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Vecchio 28-12-2010, 15.16.35   #851
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Guisgard stava guarendo in fretta, me ne accorgevo dalla difficoltà crescente che trovavo nell’agire all’interno della sua mente... certo, ciò sarebbe stato un bene, se solo non avessi temuto che Guxio non si sarebbe arreso fino all’ultimo!
E tuttavia mi lasciai sospingere dal sogno del cavaliere... non sapevo perché, ma mi piaceva quella sensazione di tranquillità che ciò mi donava.
Mi ritrovai infine seduta sul bordo di una fontana, con appena un’idea molto vaga di come ci ero arrivata...
In quell’istante Guisgard comparve di fronte a me, alzai gli occhi e lo scrutai un istante... notai una strana espressione sul suo volto, ma non la seppi decifrare.

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Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
"Andiamo, Talia..." disse prendendo di nuovo la mano di lei "... è quasi buio, meglio andare..."
Fu a quel punto che lo avvertii di nuovo... lo avvertii molto distintamente: un vento freddo soffiò su di noi e, contemporaneamente, un lungo brivido mi percorse tutta la schiena.
Balzai allora in piedi, trattenendo la mano di Guisgard...
“Lui è qui!” mormorai, guardandomi intorno con circospezione.
Ma non c’era nessuno intorno a noi, non c’era niente... tranne quella casa alle spalle del cavaliere, che ormai stava proiettando verso di noi un’ombra sempre più fitta...
Puntai gli occhi in quell’ombra ma non vidi niente, sebbene provassi un forte senso di disagio.
“Lui è qui!” ripetei pianissimo a Guisgard “E’ vicino! Siamo in pericolo... non lasciare la mia mano!”
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"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 29-12-2010, 01.31.16   #852
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il Cavaliere Verde guardò Cavaliere25, per poi tornare a fissare il bivio davanti a loro.
"Se seguissimo quanto detto dall'arciere" disse uno dei cavalieri al suo comandante "il gruppo si dividerebbe, risultando più debole, milord!"
"La penso come Cavaliere25..." intervenne Belven "... dividendoci saremmo comunque sicuri che almeno una parte di noi giungerà alla chiesa sconsacrata."
Il Cavaliere Verde restò in silenzio per alcuni istanti.
"E sia!" Esclamò all'improvviso. "Dividiamoci in due parti, dove ciascuna prenderà uno dei due sentieri."
Si formarono così due gruppi.
Il primo, guidato da Belven e Cavaliere25, prese il sentiero di destra, il secondo, con in testa il Cavaliere Verde e Goldblum che conosceva la chiesa sconsacrata, scelse invece quello di sinistra.
"Chi fra noi" disse il Cavaliere Verde parlando a Belven e Cavaliere25 "giungerà alla chiesa, manderà poi indietro qualcuno a cercare l'altro gruppo!"
"Si, milord!" Rispose Belven.
Un momento dopo i due gruppi si divisero, prendendo ciascuno il sentiero prescelto.
Così, Belven, Cavaliere25 ed i loro uomini cominciarono ad attraversare quella parte di bosco, fino a giungere ad un piccolo laghetto.
"Fermiamoci un momento per abbeverare i cavalli!" Ordinò Belven.
E quando tutti furono scesi dai cavalli, uno dei cavalieri notò un pozzo in muratura a pochi passi dalle acque del laghetto.
"Chi mai avrà scavato un pozzo nel bel mezzo del bosco?" Chiese uno dei cavalieri.
"Non lo so..." rispose Belven "... ed è molto strano..."
Ad un tratto però si udì qualcosa nell'aria.
Una giovane voce che canticchiava.
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Vecchio 29-12-2010, 01.57.15   #853
Morrigan
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
La dama aveva scostato il mantello con circospezione. Nell’ombra Morven riuscì a scorgere il bagliore sottile di un pugnale. Si fermò un istante, quasi dovesse riflettere… purchè sia sufficiente a togliervi la vita in fretta se doveste cadere nelle loro mani! pensò, anche se si guardò bene dal palesarle quel pensiero così apertamente. Al contrario, si affrettò a nascondere i suoi pensieri e annuì.

