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Vecchio 09-04-2013, 18.17.56   #821
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Altea, entrata nella serra, vide qualcosa e si avvicinò.
Illuminandolo con la candela si accorse poi che era una bottiglia a forma di fiore.
Probabilmente adoperata per innaffiare i vari fiori della serra.
Intorno a lei vi erano molti fiori, tutti belli e ben curati.
Poi, quasi per caso, si accorse di qualcosa in fondo.
Era un vaso sotto una campana di vetro.
E dai riflessi sul vetro si poteva vedere qualcosa al suo interno.
Sembrava un fiore.
“Voi...” disse all'improvviso qualcuno “... come siete entrata qui?” Era una servitrice.
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Vecchio 09-04-2013, 18.43.24   #822
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Scossi il capo, che sciocca...era una bottiglia e la presi in mano, guardavo con attenzione i fiori che mi circondavano, vi era un profumo tra l'acre della terra e il profumo che emanavano.
Poi alzai gli occhi e vidi una campana di vetro, che sembrava racchiudere un vaso con un fiore....un ricordo di un racconto passato davanti al focolare di quando ero piccola e mio padre amava raccontarci le storie dei nostri antenati...

"E così la vostra antenata...lady Altea giunse in quella misteriosa città
luminosa, mai vista prima...Tylesia.
Ella, di cui tu porti il nome" disse sorridendomi e indicandomi "narrava di aver visto un Fiore, dietro un cancello di un regno e di un Giardino dove vi era impossibile entrare, chiuso da un lucchetto di diamanti. Più volte tentò di aprirlo, era proprio testarda come te piccola Altea.., ma non ci riuscì mai, disse di averlo solo visto in una teca di cristallo forse, se non sbaglio dal libro scritto proprio da lei su questa avventura.
Poi ella conobbe un nobile, lord James Richard II Trevor, che sposò e al suo ritorno a Camelot continuarono la nostra dinastia, poi come sapete, ella ebbe lady Anastasiya...quel Fiore dice era Azzurro".

Sobbalzai mentre mi avvicinavo a quella campana di vetro, mentre pensavo a tutto questo...mi voltai di scatto era una delle serve.
"Scusatemi, che sto facendo di male..non riuscivo a dormire e cosi ero scesa in giardino...e sono giunta qui? Vi è qualcosa che non dovrei vedere forse?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 09-04-2013, 18.48.47   #823
Guisgard
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Più procedeva il cammino della Turbocarrozza, più Elisabeth si sentiva presa da quel viaggio.
Attraversavano una regione perlopiù sconosciuta, fatta di foreste, vallate, colli e monti.
La natura qui era selvaggia, incontaminata, a tratti inaccessibili ed abitata da secoli di leggende e tradizioni.
La civiltà in questi luoghi dalle fattezze primordiali era giunta con le truppe Capomazdesi e i vari mercanti che dal ducato raggiungevano poi tutte le più importanti città del Nord.
Il racconto di Elisabeth sull'antica Tylesia catturò l'attenzione dei suoi compagni di viaggio, soprattutto Enusia.
“Doveva essere una città dai tratti fiabeschi questa Tylesia...” disse sognante.
“In verità” fece Orez “le città, come tutte le cose di questo mondo, sono destinate a nascere, crescere e inevitabilmente a morire.”
“Come siete cinico!” Fissandolo Enusia.
“Eh, è la vita, ragazza mia.” Mormorò il dottore.
Ad un tratto apparve un lungo fiume che tagliava in due la foresta.
Dalle sue acque salivano intensi vapori.
“L'Atlante Temporale” disse Orez “indica che si tratta del Calars, il fiume dalle acque calde... seguendo il suo corso si giungerà poi alla sua foce... lì, secondo i miti, sorgeva Tylesia...”
La Turbocarrozza allora aumentò la sua velocità, percorrendo l'intero corso del Calars.
Erano passati molti anni dall'epopea in cui Tylesia dominava queste terre e oggi era molto più semplice viaggiare attraverso questi luoghi, un tempo sconosciuti e impenetrabili.
E verso il crepuscolo, la Turbocarrozza raggiunse la foce del Calars.
Qui ai loro occhi si mostrò uno spettacolo sconcertante.
Le rovine di una colossale città dominavano l'intero paesaggio.
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Vecchio 09-04-2013, 19.01.00   #824
Clio
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Lessi le parole riguardante l'occhio, tutto d'un fiato, seguendo con il palmo della mano lo scorrere delle righe.
Restai impietrita, nel vedere che il testo era bruciato proprio dove era più importante.
Sbuffai scuotendo la testa.
"...ci mancava questo adesso...".
Mi presi la testa tra le mani, come voler tenere i pensieri di quel momento.
Allora, abbiamo un nuovo indizio: il capitano di ventura. Devo trovare qualche cronaca su di lui.
"...un momento.." Sussurrai rileggendo la pagina "..l'occhio dell'illuminazione... Non mi è nuovo come nome. Richiama culti pagani? Mm... Allora non può essermi sfuggito.. Ma Capomazda, io so ben poco di quella terra..".
Chiusi gli occhi cercando di acciuffare i ricordi che quelle parole risvegliavano in me.
"..andiamo Clio..." Sussurrai piano "...illuminazione..".

