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Vecchio 19-11-2010, 02.04.47   #581
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nello stesso momento, al palazzo della dama del bosco, Cavaliere25 sembrava essere intrappolato in quella stanza.
Ed alle sue parole la donna mostrò il suo volto.
Era la padrona del palazzo.
"Mi sembrate determinato, mio giovane amico..." disse "... ma farete la fine dei vostri amici soldati... non sono partiti, anzi non si sono mai mossi da qui..."
Si abbandonò ad un innaturale grido, che assunse subito il suono di una delirante risata.
In quel momento il suo voltò cambiò, mutanto la sua bellezza in un qualcosa di mostruoso.
Ed ora quell'essere diabolico, mostratosi finalmente nella sua vera essenza, fissava minaccioso il giovane arciere.
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Vecchio 19-11-2010, 02.13.02   #582
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Intanto, sulla via che da Cartignone conduceva al bosco, Vortigen e Iodix parlavano di Guisgard.
"Vedo che conoscete bene i fatti, mi signore!
Il mio padrone fu espulso con suo gran disonore!
I motivi non son chiari neanche a me ed a suo zio,
forse per una donna, o una rissa o qualche altro vizio!"
Recitò il giullare.
"Ma ditemi, come fate a conoscere tali fatti veri?
Forse apparteneste anche a voi a quei cavalieri?"
Domandò poi.
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Vecchio 19-11-2010, 02.18.23   #583
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Nel frattempo, nel villaggio dei nani, Elisabeth si era finalmente destata.
"Avete dormito per un bel pò, mia signora." Rispose la nana. "Ora sedetevi che vi servirò una buona colazione che saprà rimettervi in forze!"
In quel momento entrò in casa il capo del villaggio.
"Vedo che vi siete svegliata, mia signora." Esordì sorridendo. "Sono lieto che abbiate trovato tanto comodo il giaciglio che vi abbiamo offerto. Qui sarete al sicuro dagli orrori che dominano nel bosco, credetemi."
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Vecchio 19-11-2010, 02.29.32   #584
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Nello stesso istante, nel ventre oscuro del bosco, Talia cercava di uscire da quell'incubo.
E mentre correva attraverso quel corridoio, una figura le apparve davanti.
Era Bumin.
Il cavaliere fissò la ragazza fino a quando questa lo raggiunse.
"State tranquilla, milady..." disse con il suo solito tono di voce che sembrava non tradire mai emozioni "... ora penserò a tutto io..."
Si avvicinò e con gesto rapidissimo tolse dalle mani della ragazza quella lama ancora insanguinata.
"Tanto questa non vi sarebbe stata di nessun aiuto..."
E spaccò quella lama lanciandola con forza verso la parete.
Un attimo dopo i due furono circondati dagli uomini tatuati.
Uno di loro ruppe un'ampolla davanti al volto di Talia e l'essenza che si liberò fecero perdere i sensi alla ragazza.
Quando Talia riprese conoscenza si ritrovò in un'umida cella, con i polsi legati alla parete di pietra.
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Vecchio 19-11-2010, 10.19.51   #585
ladyGonzaga
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ladyGonzaga ha un'aura spettacolareladyGonzaga ha un'aura spettacolare
" Dio sia lodato " dissi tra me " lo sapevo che il Signore non mi avrebbe abbandonato e non avrebbe mai permesso a nessun altra mano di sfiorare il mio medaglione".




La venuta di questo cavaliere aveva in qualche modo allegerito la tensione che si era venuta a creare in quel piccolo angolo di bosco.
Chi era costui , da dove arrivava, perchè era sul nostro cammino?
I suoi portamenti erano nobili , lo si capiva dal suo portamento e il suo modo di esporre il suo pensiero, mi ricordava quello di tanti cavalieri che sostavano all'abazia per lo studio delle antiche lingue.

Tante domande sfioravano la mia mente...domande a cui avrei voluto dare una risposta .

Una cosa era certa , anche costui mirava alla spada di Ser Morven...


