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Vecchio 18-01-2021, 22.14.47   #291
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
In realtà altri due frammenti, milady.
E in vase alle preferenze di tutte voi alla fine deciderò quale fare dei tre
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Vecchio 18-01-2021, 22.38.17   #292
Destresya
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Destresya è sulla buona strada
Non vedo l'ora di leggere i prossimi frammenti!!!
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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Vecchio 19-01-2021, 00.10.30   #293
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Ecco il secondo frammento...

Era diverso tempo che il cielo di giorno appariva grigio e senza Sole, mentre di sera e di notte di un rosso vivo come se l’aria bruciasse in continuazione. Il grande corso d’acqua che attraversava la vallata si era parecchio abbassato e quasi sempre qualche incendio si sviluppava tutt’intorno, facendo essiccare le poche bacche e le sporadiche radici che ormai spuntavano sempre più raramente dalla terra arida. Il cibo scarseggiava sempre più nella vallata e l’aria si faceva continuamente più pesante, quasi irrespirabile. Occhio-lungo ed i suoi compagni, rintanati nelle loro caverne per nascondersi dalle belve feroci giunte nella vallata in cerca di cibo, non immaginavano che a migliaia di chilometri da loro, ben oltre un oceano neanche concepibile per loro, una devastante catastrofe stava mutando il clima del pianeta e portando molte specie viventi, tra cui anche l’uomo, sull’orlo dell’estinzione. Infatti un vulcano su un’isola dall’altra parte della Terra aveva causato probabilmente la più devastante eruzione degli ultimi migliaia di anni, mettendo il mondo intero in ginocchio. Ma Occhio-lungo ed i suoi compagni non potevano saperlo. Lui guardava il cielo rosso e fiammeggiante, martoriato dai crampi della fame e sperando che nessuna belva feroce avrebbe attaccato la sua caverna. Luna-bianca, la sua compagna, dormiva poco distante da lui insieme ai piccoli. Erano riusciti a prendere sonno nonostante la fame, mentre lui invece era ancora lì immobile ed in silenzio. Sembrava attendere un segnale. Poi ad un tratto, nel cado silenzio della notte, scoppiarono le grida di Dente-nero e dei suoi fratelli. La loro grotta era stata assalita dai ruggiti di una bestia feroce e la lotta apparve subito disperata. Occhio-lungo restò ad ascoltare, con gli occhi fissi nel buio vermiglio di quella notte, fino a quando le grida strazianti di Dente-nero e dei suoi fratelli non cessarono. Poi solo il fruscio delle carcasse che la bestie feroce portava via. Ora anche Occhio-lungo avrebbe potuto riposare. Anche questa notte sarebbe trascorsa. Raggiunse Luna-bianca addormentata per stendersi con lei, quando qualcosa attrasse la sua attenzione. Subito raggiunse l’ingresso della caverna, guardando fuori, verso il centro della vallata. Aveva udito un rumore sordo, come un grosso masso si fosse staccato e frantumato al suolo. Fissò ancora per un po’ il buio rossastro, ma poi tornò dalla sua compagna e si addormentò. Quando al mattino si svegliò e lasciò la caverna per abbeverarsi lo vide. Era appena davanti l’ingresso della spelonca, a poca distanza dal corso d’acqua. Si trattava di qualcosa per lui indescrivibile. Un’enorme e perfetta sfera bianca, apparentemente dal peso straordinario e dalla circonferenza di almeno 10 metri si trovava di fronte a lui. Occhio-lungo dopo un attimo di stupore si avvicinò. Titubante poi la toccò. Era liscia, levigata e freddissima. Toccandola dava quasi sollievo dalla calura insopportabile. Nel momento in cui l’ebbe sfiorata, quella sfera parve cambiare colore. Fu un attimo, simile ad un bagliore, poi più nulla. Oltre la vallata, presso il promontorio, Occhio-lungo ed i suoi compagni sapevano che vi era più cibo e più acqua, ma quella era terra di Muso-rotto e dei suoi fratelli. Erano tanti, grossi e sazi. Poi avevano i loro lunghi bastoni fiammeggianti. Contro quelli Occhio-lungo ed i suoi non avrebbero potuto nulla. Erano stanchi, affamati e deboli. Guardò ancora la strana sfera bianca. E di nuovo la toccò. Non era più fredda, come se gli effetti causati dal suo viaggio di milioni di anni si fossero esauriti. Ma la sfera mutò nuovamente colore. Occhio-lungo tolse via la mano, ora incuriosito e sentì qualcosa. Come un misto di immagini e suoi. In un istante infinitesimale vide Muso-rotto, i suoi fratelli e le loro donne