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Vecchio 01-02-2011, 02.38.48   #1061
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quegli scalini.
Scavati nella nuda pietra e consumati dal tempo, sembravano risalire a qualche epoca antichissima, prima ancora che la civiltà giungesse in questi luoghi.
In cima agli scalini si apriva un antro avvolto dalle tenebre più fitte.
E da esso non fuoriusciva nemmeno un suono, né un lamento, né un sospiro.
“Dukey, sei solo un vigliacco!” Accusò Guisgard.
“Non vedo per quale motivo dovrei rischiare la mia vita…” rispose Dukey “… se volete farvi sgozzare accomodatevi pure! Io non ci tengo affatto!”
“Per me puoi anche andare all’Inferno!” Urlò Guisgard.
“E noi ci siamo già in esso!
Quello ne è certo l’ingresso!”
Esclamò Iodix indicando l'antro alla fine degli scalini.
“Io vado…” mormorò Guisgard estraendo la sua spada “… chi ha paura può attendermi qui…”
Ma appena il cavaliere fu in cima agli scalini, dal buio di quell’antro emersero delle altrettante oscure figure.
“Gli uomini tatuati!” Gridò il Cappellano.
Cominciò allora una lotta furiosa tra tutti loro.
Grida e rumore di armi cominciarono ad echeggiare in quel luogo che fino a quel momento era sembrato incantato.
Ad un tratto però accadde qualcosa.
Dukey si avvicinò allora alle spalle di Guisgard, colpendolo alla testa e facendolo accasciare al suolo.
Poi prese con sé Lyan ed intimò al gruppo di fermarsi.
“Deponete le armi, bastardi! Fatelo subito o la mia spada affonderà nella gola di questa ragazzina come un coltello nel burro caldo!”
“Dukey, maledetto traditore!
Siete vigliacco ed impostore!”
Urlò Iodix.
“Siete uno di loro dunque…” mormorò incredulo il Cappellano.
“Ho cercato di dividervi” fece con un ghigno Dukey “ma tutto è risultato inutile… vorrà dire che morirete tutti insieme! Ora deponete le armi ed arrendetevi, se vi sta a cuore la vita di questa mocciosa!”
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Vecchio 01-02-2011, 03.32.15   #1062
Guisgard
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Intanto, nella cella di Cavaliere25 erano giunti i rumori della battaglia in lontananza.
Il giovane arciere aveva udito grida confuse e un caotico fragore.
Aveva cercato di comprendere la situazione, ma senza riuscirvi.
Cosa stava accadendo?
Era davvero una battaglia?
E chi stava combattendo?
Poi, all'improvviso tutto si fermò.
Come se lo scontro fosse già terminato.
E questi dubbi si unirono ai tormenti che già affliggevano Cavaliere25.
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Vecchio 01-02-2011, 11.04.10   #1063
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Lady Gaynor è sulla buona strada
"Siete ferita, milady..."
"Non è nulla..."
"Non abbiamo stoffa per bendare quella ferita..." aggiunse Guisgard, come se non l'avesse nemmeno sentita "... nè acqua per pulirla..."
"Ho qui questa benda pulita..." disse il Cappellano.
Gaynor si lasciò medicare, ma la sua mente era altrove. Si sentiva in preda ad uno strano turbamento che non aveva nulla a che fare con la recente battaglia o con la paura. Si, era turbata e non risuciva a capirne il motivo.
"Non morirà, tranquilli..." intervenne Dukey "... è immune da ogni infezione, visto il veleno che la sua lingua sa sputare!"
"E tu te ne intendi di veleni, vero? Serpe..."
"Allora? Cosa avete deciso?" Chiese spazientito Dukey. "Volete liberare lady Talia o dar retta a questa pazza visionaria? E poi l'avete sentita, no? L'ha detto lei stessa! Ha abbandonato suo marito ed è fuggita via! Volete davvero dar retta ad una donna simile?"
A queste parole Gaynor fece per scagliarsi contro Dukey, ma fu trattenuta per un braccio dal Cappellano, che si rivolse poi a Guisgard.
"Io non so chi dice il vero e chi il falso, ma anche io penso che gli uomini tatuati conoscano questa stanza... e potrebbero arrivare in qualsiasi momento..."
Queste parole fecero riflettere Guisgard che finalmente decise che il gruppo non si sarebbe sciolto. Si mossero tutti nella direzione indicata da Dukey, percorrendo un lungo corridoio fino a trovare una scalinata in pietra grezza. Il cavaliere salì i gradini, ma nella fitta oscurità di quel luogo maledetto sbucò fuori un consistente manipolo di uomini tatuati. Gaynor ebbe giusto il tempo di posare Lyan in terra prima che la battaglia fra loro si accendesse di nuovo. Stava combattendo con un solo pugnale, il secondo era nascosto nel suo stivale e non c'era stato nemmeno un secondo per potersi chinare a prenderlo. Quegli assassini erano forti e feroci, ma per fortuna la stazza impediva loro la stessa agilità di Gaynor, che riusciva così a schivare i loro colpi. D'improvviso la battaglia cessò e il gruppo vide con sgomento che Guisgard era in terra, colpito alla testa da quel traditore di Dukey. Con un rapidissimo gesto, prese Lyan e si rivolse al gruppo.
“Deponete le armi, bastardi! Fatelo subito o la mia spada affonderà nella gola di questa ragazzina come un coltello nel burro caldo!”
Alla vista della spada che premeva sulla gola di Lyan, a Gaynor si gelò il sangue nelle vene. Madre di Dio, ti prego, fa che non muoia...
“Ho cercato di dividervi, ma tutto è risultato inutile… vorrà dire che morirete tutti insieme! Ora deponete le armi ed arrendetevi, se vi sta a cuore la vita di questa mocciosa!”
Gaynor capì che circondata da tutti quei nemici e con Guisgard ancora a terra avrebbero potuto fare ben poco per cui, con una calma che stonava in quell'atmosfera carica di tensione, posò il suo pugnale in terra e si rivolse a Dukey.
"Ecco, ho fatto ciò che hai chiesto. Gli altri mi imiteranno subito, ma lascia andare la bambina. Prendi me al suo posto. Una vita vale l'altra, o no? Anzi, forse ti conviene, brutto verme schifoso, perchè sappi che se vedrò anche un solo graffio sulla piccola ti ucciderò con le mie mani. Probabilmente circondata come sono sarà il mio ultimo gesto, ma morirò con una soddisfazione che mai ho avuto prima nella vita, per cui attento a come ti muovi con Lyan. E sappi che se mai uscirò viva di qui, te la farò pagare anche per ciò che hai fatto e ancora stai facendo a Guisgard..."
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."

