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Vecchio 13-08-2012, 20.46.44   #3071
Talia
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“Oh, ma certo... certo!” risposi in fretta alle preoccupazioni dell’uomo “Certo... comprendo perfettamente che le vostre intenzioni erano buone! Ed anche lui comprenderà! E, non temete, vi crederà! Basterà che...”
Esitai... ciò che mi era passato per la mente mi spaventò... e, quasi inconsciamente, cercai un’altra soluzione... ma un’altra soluzione non c’era... non ce n’era una altrettanto rapida... non c’era se volevo che Guisgard credesse a quei due e che li seguisse immediatamente...
Sospirai...
“Basterà che gli consegniate questa!” conclusi, sfilandomi lentamente dal collo la collana di Chymela e porgendola ai due.
“Lui riconoscerà quest’oggetto... lo riconoscerebbe tra centinaia! E vi crederà! Ma badate di fare molta attenzione nel trasportarlo, poiché vi teniamo in un modo speciale. E mi raccomando di non consegnare questo ciondolo a nessun altro se non a lui... avete capito bene? Adesso andate... il suo nome è Guisgard e lo troverete alla locanda, io penso... e se non fosse là...” esitai, poi ripensai a Umans e all’uomo di nome Samond, ripensai alle inconsce sensazioni che quei due mi avevano causato “Se lui non fosse là, non fidatevi di nessuno! Di nessuno, avete capito? Parlare soltanto con la locandiera e non fidatevi di nessun altro! E tenete celato il ciondolo fino all’arrivo di Guisgard! Va bene?”
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Vecchio 14-08-2012, 00.27.13   #3072
Altea
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Portare i bambini con noi....era una follia soprattutto portarli a Tylesia.
Non ebbi il tempo di controbattere quando udii una voce fuori..diceva di essere..il mio maestro.
Non potevo crederci..mi avvicinai alla porta per uscire ma mi fermai..quando mi aveva vista?Era vero o una trappola.
"Maestro...non che non vi creda ma voi stesso mi insegnaste che si deve andare a fondo alle cose..come siete certo che sia Altea."
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"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

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Vecchio 14-08-2012, 02.39.32   #3073
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Altea, sono io...” disse di nuovo il maestro “... non mi riconoscete?”
Allora Fyellon corse verso la finestra per guardare fuori.
“Restate dove siete, Altea.” Ordinò alla sua compagna di viaggio. “E non rispondete più.” Aprì allora la finestra. “Chiunque siete la fuori...” urlò “... andate al diavolo e cercate di restarci!” Portò la mano sulla sua spada.
Ad un tratto la voce che affermava di essere il maestro cessò ed un irreale silenzio scese tutt'intorno.
Poi, all'improvviso, cominciarono ad unirsi dei passi.
Prima lenti, poi sempre più veloci.
“Questi passi...” mormorò Fyellon “... sono gli stessi che ho udito nel bosco... sono loro!” Urlò.
Sulla casa, allora, cominciò a cadere una pioggia di frecce incandescenti, colpendo ogni cosa e facendo divampare in un istante un grande incendio.
“Maledizione!” Con rabbia il cavaliere. “Vogliono costringerci ad uscire!”
Il fumo cominciò ad invadere l'interno della casa e l'aria divenne subito irrespirabile.
“Se restiamo ancora qui” disse Fyellon “moriremo asfissiati... ma se usciamo ci attaccheranno le Locuste!”
Intanto, i tre fanciulli, iniziarono tutti a tossire a causa del fumo.
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Vecchio 14-08-2012, 03.25.29   #3074
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Talia si sfilò la collana con la pietra rossa appartenuta a Chymela e subito quell'uomo la prese fra le sue mani.

