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#1031 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lord Carrinton guardò Altea.
“Il bambino che portava in grembo” disse “non vide mai la luce… ella lo perse dopo pochi mesi… e, per innaturale che possa sembrare, neanche una lacrima rigò il suo bel volto…” restò per qualche istante a fissare quel ritratto, poi, d’improvviso, come a volersi destare da un incubo, prese le mani di Altea fra le sue “… dimentichiamo tutto e tutti. Esistiamo solo io e te… saltiamo in sella al mio cavallo e raggiungiamo una chiesa che si trova verso la costa… e lì, se vorrai, diventerai mia moglie… dimmi di si, Altea…”
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#1032 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gli occhi di Elisabeth erano in quelli di Emile.
La voce di lei sembrava voler schiaffeggiare il volto di lui, tanto era l’impeto con cui la donna parlava. “Si, capisco perfettamente…” mormorò lui sorridendo “… eh, già… mai preso ordini da nessuno, immagino…” restò a fissarla ancora per qualche istante. Poi, d’un tratto, prese in braccio la donna, portandosela poi sulle spalle e la sculacciò. “Ecco, c’è sempre una prima volta per tutto!” Disse, per poi far cadere Elisabeth sul letto. Prese allora la sua cintura e legò le mani di lei alla spalliera del letto. “Vi consiglio di non dimenarvi troppo, madame.” Fissandola. “Vedete, sono bravo a fare nodi e non riuscirete di certo a liberarvi. Ora resterete qui buona buona, aspettando il ritorno del vostro amato maritino.” Si diresse poi verso la porta e prima di uscire aggiunse: “Ah, siete più bella quando vi arrabbiate, madame. Mi sa che vi farò arrabbiare più spesso. E mi raccomando, non struggetevi troppo per la mia assenza…perché, cara mogliettina, tornerò molto presto.” Le fece l’occhiolino ed uscì.
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A quelle parole di Cavaliere25, gli zingari cominciarono a ridere.
“Non hai mai visto dunque quel simbolo, ragazzo’” Chiese Hagus. “Un fiore verde non dice nulla? Non hai ancora compreso chi siamo noi veramente?”
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#1034 |
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Tafferuille e Talia ritornarono così al carrozzone.
Gobert comunicò loro che il vecchio Essien aveva intenzione di parlare all’intera compagnia. I due così seguirono Gobert che li condusse dal resto della compagnia. Tafferuille si attardò, ricomparendo qualche istante dopo con indosso di nuovo la sua inseparabile maschera. “Ci siamo tutti?” Chiese Essien a Gobert. “Manca solo Renart.” “Bah, quel ragazzo sembra incapace di prestare attenzione a qualsiasi cosa.” Borbottò il capo della compagnia. “E sia, tanto la sua presenza cambia poco… allora, amici miei…” assumendo un tono solenne “… pare che domani in città avverrà un importante avvenimento. Una parata con un discorso al popolo da parte di De Jeon.” A quel nome pronunciato da Essien, Tafferuille fissò per un istante il volto di Talia. “Ho incontrato un vecchio amico, evento davvero fortuito, che mi ha presentato uno dei funzionari addetti agli spettacoli.” Continuò Essien. “Da quando è caduta la monarchia non vi sono più Maestri di Cerimonia a curare questo genere di eventi. Ebbene, pagando una certa somma…” sbuffò “… dicevo, pagando una certa somma, sono riuscito ad ottenere il permesso di esibirci… al Theatre du People!” Scese un religioso silenzio fra gli attori della compagnia. “Allora?” Fissandoli Essien. “Non dite nulla?” “Per me va bene.” Rompendo quel silenzio Tafferuille. “Ma saremo all’altezza?” Chiese Gobert. “Dobbiamo fare ciò che abbiamo fatto fino ad ora.” Rispose Tafferuille. “Si, ma un conto è farlo davanti a dei contadini…” replicò Gobert “… tutt’altra cosa è invece farlo davanti al pubblico della capitale.” “Tanto ormai è deciso!” Intervenne Essien. “Con quello che mi è costato poi… e comunque spero di rifarmi, altrimenti rinvigorirò le casse della compagnia dalle vostre paghe!” “Quale spettacolo metteremo in scena?” Domandò Gobert. “Ho pensato a Lo Spadaccino Innamorato.” Rispose Essien. “Il funzionario repubblicano mi ha fatto capire che abbiamo notevole libertà, fatta eccezione per alcune cose… del tipo non fare riferimenti religiosi e lodare, di tanto in tanto, il regime repubblicano… a quest’ultima cosa penserò io. Stanotte lavorerò ad alcune battute per il mio personaggio. E sia, amici, è tutto. Ora andate a letto che domani ci attende una lunga giornata. La mattina ci sarà la parata e poi il discorso. E la sera finalmente il nostro spettacolo.” Tutti allora, chi brontolando, chi preoccupandosi, andarono a letto. Giunto il mattino, gli schiamazzi cittadini, per l’imminente parata ed il successivo discorso, svegliarono i nostri attori dal loro sonno.
