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Vecchio 11-03-2013, 18.39.24   #411
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Mille lamenti, strani rumori che si dissolsero col vento...mi guardai attorno, iniziava a piovere forte, presi per mano la anziana servitrice e la portai sotto una grande quercia pronta a proteggerci anche se parzialmente, ma era troppo pericoloso parlare vicino al castello..."Davvero??E perchè mai...a me non spaventano le maledizioni" e ripensai a ciò che avevo appena visto..." e con la forza dello Spirito e dell' Animo si possono sconfiggere se essi sono puri..volete narrarmi? Non vi costringo se vi inquieta capisco benissimo" e le sorrisi stringendomi nel mantello.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 11-03-2013, 18.42.06   #412
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Talia raggiunse così i suoi appartamenti.
Il crepuscolo aveva già fatto la sua comparsa e le mura del palazzo si erano tinte di una luce cromata e indefinita.
Tutta Sant'Agata di Gothia era avvolta da quella luce.
Come se l'intera città fosse in un Limbo.
Strani giochi di chiaro scuro si rincorrevano tra i palazzi, le guglie e la possente cinta muraria.
Il cielo era cupo e l'aria pareva invasa da sibili simili a pianti, lamenti e versi lontani.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
“Altezza...” disse la fedele Marijeta “... il capitano e i cinque cavalieri vi attendono nella vostra Sala delle Udienze.
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Vecchio 11-03-2013, 19.26.02   #413
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Ero vicino alla finestra e guardavo il cielo sopra Sant’Agata... era screziato, inquieto... inquieto come me.
Era stata una giornata istruttiva, quella... una giornata piena di pensieri, immagini e fatti... ed io ero tesa, anche se non ero del tutto certa di potermene spiegare il motivo... ero pervasa da una sensazione... una sensazione cui non riuscivo ancora bene a dare dei contorni, tuttavia...

Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
“Altezza...” disse la fedele Marijeta “... il capitano e i cinque cavalieri vi attendono nella vostra Sala delle Udienze.
“Grazie...” mormorai.
Per qualche altro momento fissai quel cielo... cupa...
poi voltai le spalle alla finestra...
“Bene!” dissi, recuperando tutta la mia freddezza, il distacco e l’alterigia.
Entrai nella Sala delle Udienze in silenzio, in silenzio raggiunsi la mia alta e ricca poltrona e mi sedetti.
Rimasi a fissarli per lunghi minuti, immobile e silenziosa... volevo osservarli da vicino... volevo capirli... capire la loro indole, i loro pregi e i difetti...
ed improvvisamente mi chiesi cosa stessero pensando, e se qualcuno di loro avrebbe osato parlare...
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"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 11-03-2013, 20.54.22   #414
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Così, Densesu accompagnò Clio alla locanda. Era questa situata lungo la strada che dal palazzo conduceva alle porte della città.
Densusu e Clio entrarono e subito il fedele scudiero spiegò al locandiere la situazione.
“La stanza di sir Mamyon” disse Densesu “ora sarà occupata da lady Clio.”
“Certamente.” Annuendo il locandiere.
Così Clio raggiunse la sua stanza per riposarsi.

La selva.
Impenetrabile e informe massa di tenebre e silenzio.
Così appariva a Clio che ne attraversava il ventre a piedi nudi e con indosso solo una clamide bianchissima.
La ragazza camminava in silenzio, senza neanche guardarsi intorno.
Giunse infine davanti al pozzo che aveva visto con Mamyon.
Ma non era sola.
Vi erano alcune figure incappucciate.
Allora la ragazza si accorse che la carcassa del mulo era ancora lì, a terra.
Ad un tratto udì dei rumori.
Provenivano dal pozzo.
Un attimo dopo qualcuno ne uscì.
Era Lucius.
Aveva la pelle scorticata e il viso a stento riconoscibile.
Clio, spaventata, tentò di indietreggiare, ma inciampò su qualcosa.
Si voltò e vide accanto a lei la carcassa del mulo che si rianimava.

Clio si svegliò di colpo.
Era sudata ed agitata.
Era stato un incubo.
Un incubo terribilmente reale.
Dopo alcuni istanti ricordò tutto.
Era nella stanza della locanda.
Densesu l'aveva lasciata sola per farla riposare.
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Vecchio 11-03-2013, 20.57.22   #415
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La vecchia servitrice fissò Altea.