Ultima modifica di Lady Gaynor : 01-02-2011 alle ore 11.09.28.
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Vecchio 01-02-2011, 13.28.04   #1064
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cavaliere25 sarà presto famoso
Avevo perso qualsiasi speranza che qualcuno mi venisse a tirare fuori da quella cella umida e portarmi fuori da quel maledetto posto insieme alla fanciulla chissà dove era mi chiesi ero preoccupato più per lei che per me io se morivo non mi importava ma quella fanciulla doveva rimanere viva per tornare a casa e dimenticare questa brutta storia
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fabrizio
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Vecchio 01-02-2011, 16.46.34   #1065
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Tenevo il volto basso e gli occhi fissi sul pavimento, ma la mia mente era lontana da lì… anni luce lontana da lì: legata ancora ad un cupo antro, vicina ad un cavaliere testardo e impulsivo che, per qualche oscura ragione, aveva scelto di aiutarmi nell’impresa più folle che io avessi mai intrapreso e al quale, per una altrettanto folle ragione, continuavano a volare i miei pensieri…
La voce del principe mi riportò in quella sala…
‘…il tuo desiderio più grande…’ aveva detto ‘la tua gioia più bella…’
E per un istante la mia mente volò di nuovo via a cercare quella di Guisgard, ormai così lontana…
Fu lo sguardo infuocato di Guxio, che mi sentivo addosso, a ricordarmi che era probabilmente proprio per lui se ero finita lì a fare quello che stavo facendo…
Così alzai gli occhi sul principe, ma di malavoglia: infatti, se mai ero riuscita a mentirgli, mi chiesi come avrei potuto farlo ora… e tuttavia, incrociando il suo sguardo, un lontano ricordo mi attraversò la mente alla velocità della luce.

