Torna indietro   Camelot, la patria della cavalleria > Sezione Gioco Di Ruolo (Leggere regolamento GDR) > Ambientazioni > Terre lontane
Login:

Discussione chiusa

 
Strumenti discussione
Vecchio 27-12-2010, 02.50.18   #841
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nel frattempo, in un'altra parte del bosco, a quelle parole di Cavaliere25 tutti si destarono.
"Ormai l'alba è prossima" disse il misterioso Cavaliere Verde "ed allora saremo pronti per ripartire. La luce renderà meno oscuro questo bosco."
"Bene, mio signore..." intervenne Goldblum "... con la luce del giorno non tarderemo a giungere in quel luogo."
"Parlami del luogo che ci attende." Disse il Cavaliere Verde.
"E' una chiesa sconsacrata." Prese a raccontare il nano. "E' molto antica... secondo qualcuno fu edificata da alcuni monaci bretoni. Ora però è diventata il covo di quei maledetti assassini."
"Assassini?" Ripetè il Cavaliere Verde. "Avanti, raccontaci tutto ciò che sai."
Goldblum raccontò tutto al misterioso cavaliere e alle sue truppe.
Poco dopo l'aurora cominciò a tingere di un alone rosato il cielo di quel primo mattino.
E proprio in quel momento il nutrito drappello si mise in marcia secondo le indicazioni di Goldblum.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso  
Vecchio 27-12-2010, 03.16.27   #842
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
I sogni...
Qualcuno pensa siano legati alla giovinezza...
Quando si comincia a conoscere il mondo...
E tutto appare magico perchè lo si vive per la prima volta...
E forse quello era un sogno.
La Cornovaglia.
La sua campagna battuta da un vento che sembrava vecchio quanto il mondo.
E quella stradina che Guisgard attraversava ogni giorno, circondata da alte querce che parevano giganti addormentati a guardia di quell'antico mondo.
Qui il Sole sembrava più forte, più bello, più luminoso che in qualsiasi altro posto.
Si riversava sulla fitta vegetazione, generando un trionfo di mille e più colori, come a rinvigorire i fiori ed i frutti di questa terra.
Tutto ciò riempiva di gioia il cuore di Guisgard e rendendolo indifferente a quella lontana sagoma nera che camminava verso di lui.
Il cavaliere così continuava ad attraversare quella stradina, assaporando i sapori che quella terra gli sussurrava.
Come quell'odore di campo che si diffondeva ovunque dopo un temporale.
L'odore dei giochi più belli, dei desideri più ambiti.
L'odore di casa.
Guisgard correva su quella stradina verso il castello ducale che si ergeva proprio davanti a lui.
Ad un tratto squilli di trombe si levarono alti dalle torri del maniero, echeggiando per tutta la campagna, quasi portati dal vento.
Guisgard allora cominciò a correre ancora più forte.
"Ehi, signore!" Chiamò una voce. "Milord, sono qui!"
"Shell!" Gridò Guisgard, riconoscendo lo stalliere di suo zio. "Shell, amico mio!"
I due si strinsero forte.
"Il duca vi attendeva, mio signore!" Disse Shell. "Al castello è tutto pronto per ricevervi con tutti gli onori! Andiamo, vi accompagno io!"
Ad un tratto Guisgard sentì qualcosa.
Come un senso di malinconia, come quando si sta smarrendo qualcosa.
Si voltò allora indietro e in fondo alla strada vide una figura immobile.
Il vento le soffiava tra i capelli che il Sole rendeva luminosi e chiari.
Era una ragazza che fissava Guisgard.
Lo fissava andar via in silenzio.
"Ma quella..."
"Dove andate, padrone?" Chiese Shell.
"Vai tu..." mormorò Guisgard, facendo segno al suo stalliere di andare.
"Ma il duca vi attende!"
"Vai tu, ti dico..." e cominciò a correre verso quella ragazza.
"Padrone!" Gridava Shell. "Padrone, tornate qui, vi scongiuro!"
Ma Guisgard, incurante, correva verso quella ragazza.
"Talia!" Disse quando l'ebbe raggiunta. "Perchè sei qui da sola?"
La ragazza non rispose nulla e guardò a terra.
Poi, delicatamente, portò la sua mano sul petto di Guisgard.
"Come batte..." sussurrò.
"Vieni, ti condurrò al castello con me..." disse lui.
"Scappate, cavaliere!" Gridò all'improvviso un contadino che correva per i campi. "E non prestate fede a questa donna!"
"Cosa vuoi dire, villano?" Chiese il cavaliere.
"La madre di costei" rispose il contadino "era una strega! Vi condurrà alla rovina, mio signore!"
"Taglia la corda o ti taglio la gola, bifolco!" Minacciò Guisgard.
"Fuggite, mio signore! Gridò il contadino mentre scappava via. "Fuggite, sta arrivando!"
Guisgard allora si voltò indietro e si accorse che quella sagoma vestita di nero che lo seguiva sin dal principio si era avvicinata ad entrambi.
E dal velo nero che copriva interamente il suo corpo, si potevano vedere solo due occhi.
Due occhi visionari e deliranti, intrisi di una primordiale malvagità.
La malvagità più oscura e terribile, quella che esiste solo per tormentare gli altri.
Tutto questo mentre il cielo diveniva sempre più scuro.


