Vecchio 17-06-2011, 13.42.20   #1381
Lady Morgana
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Lady Morgana è sulla buona strada
"Infatti, nessuno può impedirmi di aiutare Icarius. E voi sapete che io non sono completamente umana..." le dissi, in modo freddo, ripensando alle sue parole.
ma sappi che la prova da superare è terribile, forse umanamente impossibile da portare a termine…
"Io non sono completamente umana..." ripetei convinta, dopo che la donna ebbe lasciato le mie stanze.
Mi misi poi una camicia da notte e dormii.
Luna mi fece visita in sogno.

Luna stava seduta su una piccola seggiola di legno e mi parlò pacatamente...
"Cara Verdammt, mi dispiace di non essere potuta venire, ma come avrai già avuto modo di scoprire, ho mandato mia madre per aiutarvi. Se ne avrò la possibilità vi raggiungerò più tardi.
Non sono potuta venire perchè ho avuto un piccolo contrattempo, ma non ho voglia di parlarne ora...
Comunque, in questi giorni ho cercato la presenza di Lady Talia, ma non l'ho trovata... la tengono nascosta anche ai miei occhi, mi dispiace.
Ci vediamo presto..." poi sparì in una nuvola di polvere e...

...mi svegliai improvvisamente.
Il giorno dopo ripartimmo, prendendo un sentiero indicatoci dalla donna.
Dopo un'ora buona, arrivammo finalmente alla pieve.
Era là, bellissima e terribile allo stesso tempo, come la donna che aveva spezzato il meraviglioso incanto dell'Amore di Icarius e Talia.



Lady Layla...



Un forte senso di oppressione mi serrò la gola, ma poi riuscii a parlare.
“Qui abbiamo visto Lady Talia per l'ultima volta. Sono certa che è stata portata via da quei misteriosi cavalieri... Sarà difficile sconfiggerli...” dissi ripensando al nostro scontro. Li rividi alzarsi come se nulla fosse, come se non fossero state appena inferte loro ferite mortali...
“Ora, se volete scusarmi, ho un mio metodo per cercare Lady Talia. Voi nel frattempo potete cercare degli indizi circa la direzione che hanno preso...” dissi rivolta ad Icarius e a Lho ed entrai a passo svelto nella pieve.
Mi sedetti sul suo freddo pavimento e un brivido mi percorse la schiena. Osservai l'affresco e pensai che era davvero un peccato rovinarlo, perchè era molto bello. Risi. Il mio Signore sarebbe stato molto contento.
Presi un sasso che avevo trovato al di fuori della pieve e disegnai sul pavimento un ettacolo enorme e mi ci sedetti in mezzo. Presi poi l'ampolla in cui era racchiuso il mio sangue e lo versai come sacrificio, richiamando alla mia mente l'immagine di Talia.



Theenar, Signore del Sangue, rivelati alla tua figlia prediletta, rivelati a Verdammt la maledetta.
Una sola cosa pretendo da Voi, ritrovare Lady Talia.
Ove si trova ella? Spezza le catene che ancora ti tengono imprigionato nel buio della tua mente, Mio Signore, sei stato finalmente liberato!



Un'immagine si presentò alla mia mente. Un luogo, bellissimo, magico... Ove bambini giocavano felici e c'era anche una reggia, bellissima. Ed una donna altrettanto bella che conversava con un'altra donna. Lady Layla e Lady Talia stavano sedute, vicino a quello che doveva essere un verziere. Poi guardai il cielo, un cielo limpido e bellissimo, ma notai una cosa alquanto strana. Era come se sopra quel luogo incantato ci fosse una specie di enorme cupola. Poi la visione svanì ed io mi ritrovai sdraiata sul pavimento della pieve.
Ma una frase mi martellava la testa, una strana voce che mi parlava. Non era Luna e tanto meno sua madre, no. Era la voce di un uomo, anzi, di un Dio. “Cerca la dimora degli immortali, ne parla il libro...” poi la voce di Theenar si spense e tornai alla realtà.