“E’ così semplice…” mi disse Eileen con un mezzo sorriso “Tutto quello che devi fare è tenere il tuo re lontano dagli avversari!”
La osservai muovere rapidamente le mani sulla scacchiera e spostare di qualche casella uno dei suoi pezzi, facendo volare via un pedone nero…
Sospirai… quel gioco proprio non faceva per me!
“Allora, come va, Talia?” disse ad un tratto una voce alle mie spalle “Stai migliorando?”
Mi voltai di scatto e vidi il principe entrare nella stanza, così mi alzai e feci un piccolo inchino: “Temo di no, milord!” mormorai “Nonostante tutti gli sforzi di Eileen, non sono molto abile!”
“Ciò soltanto perché si lascia dominare dalle emozioni!” intervenne la principessa, alzandosi per andare a posare un bacio sulla guancia di suo padre “Non riesce a gestire le cose freddamente: vuole muovere in fretta e finisce sempre per lasciare qualcosa al caso!”
Il principe sorrise: “Capisco…”
“Per aiutarla ad imparare…” proseguì Eileen dopo un istante “Ho anche assegnato dei ruoli ai diversi pezzi! Ad esempio, papà, tu sei questo: il re bianco!”
Il principe mi lanciò un’occhiata divertita, poi tornò a guardare sua figlia: “Molto interessante! E tu quale sei?”
“Io sono la regina bianca!” rispose lei “A Talia ho assegnato la torre bianca e il cavallo bianco è suo padre!”
“Il cavallo bianco?” rise lord Frigoros “Sir Geoffrey ne sarà lusingato… devo dirglielo!”
Per un istante restammo in silenzio mentre il principe continuava a studiare la scacchiera con aria ilare, infine chiese a sua figlia: “E questo, tesoro? Il re nero? Quale pericoloso avversario hai scelto per il tuo povero padre?”
Io e Eileen ci scambiammo un’occhiata fuggevole… sapevamo entrambe che il principe non avrebbe gradito la risposta e io stavo vivamente sperando che gliel’avrebbe taciuta.
Lei, invece, osservò suo padre per un attimo poi, tornando a sedersi con disinvoltura, disse: “Il re nero è Guxio!”
Per un momento nella stanza, l’ampia e ricca camera privata di Eileen, non volò una mosca… il principe, apparentemente senza parole, muoveva alternativamente gli occhi tra lei e me, come a cercare conferma di quanto aveva appena udito…
“Eileen!” esclamò infine, inspirando forte per l’indignazione “Ma che cosa dici? Come ti vengono simili idee? Guxio è il mio più fedele e più devoto consigliere!”
“A me non piace!” sentenziò lei, in tono quasi noncurante “Lo trovo antipatico!”
“Basta così!” la interruppe lui “Non ascolterò altre assurdità simili! E stammi bene a sentire: questa conversazione non uscirà da questa stanza. Non voglio che il povero Guxio venga a sapere di questo tuo sciocco ostruzionismo! Inoltre, da adesso in poi…” soggiunse, puntando il dito verso entrambe “Vi proibisco di tornare mai più sull’argomento!”
Lì si concluse il discorse e nessuno dei tre ne fece mai più menzione, tuttavia Guxio continuò ad essere ‘il re nero’ nei discorsi bisbigliati tra me e Eileen… ed ero abbastanza certa che il principe lo sapesse.

