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Vecchio 08-11-2011, 14.00.35   #1
Guisgard
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Le Arti Liberali

Per arti liberali si intendono quelle discipline fondamentali per l’istruzione, il vero e proprio curriculum insomma, alla base della scuola antica e medioevale.
Esse si dividono, secondo una distinzione che risale a Boezio, in “Arti del Trivio” e “Arti del Quadrivio”.

ARTI DEL TRIVIO:
Grammatica
Retorica
Dialettica

ARTI DEL QUADRIVIO:
Aritmetica
Geometria
Astronomia
Musica

Le Arti del Trivio sono quelle relative al pensiero e alla parola.
Possiamo dunque dire che il Trivio costituisce le discipline cosi dette “umanistiche”.
Esse riscuotono interesse ed importanza soprattutto nell’Alto Medioevo (inizio fino all’XI secolo).
Nel periodo successivo, ossia il Basso Medioevo, sono invece le arti del Quadrivio a diventare più importanti, in conseguenza della riscoperta nella letteratura medioevale latina degli studi fisici e naturalistici di Aristotele e del pensiero greco in genere.
Le arti del Quadrivio possono essere definiti materie scientifiche e si riferiscono al mondo fisico e naturale.
C’è da dire però che il concetto di “scienza” è molto particolare nel Medioevo.
Il Medioevo eredita la scienza dal mondo antico, grazie alle opere degli studiosi Tardoantichi (soprattutto Cristiani).
Ovviamente si tratta di un bagaglio culturale molto riassuntivo, senza pretesa di originalità, rispetto alla grande tradizione degli antichi.
Diciamo che il pensiero medioevale si preoccupa più di conservare (e tramandare) che di innovare.

Su questo ha influito la posizione del Cristianesimo antico, tendenzialmente poco interessato alla scienza, ritenendola superflua ai fini della Salvezza Umana.
La conseguenza è che il mondo fisico ne esce svalutato: il vero scienziato, secondo il pensiero medioevale, è il filosofo, insieme al teologo, intenti a cercare le cause (Dio) più che l’effetto (il mondo e l’uomo).
Emblematica in questo senso la dottrina espressa dal grande scrittore Lattanzio nelle “Divinae Istituziones”, dove si rifiuta decisamente di affrontare questi temi perché la soluzione spetta solo a Dio.

La prima parte del Medioevo, come detto l’Alto Medioevo, si è solito suddividerla in tre fasi: Età Barbarica (VI-VIII secolo, quando cioè vengono a definirsi i regni Romano-Barbarici sulle macerie dell’impero Romano d’Occidente), Età Carolingia (VIII-IX secolo, quando cioè venne a consolidarsi il potere imperiale del regno franco di Carlo Magno) ed Età Feudale (X- XI secolo, quando la suddivisione territoriale operata da Carlo Magno si diffonde ovunque).
L’Età Barbarica è detta, sotto l’aspetto culturale, “Età dei Tramandatori”, cioè di coloro che si preoccuparono di salvare e tramandare alle generazioni successive il sapere antico.
E proprio al centro del lavoro di questi Tramandatori c’erano le sette Arti Liberali (soprattutto quelle del Trivio).
Nel periodo successivo, quello Carolingio, prende forma il grande progetto culturale di Carlo Magno e dei suoi collaboratori volto a far rifiorire l’istruzione in Occidente.
E proprio le arti del Trivio sono al centro di questo grandioso progetto.
Un nuovo impulso per le arti del Trivio si avrà poi nel Basso Medioevo, durante l’età detta “Scolastica”, grazie alla nascita e alla diffusione delle università.
E su tutte è la Retorica a suscitare particolare interesse, grazie ai trattati di epistolografia: manuali che mostrano le tecniche per il bello scrivere ed in particolare per scrivere bene le lettere.
Oltre alla forma della lettera (in pratica, diciamo, un discorso tra “assenti”, che presuppone una distanza tra un mittente ed un destinatario), riscuote interesse una differente serie di testi: atti privati, diplomi imperiali, bolle papali, ma anche trattatelli didattici, morali e teologici.
Questo anche a causa della nascita del fenomeno comunale; i Comuni dell’Italia settentrionale (ma anche le altre istituzioni sia politiche che ecclesiastiche), infatti, hanno sempre più bisogno di funzionari in grado di mandare avanti il lavoro delle cancellerie.

