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#1391 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Milady, arriva una nobile compagnia...” disse il villano ad Altea “... è il duca con il suo seguito di bracconieri. Ho veduto lo stendardo e udito il corno di caccia che annunciava il loro passaggio... sono diretti di certo a Solpacus, attirati dalla possibilità di cacciare il cinghiale che da mesi devasta queste terre.”
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#1392 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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I due uomini, appena entrati nella locanda, si sedettero ad un tavolo vicino al camino acceso e con un cenno della mano uno dei due chiamò il locandiere.
Ordinarono così qualcosa da mangiare alla svelta, visto che erano in partenza. “Tra un'oretta scarsa” disse uno dei due all'altro, dopo che il locandiere si era allontanato “dovremmo essere a Solpacus.” “Si, prima attraversiamo questa foresta” annuendo l'altro “meglio sarà. La storia di quel cinghiale non mi piace per niente.” “Tranquillo” fece il primo “siamo armati ed abbiamo i cani con noi. Vedrai che non ci saranno problemi.” “Ho sentito che quell'animale ha aggredito pastori e contadini, uccidendone anche i cani.” Mormorò il secondo. “Ho studiato bene le mappe di queste terre” replicò l'altro “e in questa zona non ci sono stati avvistamenti. E poi tranquillo, ho sentito che ai cavalieri giunti a Solpacus per la giostra è stato promesso il premio di quel torneo in cambio dell'uccisione del cinghiale. Dunque è probabile che le terre attorno a quella città siano battute da quei guerrieri.” “Avete sentito?” Rivolgendosi Porturos a Clio e agli altri suoi compagni. “Quei due mercanti parlano della giostra e del suo premio.” “Non credo di aver compreso...” mormorò Borel “... ma la giostra è stata mutata in una sorta di caccia al cinghiale?” “Così pare...” annuì Dort. “Beh, non mi sembra che sia molto cavalleresca la cosa, no?” Sorridendo Ertosis.
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#1393 |
Cittadino di Camelot
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Non potevo crederci fosse vero, un sorriso di giubilo illuminò il mio viso.."Grazie messere..ora devo andare subito a Solpacus".
Balzai sopra Cruz e iniziai a galoppare forte e prendendo una stradina secondaria in lontananza vidi davvero un drappello di uomini a cavallo e uno stendardo e sembrava proprio quello capomazdese. Arrivai nel centro del paese e vidi la donna che parlava oltre che ai cavalieri pure alla gente del luogo, riconobbi pure la figura di Older. Andai tra i padiglioni e legando il cavallo vidi Posteg che con forza strigliava i cavalli dei cavalieri e mi avvicinai a lui togliendoli la spazzola tra le mani..."Messer Posteg...dobbiamo andare in piazza...presto arriverà..li ho visti e me lo ha detto pure un contadino..sta arrivando il Duca con i suoi uomini e penso per cacciare il cinghiale". Lo presi per mano e mi diressi subito in piazza, la gente era eccitata dalle parole della donna e ad un tratto udii il rumore di cavalli farsi sempre più forte. "Posteg" gli strinsi la mano "sapete..ero certa voi avevate sognato la verità..sapevo era tutto vero e vi ho difeso con tutti..ora avrete la vostra dignità ma dobbiamo dire al Duca di stare attento..potrebbe rischiare la propria vita. I capomazdesi sono veramente caparbi e non si arrendono, io lo so perchè per un periodo ho vissuto là con la mia famiglia." "Dimmi Ludvica, è sotto al balcone..? Si duchessa...come ogni giorno..sapete i Capomazdesi sono testardi. Oh no...ma non ha interessi per me, siamo solo amici. Milady Altea..so vedere i vostri occhi innamorati. Mia madre ha detto non devo fidarmi molto degli uomini di questo Ducato..a dire il vero lo dice in ogni posto dove soggiorniamo. E scoppiammo entrambe a ridere.."Duchessa, con un padre che vi insegna a tirar di spada assieme ai vostri fratelli e una madre cosi diffidente verso tutti gli uomini sarà difficile troverete marito." Scossi il capo..."O saranno loro a trovarmelo..so che si sono già accordati proprio qui con un nobile, ma io non voglio nemmeno conoscerlo e sapere chi sia..mi opporrò con tutta me stessa..anche se fortunatamente è giovane dicono.". Guardai fuori dietro di lei..e ricordai non potevo trasgredire al voto fatto alla Vergine per salvare mia madre.."Voi, invece, milady Ludvica vi vedrei perfettamente sposata con mio fratello Andrew." Ella sorrise mentre osservavamo fuori quel paesaggio di rigogliosa natura e sontuosi palazzi." Mi destai da quel ricordo e un vento di nostalgia passò attraverso la brezza tra i miei capelli ma appena vidi lo stendardo mi rissollevai. ![]()
