-grigia sulle palpebre.
Mi guardai allo specchio ero molto bella, ma sembravo una giovinetta degli antichi
romani conciata in quel modo.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!!
Eilonwy
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Vecchio 09-09-2013, 21.17.31   #112
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Loro dovevano fuggire e io dovevo raggiungere Sygma....." Ogni anima di questo posto conosce i miei bambini........se torcerete un capello a loro....le guardie del Re al loro confronto sono una passeggiata nel bosco.......curerò la gamba del vostro Capo....il Padreterno......non credo che lo desideri al suo tavolo.....devo andare a Sygma per acquistare alcune erbe......ci sono dei sai in Sagrestia.....i Frati con una donna ...non sono controllati sulla strada.....qui lasciamo tutti liberi e voi, sarete lontano da questa città visto che vi sta stretta...."......apri la sacca che mi aveva dato Rown...ed uscii alcuni attrezzi con fasce ed erbe essiccate...le lavorai con acqua pulita e del vino....tagliai il pantalone ......il sangue era secco...ma la ferita era lunga......" Stringete i denti grand'uomo...."......lavai la ferita...sino a fra scorrere ancora il sangue vivo.......presi l'impacco di erbe....e lo passai ......fasciai la parte in maniera stretta, presi ancora del vino e lo misi in un bicchiere....." Bevete.....dormite e domani si parte.......".......mi lavai le mani...gli strumenti.....disinfettai i miei piedi......dovevo camminare.....e dovevo essere pronta......mi accovacciai sotto la finestra...ero stanca...dovevo dormire...era stata una giornata pesante.......
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Vecchio 09-09-2013, 21.27.37   #113
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Alla fine la sarta da un vestito era riuscita a farmi comprare ben tre con relativi cappellini e accessori.
Indossai subito quello viola Provenza, colore che amavo con ricami dorati, indossai un cappellino intonato ma sobrio e raggiungemmo un albergo.
Rimasi un pò sorpresa..quindi quell'uomo non abitava a Sygma ma pure lui era qui proveniente da qualche parte.
Ma la sorpresa più grande fu nel vederlo con alcuni uomini..il professor Mundos e un uomo dall' aria cupa ed enigmatica che mi fissava..Mussan.
Prese la mia mano baciandola e vidi i suoi occhi nei miei..."Cosi siete il più bravo spadaccino..e cosa vi porta qui a Sygma?" chiesi perplessa.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 10-09-2013, 00.47.50   #114
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Ora Eilonwy assomigliava ad una figura del teatro classico greco.
Ma nel vederla, suo zio non nascose la sua perplessità.
“Nipote cara...” disse “... non si tratterà di un ballo in maschera, ma di una festa per farti debuttare in società. E credo che tu debba indossare qualcosa di più adatto all'occasione.”
Fece allora chiamare la sua sarta personale, madama Matilde, col compito di preparare un abito adatto per Eilonwy.
“Spiega a madama Matilde che genere di abito desideri” fece suo zio “e lei lo adatterà all'occasione.”
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Vecchio 10-09-2013, 00.49.21   #115
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il capo annuì a quelle parole di Elisabeth.
“Faremo così...” disse “... partiremo tutti insieme per Sygma... voi verrete come ostaggio... ma appena sarò certo di non avere più nessuno alle costole, vi lascerò andare...”
“Possiamo fidarci di lei, capo?” Chiese Monty.
“La sorveglieremo.”
“E il prete? Lo accoppo nel sonno?”
“Vedremo domattina...” fece il capo “... ora voglio solo riposare...” e cadde addormentato.
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Vecchio 10-09-2013, 00.52.41   #116
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“Potrei rispondervi in tanti modi, milady...” disse Mussan ad Altea “... la ricerca dell'avventura, della fama, della ricchezza e perchè no... dell'amore...” e la fissò “... e voi perchè siete giunta a Sygma?”.
“Beh, direi di cominciare a programmare il lavoro...” fece Azable.
“Barone...” disse Mundos “... chi è questa donna? Possiamo davvero fidarci di lei?”.
