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#1561 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Dite che ho una strana concezione del matrimonio? Ah, ora mi avete incuriosito!” Disse Guisgard. “Ho sempre pensato di essere del tutto indifferente al matrimonio ed a qualsiasi altro genere di legame! Ma ora avete suscitato la mia curiosità! Sentiamo, quale concezione avrei del matrimonio?”
Fissò il cielo e respirò l’aria fresca della sera. “Capomazda è davvero bella…” sussurrò “… qui davvero le stelle risplendono con una luce diversa da qualsiasi altro posto al mondo… e la Luna… la Luna è misteriosa, incantata, eterea e talvolta malinconicamente enigmatica…” un velo di vaga inquietudine attraversò il suo sguardo “… guardate, il crepuscolo si sta già facendo annunciare…” indicando i riflessi purpurei sulle alte torri della cittadella “… sembra assurdo che sia in atto una sanguinosa guerra…” “Dove andiamo?” Chiese poi quasi a volersi destare da quei suoi pensieri. “In un posto accogliente, sicuro e dove potrete farvi un bel bagno! Del resto che marito sarei se non fossi in grado di esaudire i desideri della mia bella mogliettina!” Rise di gusto. “Anche se non posso promettervi una tinozza raffinata come quella del palazzo dei Taddei!”
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#1562 |
Cittadino di Camelot
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Osservai le torri di Capomazda. Erano bellissime, scintillavano, riflettendo i raggi dorati del crepuscolo. Non potei fare a meno di sospirare. Era uno spettacolo meraviglioso.
"Da quello che ho potuto vedere, voi siete dell'idea che due sposi tubino come colombi e facciano pace davanti a una crostata..." sorrisi divertita. "Sarebbe bello... la mia esperienza matrimoniale, durata ben trentaquattro giorni, è stata un po' diversa... la sua conclusione fu un vero sollievo." Risi, anche se all'epoca avevo avuto ben poche ragioni per ridere. "Se mi garantite un bagno caldo... vi seguo senza indugio!"
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#1563 |
Cittadino di Camelot
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si dissi guardando i miei amici per fortuna sono tutto intero ora che facciamo? dove andiamo e aspettai una risposta
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#1564 |
Cittadino di Camelot
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Icarius stringeva il delicato giglio tra le sue dita, indeciso sul da farsi, mentre i tempo scorreva maligno e il cielo si colorava di un rosso intenso.
Era ormai il tramonto. Il tempo sta per scadere... Il duca mi guardò ed io, imbarazzata, asciugai la lacrima con la manica della mia tunica e lo fissai negli occhi; poi egli si girò e posò il giglio ai piedi della statua della Vergine Maria. Smisi di respirare per la paura, le braccia tese in avanti, pronte a scattare, se qualcuno avesse osato avvicinarsi ad Icarius. Ma nessuno si mosse. Lo guardai stupita. Ma sì, era ovvio. La Vergine Maria, colei che fu scelta da Dio. Io non avrei mai potuto pensarci... Icarius dev'essere una persona molto fedele. Lo presi per un braccio, riportandolo bruscamente alla realtà. "Nobile Taddei, fortunatamente tutto è andato per il meglio. Ora dobbiamo continuare il nostro cammino." Guardai poi Nishuru e Luna e vidi che si stavano mettendo le loro rispettive tuniche nere. "Spero accettiate due nuovi compagni di viaggio, Signori, oppure qui le nostre strade si dividono..."dissi rivolgendomi al duca e a Lho. Misi il mio pugnale nella cintura e uscii a passo svelto dalla cattedrale. Addio Ksajel...
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#1565 | |
Cittadino di Camelot
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Mi ripresi e mi sentii meglio. Con l'aiuto di Pasuan ero riuscita a rimettermi in piedi. Certo, la notte trascorsa praticamente senza dormire non mi aveva giovato in termini di forze, ma di sicuro mi aveva riempito il cuore di amore.