“Quella maledizione” disse “è diversa, milady. Diversa da tutte le altre. Risale a secoli fa, quando Capomazda conquistò Sygma. E da allora flagella i nobili Taddei. E' forse la peggiore maledizione mai concepita. E nasce dalle colpe, dalle miserie e dalle debolezze umane. E ancora oggi a Capomazda ne sono terrorizzati... forse dovrei evitare di dirvi ciò... forse dovreste dimenticare ciò che vi ho detto...”
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Vecchio 11-03-2013, 21.06.02   #416
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Talia era entrata nella sala, per poi sedersi sul suo seggio.
La principessa fissò tutti e cinque i cavalieri, con attenzione.
E ciascuno dei cinque attendeva di conoscere il motivo di quell'incontro.
“Maestà...” disse il capitano della guardia “... i vostri fedeli cavalieri sono a vostra disposizione. Sir Xouf, sir Lhar, sir Kosev, sir Mamyon e sir Guisgard.”
E proprio Guisgard non smetteva di fissare la principessa.
Erano uno sguardo enigmatico, eppure caldo, avvolgente.
I suoi occhi azzurri sembravano cercare quelli freddi e distaccati di lei, quasi come a volerne interpretare il silenzio e l'impenetrabilità.
E lo sguardo del cavaliere indugiò sulla principessa forse più del consentito.
Forse più di quanto fosse permesso ai comuni mortali.
“E' lei la dama bianca che ho intravisto l'altra notte...” pensava Guisgard “... ma perchè è venuta nella mia stanza? Era così diversa... ora invece quel suo sguardo... così gelido, lontano... come se tutto le fosse indifferente...”
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Vecchio 11-03-2013, 22.00.42   #417
Altea
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La vecchia servitrice aveva gli occhi sbarrati mentre raccontava la storia..."Già, i Taddei..ne ho sentito parlare molte volte, devono essere i capostipite del Ducato di Capomazda, se non ho capito male. Deve, allora, essere proprio una grave maledizione" dissi aprendo il mantello e coprendo la anziana signora, non volevo si sforzasse di più, la vedevo spaventata...ma certo non me ne sarei dimenticata.
Ci dirigemmo verso il castello, e una volta entrate mi affrettai a salire nella antica biblioteca.
Vi erano numerosi tomi, alcuni in ottimo stato, altri cosi impolverati che non si leggevano nemmeno il titolo, finchè...proprio sopra un tavolo ne vidi uno chiuso con la ceralacca e uno stemma stampato a me sconosciuto..strabuzzai gli occhi..non era possibile, era proprio ciò che stavo cercando.
Guardai la copertina esultando..."La Gioia dei Taddei" marchiato sopra il cuoio, lo nascosi e lo portai in camera e lo riposi accuratamente sotto il cuscino, lo avrei letto di notte a lume di candela.
"Vivian" mentre ella guardava i miei movimenti senza chiedere spiegazioni "dovrei scusarmi con sir Guisgard vero? Per essermene andata via cosi...senza nemmeno congratularmi con lui e poi per aver inventato tutto sul fatto della cugina, alla fine non ti ha scelto nemmeno come madrina...avanti fingiamoci per l'ultima volta sua cugina".
Vivian si alzò di scatto trepidante..."Con meno enfasi...cara amica...ora è Cavaliere della Regina e quindi deve stare attento a ciò che fa e soprattutto ha dei vincoli, ricordati".
Attraversammo il giardino..."Che strana atmosfera" dissi pensierosa "Vivian prima si sentivano quasi lamenti e latrati...che stranezza, era un pò tetro, ora vedo i fiori bagnati dalla pioggerellina e sentendo il delicato profumo mi rissolleva l'animo".
Mi fermai un attimo e deglutii....nel punto dove mi trovavo prima...non vi era nessun pozzo, toccai il collo quasi sfiorandolo e il fatto che la collana non vi era più era la prova di ciò che era avvenuto.
Guardai di fronte a me..."Usciamo presto, prima si faccia troppo tardi".
Arrivammo di fronte a Palazzo e incontrammo la stessa guardia della scorsa volta..."Eh cavaliere, penso...ci riconosciate, già, si sono la cugina di sir Guisgard del Lagno, ora diventato Cavaliere della Regina, purtroppo mi sentii male durante la cerimonia...sapete l'emozione di vederlo li, trionfate, dopo tanti sacrifici fatti nella sua vita" guardai Vivian con falsa aria patetica la quale annuiva e tratteneva una risata.."sappiamo che sir Guisgard sarà impegnato ma noi aspetteremo pazientemente che egli si liberi dei suoi impegni, potete avvisarlo che sua cugina, la contessa Altea Trevor lo aspetta? Ditemi voi....o fuori Palazzo o dentro".