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#1035 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel castello di Trafford Bridge, Melisendra e Tyler erano con il Presbitero Tommaso.
Ad un tratto, dalla carrozza del chierico, scese un suo domestico. “Sono spiacente, monsignore…” entrando nella stanza “… ma vi ricordo che siete atteso per quella funzione…” “Si, rammento.” Alzandosi dalla sedia il chierico. “Perdonatemi, milady, ma i doveri del mio ministero mi attendono… sono certo, a Dio piacendo, che ci incontreremo presto.” “Padre, vedete, la dama di compagnia di mademoiselle Melisendra è…” avvicinandosi al prete Tyler. “Il Signore non abbandona mai nessuno dei Suoi figli, amico mio.” Rispose Tommaso. “Bisogna solo confidare in Lui.” Salutò ed andò via. La carrozza così abbandonò il castello di Melisendra. “E’ pronta la nave?” Chiese Tommaso al suo domestico che teneva in mano uno specchio in cui il chierico si specchiava per togliersi il trucco. “Si, padrone.” Rispose il domestico. “Al porto vi attendono per partire.” “Bene.” Annuì Tommaso, mentre si toglieva la parrucca e si puliva il viso dalla cera. “Passami il tutto per il prossimo travestimento.” Poco dopo la carrozza giunse al porto. E appena la videro, gli zingari lasciati lì da Hagus si avvicinarono al veicolo. “Ti attendevamo, capo.” Disse uno di questi all’uomo che scese dalla carrozza. Egli ora non era più il Presbitero Tommaso. Non aveva più nulla in comune con quel chierico, se non i profondi occhi azzurri. Occhi azzurri che brillavano sul suo volto da zingaro. “Partiamo allora.” Rivolgendosi ai suoi uomini. “Altrimenti il nostro amico de Jeon avrà il cattivo gusto di far cominciare lo spettacolo senza di noi.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 07-11-2011 alle ore 03.22.26. |
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#1036 |
Cittadino di Camelot
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"Non posso credere di quale freddezza quella donna era dotata, d'altronde lei aveva raggiunto il suo scopo ovvero sposare Lord Carrinton. Ma questa storia non mi convince del tutto." pensai tra me e me.
Udii senza sorpresa la proposta del bel milord "Certo che lo voglio, d'altronde non amo molto i sontuosi cerimoniali, il mio desiderio è solo diventare vostra moglie. Mi affido a voi, ma dovremmo avere dei testimoni, per me andrebbero bene pure i servitori del vostro palazzio" sorrisi.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() Ultima modifica di Altea : 07-11-2011 alle ore 14.14.30. |
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#1037 |
Cittadino di Camelot
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Dissi guardando Hagus a me quel simbolo mi sembra un giglio verde poi posso sbagliarmi no continuai a dire non ho ancora capito chi voi siete se gentilmente mi volete illuminare con la vostra grazia di presentirvi e aspettai
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#1038 |
Cittadino di Camelot
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"Consideratelo fatto, mio signore."
