24-03-2016, 04.53.57 | #21 |
Disattivato
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Per poco non strabuzzai gli occhi a quelle parole di Rovolin.
Si era decisamente montato la testa. Mi morsi la lingua per non ricordargli quanto non gli convenisse farsi nemici tra le Guardie Ducali, ma sarebbe suonata come una minaccia, così evitai. Mi limitai a sorridere appena. "Il mio tono è sempre lo stesso, milord.." rispettosamente "Sua Signoria non si è mai lamentato, anzi.." con lo sguardo che vagò per un momento nella stanza. "Ma se quando sarete arciduca lo riterrete ancora inappropriato, vi prometto che lo cambierò.." con un leggero inchino. Ci mancava solo quello adesso, come se non fosse una situazione abbastanza complicata. Mi concentrai sul cibo e sul vino, a quanto pareva mancava un uomo della delegazione per poter sapere qualcosa. Se poi la conversazione stava per spostarsi su argomenti frivoli, era il caso che me ne stessi in silenzio. |
24-03-2016, 05.17.51 | #22 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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In quel momento nella sala fu annunciato qualcuno.
Un attimo dopo entrò Avevola, Ciambellano di Corte. L'uomo salutò Rovolin, per poi sedersi al tavolo dove vi erano anche Clio e Gwen. “Attendavamo voi, messere...” disse Rovolin “... e voi sapete per cosa...” Ad un tratto la porta si aprì all'improvviso ed entrò una figura che con fare arrogante si avvicinò al tavolo. “Forse mi sono perso qualcosa...” riempiendosi una coppa di vino sotto lo sguardo di Rovolin. “Attendavamo te, Reddas...” fece questi. “Lo spero.” Per poi bere Reddas. “Senza di me sei come un soldato che perde la spada nel pieno della battaglia. Un aspirante duca ha più nemici di un duca stesso, rammentalo.” “Si, giusto...” annuì Rovolin. “Ora possiamo cominciare a mangiare...” sedendosi Reddas accanto a Pietro “... e quando queste due donne saranno mandate via” indicando Clio e Gwen “allora cominceremo a discutere di cose serie.”
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24-03-2016, 05.23.13 | #23 |
Cittadino di Camelot
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Fu annunciato l'arrivo di qualcuno a corte, e si trattatava dell'uomo che Rovolin e gli altri aspettavano.
Qualche istante dopo entrò un uomo arrogante, un certo Reddas. Tenni a freno la rabbia, altrimenti avrei rischiato di fare danno. ''Andremo via da sole, non abbiamo certo bisogno di 'essere mandate via' come servette di quart'ordine'' dissi, con l'autorità che il mio titolo mi conferiva, fissandolo. Non gli avrei certo permesso di rivolgersi a me in quel modo. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk
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24-03-2016, 05.40.49 | #24 |
Disattivato
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Finalmente arrivò anche Agevola, così avremmo scoperto di più di quella missione.
E io potevo dare un senso a quella serata. La presenza di Gwen a palazzo era l'unica nota positiva in quella cena mondana. Ma poi arrivò Reddas. Quello come apriva bocca mi faceva venire voglia di chiudergliela a pugni, e non escludevo che una volta o l'altra sarebbe stato aggredito da banditi. Oh se gli sarebbe servita una bella scarica di botte. "Fatemi capire.." dissi piano a Rovolin, mentre Reddas pontificava "Questo tono è appropriato, signore?" guardando perplessa l'aspirante duca. Poi quelle parole. "Oh per favore..." divertita, prendendo il mio bicchiere di vino "Non discuterete di nulla senza la presenza del Capitano delle Guardie Ducali.." scuotendo piano la testa "O devo pensare che avete qualcosa da tramare alle nostre spalle?". Mi rivolsi sempre e solo a Rovolin. "Volete mancare di rispetto a chi veglia sulla vostra sicurezza, mio signore?" con lo sguardo duro e deciso "Non mi sembra una mossa tanto saggia, se permettete.." bevendo. Poi sorrisi appena. "Ma naturalmente se è questo che volete..." calcando volutamente quell'allusione "Allora lascerò anche subito la sala..." con un inchino rispettoso. E te ne pentirai... pensai soltanto. Reddas aveva ragione, un aspirante duca ha ancora più nemici di un vero arciduca. E sicuramente chi si inimicava la Guardia Ducale non faceva un bell'affare. Per questo preferivo starne fuori. Ma se mi si mancava di rispetto.. le cose cambiavano! |
24-03-2016, 15.40.36 | #25 |
Cittadino di Camelot
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I miei verdi occhi si aprirono anche se la notte fu breve e mutevole, quasi misteriosa.
