I racconti del Bianco e del nero

[Destresya]

"Sì, ora sei sincero? E io su che basi dovrei crederti sentiamo? Adesso sai anche del meteorite improvvisamente?" fissandolo sospettosa.
"Mi prendi davvero per una stupida..." scuotendo la testa "Chissà quante bugie mi hai raccontato, quanto mi hai usato.... ti serviva solo un posto dove nasconderti... questa maschera te l'ho data io, idiota! La tua è in macchina, te la sei tolta tu tranquillamente, questa l'ho comprata in un negozio in città insieme agli abiti e insieme ad altre maschere perchè non ti riconoscesse nessuno di quelli che ti aveva visto alla collina. Almeno se ti devi inventare delle bugie, cerca di ricordare le cose che sono successe!" adesso ero furibonda.
Mi ero fidata di lui e mi stava raccontando una bugia dopo l'altra.
Scossi la testa, guardandolo con disprezzo.
"Io ho rischiato tutto per te, mi sono fidata di te..." sussurrai, voltandomi per andare via.

[Guisgard]

Lui guardò Gwen.
"Beh, ci sono vari modi..." disse "... potrei consegnarti ai miei uomini e farli divertire fino al giorno del tuo rilascio... oppure lasciarti a pane ed acqua per i prossimi giorni... o anche staccarti un orecchio o un dito... o forse sfigurarti... tanto tuo marito ti vuole viva, non per forza bellissima." Fissandola con occhi sadici e divertiti. "O invece... trattarti come una prostituta e importi di entrare nel mio letto."
Nel frattempo Destresya stava rivolgendo accuse all'alieno.
Lui non disse nulla e con gesto improvviso si tolse la maschera, restituendola alla ragazza.
Restò così con un'altra maschera, sottile, fatta di un'unica lamina che gli copriva la testa, lasciando solo spazio per gli occhi, coperti da una sorta di lenti colorate, come la visiera di un casco.

[Lady Gwen]

Lo ascoltai con serio interesse, senza interromperlo.
"Viste tutte le arie che ti dai, pensavo che saresti stato più originale, fra tutte le cose che hai elencato, occasione sprecata... Che peccato..." accendendomi una sigaretta.

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[Destresya]

Mi rigirai la maschera tra le mani, e poi guardai il Generale.
"Vuol dire che è la verità? E che mi hai fatto comprare una maschera per niente?" gettandola in un angolo scuotendo la testa.
"Giuro che non ti capisco con tutti questi segreti, ho deciso di aiutarti, ti ho salvato, ho cercato di starti vicino, di aprimi con te, e non ho avuto altro che segreti e bugie e altri segreti..." scossi la testa, per poi guardarlo negli occhi.
Allungai una mano per toccare la maschera.
"Perchè non ti fidi di me?" sussurrai, mentre le mie mani cercavano di capire se quello era davvero il materiale di un altro mondo.
"Chi altri non ti avrebbe dato del pazzo dopo il tuo racconto?" sussurrai, guardando nelle fessure che dovevano essere gli occhi.

[Guisgard]

"Ah, ecco..." disse Herbert "... e sentiamo... quale altro metodo suggerisci per punirti?" Avvicinandosi a Gwen.
Nel frattempo Destresya era con l'alieno mascherato.
"Aiutami a liberarmi di questa maschera e saprai tutta la verità..." gurdandola negli occhi "... ti fidi ancora di me?"

[Lady Gwen]

Lo vidi avvicinarsi, mentre io continuavo tranquillamente a fumare.
"Io nessuno, visto che non mi ritengo colpevole" dissi, in modo inoppugnabile "Era solo un commento disinteressato..." con un'alzata di spalle ed un sorriso sornione.

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[Destresya]

Continuavo a toccare quella maschera senza riuscire a capire se potesse o meno essere di un materiale alieno.
A quelle parole del Generale, però, lo fissai negli occhi per un lungo istante.
"Dammi un motivo per fidarmi di te, e io lo farò..." gli sussurrai, senza mai lasciare i suoi occhi, seppur celati.

[Guisgard]

Herbert la guardò e poi scosse il capo, allontanandosi.
"Per me sei solo un ottimo riscatto." Disse a Gwen. "Se avessi voluto vendicarmi l'avrei già fatto. Sono un pirata, un criminale, ma non faccio del male alle donne. Neanche a quelle come te." Fissandola.
Nello stesso istante, ma alla villa di Barber, Destresya era col Generale.
"Perchè mi sei rimasta solo tu..." lui "... sei la sola che possa aiutarmi... la sola a questo mondo."

[Lady Gwen]

Rimase ancora un po' a guardarmi, poi si allontanò.
"Sì lo so, l'hai già detto, non ripeterti" commentai, facendo gli ultimi tiri alla sigaretta, con un vago sorriso, mentre mi sedevo comodamente su una piccola poltrona della cabina.

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[Guisgard]

Un attimo dopo qualcuno bussò e poi entrò il cuoco.
Servì la cena sul tavolo e poi andò via, lanciando un'occhiata a Gwen.
"Aragosta, insalata russa e salmone marinato." Disse Herbert guardando i vassoi. "Il tutto è dituo gradimento?" Porgendo la mno alla ragazza per farla sedere al tavolo con lui.