“Certo.” Annuì Azable. “L'ho scelta e fa parte della banda.”
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Vecchio 10-09-2013, 00.55.09   #117
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Il sorriso dell'uomo era disarmante e contagioso.
"In realtà, sono capitata di qui per caso..." Mi voltai a guardare Ercole "...ma credo che il mio amico qui non disdegnerebbe dei ferri nuovi..".
Esitai, osservando il tramonto.
"..solo che dovremmo affrettarci, dobbiamo ancora trovare un posto dove passare la notte, e considerando quanta gente c'è in città.. Beh, non abbiamo molto tempo.. Spero siate veloce ed efficiente..." Con un sorriso.
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Vecchio 10-09-2013, 01.33.15   #118
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“Non temete per questo...” disse il maniscalco a Clio “... casa mia non è molto grande, ma possiamo ospitarvi per stanotte...” sorrise di nuovo e si tolse il capello, avvicinandosi ancora alla ragazza.
E lei finalmente lo riconobbe.
Era ancora Massimo, il maniscalco che aveva lavorato anni prima presso suo padre.
“Venite, vi faccio strada verso casa mia...” e le fece cenno di seguirlo “... mia moglie sarà lieta di avere una nuova ospite stasera...”
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Vecchio 10-09-2013, 02.07.28   #119
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La verde, vasta e muggente campagna era tutt'intorno a lui, sussultante sotto quel tiepido vento che faceva oscillare, quasi fossero corde di arpa che vibrano, le foglie dei rami e le cime più alte dei cipressi, sopra la quale le alte e bianche nuvole parevano rincorrersi ed accavallarsi simili ad inquiete ed immense onde di un mare sconfinato.
Solo il verde degli alberi, le tinte screziate delle colline, con i loro paesaggi macchiettati e variegati, fatti di vigneti, uliveti e girasoli che parevano seguire il corso del Sole e il moto infinito del cielo, circondavano quel luogo fatto di vivaci suoni e profondi silenzi.
Carlo gli aveva detto di aver rispetto di quel luogo, di fermarsi ad ascoltarne il lamento delle sue ombre e l'eco del Tempo inclemente.
Se al mondo vi fosse, gli ripeteva sempre il teatrante durante le lunghe prove dei loro spettacoli, un luogo degno di rappresentare insieme la commedia dell'arte umana e l'arte dell'umana tragedia era proprio quella collina.
Essa era la culla della fama e della vanagloria umana, dell'illusione e della speranza, dell'esaltazione e della rovina di tutte le cose.
In nessun altro luogo infatti la Fortuna aveva così eccelsamente innalzato e sommerso l'animo umano.
In nessun “altrodove” il Destino aveva compiuto superba meraviglia della sua potestà sulla ventura umana.
“I Sygmesi” ricordando le parole di Carlo “assediarono la città... e quando i suoi abitanti compresero che la fine era vicina, portarono fuori dalle mura tutto il loro sterminato tesoro...”
Il giovane trasalì.
Aveva udito già questa leggenda anni prima, ritenendola solo un mito.
E se così fosse, pensava mentre con la vanga e la zappa raggiungeva ciò che restava dell'antica fonte,?
Se davvero fosse solo una leggenda?
Se Carlo a causa del suo amore fosse impazzito, giungendo a credere all'impossibile e al fantastico?
Forse egli non aveva lasciato tutto per seguire quella donna?
Come si può rinunciare ad una fortuna simile solo per amore di una donna?
Se davvero stessi rincorrendo solo un mito?
A me cosa resterà?
Ma quando tra gli sterpi e i rovi intravide i ruderi della vecchia fonte, all'improvviso tutti questi pensieri svanirono e rammentò solo l'ultimo commovente saluto tra lui e il commediante.
E prendendo spunto dal protagonista di quella storia che insieme a Carlo portarono sulla scena, il giovane prese vanga e zappa e mormorò:
“Avanti... apriti, Sesamo!”

Ad un tratto un nitrito lontano lo destò da quel ricordo.
Si voltò e vide arrivare Erniano, il fedele servitore a cavallo.