Il Sole filtrava a fatica tra quelle foglie di verde purissimo come giada, mentre tutt'intorno nel giardino un vento fresco portava con sé i profumi della Primavera.
Lei stava appoggiata con la schiena contro il tronco di un albero, mentre Andros aveva la testa sulle sue ginocchia.
“Ti starò di certo annoiando con questa storia...” disse lui.
“Sai bene che non è così, tutt'altro...” fissandolo lei ed accarezzando con una mano i suoi capelli “... tu sai affascinarmi come nessun altro quando mi parli... non so, ma ascoltandoti io penso a tante cose...”
“Nessuno crede che esista quel Fiore...” mormorò lui “... nessuno... e forse neanche tu, vero?”
“Io non ti faccio battere il cuore, vero?” Fissandolo lei. “Dimmi la verità, Andros...”
Lui la guardò.
“Sai, quando sono a Sygma non faccio altro che prendere dei quadri e delle cartine che raffigurano queste terre...” sussurrò lei “... e le fisso per ore... perchè non mi chiedi mai di Sygma? Perchè non esprimi mai la volontà di vedere la mia terra?”
“Un giorno vedrò Sygma...”
“Stanotte ho fatto un sogno, sai?” Interrompendolo lei. “Eravamo io e te e passeggiavamo in un mercato... ad un tratto, davanti, ad un venditore di gioielli, io mi fermavo a guardare tre collane... ognuna aveva un pendaglio diverso... uno con una perla, un altro con un'acquamarina e l'ultimo con una pietra rossa... io ti chiedevo quest'ultima, la desideravo ardentemente, forse come non ho mai desiderato altro in vita mia... ma tu, alla fine, mi compravi la collana con la perla...” accarezzò il volto di Andros “... no, io ci credo... io credo nell'esistenza di quel Fiore... e tu devi cercarlo, Andros... cercarlo con tutte le tue forze, perchè è reale...”
“Chiarore, io...”
“Si, è reale quel Fiore...” interrompendolo nuovamente lei “... ti chiedi come faccio a saperlo? Perchè lo sogni e lo cerchi con una tale sicurezza, con una così instancabile e cieca Fede, che per forza di cose deve esistere davvero...”

“Bene, milady...” mormorò quell'uomo, appena Talia lasciò scivolare nelle sue mani la collana di Chymela, destandola così da quella enigmatica visione “... la porterò a vostro marito... ora riposate...” e insieme a sua moglie uscirono dalla stanza.
“Che pietra è?” Chiese la donna, appena furono da soli in cucina. “Quanto può valere?”
“Non ne ho idea...” fissando la pietra lui “... non credo di aver veduto mai una pietra come questa...”
“Se vale molto” disse la donna “allora vuol dire che sono ricchi... vuol dire che lei ha detto la verità...”
“Allora uscirò a cercare suo marito...” mormorò lui.
“Perchè mai?”
“Come sarebbe?” Fissandola lui. “Per portargli il messaggio di sua moglie. Così verrà a riprendersela e ci lascerà una ricompensa.”
“Quanto sei sciocco!” Esclamò lei. “Per questo siamo ridotti in miseria!”
“Cosa vuoi, cagna?”
“Se questa pietra vale molto, credi che lui ti ripagherà allo stesso modo?”
“Cosa vuoi dire?”
“Voglio dire” spiegò lei “che se questa pietra vale abbastanza, allora la terremo noi. Sarà essa a ripagarci.”
“E cosa ne faremo della ragazza?” Chiese lui. “La terremo qui con il rischio che suo marito la ritrovi? A quel punto la nostra sorte sarebbe segnata, vecchia strega!”
“Pensiamo prima a capire il valore di questa pietra...” disse lei “... ci sarà tempo, poi, per decidere cosa farne della ragazza...”
“Si, buona idea...” fissando di nuovo la pietra rossa lui “... allora la porterò al vecchio Alprando... lui è un esperto di queste cose e poi viene da una terra lontana, da Capomazda... questo lo rende sicuro e fidato, non potendo infatti appartenere alla razza dei mentitori...”
“Si, vai.” Annuì lei. “Io nel frattempo resterò con la ragazza.”
L'uomo uscì e la donna tornò da Talia.
“Come vi sentite, milady?” Domandò alla ragazza. “Su, siate serena... mio marito è andato a portare il messaggio al vostro cavaliere...” si sedette accanto a lei “... su, raccontatemi di voi...come siete giunti, voi e vostro marito, a Gioia Antica?”
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Vecchio 14-08-2012, 15.07.27   #3075
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Come immaginavo era una trappola, provai un vuoto dentro me...per un attimo pensai di poter rivedere il maestro.
All' improvviso ci attaccarono con frecce incandescenti..presi dei panni e li bagnai mettendoli di fronte al mio viso e dei bimbi per proteggerci dal fumo..Fyellon era incerto, rimasi allibita..."Cavaliere uno sforzo uscite ed attaccateli e io mentre combattete portero' i bimbi fuori dalla casa..sono armata."..estrassi quella spada, la pietra rossa sembrava fuoco come quello della fucina del fabbro.
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Vecchio 14-08-2012, 17.03.40   #3076
Talia
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La mia mano teneva stretta la catenella in fondo alla quale era appesa la pietra di carbonchio... la trattenni per qualche minuto, poi la lasciai scivolare delicatamente sentendola atterrare nel palmo della mano dell’uomo...
Fu un attimo... un brivido che mi percorse la schiena... quelle immagini che mi attraversarono la mente... non le capii... non compresi quella visione... e ne fui spaventata...
Istintivamente, quindi, ristrinsi subito il pugno... ma era troppo tardi: la catenella era già scivolata via...
Ed allora un’orribile sensazione mi invase... un senso di smarrimento, di paura, di angoscia... tentai di scacciarlo, di ignorarlo... ma tutto fu vano.
Sospirai... e, quando sentii i due uscire e richiudersi la porta alle spalle, mi lasciai cadere all’indietro, sul cuscino morbido, e mi presi la testa tra le mani.
Le immagini di quella visione continuavano ad affacciarsi tra i miei pensieri... Andros... Andros a Gioia Antica... i suoi dubbi... Sygma... e poi quel nome: Chiarore...
Lentamente riaprii gli occhi ed osservai quel buio screziato di vivide luci colorate che sempre mi accompagnava...
Chiarore... continuavo a pensare a quel nome... Chiarore...
E poi qualcosa scattò nella mia mente e finalmente rammentai dove avevo già udito quel nome. Rammentai del nostro arrivo a Gioia Antica, della curiosità di Guisgard per quel quadro nella sala dei tavoli e delle parole della locandiera in proposito... in proposito al ritratto della regina Chiarore Azzurra...
I miei occhi si spalancarono... Chiarore Azzurra... trattenni il respiro e balzai sul letto...
“Andros!” esclamai, mentre un cupo senso di smarrimento iniziava a pervadermi tutta e quasi senza che ne comprendessi il motivo.

Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
la donna tornò da Talia.
“Come vi sentite, milady?” Domandò alla ragazza. “Su, siate serena... mio marito è andato a portare il messaggio al vostro cavaliere...” si sedette accanto a lei “... su, raccontatemi di voi...come siete giunti, voi e vostro marito, a Gioia Antica?”
Udii la porta aprirsi di nuovo e la donna entrare... poi le sue parole...
Sospirai...
“Siamo...” mormorai lentamente “Siamo giunti qui in cerca di una vita serena... lontana dagli impegni, dagli obblighi... sarebbe stato così facile avere una vita felice, in fondo non volevamo niente di speciale, solo poter stare insieme... ed invece niente è andato bene... niente...”
La mia voce si perse nel vuoto e la mia mente corse lontana, a cercare quella di Guisgard... iniziavo a sentirmi male, adesso... a sentirmi perduta...
Era una sensazione curiosa... insolita... forse sciocca... eppure finché avevo portato il ciondolo di Chymela al collo mi era sentita, in qualche modo, protetta... ma ora...
Mi chiesi dove fosse Guisgard... mi chiesi fra quanto sarebbe arrivato... pregai che arrivasse presto.
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Vecchio 14-08-2012, 17.29.31   #3077
Guisgard
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XXXIV Quadro: Alla ricerca del perduto Fiore Azzurro

“Era così ferma nel desiderare che quella porta si aprisse che la porta, alla fine, si aprì. Rebecca non disse nulla, ma si buttò fra le braccia di Jasper Gwyn, il solo posto al mondo in cui, aveva deciso, sarebbe stato giusto piangere e non smettere per ore.”

(Alessandro Baricco, Mr Gwyn)



