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Vecchio 15-01-2009, 23.54.07   #11
Morris
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Morris è un gioiello nella rocciaMorris è un gioiello nella rocciaMorris è un gioiello nella rocciaMorris è un gioiello nella roccia
Knight

Potea esser un finale degno di voi stesso, Sir Lancelot....ma voi... avete voluto superarvi!
Attendo "il continuo" con pazienza....perintanto ..vi do uno scappellotto sulla castana chioma!

Sir Morris
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Vecchio 16-01-2009, 00.06.30   #12
Lancelot
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Lancelot sarà presto famosoLancelot sarà presto famoso
Mi inchino alla cortesia del mio mentore, e accolgo con grata simpatia lo scappellotto

Eccovi un seguito che spero essere degno:

Dopo la sua dipartita non riuscivo più a trovare la forza di rimanere fra gli uomini. Qualcosa tra me e gli abitanti si era incrinato. Non erano più vivi parecchi dei miei antichi amici, e i di loro figli non riuscivano a capire cosa legasse me, un angelo, a una vecchia donna che aveva l’età dei propri genitori. Pensavano di me le cose più corrotte. Né io avevo la forza e la voglia di stare a spiegar loro come stavano le cose. Preferii andarmene, benedicendo quei luoghi, quelle terre sulle quali aveva camminato una creatura così meritevole.
Partii abbandonando per un certo periodo la terra e tornai alla mia dimora originaria, tornai ai cieli in cui ero nato. Raccontai agli altri tutto ciò che avevo provato, cercai di descrivere meglio che potevo la purezza dei miei sentimenti. Ma i più zelanti fra gli angeli mi accusarono di essermi allontanato dallo spirito del divino. Invaghirsi equivaleva a divenire impuri, a scegliere la carne invece dello spirito, a divenire imperfetti e inferiori tali come gli umani erano. Io cercai di spiegare che non era così, ma alla fine desistetti. Pensai che se a me era stata data la fortuna di comprendere la verità, era forse perché ero più predisposto di altri a recepirla.
Per lungo tempo ho pensato a quale sia stata l’ “anima gemella” di Elisa. Sicuramente non ero io, perché in me l’anima mai ha subito alcuna divisione. Eppure tra noi c’era una tale affinità che non riesco a pensare che a me come suo complementare. Sono geloso? Può darsi. Tuttavia mi auguro con tutto me stesso di rincontrarla in un’altra incarnazione, e di aiutarla a trovare la sua “parte” mancante. Essendo un’anima di lei gemella, non potrà che essere immensamente bella e a me cara, al di là di qualsivoglia gelosia o pensiero.
