Vecchio 06-06-2011, 05.11.46   #1121
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Layla si voltò appena verso Sayla, quando questa fu nella pieve.
“Non puoi entrare qui, ragazza…” disse con indifferenza la donna “… questo luogo non è accessibile a tutti e tu ne stai disturbando la mistica quiete...”
In quel momento due cavalieri apparvero sulla porta.
Erano gli stessi che Sayla aveva assalito ed ucciso davanti alla pieve.
Apparivano però vivi e vegeti.
“Milady, va tutto bene?” Chiese uno dei due a Layla. “Perdonatemi… ma temo sia ora di andare… ormai l’alba è prossima, mia signora.”
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Vecchio 06-06-2011, 11.39.00   #1122
cavaliere25
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cavaliere25 sarà presto famoso
Guardai Finiwell e dissi dove la potremmo cercare questa cacciatrice domandai tutto titubante la città è grande siamo sicuri che sia ancora in città continuai a dire e poi dopo che la abbiamo trovata che facciamo aspettai una risposta mentre mi guardavo in torno
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fabrizio
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Vecchio 06-06-2011, 12.02.18   #1123
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
La risata fredda e crudele di Layla risuonò nella pieve, rimbalzando sulle pareti e salendo verso l’alto, quasi avvolgendosi sulle nostre teste quando raggiunse la volta.
Mi girai verso di lei, quindi, e la fissai un momento... non ero arrabbiata, o seccata... al contrario, iniziai a provare per lei una sorta di vaga compassione... commiseravo lei e il suo cuore arido.
“Con tutto il dovuto rispetto, milady...” dissi, quando la sua risata si fu esaurita “Io penso che voi non conosciate affatto ciò di cui parlate! Vedete... non mi interessa ciò che dite e non mi interessa ciò che è stato, io mi fido di mio marito e credo in ciò che dice, credo nelle sue promesse. E questo è tutto ciò che conta per me!”
Poi accadde ciò che, inconsciamente, avevo temuto... la donna manifestò la sua richiesta e fu chiaro allora che non ci avrebbe lasciati andare senza un pegno. E fu altrettanto chiaro che quel pegno non sarebbe stato semplicemente quel fiore...
Il ‘No’ impetuoso di Icarius mi avvolse, la sua mano si strinse intorno alla mia e io allora mi sentii più forte, mi sentii quasi invulnerabile... i miei occhi brillarono di gioia e il mio cuore sobbalzò.
Fu allora che accadde l’inatteso...

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Entrai di corsa nella pieve, proprio nell'istante in cui la donna misteriosa diceva che stavano arrivando i suoi cavalieri.
"Mi dispiace Mylady. Ma credo che i suoi cavalieri non potranno venire..."
Poi mi ricordai. icarius e Talia pensavano che io fossi una semplice bambina, ma ora indossavo addirittura la tunica da assassina...
“Sayla!” esclamai sorpresa, vedendo la ragazzina entrare nella pieve e parlare a quel modo...
Osservai il suo abito, la tunica che la copriva... ero senza parole!
“Sayla... ma che cosa ci fai qui? Come ci sei arrivata?”
Ma non ci fu tempo per dire altro, poiché due cavalieri entrarono dietro di lei...

