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Vecchio 06-09-2012, 16.30.09   #1
Guisgard
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L'Aristotele Latino

Con il naufragio del Mondo Antico non crollano rovinosamente solo le istituzioni politiche ed economiche della civiltà Greco/Latina, ma anche gran parte della straordinaria cultura raggiunta fino a quel momento dal nostro Occidente. Il Medioevo, così, ignora gran parte degli straordinari livelli di conoscenza acquisiti dagli antichi, ritrovandosi dunque a ripartire da un stadio culturale nettamente inferiore, rispetto appunto all'antichità classica, con costumi, usi, consuetudini e modelli tornati spaventosamente rozzi e barbarici.
Gli intellettuali medioevali, allora, pian piano, riprenderanno la strada per riappropriarsi di buona parte di quella conoscenza perduta e solo dopo secoli tutto questo processo giungerà a mostrare i suoi frutti (XII- XV secolo).


Tuttavia, col tempo, sebbene la cultura Latina ritornerà ad affermarsi nel nostro Occidente (anche se in alcune zone, come l'Italia, essa non andrà mai veramente perduta), le cose andranno in modo diverso per quanto riguarda la cultura Greca.
Questo a causa della sostanziale e quasi assoluta ignoranza nell'Occidente Latino della lingua greca, conoscenza, questa, andata perduta proprio alla fine del Mondo Antico.
Severino Boezio per questo aveva a lungo cullato l'ambizioso intento di tradurre in latino tutto Aristotele e tutto Platone, progetto fallito a causa della disgrazia abbattutasi sul grande intellettuale.


Tuttavia, fino all'avvento delle traduzioni arabe in Occidente, Aristotele e Platone, anche se in minima parte, saranno conosciuti proprio grazie a questo lavoro di Boezio.
E appunto, per avere un'immissione massiccia e completa del pensiero di Aristotele nell'Europa Occidentale, bisogna attendere le traduzioni che proprio gli arabi fecero dal greco.
E così, nel XIII Secolo, avviene la grande rivoluzione culturale, che immettendo la dottrina aristotelica non solo nella filosofia e nella teologia, ma anche nel metodo di indagine e di studio che caratterizza il pensiero Occidentale, influenzando in maniera totale il modo di approcciarsi al sapere ed alla sua divulgazione, stravolge completamente la società dell'Europa Latina.
Queste traduzioni, giunte da noi in seguito alla conquista araba del Mediterraneo e della penisola Iberica, sono spesso accompagnate da commenti e glosse, rendendo ancora più particolare questo impatto del cosiddetto “Aristotele Latino” sulla nostra cultura.
Celebre, ad esempio, è il commento del filosofo arabo Averroè, citato anche da Dante Alighieri.


Tutto questo, come detto, scuote le fondamenta del pensiero Occidentale, trovando un fertile campo per germogliare soprattutto in ambienti universitari e scolastici.
E la rivoluzione culturale è totale.
Viene messa in dubbio, per la prima volta, “l'Autoritas”, ossia il binomio Testi Sacri-Padri della Chiesa e tutto viene dunque sottoposto ad un nuovo metodo di interpretazione.
I nemici della Tradizione e della Fede trovano così, nel pensiero aristotelico, un'arma potentissima per attaccare la cultura Cristiana e le autorità ecclesiastiche, tanto che i vertici della Chiesa più volte ammoniscono i fedeli dal seguire tali pericolose seduzioni.


Tuttavia, questa allarmante visione della situazione sembra in qualche modo non convincere una parte delle autorità ecclesiastiche.
I grandi maestri Domenicani, infatti, soprattutto nella figura di San Tommaso D'Aquino, il più grande filosofo medioevale e tra i più grandi di ogni tempo, non riescono a concepire come Aristotele, uno dei più grandi geni di ogni epoca, possa rivelarsi nocivo per la Fede Cristiana, che invece, al contrario, dovrebbe trarre forza da ogni forma di conoscenza.


San Tommaso riteneva impossibile che la Fede, perfetta ed assoluta, potesse in qualche modo temere pericoli o attacchi da parte di dottrine, come la filosofia e la teologia, nate invece per il suo studio e la sua comprensione.
I domenicani, così, decidono, a differenza del resto del mondo Cattolico, di combattere i nemici della Tradizione sul loro stesso campo, ossia lo studio di Aristotele.
Bisognava allora sottoporre l'intero pensiero di Aristotele ad un nuovo studio e ad una nuova analisi.
E per questo bisognava partire, per forze di cose, da quelle traduzioni arabe che avevano permesso all'Occidente Latino di conoscere finalmente le opere del grande filosofo greco.
San Tommaso e gli altri grandi maestri dell'ordine vedevano però in modo poco chiaro il corpo di queste traduzioni arabe; occorrevano dunque nuove traduzioni, stavolta più chiare, tradotte direttamente dal Greco al Latino.
Un'impresa titanica per quei tempi, ma doverosa, secondo lui, per conoscere in pieno il pensiero di Aristotele.
Egli incarica, allora, il suo confratello ed esperto di lingua greca Guglielmo di Moerbecke di tradurre in Latino Aristotele direttamente dalla sua lingua madre, senza la mediazione araba.