Potevo sentire il fruscio della seta blu delle lenzuola sulla pelle seminuda ed il profumo di fiori ed essenze esotiche ad ingentilire il mio risveglio. L'organza attorno al signorile letto copriva la visuale della sontuosa stanza. Quella era stata la mia prima notte a Capomazda e la stanchezza per quella festa si faceva sentire..notte di festa, occhiate fugaci e leggeri sospiri. Il mio nome è Altea Aleinor de Chermount, provengo dalla Francia del sud..da quel luogo noto ai più come "Languedoc" baciato dal sole, dalle verdeggianti pianure costellate di castelli e ricca vegetazione. Figlia di un nobile legato ai reali, diplomatico e potente armatore di navi, mi trovai a viaggiare per tutta l' Europa fin dalla infanzia assieme alla dolce madre, al fratello Geremia,tre sorelle maggiori ed una zia particolare nota come Madame Sibille dai capelli rossi fuoco. Mia zia era alla ricerca continua del cosidetto "buon partito" e noi la ammiravamo per la giovialità e spensieratezza di cui io e mia sorella Sophie ci eravamo appropriate. Eravamo affascinate dal suo mondo fatto di abiti sontuosi, pizzi, merletti, feste e soprattutto sensualità. Ma non per questo eravamo solo frivole, avevamo avuto i migliori maestri ed imparammo varie arti e culture e da nostra zia quella della seduzione, a dir di molti. La nostra ultima tappa fu Sygma e ci rimanemmo per qualche anno, poi la famiglia si divise. I miei genitori e due sorelle tornarono in Francia ed io e Sophie seguimmo nostra zia e fratello, il quale si stava appena arruolando nella Accademia Ducale di Capomazda. Mio padre ci aveva comprato una sontuosa dimora proprio vicino al porto, in una zona di alta società, in modo da poter ammirare quel mare sconfinato e le isole. Due servitrici entrano e mi stiracchiai assonnata, una portava la colazione e l' altra guardava i miei vestiti sontuosi e forse troppo scollati in tono duro. Subito la destai in modo brusco ordinandole di passarmi la vestaglia di raso nero con fiori di pesco ricamati. Ma nel tempo stesso mi chiesi cosa mi avrebbe portato Capomazda, in me vi era una strana sensazione..forse speravo in una svolta nella mia noiosa vita, un qualcosa che animasse i miei giorni e forse quel cuore che, per vanità propria, non trovava il Vero Amore e ne era alla costante ricerca.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 24-03-2016 alle ore 19.54.29. |
24-03-2016, 18.03.58 | #26 |
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La foresta che cirdcondava Capomazda era animata di mille volti.....profumi struggenti di agrifoglio spezzato dalle ruote delle carrozze che solcavano le strade antiche...che portavano a palazzo...ogni cosa si muoveva in quel luogo........c'era aria di tormenta anche quando la luna sembrava sorridere...........Mi chiamo Elisabeth e sono nessuno...figlia di non so chi ...raccoltain fasce da due contadini votata al cambio del giorno con la notte........Mi recai fin sopra Capomazda....doveva esserci festa quella sera.......le luci...le voci...arrivavano sino al profondo della foresta .....e cosi' salendo la stradina...mi ritrovai ad osservare....le guardie e tutte le gran Dame che sfoggiavano vestiti e gioielli........I metalli..qualcuno mi disse che i metalli...erano il peso piu grave degli uomini....Nel voltarmi per tornare nei boschi inciampai su qualcuno o qualcosa....che impreco'....." Perdonatemi...non volevo....."......Ma una Dama molto spesso...lo e' non solo per il suo lignaggio.......Ma anche per i suoi abiti e profumi....ed io in quelmomento ero vestita di pezze..ed odore di boschi.......In quel momento a Capomazda...la legge non era delle piu' perfette e come tutte le cose....vi erano piu' segreti ed imbrogli ... che giustizia.......ed Elisabeth in quel momento realizo'......che la giustizia poteva non essere dalla sua parte....