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“Milady, va tutto bene?” Chiese uno dei due a Layla. “Perdonatemi… ma temo sia ora di andare… ormai l’alba è prossima, mia signora.”
Tornai a guardare mio marito, quindi...
Il cuore mi batteva forte, ma non per la paura...
“Lasciami qui!” gli dissi, la mia voce era bassa e serena “Credo che sia l’unico modo perché tu possa andartene da qui, l’unico modo per farti giungere a Capomazda sano e salvo... Devi andare, Icarius... hai un ruolo là, hai dei doveri e sei stato lontano già per troppo tempo...”
Gli sorrisi, poi mi avvicinai e appoggiai le mie labbra sopra le sue per un momento che parve infinito...
“Poi...” soggiunsi quando tornai a guardarlo “quando tutto sarà finito, potrai tornare a prendermi! E mi troverai qui, ad attenderti... Ti aspetterò ogni giorno ed ogni notte, perché so che tornerai! Io mi fido di te e niente potrà far crollare questa mia convinzione!”
Gli presi il volto tra le mani, carezzandolo... i miei occhi erano nei suoi e in quell’istante le mille e più cose che avrei voluto ancora dire si annullarono: niente occorreva più, niente aveva più importanza...
Infine, con un ultimo sguardo, mi scostai appena da lui...
“Vai!” dissi.
E in quella sola parola risuonò tutto l’amore e tutta la fiducia che avevo per lui.
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"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 06-06-2011, 17.02.43   #1124
Lady Dafne
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Lady Dafne sarà presto famosoLady Dafne sarà presto famoso
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"“Avanti, cosa ci fai ancora qui? Esci in strada e mettiti in mostra! Vedrai che qualche bel cavaliere ti prenderà come dama di compagnia e forse si deciderà anche a mantenere il tuo bambino! Avanti, cosa aspetti?”
Non bastavano le brutte parole, ora iniziavano le offese... ero sconsolata, non sapevo cosa fare. Abbassai lo sguardo, non avevo il coraggio di guardare in faccia nessuno. Forse avevo sbagliato ad unirmi a quella famiglia, forse ero solo una sciocca a credere che lui mi avrebbe voluta ancora. Ero io la causa dei suoi mali, era per me che aveva combattuto quel duello! Mi mossi leggermente, presi una seggiola e mi sedetti, mi venne un capogiro e un'intensa vampata di calore.
"Non ce la faccio, Mian, non ce la faccio" dissi sottovoce
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire
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Vecchio 06-06-2011, 17.03.57   #1125
Melisendra
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Melisendra sarà presto famoso
I miei occhi scintillarono di sdegno a sentire l'assurda proposta di Sir Saint-Roche. Mi raddrizzai sul mio seggio e mi voltai verso di lui.
A voce alta e squillante a cui conferii un tono di comando esclamai: "Potete scommettere quello che più vi aggrada, milord, a patto che ne disponiate... e posso garantirvi che io non rientro nella sfera dei vostri possedimenti."
Lo fulminai con uno sguardo seccato.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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Vecchio 06-06-2011, 18.23.52   #1126
Lady Morgana
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Lady Morgana è sulla buona strada
La donna misteriosa mi parlò in modo freddo e distaccato intimandomi di uscire dalla pieve.
Poi fui assalita dalle domande di Talia che mi uardava stupita e allo stesso tempo impaurita.
Non feci nemmeno in tempo a risponderle che i due cavalieri comparirono dietro di me, vivi, anzi, vivissimi.
Mi girai, osservai ogni loro minimo particolare e decisi che non erano assolutamente delle allucinazione, ma non mi feci prendere dal panico.
Quando mi girai riuscii a scrutare fuori dalla pieve una parte di cielo, ove risplendeva in tutta la sua bellezza Rubira, la stella rossa.
Mi concentrai perdendo quelle poche energie che mi rimanevano.
Luna!!! Ti prego rispondimi... ho appena ucciso due uomini, ma... sono ancora vivi! E ti assicuro che i colpi che ho inferto loro erano mortali!
Attesi e dopo pochi secondi sentii il suo tocco leggero; Luna mi parlò, tranquilla e pacata come sempre, ma con una nota di preoccupazione nella voce.
Verdammt, stai bene? Cosa succede? Hai ucciso due uomini e sono ancora vivi? Questo vuol dire che... sono delle specie di morti viventi? A me pare un po' strano...
Luna, puoi dirmi cosa sono quei cavalieri, o no?
Stai calma Verdammt... sento la presenza dell'Arciduca, di sua moglie e quella di un'altra donna. Sono sicura di averla già vista... guardando i dipinti... ho ragione di credere che quella donna centri con la Gioia dei Taddei... I due sposi non usciranno vivi da lì.
Grazie Luna. Ora devo andare.
La grande perdita d'energia mi fece accasciare sul freddo pavimento della pieve e il sangue uscii copioso dalla profonda ferita sul fianco.
"Lei!" urlai guardando la donna che si trovava nella pieve.
"Lei centra con la maledizione della Gioia dei Taddei. Sono i suoi cavalieri che uccidono i regnanti quando trovano l'amore! Nel bosco è stato ritrovato un uomo con il volto sfigurato che indossava i vestiti del duca... i tuoi cavalieri si sono forse sbagliati?"
La fissai con odio e vidi la sua aura. Un'aura nera.

