I racconti del Bianco e del nero

[Lady Gwen]

"Ho visto un quadro, alla villa" dissi allora.
"Lo tengono nascosto, una stanza apparentemente inaccessibile a chiunque, se non ai padroni di casa e al maggiordomo. Sono entrata di nascosto, quando siamo arrivati e ho visto questo quadro assurdo, abominevole, raccapricciante. Non so cosa sia e se basta per iniziare a cercare prove su Erbert, ma dato che Goz ha nominato quella pittrice, che pare si sia tolta la vita a causa sua, potrebbe esserci un collegamento" snocciolai poi.


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[Destresya]

Lo ripeteva ancora.
Che cosa voleva dire?
Possedere anche me... perchè, chi aveva posseduto?
I bambini? Quelle erano voci di bambini.
Che cosa strana.
Non me lo riuscivo a spiegare.
E io detestavo le cose che non mi riuscivo a spiegare.
Ma poi accadde qualcosa di ancora peggiore: il bambino che mi chiamava dal cortile.
Possibile?
Ma non era morto?
Beh, lo sarebbe stato presto, se mi aveva visto ammazzare la madre.
Altro che capitan Gaio.
Ad ogni modo, non potei far altro che guardare dalla finestra verso il giardino dove c'era il pozzo e da dove proveniva la voce del bambino.

[Guisgard]

Ester guardò il pozzo.
Non c'era nessuno.
Cominciava intanto ad albeggiare e poco dopo sentì un'auto arrivare.
La macchina si fermò e scese un uomo.
Bussò alla porta.
Era il panettiere.
Nel frattempo Gwen era in auto con Gan.
"Perchè" disse lui "sospetti che il ritratto sia di Erbert? E se fosse invece di Elv?" Guidando.

[Lady Gwen]

"Non ho detto che il ritratto è di Erbert. Ho solo fatto un collegamento automatico fra ciò che ha detto Goz e ciò che ho visto. Non so, Elv mi sembra estraneo alla faccenda. Inoltre, quando Erbert mi ha dato quell'unguento per il collo, mi ha detto di tenere presente nelle indagini che in questa campagna custodiscono tutti dei vecchi segreti. Insomma, non so, Goz per una volta potrebbe non aver detto una cavolata, ecco..." ormai mi aveva messo la pulce nell'orecchio e non c'era verso di toglierla, tranne un'improvvisa prova lampante che lo scagionasse del tutto.

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[Guisgard]

"Spero che il tuo intuito abbia fatto centro, Gwen." Disse annuendo Gan.
Arrivarono all'albeggiare alla villa.
Il maggiordomo si era alzato da poco e aprì il cancello per farli entrare.

[Lady Gwen]

"Lo spero anch'io... Anche se, da un lato, vorrei evitare di dover dire ad Elv che suo fratello è un assassino..." sospirai, mentre era già l'albeggiare ed il maggiordomo ci permetteva di entrare.
"E non so tu, ma l'unica cosa che voglio fare ora, è dormire fino all'ora di pranzo, maledizione..." sbuffando stancamente.

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[Guisgard]

"Si, cerchiamo di dormire un pò..." disse Gan a Gwen "... saremo più lucidi... buon riposo allora." E si separarono.
Dirigendosi berso la sua stanza Gwen però sentì uno strano odore.
Quasi da laboratorio chimico.

[Lady Gwen]

Annuii a Gan e mi diressi verso la mia camera.
Lungo la strada, però, sentii uno strano odore.
Come qualcosa di chimico.
Non sapevo bene come spiegarmelo, ma visto che c'ero ed ero maledettamente curiosa, decisi di seguire quella strana scia e scoprire di cosa si trattasse.

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[Guisgard]

Gwen decise di seguire quell'odore.
Iniziò a seguire la scia e arrivò ad una scalinata secondaria che scendeva su un pianerottolo al buio.
Era un odore artificiale, di sostenze come sintetiche.

[Lady Gwen]

Seguii l'odore, che ora dava l'idea di essere qualcosa di sintetico e quello mi portò ad un pianerottolo piuttosto buio, a cui si accedeva tramite una scalinata che non avevo visto fin'ora.
Il mio sesto senso da poliziotta mi diceva che non sarei dovuta scendere lì sotto.
E fu per quello che lo feci.
Iniziai a scendere i gradini uno dopo l'altro, con passo felpato e silenzioso.

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