Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori

[Guisgard]

“Ora vengo a prendervi...” disse Icarius a Gwen, per poi calarsi col il laccio uncinato tenuto da Cq.
Il Taddeide raggiunse la ragazza, aiutandola poi ad un uscire dal folto fogliame del basso fossato.
“Ora ritorneremo su...” Icarius “... tenetevi stretta a me...”guardò in alto verso il droide “... al mio via tiraci su, Cq.”
“Si, signore.” Cigolò il droide.
Ma prima che potesse aggrapparsi al Taddeide, Gwen si accorse di qualcosa poco distante dal fossato.
Qualcosa la cui presenza la turbò.
Vi era infatti una lapide funeraria.
E su di essa era inciso un nome:

“Guisgard de'Taddei”

E la giovane restò a fissarla per un lungo istante.

[Lady Gwen]

Icarius mi raggiunse nel fossato e mi disse di tenermi a lui per farmi uscire da li.
Ad un certo punto, prima che potessi aggrapparmi a lui, notai una cosa che mi lascio` senza parole. Capii al volo. Ricordai non solo la predizione della donna, ma anche le parole di Hold riguardo il nome di Icarius.
"...Milord..." dissi con voce incerta, mentre con mano tremante indicavo la lapide e alzavo lo sguardo su di lui.

[Guisgard]

Icarius guardò incuriosito Gwen che appariva così turbata e poi si voltò verso ciò che indicava.
E restò ammutolito.
Si avvicinò di un passo alla sepoltura, senza smettere di fissare la lapide con quel nome.
Ad un tratto i due udirono la voce di una donna che cantava.

[Lady Gwen]

Icarius mi guardo` all'inizio, poi si volto` nella direzione da me indicata e rimase anche lui di sasso.
Non sapevo che dire: speravo solo che fosse tutto uno stupido scherzo del destino.
Poi, un canto.
"Lo udite anche voi questo canto?"

[Dacey Starklan]

- Dateci un taglio tutti quanti- ammonii gli uomini un volta che i gruppi furono formati.

- Se continuate a sbraitare di certo dalla casa si accorgeranno della nostra presenza. -

Mi nascosi dietro un cespuglio riuscendo però ad avere un'ottima visuale della casa.

- Siamo qui per sorvegliare quell'uomo, non per litigare-

E con questo sperai che finalmente tacessero e che lasciassero per un momento i rancori da parte.

[Guisgard]

Icarius non ebbe tempo di rispondere a Gwen che arrivò una donna.
Aveva un cestino e sembrava in cerca di erbe, o forse funghi.
Ma era notte fonda.
“Oh, salute a voi...” disse, sorridendo ai due.
Comprese allora che il Taddeide e la giovane pagana si erano accorti della lapide.
“Che storia triste, vero?” Fissando anche lei la lapide. “Appartiene ad un nobile impegnato in un lungo viaggio. Poverino, pensava di averla fatta all'incanto che lo perseguitava solo perchè aveva cambiato nome.” Scosse il capo. “Invece il suo viaggio si è fermato qui, a Bocca della Selva.”

[Guisgard]

Dacey, Dension, Hansiner, Sammone ed il pellegrino, calmati i dissapori, cominciarono a sorvegliare la casa.
Trascorse circa una mezz'ora quando all'improvviso il bracciale del contrabbandiere iniziò a suonare.
“Eccoli, finalmente...” disse lui.
A quel suono gli altri si voltarono subito e lo videro ridere.
“Il viaggio è finito qui, signori.” Sentenziò Dension.

[Lady Gwen]

Ad un tratto arrivo` una donna con un cesto pieno di erbe, che ci saluto` e vide poi vhe osservavamo la lapide.
Rivolsi ad Icarius uno sguardo carico di apprensione.
"E ditemi, non sapete dirci altro?"

[Guisgard]

La donna sorrise a Gwen.
“Voi sapete molto più di me.” Disse, per poi riprendere a cantare.
Un attimo dopo svanì nella boscaglia e nell'oscurità.
Fu in quell'istante che la Luna si affacciò dalle nuvole.
Un latrato feroce ed innaturale allora si alzò nella notte.
Un verso bestiale da far gelare il sangue.
“Questo non può essere un uomo...” Icarius impugnando Mia Amata “... neanche un folle potrebbe emettere un verso simile... non è Amlin di certo...” guardandosi intorno.
Gwen era contro il tronco di un albero e all'improvviso sentì qualcosa muoversi alle sue spalle.
Forse un animale.
Un grosso animale.

[Lady Gwen]

Non ribattei nulla alla donna. Probabilmente era vero, sapevo piu` di lei.
Ando` poi via e un ululato echeggio` nell'aria alle mie spalle, mentre ero appoggiata ad un albero, che in quel momento era come uno scudo, per me.