"Talia..." ansimava Guisgard nel suo sonno confuso, tra i deliri della febbre e i malefici incanti del demoniaco potere degli Atari "... Talia... attenta... Talia..."
Gila, che assisteva impotente, a quel nuovo sussulto del suo amico fu tentato di avvicinarsi, ma per non distrarre Talia, che era accanto a Guisgard, restò al suo posto nonostante le sue preoccupazioni.






__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 27-12-2010 alle ore 03.25.14.
Guisgard non è connesso  
Vecchio 27-12-2010, 13.06.33   #843
cavaliere25
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di cavaliere25
Registrazione: 09-01-2010
Residenza: milano
Messaggi: 1,396
cavaliere25 sarà presto famoso
mi misi in viaggio per arrivare a quel luogo dove il nano ci stava portando guardai Belven e gli dissi amico mio speriamo di risolvere questa storia nei migliori modi possibili ho gia visto troppo sangue scorrere speriamo di non perdere nessun uomo dei nostri poi mi misi a guardare la natura e il cielo
__________________
fabrizio
cavaliere25 non è connesso  
Vecchio 27-12-2010, 15.13.54   #844
Morrigan
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Morrigan
Registrazione: 21-08-2010
Messaggi: 596
Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
Appena vide Bumin dirigersi verso la grata, intenzionato finalmente ad intraprendere quel cammino, di colpo Morven si levò in piedi.
La luce di Samsagra che lo aveva avvolto, lambiva ancora ai suoi occhi gli angoli di quella sala, e la voce di lei echeggiava soffusa intorno, ma il giovane cavaliere era improvvisamente stato sbalzato fuori da quel suo sogno, e la sua solerte custode lo aveva riportato al mondo e ai suoi compagni proprio nel momento propizio.
Così, quasi con ritrovata forza ed energia, il cavaliere si avvicinò al Cappellano e al resto della compagnia.

"Sì, mio buon Cappellano," esordì a quel punto "lasciate che egli scenda per primo, e dietro di lui andrà sir Duckey!"

Lanciò un rapido sguardo di fiamma a Bumin, poi con un sorriso appena accennato, come a voler giustificare le sue parole:

"Voi siete armati, miei signori, e siete nobili e coraggiosi cavalieri... è giusto che siate voi ad andare avanti, proteggendo chi nel gruppo non può vantare così lunga amicizia con le armi..."

Poi, mutando la voce in un lieve tono ironico:

"Sono sicuro che con voi in testa al gruppo nulla ci colpirà!"