Ma pian piano le arti del Trivio cominceranno a subire la concorrenza sempre più agguerrita delle arti del Quadrivio.
Questo avviene verso il XII secolo, quando si infittisce l’interesse verso il mondo naturale e fisico, per cercare di comprendere l’essenza stessa dell’uomo.
La vera e propria svolta avviene però nel XIII secolo, grazie all’arrivo in Occidente delle tradizioni e dei commenti di Aristotele e di altri pensatori del mondo greco classico.
Queste traduzioni arrivano in Europa grazie al mondo arabo (dal greco gli arabi traducevano le opere nella loro lingua e poi tramite i loro domini in Spagna ed in Sicilia questi testi si diffondevono nell’Occidente latino) e modificarono in assoluto il pensiero scientifico occidentale.
Questo fece decollare anche un’altra disciplina, in quanto scienza: la medicina.
Non si tratta solamente dell’interesso verso le discipline scientifiche, ma anche un nuovo modo di vedere e ragionare sul mondo che circonda l’uomo.
Questa nuova concezione porterà l’uomo medievale ad incamminarsi sulla strada, poi tipica della società moderna, che vede la ragione al centro del ragionamento scientifico e filosofico.
Come scrisse il grande Boezio, “tutto comincia dall’infinitamente piccolo, per poi raggiungere la verità assoluta”.
E questo vale anche per la conoscenza, che vede nelle Arti Liberali la pietra d’angolo su cui si basa l’intero sapere universale.
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Vecchio 08-11-2011, 15.35.08   #2
Lancelot
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Lancelot sarà presto famosoLancelot sarà presto famoso
Un excursus veramente eccezionale, l'ennesimo, che ci regalate.
Chissà se era previsto dall'istituto cavalleresco che un cadetto fosse istruito nelle arti suddette? Personalmente credo che le arti del Trivio siano essenziali all'obbligo cavalleresco di esser sempre cortesi, includendo con questo un parlar chiaro ed elegante, ammaliante, capace di destare ammirazione nell'ascoltatore.
Quelle del Quadrivio invece mi incuriosiscono, sicuramente una persona capace di essere intelocutore piacevole dimostrando di poter seguire qualsivoglia discussione, sia essa anche di natura matematica o astronomica, si avvicinerebbe all'ideale umano incarnato dal Cavaliere, ma a livello storico cosa mi potete dire Sir Guisgard? Erano tali discipline richieste nell'addestramento cavalleresco?
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Un Cavaliere è devoto al valore, il suo cuore conosce solo la virtù,
la sua spada difende i bisognosi, la sua forza sostiene i deboli,
le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi

~~~oOo~~~
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Vecchio 08-11-2011, 21.24.36   #3
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Vedete, sir Lancelot, la storia il più delle volte si discosta dai romanzi.
La figura del cavaliere errante, storicamente appunto, non esiste.
La cortesia e l’istruzione alle arti è spesso un’invenzione dei cantori cortesi, che amavano ingentilire i loro protagonisti descrivendoli come eroi romantici e propensi alle più nobili discipline.
Ad esempio, nel Basso Medioevo (XII- XIV secolo) in molti trattati di filosofia e di amore prende corpo una contesa, su chi sia più valente come amante tra il cavaliere ed il chierico.
Il grande Andrea Cappellano, ad esempio, affronta questa tenzone, facendo poi risultare vincitore il chierico, perché conoscitore di arti e discipline (secondo lui infatti la donna si conquista col dialogo, perché è il linguaggio delle anime).
Ovviamente non mancano esempi illustri di cavalieri colti.
Come ad esempio il nobile Renato D’Angiò, uomo di straordinari sentimenti e passioni, che fondò l’ordine cavalleresco della Luna Nascente.
E si potrebbero fare altri celebri esempi
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Vecchio 09-11-2011, 15.23.23   #4
Altea
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"Su questo ha influito la posizione del Cristianesimo antico, tendenzialmente poco interessato alla scienza, ritenendola superflua ai fini della Salvezza Umana."

Voi ser Guisgard ritenete che il Cristianesimo era poco interessato alla scienza anche perchè all'epoca chi si occupava di ciò, di astronomia veniva anche considerato "eretico"?
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 09-11-2011, 15.47.09   #5
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Vedete, milady, stiamo parlando dell’Alto Medioevo, ossia i primissimi secoli del Cristianesimo (i secoli dell’Età Barbarica, per essere più precisi, dunque VI- VIII secolo).
Si tratta quindi di un Cristianesimo che non ha ancora sviluppato molti dei suoi dogmi e della sua produzione liturgica.
La lotta alle varie eresie è ancora molto forte (molti popoli barbari erano Ariani e non Cattolici) e inoltre in alcuni paesi del Nord Europa (soprattutto le isole britanniche) c’era ancora il confronto tra il Cristianesimo Celtico (molto severo) e quello romano (più morbido).
Ovviamente, come avete accennato voi, molte discipline scientifiche erano, diciamo, più soggette a lambire l'eresia e dunque venivano comunque viste con sospetto.
Nei secoli medievali successivi, invece, la cultura Cristiana si assesterà e moltissimi degli intellettuali saranno tutti chierici, favorendo così l’ingresso di nuove discipline nell’istruzione e negli studi del tempo
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Vecchio 09-11-2011, 15.54.16   #6
Altea
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vi ringrazio, ora mi è tutto più chiaro, questo topic è veramente interessante, ser Guisgard.
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