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#441 |
Cittadino di Camelot
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Ormai stava facendosi buio, la festa era finita e con la beneficenza organizzata avevamo raccolto molti soldi, dopo i saluti tornai nella carrozza e i bambini erano stanchi ma dissi al cocchiere di tornare dall' antiquario, mi stavo torturando.
Entrai e dopo aver bussato alla porta entrai per parlare con lui..sicuramente la donna se ne era andata..e poi sarei andata alla osteria dove il Priore Tommaso non aveva voluto parlare con quell' uomo..volevo sapere cosa sapesse lui,Bensuon, non lo vedevo da dopo la morte di Guisgard.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() Ultima modifica di Altea : 16-02-2015 alle ore 20.21.22. |
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#442 |
Cittadino di Camelot
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Poveretto era seccato...al solo fatto che si nominasse Guisgard...no caro...tu sei terribilmente impaurito che i fantasmi ritornino......." Sei diventato saggio......vedi amore....se solo tornassi a fidarti di me, eviteresti il mal di stomaco e la tua vita sarebbe piu' serena......un'ultima cosa...e so che sei d'accordo con me...a cena ci sarà il famoso straccione di stamattina...e' un Bardo......vedi...questi straccioni puzzolenti...girano...ascoltano compongono poemi cantano.....e ci raccontano cosa ci accade attorno...e io so che tu..faresti carte false per sapere cosa succede attorno a casa tua.....".......Non usero' mai il Bardo ne' i chierici per il tuo tornaconto De Gur...a meno che non fosse.......per qualcosa di lecito.....e non mi sembrava proprio...Scendemmo nella sala da pranzo e tutto era a posto...così come avevo chiesto.........A tavola si poteva conversare e perchè no...conoscersi un po' meglio...."Priore...desidero presentarvi un grande Bardo Taliesin....e' qui al Castello da stamane.....sembra che oggi ci si trovi riuniti alla stessa mensa per un motivo speciale.....magari perchè e' così che ha deciso nostro Signore...".....
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#443 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea tornò dall'antiquario e trovò l'uomo indaffarato a sistemare alcune cose nel suo negozio, prima di chiudere, vista l'ora tarda.
“Bentornata, milady.” Disse l'uomo alla dama. “Avete trovato notizie sul vostro ciondolo? In verità, vi dirò, che temo sia vero ciò che ha detto quella misteriosa donna. Quando infatti siete andata via, è rimasta qui e mi ha raccontato molte cose. Io ho osservato con attenzione il vostro ciondolo, la sua fattura, lo stile e tutto il resto. E devo dirvi che quella donna in effetti lo conosceva benissimo. Mi ha poi detto che ha una passione per questi antichi monili e pare sia stata lei a costruirlo. Credo che nessuno a questo punto possa svelare il significato di quel ciondolo più di lei.”
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#444 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth e De Gur scesero al pianterreno, nella sala dove trovarono ad attenderli il Priore Tommaso ed il bardo Taliesin.
La cena fu poi servita. “I miei omaggi, messere.” Disse il Priore al bardo. “Di dove siete? Dal vostro accento, udendovi recitare alcuni versi prima, deduco che siate forestiero. Se così possiamo dire di un abitante della nostra stessa penisola.” “In verità” rispose Taliesin “non vi ingannate, padre. Sono originario di quella terra che gli uomini hanno battezzato come Sygma.” “E cosa vi spinge così a Sud?” Chiese De Gur. “Nessun uomo” fece il bardo “sceglie il proprio cammino tra queste sbiadite ed ingiallite pagine del grande libro della vita. In realtà sono qui come altrove, perduto comunque perennemente in un Altroquando.” “Voi musici e poeti” ridendo De Gur “avete la straordinaria capacità di vivere fuori dal mondo, senza però impazzire o apparire stolti.” Guardò poi il religioso. “E voi, padre? Da dove provenite?” “Da Licinia.” Rispose il Priore. “Giunto qui” disse De Gur “per indagare sui fantasmi. Si, rammento.” “Fantasmi?” Ripetè il Priore. “Si, mi riferisco all'Austero e poi a suo nipote.” Sorridendo De Gur. “Sono morti ed indagare su questo per me è incomprensibile.” “Sembra che questo vi turbi, signore.” Fissandolo il religioso. “Come sarebbe?” Seccato il militare. “Beh, vi interessate oltremodo di ciò che accade a dei defunti.” Osservò il Priore Tommaso. “Affatto.” Scuotendo il capo De Gur. “Mi stupisce che ci sia ancora qualcuno come voi che se ne occupa, quando ci sono ben altri problemi qui nel ducato.” “Forse” replicò il religioso “i problemi sono sorti proprio in seguito a quelle misteriose morti.” “Misteriose?” Ripetè De Gur. “Beh, l'Austero era un uomo in età comunque avanzata” fece il religioso “ma non possiamo dire lo stesso di suo nipote, che invece era nel pieno della vita. Ed un giovane uomo, che come affermano tutti era sano e forte, desta comunque stupore se muore poi improvvisamente e senza apparente spiegazione. Non trovate?”
