21-08-2010, 13.34.23 | #51 |
Cittadino di Camelot
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Io credo che essere cavaliere al giorno d'oggi sia affrontare a testa alta tutto ciò che ci viene incontro, significa credere in sani princìpi condivisi quali la lealtà, il coraggio e la verità, senza mai chinare il capo ma guardando sempre avanti, senza fermarsi mai per lottare per ciò in cui si crede, restando sempre consapevoli di essere nel giusto anche se si può sbagliare, di alzarsi sempre anche se si può cadere, di sorridere anche se ci potranno essere momenti tristi. Non si nasce cavalieri, lo si diventa ma non tutti possono farcela!
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"Merlino, ramingo dalle mille risorse che per flutti, boschi e montagne mai si perde, cacciando e curando ferite, di una vita passata" |
26-10-2011, 19.36.30 | #52 |
Cittadino di Camelot
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Andrò un po' controcorrente dicendo che Cavalieri si nasce. In realtà, il mio discorso si ricollega a quello di Sir Guisgard di qualche post precedente, ma pur condividendo le sue conclusioni parto da una premessa differente.
Se, come lui dice, e come io condivido, il Cavaliere è in un certo qual modo un "predestinato", allora evidentemente egli nasce avendo nell'anima la forza morale e ideale di essere all'altezza del suo destino. Conosciamo molte persone nella nostra vita, ma non mi sento di dire che tutte quante, ugualmente, abbiano dentro di loro quel qualcosa di speciale, di luminoso, quella "fiamma" che brucia, che è facilmente riconoscibile a chi abbia gli occhi per guardare oltre la superficie. Non è mia intenzione fare discorsi elitaristici, e so bene di quanto sia pericoloso invece dire qualcosa del genere, che è difficile da spiegare, e che può dare invece proprio quell'impressione. Tuttavia a me sembra che ci siano persone nelle quali lo "spirito" (o il geist, per dirla alla Hegel) agisce con maggiore forza. Persone animate da un fuoco inestinguibile, che trasuda da qualsiasi loro atto, da ogni loro parola. Per me queste persone sono nate con le potenzialità di far proprio l'ideale cavalleresco, ma dire che basti soltanto l'impegno... Non so. Può darsi, nella misura in cui impegnarsi a conseguire qualcosa significa aspirare a quel qualcosa. E sicuramente chi vuole dedicare tempo, sacrificio e passione a diventare il Cavaliere Perfetto, significa che è nato con quegli Ideali nel cuore.
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------------------------------ Un Cavaliere è devoto al valore, il suo cuore conosce solo la virtù, la sua spada difende i bisognosi, la sua forza sostiene i deboli, le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi ~~~oOo~~~ |
04-11-2011, 23.08.43 | #53 |
Viandante
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Dal momento che siamo,ognuno porta dentro di sè,fin dalla nascita,ben determinati tratti del temperamento. A ciò,per forza di cose,si aggiungono gli influssi esterni,provenienti dalla famiglia d'origine così come dalle più svariate frequentazioni e vicissitudini di cui nel corso della vita si può avere esperienza,in particolare quegli influssi a cui ci si dimostra più sensibili che ad altri e che possono lasciare preziosi arricchimenti o insanate cicatrici.
Quindi direi che fin dalla nascita si è più o meno predisposti ad essere Cavalieri e le esperienze della vita possono o agevolare o ostacolare il fiorire di questa innata predisposizione.
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Rodolfo Iulo " Concordia parvae crescunt, discordia maximae dilabuntur " |
05-11-2011, 10.17.25 | #54 | |
Cittadino di Camelot
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11-12-2011, 19.33.17 | #55 |
Viandante
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La nobilta' vera
Parmi buona cosa, dopo tante intense e sentite riflessioni, riportare questo poema medievale che ben esprime il mio pensiero sull'oggetto del contendere.
LA NOBILTA' VERA 1.Da quando la nobiltà prese atti servili ad amare, da allora la nobiltà coi servi iniziò a tralignare. 2. La nobiltà, cui la probità non regge e difende, al suolo giace a niuno piace, che nulla si rende. 3. La nobiltà dell'uomo sta nell'animo, divino raggio, la nobiltà dell'uomo è delle virtù nel retaggio. E' nobiltà dell'uomo il cuore adirato frenare, è nobiltà dell'uomo i deboli e oppressi sollevare. É nobiltà dell'uomo di natura le leggi ritenere, è nobiltà dell'uomo nulla, se non il male, temere. 4. È nobile colui cui dona virtù nobiltà ignobile colui che in sé la virtù non ha.