Guardai Pasuan "E' tutto vero" pensai "questa volta mi ama davvero e non mi lascerà!". Ebbi solo il tempo di ricambiare il suo bacio che sentimmo delle grida Citazione:
Iniziammo ad avanzare, procedevo piano, misurando ogni passo e tastando le pareti intorno a me. Erano fredde, sembravano di marmo ma non avrei saputo dire se fossero scavate nella roccia o rivestite di lastre levigate. Erano umide e ruvide. Sotto i miei piedi sentivo il rumore appiccicoso del pantano, si scivolava un po'. Mi accorsi che il muro faceva una curva secca, voltammo anche noi. Fui accecata dalla luce, dopo essere stata molti minuti al buio i miei occhi non riuscirono a tollerare quella luminosità. Dovetti chiudere le palpebre mentre le pupille si riempivano di lacrime. Ringraziai il fato che avesse voluto accecare Pasuan ben prima, lui non avrebbe avuto problemi ad ambientarsi. "Pasuan, c'è troppa luce, non riesco a vedere!"
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#1566 | |
Cittadino di Camelot
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Sollevai un sopracciglio e mi voltai, sorpresa, a fissare quella donna...
La sua alterigia, così come il disprezzo e l’arroganza che vibravano forte ad ogni sua parola, iniziavano a darmi sinceramente sui nervi e dovetti fare uno sforzo enorme per tornare, per l’ennesima volta, a sorridere. “Voi trovate che io sia stata scortese, signora?” domandai, senza che la mia voce riuscisse del tutto a suonare mite come avevo tentato di modularla “Me ne dispiaccio... ma non vedo come lo sia stata. Solo perché vi ho detto sinceramente ciò che pensavo, forse? Se è la sincerità che non vi aggrada, milady, vi chiedo venia per aver parlato con franchezza!” Citazione:
“Voi presumete troppo, milady...” mormorai, voltando le spalle alla finestra e riallontanandomi da lei “Voi non sapete niente di lady Talia... non dovreste perciò tirare in ballo ciò che non conoscete!” Mi accostai lentamente al tavolo e presi quel calice tra le mani, esaminandone appena il contenuto limpido e cristallino. “Poco fa, signora...” proseguii, parlando lentamente “Vi ricordo, mi avete chiaramente detto che questo liquido, qualsiasi cosa sia, non potrà salvare affatto mio marito. Ditemi, allora, ve ne prego, per quale altro motivo dovrei berlo? Parlate di ciò che definite ‘il Pegno del Cuore’... eppure, quando ve ne ho chiesto spiegazione, nient’altro mi avete detto se non che esso sarebbe utile a me, per non farmi soffrire più. Ebbene, in tal caso, se solo questo è il suo potere, sono costretta a declinare gentilmente il vostro invito e a dirvi che non mi interessa! Ora ditemi, quindi, vi prego... in che modo, se io berrò il contenuto di questo calice, ciò gioverà ad Icarius?” La mia voce si spense lentamente... ero tesa e angosciata, ma non ero disposta a mostrarlo. Ero agitata, combattuta, preoccupata e soprattutto ero molto, molto spaventata... ‘Icarius...’ sospirava la mia anima ‘Oh, Icarius, se solo potessi vederti anche solo un’altra volta... se solo potessi parlarti... abbracciarti... se solo potessi chiederti che cosa devo fare...’
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** Talia ** ![]() "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." ![]() |
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#1567 |
Dama
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Ritornai presso il nascondiglio con il necessario per curare quella vistosa ferita.
"Non vi spaventate. Sono solo io. Forza grand'uomo" dissi rivolgendomi a FIniwell "curiamo quel graffio. Infilatevi un pezzo di legno tra i denti cosi almeno non vi dovrò sentire urlare mentre vi curo" Controllai che non vi fosse infezione in corso. Pulii la feriti, disinfettai con la mistura utile in questi casi, e tamponai con un composto di erbe. Finito il mio compito invitai gli uomini a seguirmi. Percorremmo un tragitto lungo il cunicolo, fino a sbucare dietro ad una porta celata da un camino ormai in disuso da anni. "Ecco. Ora è il momento giusto per andarvene da qui. Vi consegno questo lasciapassare. NOn chiedetemi come l'ho avuto. Vi servirà nel momento del bisogno" Allungai la mano per consegnarlo a Finiwell e mentre lui cercò di prenderlo io ritrassi velocemente la mia. "Ah ah cavaliere. Ogni cosa ha il suo valore. E il prezzo da pagare per aver questo visto è.....che io venga con voi, che vi piaccia o no. Prendere o lasciare" |
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#1568 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Dite che sono troppo romantico? Non saprei…” disse divertito Guisgard “… del resto il matrimonio, secondo qualcuno, è pur sempre il tempio dell’amore. Quello vero intendo. E voi, milady?” Chiese guardandola col suo solito sorriso. “Voi credete all’amore?” Fissò le torri di Capomazda e poi quel cielo che, imperscrutabile, avvolgeva ogni cosa. “Ma forse quel vostro sospiro di un attimo fa è la risposta alla mia domanda.”