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#1394 |
Cittadino di Camelot
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Le bugie sono bugie anche quando sono dette in fine di bene...........tutta quella storia era cominciata proprio per salvare quelle anime innocenti......non volevo più incontrare Isolde e invece la sorte ci riportava una difronte all'altra......." Mi spiace....non credevo di avere altra scelta se non quella di raccontarvi delle bugie......e portare a termine questa situazione così straziante......Conosco Isolde....posso incontrarla ....ma questo non potrà avvenire in questo momento, l'interno di una chiesa non e' il luogo migliore...ho bisogno di riposare...ritornerò all'interno del bosco.......per il resto non posso spiegarvi altro.....".......Quando la spada e la rosa si scontreranno....una mangerà l'altra...così solo il male avrebbe avuto fine...........speravo di non arrivare a questo punto...ma se lei era l'origine di questo male...doveva soccombere.......Pensai a mio padre, ai suoi insegnamenti......alla grotta in cima alla collina.....quante notti a parlare con le stelle.....filosofia ed amore........uscii da quella Chiesa come se avessi avuto un macigno sulle spalle.....andai verso la locanda....volevo riposare.....volevo chiedere scusa a Daizer...il suo bacio era vero.....un bacio sentito...come se quel momento fosse atteso da entrambi........mi batteva forte il cuore....ma Isolde aveva ragione......niente Amore......in quel momento niente lacrime ...........
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#1395 |
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Sorrisi "Beh, almeno sappiamo che c'è un cinghiale nel bosco, così, se lo vedremo... beh.. non ci faremo certo intenerire, anche se non dovrebbe essere una cosa facile, se hanno rinunciato alla giostra per catturarlo... chissà, magari anche se non siamo cavalieri potremo vincere quel premio.." strizzando l'occhio ai miei uomini "Sempre che sia interessante...".
Finii di bere il vino. "Bene, voi fate come volete, ma io mi ritiro adesso... sono giorni che non dormo come si deve... domattina partiremo all'alba.." mi alzai "A domani ragazzi... anche se siamo in una locanda occhi aperti, mi raccomando.. voglio turni di guardia come si deve, al primo accenno di problemi, svegliatemi!". |
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#1396 |
Cittadino di Camelot
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Uscì con coraggio dalla vegetazione e mentì un po’ all’ orco: “Non sapevo che questo ponte fosse vostro, Milord!......Vi prego di perdonarmi!....Sappiate che stavo volando e che qualcosa mi ha fatto precipitare. Credetemi non avevo alcuna intenzione di disturbarvi. Ma dove siete?”.
Mi avvicinai timorosa al fossato del ponte, dal quale proveniva una forte e stomachevole puzza. Tappai l’ etrusco ed opalescente naso e la rubina bocca per non vomitare. All’ improvviso, vidi Tisin appoggiarsi sul ponte. Gli feci segno di andarsene per cercare aiuto e per non farlo finire nei guai. ![]()
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy ![]() ![]() ![]() |
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#1397 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth lasciò il Palazzo Gaudioso e ritornò alla locanda.
I due monaci, invece, su richiesta di Don Auster, trascorsero la notte in preghiera per poi farsi confessare il giorno seguente dall'inquisitore giunto da Sygma, mentre la giovane Elly restò sotto la tutela di don Charls. E sola alla locanda, Elisabeth fu presto preda di cupi e inquieti pensieri. Infine, provata nel corpo e nello spirito, quasi senza accorgersene, cadde addormentata. Sognò allora tante immagini, confuse e tormentate. E fra esse rivide più volte in sogno il volto di Isolde. Come una presenza costante ed inquietante. Poi vide un volto familiare: il Borgomastro. Fu un sogno ancor più incerto dei precedenti. Lei era in un luogo imprecisato, forse un cimitero. E fra le cripte rivide quell'uomo. E di lui ricordò solo vaghe parole. “Rammentate che quella tomba attende il corpo di quell'anima...” disse ad Elisabeth. Poi la donna si svegliò di colpo. Un rumore l'aveva attirata. Un rumore che giungeva dal cortile della locanda. Era Daizer che passeggiava nervosamente.