A quel punto, per la prima volta, Morven osò avvicinarsi a Lady Gaynor e al suo piccolo seguito. Così facendo, il suo sguardo cadde su Iodix, e subito la sua memoria lo riportò indietro... la locanda, la birra, Lady Elisabeth... e quel cavaliere, e quello strano dialogo notturno avuto con lui, quel dialogo così carico di oscuri presagi!

"Ma io vi conosco..." disse a quel punto, di slancio.

Poi abbassò il tono della voce per farsi udire da Bumin e Duckey, e si accostò quasi all'orecchio del giullare.

"Voi siete il giullare di sir Guisgard, se l'ombra non mi inganna... perchè siete qui senza il vostro padrone?"

Ma un istante dopo quasi si pentì di aver domandato, perché nel suo cuore aveva subito immaginato il peggio. Erano tempi, quelli, in cui il male appariva in ogni forma e colpiva in mille modi differenti ed imprevedibili, anche coloro che desideravano sottrarsene.
Morven allora non attese nemmeno la risposta del giullare, e senza por tempo in mezzo estrasse dalla cinta una delle sue spade corte, una delle spade che erano appartenute a Cypher, e la tese all'uomo.

"Lo so che ne uccide più la lingua che la spada, mio buon giullare… ma forse questa volta vi converrà fare un’eccezione e sforzarvi di fare del vostro meglio con l’una e con l’altra!”

Poi, per la prima volta da quando aveva fatto il suo ingresso, Morven osò posare lo sguardo su Gaynor. Era bella, di una bellezza altera e delicata insieme. In lei si mescolavano curiosamente fragilità e coraggio, dolcezza e risolutezza… Morven la fissò incantato… era già esistita una, un tempo, che gli aveva ispirato quella sensazione… una a lui così tanto cara che tornava ormai troppo spesso nei suoi sogni e nei suoi incubi…


- L’amore per l’ordine è una buona qualità…

La ragazzina gli sorrise, in un misto di affetto e civetteria, e gli schioccò un bacio sulla guancia.
Morven sorrise di rimando, ma subito dopo finse di assumere un’aria che voleva esser dura.

- … ma non è sufficiente per maneggiare bene un’arma!

La ragazzina allora sbuffò.

- Ma io mi annoio, Morven!

E così dicendo si lasciò cadere sull’erba morbida dal prato e incrociò le braccia al petto, mostrando la fiera intenzione di non proseguire in quell’attività.
Per un istante Morven pensò di poter adirare contro la testardaggine della sua sorellina. Zulora era sempre stata così, caparbia e sicura di sé. Sebbene fosse ancora una ragazzina, mostrava sempre di sapere con precisione ciò che voleva. La sua dolce indole femminile, che la portava il più delle volte ad obbedire a ciò che le veniva chiesto di fare, non era tuttavia scissa da una certa irrequietezza di spirito, che di certo le veniva dalla sua vivace intelligenza.
Fu proprio seguendo questo ragionamento che Morven decise di abbandonare il tono di aspro rimprovero che gli era salito alle labbra, e mutò espressione, pensando che avrebbe potuto piuttosto discutere con la sorella, piuttosto che imporle qualcosa senza darle una ragione.
Così si inginocchiò di fronte a lei e le si accostò con delicatezza. Prese da terra la spada che lei vi aveva gettato e gliela mise tra le mani.



- Hai ragione, - disse allora, con fare condiscendente – quello che ti chiedo di fare è molto noioso, e di certo molto più stancante rispetto alle tue normali attività… ma tu, Zulora, sorella mia, devi promettermi che non desisterai. Noi vivamo in un tempo non cui non ci è stato dato di poter decidere di noi stessi... noi viviamo in uno stato in cui la nostra vita è posta interamente in mano nostra, e nessun aiuto ci verrà da alcuno, se non da Dio... e in un simile stato, una spada può fare la differenza! Una spada è la sottile linea che può separare la vita dalla morte, la felicità dal dolore… e se tu impari a maneggiare quest’arma, tua sarà anche la capacità di recidere questi opposti!