attorno al fuoco. Loro sapevano raccoglierlo e conservarlo, sebbene ignoravano come accenderlo. Col fuoco poi accendevano i loro lunghi bastoni, rendendoli invincibili. Occhio-lungo li vide ancora, tutti intorno al fuoco a mangiare. Uno dei loro era morto. Li vide mentre scavavano una buca, per poi metterci dentro il cadavere. Sparsero poi nella fossa delle erbe e dei fiori, recitarono qualcosa ed infine ricoprirono di terra la buca. Tutto ciò vide Occhio-lungo mentre toccava la misteriosa sfera bianca. Restò lì a lungo, fino a sera quasi, poi tornò nella grotta a dormire. Tornò dalla sfera anche l’indomani e ancora per giorni e giorni. Toccandola continuava a vedere Muso-rotto ed i suoi mentre cacciavano, si sedevano intorno al fuoco e mangiavano. Vide diversi tumuli di terra tutt’intorno, dove avevano seppellito la loro gente. Un giorno, toccando la sfera, Occhio-lungo vide di nuovo Muso-rotto, ma in procinto di partire con i suoi fratelli ed armati con i loro bastoni di fuoco. Ora le loro grotte erano indifese, abitate solo da donne e bambini. Anche se stanchi ed affamati Occhio-lungo comprese che era quello il momento suo e dei suoi compagni. Li radunò e raggiunsero il promontorio sotto un cielo grigio ed immutabile. Arrivarono alle grotte dei rivali, davanti alle quali ardeva il fuoco. Nessuno dei suoi compagni ebbe il coraggio di avvicinarsi e raccogliere uno dei rami che bruciavano . Solo Occhio-lungo lo fece. Lanciò un grido e poi corse in una delle caverne, dove assalì ed uccise le donne ed i bambini. Davanti a ciò anche gli altri presero coraggio e raccogliendo i rami infuocati si lanciarono nelle altre grotte, massacrando le donne e i bambini che vi vivano. Solo qualcuna fu risparmiata e usata al momento per accoppiarsi. Poi mentre i suoi compagni portavano via il cibo, Occhio-lungo ripensò alla sfera bianca. Come obbedendo ad un impulso, a quasi un ordine, si voltò verso i tumuli di terra, li raggiunse e col suo bastone iniziò toglierne da sopra il terreno. Scoprì così i cadaveri e col fuoco ne fece scempio. Avevano attaccato Muso-rotto ed i suoi fratelli che veneravano i morti. Lanciò un grido di battaglia, trionfante. Poi con i suoi compagni tornarono nella vallata. Il giorno dopo, al mattino, Occhio-lungo lasciò la sua caverna e raggiunse il corso d’acqua. Ma la misteriosa sfera bianca non c’era più.

Nel complesso scientifico della Cittadella delle Scienze di Afragolopolis, il professor Padal stava tenendo un’importante conferenza che avrebbe rivoluzionato nel modo più profondo la tecnologia mondiale, ma avrebbe anche stravolto la visione che l’uomo aveva riguardo il passato ed il futuro. Il giovane scienziato infatti stava mostrando al mondo accademico i suoi ultimi studi riguardo una sensazionale scoperta. Si trattava delle Particelle Kairos. Esse. perennemente in movimento, equilibravano i flussi quantistici che bilanciano i rapporti tra carica, massa e spazio-tempo. Attraverso un complesso algoritmo Padal stava svelando al mondo come teoricamente fosse possibile viaggiare nel Tempo.
“Lei vuol prenderci in giro forse, professor Padal.” Disse uno degli scienziati presenti. “Il Tempo non esiste.”
“E’ vero!” Un altro. “Lo diceva anche Einstein!”
“Lei non è uno scienziato, ma forse solo un filosofo, professor Padal!” Un altro ancora.
“Colleghi, vi prego…” Padal a tutti loro “… lasciatemi finire, in modo che tutto vi apparirà alla fine molto più comprensibile. Non sto parlando del Tempo inteso come fantomatica quarta dimensione e neppure come sia abituati ad immaginarlo grazie alla letteratura, al Cinema ed ai cartoni animati.” Avvicinandosi alla lavagna. “Immaginate il nostro universo come un’enorme casa.” Cominciando a disegnare. “A seconda dell’ora del giorno ciascuna stanza sarà illuminata in un momento differente dal Sole… in alcune avremo la luce di più al mattino, in altre invece al pomeriggio e in altre ancora al tramonto… ora immaginiamo di sostituire la luce che investe le diverse stanze con lo spazio-tempo. Sappiamo che grazie ad esso il tempo trascorre in maniera differente, giusto? Un giorno sulla Terra ha una durata diversa da uno su Marte, che a sua volta dura differentemente da un giorno su Giove, su Saturno, Plutone e così via. Ecco, in base a ciò, riuscendo a controllare i flussi delle Particelle Kairos noi potremmo spostarci nello spazio-tempo ed in base alla fonte di proiezione delle particelle decidere in quale zona dirigerci. Ciò equivale di fatto a scegliere in quale epoca storica andare.”