Tornare nei cieli al cospetto di Dio, ha significato per me l’inizio di una lunghissima stagione di dubbi e di scoramento. Eccovi il perché. Quegli stessi zelanti protettori della morale angelica, che mi avevano additato come il più turpe fra gli appartenenti alle celesti schiere, si offrirono spontaneamente al divino signore come portatori del suo messaggio nelle terre mortali. Io avevo accusato fortemente i rimbrotti da loro riserbatimi, in quanto, lo riconosco, sono uno spirito non mancante di grossi difetti. Per quanto all’apparenza io possa sembrare gioviale, pacato, amichevole, pronto ad accettare con leggerezza qualunque parola offensiva, io sono tutt’altro che questo. Sono molto orgoglioso della mia integrità, e se c’è una cosa che mi è intollerabile, è apparire agli altri per quello che non sono. Ironia della sorte, questa è una cosa che mi capita più spesso di quanto io non voglia. Convinto di agire sempre nel giusto e nel rispetto di me stesso e del prossimo, mi ferisce profondamente sapere che una persona possa farsi un’opinione travisata di me. Altro sommo difetto che non smetterò mai di rimproverarmi, è il dare troppo peso alle cose. Pondero, rifletto e ripenso infinite volte al perché e al percome una determinata cosa mi è stata fatta o detta. Non sono proprio il tipo, purtroppo, che riesce a farsi scivolare addosso quel che gli capita, tirando dritto per la sua strada.
In conseguenza di questo mio carattere, ero arrivato a considerare vere e giuste le accuse mossemi da quegli austeri miei confratelli; forse era vero che mi ero abbassato a sentimenti umani perdendo la spiritualità che per nascita mi era innata. Ma quale non fu il mio disagio e smarrimento quando vidi la sorte cui quegli eletti angeli scesi in terra andarono incontro. Grandissimo fu il numero di coloro che, lasciandosi travolgere da piaceri che mai avevano avuto modo di conoscere, persero la loro vera essenza molto più di quanto non avessi fatto io. Giacquero con donne, cominciarono a considerare la spada come la prima, non l’ultima, delle risorse da usarsi contro il male. Molti di loro si lasciarono conquistare dall’ira e dalla rabbia. Noi che eravamo rimasti in cielo e che da lassù ogni cosa potevamo vedere che accadesse sulla terra, rabbrividimmo quando le bianche piume di molti si scurirono, gli occhi arrossati dall’odio e dalla scoperta di una nuova realtà, il Male, che la grande maggioranza di noi fino ad allora, conosceva soltanto per nome. Mille volte avrei preferito continuare a pensare che io ero nel torto, piuttosto che vedere i miei accusatori ridursi in quel miserando stato.
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Un Cavaliere è devoto al valore, il suo cuore conosce solo la virtù,
la sua spada difende i bisognosi, la sua forza sostiene i deboli,
le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi

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Vecchio 17-01-2009, 11.21.04   #13
llamrei
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llamrei è veramente ingamballamrei è veramente ingamballamrei è veramente ingamballamrei è veramente ingamba
e poi? su continuate...e che aspettate??
llamrei non è connesso   Rispondi citando
Vecchio 18-01-2009, 10.26.34   #14
Lancelot
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Lancelot sarà presto famosoLancelot sarà presto famoso
Spero che anche gli altri non siano rimasti delusi, e accolgano con favore il prosieguo del racconto con... la penultima parte:

Ma il colpo più duro fu vedere Satanael. Lui, che era stato il più bello e luminoso fra gli angeli, era ora la più crudele delle creature di Dio. Ma, contrariamente a quanti avevano fatto la sua stessa scelta di rinnegarci, Satanael non sembrava per nulla un demone. Non era abbruttito, né deformato dal male che gli albergava in seno. Era anzi più splendido che mai, biondo, poderoso nelle sue robuste membra, le ali bianche più della neve. Nei suoi occhi scintillavano fiamme di una volontà irresistibile. La prima parola che ti veniva alla mente guardandolo era purezza. Si, anche il male può essere puro, quando è assoluto. La luce che da lui irradiava intimoriva angeli e demoni, perché lui era entrambi e nessuno dei due. Unico nella sua duplicità. Ebbi occasione di avvicinarlo appena mi fu ordinato di ridiscendere sulla terra. Troppo era il male che ora vi albergava, bisognava evitare che prendesse il sopravvento. Non saprei dire quanto tempo sia passato dal mio ritorno in cielo e la mia ridiscesa sulla terra. Un anno dei mortali è un istante per gli abitanti delle stelle. Fatto sta che nulla restava ormai della Terra che io avevo conosciuto. Satanael fu il primo ad accogliere la mia venuta. Disse di ritenerci tutti ancora fratelli, disse che si considerava fortunato ad aver trovato la verità prima di me, e che voleva rendermene partecipe in nome dell’antica affinità e amicizia. La sua tattica, lo riconosco, fu un colpo duro da parare per me. Mi mostrò la ricchezza, il potere, l’appagamento dei sensi, la straordinaria forza che venivano garantiti agli adepti del male. Poi li promise a me. Mi disse che “Bene” era la parola che un divino despota dava a ciò che lui chiamava invece schiavitù. L’ordinamento dei cieli altro non era che una monarchia assoluta, e Dio ne era il monarca. Disse che i Suoi precetti erano la negazione della nostra libertà alla vita. Egli aveva pianto quando Satanael si ribellò, non per l’amore di un padre che perde il proprio figlio, ma perché aveva visto in quel gesto un’avvisaglia che la sua sempiterna dittatura stava per volgere al termine. Poi cominciò a rivolgermi una serie di domande per insinuare il dubbio dentro di me, domande cui naturalmente io non sapevo rispondere.
“Perché, se altro non vuole che il nostro bene, Egli non ripulisce la terra da tutto il male che vi alberga? Perché non elimina la povertà, la fame, le guerre? Perché non dà a tutti la felicità che tanto predica?” mi disse pacatamente, rilassato, senza alterare o modificare il proprio profondo e piatto tono di voce.
“Io non so risponderti Satanael” gli dissi “ma i dolori che tu mi enumeri sempre ci sono stati. Pure tu prima d’ora mai hai messo in dubbio la bontà di nostro Padre, né i suoi precetti. Spiegami, fratello mio, cosa ti ha portato a questo cambiamento?”.
Cominciò così a narrarmi di quando era sceso nel mondo degli uomini, e, dopo qualche tempo, sentendosi schiacciato dalle sciagure e dal male che non riusciva a evitare e verso il quale si sentiva impotente, di come avesse intrapreso un lungo viaggio per capire, per interrogarsi lontano dalle depravazioni e dalle lordure che così profondamente stavano mutando il suo pensiero.