Peggio della mia...

Risi sommessamente, poi mi accorsi di ciò che stava dicendo Talia.
"Mylady, no. Se vostro marito, il nobile Taddei, uscisse da qui verrebbe sicuramente ucciso dai cavalieri di questa donna. Non so cosa ella vi abbia promesso, ma era sicuramente una bugia!"
Guardai Talia, e mi resi conto che non si sarebbe mai più fidata di me.

Le ho mentito... per lei potrei stare mentendo anche ora...

Mi strinsi il braccio, ove il segno aveva ricominciato a pulsare, e sollevai la manica della tunica per osservarlo meglio. Mai mi aveva fatto così male...

Forse è per colpa di questo segno che mi provoca questi dolori che mi chiamano Verdammt la maledetta...
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"La Morte non è una punizione, ma una liberazione" Dragon Heart.

Ultima modifica di Lady Morgana : 06-06-2011 alle ore 21.50.02.
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Vecchio 06-06-2011, 19.43.40   #1127
Morrigan
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
Morrigan si mise in guardia, restando appena arretrata. Seguiva con attenzione i movimenti di quell'improvviso duello, pronta ad intevenire all'occorrenza. La sua mano stringeva l'elsa di Samsagra sempre più forte, ogni volta che Guisgard doveva arretrare o era obbligato da quell'abile cavaliere a parare un colpo. Le dita carezzavano le decorazioni con ansia, come cercasse in quel contatto una consolazione a quell'affanno.

“Sono la morte che giunge per voi!” esclamò d'un tratto il cavaliere, lanciandosi di nuovo in un feroce attacco contro Guisgard.

In quel momento, Samsagra si accese di un cupo bagliore, e dall'anima della spada si levò un grido di donna che stordì Morrigan al punto che dovette portarsi una mano alla fronte e chiudere gli occhi. Indietreggiò e cercò con la mano un appoggio, mentre l'urlo di Samsagra copriva il clamore della lotta e cancellava tutto quello che la circondava, ingoiando il bosco, i cavalieri e le loro spade... finchè tutto divenne oscuro...


