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Vecchio 09-11-2011, 18.08.42   #1071
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Sai cosa pensavo, mia bella sposa…” disse Carrinton alzando gli occhi al Cielo e continuando a stringere a sé Altea “… un poeta una volta scrisse che un bacio è capace di far perdere la memoria… allora ti bacerò e tu smarrirai ogni ricordo, perdendo anche queste odiose convinzioni con le quali mi parli…” sorrise e la baciò “… basta con questo voi e con i vari milord e mio signore…”
Prese allora il suo cavallo e con Altea galopparono verso il borgo dei pescatori.
Scesero lungo la scogliera, fino a quando scorsero le vivaci luci che si adagiavano sul calmo mare della sera.
Erano quelle del borgo dei pescatori.
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Vecchio 09-11-2011, 18.17.31   #1072
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“Cercate di non fare la furba con noi, madame!” Disse l’uomo ad Elisabeth. “Se hanno affidato a voi quel libro, allora significa che non siete una donna comune! Ci occorrono delle informazioni e voi risponderete ad ogni nostra domanda! Dunque niente scherzi! Avanti, raccontateci tutto ciò che riguarda quel libro… chi ha affidato a voi quel libro? E perché? E dove siete diretta?”
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Vecchio 09-11-2011, 18.53.36   #1073
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
" Voi affidereste qualcosa di veramente importante ad una donna ?......andiamo...fate la persona seria.....una donna.........credetemi anche se fosse....non vi dierei nulla.......a voi non avrei nulla da dirvi......"......Incominciai ad avere freddo....e a cantare una nenia....una vecchia canzone che accompagnava le notti in cui avevo il forte senso dell' abbandono...e il mio maestro mi accarezzava il capo.......e mi addormentavo serena............Emile......chissa' che penserai di me...forse che sono scappata via.......e invece per la prima volta..ero li' ad attendere un uomo........" Lasciatemi andare....la mia morte non vi servira' a nulla"....
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Vecchio 09-11-2011, 19.00.40   #1074
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
"ma...milord..iniziate già a impartirmi degli ordini? Non va bene cosi, e poi io non conosco il nome che vi ha dato i vostri natali, è incredibile." Per un momento quella perplessità ritornò, non conoscevo nemmeno il nome del mio consorte, ma non tralasciai apparire nel mio volto i miei pensieri.
Arrivammo al borgo del paesino dei marinari, l'aria profumava di sale e mare, quell'odore che cosi mi mancava. Attorno a noi c'era un gran fermento, pescatori al lavoro, dame che si affrettavano nelle vie del borgo, poi vidi una piccola locanda e dissi al mio amato di recarci in quel posto, volevo bere qualcosa di caldo. Le emozioni del giorno erano state troppo forti.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 09-11-2011, 19.03.09   #1075
Guisgard
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“Allora forse voi non siete la donna giusta…” mormorò quell’uomo mentre fissava Elisabeth “… forse ci siamo sbagliati e voi non sapete nulla di questa storia… liberatela.” Ordinò poi ai suoi due compagni.
“Dici sul serio?” Gli chiese uno dei due.
“Certo!” Annuì l’uomo. “Avanti, liberatela. Quanto a questo…” prendendo il libro dalla borsa “… è dunque un libro normale… un falso… posso anche bruciarlo…” e lo avvicinò alla fiamma del focolare.
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Vecchio 09-11-2011, 19.08.21   #1076
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Mi infilavo tra le persone e scivolavo sempre più avanti...
“Scusatemi, monsieur...” continuavo a ripetere “Chiedo perdono, madame... Monsieur, potrei passare? Perdonatemi...”
E così, lentamente, riuscii a raggiungere la transenna di legno che era stata montata per mantenere una via libera e consentire il passaggio della parata.
Per più di un’ora continuai a guardare quei bellimbusti che sfilavano rigidi e impettiti in quelle fiammanti divise... non avevo mai provato molta simpatia per chi marciava in rango e formazione, eseguendo gli ordini senza discutere... e tuttavia rimasi lì, continuando a veder passare bandiere, vessilli, stendardi... guardavo sfilare soldati e cavalieri, eppure i miei occhi non li vedevano davvero. I miei occhi continuavano ad intervalli regolari a correre più avanti, oltre la sfilata, dove si ergeva, proprio di fronte a me, il palco d’onore...
Non so quanti soldati passarono... mi parve che non finissero più... pensai che probabilmente stavano facendo sfilare tutta la cavalleria che la Repubblica aveva a disposizione... poi finalmente, al suono di trombe e di tamburi, i massimi vertici del partito comparvero sul palco...
