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Vecchio 21-07-2011, 06.31.52   #1971
Guisgard
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Talia rammentò ogni cosa.
L’ingresso improvviso di Shezan ed il suo risveglio in quella stanza.
Questa era più piccola di quella dove era stata chiusa poco prima.
Era una sorta di mansarda costruita sopra la precedente stanza, attraverso un tetto a cassettoni.
Non presentava porte o altri accessi visibili ed era più spoglia e scomoda dell’altra e come quella anche questa aveva un’unica finestra che dava sul cortile.
Talia sentì allora delle voci ed un nitrito.
Era quello di Matys.
Si affacciò alla finestra e vide Icarius pronto per affrontare la misteriosa prova.

“Senza amore si vive invano
e io ce l’ho scritto sulla mano.
Un cavaliere vero per l’amore
si fa spaccare pur anche il core.
Eppure se, gioia mia, t’amo tanto
devo andare senza aver rimpianto.
Chiedo perdono dei sospiri delle pene,
amor mio, Dio sa che sei il mio solo bene.
Col pianto nel cuor mi devo ora rassegnare
a farti solo una carezza perché devo andare.”

Recitò Nishuru mentre l’Arciduca si avviava a partire.
Un attimo dopo il cantore tornò dagli altri suoi compagni.
Talia, nel vedere Icarius, avrebbe voluto gridare e chiamarlo.
E forse gridò davvero.
Forse con tutto il fiato che aveva in corpo.
Ma era troppo in alto per essere udita.
Eppure il vento sembrò portare con se l’eco della sua voce fino a sfiorare il volto di Icarius.
L’Arciduca allora alzò lo sguardo verso l’alto, ma tutto sembrava tacere.
Anche la Luna.
Layla gli si avvicinò dicendogli qualcosa.
Poco dopo finalmente Icarius entrò nel verziere e svanì in quella lussureggiante vegetazione.
Ma un istante dopo Talia udì dei rumori provenire da sotto il pavimento.
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Vecchio 21-07-2011, 06.34.37   #1972
Melisendra
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"Non vi basta l'oro? Oh, siete insaziabile..." Ridacchiai sommessamente.
"Sapete, ho i miei dubbi che Gouf accetterebbe una mia resa... soprattutto perchè conosce i miei poteri... Ma forse voi potreste escogitare un modo per suggerirglielo. Farebbe qualunque cosa se sfidato."
Cercai una posizione più comoda, ma era irrimediabilmente complicato trovarne una.
Pensai a mio figlio, chiuso chissà dove e spaventato.
"Penserò a mostrarvi la mia riconoscenza quando ci saremo lasciati il Gufo e Izar alle spalle..." Sorrisi.
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Vecchio 21-07-2011, 06.52.26   #1973
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Ivan restò pensieroso dopo le ultime parole di Melisendra.
“Si, in effetti vi è del buono in quel che dite…” mormorò “… Gouf non sa resistere ad una sfida… troveremo il modo di farlo abboccare…” si avvicinò ed allentò le corde “… ora ascoltatemi… io mi allontanerò e manderò una guardia al mio posto… voi vi libererete delle corde ed eliminerete poi il vostro carceriere… così facendo voi sarete libera ed immune da ogni sospetto… ci ritroveremo in seguito per discutere di cosa fare…”
Allora Ivan uscì dalla tenda ed un attimo dopo una guardia giunse a prendere il suo posto nel sorvegliare Melisendra.
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Vecchio 21-07-2011, 07.07.53   #1974
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Mi schiarii la gola.
Guardai il soldato che era stato mandato a sorvegliarmi.
"Dovresti avvicinarti..." mormorai guardandolo e concentrandomi. "Avvicinati... non aver paura..." sorrisi rassicurante. "Vieni..."
Nonostante l'incertezza quell'uomo non riuscì a ignorare i miei comandi.
"Più vicino..." mormorai, quando fu accanto a me. Gli feci segno di abbassarsi.
Non appena fu sopra di me io mi alzai e mi attaccai a lui. Il suo respiro fu mio.