"..Che state cercando, mia cara?".
Sporsi la testa dallo scaffale che ero intenta a spulciare.
"..Ah, siete voi, maestro... Buongiorno..." Sorridendo.
Mi avvicinai al libro posato sul tavolo.
"..c'è un passaggio che non riesco a capire... Parla della luce.. Ma no, la luce non c'entra... È che.. Oh.. Allora, con ordine.." Respirai profondamente "...c'è nel testo un vocabolo che ha a che fare con la luce... Direi che più precisamente è "illuminazione" si.. O qualcosa del genere.. Tuttavia non parla affatto della luce del sole o altri, ma ha un significato metaforico... Ho come la sensazione che usi un linguaggio tecnico... Non so se mi spiego..".
Presi il libro tra le mani e iniziai a leggere:

"...e quelli, tra loro, che avevano ricevuto l'illuminazione...".

Alzai lo sguardo verso il maestro.
"...vedete, non ha senso.. Non ha messo lì una parola a caso, l'ha scelta con cura... Devo scoprire perché..." Con un sorriso.
"...vi dice qualcosa?" Guardandolo speranzosa.
Il maestro mi guardò e aspettò un attimo prima di parlare.
"...quel libro non è che una favola, Milady.. Ci sarà un errore."
"...Cosa?" Sbottai allibita "...un errore? No di certo maestro... Ve lo ripeto, ogni parola in questo testo è scelta con cura..".
"Sentite... Avrebbe un senso... Ma il romanzo di Leonard non è ambientato a Sygma, né a Capomazda..."
"..se è per questo non possiamo sapere con certezza dove sia ambientato... Ma non capite? È un indizio... Un indizio dato a Leonard sul rapimento di Sybil.. Ditemi ciò che vi era venuto in mente..."
"...beh.. C'è una setta che usa quel linguaggio... Ma, non sono che leggende..".
"...Maestro, vi prego... Ditemi di cosa si tratta e cercherò da sola..".
"..beh, si tratta degli Illufestati..".


