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Vecchio 30-01-2012, 02.28.48   #461
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La notte trascorse così, inquieta, con Chantal stretta alla sua governante.
Vayvet si lamentò per gran parte del suo sonno, a causa dello sforzo fatto per alzarsi e colpire poi il suo compagno.
All’albeggiare, finalmente, smise di lamentarsi.
Si svegliò circa tre ore dopo, sudato e visibilmente stremato.
Ma era vivo e cosciente.
Tentò di alzarsi, ma riuscì solo a sistemarsi alla meglio su quel giaciglio improvvisato.
“Come sta?” Chiese alla governate.
“Sta…” mormorò questa “… sta meglio… grazie a voi…” e strinse ancor più Chantal.
“Sono settimane che fuggiamo attraverso il bosco…” fece Vayvet “… senza incontrare nemmeno un prete… non posso biasimare i miei uomini…”
“Quell’uomo…” fissandolo la governante “… ha tentato di…”
“Fatela coprire meglio…” la interruppe il fuggiasco “… magari anche i capelli…”
“Sono uomini o bestie?”
“Mi sono fedeli…” replicò Vayvet “… e non sono tanto diversi da me… forse, se non fossi ferito, anche io avrei tentato…”
“No, voi non siete come loro!” Lo zittì la governante, forse per darsi forza ella stessa.
“Lo credete davvero?” Fissandola Vayvet. “Non giudicate chi non conoscete… ora preparate qualcosa da mangiare… abbiamo bisogno di essere in forze, io e i miei uomini… ci attende un lungo viaggio…”
“Allora ripartirete!” Esclamò rincuorata la governante.
“Andate, vi ho detto…” disse Vayvet “… e lasciate qui la ragazza…”
“No, non la lascerò da sola!”
“Andate, vi dico.” Con tono fermo il fuggitivo.
La governante, allora, chinò il capo e andò a preparare del cibo.
“Vi ha fatto male, Monty?” Domandò Vayvet appena rimasto solo con Chantal. “Sto parlando con voi…” fissandola “… e guardatemi quando vi rivolgo la parola…”
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Vecchio 30-01-2012, 02.49.46   #462
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Melisendra si nascose dietro Heyto, come intimorita.
“Non devi aver paura…” sorridendo dolcemente lui “… vieni avanti e mostra la tua bellezza, amica mia…” prendendola per mano e guardandola negli occhi “… hai dei bellissimi occhi… ed il mondo sarà bellissimo riflesso in essi…”
In quel momento la porta si aprì ed una figura entrò nella sala.
C’era penombra in quell’ambiente e solo attorno alla tavola le candele accese riuscivano a dissiparla.
La figura si avvicinò ad una delle finestre e fissò la foresta circostante.
“Puoi andare, Heyto.” Disse l’uomo appena entrato.
Heyto mostrò a quello un lieve inchino e poi fissò Melisendra sorridendole.
Un attimo dopo abbandonò la sala.
“Non hai fame?” Chiese l’uomo a Melisendra, sempre dandole le spalle e celando il suo volto nella penombra. “Siediti pure…” indicando con un gesto la tavola imbandita.”
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Vecchio 30-01-2012, 03.07.30   #463
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Talia trovò ad attenderla alcuni cavalieri.
Appena videro la ragazza presentarsi, i tre si scambiarono fra loro rapidissime occhiate che sembravano celare una sorta di tacita intesa.
La sciarono allora il Casale degli Aceri per recarsi al maniero del signorotto.
L’edificio appariva grezzo, con un grosso dongione centrale, al quale era addossata una struttura gentilizia di stile però grossolano e dall’aspetto poco curato, che spuntava da una folta vegetazione che aveva ormai quasi del tutto coperto una cinta muraria con base a scarpa e rafforzata da contrafforti.
Talia fu poi condotta in una vasta sala, scarsamente arredata e col soffitto in legno che l’umidità aveva appesantito notevolmente.
Qui trovò il signorotto svogliatamente abbandonato su un seggio dalla forma grossolana, che si divertiva ad infilzare una mela con un coltello.
Seduto al grosso tavolo al centro della sala stava un chierico intento a leggere un piccolo omeliario.
“Venite pure avanti, mia cara.” Disse il signorotto a Talia, andandole incontro.
Un attimo dopo nella sala entrò uno dei cavalieri del signorotto.
“Allora, abate, cosa ci dite?” Domandò il signorotto al chierico. “Intendo qualche notizia riguardo al Casale degli Aceri.”