Il libro? Quale libro? Icarius mi diede un libro...

Improvvisamente la vista mi si annebbiò, le palpebre divennero pesanti e l'ultima cosa che percepii fu una fitta tremenda al braccio, ove c'era il Segno Maledetto.
"Mio Signore..." mormorai, prima di accasciarmi svenuta sul freddo pavimento della pieve.
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"La Morte non è una punizione, ma una liberazione" Dragon Heart.
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Vecchio 17-06-2011, 18.08.53   #1382
Lady Dafne
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"Questo posto? Beh sembra essere sul culmine di una piccola collina ma la strada che conduce alla cappellina sale così dolcemente che non si percepisce la salita. E' una chiesetta piccola, isolata, immaginati una tipica pieve di campagna. Sembra che non venga usata da molto tempo, chissà che c'è dentro... non riesco a vedere perchè la porta è chiusa, sembra anche essere molto pesante. Intorno, hai ragione tu, ci sono molti erbusti e cespugli sono di certo cresciuti spontaneamente perchè tra le loro radici si intravvede un vecchio lastricato, forse una volta era il sagrato. C'è ombra ora, una grande quercia ci sta riparando dal sole. Sembra un posto così ameno, anch'io l'avrei scelto come cornice ideale per gli incontri di due innamorati" sospirai... il romanticismo che ispirava quel luogo mi metteva solo malinconia. Continuai
"Io invece indosso un vestito bianco, almeno, quando partii ieri lo era. Ora è un po' polveroso. Fortunatamente però non si è strappato, è un miracolo perchè, come ben sai, a me piacciono molto i vestiti a più veli... ma sono anche i più delicati" rimpiansi un po' che Pasuan non potesse vedermi, sapevo che gli sarei piaciuta. Li mettevo per lui i vestiti multivelo, avevo visto più volte che si imbambolava ad osservare i tessuti aderire alla mia figura ad ogni movimento. Come mi lusingavano quegli sguardi, mi era sempre sembrato che Pasuan mi amasse in tutto il mio essere, invece quel maledetto incidente aveva pregiudicato tutto.
Ero e restavo sempre una donna però e, con fare civettuolo, non persi l'occasione per ronzargli intorno. Volevo capire se, anche senza il beneficio della vista, i suoi sensi avrebbero risposto solerti come un tempo. Mi avvicinai e, giocando con uno dei bottoni della sua giubba mormorai:
"Riesci ad immaginare questo posto? Riesci ad immaginare questa natura incontaminata?" poi, abbassando notevolmente il tono della voce e avvicinandomi al suo viso "riesci ad immaginare me?".
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Vecchio 17-06-2011, 20.21.53   #1383
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard accarezzava il muso di Peogora, mentre il suo sguardo si perdeva, assorto e vagamente inquieto, nella verdeggiante campagna animata da un fresco vento di terra.
“Che meraviglioso cavallo!” Disse una giovanissima voce alle sue spalle.
Il cavaliere si voltò di scatto.
“E’ vostro, mio signore?” Chiese Gavron.
“E tu da dove sbuchi?” Domandò Guisgard stupito. “Mi hai seguito, vero?”
“No, è che passavo da queste parti…”
“E cosa diamine ci facevi da queste parti, sentiamo?”
“Ecco, venivo a raccogliere mele e…”
“Non vedo mele in queste posto” con tono severo Guisgard “e nessun altro tipo di frutta!”
“Però ci sono dei bellissimi fiori, cavaliere!”
“Si può sapere perché mi stai sempre alle costole?”
“Ho letto che ogni cavaliere ha sempre uno scudiero…”
“E lasciami immaginare…” lo interruppe Guisgard “… tu hai riconosciuto in me il cavaliere a cui fare da scudiero. Giusto?”
Gavron sorrise ed annuì.
Guisgard scosse il capo.
“Mi dispiace deluderti, ragazzo mio…” disse poi il cavaliere “… ma se sogni avventure ed eroiche gesta, con me caschi male! Io del cavaliere romantico e cortese non ho nulla”
“Io invece credo voi siate un gran cavaliere!”
“Eh, sei gentile, amico mio!”
“Come si chiama il cavallo?” Chiese poi il bambino.
“La cavalla” precisò Guisgard “si chiama Peogora!”
“Oh, è femmina!” Esclamò il bambino. “Piacere, Peogora! Io sono Gavron!”
“Che fine ha fatto la tua amichetta dell’altro giorno?”
“Oh, Redanya…” ripeté con un sospiro il fanciullo “… l’altra volta tornò a casa tardi e sua madre ora non vuole più che esca a giocare con me…” aggiunse con tristezza.
“Avanti, amico mio…” fece Guisgard dandogli una pacca sulla spalla “… ora non pensarci. Vedrai che in futuro ne avrai di tempo per immalinconirti a causa di una donna. Ma noi abbiamo il modo per scacciare la tristezza, sai?”