Mi avvicinai a lui con la pretesa di rivolgergli qualche domanda , ma subito il mio passo si arrestò...non sarebbe stato prudente , infondo era sempre pur uno sconosciuto.
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Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B]

Ultima modifica di ladyGonzaga : 19-11-2010 alle ore 10.41.51.
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Vecchio 19-11-2010, 10.50.02   #586
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cavaliere25 sarà presto famoso
Che fine hanno fatto i miei amici voglio saperlo perchè state facendo tutto questo cosa vi abbiamo fatto di male nei vostri confronti dissi guardando quella strana creatura vi prego lasciatemi andare non vi ho fatto nessun male a voi continuai a dire fissandola negli occhi vi scongiuro risparmiatemi sono ancora giovane e pieno di vita devo ancora imparare tanto da questa vita e se me la toglierete non potro piu vedere l'alba al di fuori di qui
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fabrizio
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Vecchio 19-11-2010, 13.23.24   #587
vortigern
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vortigern è sulla buona strada
Certo mio nobile amico, come vedi porto il segno sulla mia corazza dell’Ordine della Croce il quale abbraccia tutti gli ordini cavallereschi. Dunque, avendomi dato conferma ed identificato il tuo padrone, posso affermare due ipotesi per la sua scomparsa, dissi volgendo gli occhi al fido giullare. La prima ipotesi, considerando il carattere impetuoso e focoso del nostro nobile messere, è che ammaliato dagli occhi della bella fanciulla l’ha seguita nel bosco per poi averne sue grazie. La seconda ipotesi è che il re per punire lo zio del giovane cavaliere, per la sua ribellione, usi il nostro amico come arma di ricatto tendendogli una imboscata nel bosco, quindi proseguiamo lungo questo sentiero tortuoso che conduce sulla collina per eventuali tracce. Su’.. coraggio!! Amico mio, dissi rivolgendomi al poeta, spronando il mio destriero.
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VoRtIgEn

Ultima modifica di vortigern : 19-11-2010 alle ore 15.02.58.
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Vecchio 20-11-2010, 15.42.22   #588
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Il sole splendeva alto quel giorno e l’aria nel bosco era tiepida e profumata. Mi muovevo lentamente intorno all’arbusto, coglievo i piccoli e candidi fiori e li depositavo con cura nel paniere che portavo appeso al braccio.
“Credo che possano bastare ormai...” disse ad un tratto la melodica voce di mia madre.
Mi voltai e la vidi venire verso di me, con il suo consueto sorriso sulle labbra e un paniere simile al mio pieno di mille erbe diverse.
“Per che cosa ti occorrono?” chiesi, sbirciando la sua cesta, poi la mia.
“Oh, per molte cose...” rispose, prendendo a camminare e facendomi segno di seguirla “I fiori che hai colto tu, ad esempio, sono per la figlia della signora Prym.”
“Ah! Ho sentito dire che è molto malata...” mormorai.
“Lo è stata!” confermò la donna, senza perdere il suo sorriso “Adesso non lo è più, ma è comunque debole. Il biancospino la aiuterà a rimettersi in forze!”
Non risposi... mille pensieri mi vorticavano in testa e nessuno di essi mi rallegrava.
Mia madre non ci badò: era sempre stata tanto sensibile e rispettosa verso la natura quanto distratta riguardo ai sentimenti umani. Non che non fosse gentile e buona... semplicemente vedeva le cose da un punto di vista diverso.
“Mi piacerebbe imperare a fare quello che fai tu!” le dissi ad un tratto.
“Non è il tuo destino!” rispose.
Mi irrigidii a quelle parole... sempre la solita risposta!
“Perché?” sbottai “Perché no? Potrei imparare. So che potrei! Ma tu ritieni che non sia all’altezza, forse! Ritieni che sarebbe una perdita di tempo! Perché continui a farmi venire qui da te ogni mese, allora?”
Finalmente la donna dovette cogliere qualcosa di insolito vibrare nella mia voce perché si soffermò e si voltò a guardarmi, con aria visibilmente stupita.
“E’ questo che pensi?” domandò dopo un istante.
“Si!”
Lei mi scrutò ancora per un istante con una nuova, strana espressione negli splendidi occhi luminosi... infine scosse la testa, posò a terra il suo paniere e mi invitò a fare altrettanto, dopo di che si sedette su di un grosso sasso e sospirò.
“Talia... Talia...” iniziò a dire e la sua voce suonò stanca, come provata “Sono stata, dunque, tanto manchevole verso di te?” fece una breve pausa ma ero certa che non attendesse una risposta, piuttosto che cercasse le parole per proseguire, infatti dopo un istante riprese “Vedi, io ho provato a vivere in mezzo agli uomini ma non ci sono riuscita. Per quanto amassi tuo padre, per quanto ami te, io non sono fatta per vivere nel mondo. Lo sfioro, talvolta... lo aiuto, quando posso... ma non sono capace di viverci. La mia vita è qui: è in rapporto con la natura che la mia esistenza prende forma, è nel servirla che acquisto un senso. Tu no! Tu sei diversa, lo sei sempre stata! Mi sono accorta subito che tu avevi la mia stessa sensibilità, ma in una forma diversa perché in te ciò si lega alla caparbietà e all’amore per il genere umano che hai ereditato da tuo padre.”
“Ma questo significa che non sono niente!” dissi “Non sono come te, ma non sarò mai neanche come papà!”
“Non è vero!” mi corresse “Questo significa che sei entrambe le cose, o che potresti essere entrambe le cose se solo avrai il coraggio di perseguire quella strada!”
“Il coraggio?” chiesi “Perché parli di coraggio?”
“Perché tra tutte le creature esistenti, gli uomini sono i più pericolosi! Perseguire la verità e il desiderio di aiutarli richiede molto coraggio: il coraggio di misurarsi con le proprie paure e con le proprie debolezze, non meno che con le loro, il coraggio di affidarti a loro, il coraggio e la volontà di ascoltarli e comprenderli, il coraggio di credere, il coraggio -infine- di ammettere la possibilità di aver sbagliato!”
“E dunque è questo che devo fare?” domandai “E’ questo il mio destino?”
Lei sorrise: “Tu non ‘devi’ fare niente. Vedi, il destino non è una linea tracciata e incancellabile. Tu sei libera di scegliere ciò che vuoi essere e ciò che vuoi diventare... ma è innegabile che la tua indole ti porterà in una direzione, è innegabile che le scelte che farai avranno delle conseguenze, è innegabile che non poterai mai negare ciò che sei...”