Bevvi a lungo, ma lo lasciai solo addormentato.
"Dimentica..." gli sussurrai nell'orecchio prima che scivolasse nel sonno.
Quindi uscii dalla tenda e iniziai a cercare mio figlio, sbirciando nelle tende.
Non sapevo dove andare.
"Portatemi da lui..." mormorai agli spiriti. Quelle nuove forze che avevo acquisito mi avrebbero aiutato a tirarci fuori da quella situazione.
Poi sentii una voce familiare...
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Vecchio 21-07-2011, 07.15.03   #1975
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Gli spiriti guidarono Melisendra, attraverso l’accampamento.
La donna, coperta dagli spiriti, si muoveva nel campo come se fosse sospinta dal vento, mentre i cavalieri si preparavano al nuovo giorno.
Il Sole aveva già lasciato i monti che sorgevano ad Est e sulla palude i suoi raggi cominciavano a dissolvere la velata foschia che ricopriva quel luogo.
Le grida dei soldati, indaffarati in diverse attività, sembravano quasi coprire i passi di Melisendra.
Ad un tratto, giunta presso una tenda, udì qualcuno piangere.
Era la voce di Uriel.
Ma non era solo.
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Vecchio 21-07-2011, 07.38.28   #1976
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Mi precipitai verso la tenda e mi acquattai tra i suoi drappeggi.
Intravidi la zazzera scomposta di mio figlio. Lo avevo trovato.
Non riconobbi il profilo della persona che era con lui.
Mi appiattii nel mio nascondiglio e rimasi in attesa che mio figlio rimanesse solo.
Quando tutto fu silenzioso, ad eccezione dei singhiozzi di Uriel uscii allo scoperto e corsi a stringerlo tra le mie braccia.
"Amore mio... sono qui... non temere! Ti porterò via di qui!" Lo strinsi forte contro di me e poi gli asciugai il visino. Controllai che stesse bene. Non era deperito, ma era stanco e scosso. Chissà cosa gli avevano fatto per terrorizzarlo così. Chissà cosa gli aveva fatto quel mostro!
"Sssh... Uriel, devi ascoltarmi, devi essere forte... ancora un poco, tesoro mio..." Sentii il nitrito di Pandemonio. Era lì fuori, vicino. Gli spiriti erano straordinariamente efficienti. Strinsi ancora una volta mio figlio, desiderando di non lasciarlo mai più. Gli infusi il coraggio che gli sarebbe servito e placai le sue paure. Nel contempo mi accorsi che qualcosa si era sbloccato dentro di lui. Quei poteri, i suoi poteri, sembravano in tempesta. Era stata l'ira, la paura e l'odio per quegli uomini che lo avevano preso a svegliarli anzitempo.
"Amore..." ero quasi timorosa di domandarlo "Puoi leggere l'animo delle persone?" Lo guardia nei suoi occhi profondi e stentai a credere che fosse successo. "Non fa niente, Uriel, ma devo saperlo... così presto ce ne andremo via da qui e troveremo un posto sicuro dove andare." Gli accarezzai la fronte.
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Vecchio 21-07-2011, 14.04.12   #1977
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Icarius ascoltò Nishuru ed un senso di malinconia s’impossessò di lui.
Ad un tratto sembrò avvertire un eco nel vento.
Come se fosse la voce di Talia.
Cercò con lo sguardo, ma tutto tacque.
“Sono qui per augurarvi buona fortuna, milord.” Disse Layla avvicinandosi a lui. “Del resto siete pur sempre il mio campione.” E rise.
“Io tornerò…” fece il taddeide “… e mi riprenderò mia moglie… ricordatelo… io tornerò…”
“Si, nei ritratti e nei poemi di qualche bardo, milord.” Replicò compiaciuta Layla. “Qualcuno vi dedicherà una statua come è accaduto a tutti i vostri nobili antenati. Tutti morti, raffigurati in quel freddo e decadente marmo.” Sorridendo ma tradendo astio. “Addio, nobile Taddei.”
Icarius la fissò senza dire nulla.
Montò in sella a Matys e guardò un’ultima volta la grande torre del palazzo.