“Davvero?”
“Certo!” Esclamò Guisgard. “Andremo in cerca di fortuna e di divertimenti!”
“Cos’è quella cosa che avete in mano?”
“Questo?” Fissando il nocciolo di albicocca con cui aveva giocherellato, quasi senza accorgersene, fino a quel momento. “Oh, questo… beh, chissà che non sia un portafortuna! Anzi, ora andremo subito a metterlo alla prova!”
“E Come?”
“Giocando ai dadi!”
E così, salutata Peogora, che tornò a nascondersi nella boscaglia vicina, i due tornarono al borgo.
“Ehi, locandiere!” Disse Guisgard appena entrò nella locanda. “Servimi subito del buon vino, quello della casa, insieme ad un monumentale boccale di uno dei tuoi famosi intrugli fatti con la frutta per il mio giovane compagno d’arme!”
Gavron lo fissava divertito e con gli occhi colmi di ammirazione.
Ma accanto al locandiere vi erano tre cavalieri che discutevano con lui.
“E’ lui…” mormorò ai tre il locandiere.
“Siete voi sir Guisgard?” Domandò uno dei cavalieri.
“Beh, dipende…” mormorò Guisgard.
“Da cosa?”
“Se siete qui a causa di vostra moglie o meno…” rispose sarcastico Guisgard.
“Attento che la vostra insolenza potrebbe portarvi guai seri.”
“Calma, ci penso io…” intervenendo un altro dei tre “… sappiamo che siete voi sir Guisgard… siamo qui per ordine del capitano Monteguard… dovete seguirci perché egli chiede di vedervi…”
“Che onore…” sorridendo Guisgard “… anche la scorta mi ha mandato il capitano…”
“Seguiteci, prego…”
“Beh, sembra che il mio portafortuna, per ora, abbia fatto cilecca, ragazzo mio…” voltandosi verso Gavron “… ora torna a casa…”
Ed il bambino restò a fissarlo mentre i tre cavalieri lo conducevano via.
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Vecchio 17-06-2011, 20.45.44   #1384
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Pasuan le sorrise.
“Certo che riesco ad immaginarti…” disse “… l’unico conforto che mi consente di non impazzire, perduto come sono in queste perenni tenebre, è la tua immagine che mi appare di continuo… ma non con tratti sfocati o alterati… io ti vedo chiaramente, come ti mostrasti a me l’ultima volta che ebbi la fortuna di scorgere la luce del Sole. Ed il sole, nella mia memoria e nel mio cuore, coincide con la luminosità della tua bellezza…” sospirò, mentre un velo di malinconia scese sul suo volto “… poi ci sono i sogni che, come ultimi baluardi dei miei ricordi felici, giungono a visitarmi ogni notte… ed in quei sogni ci sei tu… ti rivedo così come la prima volta a casa tua, poi come in quei giorni trascorsi alla vecchia torre, o in sella al mio cavallo nel bosco circostante il mio villaggio… ti sogno ogni notte, Dafne…” sfiorandole il collo ed il petto con una mano “… sei come una perduta immagine di felicità che attraversa il mio cuore avvolto nel buio di questa ingiusta pena… mi appari bellissima e lontana… ed allora mi sveglio in preda all’angoscia… l’angoscia di non poter più rivedere il tuo bellissimo volto…”
In quel momento giunse la dama che stavano attendendo.
“Eccomi, miei signori…” salutandoli “… sono pronta per condurvi a quella tomba…”
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Vecchio 17-06-2011, 21.04.50   #1385
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“Sayla…” disse Icarius scuotendola lievemente “… Sayla, svegliati...”
“Sembra svenuta.” Mormorò Lho. “E poi… questi strani segni attorno a lei… credo abbia praticato un qualche oscuro rituale…”
“Questa ragazza sta facendo di tutto per aiutarci…”
“Mio signore…” disse Lho “… non ci sarà di nessuno aiuto invocando potenze malefiche sul nostro cammino…”
“Di malefico c’è solo questo maledetto incanto che vuole portarmi via Talia!” Con rabbia Icarius. “Quando il nostro popolo giunse in queste terre secoli fa, sottomise le popolazioni indigene, insieme alle loro tradizioni ed ai loro dei… ma a me hanno insegnato che il divino è celato in ogni infinitesimale aspetto del mondo che ci circonda… ed io invocherò ogni manifestazione dell’Onnipotente pur di liberare me ed i miei discendenti da questa orribile maledizione!”
Tornò a fissare Sayla.
“Sayla, svegliati…” chiamava “… ti prego, svegliati… non abbandonarmi anche tu ora…”
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Vecchio 17-06-2011, 21.11.37   #1386
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Sentii la voce della ragazza, mi voltai di scatto e compresi subito quel che stava accadendo.
