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Vecchio 07-09-2011, 00.53.36   #131
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La Satrapia scorreva con andamento costante sulle calme acque che separavano la Francia dall’Inghilterra.
La sera era sufficientemente chiara e scintillanti stelle si affacciavano nel firmamento, lasciando cadere sul mare l’incanto del loro splendore.
La Luna brillava pallida in lontananza, posando, delicatamente, il suo leggero alone che appariva come una strada solo accennata sulle acque nel profondo buio di quella notte.
“Mia signora, colui che vi ha tratta in salvo insieme agli altri non ha nome, né volto.” Fece il capitano voltandosi verso Melisendra. “E’ come l’uragano che urla nella notte, la marea che ricopre ogni cosa, la pioggia battente che purifica dal Cielo la terra… ora non datevi pena per queste cose… tra un po’ sarete in Inghilterra e li potrete ricominciare a vivere.” Sorrise e mostrò un lieve inchino. “Per qualsiasi vostro bisogno, non indugiate a farne richiesta a me o ai miei uomini… se il vostro viaggio a bordo della Satrapia dovesse risultare in qualche modo fastidioso, il mio padrone non ci perdonerebbe mai…”
In quel momento si avvicinò ai due il vescovo.
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Vecchio 07-09-2011, 01.04.39   #132
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"Siete molto gentile, capitano, e la vostra ospitalità è oltremodo gradita... Tuttavia sono confusa, anche se immagino che in tempi come quelli che stiamo vivendo siano rare le persone che riescano a osservare lucidamente gli eventi che hanno travolto Animos... pensate che il vostro padrone ci svelerà la sua identità?" Esitai un secondo. "C'è qualcuno ad attenderci al porto di Dover?"
Rumore di passi e un movimento alle mie spalle mi fece voltare e vidi il vescovo dirigersi verso di noi.
"Buonasera, monsignore..." Mi inchinai rispettosamente a quell'uomo di Chiesa.
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Vecchio 07-09-2011, 01.16.11   #133
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Anche il capitano salutò con un inchino il vescovo.
“Buonasera a voi, madame.” Sorridendo il vescovo. “Capitano.”
“Spero che il viaggio sia di vostro gradimento, monsignore.” Fece il capitano.
“Questa nove ci sta riportando alla vita…” rispose il chierico “… come potrebbe dunque questo viaggio non essere gradito?” Si voltò poi verso Melisendra. “Madame, lasciare la terra natia è triste, soprattutto farlo come fuggiaschi… ma una parte della sua bellezza ci sta accompagnando in questo esodo… la bellezza che avete racchiusa nei vostri meravigliosi occhi.”
“Milady, il mio padrone ha lo stesso volto di questa notte che sembra confondersi tra speranze, timori e desideri…” disse il capitano a Melisendra “… quanto al vostro arrivo a Dover, non dovete preoccuparvi… egli ha già disposto ogni cosa… una carrozza sarà lì ad attendervi per condurvi in un luogo sicuro e degno del vostro lignaggio.”
“Che romantica descrizione date del vostro misterioso padrone…” intervenne il vescovo “… ma immagino che difficilmente ci rivelerete altro del vostro signore… e di certo se non è riuscita la nostra bella dama, difficilmente riuscirò io a strapparvi altre informazioni su di lui, vero?” E rise di gusto.
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Vecchio 07-09-2011, 01.40.27   #134
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Sorrisi.
"Lasciare la patria è davvero doloroso... ma sono grata al destino che mi ha fatto incontrare amici come voi e il vostro padrone, chiunque egli sia."
Chinai il capo in segno di rispetto e mi congedai.
"E ora, col vostro permesso, mi ritirerò nella mia cabina."
Mi inchinai ai due uomini e raggiunsi Giselle.
Ero stanca, ma faticai ad addormentarmi. Ero molto eccitata per il viaggio e non vedevo l'ora di sbarcare.
Accarezzai la sagoma del mio corsetto e sentii, con la punta delle dita, la presenza del tesoro di Loyanna di Wendron. Quella, ormai, era l'unica cosa che mi legava al passato. Forse l'unica che poteva garantirmi un futuro.