Guglielmo e i suoi collaboratori, così, mettono mano ad un grandioso lavoro di traduzione, dando al nostro Occidente una visione diretta, senza più l'intervento arabo, del pensiero aristotelico.
E in maniera sorprendente si scopre, così, come le traduzioni arabe di Aristotele siano tutt'altro che attendibili, infarcite di alterazioni ed errori sia involontari che volontari.
E cosa ancor più stupefacente, tutto questo trasforma Aristotele da nemico della Fede a vessillo di quest'ultima.
Infatti, riportando alla sua reale visione il pensiero del grande filosofo greco, i maestri domenicani, sconfessando gli alterati procedimenti aristotelici nati sullo slancio delle incerte traduzioni arabe, lo utilizzano come un potente strumento cognitivo da utilizzare per assicurare le argomentazioni della Fede.
In pratica giunge a compimento quel grandioso processo che iniziato sotto Sant'Agostino e continuato con Boezio, Cassiodoro, Isidoro di Siviglia e Beda il Venerabile, trasmetterà e tramuterà l'intera cultura classica in quella Cristiana medioevale, gettando così le basi della nostra cultura occidentale moderna.


Il grande scrittore Lattanzio scriveva: “Ogni disciplina e dottrina conosciuta, sia essa umana (ossia legata alle Lettere), sia essa naturale (ossia scientifica), altro non è che una costante ed infallibile testimonianza della perfezione della Creazione Divina.”
Concetto riaffermato dai più grandi studiosi di ogni tempo, come Alano di Lille, Gian Battista Vico, Galileo Galilei.
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Vecchio 07-09-2012, 19.29.17   #2
Altea
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Ho letto come sempre con grande attenzione e piacevolmente questo vostro scritto sir Guisgard.
Ma io sono anche un pò scettica..come facciamo noi a essere certi che pure la traduzione dei domenicani non sia stata fatta a favore della Chiesa? o con molti margini di errori? mentre quella araba poteva essere in parte veritiera?
Chissà..quali saranno state le basi per affermare che le traduzioni degli arabi di Aristotele dal greco al latino portavano errori? Non il fatto che fossero di religione diversa?
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 08-09-2012, 14.46.47   #3
Morris
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Morris è un gioiello nella rocciaMorris è un gioiello nella rocciaMorris è un gioiello nella rocciaMorris è un gioiello nella roccia
Immergersi nella storia è come sognare... entrambi non sono la realtà!
La cultura segue un percorso troppo veloce e si dimentica sempre degli uomini.
Ciò che dite, milady, lo condivido appieno, anzi .. mi meraviglia.. mi è sembrato un mio intervento.
Io conosco l'uomo... ed ho cercato sempre di evitare di esserlo.
Ammetto, Guisgard, ch'avete molta buona volontà... ma l'uomo non è altruista per natura.. e tutto ciò che ha costruito lo ha fatto soprattutto o soltanto per interesse!
L'Italia, culla della cultura mondiale.. cresce uomini di furbizia e malaffare internazionali.
D'accordo, sono esistiti grandi uomini... ma sono solo esistiti.

Sir Morris
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Vecchio 08-09-2012, 21.52.22   #4
elisabeth
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Sir Morris......e Lady Altea.....umilmente mi unisco al vostro pensiero......L'egoismo e l'interesse...sono materie importantissime anche in casi disperati...
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Vecchio 09-09-2012, 14.49.20   #5
Taliesin
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Cavaliere del Crepuscolo,
nel vostro intervento avete senza dubbio smascherato quella sensazione di allegria e di festa che contraddistinguono il vostro incedere sicuro anche negli argomenti più seri e severi, usando la spada dell'ironia con cui siete un abile combattente.

Ciò che dite colpisce veramente al cuore come un fendente di Damocle, la Storia, eterna maestra del nostro glorioso passato, di un paese che ha fatto l'Europa e che ha fatto discendere i barbari dagli alberi nelle dorate terme della civiltà, spesso, confrontandola con un presente di schimazzi e di ignobili parassiti, sembra relegata nella nebulosa Leggenda.

Cavaliere dell'Intelletto,
grazie per questo vostro ennesimo tuffo nell'apocrifo passato.

Milady Altea e Milady Elisabhet,
ditemi, voi che osservate la Storia attraverso il colore cristallino dei vostri cuori, è stato solo un Sogno...?