Zulora, all’udire quelle parole, non disse nulla. Non lo interruppe e non respinse il suo gesto, ma si fece guidare nello stringere le piccole mani attorno all’elsa della spada. Era rapita da quel discorso, e lo seguiva con gli occhi sgranati.

- Hai compreso quello che intendo, mia piccola?

E lei chinò il capo lentamente, quasi con aria assorta in quel gesto di assenso.

- Sì, fratello… - rispose dopo un attimo – ho compreso… terrò quest’arma e imparerò ciò che mi insegnerai…

Poi lo fissò serissima, con un’espressione presaga di cupi eventi.

- E la userò… in qualsiasi caso… per difendere la mia vita, in un modo o nell’altro!


Quegli occhi, non li avrebbe scordati.
Morven guardò Gaynor quasi con tristezza. Estrasse lentamente il secondo gladio dal suo fodero. Lo porse alla fanciulla.

“Vi prego, milady… prendete questa con voi… stiamo per scendere in luoghi oscuri… usatela, vi prego…” e qui la voce gli si incrinò un attimo, come spezzata dal peso delle parole che stava per pronunciare, “in qualsiasi caso… per difendere la vostra vita, in un modo o nell’altro!”

Disse questo in fretta, e quasi sfuggì il suo sguardo. Si voltò verso il Cappellano facendogli cenno di proseguire.

“Io resterò indietro e vi guarderò le spalle, non abbiate paura”

Carezzò l’elsa di Samsagra e guardò il Cappellano con fare allusivo, prima di concludere:

“Io ho già di che difendermi!”
__________________
"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
Morrigan non è connesso  
Vecchio 27-12-2010, 19.45.02   #845
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Gli occhi di Guxio erano tutto ciò che vedevo... ero spaventata, impietrita... mi sentivo piccola e impotente di fronte a quegli occhi che riempivano totalmente tutto il mio orizzonte. Stavo ancora fluttuando da qualche parte, ma non sapevo dove mi trovavo poiché soltanto buio c’era intorno a me, tanto buio che non riuscivo più a vedere Guisgard... e ciò mi spaventò ancora di più: non dovevo perderlo, non potevo... se l’avessi perso sarebbe stato spacciato... anzi, lo saremmo stati entrambi!
Iniziai a sentire freddo... molto freddo... troppo freddo...
Poi, improvvisamente, una mano si posò sopra la mia. Era una mano piccola e delicata ma che strinse la mia con forza... e il mio cuore tornò a battere, mentre lentamente riprendevo a respirare...
‘Mamma!’ pensai... e quel solo pensiero mi riempì di nuovo coraggio.
Il buio iniziò pian piano a diradarsi e io potei scorgere la sagoma luminosa della donna vicino a me... sorrideva e non mostrava di aver paura...
‘L’ho perso...’ pensai sentendo in me il panico crescere ‘L’ho perso!’
La vidi scuotere piano la testa ed indicarmi un punto appena al di sotto di me... e Guisgard era là! Era così vicino, eppure il terrore che Guxio aveva scatenato nel mio cuore aveva fatto sì che non lo avessi visto più...
‘Non avrò più paura!’ dissi, in modo da imprimermi bene la lezione nella memoria.
Gli occhi di Guxio, tuttavia, erano sempre di fronte a me... Così mi voltai verso mia madre, in cerca di aiuto. Lei era immobile e mi sorrideva, poi lentamente la vidi spostare gli occhi verso il cavaliere, osservarlo per un istante e tornare, poi, a guardare me...
Anche io spostai gli occhi su di lui... sembrava così tranquillo... non udivo più il rumore del mare, ora, il che mi faceva supporre che il suo sogno fosse cambiato... udivo, invece, il fruscio del vento e un profumo a me sconosciuto, profumo di grano al sole, profumo di libertà...
Doveva essere un bel sogno quello che stava facendo, pensai con un filo di rammarico per non avere anche io un sogno così in cui rifugiarmi, lontana da Guxio e da quegli occhi che continuavano a fissarmi e a cercare di riportarmi nel loro buio...
E fu forse proprio per questo desiderio inatteso e incontrollato che, prima che me ne rendessi conto, mi sentii trascinare verso il basso. Cercai allora di riportare subito la mia mente in equilibrio, ma era tardi... e iniziai a vorticare a tutta velocità. Mille colori mi giravano intorno, mille immagini, volti che non avevo mai visto prima... chiusi gli occhi, chiedendomi cosa mi attendesse...
Ad un tratto avvertii che i miei piedi erano ben saldi a terra, il sole mi stava inondando il viso, il vento mi soffiava tra i capelli e quel profumo, che prima avevo soltanto intuito con la mente, adesso poteva essere respirato a pieni polmoni.
Sorpresa aprii gli occhi... e Guisgard era là, di fronte a me. Intorno a noi la campagna nel pieno del suo splendore, in lontananza un antico castello... ero certa di non esser mai stata in quel posto prima. Mi guardai intorno un attimo, incerta, poi compresi: quello doveva essere il suo sogno... forse, un suo ricordo!
Stavo per dirgli qualcosa... quando, improvvisamente, il cielo iniziò a scurirsi e un forte vento gelido prese a soffiare... e allora lo vidi: una sagoma nera si era avvicinata a noi, una sagoma della quale si distinguevano soltanto i fiammeggianti occhi malvagi... Guxio era lì!
Immediatamente, prima che fosse tardi, invocai mia madre... la donna non era più vicino a me adesso, ma avvertivo la sua presenza dentro di me...
Poi, con la sua forza nelle mie mani, sperando che la mente di Guisgard fosse ancora troppo scossa dall’ingresso mio e di Guxio per opporre resistenza, alzai le braccia e chiusi gli occhi... la mia mente produsse un’idea e quella subito prese forma... si alzò un vento fortissimo, mi concentrai e cercai di far sì che lambisse appena me e il cavaliere per poi abbattersi su Guxio e scaraventarlo lontano.
Senza pensarci oltre, poi, forte del piccolo vantaggio ottenuto, afferrai la mano di Guisgard e iniziai a correre più veloce che potevo...
Nasconderci, intanto, era la sola cosa da fare...
Nasconderci ci avrebbe, speravo, dato il tempo per comprendere... e comprendere, forse, ci avrebbe aiutati a battere Guxio.
__________________
** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

