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Vecchio 17-01-2012, 21.25.30   #171
Daniel
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Daniel è sulla buona strada
M recai nella mia stanza con quello strano uomo.. Il silenzio regnava nella stanza.. Decisi di rompere il ghiaccio e steso sul mio letto dissi:
<<Piacere Sir sono Daniel Dominatore degli elementi e apprendista del Supremo Mago.. Voi siete..?>>
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"And all i want is the taste that your lips allow, my my my , Give me love"

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Vecchio 17-01-2012, 21.26.09   #172
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Goz ci informò sui nomi dei nostri compagni di stanza, e mi fu assegnata la camera assieme alla donna che era uscita dalla stanza. Mi avvicinai al maestro "Maestro, avete anche voi la vostra stanza?mi raccomando, sappiate agire con la pacatezza con cui mi date i vostri insegnamenti e dovete insegnarmi cosi tanto ancora, vi do la mia buonanotte". Mi avviai nella mia stanza, non avevo nulla, vestiti..bagagli..a dire il vero nemmeno a casa ero ricca di vesti e gioielli. Mi stesi sul letto e fissavo il soffitto, aspettando la mia compagna di stanza, volevo sapere di quella visione, ma certo non mi sarei lasciata trascinare dalle superstizioni...eppure ero convinta avesse molto da insegnarmi.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 17-01-2012, 21.36.32   #173
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Eccellenza?” Ripeté divertito il monaco a quelle parole di Parsifal. “No, cavaliere, no di certo! Chiamatemi solamente fra Domenicus! E’ il solo titolo che mi compete e che voglio! Certamente che acconsento… la piccola biblioteca di questa chiesa è a vostra disposizione!”
“Si, vai pure, Parsifal.” Annuendo Redentos.
Giunto nella piccola biblioteca, l’apprendista si ritrovò davanti ad uno scaffale in legno ricolmo di libri e coperto da polvere.
Ma proprio al centro, subito Parsifal notò un grosso e austero volume: erano gli Annali della chiesa.
Intanto, nell’altra stanza, Redentros era rimasto solo con il chierico.
“E ditemi, cavaliere…” fece questi “… siete in viaggio da molto tempo?”
“Si, sono circa tre anni” rispose Redentos “che vago di terra in terra… ma vagare nel buio dell’ignoto è cosa assai triste… fino a quando, due anni fa giunsi in un monastero… molta gente accorreva in quel luogo…”
“Cosa vi era di tanto importante in quel monastero?” Domandò il chierico.
“Un veggente…” mormorò Redentos “… un piccolo veggente… forse di dieci anni… correva voce che, caduto in una mistica estasi, un Angelo giungesse nei suoi sogni per mostrargli cose meravigliose e terribili, come profezie e visioni dell’Oltretomba… e attirato da ciò, visitai quel monastero…”
“Di cosa eravate in cerca, cavaliere?”
“Di mia moglie, frate…” fissandolo Redentos “… di mia moglie Calunda…”
“Come mai non era più con voi?”
“Un giorno…” amaramente il cavaliere “… un maledetto giorno ella si ammalò… si ammalò a tal punto da perdere il senno e la memoria... io allora lasciai i miei impegni presso la guardia reale e mi dedicai anima e corpo a lei… trascorrevo con lei ogni momento… ed è triste fissare la propria amata, mentre ella non vi riconosce e quasi vi teme…”
“Deve essere terribile, milord…” chinando il capo il chierico.
“Si, terribile…” serrando i pugni Redentos “… una mattina, disperato, compresi che Calunda non sarebbe mai guarita… allora feci un solenne voto all’Onnipotente… vendetti ogni mio bene e il ricavato lo divisi, dandone metà alla chiesa e l’altra metà ai poveri… in cambio domandai di non vedere mai morta Calunda… chiesi a Dio di farmi morire anche un solo istante prima di lei…”
“E cosa avvenne?” Domandò il chierico.
“Un giorno dovetti recarmi dal vescovo per un certo affare…” mormorò Redentos “… affidai ad alcuni servitori rimasti con me la cura di mia moglie… ma al mio ritorno ella non c’era più… sembrava come svanita nel nulla… cercammo ovunque, tra il castello e la campagna circostante… fui sul punto di impazzire… poi rammentai il mio voto… non poteva morire prima di me… è viva, pensai… e decisi di partire in cerca di lei… fino a quando giunsi al monastero del piccolo veggente…” fissò il chierico “… frate… ci vuole tanta Fede per non disperarsi… tanta Fede… forse troppa per un solo uomo…”
“Anche Nostro Signore era solo un uomo…” fissandolo fra Domenicus “… e ci Ha mostrato la Via… la Via della Fede… dovete credere, cavaliere… credere incessantemente nel vostro voto…”
E Redentos si accasciò in lacrime, mentre il chierico lo stringeva forte.
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Vecchio 17-01-2012, 22.59.58   #174
Chantal
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Chantal sarà presto famosoChantal sarà presto famoso
Quei tristi e drammatici momenti di concitazione apparvero come un improvviso fulmine a spezzare la penombra della notte.
Colui che era sopraggiunto,pur rimanendo ferito a sua volta,diede le seguenti disposizioni:

“Statemi a sentire… siamo una banda di fuggitivi… eravamo in sei, ma poi quei tre gentiluomini che abbiamo accoppato hanno avuto la pessima idea di tradirci… li abbiamo seguiti e ci siamo vendicati… non abbiamo intenzione di farvi del male, a meno che non siate voi due a costringerci… resteremo qui fino a quando là fuori la situazione tornerà più tranquilla… così da permetterci di fuggire via…” si voltò poi verso i suoi compari “… Monty… cerca in giardino o nei dintorni… dobbiamo trovare l’oro che quei tre cani ci hanno sottratto… l’avranno di certo sotterrato qui intorno… Haro…” chiamando l’altro “… va insieme a questa gentile signora” indicando la governante di Chantal “e tornate qui con l’occorrente per medicare la mia ferita…” fissò poi la donna “… badate di non fare scherzi… o la ragazza ci rimetterà la pelle…” indicando Chantal.
La governante annuì, per poi seguire Haro.

E mentre la ragazza vedeva allontanarsi la governante questa lanciò uno sguardo di intesa a Chantal,come a volerle infondere un po' di coraggio e a suggerirle di non compiere imprudenze..
L governante,però,pur assecondando l'uomo,s'accorse che la ragazza era visibilmente sconvolta dall'accaduto,ma non potè reagire,forse anche per tentare di tutelarla.

Chantal,infatti,era scossa,sconvolta.Pallida in viso,tremava tutta,tremava da non reggersi sulle gambe.Si chinò,e lentamente si poggiò sulle gnocchia lasciando che le braccia le cadessero lungo la figura,come prive di vitalità.
Non aveva mai visto morire un uomo,soprattutto non aveva mai assistito a tanta violenza.
E tre uomini erano stati miserabilmente uccisi in casa sua.la casa che ella aveva visto sempre radiosa di luce e amore.
Ora le appariva fredda,come avvolta in una coltre di gelo.
Il gelo che cala con la morte.
Quella visione le aveva tolto il senno,per un momento si sentì come vuota,con l'anima percossa e il corpo gelato.
E gli occhi fissi nella penombra come se ancora stessero guardando quellimmagine di sangue e lotta.
Era tanto sconvolta,aveva gli occhi sgranati e il cuore come interrotto,come stretto nell'acciaio.
Ai suoi occhi si affacciarono le lacrime che piano presero a rigarle le guance,fino a scivolare dal mento.Calde le lacrome sul gelido viso.
I suoi occhi affogarono in quelle lacrime al punto da costringerla a chiuderli,le facevano male come male le faceva la morte,comunque fosse sopraggiunta.
Stringendo le palpebre si compose la figura di suo padre.
E un ricordo tanto dolce quanto infarcito di amara verità la sopraggiunse..