Accennò un vistoso inchino, col suo solito modo di fare tra lo scanzonato e l’irriverente. “Oh, mia signora, sarà mia volontà offrirvi un buon bagno caldo, doverosamente rilassante e sufficientemente profumato, insieme, ovviamente, ad un letto morbido, accogliente e al sicuro da qualsiasi malintenzionato. Compreso, soprattutto, dal sottoscritto.” Rise e poi fece segno alla dama di incamminarsi.
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#1569 |
Cittadino di Camelot
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Risi a quelle parole e lo seguii per quelle stradine.
"Fate bene a dire così... e comunque ho i migliori guardiani che una dama possa desiderare. Loro si inquietano quando mi succede qualcosa che non approvano." Indicai delle piccole impercettibili ombre che guizzavano lungo i muri. Erano silenziosi e tranquilli, tuttavia guardinghi, come se quella calma e quell'immobilità nell'aria non li convincesse. "Quanto alla vostra impertinente domanda..." ridacchiai, guardandolo con un'aria fintamente severa "Oh, ci credo... prima o poi si cade tutti nella rete e si annaspa come pesciolini. La qual cosa esercita su di me l'attrattiva che potrebbe avere una crostata senza zucchero." Riflettei un attimo. "Forse, quando tutti questi guai finiranno, sarò più incline a passatempi che non siano trafugare spade e giocare con fuoco." Osservai la stradina in cui avevamo svoltato. Stretta, poco illuminata, ma ormai la luce del sole morente aveva lasciato il cielo ai teneri raggi lunari.
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#1570 |
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“Perdonatemi, ma i vostri guardiani non potrebbero né spaventarmi, né scoraggiarmi.” Disse Guisgard rispondendo con tono scherzoso a Melisendra. “Anche perché, milady, io sono portato a credere solo in ciò che posso vedere e toccare. Dunque, non avendo mai avuto la fortuna di vedere cose come spiritelli o fantasmi, altruismo, generosità ed amore da romanzo” la fissò sorridendo “sono propenso a relegare tutti questi fantasiosi miti nei libri o nei versi di acuti cantastorie.”
Tornò a guardare la strada. “Devo dire però che sarei tentato di restare a Capomazda” continuò “per vedere, una volta finiti tutti questi guai che animano le nostre serate, voi intenta in quei passatempi di cui accennavate.” Rise di gusto. Percorsero la stretta stradina, per ritrovarsi in una zona isolata della cittadella, quasi a ridosso di uno spiazzo irregolare. Ai due comparve subito la sagoma di una casetta seminascosta tra alcune sequoie. E giunti a pochi passi, Guisgard cominciò a fischiare dolcemente. Un attimo dopo una luce illuminò una delle finestre. “Sir Guisgard!” Urlò qualcuno fondandosi fuori dalla casetta. “Temevo di trovarti già a letto, Gavron!” “I veri cavalieri non dormono quasi mai” rispose lesto il bambino “e se dormono, lo fanno con un occhio solo!” “Davvero? Allora io non sono di certo un degno cavaliere!” Il bambino rise e lo abbracciò. “Ehi, sembra che tu non mi veda da un secolo!” Esclamò Guisgard. “Sono felice di rivedervi!” “Gavron, hai due posti a tavola ed una tinozza per un bagno caldo?” Il bambino annuì, per poi fissare Melisendra. “Questa è lady Melisendra.” Disse Guisgard. “Piacere, milady!” La salutò Gavron, per poi invitare i due ad entrare.
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