Alzai il viso, dunque, e i miei occhi incrociarono quelli del principe…
“Avete ragione, milord…” mormorai “E dovete perdonarmi… temo che le recenti esperienze mi abbiano un poco scossa!”
Tenevo i miei occhi fissi nei suoi: “Voi mi conoscete, mio signore, e sapete che talvolta mi lascio dominare dalle emozioni… persino in quel gioco, rammentate? Il re nero mangiava sempre la mia regina bianca, faceva fuori il cavallo e bloccava la torre tenendo sotto scacco i miei pezzi migliori! Difficile batterlo senza perdere qualcuno di quei pezzi, dato che i suoi erano ovunque! Rammentate quel gioco, milord?”
Feci una breve pausa, durante la quale i miei occhi in quelli del principe avrebbero voluto dire mille cose… ma in quell’istante notai anche un’incertezza nello sguardo di Guxio, così mi affrettai ad inchinarmi di nuovo…
“Vi prego, mio signore, concedetemi il vostro consenso…” dissi… poi, non senza una punta di perfida ironia, soggiunsi “Concedetemelo, così che io possa ricambiare sir Bumin con lo stesso sentimento che egli riserva a me!”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 02-02-2011, 03.27.08   #1066
Morrigan
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
La lotta era furiosa, e lo stretto passaggio in cui erano stato costretti rendeva il tutto più concitato, drammatico e confusionario.
Il rumore delle spade sembrava amplificarsi in quelle volte, ferire le orecchie, mentre gli sguardi si facevano più attenti, cercando di vedere bene il nemico in quella semi oscurità.

D'un tratto Dukey colpì Guisgard a tradimento.
Il cavaliere si accasciò al suolo, e per un istante Morven esitò nell'assestare un colpo, distratto da quell'imprevisto, ma non ebbe il tempo di far nulla, perchè, rapido come un lampo, Dukey afferrò Lyan e cominciò ad urlare.

“Deponete le armi, bastardi! Fatelo subito o la mia spada affonderà nella gola di questa ragazzina come un coltello nel burro caldo!”

Morven arretrò e smise di attaccare, ma teneva ancora ben stretta Samsagra tra le sue mani. Le sue dita si torsero ancor di più attorno all'elsa della spada... non aveva alcuna intenzione di abbandonarla... non aveva alcuna intenzione di arrendersi... no, a quel bifolco, traditore, viscido, arrogante! No!
Cominciò ad arrovellarsi attorno ad un pensiero... che posso fare, che posso fare?... quella frase sembrava quasi una litania ossessiva nella sua mente, mentre si sforzava di pensare il più velocemente possibile, e i suoi occhi si spostavano rapidissimi intorno, alla ricerca di qualcosa che potesse fornirgli una possibile soluzione.
Fu in quel momento che Gaynor, posò con estrema cautela il pugnale sul pavimento, e con la stessa calma soprannaturale cominciò a parlare a Dukey, fissandolo dritto negli occhi.

"Ecco, ho fatto ciò che hai chiesto" aveva cominciato "Gli altri mi imiteranno subito, ma lascia andare la bambina. Prendi me al suo posto..."

Sì, era perfetto. Quel lungo discorso pacato avrebbe distratto Dukey almeno per qualche istante, giusto il tempo di poter agire.
Se fosse riuscito in qualche modo a lanciare Samsagra contro quel manigoldo, se fosse riuscito anche soltanto a coglierlo di sorpresa e a ferirlo, anche superficialmente, forse il dolore e lo stupore avrebbero spinto Dukey a mollare la presa sulla bambina, e questo avrebbe permesso loro di recuperarla. Questa non era certo una soluzione a quella spiacevole situazione, ma forse avrebbe permesso loro di tenere le armi e di non dover cedere a quel vile ricatto.
Era una mossa avventata, ne era ben cosciente, ma d'altra parte, vista la situazione in cui si trovavano, non aveva nemmeno nulla da perdere.
Così, mentre la dama continuava a parlare, Morven abbassò il braccio, e fece scivolare giù l'elsa di Samsagra, come se avesse voluto imitare il gesto di Gaynor, e abbandonare a sua volta la spada ai suoi piedi.
Ma quando lasciò l'elsa, si fece scivolare tra le dita la lunga dragona e ne attorcigliò le estremità alla mano.
Tenendola così legata, con un rapido scatto del braccio, lanciò la spada contro le gambe di Dukey.