"Che tu sia maledetta! E' una trappola!" urlai. Cercai istintivamente la mano di Pasuan, ero intenzionata a trascinarlo via di lì. Come potevano mai opporsi una donna e un cavaliere cieco ad un'imboscata? La mia mano vorticò nell'aria dietro la mia schiena ma non trovai quella di Pasuan. Mi voltai allora e lo vidi dritto e già in posizione. Aveva impugnato la sua lunga spada ed era già sulle difensive. Mi ricordai quel che mi aveva detto, la promessa che gli avevo fatto: "Sarò i tuoi occhi" gli avevo detto. Mi misi dietro di lui
"Pasuan, sono qui, sono dietro di te. Ascoltami, ti guiderò io come abbiamo fatto con il cavallo. La donna è davanti a te, sarà a quindici passi circa". Mi sembrò che Pasuan grugnisse
"Fidati di me Pasuan, di me e del tuo braccio... e ricorda sempre: nonostante tutto io ti amerò sempre!"
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Vecchio 18-06-2011, 01.28.02   #1387
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Pasuan, sentendo le drammatiche parole di Dafne, saltò su ed estrasse rapido la spada.
“Resta dietro di me, Dafne!” Disse.
“Amici miei…” stupita la donna “… cosa accade? Perché mostrate quest’ostilità verso di me?”
“State indietro e non avvicinatevi!” Le intimò Pasuan. “Anche se siete una donna non esiterò a colpirvi, se minaccerete la vita di Dafne!”
“Io non comprendo, cavaliere…” turbata la dama, mentre si avvicinava di qualche passo.
“Indietro vi ho detto!” Urlò Pasuan. “Sento dalla vostra voce che vi siete avvicinata!”
“Cavaliere, se avessi voluto farvi del male” fermandosi e cercando di calmarlo “l’avrei fatto durante la notte scorsa, quando voi e la vostra donna dormivate sereni ed ignari nella mia dimora. Lì avrei potuto contare sull’aiuto dei miei fratelli e dei miei servitori. E non avrei impiegato molto a vedervi morti entrambi, se solo l’avessi voluto. Perché dunque condurvi qui, nel bosco, davanti a questa sacra cappellina, per poi farvi cadere in trappola?”
Pasuan restò pensieroso a quelle parole.
“Ho chiesto il vostro aiuto perché non conosco nessun altro.” Continuò la ragazza. “A casa non posso fidarmi di nessuno, perché i miei servitori sono tutti fedelissimi ai miei fratelli. L’altro giorno era giunta a pregare davanti a questa cappellina proprio per chiedere aiuto al Cielo. E poco dopo siete giunti voi, cosi giovani, belli ed innamorati. Mi siete apparsi come un tenero riflesso di come sarebbe stata la mia vita, insieme a Ludovici, se avessimo potuto coronare il nostro sogno di amore eterno. Questa è la sola verità, amici miei… e posso giurarvelo davanti a questo santo luogo.”
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Vecchio 18-06-2011, 02.27.56   #1388
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Oggi niente lezioni di cortesia, musica o canto…” disse lui destandosi da quella lieve veglia in cui sembrava essere caduto da qualche minuto “… no, oggi ti voglio tutta per me!”
“Sai bene che non posso disertare quelle lezioni…” rispose Layla accennando un sorriso “... già i maestri dicono che tu mi stai portando su una cattiva strada.”
“Davvero? Dicono questo di me?”
“Si” annuendo lei “e temo che questi loro timori siano già giunti alle orecchie di mio padre.”
“Sai cosa ti dico? Hanno proprio ragione!” Esclamò lui. “Vieni, è una giornata troppo bella per restare qui all’ombra di questa quercia!” Prendendola per mano ed alzandosi di scatto.
“Non hai sentito quel che ti ho detto? Non hai paura di mio padre?”
“Cosa ho da perdere? Lui mi odia già!”
“Non è vero, sciocco!” Scuotendo il capo Layla. “Sai bene che non è vero, altrimenti non ti permetterebbe di venire a palazzo!”
“Vieni, Layla...”
“Dove vuoi portarmi?” Chiese lei divertita. “Sei proprio matto!”
“C’è un piccolo borgo perso oltre la boscaglia.” Fece lui. “Stasera lì si celebrerà la festa di San Vitaliano! Voglio portarti là, è un posto che sembra fuori dal mondo e dal tempo. Pare fatto apposta per accogliere chi si ama!”
“Si e a quante altre l’hai mostrato quel posto, dimmi?” Chiese lei con un filo d’ironia. “Dimmi la verità, quante ragazze ci hai portato prima di me?”
Lui si fermò di colpo e la fissò.
“La verità? Si, ne ho portate altre… ma in questo momento non ricordo più né i loro nomi, né le loro voci e nemmeno i loro volti…”
“Non giocare con me...” fermandosi lei e restando a fissarlo “... non farlo, ti prego...”
Lui la guardò senza dire nulla, per poi baciarla con passione.