Nella sala scoppiò un putiferio, con molti scienziati polemici e persino ostili alla teoria di Padal.
In breve ci fu un tale disordine nella sala che la conferenza fu sospesa e molti di quegli studiosi abbandonarono quel luogo.
Mestamente, alla fine, anche Padal raccolse i suoi fogli e si apprestò a lasciare la sala.
“Professor Padal…” ad un tratto una voce.
“Chi è lei?”
“Il mio nome è Damp Fury, ma questo per ora non ha importanza, professore.” L’uomo a Padal. “Ma posso dirle che io ed i miei collaboratori crediamo nelle sue tesi.” Fissandolo.
“Davvero?” Padal stupito. “E posso chiederle come mai?”
“Perché lei mi ha convinto con le sue spiegazioni poco fa, professore.” Damp Fury. “Al punto che siamo pronti a finanziare il suo progetto.”
“E… in cambio?” Chiese Padal.
“Vogliamo essere gli unici in grado di usaro.”
“Perché?” Guardandolo Padal.
“Perché, diciamo così, tornare all’origine è probabilmente il modo migliore per combattere i nostri nemici e salvare il mondo, professore.” Sentenziò Damp Fury.
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Vecchio 19-01-2021, 22.26.17   #294
Destresya
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Destresya è sulla buona strada
Accidenti, ma anche questo scenario sembra molto affascinante ed emozionante!!
Possiamo aspettare di leggere il terzo per esprimere una preferenza, milord?
Sapete come far volare la nostra fantasia!
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Vecchio 19-01-2021, 23.01.14   #295
Guisgard
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Certo, a breve posterò il terzo fammento, milady
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Vecchio 20-01-2021, 09.45.33   #296
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Anche il secondo scenario è interessata, aspetto il terzo frammento
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 20-01-2021, 23.55.13   #297
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Ecco il terzo frammento per il nuovo Gdr.
Ora non mi resta che attendere di conoscere i vostri giudizi

Era un crepuscolo d’Estate, di un vago alone violaceo che saliva dall’umida campagna fin dove gli ultimi bagliori del giorno morente giungevano a tingere il cielo. Solo Venere, prossima al tramonto, riusciva a brillare nella calura ovattata che rendeva sbiadita ogni cosa nel paesaggio. Il Centro Ricerche per l’energia Fotosonica di Capomazda City sorgeva quasi sopito in questo scenario e solo una stradina laterale, che tagliava in 2 la campagna, permetteva di raggiungerlo dopo qualche chilometro dalla vicina città. In questa base futuristica ed unica al mondo toccò a 2 giovani ricercatori, mentre tenevano d’occhio le variazioni vettoriali sul campo elettromagnetico terrestre, registrare quello che si sarebbe poi rivelato come un evento epocale nella storia dell’umanità. Come sempre accade nei momenti topici della storia quell’avvenimento non suscitò subito nei 2 giovani studiosi particolari emozioni o stupore. Una delle 2 grandi domande che da sempre l’uomo si pone finalmente stava per svelare la sua risposta. Se dagli albori l’uomo si è interrogato sull’Esistenza di un Essere Supremo e Creatore di ogni cosa, con tutto ciò che tale dilemma si porta dietro e cioè chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti, nonché cosa troveremo oltre questa vita terrena, quell’altra domanda nata storicamente in un secondo momento ma comunque antica oltre le più remote civiltà del passato, stava per avere finalmente una risposta. Una risposta che solo il prossimo futuro ci avrebbe detto se positiva o negativa. Ma quella risposta ora era giunta fino a noi. Le strumentazioni del Centro Ricerche cominciarono a registrare prima delle forti anomalie nel campo elettromagnetico terrestre, poi uno squilibrio nel funzionamento di tutti i collegamenti satellitari.
“I dati continuano ad essere instabili…” disse Jouk a Kuop “… ma non registro variazioni generali che giustifichino tutto ciò…”
“Forse è in atto una tempesta magnetica…” mormorò Kuop “…questo giustificherebbe l’attività oscillante del sistema satellitare.”
“Non lo so…” perplesso Jouk “… forse dovremmo informare il professor Domus?”