La lama sibilò rapida e un bagliore tagliò l'aria.
La spada colpì con la punta il suo bersaglio, incise la carne, quindi roteando scivolò nuovamente verso il suo padrone, che fu pronto a ghermirla.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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Vecchio 02-02-2011, 04.20.15   #1067
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il grido di dolore di Dukey e la sua gamba ferita.
La piccola Lyan si ritrovò così a terra.
Ma la paura la bloccò.
Non piangeva nemmeno più.
E subito fu presa da uno degli uomini tatuati.
"Volete che la sgozzi davanti a loro, mio signore?"
Chiese tenendo stretta la bambina.
"Grandissimo bastardo!" Esclamò Dukey verso Morven e tenendosi la gamba sanguinante. "Volevi fare l'eroe, vero?"
Estrasse la spada e la puntò contro il volto di Lyan.
"Mi basta farle penetrare" continuò ansimando per il dolore "la spada di qualche centimetro in mezzo alla fronte ed i suoi occhietti schizzeranno via come palline di vetro! Ma non accadrà... oh, no... lei, come tutti voi, morirà, certo... ma lentamente e con dolore... e ora lascia cadere quella maledettissima spada o davvero sgozzerò come un maiale uno a caso fra voi!"
In quell'istante altri uomini tatuati raggiunsero i precedenti ed il gruppo si ritrovò circondato da un nemico cinque volte superiore per numero.
"Aiuto! Chiedo pietà!
Salvatemi o mi infilzerà!"
"Un tuo cenno" disse l'Ataro che aveva preso Iodix a Dukey "e questo buffone si ritroverà la gola lacerata mortalmente!"
"Visto, grande eroe? Decidi tu cosa farne di quel goffo giullare..." fece Dukey a Morven "... continua ad impugnare la tua spada e lui sarà scaraventato tanto rumorosamente all'Inferno da svegliare anche il più addormentato dei demoni che lo abitano! Tanto, uno stolto giullare può benissimo perire di spada... sacrificarlo nel rituale sarebbe quasi uno spreco! Avanti, decidi tu, cavaliere..."
"Gettate quell'arma, Morven!" Lo supplicò il Cappellano. "Avete tentato... ma sono troppi e ci tengono in pugno..."
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Vecchio 02-02-2011, 04.55.22   #1068
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La fattoria sorgeva in un vasto spiazzo, all'ombra di alti alberi, mentre dal vicino ruscello giungevano limpidi bagliori generati dallo scorrere dell'acqua sotto quel luminoso Sole.
Cavaliere25 tornava dalla foresta dove aveva cacciato alcune lepri.
Il suo arrivo fu annunciato dall'incessante abbaiare del suo cane.
"Dugh, qui!" Gridò il ragazzo. "Smettila e sta buono!"
La giovane Giselide si affacciò dalla finestra di casa sorridendo.
Cavaliere25 raggiunse allora il ruscello e vi immerse le mani, trovando un tenero refrigerio.
Ad un tratto udì una poderosa cavalcata.
Il fedele Dugh ricominciò ad abbaiare forte, per poi zittirsi all'improvviso.
Una sagoma emerse allora in lontananza e rapida raggiunse Cavaliere25.
Era un grosso cavaliere, completamente ricoperto di una spessa corazza.
Una corazza dai riflessi Vermigli.
"Dov'è mia figlia?" Chiese al giovane arciere.
"E' in casa..." indicò questi.
Il Cavaliere allora sfondò la porta di casa ed entrò col cavallo al suo interno.
E dopo qualche istante lanciò un grido di disumana disperazione.
Cavaliere25, dopo un attimo di smarrimento, corse dentro anch'egli.
E vide quell'orrendo spettacolo.
La giovane Giselide era inchiodata nuda sulla tavola, sventrata e col corpo completamente coperto da tagli e percosse.
Aveva il volto stravolto e contratto.
"Chi ha fatto questo?" Urlò il Cavaliere Vermiglio. "In Nome del Cielo... chi ha potuto questo?"
La ragazza allora si voltò.
"E' stato lui!" Indicando Cavaliere25.
"Maledetto!" Gridò come impazzito il cavaliere.
Ed estratta la spada colpì con violenza il giovane arciere.