“Datela pure al vostro servitore, se egli vi è fedele”

Quindi le fece un lieve cenno di riverenza col capo e si staccò da lei, per permettere al gruppo di precederlo. In quel momento Iodix gli passò accanto.

"La lingua colpisce senza esitare,
ma la spada lo fa senza perdonare!"

Morven gli vide nascondere l’arma che gli aveva dato nella cintola, poi lo udì proseguire pià sommessamente:

"Ormai il mio padrone non lo vedo da troppi giorni
e son qui perchè spero che a casa con me ritorni."

Il giovane cavaliere lo fissò turbato… sparito da giorni? Che ne era stato di quel cavaliere? Che si fosse inoltrato anche lui nel bosco e fosse caduto vittima di qualche sanguinoso agguato? Eppure, quando lui stesso lo aveva pregato di unirsi alla loro spedizione, egli aveva rifiutato, schernendo il suo invito! E poi, pensò Morven dopo un istante… perire lui? No… non lo avrebbe creduto! Per un istante rivide riflettersi nei suoi occhi il bagliore della spada di Guisgard, quando quel giorno nel bosco lo aveva visto combattere per liberare quella dama in pericolo… quel giorno in cui era rimasto così colpito dalla sua abilità di spadaccino… no, non è per lui una simile morte!

In quel momento la voce brusca e sarcastica di Bumin giunse ad interrompere i suoi pensieri.
Morven quasi non riusciva a credere alle sue orecchie! Sembrava che quell’uomo aprisse bocca all’unico scopo di irritarlo sempre più!
All’udire l’ordine imparti a Dukey, poi, il fastidio che provò gli parve quasi insopportabile!
Quel Bumin stava quasi facendo scomparire lo schivo cavaliere di ventura che Morven era stato in quegli ultimi anni, per far emergere di nuovo, e dopo tanto tempo, quello che era stato il giovanissimo duca di Cassis, quel nobile ragazzino senza freni abituato ad imporre il suo volere.

“Signore,” rispose di rimando a Bumin, senza più alcuna premura di essere cortese “sebbene voi continuiate a trattarmi come il vostro stalliere senza conoscere i miei natali, e sebbene questo non sia né il tempo né il luogo per farvi una lezione di araldica, tuttavia vi rendo noto che potete pure comandare a piacimento il vostro scagnozzo, ma io non intendo obbedirvi in alcun modo!”