“Vuoi disturbarlo per questo?” Fissandolo Kuop. “E se poi tutto fra un attimo si ristabilizza? Dopo come giustificheremo di averlo disturbato per niente?”
“Ehi, guarda!” Stupito Jouk. “Hai visto i valori vettoriali come sono alterati?”
“Si, sto registrando infatti anche un aumento di onde radio…” Kuop “… ma cosa diavolo sta succedendo?”
“I monitor si sono impallati!” Esclamò Jouk. “Guarda, le trasmissioni sono interrotte!”
“No, non sono interrotte…” fissando gli schermi Kuop “… questi non sono disturbi sulle frequenze radio… ma è… cavolo, non può essere…”
“Cosa?” Jouk.
“Queste sono frequenze radio!” Sgranando gli occhi Kuop. “E’ un segnale… gli strumenti lo stanno captando!”
“Cos’è? Un SOS? Da un aereo? O una nave forse?”
“No… viene da più lontano…” cercando di studiare i dati Kuop “… no… proviene dall’atmosfera…”
“Atmosfera?” Ripetè Jouk.
“Si…” annuì Kuop.
“Allora lo sta inviando qualche satellite orbitante?” Sorpreso Jouk. “Forse si tratta di un guasto?”
“Non lo so…” scuotendo la testa Kuop “… ma credo sia meglio informare subito il professor Domus…”
“Cos’è?” Sarcastico Jouk. “Qualche stato sta dichiarando guerra a qualche altro governo?” Divertito.
“E non fare sempre l’idiota!” Nervoso Kuop. “Cerca di essere serio qualche volta!”
“Ma che hai?”
“Non capisci?” Teso Kuop.
“Aspetta un attimo…” fissandolo Jouk, ora colpito dall’agitazione del suo collega “… ma che sta succedendo?”
“Bah, lascia perdere!”
“Un attimo, un attimo…” Jouk all’altro “… ascolta… per un attimo fa finta che io non sappia nulla di fisica, di chimica e di astronomia e dimmi cosa diavolo sta succedendo.”
“Non hai mai studiato nulla!” Biasimandolo Kuop. “Sei proprio un vuoto a perdere…” con disappunto “… beh, le strumentazioni dell’intera base stanno captando un segnale… proviene dai nostri satelliti orbitanti…”
“E quindi? C’è da allarmarsi?” Ridacchiando Jouk. “L’uomo ha mandato satelliti attorno alla Terra proprio per raccogliere informazioni sullo spazio, no? Quindi ovvio che poi tali informazioni i nostri satelliti devono spedirle fin a noi.”
“Idiota, il segnale sta usando i nostri satelliti come diffusori!” Nervoso Kuop. “Ma la fonte originaria viene da ben oltre!”
“E da dove?”
“Da un punto appena fuori il nostro Sistema Solare!” Rivelò sconvolto Kuop.
Il giorno seguente il professor Domus ed un'equipe di ricercatori, attraverso un codice basato sui numeri primi, riuscì a decodificare il misterioso messaggio giunto dallo spazio...

“Probabilmente quando qualcuno leggerà queste mie parole io, come il mio mondo e la mia gente, sarò morto. Non mi ero mai accorto quante stelle splendessero nel cosmo e quante galassie ne illuminassero il suo infinito corso. Sono uno scienziato eppure solo adesso mi accorgo di non aver mai prestato davvero la giusta attenzione a ciò che ci sovrasta e ci avvolge. Solo ora, nel mio ultimo viaggio, riesco a commuovermi di fronte alla bellezza di queste eterne costellazioni che per eoni hanno racchiuso i desideri ed i destini delle innumerevoli razze che abitano l’universo. Il mio nome non ha molta importanza adesso, ma è tutto ciò che mi resta. Sono Saurod e provengo dal pianeta Ecclesus. Un mondo progredito e pacifico, posto nel quindicesimo sistema planetario della nona spirale della nebulosa di Parush. Dopo millenni di lotte, di guerre e di divisioni, i 13 continenti avevano posto fino ad ogni contrasto ed abbracciato un’unica Fede. Ciò ci permise di spendere ogni ingegno e risorsa per il progresso ed il benessere di tutti. Insieme a basi scientifiche, accademie e scuole, ovunque si eressero santuari per la Dama di Moon, la nostra Grande Madre Creatrice. Ella dispensò ovunque la luce dell’intelletto, la pietà fraterna e la gioia per la vita. Ecclesus divenne un mondo avanzato scientificamente al punto da lanciare la sfida alla morte stessa. La genetica e la biologia divennero i mezzi per cercare di raggiungere una vita lunga e degna di essere vissuta. E ci riuscimmo, poiché rendemmo gli anni di ogni individuo felici. Anche la povertà eravamo riusciti a debellare, offrendo a tutti ricchezza senza fine. Tutti i popoli di Ecclesus si erano riuniti in una lega, dove a turno ogni continente, per un periodo prestabilito, offriva politici che lavorassero per tutto il pianeta. Era la libertà