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Vecchio 01-09-2010, 01.29.58   #71
Talia
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"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 02-09-2010, 03.46.31   #72
Guisgard
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IL CAVALIERE DI SEMIFONTE

XVII

I lunghi capelli bianchi avvolgevano e contornavano il rugoso volto che aspro ed impenetrabile, nonostante il tempo, non nascondeva più di tanto una fierezza ed una nobiltà austera e purissima.
L’espressione gravosa si lasciava tuttavia quasi svelare da uno sguardo che il tempo pareva aver ammansito.
Il blu dei suoi occhi appariva mite ma non spento e la barba incolta, anch’essa bianchissima, donava serenità e pacatezza a quell’antico ritratto di misteriosa umanità.
Di corporatura ben più robusta di quella di Icaro, la leggera curvatura delle spalle non celava quella tempra sicuramente vigorosa e forte in una lontana giovinezza.
“Chi sono?” Ripeté il vecchio. “Già, chi sono, mi chiedete… ebbene sono un uomo non diverso da voi.”
“Come fate a dirlo?” Chiese icaro. “Di me non sapete nulla.”
“Ognuno di noi ha un proprio passato.”
“Ma ciò non ci rende simili.”
“Il passato genera spesso ricordi e rimpianti…” disse il vecchio “… come il presente vede fiorire angosce e timori.”
“Vi sembro dunque inquieto?” Domandò Icaro.
“Lo siete, mio giovane amico…”
“Come fate a dirlo?”
“Gli occhi… i vostri occhi…”
“Cos’hanno i miei occhi?”
“Sono tumultuosi ed indomiti…” rispose il vecchio “… proprio come quel mare che, distruggendo la vostra barca, vi spine quaggiù.”
Icaro restò profondamente turbato da quelle parole.
“Come sapete voi queste cose?” Chiese.
“Solo uno straniero verrebbe su quest’isola… e l’unico straniero non può che essere colui che il mare risparmiò un anno fa, durante una furiosa tempesta.”
“Ditemi… chi siete?”
“A voi forse interessa chi fui… immagino… ebbene mi chiamavo Roberto d’Afraburgo e fui cavaliere sotto il re di Napoli Carlo d’Angiò.”
“Un cavaliere…” sospirò Icaro “… siete un cavaliere…”
“Lo fui, ragazzo mio. Lo fui, in un passato lontano.”
“Come io fui un uomo libero e felice, in quello stesso lontano passato…”
“E’ un peccato rimpiangere il passato alla vostra età…” disse Roberto “… un peccato…”
“Ormai non ho più nulla, se non ricordi e rimpianti.”
Il vecchio gli sorrise e lo invitò a sedersi alla sua tavola.
Mangiarono a sazietà e bevvero del buon vino.
Il resto della serata lo trascorsero accanto al fuoco.
Icaro raccontò al vecchio cavaliere la sua vita, compresi i nefasti accadimenti che lo condussero alla rovina.
Ed ogni parola fu accompagnata da amare lacrime.
Il vecchio ascoltò tutto il suo racconto e consolò il suo giovane ospite.
“Il Buon Dio non abbandona mai nessuno…” disse “… e nulla accade per caso in questo mondo.”
“Perché io ho perduto la mia libertà e la mia felicità?” Chiese Icaro in lacrime. “Perché a me?”
“Amico mio…” rispose Ruggero “… non ho le risposte a ciò che mi chiedete… e nessuno a questo mondo credo le abbia…”
“Ora vivo in un luogo splendido, che pare un’anticipazione del Paradiso…” riprese a dire Icaro “… ma la magia del mare non riesce a farmi dimenticare l’incanto delle mie verdi colline, l’austera regalità dei cipressi e l’infinito cielo che illumina la mia terra natia…”
“Nessuna terra potrebbe offuscare il ricordo di quella che ci ha dato i natali.”
“Eppure io vivo oggi in un incanto senza fine, grazie alla nobile generosità di un’aristocratica dama…”
“Di chi parlate?” Chiese Roberto.
“Di Lady Raleria…” rispose Icaro “… la nobildonna che mi ha accolto nel suo splendido palazzo sul monte Miseno.”
Roberto sorrise lievemente.
“Conoscete forse quella donna?” Domandò Icaro.
“Si e molto bene…” rispose Roberto “… anch’ella, come voi, sembra voler fuggire le gioie che questo mondo può ancora dare…”
E versò dell’altro vino nelle loro coppe ormai vuote.