E detto questo, si fece da parte e attese che tutti fossero scesi nel cunicolo, e nonostante gli sguardi in cagnesco che scambiò con Dukey, non si mosse fino a quando questi non si decise a scendere giù, precedendolo di qualche passo.
Ma dopo pochi metri di quell’angusto cammino, Morven dimenticò Bumin, Dukey e tutta la sua irritazione.
Quando Bumin forzò la grande porta che si erano trovati davanti, lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi lo costrinse a dimenticare le sue preoccupazioni di qualche minuto prima.
L’aspetto funesto della sala in cui erano giunti non prometteva nulla di buono.
Morven strinse Samsagra al suo fianco e una volta di più mormorò una preghiera alle schiere celesti.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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Vecchio 29-12-2010, 02.45.23   #854
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
"Sono curioso di vedere" mormorò Bumin voltandosi verso Morven "di quale morte perirete qui sotto... io credo moriremo tutti, magari nello stesso modo in cui sono state uccise le ragazze scomparse... allora vedremo il vostro vero coraggio... quando vi ritroverete faccia a faccia con la morte e la vostra spada vi sarà stata strappata!"
Dukey accennò una risata che sapeva di beffa.
"Miei signori..." pregò loro il Cappellano "... non perdiamo la calma... litigare fra noi non porta a nulla e voi lo sapete bene... piuttosto, cerchiamo di capire dove siamo finiti..."
Poi, avvicinatosi al tavolo posto al centro della stanza, il chiericò notò un grosso libro.
"E' orrobile..." disse sfogliandolo "... qui sono illustrati i diversi modi con cui quegli assassini torturano a morte le loro vittime..."
Ad un tratto si udirono dei passi lontani.
"Qualcuno sembra si stia avvicinando..." mormorò Dukey e portando la mano sulla spada.
In quel momento Samsagra si illuminò e cominciò a vibrare intensamente.
Nel frattempo quel rumore di passi si era fatto più vicino.
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Vecchio 29-12-2010, 03.56.43   #855
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il giorno volgeva al termine ed un alone rosato si posava delicato sulle cime delle montagne lontane, rese quasi turchine dalla foschia che cominciava a scendere sulla campagna.
Ma il cielo, chiaro per la fresca aria di quel giorno, era ancora abbastanza luminoso e rendeva limpido il paesaggio circostante.
"Io so cosa farò domani e domani l'altro ancora!" Disse Guisgard lanciando lontano il sasso che aveva nel pugno. "So cosa voglio fare della mia vita! Non resterò ad ammuffire agli ordini di qualche arrogante e decaduto signorotto locale, o a prestare servizio militare presso qualche legione di mercenari!"
"Tu sei il nipote di sua grazia" intervenne Casses "e sicuramente avrai un avvenire già deciso."
"Io vivrò a modo mio!" Replicò sicuro di se Guisgard. "Io sono il padrone di me stesso!"
"Ragazzi!" Chiamò da lontano qualcuno. "Presto, tutti in caserma! C'è l'ispezione generale!"
I tre corsero dentro e trovarono l'intero gruppo dei cadetti riuniti nella sala delle armi.
"Fortuna che siete giunti..." mormorò Graous "... hanno già punito Hunz... ora è lì..." indicando l'angolo più lontano da loro "... si regge a malapena in piedi..."
Dovrebbe starsene in un letto!" Esclamò Casses.
"Alzati, amico mio..." disse Guisgard facendo passare il braccio di Hunz attorno al suo collo "... ti accompagno nel tuo letto..."
Ma Hunz ebbe un sussulto.
"La sua schiena...” indicò Casses alzandogli la camicia "... l'hanno... l'hanno frustato..."
"E' stato sir Darriel..." mormorò Graous "... l'ha punito come monito a tutti noi..."
"Dove vai, Guis?" Chiese preoccupato Casses.
"Da quel bastardo!" Rispose Guisgard col volto teso per la rabbia. "E' stata l'ultima volta che ha trattato uno di noi come fosse una bestia! Ritorneremo ad essere uomini! Ad ogni costo!"
"Non essere sciocco!" Cercò di trattenerlo Graous. "Non capisci che è proprio ciò che vuole lui? Aspetta solo che uno di noi arrivi a toccarlo per sbatterlo fuori dall'accademia!"
"Quandò avrò finito con Darriel" urlò Guisgard quasi incurante degli ammonimenti dei suoi compagni "sarà lui a non poter più restare qui!"


Guisgard scosse lievemente il capo sotto gli occhi vigili di Gila.
Il nano fissò allora Talia che era lì, accanto al cavaliere, con gli occhi chiusi ed il volto racchiuso dai suoi lunghi capelli.
Di tanto in tanto un’espressione indefinita attraversava, come un velo, il suo bel volto.
Un’espressione che sembrava racchiudere infinite emozioni e stati d’animo contrastanti.
Gila allora gettò lo sguardo in fondo a quel passaggio che stavano attraversando, preoccupato che qualcuno potesse raggiungerli.
Tornò poi a fissare i suoi due compagni, che stavano là, uno accanto all’altra, uniti dal contatto delle loro mani e dai meandri di un luogo che stavano attraversando insieme.