Taliesin, il bardo
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Vecchio 09-09-2012, 22.42.36   #6
Altea
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No..sir Taliesin, la storia non e' fantasia altrimenti dovremmo mettere in discussione tutto il passato..se Hitler fosse stato una fantasia non avremmo avuto morti orribili e innocenti ad esempio.
E' grazie alla Storia che possiamo metterci a tavolino, come ho fatto con sir Guisgard col suo bel trattato, e avere gradevoli spunti di..riflessione e non critica. Le mie domande sono spunti di riflessione che ovvio sorgono parlando di un periodo come il Medioevo dove vi era la paura di quella..diversità religiosa che potesse mettere in pericolo la Chiesa.
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Vecchio 10-09-2012, 01.05.38   #7
Morris
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E' facile, caro Taliesin, affermare l'ovvietà
Ciò che è più difficile è afferrarne la verità

E' facile, caro Bardo, contestare ogni cosa
Ciò che è più arduo è dimostrarne ogni posa

Dietro ogni sottile ironia si cela ogni mera serietà
Una seriosità stimolata dai fatti di questa realtà

Abbiate più rispetto del vostro leggendario intelletto
Non date mai nulla per scontato... amico mio diletto

__________________
[I][B][COLOR=red]Sir Morris[/COLOR][/B][/I]
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Vecchio 10-09-2012, 01.23.34   #8
Guisgard
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Originalmente inviato da Altea Visualizza messaggio
Ho letto come sempre con grande attenzione e piacevolmente questo vostro scritto sir Guisgard.
Ma io sono anche un pò scettica..come facciamo noi a essere certi che pure la traduzione dei domenicani non sia stata fatta a favore della Chiesa? o con molti margini di errori? mentre quella araba poteva essere in parte veritiera?
Chissà..quali saranno state le basi per affermare che le traduzioni degli arabi di Aristotele dal greco al latino portavano errori? Non il fatto che fossero di religione diversa?
Milady, Aristotele non è e non può essere usato come mezzo di propaganda religiosa.
Egli non era né Cristiano, né tanto meno Musulmano.
Nei suoi trattati e in tutto il suo pensiero sono presenti discipline come la filosofia e la teologia, che nel medioevo rappresentavano non solo un'unica fonte di studio, ma attorno ad esse ruotava tutta o quasi la conoscenza.
Le traduzioni arabe non erano attendibili per il semplice motivo che non rappresentavano, nell'ottica delle esigenze dei latini, un lavoro diretto con il greco.
Traduzioni invece dirette dal greco al latino permettevano di superare le alterazioni e gli errori arabi che questa diciamo “doppia mano”, alla quale erano state sottoposte, aveva generato, rendendo faziosi la lettura e lo studio del pensiero aristotelico.
I Domenicani perciò non diedero vita a traduzioni “di parte” (essendo questi lavori accettati e adoperati anche nei secoli successivi) per “tirare acqua” al proprio mulino, ma fornirono testi finalmente coerenti, per avere una chiave di lettura attendibile del grande filosofo greco.
Ed è testimonianza di questo il fatto che le autorità della Chiesa in principio non solo non appoggiarono questa volontà dei Domenicani di studiare Aristotele, ma criticarono con decisione il loro straordinario lavoro (e infatti un altro grande ordine religioso, quello dei Francescani, deciderà di seguire tutt'altra strada, ben diversa da quella battuta dai Domenicani, rifacendosi ai grandi principi spiritualistici della Teologia Monastica alto medioevale).
Lavoro che poi ha ridato al nostro Occidente e alla cultura Latina una visione corretta e priva di incertezze del pensiero aristotelico.
Come vedete dunque, milady, non si tratta di una “guerra di ideologie religiose”, ma solo la volontà di fornire al nostro Occidente traduzioni dirette e non più ricavate attraverso strade secondari.
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Vecchio 10-09-2012, 13.02.24   #9
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
La storia diventa storia, quando il tempo ha dato il passo alla scrittura, e dove c'e' lo scrivere c'e' il mondo del pensiero....filosofi, storici.....nessuno dubita, di cio' che e' successo nel passato, dipinti...cantori leggende......ma permettetemi di pensare, che e' sempre stata la mano dell'uomo a scrivere ed e' per questo che la storia e' stata vista da chi l'ha scritta...coloro che traducevano,alle volte omettevano o traducevano secondo i dettami del proprio credo, che fosse esso politico o religioso...........quindi e' tempo di dire ...che solo chi ha vissuto nelle varie epoche puo' dire cio' che e' vero e cio' che e' falso.....
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Vecchio 10-09-2012, 13.51.43   #10
Taliesin
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...che solo chi ha vissuto nelle varie epoche puo' dire cio' che e' vero e cio' che e' falso...

Nella mia immensa presunzione di essere facimente compreso, questa è la risposta che attendevo alla mia domanda.
Grazie Milady Elisabeth.

Taliesin, il bardo
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