Alle parole di Lord Missan, un vasto sorriso non potè fare a meno di affiorare sul mio volto. Tornavamo in patria! Quanto a lungo avevo atteso questo momento... Dal tono del mio signore, poi, sembrava quasi evincersi una nota di positività, di giubilo, avrei osato dire di trionfo. E Lord Missan non era tipo dai facili entusiasmi, evidentemente doveva trattarsi di qualcosa di veramente lieto. Con la gioia nel cuore, ma la determinazione affinché tutto venisse approntato nel più breve tempo possibile, distribuii ordini e commende. Entro un quarto di clessidra eravamo pronti alla partenza, e un nostro uomo già ci precedeva alla volta di Dover, dove gli avevamo dato mandato di comprare il primo passaggio disponibile per la Francia, quale che fosse il prezzo. Chissà come era cambiata la Repubblica, avevamo lasciato un Paese ancora in tumulto e impegnato nella ricostruzione dopo la bufera rivoluzionaria, come lo avremmo trovato ora? L'avrei riconosciuto? Non importava, gli odori, i sapori di quella terra non sarebbero comunque mai mutati, così come il cuore degli uomini che la abitavano. Stavamo tornando a casa.
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------------------------------ ![]() Un Cavaliere è devoto al valore, il suo cuore conosce solo la virtù, la sua spada difende i bisognosi, la sua forza sostiene i deboli, le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi ~~~oOo~~~ |
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#1039 |
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Quella notte dormii poco e male.
Probabilmente non ero la sola, nel carrozzone, ad avere problemi di insonnia quella notte... ma a me non era soltanto la tensione per lo spettacolo del giono dopo a tenermi sveglia... Immagini confuse si accavallavano nella mia mente... Colaubain, il monastero, la mia vecchia stanza all’Istituto, Renart e la sua sconsiderata proposta, Philip, soeur Amélie, gli occhi blu cerulei di Tafferuille che avevo avvertito di nuovo su di me durante il discorso di Essien... Mi svegliai spesso, continuando a girarmi e rigirarmi tra le lenzuola bianche e profumate, per poi cadere di nuovo in un sonno agitato... Correvo... Immagini confuse si confondevano nei miei occhi, immagini rese sfocate da quelle cocenti lacrime di rabbia che mi bagnavano gli occhi e mi solcavano le guance... Non sapevo dove stavo correndo e forse neanche mi importava, non avevo minimamente badato alla suora che avevo quasi travolto nel cortile del monastero, non avevo badato alle sue grida e ai suoi richiami... probabilmente quella suora in quel momento era già corsa dalla Madre Superiora per informarla del mio insolito comportamento, ma a me non importava. Probabilmente mi avrebbero attesa cariche di domande e di rimproveri, ma a me non importava. Probabilmente avrebbero mandato qualcuno a cercarmi, ma a me non importava. A me, in quel momento, non importava più niente di niente. Mi sentivo male... mille e più pensieri si confondevano nella mia mente... le parole che l’anziana Soeur Loanne mi aveva detto qualche minuto prima, appena prima di morire in pace con se stessa, mi risuonavano ancora forte nelle orecchie... cercai di non pensarci ma non ci riuscivo... altre lacrime roventi mi solcarono le guance... mi sentivo tradita e confusa, mi sentivo come se tutto il mio mondo fosse crollato in quell’istante. E in quel momento, forse per la prima volta in vita mia, mi sentii sola. Sola... Ero sola... completamente sola al mondo. Mi sentivo tradita dalle suore con cui ero cresciuta. Sentivo di non aver più avuto un amico da quando Philip, anni prima, aveva lasciato Colaubain per andare a vivere in città presso quel suo ricco zio. Sola... Quella parola, quel concetto continuavano a fischiarmi nelle orecchie... E fu così, quasi senza