“Cosa volete che vi dica, milord…” chiudendo, quasi infastidito, il suo libro di preghiere il chierico “… dovrebbe esserci un contratto da qualche parte, o delle annotazioni in qualche registro che chiariscano un po’ la questione…”
“Vostro…” con un ghigno il signorotto a Talia “… vostro padre ha mai posseduto simili registri?”
“Se li avesse avuti, milord, non sarebbe certo giunta qui.” Intervenne il chierico.
“E perché mai?”
“Perché, se così fosse, avrebbe dalla sua la protezione conferitale dal diritto.”
“Dunque nulla attesta le vostre pretese?” Rivolgendosi di nuovo a Talia il signorotto. “Perdonatemi, non ricordo il vostro nome…”



Il Casale avvolto da alte palme, che davano all’edificio un gusto esotico, come ricordo delle campagne in Oriente da parte dei cavalieri della Luna Nascente, si ergeva solenne e maestoso nel cuore del bosco di Suessyon, battuto com’era dall’asciutto vento che correva fino a scontarsi con i monti lontani.
Guisgard giunse correndo davanti al Tempio, dove trovò ad attenderlo il suo maestro.
“Maestro…” disse il cavaliere.
“Cosa cerchi qui, figliolo?”
“Voglio vedere Talia…”
“Da oggi non potrai più vederla.”
Un brivido corse per tutto il corpo di Guisgard a quelle parole.
Avrebbe voluto chiedere il perché, ma tacque.
Allora si voltò a fissare la porta del Tempio: era chiusa.
Corse vicino a quella per tentare di entrare, ma la porta sembrava impossibile da aprire.
“Non puoi entrare nel Tempio.”
“Perché?” Voltandosi verso il maestro.
“Sta avvenendo la consacrazione di tua sorella.” Rispose questi. “Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato. A questo era destinata.”
“Non è vero!” Con rabbia Guisgard, tentando inutilmente di aprire quella porta. “Oggi le avevo promesso di portarla nel bosco con me!”
Il maestro lo fissava in silenzio.
“Lei mi sta aspettando!” Continuò Guisgard. “Le avevo promesso che sarei venuto! E non le ho mai mentito!”
“Quei momenti nel bosco erano solo sogni…” mormorò il maestro “... inutili e sciocchi momenti in cui chiudevi gli occhi davanti alla realtà...”
Guisgard cominciò allora a battere i pugni contro il pesante legno della porta del Tempio.
“Apri questa porta, maestro!”
Ma il vecchio cavaliere restò a fissarlo senza dire nulla.
“La…” all’improvviso Guisgard “... la vetrata laterale... si, entrerò da lì…”
E corse verso il lato del Tempio.
Ma qui vide una figura.
“Fyellon…” mormorò nel riconoscerlo
Quello lo fissava con un ghigno, per poi estrarre la spada.
“Figlio contro figlio…” urlò una voce come condotta dal vento “... fratello contro fratello... morte chiama morte...” era la voce del maestro.
Guisgard si voltò verso quella voce e vide tre tombe.
Quella al centro recava proprio il nome del vecchio cavaliere, mentre le altre due erano senza nome.
Il cavaliere si avvicinò alle tombe, ma proprio in quel momento udì le campane del Tempio.
Corse allora di nuovo verso la porta, pensando di non trovare più il maestro ad impedirgli di entrare.
Giunto davanti al sacro edificio, trovò la porta finalmente aperta e vi entrò.
Ma il Tempio era vuoto.
Guisgard fissò allora le sei statue che adornavano, tre per parte, le due navate laterali: la Carità, la Fede, la Misericordia, l’Obbedienza, l’Umiltà e il Perdono.
“Talia!” Cominciò a gridare. “Talia, dove sei?”

“Talia!” Gridò, destandosi da quel sogno.
Sheylon lo fissò mugugnando.
Guisgard ansimava e stringeva fra le mani la fredda erba che aveva fatto da giaciglio al suo tormentato riposo.
Dopo un attimo di smarrimento si guardò intorno e riconobbe il laghetto poco distante dal Casale.
Aveva dormito all’ombra di un albero presso la sponda.
Alzò poi gli occhi e si accorse di non essere solo con la sua tigre in quel posto.
Davanti a lui, infatti, erano appena giunti i suoi fratelli.