"Padre,lo avete fatto ancora?"
"Si,piccola mia.Si.Anche i cavalieri pagano un prezzo.Un prezzo a Dio."
"Come poteti dire questo?Non si uccide in nome di Dio,ma si impartisce la grazia."
"Chantal,tu sei così giovane..seguire la causa della verità e della giustizia pur in nome di Dio comporta uccidere,talvolta.."
"Oh,padre.Ho paura,ho paura.E se accadesse di non risultare vincitore?Non voglio pensarlo!Vincerete sempre,promettetelo!"Portandosi le mani agli occhi e scuotendo il capo la ragazza.
"Chantal,cara..un cavaliere non vince,ma perde se trancia con la spada la vita di un suo simile.."Facendosi più cupo l'uomo.
La ragazza gli si adagiò allora tra le braccia cercando un tenero abbraccio,e l'uomo la strinse forte,accarezzandole la scheina ed i capelli mentre lei invocava protezione posando il viso sul petto forte e muscoloso del padre..
"Vorrei che non doveste farlo più.Che nessun uomo fosse costretto a farlo.Neppure per difendersi."
"Lo vorrei anche io,e prego perchè un giorno si possa non ricorrere più alla forza del gladio,ma ragni pace e amore nel mondo che ti vedrà sua gemma."Le rispose l'uomo continuando a tenerla stretta ed ad accarezzarla con dolcezza.
"E ti prometto,piccola mia,"continuò"tu non assisterai mai ad una cosa così terribile,perchè io ci sarò sempre a difendere i tuoi teneri occhi affinchè non vedano mai cosa sia uccidere.."
La ragazza,allora,sollevò il capo per guardare negli occhi il padre,e le lacrime presero ad inumidirli,scivolando sulla pelle come perle di fiume ,l'uomo le sollevò così il mento con la punta delle dita per rassicurarla,e con amabile sorriso le disse:"E poi,c'è la Regina della Pace a proteggermi.Anche io prego,sai?"
E Chantal riuscì a donargli un accennato sorriso rincuorato di fiducia..



Un ricordo di quando era piccina.
Un ricordo di quando aspettava impaziente e col cuore che le batteva la figura di suo padre che si affacciasse all'orizzonte,mentre il sole morente allungava la sua ombra fino a lei,come a permetterle di averlo vicino in tempo più breve.
E la regina della Pace.
Si,il padre le rivolgeva le sue preghiere,le sue speranze,e Chantal lo aveva immaginato molte volte inginocchiato ai piedi della Vergine a invocare forza e rettitudine..

Fu costretta ad ingoiare,improvvisamente,come se quel ricordo le fosse affioraro alle labbra come acqua che rinfranca.
Strinse gli occhi,lasciando che le lacrime si raccogliessero in rivoli che scivolarono fono alle sue mani.
Erano congiunte le sue mani.E quel tocco delle lacrime, così caldo sulle raggelate dita intrecciate ,la scossero riportandola a quella triste realtà divenuta uno scenario di sangue nella sua casa.
Vide gli uomini tentare di posizionare i cadaveri in strategichi nascondigli.
Come avevano potuto uccidere?
Come?Eppure,dicevano essere una banda,quindi affiatati l'un l'altro,simili.
E dicevano di essere fuggitivi..
Chantal si ritrovò immersa in quella infelice e cruenta realtà,e non potè sfuggirle,neanche rifugiandosi nel suo ricordo.
Aveva ancora le mani congiunte,ed ancora adagiata sulle sue ginocchia quando una voce la attraversò come un tuono impetuoso nei pensieri a spezzarle il ricordo.

Ora, io e voi resteremo qui buoni buoni…” disse Vayvet a Chantal “… in attesa del loro ritorno… è tanto che non parlo con una donna… come vi chiamate?” Fissando la ragazza.