(Continua...)
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Vecchio 02-09-2010, 10.15.11   #73
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Messere, questa volta mi avete affascinata.... è bellissimo... mi inchino a voi...
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Vecchio 02-09-2010, 19.15.11   #74
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Troppo gentile, milady, come sempre.
Riferirò alla musa
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Vecchio 02-09-2010, 20.17.54   #75
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Non vi inganni, messere, il mio silenzio su questa storia...
se non ho ancora scritto, è stato soltanto perchè sto prendendo tempo per leggere questa narrazione con la calma e l'attenzione che essa merita!

Tuttavia una affermazione posso già farla: dopo aver tanto apprezzato la versatilità della vostra penna nel gdr, sir Guisgard, non mi aspettavo niente di meno da questo racconto! Ed al punto in cui sono giunta posso dire che le mie aspettative sono state più che soddisfatte!

Mi affretto adesso a completare questa lettura, per poter commentare il racconto anch'io insieme alle altre dame e agli altri cavalieri!
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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Vecchio 02-09-2010, 20.51.00   #76
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Sono lunsigato dalle vostre parole, milady!
Spero che il continuo di questo racconta possa esser degno del vostro giudizio.
Attenderò sempre con ansia i vostri commenti, amica mia
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Vecchio 09-09-2010, 18.56.17   #77
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Un altro racconto interrotto? Peccato...
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Vecchio 09-09-2010, 18.58.18   #78
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Milady, io non interrompo mai definitivamente i miei racconti: attendo solo il ritorno della mia musa, senza la quale sono perduto
Le avventure di Icaro ritorneranno molto presto
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Vecchio 09-09-2010, 18.59.57   #79
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Originalmente inviato da polgara Visualizza messaggio
Un altro racconto interrotto? Peccato...
Mi associo milady... le muse spesso latitano e a noi non resta che pazientare...
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Vecchio 10-09-2010, 01.22.16   #80
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Finalmente ho avuto il tempo di leggere ogni capitolo con calma, dunque, come promesso, ecco la mia risposta

Prego, messere, mettetevi comodo... come dite? Se è una cosa lunga? Be' mi sono dovuta mettere al passo con gli altri fedeli lettori dunque... sì, sedete comodamente e sorseggiate la vostra bevanda... io ho buttato giù qua e la una serie di osservazioni... come direbbe Cyrano, ve le lancio ciuffo per ciuffo senza farne un mazzo!


I


Icaro e Gaia… nomen omen? Mi auguro che la sua fine sia diversa da quella del suo più famoso predecessore, ma devo ammettere che il solo leggerne il nome me l’ha fatto immaginare come un uomo il cui spirito possiede delle ali, tese e spiegate nell’atto di spiccare il volo.

“Lei lo fissava senza dire nulla, affascinata com’era dalla passione e dai sogni del suo amato.”

"I suoi sogni in piena luce
Fanno evaporare i soli…"


III

“E’ curioso…”
“Cosa è curioso?” Chiese Ubaldo.
“Il metro che utilizzate per definire chi è uomo da chi invece non lo è.”


E già… ci sarebbe proprio da discorrere su questo punto… quale sia il metro per distinguere chi è uomo da chi non lo è… quale sia il metro del mondo, il metro condiviso da tutti perché è più facile muoversi in una società popolata di etichette e corrette definizioni… oppure… oppure scegliere di essere liberi, rispondendo esclusivamente alla propria coscienza e alla forma che abbiamo dato al nostro ideale.


V

“Nulla è peggiore che ricordare la gioia quando si è nella pena.
I ricordi, le sensazioni, l’eco di un passato ormai svanito allora ti assalgono.
Ti travolgono, come il mare tempestoso fa con il naufrago, scuotendolo in balia delle sue onde e della furia dei venti.
Ma la furia degli uomini è forse anche peggiore.”


Eppure, mio signore, il nostro Icaro dovrebbe ricordare, nei vagabondaggi del suo pensiero, di quale fosse l’ultimo dono lasciato dagli dei sul fondo del vaso di Pandora…

“L’uomo non ha il dono della compassione e della misericordia per i suoi simili.”

Quanto è dura questa frase, ed insieme quanto è vera! Lo sapevano i latini, homo homini lupus… ed è triste pensare che, pur essendo quasi pari a dei all’interno del piano della creazione, siamo al contempo la specie che ha saputo elaborare le peggiori forme di tortura e perpetrare le più basse forme di ingiustizia contro i propri simili.