Mi interrogai a lungo sul possibile benefattore che aveva salvato me, Giselle, il Monsignore e l'altro nobile signore dalla prigionia, ma gli interrogativi sembravano destinati a restare senza risposta.
Poco a poco scivolai nel sonno.
Potevo approfittare di poche ore di riposo, prima dell'arrivo a Dover.
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Vecchio 07-09-2011, 02.00.41   #135
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Melisendra correva per i lunghi corridoi del palazzo, tra lo scintillio del marmo nero ed il candore di quello bianco.
Sentiva le voci di sua madre e della sua vecchia nutrice che la chiamavano, ma lei non se ne curava.
Era felice di essere a casa in quella radiosa mattinata di Primavera.
Giunse allora alle ampie scalinate che davano ai piani superiori del palazzo per raggiungere la biblioteca.
Oggi era un giorno speciale, perché suo padre ritornava a casa dopo un viaggio d’affari.
Raggiunse così la porta della biblioteca e si fermò ad ascoltare le voci che provenivano dall’interno.
Ma fra quelle voci non c’era quella di suo padre.
“Non sono riusciti a salvarlo…” mormorò qualcuno dall’interno.
“Già, che disgrazia...” disse un’altra voce “… ora chi penserà alla sua famiglia?”
Melisendra allora, resa inquieta da quella voci, entrò nella stanza e vide i volti di coloro che stavano parlando.
Erano due preti vestiti di nero che stringevano in mano vecchi e consumati rosari, mentre sulle loro spalle scendevano stole di color viola.
“Dov’è mio padre?” Domandò spaventata la ragazza.
“Tra un po’ comincerà la messa…” disse uno dei due chierici “... e nessuno della tua famiglia ci sarà… almeno tu dovrai essere presente...”

In quel momento si udì un fischio che destò Melisendra da quel sogno e poi la voce di un marinaio che gridava.
Erano finalmente giunti a Dover.
“Siamo in Inghilterra, madame…” sussurrò Giselle.
Tutti e quattro i passeggeri furono allora fatti scendere e a terra trovarono, come aveva detto il capitano, una carrozza ad attenderli.
“Qui finisce il mio compito e quello del mio equipaggio, signori.” Disse il capitano. “Questa carrozza vi condurrà a Camelot.”
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Vecchio 07-09-2011, 02.21.22   #136
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"Non dimenticherò quello che avete fatto per noi, Capitano..." lo salutai "Vi auguro che la sorte sia sempre benevola e generosa... Addio!"
Salii sulla carrozza e mi strinsi nel mantello. La notte era umida e fresca.
Osservai il paesaggio mutare, mentre procedevamo verso la destinazione. Camelot era solo un nome disegnato sulle mappe che mio padre teneva nella biblioteca. Non avevo mai pensato che un giorno avrei visitato realmente quei luoghi.
"A volte, quando chiudo gli occhi, mi sembra ancora di sentire la voce di mia madre e di vedere il volto di mio padre, Giselle... come farò a non deluderli, ora che non sono più qui con me a indicarmi il cammino?"
Tormentai un lembo del mantello, contorcendolo tra le dita. Ero inquieta.
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Vecchio 07-09-2011, 02.37.13   #137
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“Non tormentatevi oltre, madame…” disse Giselle “… i vostri cari, lo so per certo, sono felici in questo momento nel vedervi sana e salva… mai li avete delusi e mai potreste farlo ora… loro vi indicheranno sempre il cammino, sono con voi in ogni momento… sempre…” e abbracciò teneramente la sua padrona.
La carrozza intanto proseguiva la sua corsa nella notte.
Attraversava il paesaggio circostante, seminascosto dal manto della notte reso più sbiadito e confuso dalla leggera nebbia che sembrava posarsi come un alito sulla silenziosa ed incantata campagna inglese.
“Camelot…” mormorò il vescovo “… perché proprio lì?”