assoluta. Come incantesimo che ci aveva convinti di avere tutto. Anche il crimine non aveva più motivo di esistere, poiché tutti avevano tutto. Ma solo ora mi accorgo come quell’illusione di felicità ci aveva annebbiato ogni facoltà. Un giorno, dagli abissi incommensurabili del cosmo una antica civiltà, forse la più remota mai sorta e che ci studiava da miliardi di anni come uno scienziato osserva il comportamento di un animale di laboratorio, si mostrò a noi. Giunta attraverso passaggi interstellari a noi noti, con una sterminata flotta di milioni di veicoli capaci di attraversare intere galassie, piombò nel nostro mondo per farne scempio. Gli Uaarniani, così chiamati perché provenienti dalla nebulosa di Uaarn, da millenni attraversano l’universo con i loro terribili eserciti per cancellare ogni forma di Religiosità. Del perché questi esseri così evoluti odiassero, o per meglio dire temessero, lo sviluppo di qualsiasi Credo Religioso solo in seguito, quando ormai era tardi, sono riuscito a scoprirlo. Come noi veneriamo la libertà assoluta, anche gli Uaarniani sanno che essa è il bene più importante. Proprio per questo essi la difendono, credendo che la Religiosità sia la sua più acerrima nemica. Così scatenarono le loro indescrivibili armi su di noi, distruggendo tutto e tutti. In pochissime ore, tanto è grande la loro potenza, Ecclesus divenne una grossa roccia orbitante, carica di sangue e di radioattività. Prima che il giorno cedesse il passo alla notte annientarono la nostra millenaria civiltà con un odio ed una ferocia ignota a qualunque altra creatura esistente. In verità il mio popolo avrebbe potuto contare su risorse difensive capaci forse di farci resistere e sfuggire alle loro astronavi ed ai loro terribili mostri sguinzagliati per mutilare il nostro pianeta. Si trattava di roccaforti costruite da noi scienziati nel sottosuolo di Ecclesus. Ma quella libertà, vanto e meraviglia della nostra vita, fu forse un’arma che si rivoltò contro di noi ben più delle terrificanti armate Uaarniane. La mia gente infatti non volle rinchiudersi nei rifugi, vivere isolati e nascondersi lontano dalla luce del giorno. Molti non cedettero che gli Uaarniani fossero una minaccia così terribile e non vollero barattare la propria libertà e il desiderio di socializzare in cambio di continuare ad esistere. Così, sciocchi ed indifesi, imbevuti dall’illusione che solo la libertà sfrenata sa dare, fummo facile bersaglio per gli invasori. Come agnelli sacrificali in nome del demone della libertà ci offrimmo inconsciamente come carne da macello. Io solo fra tutte le genti di Ecclusus riuscii a fuggire. Ma la mia piccola astronave non ha più combustibili, né viveri. A breve sarò in balia dei flussi siderali e morirò perduto nelle voragini cosmiche. Sto registrando con un ultimo e disperato sforzo il suono della mia voce in questo messaggio che invierò nello spazio, pregando che una qualche forma di vita intelligente possa captarlo. Così facendo conoscerà la storia di Ecclesus e forse potrà difendersi dalla innaturale e terribile minaccia atea degli Uaarniani. Che la Dama di Moon possa vegliare e benedire il mio sonno.”



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Ultima modifica di Guisgard : 21-01-2021 alle ore 22.07.39.
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Vecchio 21-01-2021, 00.31.51   #298
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Tutti e tre i frammenti sono molto interessanti, decisamente!
Ma se proprio si deve scegliere uno dei tre, devo dire che sono molto curiosa per il primo tempio

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Vecchio 21-01-2021, 21.54.30   #299
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Per avere un quadro più chiaro e conoscere meglio le vostre preferenze, che influenzeranno non poco la decisione finale sul nuovo Gdr, inserirò un sistema di votazioni.
Ogni giocatrice metterà in ordine di preferenza i 3 scenari.
Al primo saranno dati 5 punti, 3 al secondo e 1 solo al terzo
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Vecchio 22-01-2021, 00.56.54   #300
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Perfetto, dunque

5 punti: 1° scenario
3 punti: 2°
1 punto: 3°

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