I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

Grenden si limitò ad uno sguardo verso Gwen, senza replicare.
"Si, signora..." disse Elv "... siamo su una piccola isola e non corriamo il ischio di maniaci o assassini seriali... di certo il colpevole non potrà farla franca. Stia pure tranquilla, ho idea che le nostre indagini porteranno risultati molto presto." Sorridendole in modo caldo e rassicurante.

[Lady Gwen]

Ricambiai il calore del del sorriso di Bell.
"Ne sono certa!" aggiunsi, con aria sollevata, mentre Grenden non aveva risposto al mio commento, limitandosi a guardarmi e facendomi chiedere come mai, questa volta, non avesse colto l'occasione per rispondere a tono, come aveva fatto per tutta la cena.
"Per fortuna, Vivas rimane sempre viva e brulicante di gente, senza farsi abbattere da una tale notizia. Certamente, il turismo e tutta la struttura sociale ne risentirebbero."

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[Guisgard]

"Come darle torto, signora." Disse annuendo Elv a Gwen.
"Perdonatemi, ma temo che per me sia ora di andare." Fece Grenden.
"Vuole che le chiami un taxi, professore?" Chiese Stefan. "Ha già un alloggio qui sull'isola?"
"No, la ringrazio." Rispose lo scienziato. "Sarà piacevole fare 4 passi sotto il firmamento tropicale. quanto al mio alloggio, ho fatto prenotare una camera al solo albergo di quest'isola."
"Si, l'albergo La Rosa dei Venti, lo conosco." Annuì Stefan.
"Sarà meglio che vada ora..." Grenden "... grazie per l'invito, signor Stefan." Stringendole la mano.
Poi si avvicinò a Gwen.
"E' stata un'incantevole padrona di casa ed una degna Calipso, signora..." prendendo la mano di Gwen e sfiorandola con un bacio.
Nel farlo però lei sentì le labbra di lui schiudersi appena, quasi a volerle appena succhiare la pelle.
"Grazie ancora, signora." Lasciando la sua sua mano e fissandola in modo penetrante.
Poi andò via.

[Lady Gwen]

Sorrisi a Bell e un attimo dopo Grenden disse di dover tornare in albergo, dove aveva prenotato una camera.
Salutò tutti e quando toccò a me, baciandomi la mano, lo fece in un modo così impunito e sfacciato che, dovevo ammetterlo, mi accese all'istante.
"Lieta di avervi avuto fra noi, dottore" dissi solo, con un sorriso composto, come se quella momentanea parentesi fra noi non vi fosse mai stata.
Andò via ed io mi schiarii appena la gola, guardando i due.
"Voi immagino alloggiate alla caserma, è corretto, capitano?" sorridendo.

[Guisgard]

"Si, signora." Disse Elv a Gwen. "alloggio alla caserma per il momento, non avendo ancora avuto modo di trovare una sistemazione migliore. Probabilmente ci penserò appena troverò l'assassino dell'indigeno." Sorridendo. "Guardò poi il suo orologio da polso. "Temo però che adesso sia tardi... forse è meglio andare..." sorridendo ai 2 padroni di casa.

[Lady Gwen]

"Capisco. Vi auguro di poterlo fare al più presto, allora. Immagino sia una gran seccatura doversi accontentare di una sistemazione temporanea" annuii.
Poi, naturalmente, anche lui comprese di dover andare.
"Ma certo, capitano, non voglio farvi tardare. Grazie per averci raggiunti" con un caloroso sorriso.

[Guisgard]

Elv ringraziò e salutò Stefan per quella sera, poi si avvicinò a Gwen.
"Come sempre è un piacere tascorrere del tempo con lei, signora." Disse baciandole la mano con garbo. "Buonanotte." Ed andò via.
"Spero la serata si stata di tuo gradimento, cara." Stefan appena rimasti soli. "Hopiacere quando questa casa possa animarsi di ospiti così piacevoli. imili srate sono certo rompono la monotonia che tu tanti dosprezzi, vero?" Sorridendole.

[Lady Gwen]

Bell fu, come ormai era noto, più garbato di Grenden, di sicuro molto meno esplicito.
Tuttavia c'era qualcosa nei suoi occhi neri, qualcosa che ero tremendamente ansiosa di scoprire.
"E' stato anche per me un piacere avervi qui" con un sorriso ammaliante, prima che anche lui andasse via.
"Sicuro, Stefan. Non vedo, dopotutto, perchè mai la vita dovrebbe essere monotona, quando può essere piacevole, no?" con sorriso soave "e non ci è mai dispiaciuto ricevere ospiti, del resto."

[Guisgard]

"Sono lieto, mia cara, che i nostri 2 baldi ospiti abbiano un pò scacciato la monotonia questa sera." Disse Stefan a Gwen, versandosi da bere. "Mi chiedo quando li rivedrai..." fissandola.
I suoi occhi erano strani, vaghi, come se studiassero sua moglie.
"Credo che andò a letto... buonanotte, mia cara." E andò a dormire.

[Lady Gwen]

Sorrisi all'inizio della frase ed il mio sorriso rimase lì, congelato mentre proseguiva.
Non sapevo se essere più sorpresa o sollevata, anzi, stuzzicata probabilmente, dall'idea che Stefan avesse portato tutto alla luce del sole.
Forse, era arrivato il momento di farlo e dovevo semplicemente adeguarmi.
"Chi può dirlo..." risposi solo, cono tono pacato, mentre i suoi occhi mi studiavano.
Poi, andò a dormire ed io lo seguii, trovando davvero strano che per la seconda sera di seguito mi ritrovassi a dormire accanto a mio marito per più di un'ora prima dell'alba.