“Su...” disse la donna a Talia “... non scoraggiatevi. Vedrete che vostro marito verrà presto a riprendervi. Aspettante un momento...” e tornò nell'altra stanza “... ecco...” ritornando con una tazza fumante “... prendete questa tisana... l'ho fatta poco fa, ma è ancora calda... vi aiuterà a riposare... ma ditemi, da quale terra giungete e qual'è il vostro nome?”
Guisgard, intanto, era stato condotto in una grande torre, che faceva da ingresso al palazzo reale attraverso la parte occidentale del primo corso delle mura cittadine.
Due guardie lo spingevano lungo un austero corridoio, fino a giungere in un'ampia anticamera.
Due funzionari allora si avvicinarono al cavaliere, che aveva le mani incatenate dietro la schiena.
“Perchè...” fissandoli “... perchè sono stato condotti qui?”
“Avevi chiesto giustizia, no?” Chiese una voce di donna da dietro ad una tenda azzurra.
“Si, è vero...” mormorò Guisgard.
“E solo qui potrai trovarla.”
Guisgard fu subito colpito da quella voce.
Era una voce straniera per quelle terre.
Un accento che nessuno aveva nella propria cadenza.
Nessuno tranne Talia.
“Chi siete?” Domandò Guisgard.
“Tu se qui per rispondere alle domande” disse la donna “e non per farle. Cosa ne hai fatto del sergente?”
“Non ne so niente...”
“E' la tua parola contro quella di diversi testimoni.”
“Hanno detto di avermi visto litigare con lui” replicò lui “ma non di avermi visto mentre lo uccidevo.”
“Affermi di avere anche tu un testimone.”
“E' vero.” Annuì lui. “Ma nessuno vuole ascoltarlo.”
“Perchè mai?”
“Perchè...” esitò Guisgard “... perchè è una prostituta...”
“Davvero? Io credo alle prostitute.”
Guisgard fissò la sagoma che si intravedeva oltre la tenda azzurra.
“Si, io crederei alla testimonianza di una prostituta...” continuò quella voce “... esse non sanno mentire... vedono forse il loro corpo, ma non il loro cuore... tu puoi amare una prostituta per qualche moneta, ma non potrai baciarla se non pagando ben oltre il vile desiderio di lussuria...” si avvicinò alla tenda “... dimmi il nome di quella prostituta e la farò chiamare affinchè testimoni a tuo favore.”
“Io...” fece Guisgard “... io non conosco il suo nome...”
“Hai fatto l'amore con una donna, senza neanche conoscerne il nome?”
“No, non ho fatto l'amore con lei.”
“Forse stai mentendo” disse la donna “e forse neanche esiste quella prostituta.”
“Invece esiste!” Ribadì Guisgard.
“Non ti credo!” Decisa quella voce. “E sarai dunque condannato a morte!” Sentenziò.
“No!” Gridò Guisgard.
La tenda allora si aprì ed una figura si mostrò.
“Sua altezza la regina Chiarore Azzurra!” Annunciò un funzionario.
“Ma tu...” stupito Guisgard “... tu sei...” fissandola “... tu sei la ragazza del Ninfale Gioioso!”
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Vecchio 14-08-2012, 18.30.09   #3078
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Presi la tazza dalle mani della donna e sospirai portando quella tisana fumante alle labbra...
Ne gustai per qualche attimo il profumo, prima di assaggiarlo... era morbida e leggermente amara... e mi rilassò un poco...
“Talia...” mormorai, dopo aver sorseggiato la tisana per qualche momento “Il mio nome è Talia... e...”
Sorrisi...
“Oh, non temete... non mi sto scoraggiando! No... perché io so che lui arriverà... arriverebbe comunque, anche se non foste andati a chiamarlo... mi troverebbe ovunque! Lo ha già fatto in passato! Non mi lascerebbe mai da sola a lungo... mai! Me lo ha promesso!”
Smisi di sorseggiare la tisana e, in preda ad una fulminea sensazione, ruotai appena la testa verso la piccola finestra alla mia sinistra da cui, sentivo, entrava una debole luce...
“Si... arriverà!” mormorai.
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Vecchio 14-08-2012, 18.49.09   #3079
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La donna restò a fissare Talia.
Il fumo della tazza sembrava formare immagini mutevoli, sfuggenti, che poi parevano quasi animarsi.
Allora lei rivedeva se stessa ed i suoi fratelli, il maestro ed il Casale.
E poi udì quasi la musica dell'ocarina di Guisgard e cominciò a ballare con lui.
"Si, verrà..." disse la donna "... ora riposate... avete bisogno di dormire..."
Intanto, al palazzo reale, Guisgard aveva visto il volto della regina.
E a quelle sue parole, il cavaliere fu subito colpito da alcuni soldati.
“Come osi!” Ringhiò uno di loro “Rivolgerti così alla regina!”
La regina li fermò con un cenno.
“Maledizione...” ansimando Guisgard “... da quando sono qui... non faccio altro che prenderle... senza riuscire a ridarle mai indietro...”
“Sarai dunque giustiziato.” Sentenziò la regina.
“Perchè?” Fissandola Guisgard. “Sai bene...”
“Cane!” Gridò un soldato, per poi colpirlo con un calcio. “Come osi rivolgerti così alla regina?”
“Sapete bene...” mormorò tossendo il cavaliere “... sapete bene che sono innocente...”
“Perchè dovrei saperlo?”
“Perchè quella notte...”
“Un uomo che va con le prostitute” fece lei “non ha onore.”
“Sapete bene che non ci sono stato...” disse lui “... e sapete anche per quale motivo ero là...”
“Mi stai dando della prostituta?”
“Sto solo dicendo” replicò lui “che sono innocente...”
“Allora dovrai dimostrarlo davanti all'Oracolo.”
“Oracolo?”
In quel momento entrarono dei portantini che conducevano tre bambini.
Due maschietti ed una femminuccia.
Uno era di razza bianca, l'altro invece con la pelle scura, mentre la bambina aveva tratti orientali.
La regina li fissò e battè le mani.
E i piccoli cominciarono a recitare:

“Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore.
Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai.
Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore.
Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora.
Chi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?”