sapere come, che mi ritrovai in quel prato ai bordi della cittadina nel quale, già da diversi giorni, era apparso quel carrozzone e quegli strani personaggi che con tanta forza avevano attratto la mia curiosità. Non sapevo per quale motivo i passi mi avessero portata proprio lì... tuttavia, quasi senza pensarci, mi accoccolai dietro un albero poco distante e mi misi ad osservarli. Personaggi curiosi... ridevano e piangevano, gridavano e sussurravano, si atteggiavano a gran signori o a buffi servitori un po’ goffi... abiti colorati... maschere variopinte... Spesso, negli ultimi giorni, ero sgattaiolata fuori per spiarli... incuriosita e affascinata... Quel giorno, tuttavia, c’era un’insolita immobilità nel gruppo. Se ne stavano seduti, chi con la testa tra le mani e chi borbottando scontento, si muovevano con lentezza e rassegnazione... Rimasi ad osservarli per qualche momento finché, per caso, uno di loro mi notò. “E tu chi saresti?” domandò l’uomo, avvicinandosi a me e scrutandomi con curiosità. “Talia!” risposi, asciugandomi in fretta gli occhi ancora pieni di lacrime. “Talia... e poi?” “Talia e basta, che vi stia bene o no!” sbottai risentita. Lui mi scrutò per un attimo, poi un leggero sorriso gli increspò le labbra... “Va bene, mademoiselle ‘Talia e basta’... che cosa ci fai qui? Non dovresti essere a casa? I tuoi genitori saranno in pensiero...” “Non ho né genitori né una casa!” dissi, sentendo di nuovo quel dolore lancinante squarciarmi il petto “Sono sola!” “Sola?” domandò lui, sollevando le sopracciglia con stupore “E posso domandarti dove vivi, dunque?” “All’Istituto!” Lui mi osservò... “E ‘l’Istituto’ sarebbe come un orfanotrofio?” “Si...” annuii “L’orfanotrofio annesso al monastero di Saint Germaine, là sulla collina, e amministrato dalle suore!” “Capisco...” annuì lui “E quelle tue suore non saranno preoccupate ora?” “No!” ringhiai, con più durezza di quanta non fosse necessaria. L’uomo mi studiò per qualche momento... aveva occhi vigili e indagatori sotto quelle sopracciglia cespugliose... “E voi, invece?” chiesi, tanto per distogliere da me la sua attenzione “Voi chi siete?” “Oh, ma certo...” disse lui, come se si fosse appena accorto di aver fatto qualcosa di molto grave “Ma certo... perdonami, mademoiselle, per tanta scortesia... ebbene, il mio nome è Essien. Di professione attore. E questa che vedi è la mia compagnia: Gobert, Tissier e madame Fantine.” Mossi gli occhi tra loro, poi tornai a posarli sull’uomo di nome Essien... “Attori!” mormorai “E perché, allora, non state provando qualche spettacolo?” Lui piegò impercettibilmente la testa prima di rispondere, quasi a cacciare un brutto pensiero... “Domanda interessante!” disse, con appena una punta di sarcasmo “Ma vedi... purtroppo abbiamo avuto qualche piccolo problema... uno dei nostri attori ci ha lasciati il mese scorso per andare a lavorare presso un ricco signore e già la nostra compagnia era rimasta leggermente menomata... adesso, poi, anche la nostra giovane attrice, colei che era la nostra ‘dama innamorata’, ci ha piantati...” “Perché?” chiesi. “Oh...” mi rispose, quasi con noncuranza “Come in ogni copione che si rispetti, ha creduto di trovare l’Amore e la Felicità ed è fuggita con lui... solo che in questo caso l’eroe di turno è un mammalucco, tronfio e danaroso... Eh, che vuoi farci, mia giovane amica? Tra la vita ed il teatro, come vedi, non vi è poi molta differenza... e tutti noi chi siamo, se non maschere che giocano all’improvvisazione su questa sorta di grande palcoscenico a cielo aperto?” Lo fissavo a bocca aperta... i miei occhi spalancati diventavano vieppiù grandi e lucidi mentre lo osservavo... quell’uomo era totalmente diverso da ciò che ero abituata a conoscere e quella sua diversità, la libertà che la sua vita sembrava promettere, quella