Chantal esitò a rispondere.Da qualche parte,dentro di lei,s'era rifugiata la voce,come se non riuscisse ad emettere i suoni che le percuotevano le tempie senza liberarsi dalle corde.
Vide l'uomo che la fissava,come ad attendere la sua risposta.
E vide suo padre,i cui occhi la esortavano ad avere coraggio perchè anche lui,ora,aveva bisogno di lei.
Dunque,la ragazza da qualche parte raccolse le poche forze e,tentando di sollevarsi in piedi,disgiungendo le mani ed asciugandosi le guance con le dita emise un flebile respiro,quasi un impercettibile sospiro di invocazione,e rispose all'uomo:"Il mio nome.Esso non ha importanza alcuna.."Poi inspirò l'aria aspra dell'acre odore del sangue,e come ridestatasi per quel sapore così terribile proseguì:"Da chiunque o qualunque cosa siate in fuga,la nostra casa non è per la morte,ma per la pietà.Che Dio abbia pietà di voi e dei vostri compagni,messere."
Riiscì a guardarlo negli occhi,forse neppure sapeva come fosse stata capace di raccogliere quelle parole,ma gli occhi del padre,evocati nel desiderio di raggiungerli,le infondevano una forza inattesa che destava stupore in lei stessa.
"Lasciate che la mia governante vi curi e vi bendi la vostra ferita."Posando gli occhi sulla lacerazione."E permettetemi di raggiungere mio padre.Egli sta molto male e chiede di me.."
Poi,si portò un poco più vicina all'uomo ferito.
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Vecchio 18-01-2012, 00.31.25   #175
Lady Gaynor
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Lady Gaynor è sulla buona strada
Nell'apprendere che avrebbe passato la notte in camera con Isolde, a Gaynor si gelò il sangue nelle vene. Era terrorizzata, ma capì che mostrare la sua paura l'avrebbe resa ancor più vulnerabile, per cui cercò di armarsi di coraggio e si avviò verso la camera. Una volta entrata, trovò Isolde seduta sul letto in atteggiamento di attesa. L'ultima cosa che Gaynor voleva fare era parlare, la paura di quello che poteva succedere quella notte le serrava la gola. Si rivolse così alla sua compagna di stanza e le disse: "Milady, vogliate scusare la mia maleducazione se non mi intrattengo con voi, ma questa giornata è stata veramente lunga ed intensa... sono così stanca che fatico a tenere gli occhi aperti. Vi auguro la buonanotte, Lady Isolde..." Detto questo, si sdraiò sul proprio letto, con il cuore in gola ed una preghiera sulle labbra...

Ave Maria, gratia plena,
Dominus tecum,

benedicta tu in mulieribus,

et benedictus fructus ventris tui, Iesus.

Sancta Maria, mater Dei,

ora pro nobis peccatoribus,
nunc et in hora mortis nostrae.

Amen.
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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Vecchio 18-01-2012, 01.05.29   #176
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Isolde, nel vedere Gaynor pregare, sorrise.
“Anche per me è stata una giornata difficile…” sospirò “… in verità tutta la mia esistenza è stata difficile… qualcuno da piccola mi diceva che portavo sfortuna, che attiravo immani sciagure…” sorrise a se stessa “... chissà i volti del capitano e dei suoi uomini, se sapessero di questa cosa… prendere a bordo una donna in odore di sciagure… contro ogni regola della navigazione!” Si voltò di nuovo verso Gaynor. “Vi lascio alle vostre preghiere, milady… anche io ne conosco una… risale a quando era bambina… mia madre la recitava sempre con me… buonanotte, milady…” e si addormentò.


Il Carrozzone scivola sulle acque calde e piatte del Calars…
“Non possiamo proseguire oltre…” disse un vecchio che guardava l’ansa del fiume “… i fumi che si addensano rendono alterata ogni cosa… non sappiamo cosa troveremo dopo… nessuno è mai giunto oltre questo punto...”
Gaynor guardava il fiume e ascoltava quel vecchio.
Sul ponte arrivò un marinaio.
“Proseguiremo?” Chiese a questi il vecchio.
“Si, certo.” Annuì il marinaio. “Avete pagato il biglietto e noi vi porteremo a destinazione.”
Gaynor si voltò e vide Goz seduto che fissava il fiume con uno sguardo perso.
“Non disturbatelo…” mormorò il marinaio “… sono scappati i suoi cigni… è un uomo distrutto... è stata la strega a spaventarli…”
“Ma a bordo ci sono i monaci...” fece il vecchio “... la strega dovrebbe temerli...”
“Non so…” fissando la sponda del fiume il marinaio “... anni fa, alcuni domenicani si avventurarono in questi luoghi... ma non fecero più ritorno...”
Ad un tratto Gaynor si ritrovò sulla sponda opposta del fiume.
Alzò lo sguardo e una terribile visione si mostrò ai suoi occhi: il Carrozzone era in fiamme e si inabissava a poco a poco.
E nello stesso momento un’agghiacciante risata alle sue spalle, dal tono vagamente femminile ma dai tratti bestiali, le gelò il sangue.