Aveva con sé, oltre alla sua spada, la bellissima rosa Mia Amata.
“Entrate nel verziere e tenetevi sempre sul sentiero, milord.” Indicò un valletto.
Un attimo dopo l’Arciduca partì.
Icarius entrò nel verziere e, seguendo l’indicazione del valletto, imboccò il sentiero.
Ai lati di questo vi erano querce, salici, olmi ed aceri frondosi.
L’Estate dominava attraverso il verdeggiare delle foglie animate dalla lieve brezza pomeridiana e dal canto soave degli uccelli.
Ai margini del sentiero, come a racchiuderlo, correvano roseti dai vivaci colori e dagli intensi profumi, cinti da bassi muretti di laterizi lucidi e levigatissimi.
Altre specie di fiori, dall’aspetto esotico e dai colori vivaci, crescevano tra le siepi, quasi snodandosi da quel fogliame e seguendo la luce del Sole che si muoveva verso Ovest.
Quel lussureggiante verziere sembrava essere l’ideale scenario di una favola e fissandone le meraviglie l’Arciduca non faceva fatica ad immaginarne la magia che assumeva la sera, sotto la luce stregata della Luna e delle stelle, ed all’albeggiare dove quei boccioli scintillavano nell’argentato alone della rugiada mattutina.
Icarius percorse quell’angolo di mondo che sembrava incantato, mentre le luci del giorno, man mano che il meriggio annunciava il suo arrivo, cambiavano in tonalità e luminosità.
Ad un certo punto tutto sembrò divenire più incolto e selvatico.
Il verziere sembrò mutarsi in un bosco e la concezione dello spazio avvertita sino a quel momento, da limitata e circoscritta, divenne di colpo diversa e indefinita.
L’Arciduca continuò a seguire il sentiero tracciato che serpeggiava tra i folti cespugli e i grossi alberi che parevano voler proteggere il canto degli uccelli ed impedire alla luce del Sole pomeridiano di raggiungere il terreno.
Ad un tratto Icarius avvertì dei rumori, come se qualcuno stesse lavorando ad una pietra o a qualcosa del genere.
Un attimo dopo ai margini del sentiero apparve una piccola edicola di gusto classico.
Accanto vi era un vecchio impegnato a scolpire qualcosa nell’edicoletta.
“Salute a voi, buon uomo.” Salutò Icarius.
“A voi, amico mio.” Rispose il vecchio.
Era costui di corporatura piccola, dai capelli folti e bianchissimi ed il viso pulito da barba o baffi.
Nel voltarsi verso l’Arciduca, Icarius si accorse della sua cecità.
Il vecchio stava scolpendo un bassorilievo raffigurante la Santa Vergine Maria.
Ma, fissando quell’opera, Icarius si accorse che alla Vergine mancava il Bambino.
Vi era anche un incavo all’altezza del petto della Madonna, ma nonostante questo non c’era traccia del Bambino.
“A cosa lavorate?” Domandò Icarius.
“Oh, io sono il Maestro delle Imprese della Fede, mio buon messere” rispose presentandosi il vecchio “ e questo rilievo è dedicato a Nostra Signora del Rosario col suo Bambino.”
“Il Bambino lo aggiungerete in un secondo momento?”
“No, non vedete che è già in braccio alla Vergine?”
“Non c’è alcun Bambino tra le braccia di Maria.” Fece Icarius.
“Bontà Divina!” Esclamò il vecchio. “Si è staccato!” Toccando con le mani il rilievo.
Disperato allora si chinò a terra e cominciò a cercare con le mani.
Icarius allora smontò da Matys e si unì alle ricerche del vecchio.
“Eccolo!” Disse Icarius. “L’ho trovato!”
“Sia lodato il Cielo!” Esclamò il Vecchio.
Icarius si segnò, baciò il Santo Bambino e lo consegnò al vecchio.
“Vi prego…” fece il vecchio “… adagiatelo nell’incavo. C’è un perno incastonato nel marmo, vedete?”
“Si, ho visto.”