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24-03-2016, 19.42.50 | #27 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Oh, non temete...” disse Rovolin a Gwen “... mio cugino è un uomo spiccio, essenzialmente pratico e non voleva certo mancare di rispetto a voi, care signore.” Guardando poi anche Clio, mentre Reddas appariva indifferente. “E voi, capitano... non è il caso di prendervela così...” sorridendo l'aspirante duca “... ovvio che noi tutti abbiamo la massima fiducia nella Guardia Ducale, ci mancherebbe.”
“Un'altra velata minaccia” intervenne Reddas con i suoi occhi di ghiaccio in quelli di Clio “e ne risponderete a me... non siamo nell'antica Roma” quasi scimmiottando la passione per la classicità del biondo militare “dove i pretoriani facevano il bello e cattivo tempo. Non siete Galba, né Otone e neanche Vitellio. E ancor meno Vespasiano. Il vostro compito è difendere il sangue dei Taddei, come quello che scorre nelle vene di lord Rovolin ed in quelle di mia madre. Perciò vi consiglio caldamente di dedicarvi ad eventuali nemici, in modo da poter difendere questa corte meglio di quanto non siate riuscita a fare con lord Anione.” Con sguardo di sfida. “Signori, vi prego...” fece Pietro il cortigiano “... è un momento difficile e la situazione è delicata, non rendiamola dunque insostenibile. Dobbiamo essere uniti e dare quanto prima un nuovo duca a Capomazda.” “Si.” Annuì Padre Bravo. "Comunque ser Reddas dice il vero riguardo all'antica Roma..." ridendo Avevola, col chiaro intento di alleggerire la tensione "... se nella selva di Teutoburgo ci fossero stati i cavalieri Capomazdesi al posto dei legionari romani di certo i barbari germani non avrebbero vinto... non trovate, milord?" "Verissimo, amico mio." Divertito Rovolin.
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24-03-2016, 19.48.42 | #28 |
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Seguii all'inizio la discussione, spostando di tanto in tanto lo sguardo su Clio, poi decisi di lasciar perdere.
I loro intrighi politici non mi interessavano e volevo restarne fuori, quindi continuai a mangiare in silenzio, mentre non vedevo l'ora di andarmene e tornare a casa. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk
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24-03-2016, 19.53.40 | #29 |
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"Benissimo, milord.." Con un cortese cenno del capo "Dunque spero che eviterete di mancarmi di rispetto la prossima volta..." Con noncuranza.
Evitai di rispondere alle fesserie dette da Reddas. Poteva dire quello che voleva, ma le armi le avevamo noi. E ad allentare la sicurezza ci avrei messo cinque minuti. Prima o poi sarebbe caduto nelle mie grinfie, pensai nascondendo un sorriso. Mi morsi la lingua per non ribattere alle parole di Avevola. Certo, cavalieri a Teutoburgo sarebbero finiti come minimo impantanati. Facile citare una delle poche sconfitte per farsi belli davanti ad un modello che non sarà mai eguagliato. Come era caduta così in basso la corte Capomazdese? Di certo non vedevo l'ora di andarmene. Mi limitai a lanciare uno sguardo d'intesa a Gwen, di tanto in tanto e a concentrarmi sul cibo. |
24-03-2016, 19.54.53 | #30 |
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Nella sera il via vai rendeva caotico il passaggio nella stradina ed Elisabeth finì per urtare uno dei passanti.
Un borghese benestante e grasso, dai modi spicci e poco gradevoli proprio come il suo aspetto. “Bada a dove metti i piedi, pezzente...” disse fissandola “... recati fuori ad una chiesa se vuoi medicare ed evita di intralciare la gente responsabile.” Poi trasalì. “Un momento...” toccandosi le tasche e la borsa “... volevi derubarmi, vero? Si, volevi prendermi del denaro fingendo di avermi urtato per caso! Ladra!” Gridò, per poi afferrarle il polso. “E' una ladra! Chiamate i soldati!” Urlando tra i passanti.
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