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#411 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Don Nicola ascoltò Clio senza distogliere i suoi occhi penetranti da quelli di lei.
“Figliola, io combatto ogni giorno con il peccato...” disse poi “... credete davvero che possa temere la vostra spada? O peggio ancora la morte? Lo credete davvero?” Scosse il capo. “Sono vecchio e vivo qui lontano dal mondo e niente del mondo può avvilirmi o spaventarmi. Piuttosto, vale la pena che una giovane e bella ragazza rovini la sua vita per uccidere un vecchio ed indifeso uomo di Chiesa come me? Se quella spada è vostra e non l'avete rubata o guadagnata con l'inganno, allora conoscete anche il suo codice.” Restò a guardarla negli occhi. “Si, vi sono dei pazzi in giro che credono molte cose, perlopiù assurde. Alla follia non vi è mai fine.” “Di chi parlate, padre?” Chiese Ammone. “Andiamo, davvero non ne sapete nulla?” Seccato il religioso. “Siete folli quanto loro.” “Nulla, padre.” Scuotendo il capo Ammone. “Si, forse è davvero così...” mormorò Don Nicola “... altrimenti, se così fosse, non sareste qui a seccarmi... beh, si fanno chiamare Il Patto delle Civette e vaneggiano su diverse cose assurde...”
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#412 |
Disattivato
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"Come vi ho detto, padre... Non ho nulla da perdere, la mia vita è finita da tre anni ormai..." Alzai ancora il sacchetto "Allora siate ragionevole e accettate il mio denaro.. Infondo quell'oggetto non ha alcun valore per voi.. Non me ne andrò di qui senza quell'ocarina.." Sostenendo il suo sguardo.
Scossi anche io la testa. "Il patto delle civette?" Ripetei, sorpresa. |
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#413 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Ragazza mia, quell'ocarina” disse Don Nicola a Clio “è un dono, un voto che qualcuno ha portato qui per riparare. Dunque resterà qui, conservata insieme a tutto ciò che i fedeli decidono di portare. Se volete davvero quell'ocarina allora dovrete proprio uccidermi.” Sostenendo lo sguardo di lei. “Ed ora, vorrei restare da solo per pregare.” Seccato.
Si voltò e prese un Breviario da un cassetto. “Parlateci di quel Patto...” fece Ammone “... di quelle Civette...” “So solo che si riuniscono in certe notti...” mormorò Don Nicola “... confabulano su un possibile ritorno del duca...” con indifferenza. “Come possiamo trovarli?” Chiese Ammone. “Continuando con la vostra pazzia.” Rispose il religioso. “Vedrete che saranno loro a trovare voi. I pazzi si trovano fra loro.” Guardò Clio. “Ed ora, se non devo essere ucciso, gradirei restare solo.” “Andiamo, Clio...” Ammone alla piratessa “... ma torneremo, padre...” fissando poi Don Nicola.
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#414 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La notte trascorse veloce ed il nuovo giorno dissolse con la sua luce alcune delle ombre che si annidavano su Capomazda.
Altea, così, fu svegliata dal rintocco della campana della chiesetta dell'orfanotrofio, che scandiva le preghiere e i lavori della monache. Infatti dalla sua finestra si potevano vedere alcune suore nell'orto, impegnate a curare piante, fiori ed ortaggi lì seminati.
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#415 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lucas sorrise a quelle parole di Galgan.
