I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

"Lui ha cambiato anche me." Disse Jon a Gwen. "Lui può cambiare tutti. Non siamo più androidi. Lei ha vsto cosa ha fatto a Justine, vero? Continuerà. La sua tecnologia è superiore alla vostra. Dottoressa, non è una tecnologia di questo mondo. Neanche di questo universo." E la comunicazione si interruppe bruscamente, come se qualcuno avesse staccato bruscamente, impedendo alla voce di continuare a parlare.

[Destresya]

"Cosa succede'???" mi misi a strillare sentendo quel rumore provenire dal giardino.
Ero sicura che c'entrasse il ragazzo.
Nove su dieci, quel ragazzo portava guai,altroché.
Così mi diressi di corsa verso il giardino, con l'andatura impettita di Regna.

[Lady Gwen]

Sgranai gli occhi e rimasi a bocca aperta.
Certo, avrei dovuto capirlo, ci sarei dovuta arrivare fin da subito.
Era chiaro che sarebbe successo questo anche con altri androidi, anche se era comunque assurdo, dal momento che Jon era stato totalmente smontato e non doveva essere rimasto più nulla di lui.
La telefonata si interruppe bruscamente, come se qualcuno avesse fatto in modo da zittirlo, infatti rimasi a fissare il telefono come inebetita per alcuni secondi.
Feci poi l'unica cosa che mi venne in mente.
Chiamai Oxio.

[Guisgard]

Regna corse strillando in giardino e qui fu presa da grande stupore quando vide un perfetto sconosciuto aggirarsi fra i tamarindi, i limoni e le siepi di gelsi.
Era di bell'aspetto ma vestito in modo strano.
Si guardava intorno con fare furtivo, come chi si fosse perso.




Gwen subito chiamò Oxio.
"Si..." disse lui rispondendo "... pronto?"

[Lady Gwen]

"Dottore, sono Gwen" dissi, con voce allarmata.
Non persi tempo e gli raccontai della chiamata di Jon.
Raccontai tutta la vicenda fin dall'inizio, dal perchè Jon era stato disattivato fino a quelle strane telefonate che mi mettevano ancora una gran paura addosso.
Ero davvero terrorizzata, ma l'idea di andare via e fuggire da tutto ciò non mi allettava comunque.
Non volevo essere una vigliacca che scappava senza nemmeno provare ad intervenire.

[Guisgard]

"Ora si calmi, dottoressa." Disse Oxio a Gwen. "Essere lucidi in simili mmenti è la cosa migliore. Mi sembra ovvio che qualcuno voglia spaventarla. L'androide Jon non esiste più, quindi è chiaro che si tratti di una menzogna. Lei è troppo razionale per farsi ingannare così."
Intanto Aryana, sentendo la voce allarmata di Gwen le si avvicinò.
"Che succede?" Chiese nonostante l'amica fosse al telefono con Oxio.

[Lady Gwen]

Oxio cercò di razionalizzare la situazione e non aveva torto, ma io non potevo accettare una spiegazione così semplice, non dopo tutto ciò.
"Dottore, la prego di ascoltarmi. Nessuno avrebbe potuto sapere di Justine, del fatto che fosse stata manomessa e fin dall'inizio queste telefonate mi sono sembrate molto strane. Credo che ci sia molto di più dietro" dissi, facendo segno ad Aryana di aspettare.
Qualcosa doveva esserci, anche fosse stata la cosa più strana del mondo.

[Riku966]

Fare un giro nella villetta di Save era un’idea allettante, molto allettante, il suo aspetto piacente mi invogliò ulteriormente.
“Molto volentieri, aspetto un tuo effettivo invito.” pronunciai in attesa di sapere orario e giorno.
Nel frattempo, controllai il telefono e rimasi piacevolmente stupita dall’efficienza di Lion.
Mi affrettai dunque a rispondere.
“Professore, la sua dedizione mi onora. Quando possiamo incontrarci?”


Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk

[Guisgard]

"Ora si calmi, dottoressa." Disse Oxio a Gwen. "Ascolti... il suo cellulare, come quello dichiunque altro impiegato al centro scientifco dispone di una batteria sintetica che registra tutto. Riascolti attentamente la chiamata e mi segnali le cose più importanti o particolari dette da quelle voce. Chiaro?"




"Anche stasera se vuole, se non ha impegni." Disse Lion a Queennie, con la voce che cominciava a farsi più indecisa, quasi goffa.
"Allora l'invito è per stasera, capo!" Save, senza preoccuparsi che Queennie stesse parlando al telefono.

[Lady Gwen]

Respirai a fondo un apio di volte e passai la mano fra i capelli.
"Sì, va bene, lo faccio subito" con voce piatta.
A quel punto, controllai il cellulare per capire se ci fosse qualcosa in più da attenzionare, un indizio, un rumore, qualsiasi cosa.