I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

"Forse dovremmo scoprirlo..." disse Elv a Gwen "... siamo qui, non possiamo far finta di nulla, o saremmo colpevoli e complici anche noi..."

[Lady Gwen]

"Facciamo finta di nulla perchè dobbiamo andar via da qui indenni, senza rischiare di ficcare il naso in affari pericolosi che non ci appartengono" sottolineai, diretta, guardandolo negli occhi neri.
"È fuori questione che rischiamo la vita. Qualsiasi cosa ci sia in ballo, credo sia meglio tenersi alla larga. Non si scherza con gente che fa sperimentazioni umane, se si tratta di questo."

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[Guisgard]

"Si, hai ragione..." disse Elv annuendo "... ci sei tu... ed io devo proteggerti, non posso farti correre dei rischi..." guardando Gwen.
Dalla finestra senza vetri la fitta vegetazione tingeva tuto di un verde primordiale, con la leggera striscia azzurra del mare che si vedeva fra le palme.
"Ho bisogno d'aria, vieni, usciamo a fare un giro..." lui a sua nipote.

[Lady Gwen]

"Wow" con un sorriso furbo "D'ora in poi saprò come convincerti a fare qualsiasi cosa" commentai, candida, ma sotto sotto divertita.
"Rimaniamo nei paraggi, però, non voglio allontanarmi troppo di sera" dissi, mentre uscivamo.

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[Riku966]

Ciò, che vedemmo ebbe dell’incredibile. Gli indigeni spinsero la porta fino ad aprirla per poi richiuderla alle proprie spalle.
“Forse hai ragione.” risposi a Gobbo “Però ci converrebbe pensare a cosa fare. Non possiamo stare qui per sempre.”

[Guisgard]

"Mi sa che potresti già riuscirci..." disse Elv facendo l'occhiolino a Gwen.
Poi annuì a sua nipote, la prese per mano, con fare protettivo ed uscirono dal capanno.
Così si avviarono verso il canneto, stavolta verso la spiaggia, nella direzione opposta alla foresta.
Passeggiarono così sulla spiaggia, resa ardente dal Sole battente sulla sabbia.
Così raggiunsero l'ombra proiettata dalle alte scogliere.
Qui notarono, oltre le cime di alcuni alberi giganteschi dalle foglie piatte e lunghe, dei piccoli comignoli di fumo.
"Cosa ci sarà lì?" Indicandoli Elv. "Andiamo a vedere?"




"Aspettiamo, per adesso qui siamo al sicuro." Disse Gobbo a Queennie.
Videro così ancora quegli indigeni, dalla pelle scura ed i fisici scolpiti da muscoli lunghi ed asciutti, chiudere definitivamente quella porta monumentale.
Tutta quella situazione fu scandita da canti, balli e indecifrabili nenie recitate a ripetizione, tradendo così il carattere sacro di tutto ciò.
Un attimo dopo però Queennie sentì un calpestio alle sue spalle.

[Lady Gwen]

Ridacchiai divertita, prendendo la sua mano.
Camminammo sulla spiaggia, ancora calda per il Sole calato da poco, mentre lo scenario diventava più scuro, ma sempre magico.
Vedemmo poi del fumo.
"Non so se mi va di inoltrarmi..." commentai, osservando gli alberi.

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[Guisgard]

"Beh, sarebbe un peccato perderci le meraviglie e le stranezze di quest'isola." Disse Elv sorridendo a Gwen. "Saremo prudenti, tranquilla."
E tenendola per mano raggiunsero quegli alberi.
L'aria si era fatta più densa ed un odore penetrante cominciò prima a pizzicare le loro narici, poi ad infiammarle.
"C'è odore di zolfo ovunque..." fece Elv portandosi una mano sulla bocca e sul naso.
Poi si accorsero di alcune buche nel terreno, dei piccoli crateri da cui uscivano strette colonne di fumo, tradendo l'origine vulcanica dell'isola.

[Destresya]

A Pico bastò un attimo e con in telecomando fece apparire delle strane figure dalla vegetazione.
Una scena decisamente inquietante.
Che cosa stava succedendo?
Restai a osservare in silenzio senza nemmeno sapere che cosa chiedere.

[Lady Gwen]

Ricambiai il sorriso sperando sapesse ciò che faceva e lo seguii.
Man mano che avanzavamo, l'aria ed il suo odore si facevano densi, penetranti, sulfurei, tanto che io mi coprii naso e bocca con la stoffa della mia maglietta, come fece Elv.
Alla fine, giungemmo alla fonte di quel fumo.
"Sono gayser" constatai, osservando la distesa di aperture da cui fuoriuscivano colonne di fumo.

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