Osservai lo sguardo bieco del cavaliere ma io lo fissai senza distogliere lo sguardo.
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Vecchio 11-03-2013, 23.09.46   #418
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Mi svegliai di soprassalto.
Il respiro affannato, la fronte sudata, il terrore fin dentro le ossa.
Conoscevo bene quella sensazione, era così forte da farmi temere persino di addormentarmi.
Respirai forte portandomi una mano al petto.
Mi buttai nuovamente sul cuscino girandoli varie volte, senza trovare pace.
Quell'incubo, però era diverso da quelli che quotidianamente visitavano i miei sonni. Era reale, ero davvero io, prigioniera del mio corpo e dei miei ricordi. Ma non erano veri ricordi, erano la loro copia distorta e grottesca. Chiusi gli occhi per un momento, ma la paura di riaddormentarmi era troppo forte. Tuttavia ero sfinita e passò molto tempo prima che potessi alzarmi e andare alla finestra. Guardai il panorama, respirai l'aria frizzante della sera, e, per qualche momento riuscii a trovare pace.
Ma gli occhi si chiudevano e le gambe mi imploravano perchè mi sedessi.
Così, mi sdraiai nuovamente sul letto, ripromettendomi di restare sveglia ad attendere Mamyon, sempre che riuscisse a trovare il tempo di passare quella sera e non l'indomani.
Ma il terrore degli ultimi avvenimenti e la stanchezza accumulata, alla fine, ebbero la meglio.
Mi addormentai.

L'aria era tetra e buia intorno a me. Si udiva in lontananza il latrare di un cane.
Eppure, nella grande sala marmorea e scura, non si vedeva anima viva.
Mi guardai attorno: il camino scoppiettava in un angolo del grande salone, ma la sua luce era così flebile che non permetteva di distinguere le fattezze di quel luogo spettrale.
Eppure lo conoscevo, mi sembrava di conoscerlo da sempre.
Mi fermai un istante ad ascoltare: il latrato era scomparso e nella grande sala regnava un silenzio irreale.
Tentai di muovere le mani ma mi resi conto che esse erano incatenate ad una parete mediante catene spesse e pesanti.
Fu solo nell'istante in cui le vidi che percepii il dolore che mi procuravano.
Mi chiedi da quanto tempo fossi lì, cercai di ricordare: non lo sapevo.
Poi, pian piano, sentii la fame e la stanchezza impossessarsi del mio corpo, come se fossero diventate tutto a un tratto reali.
Abbassai lo sguardo verso i le mie caviglie, sapevo che erano anch'esse incatenate, eppure non percepivo ancora il dolore delle piaghe e delle ferite che mi procuravano.
Corrucciai lo sguardo.
Mi resi conto di avere indosso una clamide bianca, eterea e candida, ben diversa dall'abito colorato e sudicio che ricordavo.
Com'era possibile?
Ma proprio in quel momento accadde qualcosa.
Dei passi risuonarono nel salone, dei passi in avvicinamento e il terrore si impossessò di me.
Un cavaliere dall'armatura scura come la notte e il volto celato da un ampio mantello mi si avvicinò rapido e deciso.
In pochi istanti fu a pochi centimetri dal mio viso e i suoi occhi si specchiarono nei miei.
"...Sybil.." disse il cavaliere con occhi colmi di lacrime "..Amor mio che ti hanno fatto? Ti porterò via di qui...".
"..No.. Leonard, non sono lei.. scappa...per l'amor del cielo corri.." credetti di urlare queste parole, credetti, per una volta ancora, di mettere in guardia il cavaliere.
Ma nessun suono uscì dalle mie labbra.
"..E' tutto finito ora.." continuò Leonard in tono rassicurante, accarezzando con riverenza e venerazione la mia guancia "..sono qui..".
Chiusi gli occhi, ma nemmeno quello bastò.
Sentii il sibilo di una freccia, e poi un'altra e un'altra ancora conficcarsi nel corpo del cavaliere, trapassando l'armatura come fosse burro.
Lo sentii rantolare e sussurrare il nome della sua amata.
Poi, più nulla.
Una mano possente mi afferrò la gola.
"..Non ancora.." ghignò una voce agghiacciante, stingendo forte la presa attorno al mio collo.


"..No!" urlai, svegliandomi di soprassalto.
Chiusi gli occhi, tentando invano di calmarmi respirando piano.
"..Morte, morte... solo morte.." sussurrai "...Era da un po' che non sognavo le frecce..".
C'era un solo modo per calmarmi dopo uno dei miei incubi ricorrenti.
