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Vecchio 17-05-2022, 16.30.18   #620
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La cena trascorse tra lo strano idioma mormorato dai neri, i racconti di caccia di Pablos, le valutazioni su possibili ostilità dell'isola da parte di Garrison e la descrizione della mappa da sguire fatta da Skylar.
Marin era fra loro e li ascoltava, con gli occhi sempre fissi verso quello strano ragazzo, che continuava a passeggiare avanti e indietro per il campo, quasi fosse un corpo estraneo in quello scenario.
La cena poi terminò e i tre uomini, Garrison, Pablos e Skylar si accesero sigari e sigarette per rilassarsi e continuare i loro discorsi.


A quella risata gracchiante della vecchia, lo zio di Abigail non battè ciglio, né mostro alcuna emozione particolare.
“Questa” disse l'uomo a sua nipote, ignorando la risata continua e fastidiosa della vecchia “fu eretta dagli antichi longobardi. Poi gli Afragolignonesi, conquistando queste terre, ne fecero un castello. Oggi non puoi vederlo perchè fu distrutto e proclamata poi questa terra sconsacrata.”
“Dillo alla ragazza cosa fecero...” ridendo la vecchia “... avanti, così saprà la verità... diglielo, bel signore...” mostrando la lingua in modo lascivo verso l'uomo.


Robertstein posò gli scritti sul tavolo e si alzò, raggiungendo Blangey alla finestra.
Era dietro di lei, l'assistente poteva sentire il robusto petto di lui contro la schiena della bella orientale.
“Si, è tutto molto strano qui...” disse lo studioso.
A un tratto un rumore metallico, molto pesante e sordo, si udì provenire da fuori.


Britty udì quella voce, seguita da tante altre.
Tutte voci che a un tratto risero piano.
Ridevano e parlavano fra loro.
Quelle voci e quelle risate provenivano da dietro ad alcuni folti cespugli fioriti.


Era un uomo alto, dal portamento fiero e sulla sessantina.
Tuttavia, nonostante l'età non più giovane, tradiva un aspetto forte, mostrando un fisico asciutto e movenze tutt'altro che incanutite.
Lo sguardo era strano, con occhi di un colore vago che il chiarore delle vetrate impediva di riconoscere.
“Non crucciarvi, signora.” Disse lui a Sunis. “Non potevate conoscere quel nome, poiché Emile Zola non è ancora nato, oggi.” Fissando la donna.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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