Per un attimo qualcosa attraversò gli occhi di Layla.
Forse un ricordo sbiadito, un’emozione rapita al passato, o forse solo un’antica emozione ridestata dal vento.
“Sono una donna, milady…” voltandosi verso Talia “… una donna, come lo siete voi… e questo posto è il luogo in cui ho deciso di vivere…”
Fece un lieve cenno a Talia per farsi seguire al padiglione.
E passando di nuovo accanto alle lunghe lance con gli elmi sulla punta, la Granduchessa di Capomazda si accorse che su una di quelle non vi era nessun elmo.
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Vecchio 18-06-2011, 03.56.31   #1389
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
Lei lo fissò per un istante con occhi allucinati. Quelle visioni che andavano e venivano ad intermittenza nella sua testa la stavano gettando in uno stato di profonda prostrazione, e questo era un bene per Morrigan, giacchè rendeva la sua recita perfettamente credibile.
Tuttavia quelle visioni erano ancora imperfette. Qualcosa in quella stanza, o nella presenza di quell'uomo la collegava a Rasyel e le permetteva di entrare in contatto con la memoria di lei, ma non era ancora abbastanza. A lei servivano anche i ricordi di Ravus, perchè probabilmente era quell'uomo a possedere la chiave che Guisgard stava cercando.