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#1398 |
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Ma nonostante le esortazioni di Eilonwy, il merlo Tisin non andò via.
“Sono stato io che ti ho tirata giù.” Disse l'orco dal fossato sotto il ponte. “E se sei ancora viva ritieniti fortunata. Non sai che questo luogo è mio? Mi è stato affidato dalla mia padrona e proprio lei mi ha concesso su di esso potere di vita e di morte. E nessuno può attraversare questo ponte senza il mio permesso.”
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#1399 |
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Posteg restò quasi incredulo a quelle parole di Altea.
Sembrava che il suo sogno si stesse davvero per realizzare. E ad un tratto il rumore di cavalli e alcune voci lontane si udirono nella piazza, facendo destare subito tutti i presenti. Anche la sacerdotessa pagana smise in quel momento di parlare e come tutti si voltò verso quei rumori e quelle voci. “Il duca...” gridò qualcuno tra la folla “... il duca è qui con il suo seguito!” E finalmente, nella strada davanti alla piazza, apparvero dei cavalieri con i loro destrieri. Una muta di cani abbaiava al seguito di quella nobile compagnia, mentre un alto e vistoso stendardo sventolava alla testa di quel piccolo corteo. “E' lo stendardo di San Marco di Saggesia...” fissando quei cavalieri che si avvicinavano Older “... colui che guida quella nobile compagnia è il duca Gvin de' Anton, signore di San Marco di Saggesia...” si voltò verso Posteg “... ci sei andato vicino con i tuoi sogni, mio folle e visionario amico... San Marco di Saggesia è un ducato confinante con Capomazda...” Poco dopo il duca Gvin ed i suoi uomini raggiunsero la folla e tutti salutarono quel nobile guerriero. Era un uomo dai capelli chiari, di robusta corporatura, il volto austero ed il portamento rude, ma fiero. Ed una benda nera copriva il occhio sinistro. ![]()
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#1400 |
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Clio lasciò i suoi uomini e raggiunse la sua stanza al primo piano.
Mentre al pianterreno, come richiesto dalla ragazza, Borel e gli altri si divisero i vari turni di guardia davanti alla locanda. Clio poté così finalmente riposare. Ed infatti il sonno non tardò ad arrivare... La stradina di pietra era deserta e silenziosa, con la foschia, cupa ed opprimente, tutt'intorno ad avvolgerla. Le case al di qua ed al di là di quella viuzza apparivano mute e vuote, con le porte e le finestre di legno sprangate come se in esse non dimorasse più nessuno da anni. Poi, di colpo, si udì, dal fondo della stradina, il rintocco, lento e solenne, della campana della chiesa. Un attimo dopo un rumore, curioso e regolare, cominciò a provenire dal buio. All'improvviso la ragazza vide una figura, alta e magra, vestita solo di un lungo e malmesso sudario, che avanzava a piccoli passi, trasportando in spalla alcune assi di legno consumate dal tempo e dai tarli. La misteriosa figura attraversò la strada, passando davanti alla ragazza, senza però voltarsi a fissarla. Poco dopo, una scena simile si ripeté davanti a Clio. Un'altra figura, simile alla precedente, apparve nella stradina, portando stavolta sulle spalle delle assi un po' più lunghe delle precedenti, per poi svanire nel buio e nel silenzio allo stesso modo di quella che l'aveva preceduta poco prima. Dopo un po' una terza figura, in tutto uguale alle altre due, uscì dal buio per seguire lo stesso itinerario delle precedenti, fino a svanire come loro nel medesimo punto. Stavolta questa figura in spalle portava una bara di legno. Allora Clio realizzò che anche le prime due figure avevano sulle spalle pezzi di bare. La ragazza, incredula, si voltò verso il punto in cui le tre figure erano svanite, accorgendosi però che l'ultima non era andata via, ma stava immobile nella penombra di quella stradina. Si voltò allora verso di lei, mostrando finalmente il suo volto sotto il cappuccio del sudario. Era quello di uno scheletro. Questo fece svegliare di soprassalto Clio. Impiegò qualche istante a rendersi conto di aver sognato. Poi, pian piano, tornò in sé. Era nella camera della locanda. Il Sole era sorto da un po' e dalla finestra si sentivano le voci e le risate dei suoi uomini che scherzavano fra loro nel cortile della locanda.
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Romanzo I pilastri della terra (Ken Follett) | Hastatus77 | Libri | 24 | 19-03-2011 16.02.55 |
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