“Ecco, fatelo combaciare col foro alle spalle del Bambino.” Spiegò il vecchio. “Così resterà ben saldo al rilevo.”
Icarius seguì le indicazioni del vecchio e sistemò il Bambino fra le braccia della Vergine.
E nel farlo recitò una preghiera.
“Madre di Dio e madre mia… ecco tuo Figlio… ti prego, ridammi mia moglie…” e si segnò tre volte.
“Grazie, amico mio.” Disse il vecchio.
“Sapreste indicarmi dove avviene la prova chiamata Dolorosa Costumanza?”
“Non credo di averla mai udita…” pensieroso il vecchio “… sentendone il nome mi fa pensare ad una triste consuetudine… forse riguarda il passato…”
“Il passato?” Ripeté Icarius.
“Si, il passato che spesso rimpiangiamo.” Rispose il vecchio. “Rimpiangere il passato è una dolorosa e inutile consuetudine… la vita è davanti a noi, non dietro.”
Icarius sorrise.
“Seguite il sentiero, comunque…” indicò il vecchio “… di qualsiasi cosa si tratti, si trova sicuramente alla fine di questo cammino.”
“Grazie.” Disse Icarius. “E che Dio vi benedica.”
“E che vi assista, amico mio.”
E salutato il vecchio artista, Icarius riprese il suo cammino in sella a Matys.
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Vecchio 21-07-2011, 14.20.01   #1978
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Uriel tremava, ma fra le braccia di sua madre, dopo un po’, sembrò ritrovare una velata serenità.
Strinse forte Melisendra, quasi a non volersene separare più.
Poi staccò la testolina dal petto di lei ed annuì.
“Si…” mormorò “… si, posso vedere nelle persone… posso sapere quello che pensano… ma non in tutte… nel cavaliere nero non posso…”
In quel momento Melisendra si accorse che Uriel aveva una catena alla caviglia che lo teneva imprigionato ad un palo fissato nel terreno.
Ad un tratto si udirono dei passi: qualcuno stava ritornando nella tenda del bambino.
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Vecchio 21-07-2011, 14.45.12   #1979
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Gridavo... gridavo con tutta la forza che avevo, con tutta la voce che riuscii a tirar fuori.
Gridai e gridai ancora... lo chiamai, lo invocai... ma era distante, troppo distante perché la mia voce lo raggiungesse.
Un attimo prima, solo per un momento, avevo creduto di esser riuscita a raggiungerlo... si era voltato alle mie grida, si era voltato ed aveva guardato verso il castello... lo avevo chiamato di nuovo, gridando il suo nome... ma era stato un attimo, poi Layla gli si era avvicinata e un istante dopo si stava già addentrando nella vegetazione in sella a Matys.
Mi accasciai contro il davanzale, mentre un profondo senso di disperazione mi pervadeva...
Rimasi per qualche minuto in silenzio, con gli occhi chiusi e la fronte contro il muro, pregando ferventemente che non gli accadesse nulla di male...
Poi all’improvviso sentii dei rumori...
Alzai la testa di scatto e rimasi in ascolto...
Rumori provenienti da sotto il pavimento...
Mi scostai dalla finestra e mi appiattii a terra, schiacciando l’orecchio contro il pavimento... rumori che non riuscivo a distinguere bene...
“Aiuto!” gridai allora, senza pensarci neanche per un istante, prendendo a battere con la mano a terra “C’è qualcuno? Sono quassù! Tiratemi fuori di qui! Per favore, fatemi uscire!”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 21-07-2011, 14.50.04   #1980
Melisendra
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Melisendra sarà presto famoso
Per un attimo fu come una coltellata. Era così piccolo... così innocente!
Mi domandai quali sarebbero state le conseguenze di quell'esperienza. Andava protetto dall'odio che ci circondava. Non avrei permesso che sviluppasse lo stesso gusto crudele di Gouf.
Cercai invano di aprire quelle catene.
Strinsi mio figlio prima di posare un dito sulle sue labbra per suggerirgli silenzio. Un rumore di passi indicava che qualcuno si stava avvicinando.
Mi nascosi dietro una tenda e attesi.
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