"..ecco cos'era!" Esclamai piano con un sorriso "...come posso averlo dimenticato!".
Non avevo trovato nulla a Camelot su quegli individui, ma quella città apparteneva a Sygma, e prima era dominio capomazdese.
Pensai che, infondo, era il posto migliore dove cercare.
"...due piccioni con una fava.." Pensai, alzandomi.
E con quei nuovi indizi ben saldi nella mia memoria, tornai allo scaffale e ripresi la ricerca.
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Vecchio 09-04-2013, 19.25.52   #825
Talia
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Lievemente sorpresa seguii Tanis attraverso la porta vetrata, per un corridoio, varie rampe di scale e ampie stanze... fino ad una sala dal soffitto a volta, illuminata da grandi bracieri accesi lungo tutto il perimetro e completamente ingombra da un’immensa scacchiera, i cui pezzi erano ben più alti di me e si muovevano liberamente...
I miei occhi si allargarono appena a quella vista... ero stupita...
mi voltai appena, allora, e guardai Guisgard...
gli lanciai un’occhiata incerta alla quale mi parve che rispondesse, e tuttavia non avrei saputo dire se anche lui fosse stupito o meno perché i suoi occhi, come spesso accadeva, non tradivano un reale stato d’animo...
lo fissai per un attimo, poi tornai a guardare gli scacchi che, proprio in quel momento, avevano iniziato a discutere...

Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
I tre allora cominciarono a discutere animatamente.
“Signori!” Entrando Tanis con Guisgard e Talia. “Possibile che finiate sempre per litigare tra voi? Anche ora che abbiamo ospiti!”
“Allora saranno i nostri ospiti” voltandosi il Re “a fare da arbitri a questa discussione.”
“Fare da arbitri, signori?” domandai allora “Arbitri alla vostra discussione, dite... sapete... mi ha molto colpito, nelle vostre parole, la ricorrenza della parole ‘semplicità’... la sensazione che in una forma o nell’altra sia più semplice amministrare il potere o tenere a bada le debolezze... eppure... eppure io trovo che non vi sia niente di semplice... ed anzi... è mia opinione che principe della vostra discussione dovrebbe essere piuttosto il principio che fa muovere queste diverse forme di governo...”
I miei occhi si mossero tra le tre alte figure...
si spostarono su Tanis...
poi su Guisgard...
“Intendo dire...” mormorai poi, piano “Che cos’è che fa agire il monarca? E cosa fa agire il rappresentante del popolo repubblicano? E l’oligarca? A quali compromessi deve sottostare ciascuno di loro? Trovate il principio motore... e vedrete quale forma di governo è superiore alle altre...”
La mia voce si spense in un sussurro ed io li osservai di nuovo tutti in silenzio...
e quando mi miei occhi tornarono su Guisgard, sorrisi appena.
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"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 10-04-2013, 00.53.49   #826
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“No, non vi è nulla di segreto qui.” Disse la servitrice ad Altea. “Tuttavia questa è una serra e la porta era chiusa. Forse nessuno vi ha insegnato che non si entra in un posto il cui ingresso è serrato? I fiori qui hanno bisogno di aria temperata ed è per questo che la serra era chiusa. Il giardino è quello fuori.” La fissò con attenzione. “Ora vi prego di uscire. E d'ora in poi, quando trovate un ambiente chiuso, abbiate la cortesia di non entrarci.” Le fece segno di seguirla ed entrambe uscirono dalla serra. “Ora, se volete ancora passeggiare, abbiate la compiacenza di farlo qui in giardino.” Ed andò via.
Altea si ritrovò così da sola in giardino.
La notte ormai volgeva alla fine e presto sarebbe sorto un nuovo giorno.
Ma cosa c'era in quella serra?
Perchè la servitrice aveva reagito in maniera così aspra nel vedere lì dentro Altea?
E di quale fiore Brunos aveva parlato con la sua servitrice?
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Vecchio 10-04-2013, 04.04.48   #827
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Clio si mise così a cercare ancora fra quei vecchi libri.
La biblioteca ne conteneva davvero moltissimi, spaziando da tutte le discipline conosciute.
Si imbatté così in libri di teologia, filosofia, letteratura, retorica, dialettica, geometria, aritmetica, musica, storia, architettura, agricoltura, ingegneria e alchimia.
Ma nulla sembrava contenere quello che alla ragazza interessava.
Ad un tratto le si avvicinò qualcuno.
Era Marlyan, la donna addetta alla biblioteca.
La salutò con un cortese cenno del capo ed un sorriso.
Cercò alcuni libri e poi ne prese qualcuno.
Ma prima di allontanarsi fece scivolare da uno di quelli un bigliettino.
“E' un anagramma... buona fortuna...” disse a bassa voce, per poi andare via.
Nella biblioteca infatti vi erano altre persone e quella donna sembrava non voler attirare sospetti su di sé.
Il bigliettino cadde così ai piedi di Clio e su di esso vi era scritto:

“Lui, il freddo tarda festa.”
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Vecchio 10-04-2013, 04.09.44   #828
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Guisgard guardò Talia e rispose con un sorriso a quello della ragazza.
Poi con un cenno del capo annuì a ciò che lei aveva appena detto agli scacchi.
“Si, milady...” disse il Re alla principessa “... ma non avete chiarito però il punto... di chi è il potere? Non certo del popolo! Dunque ciò ci spinge ad eliminare la terza forma di governo!”
“Affatto!” Intervenne il Pedone. “Il potere è del popolo ed esso deve scegliere i suoi rappresentanti!”
“Che sciocchezza!” Esclamò l'Alfiere. “Come disse Socrate, se io sto male chiamo un medico. Se mi si rompe il tetto mi occorre un muratore e se ho fame chiamo un cuoco. Perchè allora in politica, che è la più importante delle mansioni umane, non dovrei affidarmi agli specialisti?”
“Sante parole!” Sentenziò il Re. “Il popolo, ossia la massa, è, come scrisse Seneca, una bestia e con le bestie non si ragiona!”
“Neanche con i somari allora!” Sbottò il Pedone.
“Come osi!” Tuonò l'Alfiere.
“Signori!” Intervenne Guisgard. “Come potete pensare di amministrare il potere, se poi non riuscite neanche ad accordarvi fra voi!”
“Siete forse un politicante?” Chiese l'Alfiere.
“No, sono un cavaliere.”
“I cavalieri sono buoni per la guerra, non per la politica.” Fece il Re.
“Spesso però” replicò il cavaliere “il buon senso basta per le cose basilari.”
“Sentiamo.” Fissandolo il Re.
“Beh, voi citate Socrate e Seneca, amici miei...” spiegò Guisgard “... io invece mi rifarò a Polibio lo storico... la forma migliore per governare è quella in cui tutte le classi sociali sono al potere, in modo che nasca un equilibrio tra esse... come nell'antica Roma Repubblicana, dove i Consoli rappresentavano la Monarchia, il Senato l'Aristocrazia ed i Tribuni della Plebe la Democrazia. E Roma, infatti, conquistò il mondo.”
“Arguto!” Annuendo il Re.
“Un giovane preparato!” Con soddisfazione l'Alfiere.
“Restate con noi a discutere, amico mio.” Propose il Pedone.
“Mi spiace” fece Guisgard “ma ho promesso a mia sorella” avvicinandosi a Talia, per poi prenderla per mano “di farle visitare questo castello. Dunque mi scuserete, ma dobbiamo andare. Piuttosto, toccherà a voi regolare la faccenda. E mi raccomando, amici miei, siate giusti e imparziali. La politica non deve avere colori.”
“Sicuramente non è rossa!” Fece il Re.
“Sicuramente non è Blu!” Replicò il Pedone.
“Magari è Bianca!” Annuì l'Alfiere.
“Signori, vi prego!” Disse Tanis. “Non ricominciate ora!”
Nel frattempo Guisgard e Talia erano usciti dalla sala e raggiunto il corridoio.
“Siamo salvi!” Esclamò Guisgar, per poi sorriderle. “Quei tre erano davvero pedanti. La cosa più sciocca è discutere di una cosa utilizzando solamente il proprio punto di vista.” In quel momento si accorse che la sua mano stringeva ancora quella di Talia. “Forse, se mi vedessero ora a corte qualcuno mi taglierebbe la mano per aver preso la vostra...”
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Vecchio 10-04-2013, 14.36.37   #829
Talia
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“Più che sciocco...” mormorai alle sue parole “Più che sciocco, direi che è sintomo di debolezza... e non è il vostro caso, devo ammettere!”
Lo scrutai per un attimo...
lui mi aveva presa ed ora stavamo uscendo dalla sala...
“Mi avete sorpresa, sir... devo dirvelo. Polibio... l’equilibrio tra le classi sociali... una forma di governo mista in cui poteri ed organi si compensano l’un l’altro... sì, mi avete sorpresa! Ma... mi chiedo... i nobili Taddei di Capomazda, di cui voi siete tanto propenso a decantare i meriti, approverebbero questo vostro punto di vista?”
Gli lanciai un’occhiata ed un sorriso vagamente divertito...
“No, non credo... non credo, vero?”