sua bizzarra e irrefrenabile eloquenza avevano su di me, appena più che bambina e cresciuta all'ombra di un monastero, un fascino senza posa... “Posso venire con voi?” domandai ad un tratto, interrompendolo. Per un istante mi parve di averlo colto di sorpresa, sollevò le sopracciglia e mi squadrò perplesso: “Come?” chiese gentilmente. “Potrei prendere io il posto dell’attrice che avete perduto!” dissi di getto, quasi senza pensare. La sorpresa sul suo volto si intensificò per un istante, poi sorrise: “Mia giovane amica, io capisco che questa nostra vita possa sembrarti...” “Monsieur...” dissi, prima che potesse continuare “Non ho mai recitato, lo confesso... ma sono sveglia e imparo in fretta! Vi prego!” L’uomo mi scrutò per qualche momento... “Piangevi quando sei giunta qui!” disse soltanto. Io annuii, certa che sarebbe stato più che inutile mentire. “Sei sicura che non sia solo per quello che ora vuoi venire con noi? Sei sicura che non te ne pentirai in fretta?” Ignorai la prima domanda, ma concentrai i miei occhi nei suoi e dissi, con convinzione: “Non mi pentirò!” Essien mi valutò per un lungo momento ancora, un momento infinito durante il quale io rimasi immobile di fronte a lui... “Va bene, signorinella!” disse infine, con un piccolo cenno della mano “Vieni che ti presento il resto delle famiglia!” Ed era quello che era stata la compagnia da quel giorno in avanti: la mia famiglia. Mi svegliai di soprassalto... Erano anni che non ripensavo più a quel giorno, il giorno nel quale avevo lasciato Colaubain e avevo iniziato una nuova vita... una nuova vita per tentare di sfuggire dai dolori di quella vecchia per poi scoprire, anni dopo, che ero scappata dalle cose sbagliate... scoprire che tutto ciò che facevamo presto o tardi ci si ritorce contro... scoprire che, per quanto ci si sforzi, non si può cancellare il passato e non lo si può cambiare... E ora ero lì... come se ogni mia singola scelta, dal giorno in cui avevo lasciato Colaubain e le persone che mi erano state care fino a quel momento, avesse concorso a portarmi lì... ad Ostyen... con la coscienza macchiata dal senso di colpa ed il cuore pietrificato dalla rabbia e dal dolore. Era giorno ormai, sentivo molte voci ed un gran viavai fuori dal carrozzone... in fretta, quindi, mi alzai e, dopo essermi preparata con cura, uscii all’aperto.
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** Talia ** ![]() "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." ![]() |
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#1040 |
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Sentì parlare di divenire un cacciatore di taglie.....l'idea mi allettava molto ma tra me pensaì qualora scegliessi di seguire questo cavaliere o meglio cacciatore di taglie...avreì potuto continuare le mie ricerche sulle origini del mio ordine e sulla verità dei miei primi 10 anni di vita? Divenni scuro in volto, il ricordo delle parole del mio maestro riecheggiavano nella mia mente: "Sei un Longiniu, comportati come tale".... prima di fare questa scelta con fermezza posi una domanda al cavaliere: " Signore....io sono alla ricerca di una verità e di un manoscritto perduto che racconti la storia del mio ordine i Longiniu, vorreì sapere se unendomi alla vostra causa e al vostro gruppo potrò continuare le mie ricerche servendovi e da parte vostra aiutandomi nel mio arduo compito.... qualora trovassimo tale accordo.... mi unirò a voi, ma spero che nel rispetto del codice tra gentiluomini e cavalieri non vi sia alcun imbroglio." Attesi la risposta, sarebbe stata una scelta importante la mia e spero che non venga deluso.
Ultima modifica di Parsifal25 : 10-11-2011 alle ore 01.37.16. Motivo: Riconoscimento del post di Sir Guisgard |
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