I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

Elv guardò Gwen per un lungo istante, come se cercasse di tratteere la rabbia.
Poi, in modo improvviso, con gesto che spiazzò la ragazza, afferrò le sue braccia, la strinse a sè e la baciò.



Tutto accadde velocemente.
Un attimo per sistemarsi, poi queennie, con un'agilità inviadiabile, saltò sul parapetto e balzò nel canotto che sollevò un bel pò di schiuma.
Uno dei marinai gridò, seguito da un'imprecazione di Van Niel.
Gobbo allora, capendo come stavano le cose, raggiunse anche lui il parapetto e saltò giù dalla nave, arrivando nel canotto, sollevando ancora più acqua di quanto avesse fatto Queennie.
"Presto..." disse alla ragazza afferrando l'unico remo, mettendolo in acqua e cominciando a remare.

[Lady Gwen]

Per un attimo, temetti che sarebbe esploso per la rabbia.
Ma non successe questo.
Successe qualcosa che non avrei mai, mai pensato.
Rimasi congelata sul posto, sulla branda.
In quel frangente, pensai che l'esempio che avevo fatto, dei galli e del pollaio, fosse il peggiore che potessi fare.
"Elv cosa fai" mormorai, con voce stentorea, cercando di guardarlo negli occhi.

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[Altea]

Osservai la costumista con occhi di fuoco, in altre circostanze sarebbe stata punita severamente "Giusto" voltandomi verso Milo " E odio i pettegolezzi, d'altronde è ovvio che per essere partner in un set si debba anche andare d'accordo, ma ignoro i pettegolezzidi donnette futili" finendo di disintegrare la costumista con un'altra occhiataccia.
Milo era sempre positivo, speravo avesse ragione, ovviamente io non lo ero visto mi ero pure trovata in questo Mondo strano.

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[Riku966]

Forte dei miei allenamenti in palestra, delle gare di atletica leggera sostenute fino a quando avevo diciotto anni, riuscii a balzare sul parapetto e a saltare sul canotto.
Il mio improbabile compagno di avventure, forse intuendo cosa ci fosse di mezzo, mi raggiunse.
Imprechi di sdegno e frasi poco cortesi, a cui risposi con un ampio sorriso, giunsero alle mie orecchie.
Il ragazzo afferrò l'uni remo, cominciando a darsi da fare.
"Non eri costretto a seguirmi in questa follia!" esclamai sinceramente stupita.

[Guisgard]

"Beh, potrebe esserci davvero tanta carne al fuoco..." disse Roan pensieroso dopo le varie possibili ipotesi elencate da Destresya "... purtroppo tutto ciò che si è scritto sui Geniti è perlopiù mito, se non addirittura fantasia... ossia un civiltà evolutissima, probabilmente risalente al periodo del Biblico Diluvio Universale, quindi un continente perduto nei mari Flegeesi, sorta in un periodo imprecisato tra la fine di Mu e quella di Atlantide..."

[Guisgard]

Il canotto cominciò a scivolare sull'acqua giallastra e schiumosa, con Gobbo che a vigorosi colpi di remo lo spingeva verso quell'isola sconosciuta.
"Beh, non avevo molto scelta..." disse lui a Queennie "... tra finire davanti ad un tribunale della Marina... o ritrovarmi su un'isola trpicale in compagnia di una bella ragazza, beh, non credo ci fossero molti dubbi da parte mia." Facendole l'occhiolino.

[Guisgard]

Quel bacio.
Poi le labbra calde di Elv che indugiarono su quelle morbide di Gwen cominciarono a scivolare sul mento ed il collo di lei.
Allora la voce forte della della ragazza risuonò nel capanno.
Per un lungo istante, tenendola ancora stretta a lui, lo zio guardò negli occhi di sua nipote senza dire nulla.
Infine la lasciò ed uscì dal capanno, mentre il monsone sembrava annunciare un suo prossimo arrivo nell'eco lontano delle nubi all'orizzonte.

[Guisgard]

Altea fulminò con lo sguardo quella ragazza, indirizzandole poi quelle parole sdegnate.
Lei allora si allontanò, lasciando la dama e Milo accanto al parapetto del panfilo.
L'imbarcazione continuava ad avvicinarsi all'isola sconosciuta, mentre lontani banchi nuvolosi venivano spinti in avanti dai venti tropicali.

[Altea]

La costumista se ne andò e rimasi ad osservare l' Isola "Ha un chè di selvaggio, magari un tempo i pirati nascondevano laggiù i loro tesori...che ne pensi?" osservandolo "Tu cosa pensi di tutto questo, dimmi la verità, intendo dell' Isola".

[Lady Gwen]

La mia voce lo riscosse, fermando le sue labbra sul mento e sul collo, che mi avevano provocato mille sensazioni indefinite.
Mi guardò per lunghi istanti, finché mi lasciò ed uscì dal capanno.
Fuori, il tempo non prometteva nulla di buono, ma mi sentivo troppo scossa per preoccuparmene.
Rimasi bloccata sulla branda, il fiato corto, poi rotolai sul fianco e rimasi in silenzio sotto la sottile coperta, senza sapere cosa fare.
Era davvero un casino, non capivo da dove fosse nato il gesto di Elv e non riuscivo a pensare a quali conseguenze avrebbe avuto.

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