Gaynor si svegliò di colpo.
Alzò gli occhi e vide un volto.
“Buongiorno, milady.” Sorridente Isolde. “Aspettavo voi per raggiungere gli altri e fare colazione.” La fissò per qualche istante. “Volevo anche dirvi grazie... grazie per non esservi rifiutata di dividere con me questa stanza…”
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Vecchio 18-01-2012, 01.23.28   #177
Guisgard
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“Salute a voi, Daniel Dominatore degli Elementi.” Sorridendo il maestro di Altea. “Io sono Lainus di Anghion, maestro e a tempo perso poeta dilettante.” Chinando leggermente il capo. “Posso domandarvi come mai di tanto astio verso quella donna? A me sembrava inoffensiva… voglio dire… non mi dava l’idea di essere una strega…” sorrise nuovamente “… perdonate la facile ironia, amico mio, ma ho visto troppe volte donne portate in pubblica piazza e accusate di danzare col demonio, solo perché vivevano isolate da quella che ci ostiniamo a definire normalità... già, la normalità… chissà se un giorno riuscirò a comprenderne le caratteristiche e dunque a riconoscerla…”
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Vecchio 18-01-2012, 01.35.26   #178
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Altea fissava il soffitto, in attesa dell’arrivo di Elisabeth.
Il Carrozzone procedeva nel suo viaggio e piccole oscillazioni, seguite da leggeri e quasi impercettibili scricchiolii, rendevano meno cupo l’assoluto silenzio che regnava nella stanza.
Da una piccola finestra circolare era possibile vedere le acque e la sponda meridionale del fiume.
Le notti sul Calars.
Hanno un qualcosa di magico, di incantato.
Il calore che sorge dalle sue acque, salendo verso il Cielo, rende tutto come sfocato, sbiadito.
E allora un mondo diverso sembra filtrare da quei vapori.
Un mondo nel quale le stelle scintillano con una luce diversa in un’oscurità notturna che sembra infinita.
E cullata dall’andatura del Carrozzone e avvolta da quel rilassante silenzio, Altea si abbandonava ai suoi pensieri, in attesa di conoscere meglio la sua compagna di stanza.
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Vecchio 18-01-2012, 01.37.55   #179
Parsifal25
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Parsifal25 sarà presto famoso
Avevo compiuto un'altra sciochezza.... la vergogna prese il soppravvento, ma subito dopo ripresi il mio colorito naturale e mi diressi verso la biblioteca, congedandomi. Mentre raggiungevo quel luogo, mi dilettavo a visionare l'architettura di quel posto.... racchiudendola nel mio diario di viaggio...... era povera, ma aveva un cuore nobile. Giunsi alle porte della biblioteca e la spalancaì. Era piccola, ma l'odore dei libri che conteneva la fece sembrar maestosa. In quel luogo era conservata la storia di una terra.

"Che sensazione unica......" dissi, e inspirando quell'odore mi misi a lavoro..... accesi una piccola candela, tiraì fuori il mio quaderno e iniziaì la ricerca. Non sapevo da dove iniziare, ma alzando lo sguardo vidi un enorme e austero libro impolverato.... mi avvicinai e vi soffiai sopra; "quanta polvere vi era".... puliì il mio viso e scorsi il titolo: "Annali della Chiesa".

Il titolo in sè, già spaventava e tale sensazione la avvertì ancor di più quando mi sentì attraversare da un brivido di freddo. Non sapevo cosa avreì carpito, ma oramai ero lì...... dovevo passare alla ricerca.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore.....

Ultima modifica di Parsifal25 : 18-01-2012 alle ore 01.43.23. Motivo: Testo scritto
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Vecchio 18-01-2012, 01.48.07   #180
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Vyavet fissò Chantal come incuriosito.
“A quei bastardi” disse “non è stato inflitto nulla che non meritassero… ora staranno bruciando insieme a qualche dannato satanasso all’Inferno…” si adagiò meglio che poteva su quella sedia “… non avvicinatevi, oltre…” intimò alla ragazza “… restate ferma dove siete… sono ferito, ma posso immobilizzarvi quando voglio… e poi questa ferita non è un bello spettacolo da vedere per una gentile donzella…” tradì una velata smorfia di dolore “… non mi sembra di aver compreso il vostro nome… forse perché non l’avete rivelato… e non credo sia buona educazione celare il proprio nome, milady… e poi io sono un tipo all’antica e mi piace conoscere il nome della dama che mi offre la sua cortese compagnia… come vi chiamate? E badate che non rifarò ancora questa domanda…”
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