I due lasciarono la chiesa, per avviarsi al luogo dove era atteso il cavaliere eremita. Presero la viuzza che dava verso la campagna, per poi risalire verso Oriente, ritrovandosi lungo una strada che tagliava in due il paesaggio. E proprio su un fianco verdeggiante del vasto pianoro davanti a loro, il cavaliere ed il suo scudiero notarono un campetto di piante intriso di cupo silenzio. Gli alberi nella notte tutt'intorno apparivano insoliti e repellenti, dando una maschera di inquietudine e mistero a quell'ancestrale scenario. Le contorte radici avevano smosso i blocchi pentelici di un'antica stradina lastricata che passava da lì, formando dossi e fossati innaturali, dando l'idea di un qualcosa di grottesco, come di un volto sofferente contratto dal dolore, al punto che molti di quelli che vivono non lontano da lì temono di attraversare quel punto di notte, specie se la Luna splende tra i contorti rami degli alberi. Quei luoghi infatti, secondo molte antiche leggende, sono frequentati da fantasmi e streghe e i contadini credono che uno di quegli alberi sia legato in modo sinistro all'evocazione del demonio e degli spiriti. “In questo posto” disse Lucas a Galgan “non ci vivrei neanche da spettro...” guardandosi intorno. I due proseguirono, fino ad avvistare nelle tenebre una muta costruzione. Era un antico palazzo immerso nell'oscurità. Aveva il tetto piano e regolare, due piani ed un androne inferiore, la porta d'ingresso in stile Taddeide ed il rivestimento esterno secondo il gusto e la moda aristocratica del posto. Era rivolta verso Occidente quella costruzione che inizialmente sembrava essere stata concepita come dimora nobiliare di campagna. Davanti all'ingresso c'era una piccola lanterna che illuminava a stento un logoro frontone quadrangolare. E su di esso erano incise queste parole: “Casello Alto.” Poi ad un tratto Lucas indicò qualcosa a Galgan. Un'ombra che si muoveva silenziosa verso di loro. ![]()
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#416 |
Cittadino di Camelot
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L' alba mi destò piano e mi affacciai alla finestra, le monache erano già intente al loro lavoro e la campana suonava indicando era il tempo per le preghiere.
Presi il mio rosario e iniziai a pregare silenziosamente, avevo dormito male e ad un tratto qualcuno bussò e si affacciò alla porta della camera coi suoi occhioni azzurri e i neri capelli ribelli e risi "Efrem, vieni avanti...ti ho sentito prima far disperare suor Gertrude, di carattere devo capire da chi hai preso la tempra..ti devo vestire, verrai pure tu con me e Giulietta". Solitamente non mi mostravo con lui a Capomazda mentre a Las Baias eravamo soli e tranquilli ma non pensavo potesse destare sospetti, anche perchè con me vi era pure la bimba. Presi dalla valigia un vestitino elegante e mentre lo vestivo con cura mi abbracciò, respirai il suo profumo di innocenza, mi era mancato troppo e non solo lui.."Sai che..se non si avranno intoppi e si spera, tra pochi giorni partiamo via da Capomazda e andiamo dai nonni a Sygma?Staremo lì abbastanza penso e conoscerai i reali..sono nostri parenti". Presi il bimbo e lo portai in corridoio e incontrai Suor Gertrude.."Porto pure Efrem, non succederà nulla e gentilmente vestite voi Giulietta. Volevo informarvi forse tra giorni andremo a Sygma, qui non ho più motivo di restare, niente che mi leghi a Capomazda ormai..penso capiate ma vi finanzierò comunque" gli occhi mi si inumidirono e rientrai in camera. Iniziai a vestirmi e presi in mano il misterioso ciondolo pensierosa..Padre Tommaso diceva non c' entrava nulla con la morte di Guisgard e questo lo pensavo pure io ma mi sfuggiva il perchè io fossi andata da lui per sapere cosa fosse e poi non gli si diede importanza...non si sapeva da dove venisse, chi lo aveva portato e il motivo..era tutto oscuro, lo avrei portato dall' antiquario prima di andare da lady Clotilde. Altra cosa non mi quadrava fu il comportamento dei becchini...sembrava quasi volessero non farci entrare per celare qualcosa...Altea, se dirai a qualcuno come detto al Priore tu pensi lui sia vivo farai una fine molto brutta. Finii di vestirmi e guardandomi allo specchio risi di gusto, lady Clotilde era una anziana contessa zitella e si diceva nella sua vita rimase sempre casta e quindi chi doveva andare a casa sua doveva vestirsi in certo modo, guardai il mio scialle e il cappellino da non scordare ed esclamai.."Ecco ora sembri proprio una perfetta zitella bigotta e acida". Uscii da stanza, presi Efrem e Giulietta e salimmo su una carrozza ma prima mi fermai dall' antiquario di famiglia.."I miei omaggi milord, ho bisogno di un vostro consulto". Posai lo scrigno sopra il suo tavolo e presi dal sacchetto nero la collana e gliela mostrai "Voi sapete qualcosa di questa collana? So che siete un esperto pure sulla storia dei Taddei..se non ne sapete nulla posso lasciarvela e ripassare quando torno". Lo guardai incuriosita, speravo non fosse nulla di pericoloso, il modo in cui mi fu recapitata era alquanto strano ed inusuale..e non credevo a nessun ammiratore..quelli regalavano pietre preziose almeno.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#417 |