“In base alla tua risposta” disse la regina a Guisgard “deciderò la tua sorte.”
Guisgard annuì, per poi restare a riflettere.
Ripensò allora al viaggio fatto con Talia e all'eremita incontrato dopo il Belvedere.
“Io non so chi possiede davvero il Fiore...” fissandola “... ma se il Fiore rappresentasse la cosa per me più preziosa allora io fra loro tre vorrei essere di sicuro...”
La regina allora si chinò per ascoltarlo.
“Il terzo...” sussurrò Guisgard “... perchè io non dividerei mai il Fiore con nessun altro...”
La regina con un cenno fece ritirare l'Oracolo.
“Vuoi salva la vita?” Fissando Guisgard. “Allora faremo un patto...” e si sedette sul suo trono “... questa città vive per concessione di un antico patto... da secoli vi regna una dinastia di Sygma... questo perchè Gioia Antica funge da baluardo tra i confini dei due regni... da quando su queste terre fu imposta la terribile maledizione della Gioia...”
“Io non comprendo...”
“La maledizione” interrompendolo lei “secondo qualcuno può finire completando un ritratto o cogliendo il Fiore... ebbene, voglio il Fiore! Portamelo e sarai risparmiato.”
“Ma io non so dove si possa trovare!”
“Per ora è nella città di Tylesia.”
“Cosa vuol dire per ora?”
“Che presto non lo sarà più.” Rispose lei. “Perciò partirai subito.”
“Un momento...” scuotendo il capo Guisgard “... io non lascerò questa città senza Talia.”
“Chi è Talia?”
“Ve ne parlai al Ninfale!”
“Carogna!” avvicinandosi un soldato.
“Fermo!” Ordinò la regina al militare. “Il mondo è pieno di donne, troverai altrove un'altra compagna.”
“Non potrò.” Scuotendo il capo Guisgard.
“Perchè?”
“Perchè Talia...” disse lui “... è mia moglie.”
“Menti!”
“Perchè mai?”
“Lei non ti ama!”
“E voi cosa ne sapete?”
“Lo dicesti tu!”
“Quando?”
La donna restò in silenzio.
“Avrai un anno di tempo per portarmi il Fiore...” dopo quel momento di smarrimento lei “... altrimenti io mi prenderò la tua vita.”
In quel momento un gigantesco cavaliere, armato di una grossa scure, entrò nella sala.
Era bardato con una corazza cromata, sulla quale si specchiava l'intera corte.
Era alto ben oltre l'altezza media e sembrava impossibile da battersi.
“Anion...” disse la regina “... il cavaliere del Tempo... egli verrà con te e se allo scadere dell'anno non avrai trovato il Fiore, lui prenderà la tua vita...”
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La casa prese subito fuoco ed Altea fece appena in tempo a portare fuori i bambini.
Fyellon allora estrasse la spada e si lanciò fuori un attimo prima che tutto crollasse.
Ma usciti fuori, su tutti loro si lanciarono le terribili Locuste.
Avevano lunghi mantelli ed affilate lame che uscivano dalle maniche.
Fyellon si lanciò nella mischia, ma più ne colpiva, più quelli sembravano sbucare come funghi.
In un attimo fu accerchiato e a nulla valse la sua straordinaria corazza: gli aggressori, infatti, lo disarmarono.
E circondarono anche Altea e i bambini.
Ma questi erano un bersaglio troppo facile e l'attenzione delle Locuste fu tutta per loro.
Fyellon, allora, approfittando della situazione, riprese la spada e scappò via.
Una delle Locuste fu sul punto di inseguirlo, ma i suoi compagni lo fermarono.
Avevano Altea e i bambini e questo sembrava soddisfarli.
Ad un tratto accadde qualcosa di incredibile.
I tre fratellini accanto ad Altea cominciarono a cambiare aspetto.
Fino a diventare tre donne.
Tutte conosciute da Altea: Isolde, Rykeira (che i nostri lettori ricorderanno nella prima parte di questa storia) e Asser.
Le Locuste si prostrarono ai loro piedi.
“Ci ritroviamo, lady Altea...” fissandola Isolde.
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