Non saprei dire tutto ciò che passò nella mia mente nel vederlo avanzare in testa agli altri... lo sguardo fermo e sicuro, un sorriso compiaciuto sul volto... si fece avanti e la piazza esplose in grida ed acclamazioni... io tuttavia rimasi immobile, come pietrificata.
E improvvisamente, senza sapere da dove fosse uscito, un antico ricordo mi passò davanti agli occhi...

“...e poi, un giorno, il mulino che adesso è di mio padre, sarà tutto mio!” concluse orgogliosamente il ragazzino. Era biondo e minuto, e nella sua voce suonava quel candore che talvolta si incontra nelle anime semplici.
“Il mulino?” la bambina dai lucidi capelli neri lo squadrò con stupore “Beh... d’accordo, avrai il mulino... io invece desidero sposarmi e avere una casa con le pareti bianche ed il tetto rosso...”
“Tutte uguali voi donne! Tutte con queste sciocchezze!” la interruppe un ragazzo alto e robusto, con troppe lentiggini sul naso “Io invece partirò per mare... mi imbarcherò su una nave enorme, con vele grandi come la piazza di Colaubain...”
“Ah si?” lo zittì lei “ma se tu non l’hai neanche mai vista una nave così...”
La discussione andò avanti per un po’... sogni, desideri, speranze... di questo si parlava.
Soltanto due bambini erano rimasti in silenzio per tutto il tempo... Talia aveva troppe speranze e pochissime possibilità di realizzarle, data la sua condizione di orfana ospitata all’Istituto, mentre Philip aveva sogni troppo ambiziosi persino per venir espressi a parole...
All’improvviso lui si alzò.
“Hey Philip...” lo richiamò il ragazzino biondo e minuto, mentre l’altro era già sulla porta “Dove te ne vai?”
“A casa!” rispose, senza guardarlo.
“Perché? E’ presto, ancora...” obbiettò un altro, come se dalla partenza di Philip dipendesse la fine della riunione.
“Mi sono stancato di queste sciocchezze!” ribatté lui, secco come non era mai stato.
“Aspetta...” tentò una ragazza “Dicci almeno qual è il tuo sogno... Che cosa farai da grande? Tu non l’hai detto!”
Il ragazzo si bloccò sulla porta e per qualche istante rimase immobile e in silenzio, la testa china e la mano che stringeva convulsamente la maniglia...
Poi si voltò e fronteggiò i compagni, scrutandoli uno ad uno con quei suoi profondi occhi neri...
“Io diventerò qualcuno!” disse soltanto, con voce grave. Poi uscì.

Quel ricordo sfumò il un baleno e io mi ritrovai in quella piazza, in mezzo alla calca...
Sollevai gli occhi e li puntai su di lui... stava parlando... non era più il ragazzino ribelle e un po’ scontroso che avevo conosciuto, no, ora davanti a me c’era un uomo... eppure quella sua capacità di affabulare le persone, quel suo carisma non erano cambiati affatto... stava parlando, stava attraendo a sé tutta l’attenzione della folla con la stessa facilità con cui, anni prima, aveva diretto gli umori e le passioni di un gruppo di ragazzini che erano soliti incontrarsi in una vecchia capanna di pesca.

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“Fratelli, compagni!” Disse ad un certo punto, sempre attento a modulare la sua straordinaria dialettica. “Oggi un'altra tassello della giustizia invocata da secoli tornerà al suo posto… un altro di quei carnefici sarà oggi giustiziato davanti a voi…” si voltò verso il patibolo
Quelle parole, all’improvviso, mi riscossero da tutti quei pensieri...
Sgranai gli occhi, mentre lo sguardo mi cadeva su una figura incappucciata che veniva condotta davanti al boia...
Un’esecuzione?
Qualcosa dentro di me iniziò a gridare con una forza inaudita... immagini si sovrapposero nella mia mente, altre immagini, immagini dolorose... e per qualche momento mi mancò l’aria, tanto che barcollai e dovetti aggrapparmi alla transenna con tutta la forza che avevo.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 09-11-2011, 19.17.35   #1077
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Mi furono slegati i polsi....tra gli sguardi increduli dei due uomoni....e mentre me li massaggiavo..osservavo ogni movimento......sembrava tutto a rallentatore......se il libro bruxìciava...io avrei vissuto la stessa sorte.....ma se avessi rivelato i segreti della vita.....avrei rotto un giuramento......e durante il rito avevo giurato che piuttosto la morte...ma nessun profano poteva avvicinarsi alla sapienza.........mi avvicinai all'uomo mentre aveva tra le mani il libro...le fiamme mi si dipinsero sul volto.....erano calde...e il calore si stavano imprimendo sulla mia pelle......" Bruciatelo...se e' questo....quello che vi e' stato ordinato.....che Dio abbia pieta' della vostra anima se ne avete una..."