“Perdonate, signore...” disse.
“Cosa c'è?” Fissandolo il Cavaliere di Altafonte.
“E' giunto Ammone...”
“Bene, arrivo subito.”
“C'è dell'altro, signore.”
“Cosa?”
“Un invito.”
“Un invito?” Ripetè il cavaliere.
“Si...” annuì Erniano “... da parte del vostro banchiere... Nicolò Accio...”
“Ci andrai tu, in veste di mio segretario.”
“Non è un invito per discutere di affari, signore.”
“E per cosa?”
“E' un invito per una festa.” Spiegò Erniano. “Pare ci sarà tutta l'alta società di Sygma.”
“Voglio una lista completa degli invitanti, intesi?”
“Si, signore.”
Il cavaliere allora rientrò in casa e poco dopo Erniano gli consegnò la lista richiesta.
Lui la guardò con attenzione e poi la strappò con rabbia.
“Qualcosa non va, signore?” Preoccupato Erniano.
“Nulla di importante...” mormorò il cavaliere “... non ho più bisogno di te, puoi andare per ora, Erniano... grazie.”
Il fedele servitore mostrò un lieve inchino e si ritirò.
Mentre invece il cavaliere restò a fissare con sguardo cupo il vuoto della stanza, come a voler trovare riparo dai fantasmi che giungevano a tormentarlo.
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Vecchio 10-09-2013, 11.45.11   #120
Clio
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Era come tentare di scappare dal proprio destino.
Prima quei mercanti, che avevo cercato in tutti i modi di evitare e con cui mi ero ritrovata a fare un pezzo di strada, e ora quell'uomo: quante probabilità c'erano che, scappando per non farmi riconoscere, capitassi esattamente nella sua fucina?
Stentavo a crederci ma sapevo bene che nulla accade per caso.
Così, mi rassegnai e sorrisi all'uomo.
Mi aveva guardato negli occhi e non aveva mostrato di riconoscermi, come io non lo avevo fatto con lui, d'altronde.
Anuii alle sue parole "..Grazie, spero di non recarvi disturbo… ovviamente posso pagarvi l'ospitalità..".
Lo seguii così verso la casupola fatiscente, ripensando alla donna che avevo incontrato poco prima, probabilmente mi avrebbe presa per pazza, ma poco importava.
Cercai di ricordare un particolare, un momento in cui avevo parlato con quell'uomo, ma non riuscivo a trovarlo.
Probabilmente, pensai, anche lui non si ricordava di me.
Infondo, erano passati molti anni e io ero cresciuta da allora.
Tuttavia, nascondere la mia identità sarebbe stato difficile, portavo sempre al fianco la spada di mio padre, anche se camuffata, che lui ben conosceva.
Entrammo nella casupola e salutai la moglie di Massimo con un sorriso.
"Grazie dell'ospitalità… madama.." dissi, gentilmente.
Ma la mia mente era altrove.

La brezza del mare mi sfiorava il viso, portando con sé l'odore delle onde che si infrangevano ritmicamente sulla riva.
Davanti a me, il bosco delicato, colmo di sentieri nascosti, animali liberi e fiori colorati.
Lo attraversai in fretta, a malincuore: dovevamo rientrare il prima possibile.
Mi voltai verso mio fratello, e lui mi sorrise.
Cavalcavamo in silenzio, mentre, alle nostra sinistra, un sole rosso tramontava dietro l'alto monte.
Quando uscimmo dal boschetto, che segnava il limite del territorio privato del palazzo, ed era la riserva di caccia della mia famiglia e dei nostri ospiti, ci ritrovammo nel giardino vero e proprio.
Cercammo di evitare la parte centrale, con le fontane, i ninfei e le aiuole con fiori esotici e variopinti.
Costeggiammo il margine del bosco, lasciandoci il mare alle spalle, correndo incontro al tramonto.
Ci scambiammo uno sguardo d'intesa, se mio padre mi avesse vista vestita in quel modo, avrei passato dei guai seri.
Ma allenarsi in riva al mare era il nostro passatempo preferito.