Cittadino di Camelot
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D'inverno era impossibile calcolare il momento in cui il buio faceva scendere il suo nero mantello .....l' Abate Elia....mi avevano portata a pensieri lontani, Guisgard ..vivo o morto che fosse stava ancora dando del filo da torcere....Il rumore ...improvviso come sottofondo in quel tratto di bosco mi fece sobbalzare alla figura incappucciata che mi si paro' davanti........" Padre.....mi manca il respiro, mi spiace...ero immersa nei miei pensieri e anch'io come voi.....tra leggende, fantasmi ed altro...non mi sarei aspettata un frate......"......Mi ero presa un bello spavento......" Si...avete visto giusto...qui non ci sono case o casolari..il Castello dei De Gur accoglie le famiglie che necessitano ai loro Signori quindi sono al sicuro all' interno....il resto vive nella capitale a Capomazda....e l'unico altro centro abitato e' il Convento......provenivo proprio da lì.....se avete fretta posso accompagnarvi al convento...mi faro' riaccompagnare al Castello da un novizio, se invece potete attendere domattina...posso ospitarvi...visto che ormai siamo arrivati e domani potremmo andare insieme dall'Abate...devo vistare un' ammalato...quindi non mi causerà nessun problema......"........
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#418 |
Disattivato
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Scossi la testa.
"No... non la lascio qui..." mormorai, fissando l'ocarina "Non ci ha detto chi l'ha suonata ieri notte...". Chinai il capo, col viso rigato di lacrime. "Va bene.." sussurrai poi "Non ne vale la pena.." tristemente "Pregate padre, ma badate che anche dire il falso è peccato..". Seguii Ammone fuori dalla chiesetta, e mi appoggiai alle redini del mio cavallo. "Sapevo che tornare a Capomazda mi avrebbe messo a dura prova.." asciugandomi le lacrime. "Cosa ne pensi?" alzando lo sguardo sull'omone "Il Patto delle Civette.." mormorai pensierosa "Dobbiamo trovarli, ma come? Certo non vorranno farsi trovare.. ma possibile che nessuno abbia pensato di avvisarti? Io ero lontana, va bene.. ma tu... mah.." scuotendo la testa, sconsolata "Però se sanno qualcosa che noi non sappiamo, dobbiamo scoprirlo.." annuendo appena, per poi lasciare lo sguardo vagare tra la brughiera "Vivo.." sussurrai appena, per poi scuotere la testa "Se è davvero vivo e non mi ha detto niente, ce lo rimando io all'altro mondo, altroché...". |
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#419 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Fossi in voi” disse suor Gertrude ad Altea “non andrei a Sygma. Lassù la situazione è complicata. Alcuni pellegrini infatti mi hanno detto che oltre i territori Pontifici le libere città signorili e comunali sono in guerra fra loro. Una fra esse, la più ambiziosa e potente, ha dichiarato una guerra contro molte altre e si dice sia in rotta con la Chiesa. Insomma, partire per quei luoghi potrebbe essere molto pericoloso.”
Poi Altea si recò dall'antiquario di famiglia, per mostrargli il misterioso ciondolo. “Davvero un bellissimo esemplare” osservandolo l'antiquario “ma credo che abbia un valore molto simbolico e nulla più. Potrebbe essere legato ai Taddei, ma qui vedo anche il simbolo di Suession e dunque del Lagno.” “Oh, posso vederlo?” All'improvviso una voce alle spalle di Altea. Era una donna molto bella, abbigliata con abiti preziosi ed eleganti. “Si, credo di conoscere questo ciondolo...” disse poi. ![]()
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#420 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il Priore Tommaso sorrise ad Elisabeth.
“Allora vi ringrazio, madama.” Disse con un cenno del capo. “Accetto la vostra ospitalità, così che poi andremo insieme domani al convento. Prego, vi seguo.” I due così tornarono al castello di De Gur. E subito Tilde andò incontro alla sua padrona. “Bentornata, milady.” Con un inchino la dama di compagnia, per poi fissare il religioso. “Avete portato un ospite, milady?” Chiese.
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