In quel momento Cavaliere25 saltò su.
Il volto era coperto dal sudore ed il suo respiro appariva irregolare.
Si guardò intorno e riconobbe la cella in cui era stato imprigionato.
Solo dopo qualche istante comprese di aver avuto un terribile incubo.
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Vecchio 02-02-2011, 05.17.54   #1069
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Intanto, al palazzo di Cartignone, Frigoros aveva riabbracciato Talia.
L'uomo fissò per un qualche istante la ragazza.
I suoi grandi occhi quasi avvolgevano quelli di lei, che sembravano volersi abbandonare in quelli del vecchio principe.
“Va tutto bene, piccola mia?”
Così era solito chiamarla sin dalla sua infanzia.
E col tempo nulla era cambiato per Frigoros.
Soprattutto dopo la morte di Eileen.
Con la mano accarezzò il volto di Talia e lo sollevò piano, quasi a voler unire ancora di più i loro sguardi.
“Milord…” intervenne Guxio “… lady Talia ha assistito a scene terribili… è stata molto provata da ciò che è accaduto… ora deve solo riposarsi…”
“E’ vero…” rispose Frigoros senza però smettere di fissare la ragazza “… ora un bel riposo è ciò che occorre… se vorrai parlarmi sai dove trovarmi…” aggiunse baciandola sulla fronte.
Fece cenno ad alcuni servitori che subito accompagnarono la ragazza nei suoi appartamenti.
E quando vi giunse trovò ad accoglierla un letto morbido per dar sollievo a quella dolorosa stanchezza.
Una stanchezza che però attanagliava più il cuore e l’anima, che il corpo stesso.



Poco dopo, in un’altra stanza del palazzo, due figure inquiete parlavano fra loro.
“Non mi piaceva lo sguardo con cui Frigoros guardava Talia…” mormorò Bumin mentre fissava la campagna di Cartignone da una finestra “… non so… ma mi sembrava perplesso…”
Guxio non rispose nulla, restando seduto con le dita incrociate.
“Per lui quella ragazza è come una figlia” aggiunse il cavaliere “e la conosce come pochi altri…”
“Sta tranquillo…” rispose Guxio, rompendo finalmente quel silenzio in cui sembrava essersi rinchiuso “… il buon Frigoros è afflitto da quella cosa che tutti definiscono bontà, ma che io chiamo solo debolezza… per molti una virtù, certo, ma inadeguata a chi è costretto a regnare sui suoi simili… il nostro Frigoros è incapace di vedere il male nelle persone che ama… egli è convinto che nel suo palazzo dominino lealtà ed onore…”
“Intendete dire” voltandosi Bumin “che non potrebbe mai sospettare di noi?”
“Mi crede un devoto consigliere…” rispose Guxio “… e questo è un vantaggio non da poco… e che io so sfruttare bene…”
“Ma se quella ragazza vuotasse il sacco sarebbe la sua parola contro la vostra!”
“La nostra bella dama non è affatto sciocca…” mormorò il chierico con una nota di sinistra sicurezza nella sua voce “… a Cartignone non vi è più un’armata fedele al vecchio Frigoros… i nostri adepti sono ovunque… potrei farlo avvelenare in questo stesso momento, o farlo sgozzare dal barbiere che crede tanto di fiducia, o magari strangolare nel sonno dal suo stesso medico personale… il mio potere è ovunque… abbiamo in scacco l’intera città…”
In quello stesso momento, Frigoros era assorto nei suoi pensieri.
Passeggiava insolitamente nervoso nella biblioteca e di tanto in tanto si fermava a gettare uno sguardo da una delle finestre.
Ripeté questa sorta di rituale più volte, fino a quando il suo sguardo si posò sulla scacchiera che aveva sul tavolo.
Prese il pezzo del re nero quando all’improvviso entrò un servitore.
Il signore di Cartignone fu colto da un attimo di smarrimento e lasciò cadere la pedina sulla scacchiera.
“Cosa vi occorre, milord?”
“Ecco…” rispose Frigoros dopo qualche istante “… quando lady Talia avrà riposato fatela venire da me… desidero parlarle…”
“Si, mio signore.”
E rimasto di nuovo solo, lo sguardo del vecchio principe tornò sulla scacchiera e vide allora che il re nero, cadendo, aveva rotto il re bianco.
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Mi guardai intorno spaventato e capi di aver fatto un bruttissimo sogno i brutti sogni iniziavano a farsi sentire nella mia testa non sapevo più che fare mi alzai e andai davanti alla porta della cella e cercai di aprirla sbattendogli contro prendendola a calci ma nulla non riuscivo a fare nulla le forze mi stavano sempre più abbandonando ero sfinito non dovevo mollare dovevo continuare a sperare che qualcuno mi avrebbe salvato.
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