“Giunsi in un territorio immenso” disse. ”All’orizzonte vedevo quattro gigantesche torri nere che sembravano circondate dal fuoco. La terra sembrava un’infinita distesa di lava, il cielo era nero come la pece. Ma la vista degli occhi era offuscata da quella del cuore. Mi sentii pervadere da una fresca malvagità, ma non mi sentii oppresso, bensì libero. Provavo una sensazione nuova, mai percepita prima, una sensazione che volevo continuare a provare. Non ebbi la forza di avvicinarmi a quel luogo, anzi mi sentii costretto a piegare il ginocchio al cospetto di un tale potere. Il mio animo non ebbe più dubbi, sembrava che la stasi e il dubbio in cui ero vissuto fosse al fine terminata. Quel che vedevo sembrava lo specchio della mia anima corrotta. Capii. All’uomo piace vivere protetto dalla morale e dalla religione. Innalzando l’umiltà a valore sommo la morale è la consolazione dei deboli. Facendo dell’uomo forte l’immorale, essa segna il trionfo della cultura servile. La morale è il “sonno della vita” in cui l’uomo vive senza coscienza di sé, prigioniero delle illusioni e dimentico della propria natura libera.
La morale è una espressione di risentimento, pura volontà di vendetta dei sofferenti contro i felici, dei mediocri contro le eccezioni: è la degradazione del mondo.
Questo è il grande messaggio che ho imparato quel giorno. Ciò che i deboli chiamano male, i forti chiamano libertà.
La voce che mi si insinuò nel petto gridando: “ tua sarà la Terra se lì muovi, poiché un Dio fa di te la tua libertà ”, è stata maestra di tale insegnamento.
Obbedendole vi mossi. Giunto in città trovai una società in cui il bene e il male sembravano equipararsi, ed anzi nuove forze votate al male stavano nascendo. Me ne sentii attratto.
Il fuoco che mi brucia in seno, si alimenta di odio. Io detesto il bene. Il bene rappresenta il sacrificio della propria vita agli altri; ma quale maggiore sciocchezza? L’unico bene su cui si può contare è la propria forza, la propria volontà. Non è forse chi si affida agli altri come una barchetta in balia del tempo? Avanza pacifica finché c’è bonaccia, perisce sotto la furia di una tempesta. Per me spero una sorte diversa. Voglio essere una montagna che non risente dei cambiamenti di tempo. Io, me stesso, me medesimo, questa è la libertà per cui voglio lottare, per cui voglio morire. Chi predica diversamente non è degno di vivere.”
Così parlò Satanael. Erano parole affascinanti, senza dubbio. L’esposizione, il linguaggio semplice ma compito, la pacatezza del narrare e quel fiero sdegno verso qualsiasi padrone al di fuori di sé stesso, erano argomenti che avrebbero potuto attirare anche l’anima più pia. Ma sentii di dovergli rispondere, una mia anche minima esitazione o silenzio, avrebbe significato per lui una certa vittoria sul mio spirito.
“Fratello mio,” gli risposi “perché parli così? Non sai tu forse che la libertà cui tanto aneli è il primo dono che Dio ci ha fatto? Se non stermina il Male con la potenza della sua gloria è perché Egli ci vuole liberi. Vuole garantirci la libertà di una scelta, vuole lasciarci un’alternativa a sé stesso. Se facesse scomparire il male da ogni angolo della terra, se rendesse tutti i suoi figli felici, se si manifestasse in tutta la sua forza, chi mai potrebbe non sceglierlo come padrone e Dio? Potrebbe esserci qualcuno che non gli prestasse fede? Quella sì sarebbe dittatura, perché nessuno, posto dinanzi all’evidenza del suo fulgore, potrebbe rinnegarlo. Ma lui non vuole costringerci ad amarlo, vuole persuaderci. Mettendoci di fronte al Male e alla sua ferocia vuole farci capire quanto validi e sacri siano gli opposti principi di cui lui s’è fatto baluardo. La vera e onesta obbedienza che Egli chiede a noi, vuole e può ottenerla soltanto da una nostra libera scelta.”
Satanael mi guardò intensamente, i suoi occhi fiammeggianti scrutarono ogni centimetro della mia anima.
“Se così credi, Shealtiel,” mi rispose accennando un sorriso “buon pro ti facciano queste tue convinzioni. Ma arriverà il tempo in cui capirai quanto sagge siano state le mie parole e stolto il tuo cuore a non recepirle”. Dal canto mio, sperai quel giorno non arrivasse mai.
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Ultima modifica di Lancelot : 18-01-2009 alle ore 10.32.03.
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Vecchio 18-01-2009, 22.11.36   #15
Morris
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Direi che questa, sinora, è la parte migliore....e potevate anche finire qui.....ma....su...scoprite la parte finale....è importante sapere.. quanto siete simile a me! Lo avete dimostrato in più di un occasione.....quindi... attendo sorridendo!