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Vecchio 30-01-2012, 03.34.08   #464
Melisendra
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Melisendra sarà presto famoso
L'appetito mi era improvvisamente passato.
Non sapevo nemmeno io se quello che covavo dentro di me fosse nervosismo o curiosità. Mi avvicinai alla tavola e mi sedetti.
"Sei tu quello che chiamano padrone... non è così?" domandai, accigliata. "Per quale motivo mi trovo qui? Perchè non posso tornare dal luogo da cui provengo?" Mi imbronciai, ripensando a tutte le disavventure che erano successe da quando avevo lasciato il Blu.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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Vecchio 30-01-2012, 08.10.57   #465
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Il panico era totale...se solo avessi potuto salvare tutti...osservai Goz e come teneva quei cigni, una morsa al cuore!! Ad un tratto ascoltai Elisabeth.."come pensai...il mio maestro non si vede", un rivolo di lacrime scendeva sul mio viso, ma non fui nemmeno in tempo a pensare che una grossa onda si impossessò di noi, dopodichè il buio.
Una luce lieve e calda mi sveglio, aprii lentamente gli occhi, vidi solo il volto di Elisabeth, mi alzai di scatto. "Dove siamo??" le chiesi. Davanti a me si presentava un paesaggio surreale, fantastico. Vidi vicino a noi Daniel e il boscaiolo...e nessun altro. Il Calars sembrava ci avesse salvati? O era un altro dei suoi inganni. Il posto sembrava un Paradiso in Terra.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 30-01-2012, 08.39.52   #466
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Goz era sfinito e la sua forza era svanita, stringeva quei cigni come fossero la sua vita stessa...." Goz avvicinati a noi...non stare li' ".....cercai di trascinarlo con la verga, ma non ne ebbi il tempo ....un muro di acqua ci travolse e fu un attimo...un attimo interminabile..in cui non persi il tempo......la quiete....una musica impercettibbile che mi fece aprire gli occhi, eravamo li' solo Daniel Alte e il boscaiolo....solo noi all'apparenza......il cuore prese a battermi in petto come non mai.......Altea stava incominciando a svegliarsi, " Altea siamo passati oltre.....non piangete vi prego....il vostro maestro non e' morto...state tranquilla...e adesso approdiamo....dobbiamo toccare terra..i nostri vestiti sono ormai cotti......"...e cosi' la verga ci condusse a terra....dove adagiammo i due giovani....ancora imbambolati......non avevo il cuor leggero.....quel paradiso era per pochi.....ma ero la regina dei boschi e dovunque mi trovassi....era il mio regno...cosi' improvvisamente il mio abito prese forma...un intreccio di erba e fiori...e cosi' feci per Altea e i due giovani....mi sedetti allora pensierosa...solo noi in salvo ?....assurdo...tanta grazia solo per loro......Altea e il boscaiolo erano i profani....qualcosa doveva ancora accadere.......
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Vecchio 30-01-2012, 11.10.21   #467
Parsifal25
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Parsifal25 sarà presto famoso
La notte trascorse serena; ed il mattino seguente un nuovo sole illuminò il nostro cammino. Prima di riprendere la marcia, il Maestro De' Punici si confessò dal prete ed io rimasi ad attenderlo eseguendo un paio di rosari.

Terminato il tutto, salutammo il monaco e continuammo la marcia. Era giunto il momento di parlargli di ciò che avevo scoperto, ma nell'attimo in cui volevo cominciare il Maestro decise di fermarsi a comprare dei cavalli, cosa alquanto strana, Belfagor era allenato per compiere lunghi viaggi; probabilmente li voleva far riposare. Trovammo una carovana di zingari e codesti vendevano i destrieri, il Maestro si allontanò con loro ed io rimasi ad attendere.

Non mi fidavo degli zingari hanno sempre secondi fini..... passò del tempo e vedendo che il Maestro non tornava iniziaì a preoccuparmi. Scesi da cavallo è mi misi alla ricerca, ma nell'istante in cui posso piede per terra sento una voce che chiedeva aiuto.

Non mi fidavo, i miei sensi erano allerta affidaì il libro e la borsa a Belfagor e gli sussuraì:
"Amico, se vedi qualche strano movimento nasconditi e corri verso la radura. Attendimi vicino all'albero più vecchio." Caricaì il Covenant e andaì verso il carro, un nano era prigioniero. Che ci faceva in quel posto, mi chiesi.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore.....