Talia non è connesso  
Vecchio 27-12-2010, 23.33.22   #846
Lady Gaynor
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Lady Gaynor
Registrazione: 28-11-2010
Residenza: Ovunque e in nessun luogo...
Messaggi: 1,953
Lady Gaynor è sulla buona strada
Gaynor vide il bel cavaliere che fino ad allora si era tenuto in disparte avanzare verso di loro. Costui si rivolse a Iodix, e a quanto pare i due si conoscevano già. Lo sentì pronunciare a fil di voce il nome di colui che erano venuti a cercare, Sir Guisgard... ecco, adesso sapeva anche come si chiamasse. Il cavaliere alzò poi lo sguardo su di lei, guardandola come rapito. Dopo qualche istante, le si avvicinò e le porse una spada, dicendole queste parole: “Vi prego, milady… prendete questa con voi… stiamo per scendere in luoghi oscuri… usatela, vi prego… in qualsiasi caso… per difendere la vostra vita, in un modo o nell’altro!”
Gaynor rimase stupita dall'emozione che lesse negli occhi del giovane cavaliere, non seppe decifrarla. Quando poi vide che lui e il Cappellano si erano finalmente decisi ad avviarsi alla grata, Gaynor lo fermò per un attimo e gli parlò: "Vi ringrazio per questo gesto che vi fa molto onore, ma in caso di bisogno mi sentirei più sicura con un arma che sappia usare... un'arma piccola, ma che può essere letale come una spada..." E così dicendo aprì il suo mantello per mostrare un piccolo fodero di cuoio, che spiccava sul suo fianco fasciato dal ridicolo vestito di paggio. Nel fodero c'era il suo pugnale. "Per questo, cavaliere, vorrei poter dare questa spada al mio anziano servitore, che senza alcuna arma sarebbe troppo indifeso... me lo consentite?"
__________________
"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
Lady Gaynor non è connesso  
Vecchio 28-12-2010, 02.09.05   #847
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
"La lingua colpisce senza esitare,
ma la spada lo fa senza perdonare!"
Recitò Iodix, nascondendosi poi nella cintura l'arma offertagli da Morven.
"Ormai il mio padrone non lo vedo da troppi giorni
e son qui perchè spero che a casa con me ritorni."
Concluse con una smorfia che palesava angoscia e paura.
"Basta con le chiacchiere!" Intervenne Bumin. "Guiderò io il gruppo e non perchè l'avete suggerito voi..." fissando Morven "... ma perchè il mio rango lo impone!"
Si voltò poi verso Dukey ed ordinò:
"Voi invece chiuderete il gruppo, in modo da proteggerci le spalle."
"Si, milord!" Rispose lesto Dukey.
Il gruppo allora, sceso il passaggio della chiesa, si ritrovò in uno stretto corridoio.
E dopo diversi metri si ritrovarono davanti ad una grossa porta di ferro.
Su di essa vi erano incise diverse immagini.
"Strane figure..." disse il Cappellano cercando di comprenderne la natura "... forse sono legate all'antica mitologia celtica..."
"Qualsiasi cosa rappresentino" lo interruppe Bumin "non credo possano dirci molto! Siamo qui per scoprire cosa nasconde questo posto, non a tentare di decifrare antichi linguaggi!"
