I racconti del Bianco e del nero

[Destresya]

"Ma potrebbe essere pericoloso, non ti lascio andare da solo!" guardandolo scandalizzata!
"In due potremmo meglio affrontare i pericoli, no?" guadandolo negli occhi.
Non volevo lasciarlo, non volevo che fosse in pericolo!

[Guisgard]

"Ok..." disse annuendo Drew a Destresya "... dai, scendo prima io... tu subio dopo..." e si calarono piano nel tombino.
La scala era lunga circa una trentina di metri ed infine raggiusero una sorta di pedana di metallo.
Era però tutto buio.
Drew accese la torcia del cellulare e cercò di illuminare quel luogo.
"Semba un corridoio lì... andiamo a vedere..." lui a lei.
Arrivarono infine davanti ad una porta metallica che si aprì davanti a loro.

[Destresya]

"Signor Drew, c'ero prima io!!" scherzai, divertita, ma lo lasciai fare e scendere per primo nel tombino.
Un po' di galanteria non guastava e quel compromesso potevo accettarlo, mentre dividerci non mi sembrava affatto una buona idea.
Seguimmo la scala e poi arrivammo a un corridoio, non si vedeva niente di niente.
Drew accese la torcia del suo cellulare, e io feci lo stesso con la mia.
"Stammi vicino!" ridacchiai, dato che lo spazio era minuscolo e "non" stare vicini era impossibile.
Trovò il corridoio e lo imbucammo, finchè una porta metallica non si aprì davanti a noi.
Al che, prima guardai Drew, e poi istintivamente trattenni il fiato, ma senza che me ne rendessi conto, la mia mano che non reggeva il cellulare cercò istintivamente la sua.

[Guisgard]

Le mani di Destresya e di DRew si cercarono e si strinsero.
La porta si aprì con un brusio.
Un attimo dopo erano in una sorta di laboratorio con le pareti tutte bianche.
Era un ambiente asettico e diverse luci colorate lampeggiavano da quelli che sembravano strumenti molto avveniristici.
"Ma..." disse stupito lui "... dove diavolo siamo finiti..."
"Nel nulla." Una voce alle loro spalle e Destresya si voltò istintivamente.

[Lady Gwen]

Goz andò su tutte le furie, ma sinceramente non mi toccava più di tanto la cosa.
Come la sua domanda.
"Forse proprio perché lei ha deciso di fare il suo, capitano" con tono laconico e pacato, senza scompormi.

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[Guisgard]

"Fa poco la spiritosa." Disse Goz fissando truce Gwen. "La tua linguaccia in questo momento è del tutto fuoriluogo. Chiaro?" Scuotendo la testa. "E ora cerca di fare mente locale... mi hai raccontato tutto? ensaci bene, magari ci scappa un altro morto sennò." Sarcastico.

[Lady Gwen]

"E lei veda di non prendersi la confidenza che non le ho dato" con tono più fermo di prima, perchè davvero non lo tolleravo.
"Sì, è tutto" confermai, sicura nel mio intento di non voler rivelare nulla a proposito del messaggio, come chiesto espressamente da Herbert.
"E voi qui, piuttosto? Avete fatto progressi?" con aria candida e velatamente canzonatoria.

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[Guisgard]

"Dammi un solo motivo" disse alterato Goz a Gwen "per non sbatterti in cella e buttare via la chiave!"
Un attimo dopo squillò il cellulare della ragazza.
Era Herbert.

[Lady Gwen]

Aggrottai la fronte.
"Certo, invece di arrestare i criminali arresta me, bene..." con pungente ed infastidito sarcasmo.
Poi, una chiamata da Herbert.
Speravo in bene.
"Pronto?" Dissi subito, sentendo l'ansia crescere prepotente dentro di me.

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[Guisgard]

"Il tuo amico ha ficcato un pò troppo il naso." Disse una voce al cellulare a Gwen. "Se vuoi salvarlo allora ti aspetto alla sua casa al mare." E staccò.