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#445 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Ammone condusse Clio sulla tomba di Guisgard, in uno scenario sinistro e surreale.
La tomba era di granito antico, scolorito e corroso dalle intemperie, come se fosse lì da generazioni invece che solo da qualche mese. Diventava visibile solo superati alcuni cipressi che racchiudevano un cancello di ferro chiuso da una pesante porta di pietra, poggiata su cardini già arrugginiti in modo da restare stranamente socchiusa. Quasi come se qualcuno avesse usato clemenza verso il defunto, lasciandogli una possibile via di fuga. E sulla lapide erano incise queste parole tratta da un Salmo: “Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa, sono come un morto ormai privo di forza.”
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#446 |
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Il cuore batteva sempre più, in un inconciliabile contrasto con l'atmosfera di morte che mi circondava.
Il mio cuore batteva quasi volesse esplodere, il suo non batteva più. Esisteva forse crudeltà più grande? Destino peggiore? Per un istante pensai di scappare, correre via, mentire a me stessa dicendo che era stato tutto un sogno, che lui poteva arrivare da un momento all'altro, come sempre. Ma non potevo, non era giusto scappare. Tanto sapevo che lui non era lì, in quel luogo oscuro e sinistro, perché sarebbe vissuto nei miei ricordi, nelle mie azioni, e mi avrebbe accompagnato ogni giorno della mia vita. Una compagnia triste, eppure lieta. A volte mi chiedevo se non fosse stato meglio ignorare completamente l'Amore e la felicità che può dare. Ma nonostante quel dolore, ero grata degli attimi felici che avevamo passato insieme. Li avrei custoditi per sempre. Poi, Ammone mi condusse alla sua triste dimora. Trattenni il fiato, e mi avvicinai, sentendo ormai le lacrime affiorare. Quel cancello, quell'atmosfera spettrale. Nel leggere le parole, però, crollai. Caddi in ginocchio, scossa dai singhiozzi, nascondendo il viso tra le mani. "Amore mio..." sussurrai, forse in maniera incomprensibile, tra le lacrime "Mi manchi da morire.." sfiorando delicatamente quella pietra, quasi sperassi che potesse darmi conforto. In realtà, se alzavo timidamente lo sguardo su quella tomba, era persino peggio, la vedevo offuscata dalle lacrime, e mi appariva quasi irreale. Ma quella ferita nell'anima era reale, ed era come se tornando in quei posti l'avessi riaperta. |
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#447 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il paesaggio tutt'intorno sembrava aver abbandonato le coordinali abituali, come se il Tempo e lo spazio diventassero secondari, irreali ed echi di un qualcosa di sinistro e dimenticato parevano affiorare con insistenza in quell'atmosfera come incantata.
Clio ed Ammone erano davanti a quella tomba muta ed indifferente al loro dolore ed alla loro solitudine. Poi l'omone, vedendo la ragazza in quello stato, la prese di peso in braccio per portarla via. “Andiamo, Clio...” disse “... restare qui è inutile...” Ad un tratto i due udirono dei passi. Qualcuno era giunto alle loro spalle.
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#448 |
Disattivato
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Sentii la stretta gentile di Ammone, e il sostegno dell'uomo che mi prendeva in braccio.
Risi appena, sommessamente, annuendo alle sue parole. "Sì certo, scusa.." asciugandomi le lacrime, e cercando di respirare normalmente "Andiamocene, va.." con un debole sorriso "Prima che ci chiudano dentro.." sentendo dei passi dietro di noi. "Posso camminare..." mormorai, col medesimo sorriso, per poi alzare lo sguardo su Ammone "Grazie amico mio.." voltandomi un'ultima volta verso la tomba di Guisgard. |
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#449 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Clio alzò un'ultima volta lo sguardo sulla tomba di Guisgard.