E detto questo, fece forza contro quella porta, finendo per aprirla e spalancando davanti a tutti loro una stanza semibuia.
Dentro vi erano strane figure scolpite nel legno, teschi e pelli di diversi animali appesi alle pareti ed al centro della stanza ardevano alcune candele su di un tavolo.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso  
Vecchio 28-12-2010, 03.05.29   #848
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La campagna era bellissima durante quei limpidi pomeriggi d'Inverno.
Quando il vento soffiava su di essa, rendendo l'aria asciutta e diffondendo ovunque quel fresco profumo che solo la campagna invernale sa dare.
I due correvano lieti per quei campi.
Guisgard rideva forte e teneva Talia per mano.
"Dove mi porti?" Chiese lei.
"Hai paura?" Rise lui. "A Cartignone giocavi in casa... ma qui il padrone sono io!"
"Non ho bisogno di essere a Cartignone" rispose lei "per tenere a bada le tue velleità di comando su di me!"
Guisgard rise ancora più forte, continuando a correre e a tenere Talia per una mano.
I due allora giunsero in una grande casa con uno spiazzo molto vasto.
"Da piccolo" disse lui "passavo spesso da queste parti e sognavo che un giorno questa casa sarebbe stata mia."
"E' molto bella..." sospirò Talia.
Ad un tratto i due sentirono delle voci.
Erano alcuni bambini che giocavano.
Guigard fissò Talia sorridendo.
"Massì!" Disse lei divertita.
I due allora raggiunsero i bambini e si unirono a loro per giocare.
"Ma perchè io?" Chiese Guisgard.
"Perchè loro sono bambini ed io una dama..." rispose Talia "... quindi, cavalier cortese, tocca a te contare! E, mi raccomando, non sbirciare!"
"E sia..." sbuffò Guisgard "... uno, due, tre..."
"Dove siete?" Gridò una volta finito di contare. "Ma tanto vi troverò!"
Ma il vento era cambiato ed il Sole era prossimo a tramontare.
"Ma dove si sono cacciati...?" Mormorò guardandosi attorno.
Il cavaliere cercò ancora, ma sembrava non esserci più nessuno.
"Sei rimasto solo?" Chiese l'ombra.
"No, non sono solo." Rispose il cavaliere.
"Dov'è lei?"
"Non è andata via..."
"Credi?" Chiese l'ombra.
"Si, lo so! Lo sento!"
"Solo io sono rimasto con te."
"Non è vero."
"Ti sono amico e lo sai... e tu lo sarai per me..."
"Ora devo andare..." disse Guisgard "... è il crepuscolo e devo cercare Talia..."
"Ti sono amico... e lo sai..."
"Amico?" Ripetè il cavaliere.
"Certo..."
"Allora aiutami a cercare Talia!"
"Come vuoi... è lì, guarda..." indicò l'ombra.
Talia era seduta su una fontana.
Era triste e malinconica e giocava, quasi senza badarci, con una mano nell'acqua.
"Dove vai?" Chiese l'ombra a Guisgard.
"Da lei!"
"Sei sicuro che voglia te?" Domandò con un ghigno l'ombra.
"Non mi importa..." rispose il cavaliere e si avvicinò alla ragazza.
"Andiamo, Talia..." disse prendendo di nuovo la mano di lei "... è quasi buio, meglio andare..."