“Il demone della follia”
Di tutti i demoni, il più seducente… il decreto divino condanna inesorabilmente coloro che scelgono di abbracciare la morte… il dubbio amletico ferma la mano dell’uomo sulle soglie di quel mondo che non conosciamo… allora il demone della follia comincia a danzare… il consolante sonno della mente, il silenzio dell’oblio, anestetizzante come la morte in mare.


VII

Non posso citare nulla, perché dovrei, ad onor del vero, citare tutto… una poesia… un intero poema della disperazione, dei sogni infranti e dei sogni rubati, l’anima che vola via ed insieme la vita, la vita che non si vuole mai abbandonare… possente, infine, il clima biblico della fine… l’orrore del Leviatano, poi la mano di Dio… tu che abiti al riparo del Signore e che dimori alla sua ombra, dì al Signore “Mio rifugio, mia roccia in cui confido…”


X

Nausicaa? Uhmmm… a primo acchitto, per la prossimità geografica e per la pericolosità intrinseca che emana questa donna mi balena più in mente il nome di una certa Circe…


XI

““Per un cavaliere attaccare un nemico disarmato” continuò a dire lei “è un’onta, un’azione da vigliacchi. Mentre invece per un samurai giapponese è possibile uccidere un uomo disarmato mozzandogli il capo con un colpo solo. Questo salva loro l’onore. Come vedete, ai due estremi del mondo l’onore assume significato e valore diversissimi.”

Mi spiegherete un giorno della vostra passione per l’Oriente? E quanta consapevolezza avete dell’affilata Spada Taia?


XII

“Quella donna, i suoi occhi, il suo sorriso, la sua voce, i suoi modi.
Aveva qualcosa.
Un qualcosa di misterioso, che affascinava, attraeva.
Quella donna possedeva una sensualità sconosciuta ad Icaro.
Era così diversa da tutte le altre.”


Uhmmm… non vorrei essere nei panni di Icaro… esistono alle volte seduzioni che vanno oltre ogni nostra fantasia, accordi inaspettati di anime che entrano in risonanza, al di là della ragionevolezza e della costanza delle nostre intime scelte…


XIII

“In certi momenti, quando si fermava a guardarsi dentro, si sentiva spento, apatico, come se le avversità della vita l’avessero fiaccato.
In altri momenti invece, quando si sentiva troppo stanco anche solo per pensare, tutto gli appariva superfluo.”


"Recentemente, sebbene io non ne conosca il perché, ho perso ogni gusto per il divertimenti, ho smesso l’esercizio – il mondo intero mi appare sterile e vuoto. Questo splendido baldacchino che noi chiamiamo cielo – il maestoso tetto decorato di raggio di sole dorati – perché per me non è niente più che aria densa di esalazioni?"

““Non vi piace più stare qui?” Chiese lei come vinta da una strana inquietudine.
Icaro la fissò.
“Al mondo c’è anche altro…” rispose.”


Eccolo, è lui… Ulisse!... “Venite, amici, che non è tardi per scoprire un mondo nuovo…”


XIV

““Che voto?” Chiese Icaro.”

Già… che voto?


XV

Tutto il pathos di questo arrivo è stato un climax ascendente perfetto, la giusta guida per condurci, al culmine dell’emozione, a scoprire, insieme ad Icaro, la sorprendente immagine finale. Lavoro magnifico.



XVI

“Archimede pare sia morto così…” cominciò a dire all’improvviso quel l’uomo senza voltarsi verso Icaro “… intento nei suoi scritti, mentre un soldato romano lo trafisse incurante di chi aveva davanti. Tutto questo durante la presa di Siracusa da parte dei romani.”
“Ma io non sono Archimede” aggiunse quell’uomo voltandosi verso Icaro “e voi, evidentemente, non siete un soldato.”
“Un soldato sa scivolare alle spalle del suo nemico”



Che uomo interessante… sono già rapita!


XVII

Dall’immagine che avete scelto, sembrate suggerire che il nostro indomito viaggiatore e novello Dante abbia alfine trovato il suo Virgilio…

… signore, vengo al dunque e concluso, dopo tante parole: questo racconto si apre come un fiore, disvelando piano piano le suggestioni di antichi segreti e di nuove speranze. Quando la Musa busserà di nuovo alla vostra porta, vi prego di accoglierla con la grazia che merita, e di avere la bontà di continuare insieme a noi questo viaggio.
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"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"

Ultima modifica di Morrigan : 10-09-2010 alle ore 04.49.08.
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