“Ti tiene la mano perché ha paura.” Mormorò la figura. “E tu lo sai…”
Guisgard fissava l’orizzonte sterminato.
“Come è bella la Cornovaglia…” disse mentre il vento gli accarezzava il volto e soffiava tra i suoi capelli “... a volte sembro dimenticarlo…”
“Siamo tristi quando avvertiamo qualcosa…” continuò la figura “... quando in noi vi è la consapevolezza che qualcosa ci manca…”
Anche Talia sembrava perdersi nel guardare la sconfinata campagna.
La sua mano era in quella di Guisgard e questo sembrava darle serenità.
Aveva lo sguardo disteso, con un sorriso appena accennato sul volto, mentre i suoi capelli, mossi dal vento, sfioravano il viso di Guisgard che stava accanto a lei.
Il cavaliere la fissava, cercando di scorgere nel suo sguardo pensieri e sensazioni.
“E’ bella, vero?” Chiese la figura a Guisgard. “Tanto bella che fa quasi male guardarla…”
“Verrai in chiesa con me, domenica?” Domandò Guisgard.
“Se vuoi ci verrò…” rispose la figura.
“Davvero?”
“Certo, perché non dovrei?”
“I frati mi hanno detto che occorre una nuova lancia per il San Michele della cappella.”
“Lo so.” Disse la figura.
“Ti piace qui?” Domandò Guisgard a Talia.
“Si, è molto bello” rispose lei voltandosi e sorridendogli “e poi c’è una pace…”
“Da qui potremo vedere un meraviglioso tramonto… e tutta la campagna si vestirà di un velo purpureo…”
Talia sorrise e chiudendo gli occhi si abbandonò a quella fresca brezza.
“Voglio condurla in un posto qui vicino.” Intervenne la figura.
“Non la lascerò venire con te!” Rispose lesto Guisgard.
“Ritorneremo qui prima che faccia totalmente buio.”
“Non la toccherai!”
“Perché mi dici questo?” Chiese la figura. “Sai che devo farlo…”
Guisgard gettò lo sguardo sulla sua cintura.
“Cerchi la spada?” Domandò la figura. “Se vuoi ti darò la mia…”
Guisgard non rispose e strinse ancora più forte la mano di Talia.
“Tornerò presto…” continuò la figura “… per ora verrà il nano con me…”
Guisgard lo fissò turbato.
“E poi verrò a prendere la ragazza… e tu sarai finalmente libero…”

“No, non voglio!” Urlò Guisgard nel sonno. “Non la toccherai!”
Gila ascoltò in silenzio le parole del suo amico.
Un freddo alito di vento percorse in quel momento quel passaggio, costringendo il nano a stringersi addosso il suo mantello.
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Vecchio 29-12-2010, 08.27.03   #856
cavaliere25
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cavaliere25 sarà presto famoso
Senti quella voce e dissi state tutti in ilenzio e ascoltate non sentite anche voi una voce che canta seguiamola e arriveremo alla fonte dissi e mi incamminai seguendo quella voce
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fabrizio
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Vecchio 29-12-2010, 18.03.13   #857
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Ero inquieta... mi ero lasciata ancora una volta guidare dalla mente di Guisgard, sperando così di individuare quella nota stonata che mi segnalasse la presenza di Guxio... perché ero certa che Guxio fosse lì da qualche parte: lo avvertivo, eppure non riuscivo ad individuarlo.
Lasciai che la mente di Guisgard vagasse, dunque... lasciai che mi trasportasse con sé... lasciai che formulasse immagini e parole... ma niente di tutto ciò mi fu del pur minimo aiuto.
Cominciai ad avere paura: come potevo, infatti, tenere Guxio lontano da lui se non potevo vederlo? E perché, poi, non potevo? Dov’era?
Mi voltai e scrutai il volto del cavaliere...
Sorrideva e sembrava sereno, cosa che mi confuse ancora di più.
E poi notai l’anomalia...
A tratti infatti Guisgard guardava me e con me parlava, poi però -senza un motivo per me riconoscibile- si voltava e guardava altrove... si muoveva come se vi fosse qualcun altro lì, come se conversasse anche con qualcun altro, sebbene io non vedessi niente e non sentissi voci.
E allora compresi!
Compresi che Guxio, dimostrando un’astuzia pari solo alla sua malvagità, stava tentando la via più subdola e più terribile che si potesse immaginare... Compresi che se io non lo vedevo non significava che anche per Guisgard fosse così... Compresi che c’era poco tempo, persino meno di quanto avessi pensato!
Ma cosa fare? Cosa stava dicendo Guxio al cavaliere?
Poi, improvvisamente, la risposta...