“Ho udito parlarne dal capitano della nave quando eravamo a bordo…” rispose il nobile “… pare che molti aristocratici siano giunti come profughi in Inghilterra durante i primi tempi della rivoluzione ed allora il re ha voluto affidare ad uno dei suoi più fedeli vassalli, lord Tudor, l’accoglienza degli sfortunati esuli della nostra terra… molto probabilmente siamo diretti proprio nelle terre di quel nobile inglese...”
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Vecchio 07-09-2011, 03.01.30   #138
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"Quale può essere il nostro destino, ora che abbiamo perso tutto ciò che i nostri padri avevano lasciato a noi? L'ospitalità non può durare in eterno... ora che siamo esuli... cosa può esserci al di fuori di una vita di elemosine?"
Ero di umore particolarmente pessimista.
Ricordai del feudo che faceva parte della dote di mia madre... chissà chi se ne occupava. Forse un intermediario che corrispondeva a mio padre una rendita mensile... e magari non sarebbe stato lieto di veder comparire un'erede.
"Perdonatemi, signori... sono solo stanca, non voglio contagiarvi col mio malumore."
Tornai a osservare la bruma che saliva dal terreno.
Finalmente vidi delle mura, i cui fuochi ardevano luminosi sui bastioni di guardia.
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Vecchio 07-09-2011, 03.28.54   #139
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“E’ normale esserlo, madame…” disse il vescovo a Melisendra “… ci attende un destino incerto… e non ci resta che affidarci alla Divina Provvidenza…”
Melisendra in quel momento si accorse che Giselle, sotto voce, stava recitando i misteri del Santo Rosario.
Poi, finalmente, in lontananza si videro delle luci.
Prima leggere ed incerte, poi sempre più vive e luminose.
La sagoma di una silenziosa collina apparve davanti alla carrozza, ai cui piedi si riconosceva il profilo dormiente di un piccolo borgo.
La carrozza attraversò velocemente il borgo di San Leucio per poi proseguire verso la cima della collina, dove sorgeva il maestoso e solenne Palazzo del Belvedere, dimora del nobile lord Tudor.
Ormai l’alba era prossima e i primi bagliori del nuovo giorno cominciavano ad illuminare il cielo d’Oriente.
La carrozza giunse ai cancelli della nobile dimora e subito il conducente fu avvicinato dalle guardie del duca.
Un attimo dopo, riconosciuto il prezioso carico, la carrozza fu fatta entrare.
“Vi porgo il mio benvenuto al Palazzo del Belvedere, miei signori.” Disse Jalem, il fedele servitore del duca. “Lord Tudor è stato appena avvertito del vostro arrivo e vi riceverà subito. Vi prego di seguirmi.”
Jalem così li condusse all’interno del palazzo, dove trovarono ad attenderli in una grande sala il nobile signore di quella dimora e di quelle terre.
“Benvenuti in Inghilterra.” Andando loro incontro lord Tudor. “Questo palazzo e l’intero regno sono casa vostra, amici miei.”
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Vecchio 07-09-2011, 03.43.42   #140
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Il servitore di guardia alla cella di Daniel avrebbe voluto bastonarlo di nuovo, dopo quello sputo, ma le sbarre di ferro furono una buona protezione, stavolta, per il ladruncolo.
“Che tu sia dannato, maledetto!” Urlò il guardiano. “Presto ti dovrai rimangiare questa tua insolenza! Nessuno potrà tirarti fuori dai guai, vedrai!”
“Che succede qui?” Chiese un secondo guardiano appena giunto.
“Questo maledetto ha ancora il fuoco in corpo! Ma presto abbasserà la testa!”
“Tranquillo, domani lo sistemeranno a dovere.” Disse il guardiano appena giunto. “E’ fortunato perchè sono giunti al palazzo altri profughi francesi ed il duca non potrà, per ora, occuparsi di lui... ma noi, stanotte, una piccola soddisfazione vogliamo prendercela…” e versò a terra la brodaglia che aveva portato come pasto per quel detenuto. “Hai fame, gaglioffo? Avanti su, lecca il pavimento!”
E i due guardiani risero forte.
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