"Andiamo, Talia..." mormorò Guisgard nel sonno, rigirandosi nervosamente sotto gli occhi di un sempre più preoccupato Gila.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 28-12-2010 alle ore 04.21.48.
Guisgard non è connesso  
Vecchio 28-12-2010, 04.11.47   #849
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Giunta l'alba, tutti i cavalieri e i nani si misero in marcia.
Il bosco, con le prime luci del nuovo giorno, cominciò a tingersi di mille e più colori, che pian piano iniziarono a far scorrere via l'oscuro manto delle tenebre che per tutta la notte erano state le incontrastate signore di quel luogo.
La vegetazione, fatta di alberi secolari, sterpi, rovi, avvolgeva e stringeva ogni passo di quel bosco.
I rami dei poderosi alberi sembravano tendere fin verso il cielo, intrecciandosi tra loro, come a voler oscurare la luce che a fatica tentava di riprendere possesso di quel mondo fatto di mistero e paura.
L'umidità della notte appena trascorsa si ritirava a fatica, lasciando sulle corazze di quegli eroi un leggero alone fatto di infinite goccioline.
Il terreno era pesante e i robusti cavalli, lanciati con vigore in quella possente corsa, affondavano con i loro zoccoli nel terreno fangoso e viscido.
Ad un tratto Goldblum lanciò un grido che arrestò la corsa dell'intera compagnia.
"Cosa accade, nano?" Domandò il Cavaliere Verde. "Non rammenti più la strada?"
"Mio signore..." rispose confuso il nano "... conosco questo bosco sin dalla mia infanzia e posso giurare di non aver mai visto questo sentiero così come ci appare ora..."
Infatti, il sentiero che stavano seguendo improvvisamente si era aperto in un bivio.
"Destra o sinistra..." mormorò Belven "... quale sarà la direzione giusta?"
"Che sia un incanto, milord?" Chiese turbato uno dei cavalieri al proprio comandante.
"Questo bosco è dimora del demonio..." rispose questi fissando quel bivio "... egli stesso sembra averne piantato ogni albero... ed il demonio è signore della menzogna... si, è un incanto "continuò a dire, senza però smettere di guardare la doppia strada davanti a loro "ed è fatto per confonderci e farci smarrire la retta via..."
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso  
Vecchio 28-12-2010, 09.39.19   #850
cavaliere25
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di cavaliere25
Registrazione: 09-01-2010
Residenza: milano
Messaggi: 1,396
cavaliere25 sarà presto famoso
guardai i due sentieri e dissi l'unica soluzione è dividerci che ne pensate dissi guardando il resto della compagnia? caso mai ci si puo ritrovare qui alla fine come punto di riferimento e aspettai una loro risposta
__________________
fabrizio
cavaliere25 non è connesso  

Discussione chiusa


Regole di scrittura
Non puoi postare nuovi argomenti
Non puoi postare repliche
Non puoi postare allegati
Non puoi modificare i tuoi messaggi

BB code è Attivato
Le faccine sono Attivato
Il codice [IMG] è Attivato
Il codice HTML è Disattivato

Vai al forum


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 00.20.08.

Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli
Creative Commons License