Sir Morris
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Vecchio 23-01-2009, 14.47.32   #16
Lancelot
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Lancelot sarà presto famosoLancelot sarà presto famoso
Vi ringrazio Sir Morris, siete generoso di complimenti come sempre, questa è la reale conclusione del racconto, e ringrazio tutti voi per avermi voluto onorare della vostra attenzione sino ad ora:

Cominciò la guerra tra noi. Durò molto a lungo, forse secoli, secondo il vostro modo di misurare il tempo. Ciò che in me l’amore non era riuscito a corrompere, ed anzi aveva nobilitato, fu depravato dalla guerra e dall’odio. Come è difficile vincere il nemico, quando lo si odia! Quanti compromessi bisogna accettare con la propria coscienza se si vuol prevalere…
Per me fu fondamentale comprendere che per combattere la malvagità di questa terra, una dote necessaria era la duttilità. Prima di conoscere il mondo ero come un blocco monolitico di pietra, duro, infrangibile, che ha una sola immutabile forma. Era la roccia della mia morale, forgiata nei secoli di permanenza fra i cieli, e mai scalfita dal peccato e dal male, che lassù ancora non conoscevamo. Ma fra i mortali è diverso. Fra gente che convive sulla tenue linea rossa che distingue bene e male, bisogna essere malleabili. Qui tutti i princìpi, anche i più sacrosanti, se spogliati di quei criteri che li rendono applicabili caso per caso, provocano distruzione e sconvolgimento.
Anche io traballavo su quella tenue linea rossa. Cominciava a possedermi la disillusione, la mancanza di fiducia in ogni ideale che sopravviene quando i nostri occhi vengono martoriati dalla visione di troppe crudeltà. A quel punto non distingui più giusto e sbagliato, ti senti soltanto sfinito, saturo di tutto e vorresti solo spegnerti, vorresti che finisse…
Frattanto continuavo a cercare per le contrade del mondo l’anima di Elisa. Fu l’unica compagna che mi concessi mai di avere, l’unica che mi avesse permesso di elevarmi spiritualmente. Speravo che Dio le avesse permesso di rinascere lì dove io alloggiavo. Se era così l’avrei trovata. Se invece la sua anima fosse approdata ad altri lidi, diversi da quelli, sperai che lei potesse incontrare e appagarsi di quella felicità che lo stare accanto a me non era riuscito a garantirle.
Guerra e amore, questa era la quotidianità della mia esistenza. Cosa mi rendeva diverso da un uomo? Cosa me ne rendeva migliore? Non ero forse un essere più perfetto di lui? No, non più. Ormai più nulla ci distingueva.

Cosa mi restava allora? Per non snaturare me stesso nell’anima, oltre che nel corpo, avrei dovuto continuare a servire quegli ideali di perfezione e di sublime giustizia per i quali ero stato fatto venire al mondo. Continuando ad alimentare la speranza delle genti in un qualcosa di superiore e di migliore, continuando a pascermi di infinito… Teso al trascendente, peregrino nell’immanente. Le mie ali erano scomparse per sempre, assieme alla mia immortalità e, forse, alla mia purezza. Ma la fede nel Giusto e nel Buono che è in ognuno di noi, la luce della speranza che unisce e guida gli uomini di buona volontà, quella non scomparve mai. Finché avessi avuto vita io l’avrei consacrata all’Ideale, memore del tesoro di ricordi che il mio cuore custodiva, e cantore della loro bellezza negli anni a venire.
Fu così che divenni quel che gli uomini chiamano Cavaliere. Un angelo ormai decaduto, ma consapevole di cosa fosse virtù. Il mio viaggio comincia così…
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Vecchio 23-01-2009, 14.52.26   #17
llamrei
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llamrei è veramente ingamballamrei è veramente ingamballamrei è veramente ingamballamrei è veramente ingamba
che cosa si può aggiungere? E' già tutto scritto dalla mano di Lancelot.
llamrei non è connesso   Rispondi citando
Vecchio 23-01-2009, 14.54.39   #18
Lancelot
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Lancelot sarà presto famosoLancelot sarà presto famoso
Spero abbiate gradito, Lady Llamrei, questo racconto frutto della mia giovinezza e di tempi più puri
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Vecchio 23-01-2009, 14.56.42   #19
llamrei
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llamrei è veramente ingamballamrei è veramente ingamballamrei è veramente ingamballamrei è veramente ingamba
Rispecchia il momento, forse, in cui lo avete scritto. Un'anima combattuta, credo, ma che alla fine prende coscenza di se.
Se devo essere sincera la penultima parte mi ha coinvolta più delle altre in quanto, per motivi personali, l'ho sentita molto mia.
llamrei non è connesso   Rispondi citando
Vecchio 23-01-2009, 15.48.20   #20
gwen
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gwen sarà presto famosogwen sarà presto famoso
.....
.... eccellente Sir Lancelot.. senza parole ammiro il vostro talento, il modo in cui ruscite a dare una forma, un verso.. ai sentimenti, Voi, messere, riuscite a colorare anche i sospiri!!!
è davvero un onore per me, e per tutti noi, avervi qui......
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i wish that this night time will last for a life time..
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