Mi concentrai: tornai con la mente in quella stanza umisa e tetra, dimenticai le catene, dimenticai la morte, cercai di ricordare solo i suoi occhi, lo sguardo d'amore che rivolgeva alla sua Sybil.
E, come ogni notte, sognai ad occhi aperti di poter, un giorno, avere uno sguardo così innamorato tutto per me.
Bene o male quel pensiero mi calmò e riuscii a risposare serenamente per qualche tempo.
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Vecchio 12-03-2013, 01.13.47   #419
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La selva.
Illuminata dal Sole del mattino mostrava un'infinità di tonalità, che correvano dal verde al giallino, al castano, al fulvo, fino a disperdersi in un leggero e sbiadito alone che evaporava tra la foschia e l'orizzonte lontano.
La notte aveva così ceduto il passo al chiarore del giorno, per ritirarsi tra le ombre e le forme di quella moltitudine verdeggiante.
E con i misteri delle tenebre sembravano essersi assopiti anche gli inquieti spiriti della notte, lasciando al loro posto solo gli indefiniti soffi e sibili del vento che si rincorrevano tra le cime dei secolari alberi.
Clio attraversava quel luogo seguendo uno stretto sentiero.
Tra pietre, terreno, fango e sterpaglia la ragazza seguiva quel incerto passaggio, mentre tutt'intorno si poteva vedere la vallata dischiudersi fino al sorgere dei grandi monti.
Ad un tratto il sentiero la condusse davanti ad una piccola cappellina.
Era molto vecchia, consumata dal Tempo e dalle intemperie.
Nella piccola nicchia vi era un bassorilievo logorato, ma perfettamente riconoscibile.
Vi era rappresentato un Angelo.
“E' San Raffaele Arcangelo...” disse all'improvviso qualcuno alle spalle di Clio “... protettore e custode dei viaggiatori...”
Era una donna che indossava una lunga mantella.
Sul capo aveva un cappuccio e i suoi occhi erano ben celati sotto di esso.
Ad un tratto si udì il suono di una campana lontana.
“Presto la Quaresima terminerà...” continuò la misteriosa donna “... e quando partirai per cercare ciò che ti è stato indicato, rammenta che non potrai mangiare carne durante i Venerdì fino alla celebrazione della Santa Pasqua... se non farai penitenza allora non lo vedrai mai...”
Poi dei colpi.
Clio si voltò e vide che qualcuno stava aggiustando il bassorilievo dell'Arcangelo Raffaele.

I colpi.
I colpi alla porta.
Qualcuno stava bussando e Clio, udendo i colpi, si svegliò.
“Milady...” una voce da fuori “... sono Densesu... se vi occorre qualcosa mi troverete giù, al bancone del locandiere...”
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Vecchio 12-03-2013, 01.43.43   #420
Guisgard
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Il soldato ascoltò Altea e poi annuì.
“I cavalieri” disse “sono stati convocati nella Sala delle Udienze. Ma potete aspettare vostro cugino in quell'androne laggiù...” indicando un ambiente dall'altra parte del cortile “... lì ci sono panche su cui sedersi. Appena poi i cavalieri lasceranno la Sala delle Udienze, avvertirò io stesso vostro cugino della vostra visita, milady.”
Così, Altea e Vivian raggiunsero l'androne ed attesero lì.
Videro passare soldati per il cambio della guardia, stallieri che conducevano superbi palafreni verso le scuderie reali e maniscalchi con armi e corazze.
Nell'androne, poi, c'era un vivace via vai di militari, staffieri e scudieri.
“Scommetto” una voce all'improvviso “che il mio padrone può disarcionare i vostri senza neanche rompere o spezzare la sua lancia.”
“Disarcionare entrambi i nostri padroni” fissandolo un altro “con la stessa lancia? E senza neanche romperla?”
“Esatto!”
“Che assurdità!” Esclamò il terzo di loro. “Il mio padrone, sir Kosev, è il cavaliere più possente e resistente dell'intero regno! E qualsiasi lancia è destinata a frantumarsi contro il suo impenetrabile scudo!”
“Allora scommettiamo!” Propose il primo fra loro che aveva parlato. “Io mi gioco l'intera paga che il mio padrone, sir Xouf, può battere entrambi i vostri padroni!”
“E sia!” Fece il secondo. “Ci sto! Tanto sarà il mio padrone, sir Lhar, ad avere la meglio sui vostri!”
“Hai sentito, Altea?” Voltandosi Vivian verso la sua amica. “Quelli devono essere gli scudieri di tre dei cinque cavalieri vincitori.”
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