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“No, non voglio!” Urlò Guisgard nel sonno. “Non la toccherai!”
Non fu lui a pronunciare quelle parole, eppure le udii con la sua voce da qualche parte intorno a me... si diffusero nell’aria e io potei distinguerle con assoluta chiarezza!
Mi si gelò il sangue: Guxio voleva me! Voleva me perché, se io non ci fossi stata, sarebbe stato più facile convincere il cavaliere a seguirlo... Voleva me perché, se lui avesse ceduto e mi avesse consegnata, sarebbe stato spacciato e sarebbe rimasto per sempre in suo potere...
E allora c’era un’unica cosa da fare... occorreva sorprenderlo! Occorreva sconvolgere la sua mente a tal punto da spingerlo a reagire e a trovare in sé la forza di cacciare Guxio... perché -e lo capii in quel momento- quella era la sua mente, era il suo sogno e nessuno se non lui stesso poteva opporsi al male che voleva entrarvi...
E l’idea mi balenò in mente come un lampo!
‘No!’ urlò, immediatamente la voce di mia madre nella mia testa, tanto forte che mi fece sobbalzare.
‘Devo farlo!’ le risposi.
‘E’ una pazzia... non dimenticare che tutto ciò che fai alla tua mente si ripercuoterà inevitabilmente sul tuo corpo!’
‘Se tutto va come credo...’ replicai ‘ci sveglieremo entrambi prima che sia troppo tardi!’
‘Non puoi esserne sicura!’ mi ammonì la voce della mamma ‘Dipenderà solo da questo cavaliere, e se lui non ne fosse capace... se non si rivelasse abbastanza forte per...’
‘Lo sarà!’ la interruppi ‘Io mi fido di lui!’
Così la voce di mia madre tacque.
Io, allora, concentrai tutta me stessa in quell’idea, vi entrai e la resi chiara, palpabile... tanto palpabile che un istante dopo una fitta lancinante di dolore mi colpì al fianco sinistro, tanto da farmi mancare l’aria per un lungo istante.
“Guisgard!” dissi, poi, allungando una mano verso il suo volto, in modo che tornasse a guardare me e non qualunque altra cosa fosse al suo fianco “Guisgard... lui è qui vicino e vuole farci del male! E’ Guxio! Devi ascoltarmi, devi sforzarti di credere alle mie parole... lui si dirà tuo amico, forse, ma non lo è! Guarda... guarda cosa vuole fare...”
Così dicendo sollevai l’altra mano, che avevo tenuto stretta sul fianco ferito e la mostrai al cavaliere... era piena di sangue, così come il mio abito, sul quale una macchia rossa si stava allargando rapidamente.
“Solo tu puoi combatterlo, Guisgard! Non cedere alle sue lusinghe, ti prego, non credere a quello che ti dice...”
La terra tremò appena sotto i miei piedi e per un istante vacillai... probabilmente la ferita doveva essersi aperta anche sul mio corpo, proprio come aveva detto la mamma, rendendomi più debole... ora sarebbe stato più difficile mantenere quel contatto, più sangue perdevo e più sarebbe stato difficile...
“Non abbiamo molto tempo...” mormorai, la voce leggermente tremante “Rifletti... Ricorda... Ricorda la nostra fuga... Ricorda le martiri... Ricorda Gila... Tu puoi sconfiggere Guxio, io so che puoi! Io credo in te!”
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Vecchio 29-12-2010, 23.31.12   #858
Morrigan
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"Sono curioso di vedere" mormorò Bumin voltandosi verso Morven "di quale morte perirete qui sotto..."

Se non foste anche voi della stessa pasta, sono certo che quegli assassini vi ucciderebbero in un sol colpo pur di non sentirvi predicare tutto il tempo!

Si girò di colpo, udendo la risata beffarda di Dukey, proprio vicino a lui... e questo qui? cosa avrà da ridere così, adesso?