tlick tlick tlick...
Un lento, lontano gocciolio iniziò lentamente a sopraffare la voce di mia madre, sempre più lontana nella mia memoria.
Aprii appena gli occhi, la testa ancora mi girava e faticavo a rammentare cos’era avvenuto: la ragazza morta, la mia fuga, sir Bumin... il suo gesto! Probabilmente non faticavo a rammentare, ma faticavo ad ammetterlo: non mi era mai piaciuto Bumin, eppure avevo voluto chiudere gli occhi e credergli...
Il coraggio di ammettere la possibilità di aver sbagliato’ aveva detto mia madre... adesso sapevo cosa aveva voluto dire!
Stizzosamente tentai di alzarmi, e solo allora mi resi conti di avere i polsi stretti in pesanti catene fissate al muro.
“Dannazione!” mormorai, ruotando infine gli occhi intorno per scrutare ogni angolo di quell'umida cella.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 22-11-2010, 00.22.54   #589
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Nel palazzo della dama del bosco, Cavaliere25, bloccato in quella stanza, aveva visto il vero aspetto di quella donna.
Un volto consumato da rughe e piaghe, talmento secco da non sanguinare neanche più.
I denti erano marci ed un liquido putrido colava dalle sue labbra, mentre un fetito insopportabile proveniva dal suo fiato.
Gli occhi apparivano nerissimi, con intensi bagliori di un rosso profondo che sembrava quasi vibrare ad ogni sua parola.
La sensuale voce che aveva sempre caratterizzato quella donna era diventata ora stridula e sgradevole, echeggiando come un sinistro sibilo in quella stanza.
"Vuoi vivere?" Chiese la donna, alzatandosi dal suo seggio ed avvicinandosi al giovane arciere. "Stolto, il tuo viaggio finisce qui... mi prenderò la tua vita e renderò dannata per sempre la tua anima..."
E la sua terribile risata si diffuse nella stanza, come un presagio di morte imminente.
Ma ad un tratto si udirono dei pesanti colpi contro la porta della stanza.
Colpi tanto forti da sfondarla quasi subito.
E sulla soglia della porta apparve una fiera figura di cavaliere.
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La cella era semibuia ed umida.
Le pareti ruvide e bagnate.
E quelle catene che stingevano i polsi di Talia sembravano tanto pesanti e spesse che nemmeno una folgore avrebbe potuto fonderle.
Ad un tratto si udirono dei passi.
Passi mischiati a cigolii di catene che strisciavano pesantemente a terra.
E tutto ciò era accompagnato da alcuni lamenti e pianti.
E sembravano provenire da diverse ragazze.
Forse quattro, forse cinque.
Ma poi, come d'incanto non si udì più nulla e di nuovo quel gocciolio tornò ad echeggiare nella cella ed a scandire un tempo che sembrava incantato ed etereo.
Ed alcuni attimi dopo altri passi furono uditi da Talia.
Stavolta era marcati e decisi.
Un momento dopo alcuni uomini tatuati entrarono nella cella.
Fra loro vi era un uomo che stava qualche passo più indietro, nel buio di quel luogo, che mostrava solo il suo sguardo.
Uno sguardo diabolico e carico d'odio.
Uno sguardo che sembrava non voler smettere di fissare Talia.
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