La lezione di musica era decisamente più noiosa, e io non solo non possedevo talento musicale, ma ero proprio una frana.
"Ci vediamo a cena, Clio.." disse, mio fratello, voltando verso l'ingresso principale.
Lui poteva fare un ingresso trionfale, poteva andare dove voleva e fare ciò che voleva, quando nostro padre lo lasciava libero da impegni e doveri.
Lo salutai con un cenno e mi diressi verso le scuderie riservate agli ospiti, se fossi andata nelle nostre, mi avrebbero visto in troppi.
Qui, smontai e portai la cavalla al suo posto.
Ero intenta a toglierle le briglie, quando dei passi mi fecero sussultare.
Portai d'istinto la mano alla spada, senza però sguainarla.
Un uomo entrò e mi guardò con gli occhi sbarrati e stupiti.
"Oh, siete voi.." dissi, respirando di sollievo.
"Perdonate, milady, non intendevo spaventarvi… non credevo ci fosse qualcuno qui…" farfugliò Massimo.
Sapevo che mi aveva visto benissimo, ma non dovevo certo dare spiegazioni al maniscalco.
Sorrisi. "Già che siete qui, allora ne approfitto.. domani potreste dare un'occhiata ai ferri di Era, per favore?".
Massimo si inchinò rispettosamente "Naturalmente, milady.. posso farlo anche stasera stessa se avete bisogno di lei..".
Mi ero già avvicinata all'uscita, e mi voltai.
"Non è così urgente… domani andrà benissimo… andate a casa, ora… Buonasera".
"Buonasera a voi…" disse con un sorriso.
Lasciai le stalle e corsi, attraverso una piccola porticina, verso le mie stanze.
Tre ancelle mi vennero incontro "Siete arrivata finalmente…" eravamo in pena per voi…".
"Addirittura.." dissi, scuotendo la testa "..veloci, ho pochissimo tempo.. il bagno è già pronto?".
"Naturalmente.." disse una.
"Cosa desiderate indossare?" mi chiese l'altra.
"Stasera c'è il barone di Soamor con il figlio più giovane.. e la contessina Faser, con il conte Soster il suo promesso sposo.." la terza.
"Allora l'abito blu, quello con gli inserti in velluto.. e prepara lo zaffiro..".
A palazzo, in realtà, ogni sera era un ricevimento, più che una cena in famiglia.


Non rammentavo altro di quella sera, ma potevo facilmente immaginarlo. Una sontuosa cena, una pessima conversazione frivola con la contessina fresca di fidanzamento, sguardi d'intesa con mio fratello, impegnato ad intrattenere il giovane dei Soamor, un giorno uguale a mille altri.
Entrando nella semplicità di quella casa, nel vedere quella coppia di sposi che si apprestava a cenare insieme, mi sembrò di essere stata catapultata in un altro mondo.
Un tempo sapevo che non avrei mai potuto avere tutto quello, persino la cena era una faccenda diplomatica, e una volta sposata non sarebbe stato certo diverso, anzi, non avrei più potuto bighellonare durante il giorno e avrei avuto molte più responsabilità.
La cosa non mi era mai pesata, era mio preciso destino, e compito, scritto nel sangue che mi scorreva nelle vene.
Ero una Sartell, dopotutto, il dovere prima di ogni cosa, ci veniva ripetuto fin dalla culla.
Proprio questo i nostri nemici non riuscivano a sopportare: quel sangue che loro non potranno mai ottenere col denaro. L'unica cosa che possono fare, è eliminare tutti quelli che lo portano.
Ma col mio casato, non l'avrebbero avuta vinta tanto facilmente.
Avremmo fatto di tutto pur di non lasciare la nostra bella Crysa nelle loro mani, quell'isola era parte di noi, l'avremmo difesa e protetta fino all'ultimo istante.
Quella era l'unica vita che conoscevo.
Ma ora? Mi chiesi.
Ora che la mia vita era stata stravolta e sradicata, cosa mi riservava il futuro?
Sospirai, non era il tempo né il luogo per porsi una domanda simile.
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