I due cavalieri lottavano senza tregua. Non era un duello, ma uno scontro all'ultimo sangue. I due contendenti si inseguivano, si cercavano con le lame, e tiravano fendenti con una rabbia che solo il costo stesso della vita poteva giustificare. Uno era più giovane, ma l'età non toglieva nè grazia nè precisione ai suoi colpi. L'altro era di fisico più possente e di età maggiore, ma aveva nel braccio una ferocia che lo faceva assomigliare ad un lupo selvatico. Il giovane indossava una lucida armatura, appena macchiata di sangue, mentre l'altro sembrava essere uscito da un sontuoso banchetto, e le sue raffinate vesti, che prima dovevano essere profumate di ambrosia, erano state stracciate da molti colpi di spada, e l'ermellino sul bordo della sua tunica pendeva lacero da un fianco.
Proprio nel momento in cui quella lotta sembrava destinata a non aver fine se non con la morte di entrambi i contendenti, la spada del giovane cavaliere si accese di un bagliore di smeraldo, talmente luminoso da accecare ogni sguardo. A quel segnale, il giovane sembrò essere riempito di nuovo vigore, e si lanciò con ritrovata forza sul suo avversario, e costringendolo infine contro una parete, lo disarmò, obbligandolo ai suo piedi sotto la minaccia della sua spada.
L'uomo, pur vinto, lo guardò con un ghigno pieno di amara ironia.
"E così, alla fine, il lattante dei Cassis è tornato a reclamare vendetta..." esclamò con una mezza risata.
Il ragazzo represse un moto di rabbia, ma strinse ancor più la lama contro la sua gola.
"E adesso che farai?" mormorò l'altro, mentre il fiato quasi gli veniva meno "Dopo che ho depredato il tuo castello, ucciso tuo padre e violato tua sorella..."
Rise di nuovo, di quella sua risata oscura e maligna.
"Che cosa prenderai che possa ripagarti, mio giovane Morven? Forse la mia vita pensi che ti possa bastare... coraggio, allora... vieni a prenderla!"
E la sua risata si confuse in un attimo all'urlo di rabbia che esplose dalle labbra di Morven. La lama di Samsagra si sollevò e risplendette nella penombra della sala, per poi abbassarsi di colpo sulla testa dell'uomo. Ma all'ultimo istante, la spada si spostò dalla sua traettoria, come se una forza più grande ne avesse deviato il giusto corso. La punta toccò il volto dell'uomo, lasciando un taglio profondo che dal lato dell'occhio scendeva sulla guancia, poi si adagiò contro il pavimento. Morven, dall'alto, guardava il suo nemico fremente d'ira, ma quel sentimento sembrava lentamente placarsi, come se un angelo gli avesse fermato il braccio e gli stesse parlando piano all'orecchio.
Quando fu di nuovo padrone di se stesso, il giovane guardò il nemico sconfitto con risolutezza.
"Ivan de Saint- Roche," proclamò con voce ferma "siete colpevole di tradimento, di furto, di omicidio e di molti altri delitti che vi rendono indegno di essere un uomo. Io, Morven, legittimo duca di Cassis, prendo adesso pieno possesso delle mie terre e dei miei averi, e per grazia di Dio vi faccio salva la vita, perchè la mia spada, la divina Samsagra, non si macchierà mai di un sangue tanto impuro. Per i diritti di cui godo in tutte queste terre, io vi condonna all'esilio e al bando perpetuo, e alla morte immediata se mai foste di nuovo avvistato entro questi domini".
E con un gesto del braccio, ordinò ai suoi uomini di condurlo lontano dalla sua vista...

... Morrigan posò sul tavolo la grande pergamena sulla quale era stata scritta la sentenza che suo zio aveva proclamato ormai quindici anni prima contro Ivan de Saint-Roche.
"Perchè non l'hai ucciso, quel giorno?" chiese.
"Samsagra mi ha ordinato di non farlo" fu l'unica risposta di Morven.
Morrigan scosse la testa, come se quelle parole non avessero per lei alcun senso. E non l'avevano in realtà. Perchè non credeva che un simile ordine potesse mai essere concepibile. Morrigan non conosceva la carità.
"Allora toccherà a me farlo..." mormorò...



... in quel momento aprì di nuovo gli occhi, come se qualcosa l'avesse di nuovo scaraventata nella realtà circostante. Vide l'uomo estrarre un coltello e lanciarsi contro Guisgard.

"Guisgard, attento!" gridò.

E Guisgard, dopo un attimo di sorpresa, riuscì a bloccare l'avversario e a trafiggerlo con il suo stesso pugnale.
Morrigan lo vide levare l'elmo al cavaliere e fissarne il volto con un'espressione profondamente turbata sul viso. Si lanciò verso il suo compagno, preoccupata.

"Sei ferito? Stai bene?" chiese d'impulso.