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In quel momento si accorse che la sua mano stringeva ancora quella di Talia. “Forse, se mi vedessero ora a corte qualcuno mi taglierebbe la mano per aver preso la vostra...”
Abbassai gli occhi a quelle parole ed osservai la sua mano che ancora stringeva la mia...
sapevo che avrei dovuto ritirarla, ma non lo feci.
Eravamo in un lungo corridoio adesso, illuminato solo vagamente da torce che ardevano alle pareti...
“Se dalla corte di Sant’Agata ci trovassero adesso...” mormorai, sollevando di nuovo gli occhi nei suoi e notando quanto era vicino “Penso che l’avermi preso la mano, sarebbe l’ultimo dei vostri più immediati problemi, cavaliere...”
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Vecchio 10-04-2013, 14.45.07   #830
Clio
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Raccolsi il bigliettino e seguii con lo sguardo la donna allontanarsi.
Lo rigirai tra le mani, pensierosa.
Poi, presi distrattamente dallo scaffale un ampio volume, nascosi il biglietto nella copertina e mi avviai verso il mio tavolo a passo veloci.
Sorrisi a Densesu e posai il pesante libro davanti a me, poi estrassi delicatamente il misterioso biglietto e me lo portai tra il libro e me, in modo che non fosse visibile.
Estrassi dalla sacca che avevo preso al casale il mio taccuino, su cui annotavo tutti i protessi della mia ricerca.
Intinsi la penna nell'inchiostro e riscrissi l'anagramma, distanziando bene le lettere tra loro.
"...vediamo un po'..." Sussurrai.
Iniziando a scarabocchiare coprendo le righe e scrivendo parole, per poi barrarle subito dopo.
Scossi la testa, sconsolata.
Ero riuscita ad identificare soltanto Illufestati, anche se poteva essere anchre al singolare o al femminile, magari.
Le parole che si formavano dalle lettere rimanenti, però mi sembravano senza senso.
"...non può essere..." Sbuffai "...oh, Clio, per l'amor del cielo!".
Posai la testa sul tavolo per un momento.
Ero talmente sfinita che mi sarei addormentata. "..ho deciso... gli anagrammi non fanno per me...".
Mi voltai verso Densesu, con occhi speranzosi.
"...dimmi che sei un esperto di giochi di parole, ti prego... Io, a quanto pare, sono negata...".
Mi avvicinai a lui gli mostrai la pagina del taccuino con tutte le mie strane ipotesi.
"...ti va di aiutarmi?" Con un timido sorriso "...sono ad un punto morto, continuo a vedere le stesse parole.. Orda fredda, dardo, arda... Ma, non hanno il minimo senso... Sono davvero negata...".
Eppure, pensai, non poteva essere una coincidenza, quel nome che riaffiora dalla mia memoria e ora l'anagramma in cui comprare, no, decisamente doveva avere un senso, un motivo.
Anche se non riuscivo a capire quale fosse.
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