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Tutti se non possiamo avere le virtù del corpo possiamo almeno possedere quelle del cuore. Le prime, come la statura, la forza, la beltà, l’uomo le riceve nascendo. Ma la cortesia, la saggezza, l’indulgenza e la lealtà, la prodezza, la generosità, l’arditezza, solo l’inoperosità può impedire di possederle, poiché esse dipendono dalla volontà. E’ il cuore che fa valente l’uomo. |
13-12-2011, 14.45.22 | #56 |
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Il mio concetto di cavalleria si basa principalmente su due punti cardine:
1.) La nobiltà dell'anima e la conservazione di profondi valori che la storia ci ha insegnato e che purtroppo oggi abbiamo dimenticato; 2.) La capacità di andare controcorrente anche a rischio di distaccarti degli schemi della massa. Come ultima postilla io mi rivolgo a codesta unica e semplice regola di San Filippo Neri: " l'unica regola da applicare è la carità...." |
13-12-2011, 17.54.14 | #57 |
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Stupor Mundi
Federico II, l'imperator che fu Stupor mundi, cosi' s'espresse:
Misura provvidenza e meritanza/Fa essere l’omo savio e conoscente/ed’ogni nobiltà l’omo si avanza/e ciascuna richeza fa prudente/Né di richeze aver grande abudanza/facia l’omo ch’è vile essere valente/ ma dell’ordinata costumanza/discende gentilezza fra la gente./ Omo ch’è posto in alto signoragio/ ed in richeze abunda tosto scende/ credendo fermo stare in signoria/ Unde non salti troppo omo ch’è saggio/ per grande alteze che ventura prende/ ma tuttora mantenga cortesia
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Tutti se non possiamo avere le virtù del corpo possiamo almeno possedere quelle del cuore. Le prime, come la statura, la forza, la beltà, l’uomo le riceve nascendo. Ma la cortesia, la saggezza, l’indulgenza e la lealtà, la prodezza, la generosità, l’arditezza, solo l’inoperosità può impedire di possederle, poiché esse dipendono dalla volontà. E’ il cuore che fa valente l’uomo. |
13-12-2011, 19.51.32 | #58 |
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Sono dei versi meravigliosi, e chi li ha redatti veramente meritava l'appellativo di "stupor mundi". L'esempio di questi personaggi meravigliosi, che non sono mito, ma storia viva, dovrebbe insegnarci che valori come quelli del Codice Cavalleresco sono più che mai vivi e concreti... Altro che utopia.
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28-03-2012, 17.21.44 | #59 |
Cittadino di Camelot
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...un messaggio interrotto sulle scie del tempo allo scadere dell'anno passato ha attitato la mia curiosità circa la personalità contraddittoria di Federico II di Svevia, quello che venne chiamato a torto o ragione il Cavaliere dell'Intelletto...
...mi chiedo dove siano finite queste righe, in quale virtuale calamaio o tra i granelli di polvere del passato...è solo un pensiero, una riflessione banale, ma sapere che dietro di loro ci sono stati cuori pulsanti che hanno creato emozioni è una sensazione di malessere, come un Addio... Taliesin, il bardo |
30-06-2012, 19.27.52 | #60 |
Viandante
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cavalier si fà per ordine di nascenza e di meriti in belligeranza a lo signor sovrano la sentenza che pure per servigio occulto la nomina è di spettanza ma sempre e solo lui imperator o suo vassallo per mano sua la nomina declarare apposta e si faccia sempre lo giuramento a sigillar verdetto
che mai la macchia oppur di onta si parli pe lo cavalier cadetto che come suol sapere la prima fila è nella pugna all'avanzata e la ultima sarà a ritirata e mai madonna ripeter 2 volte faccia la sua richiesta....di senza terra molti son cavalieri e tanti che tanta ne hanno ,piu di scudier non han valore!
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Deus voult Ultima modifica di capitanroad : 01-07-2012 alle ore 17.57.45. |