E avrebbe anche detto qualcosa all'indirizzo di Dukey, se le parole del Cappellano non lo avesso ricondotto all'ordine.
Si sforzò di tacere e seguì con sguardo attento lo sguardo del chierico, che si era spostato verso il centro della sala e aveva preso a sfogliare uno strano libro che troneggiava su un largo tavolo.
Il volto del Cappellano si contrasse per il disgusto. Morven fece per ansargli accanto, ma proprio in quel momento si udirono dei passi in lontananza.
Nello stesso istante Samsagra si illuminò e cominciò a vibrare intensamente. Morven si fermò, come se non riuscisse più a muoversi. Chinò lo sguardo verso la sua spada ed istintivamente ne accarezzò l'elsa, e un attimo dopo cominciò nervosamente a guardarsi intorno, alla ricerca della fonte di quel mutamento. Il rumore di passi si andava vacendo sempre più vicino... la voce di Samsagra cominciò a distendersi come un urlo sottile, stridulo e soffocato... un urlo che stava diventando sempre più insopportabile alle orecchie di Morven... straziante e impossibile da allontanare!
Morven si girò di scatto verso il punto da cui sembrava provenire il rumore e si parò davanti al Cappellano e ai suoi compagni, ansioso di vedere cosa stava per accadere loro in quel luogo d'inferno.
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"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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Vecchio 30-12-2010, 01.17.34   #859
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quella sala, tanto misteriosa quanto angosciante.
La debole luce delle candele, le sbiadite ombre sulle consumate pareti, il rumore delle vecchie pagine di quell'antico libro sfogliato dal Cappellano.
E poi quei passi.
Sempre più vicini.
Tutti furono colti dall'ansia.
Un attimo dopo comparve sulla porta una piccola figura.
Era una bambina.
Aveva indosso abiti consumati ed i suoi piedi erano nudi.
Lunghi capelli scuri come la notte avvolgevano il suo piccolo volto, sporco e spaventato.
"Mammina..." mormorò fissando tutti loro "... dov'è la mia mammina...?"
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Vecchio 30-12-2010, 01.54.41   #860
Lady Gaynor
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Lady Gaynor è sulla buona strada
Una bambina! Quei passi, che per alcuni istanti avevano angosciato il cuore di tutti i presenti, erano i passi di una bimba... il faccino sporco e gli occhi bagnati di lacrime mentre chiedeva della sua mamma straziarono l'animo di Gaynor, che per un attimo dimenticò tutto il resto. Di slancio le si inginocchiò davanti e se la strinse al seno, accarezzandola e mormorandole parole di conforto. "Non aver paura, piccola mia, la tua mamma la troveremo presto... Qui sei al sicuro, non c'è nessuno che vuol farti del male... piccola cara, adesso ti portiamo fuori da qui..." Gaynor si alzo in piedì e prese la bambina in braccio. I suoi compagni non avevano ancora pronunciato parola, forse troppo stupiti dall'aver trovato una bambina in un luogo infestato dal male. E in un luogo così, magari dopo essere anche scampata alla morte per chissà quale miracolo, quella piccina non doveva starci nemmeno un minuto di più. Bastarono pochi secondi affinchè Gaynor prendesse una decisione. Si rivolse al giullare e gli disse: "Iodix, questa bambina non può restare oltre in un posto maledetto come questo. Bisogna portarla via, ed io mi fido completamente di voi. Lo so che il vostro scopo era quello di trovare il vostro padrone, ma come io mi fido di voi, voi dovete fidarvi di me ora che vi dico che farò quanto posso per trovarlo e riportarvelo sano e salvo. In questo momento, però, bisogna pensare alla bambina e riportarla in un luogo sicuro dove possa essere accudita come merita. Non posso certo ordinarvi nulla perchè non è mio potere farlo, ma ve lo chiedo con il cuore, accompagnatela voi e assicuratevi che le sia dato conforto."
Detto questo, si rivolse alla bimba con tono dolce e rassicurante: "Adesso ti riportiamo a casa e nessuno ti farà piangere più... cercherò io la tua mamma, vedrai che tutto andrà bene, stai tranquilla... Piccola cara, qual'è il tuo nome? Vuoi dirci qualcosa prima di andare a casa?"
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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