"No, no..." esclamò con voce febbrile a quella richiesta dell'abate.

Indietreggiò, facendosi scudo con la mano.

"Parlate di segreto confessionale, ma voi lo sapete bene, padre, che ci sono segreti che voi stesso non sareste in grado di mantenere! Pensate... se questo bambino fosse una minaccia per qualcuno... se fosse, per esempio una minaccia per il ducato di Capomazda... ditemi, fino a che punto sareste disposto a rispettare il vostro mandato di confessore?"

La sua voce cresceva, si era fatta sempre più agitata. A quel punto gli andò vicino, fin quasi a sfiorarlo, quindi, scuotendo il capo con occhi nervosi, estrasse un pugnale dal suo stivale.

"No, padre... so che esistono per alcuni uomini valori più alti di un tale segreto... persino per uomini di chiesa come voi! Forse l'unico modo per essere sicura che nessuno vorrà il mio male, è farla finita, adesso!"

E mentre diceva questo, con la mano che le tremava vistosamente, puntò il pugnale al petto, proprio sotto lo sguardo di Ravus.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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Vecchio 18-06-2011, 04.00.57   #1390
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard fu condotto nella caserma dai tre cavalieri, che lo lasciarono in una sorta di saletta per le udienze.
Accanto alla porta d’ingresso vi erano due vecchie armature, mentre sulla porta opposta era appeso uno scudo con due spadini incrociati fra loro.
Il cavaliere attese abbastanza a lungo, senza che nessuno giungesse a portargli notizie.
E proprio quando cominciava a tradire insofferenza, qualcuno finalmente entrò nella saletta.
“Sir Guisgard…” disse il soldato “… il capitano vi attende.”
“Pensavo si fosse dimenticato di me.” Accennando un sorriso irriverente Guisgard.
Fu allora accompagnato nell’anticamera dove solitamente Monteguard riceveva le sue visite.
“Capitano, sir Gusgard è qui.” Annunciò il soldato.
“E chi diavolo sarebbe questo sir Guisgard?” Chiese quasi infastidito Monteguard, come se fosse stato interrotto da un qualcosa di molto importante.
“L’uomo che avevate chiesto di vedere, signore.”
“Vedere quest’uomo? E perché mai? Non so neanche chi diavolo sia!”
Guisgard intanto fissava il soffitto con un sorrisetto sul volto.
“Signore, è stato portato qui per vostro ordine.”
“Cosa ha fatto?” Chiese il capitano, come a voler rammentare la cosa.
“E’ accusato di aver preso parte ad un duello, signore.”
“Duello?” Intervenne Guisgard. “Io non ho fatto nessun duello qui a Capomazda!”
“Silenzio!” Tuonò Monteguard. “I prigionieri parlano solo quando sono interrogati!”
“Prigioniero? Io non ho fatto niente!”
“Portalo via!” Sbottò Monteguard. “Stare in gattabuia gli farà comprendere chi comanda qui!”
“Ma io non ho fatto nulla, maledizione!” Protestò Guisgard.
Cercò allora di agitarsi, ma subito arrivarono altri due soldati che, insieme a quello che era nell’anticamera, lo condussero via.
Guisgard urlò e si dimenò, ma i tre lo portarono a forza nella prigione della caserma, rinchiudendolo poi in una cella.
“Al diavolo, maledetti!” Gridò da dietro le sbarre, mentre i tre soldati andavano via.
“Capitano, è in cella.” Disse il soldato tornato da Monteguard.
“Bene…” mormorò questi “… una notte al fresco lo ammansirà, così da renderlo più propenso al dialogo quando, a Dio piacendo, domani gli parlerò.”
“Si, signore.” Battendo i tacchi il soldato e andando poi via.
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