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Vecchio 30-01-2012, 12.27.56   #468
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Mi guardai, le mie vesti erano cambiate...i colori erano quelli di un bosco quieto..il verde del fresco muschio e i colori delicati dei fiori. Scossi il capo..."Elisabeth...siete stava voi?? ho preso i colori del vostro Regno". Guardai l'orizzonte....indicai un rivolo di fumo che si levava..."Guarda Elisabeth...se c'è del fumo, significa che qualcuno ci deve abitare penso..dobbiamo svegliare Daniel e il boscaiolo". Mi avvicinai al giovane boscaiolo, toccai la mano, era calda...lo scuotevo per svegliarlo.
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Vecchio 30-01-2012, 15.25.15   #469
Guisgard
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La tavola era imbandita con diverse pietanze dall’aspetto delizioso e vari liquori ed elisir dai colori brillanti.
Le candele emanavano una luce calda e rassicurante e rendevano gli occhi di Melisendra ancor più luminosi.
“Si, sono il tuo padrone…” disse il misterioso uomo “… e questa sarà la tua casa…”
In quel momento entrò un servitore nella sala.
Si inchinò al suo signore e poi cominciò a servire in tavola.
“Sei qui per ubbidire ad ogni mio volere…” continuò il padrone “… e la tua sorte dipenderà dalla tua devozione verso di me…”
Il servitore, finito il suo compito, si voltò verso il padrone, inchinandosi nuovamente.
“Mangia…” disse il padrone “… tutto è stato preparato per te…” aggiunse per poi voltarsi verso Melisendra e mostrando finalmente il suo volto.
Un volto celato da una maschera di porcellana.
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Vecchio 30-01-2012, 15.30.15   #470
Talia
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Quel posto non mi piaceva!
Varcai con i cavalieri il pesante portone che dava accesso al cortile centrale di quel grezzo maniero, poi fui introdotta in una sorta di saletta di rappresentanza e da qui in una vasta sala che un tempo, forse, poteva anche essere stata ricca ma che ormai risultava, come a mio avviso il resto dell’edificio, trascurata e cadente.
Mi guardai intorno un istante con circospezione, senza riuscire del tutto a cancellare dal mio viso quell’aria largamente critica... poi notai il signorotto che, alzatosi dal suo rude seggio, si stava avvicinando a me. Mi inchinai appena.

Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
“Dunque nulla attesta le vostre pretese?” Rivolgendosi di nuovo a Talia il signorotto. “Perdonatemi, non ricordo il vostro nome…”
“Talia!” dissi, prendendo per la prima volta la parola da quando ero entrata.
Avvertivo su di me gli sguardi del signorotto e di quel chierico, dall’aspetto tanto mellifluo e compiacente da darmi i brividi, ma non lasciai che essi influissero sul mio umore né, tantomeno, sul mio contegno.
I miei occhi rimasero per qualche momento in quelli del signorotto, sorridendo serenamente come chi non teme menzogne né raggiri... infine, con un lieve sorriso sulle labbra, iniziai a parlare.
“Vi sono degli antichi testi, conservati al Casale, che narrano di quando e come quei possedimenti furono concessi ai Cavalieri della Luna Nascente, di come essi li accettarono per loro stessi e per i loro figli e figli dei loro figli finché i loro più sacri valori non fossero venuti meno... sono volumi molto antichi, redatti da un monaco di nome Edalberto e sarò ben lieta di mostrarveli, un giorno o l’altro...”
Un breve momento di silenzio accolse le mie parole. Attesi appena un istante, poi ripresi...
“Quanto poi ai documenti che attestano la veridicità di ciò che dico... è Sua Grazie, il Vescovo, che li conserva... e se voi...” soggiunsi, voltandomi verso il chierico “Se voi, padre, vorrete avere la compiacenza di scrivergli, sono certa che egli non potrà che confermare ciò che vi sto dicendo!”
I miei occhi rimasero per un istante, inclementi, sul volto paffuto del chierico, per poi tornare sul signorotto...
“Bene, mio signore... Vi ringrazio per avermi dato modo di spiegarvi ciò... e sono certa, alla luce di quanto vi ho appena detto, che ogni cosa si risolverà al meglio!”
Sorrisi leggermente e, stando sempre bene attenta a mantenere il più stretto e il più rigido contegno, tornai ad inchinarmi appena...
“Ed ora, milord... poiché suppongo che non vi siano altre faccende in cui potrei esservi utile, vi chiedo licenza di tornare a casa!”
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