“Ehi, ciao...” disse Clio avvicinandosi alla staccionata fiorita della sua Casetta “... non... non mi aspettavo di trovarti qui...” “Lo sai che mi piacciono le entrate in scena particolari.” Facendo l'occhiolino lui. “Ti sarai annoiato...” sorridendo Clio. “Beh, la voglia di vederti era tanta” chiudendo il libro che stava leggendo lui “ma devo dire che questo racconto mi ha tenuto compagnia...” “Che libro è?” Chiese Clio sedendosi accanto a lui, per poi stendersi sul suo petto. “Un romanzo che parla di un cavaliere creduto morto in Terrasanta, ma che poi torna per vendicarsi dei suoi nemici e sposare la donna amata...” “E ci riesce?” Fissandolo lei. “Beh, i nemici dipendeva da lui batterli...” mormorò lui “... la donna invece...” “Invece?” “Beh, dipendeva da lei... se lo ha aspettato o meno...” “Ebbene?” Domandò Clio. “Lo ha aspettato?” “Beh, dipende...” “Ma insomma!” Esclamò lei. “La smetti con tutti questi beh e questi dipende?” “Beh...” “Ti detesto!” Lui scoppiò a ridere. “Si, ridi, ridi...” imbronciata lei. Lui allora le soffiò tra i capelli. “Smettila!” Lui continuò. “Ti avverto, finiscila!” “Altrimenti?” Senza smetterla lui. “Ti do una testata!” Voltandosi di scatto Clio per simulare una testata. Ma lui fu lesto a girare il viso e a baciarla. Lei in principio tentò di fare resistenza, ma lui la tenne stretta e continuò a baciarla. “Ti detesto...” sussurrò lei, con le sue labbra su quelle di lui “... si, ti detesto...” “Io no...” baciandola ancora lui. “... magari anche la donna del romanzo disse così al cavaliere creduto morto...” “Magari si...” rispondendo a quel bacio lei “... magari lo meritava...” “Beh, dipende...” fece lui. Lei allora gli morse un labbro per dispetto e corse via. “Ahi...” si lamentò lui, per poi inseguirla. La raggiunse tra alcune aiole, finendo entrambi sui fiori. “Lasciami!” Intimò lei. “Sennò?” Nei suoi occhi lui. “Cosa fai?” “Provaci e vedrai!” Lui la baciò ancora. E la baciò ovunque, con passione. “Ti detesto...” gemendo lei. “Lo so...” senza fermarsi lui. “Dimmi del romanzo...” col viso in fiamme Clio “... dimmi cosa accadde...” “Lei lo riconobbe...” disse lui, senza smettere “... lo aveva atteso per anni... e tu?” “Io...” quasi non riuscendo a parlare Clio “... io... cosa?” “Mi aspetteresti...” sussurrò lui “... mi aspetteresti se tutti dicessero che sono morto?” “Chiederei di vedere il tuo corpo...” rispose lei con gli occhi chiusi. Lui allora la spogliò e fecero l'Amore tra quei fiori, davanti alla Casetta. Quel ricordo svanì nel silenzio circostante, in quel muto ed indifferente senso di apatia che intristiva quel luogo. Poi Ammone si voltò di spalle dietro di loro e vide qualcuno. “Non temete...” disse una figura apparsa all'improvviso “... non piangete, Capomazda non è morta...” Aveva un lungo mantello ed il volto celato da un cappuccio. ![]()
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#450 |
Disattivato
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Sorrisi a quel ricordo lontano, grata che mi fosse venuto in mente proprio in quel momento così triste, in cui ogni speranza sembrava lontana.
Ma forse non era un caso. Nulla accade per caso. Trasalii.. “Mi aspetteresti...” sussurrò lui “... mi aspetteresti se tutti dicessero che sono morto?” Quella domanda mi rimbombava nella mente, insieme ad un turbinio di pensieri, dubbi, sospetti e un pizzico di speranza. Ma una voce alle nostre spalle mi riportò bruscamente alla realtà. Divenni seria e concentrata immediatamente. "Chi siete voi?" rivolta all'uomo incappucciato. |
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