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Vecchio 09-11-2011, 19.42.18   #1078
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A quelle parole di Elisabeth, l’uomo la colpì violentemente.
“Sei furba allora…” mormorò, mentre la donna era a terra “… tenetela ferma…” disse ai suoi, mentre prese dal fuoco un ferro incandescente “… ora ti sfigurerò le carni, fino a perforarti le ossa… vedremo se ti si scioglierà la lingua…”
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Vecchio 09-11-2011, 19.58.25   #1079
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“Hai ragione…” sorridendo Carrinton “… pensavo che qualcuno ti avesse rivelato il mio nome… ma è giusto che sia io a farlo… mi chiamo Orlando di Wessex, XV conte di Carrinton…” e mostrò un lieve inchino ad Altea.
I due sposi erano così giunti al borgo dei pescatori.
Questo luogo, dallo stile pittoresco e vagamente basco, era abitato dai discendenti di alcuni mercanti spagnoli giunti in quelle terre tramite i commerci delle Fiandre.
Raccolti in quell’angolo di promontorio, tra il profumo di salsedine ed il vento che soffiava da Sud, vivevano come uno stormo di uccelli venuti chissà da dove, conservando fra loro gli antichi usi e costumi della loro terra.
Altea, alla vista di quella caratteristica locanda, aveva chiesto a suo marito di fermarsi lì.
Così, i due sposi entrarono in quel posto e subito il locandiere si avvicinò loro.
“Portateci qualcosa di caldo, che ammansisca la fatica dello spirito.”
“Ah, lasciatemi indovinare…” sorridendo l’uomo “… novelli sposi, vero?”
“Già” Rispose Carrinton.
“Posso consigliarvi qualcosa di speciale?”
“Sentiamo.”
“Stanotte, al porto, ci sarà una tradizionale festa…” spiegò il locandiere “… è detta Pesca di San Martino ed alla fine si concluderà con falò e pesce arrostito davanti al mare. Ci saranno suoni, canti e balli. L’ideale per due colombi innamorati.”
“Allora affrettatevi a servirci qualcosa di caldo, amico mio!” Esclamò Carrinton. “Così da non fare attendere troppo la Pesca di San Martino!”
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Vecchio 09-11-2011, 20.03.01   #1080
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L’uomo incappucciato fu fatto avanzare a spintoni verso il boia.
La folla esultava ed incitava che si eseguisse quella condanna.
“Costui…” avvicinandosi De Jeon al condannato “… era tra i più pericolosi dei nostri nemici… egli possedeva il dono della conoscenza e sapeva come spargere il suo veleno. Fu anche mio maestro all’Accademia del Parnaso.”
A quelle parole, molti restarono in silenzio.
“Ma è per amore del giusto” continuò De Jeon con la sua dialettica sempre più accesa “che l’allievo sa riconoscere il male che dimora nel suo maestro. E se anche costui mi ha fatto conoscere il frutto che conduce alla conoscenza, oggi sono pronto a sentenziare i suoi crimini.”
Di nuovo la folla esultò.
Tutto era pronto.
Talia osservava quella scena in balia di inquiete sensazioni.
Un rullo di tamburi sembrò destarla.
Il boia si avvicinò al condannato ed afferrò il suo cappuccio.
“Aspetta…” lo fermò De Jeon “… prima il popolo deve conoscere il suo nome… il nome dell’ex abate Adam de la Merci!”
De Jeon fece un cenno al boia e questi tirò via il cappuccio.
Qualcuno, incurante del volto del condannato, esultò tra la folla, ma ben presto, guardando gli sguardi stravolti dei leader Ginestrini, un silenzio irreale scese sulla piazza.
Il condannato non era padre Adam, ma il direttore del terribile carcere conosciuto come lo Chàteau de la Mèmorie Ancienne.
Nel vedere quel viso, pestato a sangue e messo lì al posto di padre Adam, De Jeon lanciò un grido.
Missan, invece, pochi passi più indietro, dopo un attimo di turbamento misto a stupore, chiamò a gran voce le guardie sul patibolo.
“Tradimento!” Urlò.
“Come è stato possibile?” Fissandolo De Jeon.
“Ecco come!” Rispose Missan fuori di sé, mostrando il petto del direttore tatuato con il simbolo del Giglio Verde. “Presto, chiudete tutte le strade e voglio posti di blocco ovunque! Fermate qualsiasi sospetto! Anche donne e bambini!”
Un attimo dopo ci fu il caos tra la folla.
Talia restò quasi travolta da quella marea umana che si disperdeva.
Ad un tratto qualcuno, afferrandola per un braccio, la portò via.
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