Poi, senza nemmeno attendere la sua risposta, ancora scossa da quel che le era accaduto...

"Guisgard... ho avuto un'altra visione..." mormorò.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"

Ultima modifica di Morrigan : 06-06-2011 alle ore 21.49.49.
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Vecchio 07-06-2011, 00.35.48   #1128
Guisgard
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Ivan de Saint-Roche sorrise quasi beffardo alle parole sdegnate di Melisendra.
“Oh, milady, ma io so benissimo di non poter ambire a tanto…” disse “… anzi, sono convinto che una donna come voi sia difficile da domare, proprio come una cavalla di razza. Ma vedete, i baroni presenti me ne daranno conferma, noi tutti qui apparteniamo a lord Cimarow, l’uomo che presto disporrà di tutte queste terre e di coloro che le abitano… voi, come me, come gli altri baroni seduti a questa nobile tavola, persino come il nostro sir Gouf, siamo alla mercè di lord Cimarow… e chissà che egli non voglia, per una notte, mettere in palio la sua bellissima gemma, per il più abile e fortunato dei suoi devoti…”
Tutti allora si voltarono verso il signore del castello.
“Beh… niente sarebbe più romantico che vedere un duello per conquistare le grazie di una dama…” fece Cimarow “… non trovate anche voi, milady?” Rivolgendosi a Melisendra.
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Vecchio 07-06-2011, 01.06.49   #1129
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Guisgard sembrò non sentire nemmeno le parole di Morrigan.
I suoi occhi erano fissi sul volto dell’avversario che aveva appena sconfitto.
Guisgard sembrava pietrificato da quegli occhi che lo fissavano.
Occhi azzurri e profondi, intrisi di sangue.
Aytli lo guardava ansimando, mentre un pallore di morte asciugava il rosato candore del suo volto.
“Una… una donna… ho ucciso una donna…” disse Guisgard, lasciando cadere a terra la spada.
Sentì un freddo dolore raggiungere il suo cuore ed indietreggiò di qualche passo.
“Cosa ho fatto…” mormorò disperato “… Dio mio… cosa ho fatto…” mentre gli occhi di Aytli sembravano incapaci di abbandonare il suo volto.
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Vecchio 07-06-2011, 01.12.37   #1130
Melisendra
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Vicolo cieco. Scacco.
Ero alle strette.
Rifiutare avrebbe costituito un'offesa. Accettare di buon grado di rimettermi alla decisione di Lord Cimarow sarebbe sembrato quanto meno insolito.
Mi guardai intorno, soppesando l'aria carica di attesa. Rivolsi la mia attenzione a Sir Saint-Roche e fissai bene lo sguardo in quei suoi occhietti da rettile.
Era stato abile.
Soffocai una risata. Lo fissai con aria divertita e scoppiai apertamente a ridere.
Mi guardarono senza capire, sorpresi.
Mi voltai verso Lord Cimarow e finalmente parlai.
"Come desiderate Milord..." sussurrai con aria divertita. "Tuttavia non è corretto che assuma su di me l'azzardo di questa scommessa, mentre il nostro Sir Saint-Roche non rischia niente... e poichè è stato proprio lui a chiamarmi in causa... troverei equo se mi rendesse onore sfidando anch'egli il barbaro."
Lanciai un'occhiata sorniona a Ivan de Saint-Roche. Non poteva rifiutare, ne andava del suo onore.
I casi erano due: o l'avrei visto sconfitto e umiliato o lo avrei temporaneamente mandato all'altro mondo appena toccato il talamo. Parola mia. Non era scacco.
Feci un profondo inchino rivolto al signore del castello e poi mi rivolsi ai convitati con un sorriso.
"Potrete sopravvivere al cucciolotto di Sir Saint-Roche, ma chi può dire che sopravviverete a me..." Lo dissi con aria ironica, ma solo una persona sapeva che non stavo scherzando. Lanciai un'occhiata a Gouf.
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